A Siena il Convento delle Monache di Clausura di Sant’Agnese, dove oggi ha la sua sede la Polizia di Stato, fu fondato nel 1273 da una suora benedettina di Gubbio, Beata Santuccia, e da una suora chiamata Sperandia.
Le monache hanno cambiato nome tre volte. Inizialmente si chiamavano Monache delle Sperandie (=spera in Dio) e da qui il nome alla via. Dalla metà del ‘Cinquecento si chiamarono Monache delle Trafisse nel nome di Maria in quanto vi si trasferirono le monache cistercensi di San Prospero il cui monastero venne distrutto dagli spagnoli. Nel ‘Settecento, dopo un periodo di abbandono del Convento cui seguirono dei restauri, presero il nome di Monache della Madonna.
Il Convento rimase tale fino alla metà dell’Ottocento. In seguito alle soppressioni napoleoniche il Convento diventò presidio militare e poi caserma della Polizia di Stato fino ai giorni nostri.
Durante una Giornata FAI di Primavera ho potuto vedere per la prima volta la Chiesa del Convento dedicata alla Visitazione - finanziata dalla Repubblica di Siena nel 1309 e rinnovata internamente nel ‘Settecento dall’architetto Jacomo Franchini - e di rivedere la suggestiva Fonte delle Monache collegata con una lunga scalinata interna al Convento dove oggi si trova la Polizia di Stato.
FONTE DELLE MONACHE
Nel 1328 il Comune di Siena stanziò una somma per la costruzione di una fonte per le monache di clausura del Convento di Sant’Agnese nella attuale Valle Berardi confinante con il Convento.
La Fonte delle Monache è alimentata da un proprio bottino scavato ad una profondità di venti metri sotto terra. Ha tre ingressi: uno riservato solo alle monache, uno in corrispondenza di una fonte esterna utilizzata in passato per lavare i panni e abbeverare gli animali (quella da dove si entra solitamente per la visita), e una a metà.
Un breve cunicolo rivestito di mattoni...
...porta ad una grande stanza scavata nell’arenaria con volte a vela...
...dove si trovano una grande vasca destinata a lavatoio, una piccola fonte di decantazione dove arriva la prima acqua del bottino detta ‘acqua bona’, il bottino lungo 25 metri e un fontino di raccolta.
Le monache raggiungevano la Fonte da una scalinata interna collegata con il Convento. In questo modo potevano continuare ad osservare la clausura non essendo viste da nessuno.
Impossibile non immaginarsele che scendono e salgono questa scalinata. Chissà se dovevano stare in silenzio o se potevano scambiarsi qualche parola, in quali orari potevano andare nella Fonte e se erano felici della loro scelta così radicale.
La Fonte delle Monache è stata riportata alla luce nel 1994 da un gruppo di soci dell’Associazione La Diana. Nel 1998 si conclusero i lavori di recupero esterno ed interno grazie alla Scuola Edile del Comune.
Nel terreno che circonda la Fonte è presente anche una piccola cappella, forse una cappellina cimiteriale come attesta il ritrovamento di resti umani e la presenza di una croce dipinta sul vicino muro.
Per le visite alla Fonte delle Monache vi consiglio di chiedere informazioni aggiornate all'Associazione La Diana.
Per le visite alla Fonte delle Monache vi consiglio di chiedere informazioni aggiornate all'Associazione La Diana.
CHIESA DELLE MONACHE TRAFISSE DELLA VISITAZIONE
La Chiesa è solitamente chiusa. Chi vuole può provare a farci un salto il 29 settembre per la messa di San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di Stato.
Proprio perché è solitamente chiusa voglio qui condividere con voi le foto che ho scattato perché io non mi aspettavo tanto ‘splendore’ dietro a quel portone sempre chiuso che mi ha fatto sempre credere si trattasse di un luogo abbandonato.
Ecco quindi la carrellata di opere che i volontari del FAI ci hanno illustrato.
Cupola: affresco con Incoronazione della Vergine Assunta e Santi di Giuseppe Nicola Nasini e arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele e l’Angelo custode.
Parte restante della copertura: Madonna dei sette dolori e Fuga in Egitto di Giuseppe Nicola Nasini. Una scritta nell’arco della volta conferma la paternità degli affreschi.
Immaginate di entrare nella Chiesa e di guardare subito in alto. Ecco, quel ponte che stanno attraversando Maria col bambino, Giuseppe e l'asino sembra proprio che sia sopra di noi tanto è realistico l'effetto creato dal Nasini.
Altar maggiore (vedi prima foto relativa alla Chesa): tela raffigurante la Visitazione di Antonio Franchi (1675) circondata da affreschi eseguiti agli inizi del ‘Seicento da Sebastiano Folli e raffiguranti l’Annunciazione (a destra), la Visitazione (in alto), la Natività (a sinistra).
Negli affreschi di Sebastiano Folli ci sono delle 'aggiunte' volute dal Franchini. Infatti i due affreschi erano rettangolari. Il terzo di sopra e di sotto sono state aggiunte successivamente.
Nell'Annunciazione, le nuvole in alto e le scale con la nuvola ai piedi dell'Angelo nella parte inferiore.
Nella Natività, la figura (pastore?) in primo piano in basso e l'angelo con il cartiglio in alto.
Altare a sinistra: tela raffigurante l’Immacolata con i Santi Romualdo, Michele Arcangelo, Girolamo e Caterina da Siena di Sebastiano Folli (1605)
Altare a destra: Consegna delle chiavi a San Pietro (1605) di Alessandro Casolani.
Anche in queste tele ci sono state delle aggiunte molto evidenti nella centinatura, sempre per volere del Franchini, durante i lavori di rinnovamento dell’interno della Chiesa.
La chicca nella chicca è stata la ruota degli esposti che si trova dietro l'altare e che la nostra guida FAI ci ha portato a vedere.
Nella stessa giornata grazie al FAI è stato possibile visitare anche il Complesso dell'Ex Convento Santa Marta.
Capite come mai subisco giornalmente il fascino si questa città? :-)
Complimenti, descrizione precisa ed entusiasta di un luogo sconosciuto a quasi tutti. Spero che l'interesse suscitato permetta delle aperture più frequenti.
RispondiEliminaGrazie mille Silvia!
RispondiEliminaSiena non finirà mai di stupirci.
Mi piacerebbe molto visitare questo posto!
RispondiEliminaSiena è così ricca :O
Valentina, se fai un ponte last minute a Siena sappi che sabato 23 aprile dalle 15.30 alle 18.30 sarà intanto possibile visitare la Fonte delle Monache gratuitamente e senza la necessità di prenotarsi. Stessa cosa sabato 7 maggio dalle 16.30 alle 18.30. Sabato 30 aprile invece è prevista un'Invasione Digitale per alcune fonti medievali di Siena inclusa la Fonte delle Monache, quindi come vedi basta decidere ;-) Per l'Invasione Digitale occorre prenotarsi https://www.facebook.com/igersToscana/posts/1079812185395762
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