Sì, avete capito bene, parlo proprio del Telefilm di Rai 1 che ha come protagonista un sacerdote con intuizioni da detective interpretato da Terence Hill.
Dopo Gubbio e Spoleto perché non trasferirsi in Toscana, magari a Siena? Piazza San Francesco sarebbe lo scenario ideale, secondo me, perché in un'unica Piazza si trovano l’imponente Basilica di San Francesco, il Convento dei frati francescani, la caserma dei Carabinieri e… lo splendido Oratorio di San Bernardino oggi incorporato nel Museo Diocesano di Arte Sacra.
Sarebbe perfetto!
Ecco, a parte gli scherzi, forse si riuscirebbe a fargli la pubblicità dovuta a questo gioiello della pittura senese del primo Cinquecento, tra l'altro ottimamente conservato.
Nell’Oratorio di San Bernardino sono presenti i maggiori pittori del 'Rinascimento maturo italiano' (Piero Torriti - Tutta Siena Contrata per Contrada) a Siena: Girolamo del Pacchia, meno conosciuto, Giovanni Bazzi detto il Sodoma e Domenico Beccafumi invece molto in voga.
E' talmente poco conosciuto questo Oratorio che ci sono anche molti senesi che non lo hanno ancora mai visitato quindi ho pensato nel mio piccolo di dare un contributo alla diffusione di questo gioiello raccontando la visita guidata organizzata dal Centro Guide di Siena alla quale ho partecipato una settimana fa, circa.
Quindi se siete pronti direi di iniziare.
L’Oratorio esisteva già da molto prima del Cinquecento; infatti la Compagnia laicale di San Bernardino, che assunse questo nome dopo la morte del Santo avvenuta nel 1450, nel sec. XV si chiamava Compagnia della Madonna della Veste nera di San Francesco e prima ancora e fin dal 1273 Confraternita di Santa Maria e San Francesco.
L’Oratorio è facilmente riconoscibile dall’esterno poiché sulla facciata c’è il monogramma di San Bernardino: il sole raggiato.
L’Oratorio è facilmente riconoscibile dall’esterno poiché sulla facciata c’è il monogramma di San Bernardino: il sole raggiato.
L’Oratorio si trova al secondo piano ed è infatti detto ‘superiore’ per distinguerlo da quello ‘inferiore’ che costituisce l’attuale ingresso.
L’Oratorio di San Bernardino è costituito da un’unica aula rettangolare con soffitto a cassettoni lignei, con un cherubino di cartapesta in ciascun riquadro, dorato su fondo azzurro.
Nelle pareti sono raffigurate scene della vita della Madonna, in quanto l'Oratorio all'epoca era dedicato a Santa Maria degli Angeli, divisi da lesene a candelabra in legno e cartapesta, dorate e dipinte.
Da sinistra a destra, cominciando dall’affresco in faccia all’ingresso:
Da notare: le figure classiche alla Raffaello, la caratterizzazione della fisionomia come ad esempio il sorriso beffardo delle fantesche. Sembrano echi Leonardeschi che il Pacchia avrà forse potuto prendere dal Sodoma che lavorava nella scena accanto. Di questi tre artisti infatti Sodoma e Beccafumi avevano già lavorato entrambi a Roma e avevano avuto modo di vedere le Stanze di Raffaello e gli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina.
Da notare: citazioni dall’arte classica come ad esempio il personaggio sulla destra, una specie di Alessandro Magno, e il porticato Bramantesco.
Questa rappresentazione è la mia preferita.
Novità: le figure si allungano, i colori sono acidi, innaturali; ma bellissimi. Uso della luce in modo particolare. Controluce. C’è un edificio colonnato a pianta rotonda, un tempio, e dietro al tempio un tramonto e degli alberi spezzati: artificioso ma di gran fascino. Le grottesche nella facciata del palazzo rinascimentale sono completamente nuove, estrosissime. Basta paragonarle a quelle dell’Angelo annunciante lì accanto. I bambini grassi del Beccafumi che corrono in tutte le direzione stravolgono gli schemi classici di simmetria di del Pacchia. Novità assoluta poi è l’episodio del bambino morso dal cane.
San Bernardino di Girolamo del Pacchia
Madonna con Bambino fra i Santi Antonio, Pietro, Francesco, Bernardino, Ludovico e San Giovanni Battista del Beccafumi
Tempera su tavola. E’ praticamente l’ultima opera in ordine di tempo eseguita per l’Oratorio. E’ decisamente diverso dagli affreschi, un po’ spento; eppure Il Beccafumi scelse la tecnica a tempera proprio per avvicinarsi al risultato pittorico degli affreschi sulle pareti difficilmente raggiungibile con la tecnica ad olio
Vergine Annunciata di Girolamo del Pacchia
Sant’Antonio da Padova del Sodoma
Da notare: modi Raffaelleschi, architettura classica sul fondo, figure solenni nelle pose e nelle espressioni. La mano del Sodoma però è stanca; niente a che vedere con gli affreschi della Cappella di Santa Caterina in San Domenico eseguiti nello stesso periodo. Secondo il Vasari, che non aveva per niente in simpatia il Sodoma forse per la sua eccentricità, il Sodoma ‘lavorava a capricci’ e ‘il suo pennello ballava secondo il suono dei denari’.
Citazioni romane: vecchio barbuto a sinistra deriva dalle colossali statue dei fiumi del Campidoglio, San Giovanni Battista seduto ai piedi del catafalco e con le gambe accavallate deriva dalla Sibilla Eritrea della Cappella Sistina, lo scorcio del piede del vecchio barbuto e calvo a destra deriva dalla Scuola di Atene.
Novità: contrasti luminosi violenti, colori cangianti, invenzione dell’apparizione improvvisa e incredibile di Cristo che plana sulla Madonna, scorcio ardito del volto esangue di Maria, sembra una maschera.
Da notare: la Madonna che spicca tra tutti per i toni chiari delle vesti, inusuale nell’iconografia di questo tema. Sul bordo della tomba c'è scritto 'Si cor non orat in vanum lingua laborat'.
San Francesco d’Assisi del Sodoma
Da notare: le citazioni romane. San Giovanni Battista sembra un Apollo per la posa ‘nobile’, Adamo ha un corpo ben tornito, muscolare, come una statua, c'è un controluce strano nello sfondo.
Grazie Valda per la foto e a voi che mi leggete ripeto: non perdetevi di visitare questo scrigno a Siena!
Dopo Gubbio e Spoleto, non "Perugia"!
RispondiEliminaGrazie Giuliano! È stato un lapsus; ho già corretto.
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