lunedì 31 agosto 2015

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

Durante le Giornate Fai di Primavera di quest'anno dedicate -a Siena- alla pittura senese tra tardo Manierismo e Naturalismo sono tornata nella Contrada della Lupa per la visita guidata agli affreschi del Cappellone* con le Storie della vita di San Rocco, eseguite da Rutilio Manetti in un arco di tempo che va dal 1606 al 1610 quindi prima delle influenze caravaggesche, e le Scene della vita del Santo di Crescenzio Gambarelli nel 1605.

Ci ha fatto da guida Luca Mansueto, storico dell'arte, e siccome so che segue la pagina Facebook di My Day Worth lo ringrazio da qui per aver 'indirizzato' i nostri occhi a quei particolari che ad uno sguardo distratto sarebbero sicuramente sfuggiti.

Come mai, vi starete forse domandando, non ho pubblicato prima questo post? perché... ho perso l'attimo! ;-) Ora però mi è tornato in mente perché in questi giorni c'è la Festa Titolare della Contrada della Lupa e di solito il Cappellone è aperto al pubblico dopo il Mattutino del sabato; quindi dalle 22.30 alle 23.30

Se non ora; quando comunque avrete la possibilità di vederli queste mie foto e le didascalie  potrebbero tornarvi utili.

Buona visione!

Affreschi di Rutilio Manetti e Crescenzio Gambarelli.

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

Giovanni e Libera, genitori di San Rocco, pregano per avere un figlio. Rutilio Manetti

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

Libera mostra al marito la crocetta rossa apparsa sul petto del piccolo Rocco. Rutilio Manetti

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

San Rocco dona il pane ai poveri. Rutilio Manetti

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

San Rocco accanto al letto del padre morente. Rutilio Manetti

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

San Rocco cura gli appestati nell'Ospedale di Acquapendente. Rutilio Manetti. Ricorda gli affreschi del Pellegrinaio dell'antico Ospedale Santa Maria della Scala di Siena. In primo piano San Rocco lava i piedi ad un appestato. Subito dopo un elemento molto forte: dei cadaveri in primo piano. Al centro un confessore, mentre sta benedicendo i corpi, si copre il naso per non essere contagiato.

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

San Rocco appestato è confortato da un cane. Rutilio Manetti. Il cane è un cane da caccia del nobile Gottardo il quale si insospettisce quando si accorge che il cibo scompare da casa sua e quindi insegue il cane e trova San Rocco.

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

San Rocco risana le bestie. Rutilio Manetti

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

San Rocco e i cittadini di Piacenza odono la voce divina (scritta in corrispondenza della testa di San Rocco). Rutilio Manetti

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

I funerali di San Rocco. Rutilio Manetti. In questa scena, come in altre di questo ciclo, Manetti per renderla più immediata e familiare la contestualizza a Siena; infatti nello sfondo sono riconoscibili le Logge del Papa e la Chiesa di San Martino.

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

Martino V e i padri conciliari a Costanza portano in processione la statua di San Rocco. Rutilio Manetti.

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

San Rocco verso Roma guarisce un appestato. Crescenzio Gambarelli.

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

San Rocco libera a Roma dalla peste il cardinale Britannico e la città. Crescenzio Gambarelli.

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

Il cardinale presenta San Rocco al papa. Crescenzio Gambarelli

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

San Rocco risana un appestato a Piacenza. Crescenzio Gambarelli.

Rutilio Manetti nel Cappellone di San Rocco

Last but not least: la manifestazione Sotto le Stelle in Fontenuova segue a ruota la Festa Titolare della Contrada della Lupa. Ogni sera ristorazione, musica e giochi.


*Cappellone: locale adiacente l'Oratorio della Contrada utilizzata in origine forse come sala Capitolare dalla Compagnia laicale di San Rocco e oggi per le riunioni e assemblee della Contrada, per eventi culturali e per la vestizione della comparsa della Contrada durante i giorni del Palio.

lunedì 24 agosto 2015

Yoga a Siena: intervista a Silvia Cavicchioli

Yoga a Siena: intervista a Silvia Cavicchioli
Sono felice di ospitare nel mio blog l'intervista che ho fatto alla mia insegnante di Yoga a Siena.

Breve presentazione: Silvia Cavicchioli, fiorentina trapiantata in Provincia di Siena, due volte mamma, insegnante di Yoga presso la Corte dei Miracoli a Siena (dal 2017 alla Coroncina in Via Tressa 7 e dall'Autunno del 2018 in contemporanea di nuovo anche alla Corte dei Miracoli)

L'ho trovata due anni fa cercando su Google 'yoga a siena'. Tra i risultati, i corsi di Silvia erano quelli meglio raggiungibili da casa mia. Ecco come l'ho scelta, ed è stata una fortuna come mi ha confermato anche chi ha avuto modo di frequentare più maestri di Yoga.

Nel suo sito web, Yoga e Tao A.S.D, trovate la sua biografia completa e come si è avvicinata allo Yoga quindi in questa intervista le chiederò alcune curiosità che mi sono venute da quando frequento i suoi corsi e che potete considerare come degli approfondimenti che potrebbero tornarvi utili nel caso in cui stiate decidendo se iniziare un corso di Yoga.

Iniziamo quindi!

Prima domanda d'obbligo e semplice semplice: che cos'è lo Yoga, a chi e a cosa serve.
Lo Yoga si è sviluppato nel corso di migliaia di anni e si occupa del benessere fisico, mentale-emozionale e spirituale dell’individuo; crea un tempo-spazio per ascoltarsi e ci aiuta a comprendere meglio tensioni e rigidità. Nel pensiero indiano, tutto è permeato dallo Spirito Universale (Paramatma o Dio) di cui lo spirito umano individuale (Jivatma) è una parte. La pratica dello Yoga insegna come lo spirito umano individuale si può consapevolmente “unire” o entrare in comunione con lo Spirito Universale. E’ adatto a “tutti” quelli che si sentono interessati, non ha limiti di età in quanto si adatta all’individuo e non il contrario. Ognuno può trarre benefici su diversi livelli, si può iniziare lavorando solo sul corpo e già così ci saranno miglioramenti e magari un domani si potrà arrivare anche alla meditazione. Ognuno procede con un suo ritmo, non c’è competizione.

Nel tuo sito web c'è scritto che ti sei avvicinata allo Yoga all'inizio della tua prima gravidanza. Come mai proprio Yoga e non ad esempio un corso di preparazione al parto, ginnastica dolce o altro? Nel senso, cercavi qualcosa per il benessere 'fisico' del tuo corpo oppure altro?
Sì, all'epoca cercavo qualcosa per il benessere fisico mio e del bambino e invece ho trovato un’universo interiore. Ho scelto lo Yoga per quello che chiamiamo “caso”; anche se non esiste :-)

Il tuo corpo a lezione sembra di gomma (è un complimento, eh!). Prima di abbracciare lo Yoga, praticavi qualche sport, andavi in palestra, a correre o altro? E attualmente fai altro a livello fisico oltre a Yoga?
Ho sempre fatto qualcosa fisicamente e sono sempre stata portata per il movimento. Da ragazzina facevo nuoto, mi avevano messo nel preagonismo; ma io volevo solo nuotare, non competere. Così ho smesso. Lo Yoga è perfetto per questo; non c’è niente da competere. Da anni faccio solo Yoga e Qi Gong.

Frequentando le tue lezioni ho scoperto che esistono molteplici stili di Yoga e ogni volta che qualcuno te lo chiede rispondi che lo stile che insegni si avvicina ad Anusara Yoga. Puoi brevemente descrivere questo stile ai lettori di My Day Worth?
Anusara Yoga è un sistema di Hatha Yoga fondato da John Friend. Vengono usate varie asana (posture) con allineamenti raffinati e molta attenzione al respiro. Anusara è una parola sanscrita che significa 'fluire con la Grazia'.

Soprattutto durante il primo anno, spesso ribadisci che fare Yoga vuol dire lavorare oltre che a livello fisico anche a livello energetico e spirituale. Puoi dirci in due parole cosa si intende per livello energetico e in che modo la pratica di respirazione Pranayama che ci proponi agisce su questo livello?Muovendo il corpo si agisce anche sul livello energetico e viceversa. Il punto è diventarne consapevoli. Per lo yoga abbiamo 7 corpi che si compenetrano. Lavorando sul livello mentale possiamo avere effetti sul livello emozionale o anche fisico. Non possiamo agire direttamente sul corpo spirituale ma se con asana, pranayama e consapevolezza teniamo purificati i nostri corpi più grossolani (fisico, energetico, mentale) allora il corpo spirituale può agire su questi corpi. Con il Pranayama ci purifichiamo, o prendiamo energia o facciamo salire l’energia; dipende da quello che vogliamo ottenere. Il Pranayama sposta la nostra attenzione dall’esterno, dove sta normalmete, all’interno. In questo modo diventiamo Presenti e consci di ciò che accade.

Il terzo livello di lavoro, quello spirituale, lo affrontiamo attraverso la Meditazione che mi piace moltissimo. A lezione proponi diversi tipi di meditazione dal canto dei mantra alle visualizzazioni alle meditazioni buddiste etc e ogni meditazione ha un suo obiettivo, che non è solo quello del rilassamento come erroneamente si crede in giro, ma ad esempio quello della guarigione. Puoi spiegare meglio di che 'guarigione' si tratta? Puoi indicarci anche altri obiettivi della meditazione?Usiamo varie tecniche di meditazione in modo che ognuno possa trovare quella che gli è più consona. Se abbiamo parlato di guarigione è perché abbiamo fatto alcune meditazioni specifiche. Parlando in senso generale la meditazione guarisce perché agisce sul mentale che è la causa di tutti i nostri malesseri; in questo senso guarisce. Comunque la meditazione rilassa :-) Tramite la meditazione possiamo osservarci ed entrare in contatto con la nostra parte più profonda e vera, lo spirito; così che possiamo smettere di identificarci solo con la nostra personalità e capire che siamo anche qualcosa di più elevato e meno incasinato. Occorre una pratica quotidiana, anche piccola ma quotidiana. Dire “faccio meditazione” è sbagliato; la meditazione è uno stato della mente che ACCADE, come il sonno, ci si cade dentro. Tutte le tecniche che usiamo servono solo come preparazione a che questo stato possa accadere.

Periodicamente ci assegni simpaticamente anche dei compiti a casa per allenarci alla consapevolezza del nostro essere qui ora, non nel passato, non nel futuro, e al distacco dalla personalità, dall'ego, che spesso ci fa da zavorra. Alcuni, come tu stessa hai ammesso, sono compiti a vita, ad esempio quello di creare un punto di osservazione esterno per allenarci ad identificarci con la nostra anima. Puoi dirlo tu in cosa consiste? L'idea dei compiti a casa come ti è venuta?
I compiti a casa servono a capire che la meditazione e la crescita non sono riservati solo al tempo in cui lavoriamo insieme; ma possono, dovrebbero, estendersi a tutti gli aspetti della vita così da poter cambiare qualcosa, così da poter soffrire meno. Essere sempre in parte consapevoli di noi e non solo proiettati all’esterno ci può dare l’opportunità di fare scelte più oculate, più giuste per noi. Grandi maestri come Gurdjieff o più recenti Tich Nhat Han hanno sempre dato e danno compiti di consapevolezza per stimolare il cambiamento, la presa di coscienza, per non essere in preda ai capricci della mente. Ho preso esempio da loro.

Una cosa che mi colpisce di te è che tu non fai solo lezione di Yoga ma fai Yoga con noi. Spesso sei impegnata nei week end per corsi di aggiornamento o per praticare Yoga, Meditazione o Pranayama insieme ad altre persone e mi sembra che per te sia la cosa più naturale condividere con noi quello che ricevi da queste esperienze. Come dire? a lezione proponi te stessa come persona ancora in cammino 'che cerca' e non come persona già 'arrivata'. E' così? Al momento c'è qualcuno che consideri un riferimento come magari è facile che tu lo diventi per chi segue i tuoi corsi oppure è meglio allenare il distacco anche dall'attaccamento che una simile situazione può generare? Insomma, credi nel rapporto gerarchico Maestro - Allievo per evolversi?
:-) Ho trovato il mio cammino; ma sto ancora camminando e mentre lo faccio posso dare una mano a chi si accosta a questo percorso. E’ un mondo ampio e con talmente tante cose da imparare che non basterà una vita :-D Forse conosco una sola persona che può definirsi arrivata e sto seguendo i suoi insegnamenti, è il mio aiutante. E' più avanti di me, vede più chiaro, vive uno stato interiore d’amore che è contagioso (nel senso buono) e può aiutarmi. Un genitore fa lo stesso con i propri figli, un fratello con la sorella e viceversa. E' gerarchia? O è amore? Invece che il distacco dall’attaccamento allenerei l’amore vero. I grandi maestri dicono che quando siamo in uno stato di amore vero non c’è attaccamento e non c’è sofferenza dovuta a distacchi.

Quando ho iniziato a seguire le tue lezioni volevo prendermi cura del mio corpo visto che fino a quel momento mi ero occupata solo della mia mente. Mi sono ritrovata a prendermi cura anche della mia anima e quindi è tornata la fiducia nell'immortalità. Tu credi nella reincarnazione; ti va di raccontarmi cosa ti ha persuaso al riguardo?
Credo nell’immortalità dell’anima/spirito. Il corpo torna alla terra, la personalità si dissolve e la nostra Essenza rimane; se torna o meno non è importante tanto non lo ricorderemo. Importante è vivere pienamente la vita cercando di stare in uno stato di gioia, di rispetto profondo, di apprezzamento. Cercare di donare il meglio di noi a coloro che amiamo; ”arrivare” senza troppi rimpianti o troppe cose non fatte.

Una mia curiosità: riesci ad intuire il motivo per cui qualcuno decide di venire ai tuoi corsi già da quando lo vedi varcare per la prima volta la soglia della porta della stanza dove facciamo Yoga? Nel senso, il suo fisico ti parla già di se?
Il fisico, il modo di parlare e gesticolare, tutto parla. Posso intuire qualcosa; ma preferisco mantenermi aperta, cercare di vedere il fiore che può sbocciare dall’altro. Ogni percezione che abbiamo è limitata dal nostro modo di vedere le cose quindi non mi faccio troppe domande e “lavoriamo”. Nel coso dell’anno ci conosciamo e magari nascono bei momenti d’incontro.

Quando dico che faccio Yoga la reazione immediata delle persone è l'emissione di una "Ommmmmm"... Puoi chiarire a cosa corrisponde questo suono e a cosa serve?
L’Om è considerato il suono primordiale che ha dato origine alla creazione. E’ il suono che racchiude in se tutti i suoni e li comprende come il seme comprende la pianta. Dalla 'om' si sono formate tutte le parole, tutte le vibrazioni, tutte le melodie. E’ la voce del Divino di tutti gli elementi del creato. Per quanto lo Yoga oggigiorno sia molto diffuso, la maggioranza delle persone non ha idea di cosa sia; ma l’Om si vede, gli risuona.

A metà settembre, orientativamente, riprendono i tuoi corsi di Yoga. Puoi anticiparci gli orari, il programma e cosa occorre fare quando si viene per la prima volta?
A metà settembre presento i corsi alle persone nuove. Possono partecipare o possono venire a provare gratuitamente una lezione quando vogliono. Abbigliamento comodo :-) Gli orari si possono vedere sul mio sito Yoga e Tao A.S.D.

L'intervista è finita e ovviamente ringrazio Silvia per aver accettato di rispondere alle mie domande. Mi ha dato spunti per tante altre domande. Comunque, personalmente mi si  sono chiarite diverse cose.

Prima di concludere ci tengo a farvi sapere che durante l'anno Silvia ci propone delle attività collaterali alle lezioni settimanali tipo Bagno di Gong, Yoga Nidra, Stage di Yoga in posti belli circondati dalla natura, lezioni per esperti e principianti temerari, conferenze, etc.

Insomma, le sollecitazioni per essere presenti a noi stessi non mancano!

lunedì 17 agosto 2015

Hermann Hesse e Mario Benedetti

Se avete la mia età (48), oppure un anno di più, ho due libri da consigliarvi:

Hermann Hesse: Il lupo della steppa
Il lupo della steppa di Hermann Hesse (Modadori Editore) scritto nel1927

Mario Benedetti: La Tregua
e La Tregua di Mario Benedetti (Nottetempo Editore) scritto nel 1960.

Entrambi raccontano la storia di un uomo prossimo al tramonto della vita anche se oggi diremmo 'nel pieno della maturità'; comunque...

Harry Haller è un uomo solitario, colto, 'malato'  che nel momento in cui sta pensando al suicidio scopre che oltre al 'lupo della steppa' - la sua personalità ombrosa e selvatica - tenuta a bada dalla sua personalità borghese esistono molte altre personalità, quasi una per ogni occasione e che è un illusione il desiderio di unità della propria persona. Il segreto per non impazzire? affrontare la vita con leggerezza, con ironia come fanno gli 'immortali'.

Martín Santomé, rimasto vedovo troppo presto con tre figli e prossimo al pensionamento, decide di scrivere un diario dove si troverà a raccontare anche di un momento di tregua inaspettato.

Due donne, Erminia e Avellanedas, accompagneranno questi protagonista sulla strada della guarigione, nel caso di Haller, e della 'felicità', nel caso di Santomé .

Di Haller condivido la solitudine come indipendenza. Dice infatti:
'Sì, era possibile vivere senza la musica da camera, anche senza l'amico, ed era ridicolo sfinirsi in un' impotente nostalgia di tepore. La solitudine è indipendenza: l'avevo desiderata e me l'ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri.'

Di Santomé condivido quel senso di svuotamento dopo un momento di tregua. Dice infatti:
'Ci sono giorni in cui non riesco a distinguere le sfumature che separano l'inerzia dalla disperazione.'

In entrambe le storie è presente Dio, in Haller durante un concerto di 'magnifica musica antica':
'ed ecco, fra due battute d'un pianissimo suonato dai legni mi si riaprí la porta dell'al di là; attraversai a volo i cieli e vidi Iddio al lavoro, soffersi pene deliziose e non cercai più di difendermi da alcuna cosa al mondo, non ebbi più paura di nulla, accettai tutto e mi vi abbandonai col cuore. Non era durato a lungo, forse un quarto d'ora, ma tutto ciò era ritornato nel sogno di quella notte e da allora aveva ripreso a brillare ogni tanto nelle giornate deserte, e per alcuni minuti vedevo chiaramente una divina traccia d'oro che attraversava la mia vita, quasi sempre coperta di polvere e fango, e la vedevo risorgere in auree faville e parve non la dovessi perdere mai più, e tuttavia la riperdevo subito.'

In Santomé quasi alla fine del diario:
'È evidente che Dio mi ha riservato un destino oscuro. Non proprio crudele. Semplicemente oscuro. È evidente pure che mi ha concesso una tregua. All'inizio, mi sono rifiutato di credere che potesse essere la felicità. Mi sono opposto con tutte le mie forze, poi mi sono dato per vinto, e ci ho creduto. Ma non era la felicità, era solo una tregua. Adesso, sono nuovamente preso nel mio destino. Ed è più oscuro di prima, assai oscuro.'

Il lupo della steppa mi è sembrato scritto oggi, davvero. Per lo svolgimento della trama mi ha ricordato in un certo senso il film The Game con Michael Douglas e Sean Penn. È quasi un saggio; non posso dire di formazione perché il protagonista non è giovanissimo ma, come dire?, siamo in continua evoluzione e quindi ci poniamo continuamente delle domande a 18 anni come a 50 anni.

La Tregua mostra le diverse declinazioni dell'amore come in un prisma. Alcuni rapporti del romanzo rimangono in sospeso lasciando la sensazione, almeno a me, di incompletezza ad esempio quello di Martín con il figlio Jaime; ma forse immaginando la vita del protagonista oltre il finale potrebbe essere spunto per nuove tregue.

lunedì 10 agosto 2015

Cose da fare gratis a Siena

Se su Google cercate 'cose da fare gratis a' lui vi dà come risultato 'Roma', 'Amsterdam', 'Londra', New York', 'Barcellona'.

Ecco, inserendomi in questa serp (=Search Engine Results Page ovvero Pagina dei risultati del motore di ricerca), io voglio approfittare per dirvi quali sono le cose da fare gratis a Siena.

Eccole qui le prime che mi sono venute in mente!
  • Guardare il Palio di Siena da Piazza del Campo (2 luglio e 16 agosto)

  • Visitare il Museo di Palazzo Salimbeni la mattina del giorno del Palio di luglio e la mattina di Ferragosto
Da fare gratis a Siena: Museo di Palazzo Salimbeni
Da fare gratis a Siena: Pinacoteca Nazionale
  • Passeggiare, fare jogging, fitness con le attrezzature messe a disposizione dal Comune di Siena, sedersi in una panchina a leggere un libro oppure percorrere in bicicletta le mura della Fortezza Medicea
Da fare gratis a Siena: Fortezza Medicea
  • Vedere gli affreschi 'Ottocenteschi del Purista senese Alessandro Franchi nel Santuario di Santa Caterina da Siena

  • Vedere un Guido Reni e un Domenico Beccafumi nella Chiesa di San Martino.
Da fare gratis a Siena: Guido Reni nella Chiesa di San Martino
  • Vedere gli affreschi 'Cinquecenteschi di Antonio Bazzi detto il Sodoma sulla vita di Santa Caterina da Siena nella Basilica di San Domenico

  • Visitare il Museo di Storia Naturale.
Da fare gratis a Siena: Museo di Storia Naturale            
Photo credits: pagina Facebook Museo di Storia Naturale Accademia dei Fisiocritici
  • Vedere la versione più 'classica e composta' di San Michele che scaccia gli angeli ribelli di Domenico Beccafumi nella Chiesa del Carmine.

  • Vedere la tavola con la Crocifissione del Perugino nella Chiesa di Sant'Agostino.
Da fare gratis a Siena: il Perugino nella Chiesa di Sant'Agostino
  • Vedere gli affreschi 'Trecenteschi di Pietro Lorenzetti nella Basilica di San Francesco in particolare gli angioletti della Crocifissione che 'venivano fuori come se fossero stati sospinti dall’infinito' (cit. Federigo Tozzi)

  • Percorrere il Chiostro di San Francesco, anticamera di alcune Facoltà dell'Università degli Studi di Siena
Da fare gratis a Siena: Chiostro di San Francesco
  • Vedere la tavola con la Madonna del Bordone eseguita nel 1261, un anno dopo la Battaglia di Montaperti, come riscatto dalla prigionia dal fiorentino Coppo di Marcovaldo e conservata nella Basilica dei Servi
  • Individuare 10 delle 11 lastre del Tempo Zulu sparse per Siena. L'undicesima, non in ordine progressivo, si può vedere ma occorre pagare il biglietto in quanto si trova all'interno del Complesso Museale Santa Maria della Scala.
Da fare gratis a Siena: Tempo Zulu
  • Ritrovarsi al Parco Urbano di Pescaia attrezzato con barbecue, giochi per i bambini, attrezzi ginnici per gli adulti, campo per i cani e pista ciclabile. Non sembra di essere a Siena perché non si vede neanche la punta di un campanile però è un luogo piacevole e ci si arriva bene con la macchina. Novità: si possono ammirare Le sedute, i luoghi di Autori vari. Di cosa si tratta? di dieci 'sculture' a forma di 'panchina'. Ne ho scritto qui
Siena, Parco Urbano di Pescaia
  • Godersi questo panorama su Siena da Via Camporegio, angolo Cripta della Basilica di San Domenico, in qualsiasi momento dell'anno
Da fare gratis a Siena: Cimitero Monumentale della Misericordia
  • C'è poi un bonus per i residenti o nati a Siena e cioè l'ingresso gratuito tutto l'anno nei seguenti luoghi: Duomo, Libreria Piccolomini, Museo dell'OPA (compreso il Facciatone), Battistero, Cripta, Complesso Museale Santa Maria della Scala, Museo Civico. Non male, vero?
Se siete di Siena e ve ne vengono in mente altre di cose da fare gratis a Siena, scrivete pure nei commenti!

lunedì 3 agosto 2015

Gabriele D'Annunzio Museo Casa Natale

Sebbene io abbia trascorso a Pescara il tempo delle scuole superiori, non avevo mai visitato il Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio.

Non abito più a Pescara da molto tempo ma ogni anno ci ritorno per le vacanze al mare e due anni fa è successo che, impossibilitata a recarmi al mare, ho visitato i musei della città tra i quali questo che scelsi tra l'altro per la Notte Bianca su Twitter promossa da @insopportabile e @InvasioniDigita.

All'epoca non ho pensato a farci uno storify; in queste ultime settimane però, avendo cominciato io a fare il conto alla rovescia per le vacanze estive a Pescara, ho pensato fosse l'occasione giusta per non perdere il ricordo di quella visita.

Ecco quindi raggruppati i testi di tutti i tweet comprensivi di foto.

Buona lettura a voi mentre io sono finalmente già al mare :-)

Museo Casa Natale Gabriele D’Annunzio a Pescara

Il Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio a Pescara è una tipica casa borghese ottocentesca con affreschi nei soffitti e arredi e mobili d'epoca.

Ogni ambiente è presentato da una didascalia tratta dai ricordi contenuti nel Notturno di Gabriele d'Annunzio.

Nel Notturno scritto nel 1916 mentre d'Annunzio era in convalescenza e temporaneamente cieco il poeta rievoca pensieri e riflessioni che la vista della sua casa natale suscitarono in lui durante la visita fatta nel 1915 alla madre malata.

Nel cortile interno della Casa di d'Annunzio troviamo il pozzo di cui il poeta dice:

Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

Nello stesso piano del cortile troviamo la stalla del cavallo, animale molto caro al poeta sin dall'infanzia.

Ad uno dei suoi cavalli, d'Annunzio dedicò questi versi:

Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

Dal cortile una scalinata porta al piano superiore dove si trovano le stanze.


Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

Nel corridoio un dipinto del 1880 del pittore verista F. Michetti, I Morticelli.

Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

È il corteo funebre di due bambini la cui condizione è resa vera dall'incarnato.

Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

“Quei morticelli li ho qui nella mente e non mi escono più, quell'ebbrezza sovrumana di azzurro che fa pensare!” Gabriele D’Annunzio

Dopo il corridoio si entra nel Salotto.

Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

Del Salotto nel Notturno Gabriele d'Annunzio dice:
Soffro la mia casa fino al tetto, fino al colmigno, come se le avessi fatto le travature con le mie ossa; come se l'avessi scialbata col mio pallone. La prima stanza è deserta, la felicità d'una volta non vi lasciò se non coltelli affilati per dilaniarmi.

Nella seconda sala, lo Studio, affresco con la fuga di Enea, Anchise e Ascanio.

Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

Dello Studio nel Notturno Gabriele d'Annunzio dice:
La seconda stanza è deserta. Ci sono i libri della mia puerizia e della mia adolescenza. C'è i leggìo musicale del mio fratello emigrato. C'è il ritratto di mio padre fanciullo col cardellino posato sull'indice teso.

Nel terzo ambiente c'è la camera di d'Annunzio e del fratello.


Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

Della camera di d'Annunzio ed il fratello nel Notturno il poeta dice:
Nella terza stanza c'è il mio letto bianco, c'è il vecchio armadio dipinto, con i suoi specchi appannati e maculati, c'è l'inginocchiatoio di noce dove mi sedevo in corruccio e rimanevo ammutolito, con una ostinazione selvaggia, per non confessare che mi sentivo male.

Altra foto della camera di Gabriele d'Annunzio e del fratello.

Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

A seguire la camera della zia Maria.


Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

Della camera della zia Maria nel Notturno Gabriele d'Annunzio dice:
Nella quarta stanza c'è il piccolo Gesù di cera dentro la sua custodia di cristallo, c'è la Madonna dalle sette spade, ci sono le immagini dei santi e l reliquie raccolte dalla sorella di mio padre santamente morta, e ci sono le mie prime preghiere, quelle del mattino così dolci, quelle della sera ancòra più dolci, che per rientrare nel mio cuore mi sfondano il petto come se fossero divenute le armi dell'angelo implacabile.

E infine la 'quinta stanza', la camera dei genitori di d'Annunzio.


Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

Della stanza dei genitori nel Notturno Gabriele d'Annunzio dice:
Tre gradini salgono alla quinta stanza, come tre gradini d'altare. E' piena d'ombra sotto, sotto la volta arcuata. Rimbomba, il cuore batte le mura con l'urto cieco del deserto. Il vasto tetto la occupa, dove fui concepito e generato. Credo di udire dentro di me le grida di mia madre che, quando nacqui, non penetrarono le mie orecchie sigillate.

Particolare stanza dei genitori di d'Annunzio: braciere.

Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

Particolare stanza dei genitori di d'Annunzio: ritratto della mamma di D'Annunzio.

Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

Nelle sale successive ci sono abiti e uniformi di d'Annunzio e fotografie.

Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

Lettere scritte da d'Annunzio tra le quali molto commoventi quelle alla mamma.

Pescara: Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio

L'intimità di un uomo, quello che si scopre nella casa museo di d'Annunzio grazie alle parole del poeta stesso.