lunedì 22 giugno 2020

Siena in 7 giorni: secondo giorno

Immagini dei luoghi visitati il secondo giorno di Siena in Sette giorni

Oggi visiteremo 'solo' un Museo che tradotto vuol dire che il resto della giornata andremo in giro a fare una passeggiata trekking per le strade di Siena. Vi consiglio quindi di indossare scarpe comode!

Siena è divisa territorialmente in tre Terzi che coincidono con i tre colli su cui poggia.

Si chiamano rispettivamente Terzo di Camollia, Terzo di San Martino e Terzo di Città.

Nel percorso di oggi andremo nel territorio delle seguenti Contrade (*) che si trovano nel Terzo di Città: Tartuca, Chiocciola, Pantera e Aquila.

PINACOTECA

Iniziamo quindi da Via San Pietro, la via opposta a quella che ieri ci ha portato in Duomo.

In Via San Pietro si trova uno dei gioielli di Siena, secondo me, e cioè la Pinacoteca Nazionale.

Esso ospita una collezione di tavole a fondo oro dei maestri primitivi senesi (1200-1300) e anche di artisti dei secoli successivi fino al 1600.

Sono per lo più opere di soggetto religioso ma fate attenzione perché troverete anche qualche opera di soggetto profano. Ne ho scritto qualcosa qui

Ciò che vi invito ad osservare subito sono soprattutto le narrazioni e la capacità di questi artisti senesi di riprodurre la realtà attraverso la profusione di dettagli.

Ci sono andata tante volte alla Pinacoteca di Siena e ogni volta scopro qualcosa di nuovo.

Per un primo approccio, che comunque abbraccia tutte le sale, vi suggerisco di leggere questo post dove ho riportato la visita che organizzai nel 2013 per la prima edizione delle Invasioni Digitali a Siena.

Considerate di dedicare minimo un paio d’ore alla visita. Senza fretta, godetevi il privilegio di percorrere la storia secolare dell’arte senese semplicemente facendo una ‘passeggiata’ attraverso le sale della Pinacoteca.

Finita la visita consiglierei di fermarvi a fare una seconda colazione in uno dei Bar di Via San Pietro per poi proseguire e fermarvi all’incrocio sulla destra, quasi appena svoltata la curva, con Via di Castelvecchio.

CONTRADA DELLA TARTUCA

Curiosità: alzate un attimo lo sguardo in alto a destra. La vedete quella lapide? L’iscrizione riguarda il mal costume e se siete attenti vi capiterà di intercettarne altri durante questi sette giorni a Siena.

“Nissuna meretrice ben che maritata descritta o no descritta puoi habitare in questa strada sotto pena di scudi dieci come più largamente nel bando de SS Esecutori di Gab. P.S.A.R. sotto il di XII Ag MDCCIV”

Già dal Seicento infatti a Siena era fatto divieto alle meretrici, con tanto di bando, di abitare in specifiche vie della città. La richiesta veniva inoltrata dalle Contrade agli Esecutori di Gabella  per tutelare la moralità del territorio. Se poi fosse rispettato o no questo divieto, chi lo sa!

La piccola terracotta invece indica che ci troviamo nel territorio della Contrada della Tartuca.

Individuare queste piccole terrecotte o mattonelle in ceramica con i simboli delle Contrade è un buon modo per scoprire in quale Contrada vi trovate.

I territori delle Contrade infatti sono stati stabiliti con Decreto dalla Principessa Violante di Baviera nel 1730 e sono tutt’oggi gli stessi.

Curiosità: nel documento originale è riportato 1729 perché fino al 31/12/1749 a Siena l'anno cominciava il 25 marzo e  per questo anche in alcuni testi è riportata erroneamente la data 1729.

Vi capiterà anche di notare a volte che nella stessa via ci sono mattonelle di Contrade diverse a seconda del lato della strada. Non è un errore. Aguzzate quindi la vista!

Percorriamo Via di Castelvecchio fino ad incrociare sulla destra il Castellare.

Ci troviamo nella zona più antica di Siena dove ci furono i primi insediamenti romani sul colle.

Nella parte più alta del Castellare ci sono un paio di scalinate che portano ad abitazioni private. Salite su quella a destra e scoprite cosa si vede da lì!

Bello, vero? Fatelo con discrezione mi raccomando e se venite ‘sorpresi’ dagli inquilini potete complimentarvi con loro per la loro fortuna di godere di una simile vista. Personalmente non ho mai incontrato nessuno.

Mentre camminate per Siena rivolgete lo sguardo anche ai palazzi. Ciò che ai profani apparirà come un sovrapporsi senza senso di elementi architettonici e tecniche di costruzione non è che la testimonianza dell’evoluzione urbana di Siena riconoscibile ad occhio nudo sicuramente dagli esperti.

Torniamo indietro e continuiamo ancora per Via di Castelvecchio fino ad incrociare il Vicolo di Castelvecchio a sinistra e percorriamolo tutto fino a Via Tommaso Pendola.

Tommaso Pendola fu un padre scolopio, nato a Genova e presente a Siena a partire dal 1821 dove svolse la sua attività di educatore a favore dei sordomuti fondando nel 1828 un Istituto proprio in questa via. L’Istituto divenne Convitto nel 1831 e diventò uno dei migliori Istituti d’Italia.

Girate a sinistra e poi dopo a destra: scendete per il Vicolo della Tartuca.

Ci troviamo nel cuore della Contrada della Tartuca.

Percorrendolo a sinistra, all’inizio vedrete la stalla che ospita il cavallo andato in sorte alla Contrada durante i giorni del Palio. Subito dopo passerete davanti al retro dell’Oratorio e del Museo della Contrada per poi arrivare in fondo dove il Vicolo diventa cieco.

Personalmente quello che mi piace di questo Vicolo è la presenza umana testimoniata dai panni tesi. Come dire? Fa più 'casa' e meno 'Disneyland'. Concedetemi questa piccola polemica. Io abito in centro a Siena e mi dà fastidio quando sento dire che è tutto finto, che ci sono solo negozi per i turisti.

Torniamo indietro e proseguiamo diritto fino al Vicolo del Saltarello e infine, sulla sinistra, verso l’Arco di Santa Lucia.

CONTRADA DELLA CHIOCCIOLA

Oltrepassato l’Arco, attraversiamo la strada e andiamo avanti per Via delle Sperandie. Qui ci troviamo nel territorio di un’altra Contrada, la Contrada della Chiocciola, rivale della Contrada della Tartuca.

Le Contrade di Siena in totale sono 17 e tra di loro ci possono essere rapporti di alleanza o rivalità. Le motivazioni possono essere anche antichissime e possono essere determinanti durante i giorni del Palio.

Come avrete già potuto notare, anche se ci troviamo solo al secondo giorno, riguardo al Palio e alle Contrade di Siena inserisco via via qualche informazione. L'ultimo giorno vi racconterò qualcosa in più.

Tornando a Via delle Sperandie, vi ho portato qui perché voglio farvi vedere un luogo nascosto e molto suggestivo: la Fonte delle Monache.

Per arrivarci, quando siete in fondo alla via, svoltate a sinistra. C’è un passaggio che sembra privato. In realtà ci sono uffici pubblici.

Scendete per i terrazzamenti fino ad intravedere l’esterno della Fonte.

La grata potrebbe essere coperta da un telo per ripararla dal vento e dalla pioggia, presumo.
Se così fosse, non siate dispiaciuti. Sarete ripagati sicuramente dalla bellissima vista sulla Valle Berardi.

Se poi siete pratici di foto scattate in condizioni 'estreme' con lo smartphone, alzate appena un pochino il telo e tenendo ben saldo il telefono in mano scattate la vostra foto e stupitevi.
Attenzione a non farlo cadere giù, il telefono!

Della Fonte delle Monache trovate notizie in un post che ho scritto qui

Dopo questa sosta, tornate indietro e proseguite fino a Porta San Marco osservando lo spettacolare panorama che si apre sulla vostra sinistra.

Uscite un attimo dalla Porta e leggete la scritta sulla lapide che si trova a destra “… tirate dove volete, ma io vi proibisco di tirare al di là del XVIII secolo”. È quanto avrebbe detto il generale francese De Monsabert alla sua truppa entrando a Siena da questa porta il 3 luglio 1944 mentre i tedeschi uscivano verso Nord senza sparare un colpo.

Ecco perché Siena è rimasta praticamente salva dai bombardamenti. Fu coinvolta solo la Basilica dell'Osservanza che si trova fuori dalle mura della città. Ad ogni modo furono comunque fatte delle operazioni di protezione ad alcune opere d’arte del Complesso del Duomo. Ne ho scritto qui

Davanti a noi c'è Piazzale Marcello Biringucci, un ottimo luogo per vedere il sole tramontare.

Rientriate da Porta San Marco e risalite per la Via omonima. Fermatevi al numero civico 90, entrate, salite le scale e oltrepassate il portone.

Vi ritroverete nel Chiostro di Santa Marta.

Questo complesso, che oggi ospita l'Archivio Storico del Comune, un tempo era un Convento.

Potrete ammirare degli affreschi monocromi con scene di vita eremitica e un ciclo di San Girolamo. Ci sono dei brevi pannelli esplicativi sulle pareti. Io ho scritto un post dettagliato su questo Chiostro che trovate qui così vi anticipate la visita.

Ritornando su Via San Marco proseguite fino alla biforcazione segnalata da un Oratorio con la scritta ‘casa del cavallo’ e un pozzo antistante detto ‘affogasanti’. Come mai questo nome bizzarro?

Be, è troppo carina la storia e ve la riporto per bene così capirete qualcosa in più sullo spirito dei Contradaioli e sull’importanza del Palio nella loro vita.

“Nel 1888, in un momento di ira per la perdita del palio, i chiocciolini vi gettarono una maiolica raffigurante Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e quindi anche dei cavalli. Da quell’anno la Chiocciola rimase a lungo digiuna di vittorie, ma nel 1910 le donne della contrada, convinte che vi fosse una stretta relazione tra la sfortuna nel palio e il cattivo trattamento riservato al Santo, ripescarono dal pozzo l’immagine sacra. Forse per caso, forse per volontà divina, la Chiocciola riportò la vittoria nel palio immediatamente successivo (luglio 1911).”
Tratto dal libro Siena e l’acqua – Nuova immagine editrice.

Proseguiamo a sinistra per Via della Diana.

“Diana” è il nome del fiume che i senesi erano convinti di sentir scorrere nei sotterranei di questa zona. Sì, avete capito bene. Ne parlerò nei prossimi giorni su quanto la scarsità d’acqua fosse un problema per Siena, una città lontana dal mare e non attraversata da alcun fiume. Sappiate solo per ora che è a questo che Dante si riferisce nel Purgatorio quando etichetta ‘gente vana’ i senesi. Tale terzina Dantesca non poteva non essere riportata in una lapide in questa via. L'avete vista, sì?

Apro parentesi.

Siena compare diverse volte nella Divina Commedia non vi stupisca perciò di intercettare delle lapidi qua e là che ricordano i versi del Sommo Poeta riferiti ad esempio a Pia de' Tolomei, Sapìa e Provenzano Salvani. Tali lapidi furono poste nel 1921, per il 6° centenario della morte di Dante.

Chiudo parentesi.

Da Via della Diana sbuchiamo in Pian dei Mantellini caratterizzato dall’imponente Chiesa del Carmine. Se fosse aperta, entrateci e ammirate la Cacciata degli Angeli ribelli di Domenico Beccafumi, soggetto rappresentato in maniera più pacata dall’artista rispetto alla prima versione che avete visto in Pinacoteca. Se fosse chiusa continuate avanti fino alle Due Porte.

Curiosità: in corrispondenza del campanile della Chiesa del Carmine è stabilito il confine tra il territorio della Contrada della Chiocciola e quello della Contrada della Pantera.

Apro altra parentesi.

Se vi trovate a Siena il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, troverete Pian dei Mantellini piena di bancarelle di giocattoli, palloncini, dolciumi e campanine con i colori delle Contrade. È la Fiera di Santa Lucia, per l'appunto, e nella vicina Chiesa di Santa Lucia tutto il giorno vengono celebrate le funzioni religiose con la benedizione degli occhi e l'offerta dei panini benedetti.

Chiudo parentesi.

Cercate il numero civico 7 in Pian dei Mantellini e se il portone fosse aperto, entrate. Troverete un ingresso insolito. Di palazzi Settecenteschi ce ne sono altri a Siena. Ne ho citati altri qui

A questo punto potrebbe esservi venuta un po’ di fame. Guardatevi intorno e fatevi guidare dal vostro sesto senso o dai profumi dei ristoranti.

PAUSA PRANZO

Dopo pranzo potete riprendere il percorso oltrepassando l’arco le Due Porte.

Prima di oltrepassarlo però una curiosità: il tabernacolo mariano posto a sinistra della porta murata è quello più antico di tutti quelli presenti per le vie di Siena. Una presenza massiccia direi. Di sicuro ve ne sarete accorti anche voi. D'altronde Siena è detta Civitas Virginis.

CONTRADA DELLA PANTERA

Imboccate Via Stalloreggi. Una targa sulla destra ricorda la bottega di Duccio di Buoninsegna, autore della Maestà che vedrete domani nel Museo dell’Opera del Duomo.

Al primo incrocio a destra è ben visibile il tabernacolo della Madonna del Corvo. L'affresco con la Pietà è del Sodoma.

Qui avevo previsto di raccontarvi qualcosa del perché del nome di questo Tabernacolo ma le informazioni che ho sono state superate da una recente pubblicazione che non ho ancora avuto modo di leggere. Si tratta de La Madonna del Corvo di Alessandro Leoncini, nel caso incuriosisse anche voi.

Proseguendo avanti sulla destra ammirate il bellissimo Palazzo Bisdomini dove è possibile rintracciare le caratteristiche delle case torri medievali e in più il tratto distintivo dei ‘palazzi’: la facciata.

Sull’evoluzione dell’architettura civile a Siena ho scritto un post che trovate qui

Continuando, ancora sulla destra c’è Piazza del Conte dove si trova la fontanina della Contrada della Pantera.

Ora, invece di proseguire, vi porto in un posto segreto: il Vicolo del Contino.  Potete imboccarlo in alto a sinistra della Piazza. Sembra di essere stati catapultati in un'altra città, non sembra anche a voi?

Ritornando su Via Stalloreggi, osservate la strada davanti al portone del numero civico 24. Notate niente di strano? Tipo un rilievo particolare? Si tratta di un’opera del percorso denominato Tempo Zulu e di cui è disseminata Siena. Ne ho scritto un post con tutte le opere qui.

Se è vero che all’inizio vi ho detto di guardare sempre in alto quando percorrete le vie di Siena, ora vi suggerisco di non tralasciare nemmeno le lastre!

CONTRADA DELL'AQUILA

Arriviamo in Piazza Postierla o Quattro Cantoni ad indicare l’incrocio delle quattro vie: Via di Città, Via del Capitano, Via Stalloreggi e Via San Pietro.

Ci troviamo nel cuore della Contrada dell’Aquila rivale della Contrada della Pantera.

Nell’angolo in alto a sinistra della Piazza c’è il caratteristico Vicolo del Verchione “una stradina senza sfondo che anticamente era collegata da un chiasso all’arco chiuso di una delle Due Porte di Stalloreggi”. Tratto da Siena di Alberto Fiorini.

Per accedere a questo vicolo c’era una porta nelle mura che veniva inchiavardata.

“La parola ‘verchione’ in italiano antico veniva utilizzata per indicare un ‘chiavistello’, con cui solitamente si chiudevano le porte facendo scorrere la robusta barra di ferro in un anello fissato sul battente. “ Tratto da Strad(N)ario di Roberto Cresti e Maura Martellucci

Continuiamo ora dritto per Via di Città. Intanto vi faccio notare nell’angolo a sinistra la Torre Forteguerri. Vedete tutte quelle ‘buche’ sui muri? Non sono per far fare il nido ai piccioni ma si tratta di ‘buche pontaie’, quelle che nel Medioevo servivano principalmente, in fase costruttiva, per i ponteggi mentre si saliva nella realizzazione del muro e poi anche per potervi incastrare le travi dei ballatoi in legno.

Se siete stati in Pinacoteca (spero proprio che non l'abbiate saltata!) vi sarete fatti sicuramente un’idea ammirando una delle scene narrative della Pala del Beato Agostino Novello di Simone Martini.

Sulla destra scendiamo per la Costa Larga e subito a sinistra prediamo Via dei Percennesi.

Qui siamo ancora nella Contrada dell’Aquila. All’inizio della Via sulla sinistra possiamo vedere la stalla del cavallo.

Curiosità: più o meno in fondo al vicolo, guardate in alto. Vedrete dei merli ghibellini 'a coda di rondine' invece che guelfi 'squadrati' su quel lato di Palazzo Chigi Saracini.

Sono i merli ghibellini di Palazzo Marescotti, oggi per l'appunto Palazzo Chigi Saracini.

I merli ricordano i figli del Conte Marescotti morti nella Battaglia di Montaperti vinta dai senesi contro Firenze nel 1260. Sono rimasti salvi forse grazie alla loro posizione nascosta. Sulla facciata del Palazzo, visibile da Via di Città, ci sono invece i merli guelfi.

Dei merli ghibellini ne ho parlato anche in un post sui luoghi a Siena della Battaglia di Montaperti. Lo trovate qui.

Proseguite seguendo la strada verso sinistra per Vicolo di Tone. Sbucherete in Via di Città, accanto all'ingresso di Palazzo Chigi Saracini sede dell’Accademia Musicale Chigiana.

A questo punto si sarà fatta l’ora di merenda per cui vi consiglio di fare una sosta nella caffetteria allestita nel Chiostro o nel Bar di Palazzo Chigi Saracini anche per fare il punto della situazione.

Prendetevi libero il resto della giornata! Oppure fate un'incursione nella libreria che troverete nei paraggi.

Come mai questo consiglio?

Be, vedete, l’idea di questa guida Siena in 7 giorni è quella di ‘vedere’ durante il giorno e poi, nella pausa prima di cena oppure anche dopo cena, 'approfondire' quanto visto durante la giornata (dai monumenti, alle opere d’arte ai nomi delle vie) oppure quando tornerete a casa. Nelle librerie di Siena avrete l’imbarazzo della scelta per la quantità di pubblicazioni.

Io intanto vi lascio alcuni titoli di libri di quelli che ho letto. Sono certa che vi piaceranno:
- per i monumenti e le opere d’arte in generale: Tutta Siena. Contrada per Contrada di Piero Torriti
- per l’origine dei nomi delle strade: Strad(N)ario. Storia, curiosità e stranezza nei toponimi di Siena di Roberto Cresti e Maura Martellucci
- per le fonti, fontane, pozzi e cisterne: Siena e l’acqua di M. Assunta Ceppari Ridolfi e Patrizia Turrini
- per notizie sui Tabenacoli: I Tabernacoli di Siena di Alessandro Leoncini
- per l’arredo urbano: Fortificare con arte. Mura, porte e fortezze di Siena nella storia a cura di Ettore Pellegrini
- per approfondire le Contrade e il Palio: La terra in Piazza. Un’interpretazione del Palio di Alan Dundes e Alessandro Falassi e il recentissimo Il Palio di Siena una Festa Italiana di Duccio Balestracci

Ci sono altri libri interessantissimi che si possono consultare in Biblioteca come ad esempio:
- Siena. Immagini, testimonianze e miti nei toponimi della città di Alberto Fiorini (la mia Bibbia!)
- La memoria sui muri: iscrizioni ed epigrafi sulle strade di Siena Volume I
- La memoria sui muri: iscrizioni ed epigrafi nei cortili, negli entroni e negli atri dei palazzi pubblici di Siena Volume II

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(*) Le 'contrade' sono i rioni in cui Siena è divisa e che forse fino a questo momento avete associato solo al Palio, la 'carriera' che si svolge due volte l'anno a Siena in Piazza del Campo, e invece sono tanto altro. Per approfondire vi consiglio di leggere il libro del Prof. Duccio Balestracci che ho citato in fondo al post.

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Siena in 7 giorni: primo giorno, secondo giorno, terzo giorno, quarto giorno, quinto giorno, sesto giorno, settimo giorno, indice e altri contributi

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