lunedì 13 luglio 2020

Siena in 7 giorni: quinto giorno

Immagini dei luoghi visitati il quinto giorno di Siena in Sette giorni

In questo quinto giorno di Siena in 7 giorni andiamo direttamente in Piazza del Campo per visitare il Museo Civico e, per i più sportivi, salire sulla Torre del Mangia per godere dello spettacolo di Siena a 360°. Dopodiché percorreremo i territori delle Contrade Torre, Valdimontone e Nicchio.

Nei giorni scorsi avete avuto già modo di dare una sbirciatina a Piazza del Campo e ci metterei quasi la mano sul fuoco che ne siete rimasti affascinati.

Non avete avuto l’impressione di ‘entrare’ in una stanza, una bellissima stanza d’altri tempi?

Ve lo chiedo perché può succedere questo, come può succedere che qualcuno noti che non ci sono ‘panchine’, che è ciò che caratterizza le piazze, no? È successo a me, ma ero piccola e sciocca; quindi mi giustifico da sola :-D

PIAZZA DEL CAMPO

La Piazza è a forma di conchiglia per la forma del terreno.

È nata come luogo per il mercato ed è divisa in nove spicchi in ricordo del Governo dei Nove, guelfo, che nei suoi 68 anni di governo, dal 1287 al 1355, portò Siena al suo massimo splendore urbanistico e artistico.

È dal 2013 che ogni anno nel fine settimana più prossimo alla Festa dell'Immacolata (8 dicembre) viene riproposto il Mercato nel Campo rievocando quello medievale regolato dal Costituto senese del 1309-1310.

Apprezzo in maniera particolare questa manifestazione perché trovo di ottima qualità i prodotti alimentari e di artigianato delle aziende e botteghe che vi prendono parte.

La Piazza nel tempo è stata utilizzata sempre più spesso per eventi pubblici come concerti ma anche manifestazioni sportive. C'è da dire però che per i senesi il Campo vuol dire principalmente Palio, la carriera di cavalli che si corre ogni anno il 2 luglio e il 16 agosto, e non potrebbe essere altrimenti.

Ne approfitto intanto per dirvi che Piazza del Campo è terreno neutro nel senso che non appartiene al territorio di nessuna Contrada.

In Piazza del Campo vi invito a soffermarvi su:

- i nove spicchi in mattoni con cui si presenta la Piazza, in ricordo del Governo dei Nove, ultimato nel 1346;
- la Fonte Gaia, di Tito Sarrocchi (ieri avete visto gli originali di Jacopo della Quercia al Santa Maria della Scala di Siena, ricordate?);
- la Cappella di Piazza alla base della Torre del Mangia fu costruita per ringraziare la Madonna per la fine della peste del 1348. Fu iniziata nel 1352 ma i lavori andavano talmente a rilento che videro la fine solo nel 1379 e la parte superiore fu addirittura poi ristrutturata negli anni ‘60 del ‘400.
- Palazzo Pubblico, sede tutt’oggi degli organi di governo del Comune di Siena, costruito in diverse fasi e inglobando edifici preesistenti a partire dagli anni ‘90 del ‘200. Intorno al 1310 il corpo centrale del Palazzo doveva essere terminato senza le due ali del secondo piano che furono aggiunte nel Seicento. Nel 1348 dovevano essere ultimati i piani del lato in cui è stata inserita anche la Torre del Mangia, quindi le carceri e il salone per il gran Consiglio trasformato in teatro nel Cinquecento e, dopo avverse vicende, l'attuale Teatro dei Rinnovati. Bellissimo! Tornando al Palazzo, nell'Ottocento è stata restaurata la facciata. Anche nel Palazzo Pubblico troviamo un 'omaggio' al Governo dei Nove: la merlatura cadenzata da nove merli 'guelfi'. Vi ricordate, no, la differenza con quelli 'ghibellini'? Li abbiamo incontrati il secondo giorno.

Curiosità: ci sarebbero tante cose da dire su Palazzo Pubblico, anche solo della facciata. Intanto sono sicura che vi avrà colpito quel 'sole' enorme con i raggi in ricordo di San Bernardino che in Piazza del Campo teneva le sue prediche come avete potuto vedere il terzo giorno nella tavola di Sano di Pietro al Museo dell'OPA. Questo sole rappresenta l'ennesima testimonianza della compresenza di sacro e profano nella storia di Siena; ma la curiosità di cui voglio parlarvi è il 'sorriso' dello street artist Clet Abraham installato nel 2015, per qualche settimana, sotto al sole di San Bernardino. Be', a me quell'intervento temporaneo piacque moltissimo mentre l'opinione pubblica di Siena fu molto divisa. In questo post ho testimoniato con foto quell'intervento di sicuro unico per Siena.

- la Torre del Mangia, iniziata nel 1325 e ultimata nel 1348, indiscusso simbolo di Siena. È alta 102 metri fino al parafulmine. Ci sono circa 400 scaloni per salire in cima, non ci sono ascensori, lo spazio è ristretto ma l'accesso è consentito a piccoli gruppi per volta. La vista è spettacolare.

Piazza del Campo si presenta oggi in tutta la sua simmetria ma sappiate che non è stato sempre così, come testimoniano i dipinti d’epoca come ad esempio la Caccia ai Tori in Piazza del Campo del 1546 (1585) di Vincenzo Rustici custodito nel Museo di Palazzo Salimbeni.

Infatti Fonte Gaia all’inizio era messa in alto, a destra dell'attuale Fonte, nello spicchio in corrispondenza del Bar Manganelli. Una lapide 'anonima' ne ricorda la posizione.

Poi cos'è successo? Che nell’Ottocento a Siena c’è stato un architetto, Giuseppe Partini, che oltre alla fissazione per il ritorno allo stile Gotico nelle facciate dei palazzi (ne ho scritto qui) era fissato con la 'simmetria' e quindi propose lo spostamento della Fonte con la conseguente deviazione del bottino che alimenta Fonte Gaia.

Dei bottini ve ne parlerò l’ultimo giorno. Pazientate ancora un po'.

MUSEO CIVICO E TORRE DEL MANGIA

L’ingresso al Museo Civico e alla Torre del Mangia è a destra della Cappella di Piazza, dal Cortile del Podestà,‘entrone’ per i senesi. È da qui che i cavalli escono durante i giorni del Palio per le prove e per la Carriera.

Immaginatevelo tutto ricoperto di tufo come anche tutto l’anello esterno della Piazza dove si corrono i tre giri di Palio.

Al Museo Civico di Siena ci si va per vedere principalmente:

- l’affresco con la Maestà (1315) di Simone Martini (ecco svelata la terza Maestà come vi ho accennato ieri) nella Sala del Mappamondo realizzato quattro anni dopo la Maestà di Duccio che avete visto al Museo dell’OPA. Non sembra anche a voi che siano passati molti più anni tra una raffigurazione e l’altra già solo per il diverso colore dello sfondo: oro in Duccio, azzurro in Simone?.

Il poeta Mario Luzi, che ha scritto il poema 'Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini', sosteneva di essere rimasto folgorato dall'arte di Simone Martini perché gli appariva "un'arte reale e realistica e al tempo stesso assoluta, concreta e ascendente".

Pensate che durante il recente restauro conservativo della Maestà di Simone Martini è stato possibile salire sull'impalcatura e ammirare da vicino i volti dei personaggi di questo che sembra un 'corteo' regale. È stata un'esperienza incredibile.

- il Guidoriccio da Fogliano (1328), sempre di Simone Martini, nella parete opposta alla sua Maestà, con il caratteristico 'pattern' della gualdrappa; un cavaliere con "la sua cavalcata solitaria e desertica" (cit. Mario Luzi). Soffermatevi un attimo con lo sguardo sugli accampamenti per cogliere i particolari come ad esempio la 'catapulta', un'antica macchina da guerra.

- gli affreschi del Buon Governo e del Cattivo Governo e i loro effetti in città e in campagna (1338-1340) di Ambrogio Lorenzetti nella Sala detta della Pace per l'allegoria della pace (la troverete senza che ve la indichi, ne sono sicura). Osservate i dettagli di questi affreschi, soprattutto nella parete con gli effetti del Buon Governo che sono meglio conservati rispetto a quelli con gli effetti del Cattivo Governo. Vi do qualche dritta: matrimonio in primo piano, scolaresca, muratori, ciabattino, cinta senese, forca, Talamone.

Pensate che quando Ambrogio realizzò questi affreschi l’ingresso alla sala era nell’angolo tra l’allegoria del Buon Governo e quello del Cattivo governo. Qui si riuniva il Governo dei Nove e a tal proposito San Bernardino scrisse:

«Voltandomi a la pace, vego le mercanzie andare atorno, vego balli, vego racconciare le case, vego lavorare vigne e terre, seminare, andare a’ bagni, a cavallo, vego andare le fanciulle a marito, vego le grege de pecore, etc. … E per queste cose, ognuno sta in santa pace e concordia.

Guarda el suo opposito, a dire guerra! È una cosa ruvida tanto, che dà una rusticheza tanto grande, che fa inasprire la bocca. Voi l’avete dipènta di sopra nel vostro Palazo, che a vedere la Pace dipènta è una allegreza. E cosi è una scurità a vedere dipènta la Guerra dall’altro lato».

Una sosta la merita anche la Cappella per ammirare il coro ligneo di Domenico di Niccolò dei Cori con gli articoli del Credo. Non c'è bisogno a questo punto che vi ricordi che a Siena abbiamo tante rappresentazioni del Credo, giusto?

Prima di venire via, fate un salto nella Loggia dei Nove per vedere il panorama della campagna dentro le mura.

Se volete dedicare ancora del tempo alla visita del Museo Civico allora vi segnalo anche:

- la Sala del Concistoro con gli affreschi Cinquecenteschi della volta di Domenico Beccafumi. L'artista vi ha rappresentato episodi virtuosi di eroi greci e romani con l'intento di ricordare ai governanti che gli atti rivolti al bene pubblico devono avere la priorità rispetto a quelli rivolti al bene privato. Curiosità: il Beccafumi ottenne questa importante commissione grazie agli affreschi realizzati nel 1519 a Palazzo Bindi Sergardi, oggi Casini Casucci, nella vicina Via dei Pellegrini in occasione di un matrimonio. Ho raccontato qui la mia visita.
- la Sala di Balìa con gli affreschi, risalenti ai primi anni del '400, di Spinello Aretino con Storie della vita di papa Alessandro III, papa senese salito al soglio pontificio nel 1159 per rimanervi fino al 1181, che ritroveremo nella passeggiata di domani. Una delle scene più concitate è quella della Battaglia navale a Punta Salvatore tra veneziani e imperiali.
- la Sala del Risorgimento con affreschi Ottocenteschi di stile purista che celebrano Vittorio Emanuele II, primo re dell'Italia unita, illustrando gli avvenimenti principali che avevano segnato la sua vita.

Usciti dal Museo Civico preparatevi a fare circa 400 scalini per salire in cima alla Torre del Mangia.

Lo spettacolo è assicurato.

PAUSA PRANZO

Una volta scesi credo che un po’ di fame vi sarà venuta per cui il mio consiglio è di dirigervi verso l’Orto de’ Pecci (verificate prima se è aperto altrimenti dovrete tornare indietro) o in alternativa in Piazza del Mercato.

La destinazione comune dopo aver fatto pranzo sarà la Basilica dei Servi nella Contrada di Valdimontone.

L’Orto de’ Pecci  è l'unico ristorante che citerò in questa guida, almeno in questa versione, e non perché non abbia le mie preferenze (magari chiedetemelo per e-mail, nel caso) ma perché L'Orto de' Pecci ha un bel progetto dietro. Si tratta infatti di una realtà gestita da una cooperativa onlus che ha come scopo l’integrazione nel lavoro di persone svantaggiate.

E poi, si mangia bene!

Cucina tipica toscana con alcuni piatti anche vegetariani e vi assicuro che riempie il cuore sapere che esiste una realtà come questa all’ombra della Torre del Mangia; infatti vi sembrerà di trovarvi in campagna mentre la Torre è lì a un tiro di schioppo a sorvegliare su tutto.

Se poi siete fortunati potreste vedere la meraviglia e cioè il pavone dell'orto fare la ruota con la coda mostrandovi le sue piume dai colori sgargianti. Bellissimo.

Curiosità: la vedete quella 'testa' che sembra essere atterrata dallo spazio in mezzo al prato? Qui ho raccontato della prima volta che l'ho vista.

CONTRADA DELLA TORRE

Sia che vogliate provare la cucina dell’Orto de’ Pecci, sia che vogliate dirigervi direttamente verso la Basilica dei Servi, una volta scesi dalla Torre del Mangia, vi consiglio di imboccare Via del Porrione, la seconda via a destra praticamente, e scendere per il Vicolo delle Scotte che troverete a destra. Da qui sappiate che stiamo percorrendo il territorio della Contrada della Torre rivale della Contrada dell'Oca. A metà del vicolo delle Scotte incontrerete la Sinagoga di Siena, visitabile e molto interessante, e anche la stalla del cavallo della Contrada.

Imboccate la via davanti alla Sinagoga, Via degli Archi che diventa Vicolo della Fortuna. Scendete per il Vicolo del Vannello quando lo incrociate sulla destra per arrivare in Via di Salicotto, il cuore della Contrada della Torre dove ci sono l'Oratorio, Il Museo e la fontanina per il battesimo contradaiolo.

Da Via di Salicotto prendete Via dei Malcontenti a destra e vi troverete in Piazza del Mercato.

Per andare all'Orto de' Pecci prendete Via di Porta di Giustizia, praticamente la strada in basso che si vede da Piazza del Mercato, e che da un certo punto in poi diventa sterrata: è la parte che vi porterà all'Orto.

Se quindi avrete deciso di fermarvi a mangiare all'Orto de’Pecci, dopo pranzo continuate per la stradina sterrata in salita fino ad arrivare al cancello d’uscita. In pratica percorrerete gli spazi dell’ex Ospedale Psichiatrico di Siena.

Quando sarete arrivati in cima, uscite dal cancello e prendete Via Roma a sinistra, ancora a sinistra Via Valdimontone, salite la scalinata sulla destra e arriverete alla Basilica dei Servi.

Se invece vi fermate a mangiare in Piazza del Mercato, dopo pranzo prendete Via di Porta di Giustizia che diventa Via del Sole poi Via San Girolamo e poi Via dei Servi fino alla Basilica dei Servi.

CONTRADA DI VALDIMONTONE

Qui ci troviamo nella Contrada di Valdimontone.

La Basilica dei Servi conserva un opera molto significativa. Si tratta della Madonna del Bordone realizzata dal fiorentino Coppo di Marcovaldo nel 1261 per pagare il proprio riscatto.

La tavola si trova entrando nel secondo altare a destra.

Curiosità: l'iconografia di questa tavola è bizantina con delle novità sulle quali vi invito a soffermarvi come lo schienale a forma di lira, che era legato all'iconografia imperiale come anche le scarpe rosse; le lumeggiature, quei fili dorati nei panneggi, che creano un senso del volume del corpo al di sotto delle vesti; il panno sotto al Bambino che impedisce il contatto diretto con il corpo della Madonna, che forse allude alla Sindone, cioè il panno su cui è appoggiato il corpo di Cristo deposto dalla croce; i volti della Madonna e del Bambino non bizantini perché sono stati ridipinti nel Trecento per renderli uguali a quelli della Maestà di Duccio di Buoninsegna perché per i fedeli quello era 'il' volto della Madonna.

Del panorama stupendo sui monumenti simbolo di Siena visibile dal sagrato della Basilica credo che ve ne sarete già accorti da soli.

Nel piazzale davanti alla Chiesa c’è un’altra lastra del percorso Tempo Zulu. E’ una parola scritta in codice Morse. Provate a trovarla, scendendo verso Via dei Servi, sulla destra.

Subito a sinistra invece prendete Vicolo del Pulcetino. Una stradina chiusa con lo stesso panorama che si vede dalla Chiesa, ovviamente.

Riprendete Via dei Servi, Via San Girolamo, Via Pagliaresi.

A metà di Via Pagliaresi, lato Contrada del Leocorno (e già, questa Via da un lato appartiene al territorio di Valdimontone e dall'altra al territorio del Leocorno che percorreremo meglio domani) c’è un vicolo stupendo secondo me, oserei dire 'esotico' per tutte le piante lungo la strada. È il Vicolo degli Orefici. Percorretelo tutto e poi tornate indietro e girate a sinistra fino a Via Pantaneto. Poi a destra fino all’Arco di San Maurizio.

Oltrepassato l’arco ci troviamo nel Ponte di Romana, a destra c’è la Fonte di San Maurizio ma noi ci dirigiamo a sinistra verso Via dell’Oliviera.

CONTRADA DEL NICCHIO

Stiamo andando nel territorio della Contrada del Nicchio, rivale del  Valdimontone.

Andate avanti fino ad incrociare Via dei Pispini. Nella biforcazione c’è l’Oratorio della Contrada del Nicchio. Andando ancora avanti c’è la bellissima Fontana dei Pispini del Cinquecento. In fondo invece si trova Porta Pispini e appena prima della Porta, sulla destra, c’è l’ingresso al Giardino dei Profumi con i lavatoi riportati recentemente al loro splendore. Sarà il caso di fare una breve sosta, che dite? E' accessibile tutti i giorni, tranne il lunedì, con orari diversi a seconda della stagione.

Tornando indietro alla biforcazione prendete Via Pispini sulla destra fino alla Chiesa di Santo Spirito. Salite le scale sulla destra e poi ancora a destra (sì, avete letto bene; qui c’è il carcere di Siena!) e inoltratevi nel Vicolo di Finimondo senza sfondo, neanche a dirlo.

Curiosità: sulla sinistra c’è un corridoio e in fondo il busto di Bernardino Perfetti. Chi era costui? La risposta la trovate in questo post.

Ritornate in su per Via dei Pispini.  Se trovate il portone del numero civico 1 aperto, entrate per vedere il campanile della Chiesa di San Giorgio legato alla battaglia di Montaperti. Cosa rappresenta? Ve l'ho scritto qui

Ci ritroviamo in Via Pantaneto che percorriamo fino alle Logge del Papa. Da notare prima delle Logge, lungo il lato sinistro della strada, la fontanina della Contrada del Leocorno e sulla destra al n. civico 7, entrando, un bellissimo pozzo.

Oggi abbiamo camminato parecchio.

Si potrebbe essere fatta l’ora giusta per prendere un tè e allora tè a Siena vuol dire Tea Room in Piazza del Mercato, aperto in genere nei mesi più freddi. Negli altri mesi dell'anno direi che c'è l'imbarazzo della scelta di posti dove fermarsi.

Consiglio di lettura di oggi: La Summa Politica di Ambrogio Lorenzetti di Alois Riklin per venire a conoscenza delle diverse letture che si possono fare degli affreschi del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti.

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