tag:blogger.com,1999:blog-47979044919371323102024-03-14T05:20:44.204+01:00My day worthImprevisto o cercato che dà valore alle mie giornate.
Blog di Amina Sabatiniamisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.comBlogger354125tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-91285824728511053692021-02-23T13:37:00.002+01:002021-02-23T22:24:15.531+01:00Sulla temperanza: fa vivere bene o è noiosa?<p style="text-align: left;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><div style="text-align: left;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-EDH3KxCoOj4/YDTzCJuzPHI/AAAAAAAAIqA/LUXGu8DctrIF0Xq7nt69kDyV8KUIKt7-gCLcBGAsYHQ/s640/prendila_con_filosofia_manuale_di_fioritura_personale.jpg" style="clear: left; display: inline; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-EDH3KxCoOj4/YDTzCJuzPHI/AAAAAAAAIqA/LUXGu8DctrIF0Xq7nt69kDyV8KUIKt7-gCLcBGAsYHQ/s640/prendila_con_filosofia_manuale_di_fioritura_personale.jpg" style="clear: left; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="480" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-EDH3KxCoOj4/YDTzCJuzPHI/AAAAAAAAIqA/LUXGu8DctrIF0Xq7nt69kDyV8KUIKt7-gCLcBGAsYHQ/s320/prendila_con_filosofia_manuale_di_fioritura_personale.jpg" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-EDH3KxCoOj4/YDTzCJuzPHI/AAAAAAAAIqA/LUXGu8DctrIF0Xq7nt69kDyV8KUIKt7-gCLcBGAsYHQ/s640/prendila_con_filosofia_manuale_di_fioritura_personale.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a></div></div><p style="text-align: left;"></p>
Domanda a bruciapelo: secondo te la temperanza fa vivere bene o è noiosa? <div><br /></div><div>Nel mentre che ci pensi ti riporto questa chicca che ho trovato nell’ultimo libro che ho letto, <b><span style="color: #990000;">Prendila con Filosofia. Manuale di fioritura personale</span></b>, di <b>Maura Gancitano</b> e <b>Andrea Colamedici </b>per<b> HarperCollins</b></div><div><br /></div><div> “Temperanza significa mescolare tutti gli elementi che ci compongono. Le nostre caratteristiche, la vita attiva e la vita contemplativa, le nostre emozioni, i nostri desideri. </div><div><br /></div><div>Coltivare la temperanza nel processo di cura di sé non ha niente a che fare con il controllo, ma con la mescita. Significa realizzare che abbiamo innumerevoli caratteristiche e personalità, e che questo non è sbagliato. </div><div><br /></div><div>Non c’è niente che vada eliminato, ma solo governato. </div><div><br /></div><div>Puoi governare un fuoco se è acceso, e governarlo significa fare in modo che non si spenga e che non bruci tutto, ma spegnere il fuoco e dire di averlo governato significa condurre una vita fredda, arida e spenta. </div><div><br /></div><div>Governare se stessi è condurre ed è il compito di chi vuole avere una vita fertile che abbia un senso.”</div><div><br /></div><div>Illuminante, non trovi? Come anche tanti altri passaggi di questo libro che ha la particolarità di essere un libro game. Sei tu cioè a decidere il percorso di lettura, come quando scegli un percorso all'interno di un 'labirinto'. </div><div><br /></div><div>Va da sé che io ho fatto più di un percorso del libro :-D </div><div><br /></div><div>Ah, e ci sono anche i compiti da fare. Bellissimo! </div><div><br /></div><div>Tornando a noi. Cosa ne pensi quindi della temperanza o che esperienza ne hai? E’ noiosa o fa vivere bene?
</div>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-66187697340666194062021-01-16T20:58:00.002+01:002021-01-16T21:39:42.261+01:00Città sola di Olivia Laing <div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-1xls86nmK4Q/YAMjwHrVz4I/AAAAAAAAInQ/l-WSj8tXfGoIVFBvdq2LDT8lv48Nu6l1wCLcBGAsYHQ/s640/citt%25C3%25A0_sola.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="512" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-1xls86nmK4Q/YAMjwHrVz4I/AAAAAAAAInQ/l-WSj8tXfGoIVFBvdq2LDT8lv48Nu6l1wCLcBGAsYHQ/w320-h400/citt%25C3%25A0_sola.jpg" width="320" /></a></div><p><b><span style="color: #990000;">Città sola</span></b> di <b>Olivia Laing</b> per <b>il Saggiatore</b>. </p><p>Traduzione di <b>Francesca Mastruzzo</b>.</p><p>Una non-fiction avvincente come un romanzo. </p><p>"Come ci si sente quando si è soli? Come quando si è affamati: affamati mentre tutt’intorno gli altri si preparano a un banchetto. Assaliti dalla vergogna e dall’ansia, così ci si sente, e a poco a poco questa sensazione si emana all’esterno, isolando ancora di più chi è solo, estraniandolo sempre di più. In quanto sensazione, fa male, e si riflette nel fisico con conseguenze che si depositano invisibili nei compartimenti stagni del corpo. E avanza, questo soprattutto voglio dire, fredda come ghiaccio e trasparente come vetro, e imprigiona e avviluppa."</p><p>La Laing parte dalla propria esperienza personale di profonda solitudine a New York a seguito della fine di una relazione e cerca consolazione nell’arte indagando sulla vita di artisti come:</p><p>- <b>Edward Hopper</b> "erratico, taciturno, esprimeva, checché ne dicesse lui, la solitudine urbana in termini visivi, traducendola in pittura", </p><p><b>- Andy Warhol</b> "noto per la sua incessante socialità [...] eppure le sue opere risultano sorprendentemente eloquenti riguardo ai temi dell'isolamento e dei disturbi dell'attaccamento, problemi con i quai ha dovuto lottare tutta la vita", </p><p><b>- David Wojnarowicz</b> "grandissima parte della sua vita Wojnarowicz la spese per cercare di sfuggire all'isolamento, quale che fosse, per trovare una via d'uscita dalla prigione del sé. Aveva due opzioni, due vie di fuga, entrambe fisiche, entrambe rischiose. Arte e sesso: l'atto di fare immagini e l'atto di fare l'amore.", </p><p><b>- Henry Darger</b> "la vita di Darger mette in luce le forze sociali che portano all'isolamento e il modo in cui l'immaginazione può opporvi resistenza." e altri che si sono confrontati con la condizione della solitudine.</p><p>Il risultato è una vera e propria "mappa della solitudine", scrive la Laing, "disegnata per necessità e per interesse, fatta da esperienze mie e altrui. Volevo capire cosa significa essere soli e che impatto ciò abbia sulla vita delle persone, per tentare di delineare il complesso rapporto tra solitudine e arte."</p><p><b>Città sola</b> è un viaggio che per me è iniziato con la strada spianata con le opere di Hopper per diventare poi sempre più accidentata quando l’autrice si è addentrata nella vita degli altri artisti.</p><p>Un viaggio che mi ha fatto scoprire gioielli a me sconosciuti come l’esibizione di <a href="https://www.youtube.com/watch?v=I4sMKzT1uME" target="_blank">Klaus Nomi</a> (al minuto 2.47) del 1978 alla serata <i>New Wave Vaideville</i> all’Irving Plaza sulla 15th Street e l’installazione site-specific <a href="https://www.philamuseum.org/collections/permanent/92277.html" target="_blank">Strange Fruit (for David)</a> del 1997 di Zoe Leonard per il Philadelphia Museum of Art.</p><p>Quest’ultima è la classica opera contemporanea che, senza un contributo didascalico, susciterebbe solo ilarità nell’osservatore. Si tratta infatti di bucce di frutti disseccate e poi ricomposte nella loro forma originaria con ago e filo, con cerniere, adesivo e altro.</p><p>L’installazione è dedicata all’amico David Wojnarowicz morto per AIDS nel 1992 e prende ispirazione da una canzone di Billie Holiday.</p><p>Dice Leonard a proposito della sua opera, come riportato dalla Laing:</p><p>"All’inizio era un modo per pensare a David. Pensavo alle cose che avrei voluto riparare, a tutte le cose che avrei voluto ricomporre, non solo al fatto di averlo perso una volta morto, ma di averlo perso da amico quando ancora era vivo. Dopo un po’ ho cominciato a pensare alla perdita in sé e all’atto vero, concreto, della riparazione. Tutti gli amici che avevo perso, tutti gli errori che avevo fatto. L’inevitabilità di una vita di cicatrici. Il tentativo di ricucire tutto [...]. Quest’opera di rammendo non permette di ricucire le ferite vere, ma qualcosa mi ha dato. Un po’ di tempo, forse, o il ritmo di ago e filo. Non sono riuscita a cambiare nulla del mio passato né a riportare in vita le persone che amavo e sono morte, ma ho potuto sperimentare l’amore e la perdita con una cadenza misurata e regolare; ho potuto ricordare."</p><p>C’è della bellezza in queste parole, non trovate anche voi?</p><p>Diverse pagine del libro sono dedicate agli anni in cui fu scoperto il virus HIV e a tutto ciò che in termini di discriminazione e isolamento ne derivò a livello sociale. </p><p>Infine una parte del libro è dedicata all'evoluzione di Internet e dei Social e a come questi mezzi abbiano cambiato i nostri rapporti dandoci l'illusione di non essere soli. </p><p><b>Città sola</b> è una lettura che scava dentro, guarisce e trasforma chi lo legge. </p><p><b>A chi consiglio la lettura di Città sola?<br /></b>A chi è solo, a chi si sente solo, a chi solo non si sente o non lo è per offrirsi un'importante occasione: imparare ad empatizzare con la solitudine degli altri invece di farsi inibire da essa.</p><p>"Tutti possiamo fare qualcosa per gli atri se siamo abbastanza aperti da farli sentire meno alienati." David Wojnarowicz</p><p>C'è davvero tanta carne al fuoco in questo libro.</p><p>Ah, ovviamente lo consiglio agli appassionati d'arte.</p>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-31600348289650251442020-12-24T10:37:00.002+01:002020-12-24T16:58:55.741+01:00Quel che rimane del mio duemilaventi<p>Carissimi lettori,</p><p>come state? </p><p>Mi affaccio per aggiornarvi un po’ e per farvi gli auguri.</p><p><b>- Non è facile vivere in povertà</b></p><p><b>- Abbiamo noi stessi</b></p><p>Questo dialogo tratto dal film <b>Quel che resta del giorno</b> tra la governante, interpretata dalla bravissima Emma Thompson, e una cameriera e che mi è capitato di rivedere quest’anno sintetizza ciò che mi rimane di questo 2020 e che porterò nel 2021.</p><p>Nel film quel ‘noi’ non è un plurale maiestatis; ma non ha importanza per me. </p><p>L’ho sentito così descrittivo di ciò che stavo vivendo che l’ho eletto mio faro nella notte perché di notti, vissute anche in pieno giorno, in cui più volte il mio cervello stava per cedere alla rabbia, tristezza, frustrazione, paura difronte a ciò che non potevo cambiare ce ne sono state diverse. </p><p>Notti in cui mi sono svegliata di soprassalto con il cuore a mille chiedendomi ‘ma quando finirà?’ o mattine in cui mi alzavo con una sensazione di pesantezza nel cuore che mi faceva dubitare del fatto che la mia vita avesse ancora senso. </p><p>E questo nonostante io abbia dedicato sempre del tempo a costruire e rinforzare le fondamenta del mio essere.</p><p>Da marzo sono stata richiamata al lavoro solo per qualche mese e meno male perché ho potuto riprendere contatto con la mia quotidianità.</p><p>Il resto delle giornate le ho riempite seguendo corsi online.</p><p>Ah, detto per inciso, se siete in procinto di acquistare un corso di Social Media Manager piuttosto che di Instagram, di Come creare e lanciare un corso online oppure di Fotografia; di come impostare il profilo su Linkedin o per capire se siete Multipotenziali; di Storytelling piuttosto che di Facebook Ads e via dicendo posso sicuramente darvi qualche dritta per aiutarvi nella scelta.</p><p>Vivere da sola è la normalità per me ma questa situazione mi ha fatto capire quanto la dimensione relazionale in presenza, che il lavoro mi permette, mi sia necessaria.</p><p>Sono ancora qui. Barcollo, anche quando credo che non sia così, ma non crollo.</p><p>Continuerò ad approfondire cosa vuol dire quel ‘abbiamo noi stessi’.</p><p>In che modo? Attraverso lo studio strutturato della Mindfulness, la naturale conseguenza della Meditazione Vipassana, direi.</p><p>E questo è quanto.</p><p>Vi auguro un Buon Natale con voi stessi e con le vostre famiglie e <b>per l'Anno Nuovo</b> <b>vi auguro un 'nuovo inizio della vita che conoscevamo'.</b></p><p>È il bellissimo augurio che mi ha fatto un lettore del blog e che ho voluto condividere con voi.</p><p>Io non dovrò infrangere nessuna regola per fare il pranzo di Natale e di Capodanno in famiglia.</p><p>Spero neanche voi!</p><p>Un abbraccio,</p><p>Amina</p>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-78685559839746260992020-08-29T12:36:00.001+02:002021-03-17T16:48:14.667+01:00Noi non abbiamo colpa di Marta Zura-Puntaroni<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-MTq3jqM9mdg/X0mJzAyYskI/AAAAAAAAIfE/o-ZME7BTitUogx8tzrobaKH-PXtY-AaBQCLcBGAsYHQ/s1600/4_noi%2Bnon%2Babbiamo%2Bcolpa_marta%2Bzura-puntaroni.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Noi non abbiamo colpa di Marta Zura-Puntaroni" border="0" data-original-height="630" data-original-width="630" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-MTq3jqM9mdg/X0mJzAyYskI/AAAAAAAAIfE/o-ZME7BTitUogx8tzrobaKH-PXtY-AaBQCLcBGAsYHQ/s320/4_noi%2Bnon%2Babbiamo%2Bcolpa_marta%2Bzura-puntaroni.jpg" title="Noi non abbiamo colpa di Marta Zura-Puntaroni" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></div>
<p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><b>Noi non abbiamo colpa </b><span>di</span><b> </b><span>Marta Zura-Puntaroni per </span><span>Minimum Fax - 2020</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Nel secondo romanzo di Marta Zura-Puntaroni, <b>Noi
non abbiamo colpa</b>, ritroviamo la protagonista del romanzo d’esordio, <b>Grande Era Onirica</b>, di cui
ho scritto <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/05/grande-era-onirica-di-marta-zura.html">qui</a></span><span>.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Non è assolutamente indispensabile
leggerli in sequenza o leggerli entrambi nel senso che sono due storie
indipendenti ma secondo me è comunque interessante leggerli entrambi per il linguaggio che si adatta alle diverse circostanze personali della protagonista.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Detto questo, siccome non so da dove iniziare dico subito
che <b>Noi non abbiamo colpa</b> mi è piaciuto moltissimo.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Ma <b>cosa vuol dire che mi è piaciuto moltissimo</b>? Cosa mi è
piaciuto? Perché?</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>L’ho intuito dopo le primissime pagine: perché <b>c’è dell’empatia</b>,
come ho scritto subito a Marta in un DM su Istagram contravvenendo alla mia
regola di non esprimere giudizi in anticipo sui libri non ancora finiti di
leggere ché non si sa mai possano deludere.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Per fortuna non è stato questo il caso.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Un <b>breve accenno alla storia</b>: la
protagonista Marta, trentenne e aggiungo io con la testa sulle spalle, torna dalla città al suo paesello per motivi
di famiglia.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Sua nonna infatti “sta male”, è stata colpita da quella
malattia per cui ci si ritrova inconsapevoli a fare un continuo viaggio mentale avanti e indietro nel
tempo senza riconoscere le persone di una vita che ti sono sempre state intorno.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>In una parola: Alzheimer.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Marta torna per dare un supporto psicologico e per tenere d’occhio
le badanti che si alterneranno nell’accudire la nonna. In famiglia lavorano tutti ma Marta è quella
che ha un lavoro che può essere svolto ovunque.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Carlantonia, è il nome della nonna.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: large;">Scopriremo la storia di questa nonna attraverso i ricordi di
Marta e i ricordi tramandatigli dai genitori.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Una donna dalla quale, a detta della sua famiglia, Marta somiglia
tanto “ed è un’offesa tremenda perché significa essere tristi in ogni
manifestazione, sotto ogni punto di vista, e vivere la vita senza alcuna
capacità di apprezzare le gioie, piccole o grandi che siano”.<br /></span><span>Sarà proprio così? Lo scoprirete solo leggendo il libro.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Per me <b>Noi non abbiamo colpa</b> è prima di tutto un dono che
Marta ha fatto alla sua famiglia e al suo paese d’origine.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Sapevo che la protagonista sarebbe stata la stessa di <b>Grande
Era Onirica</b> ma non immaginavo che i personaggi reali avrebbero avuto i nomi reali e
la mamma di Marta ha un nome che non si dimentica facilmente, dopo che ti è
capitato di intercettarlo seguendo Marta nelle storie su Instagram (@unasnob):
Antea.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Quando l’ho letto nero su bianco la prima volta, “Antea”, mi
sono commossa.<br /></span><span>I temi trattati in <b>Noi non abbiamo colpa</b>?</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>L’<b>egoismo</b> (ma sarà poi davvero tale?), la <b>morte</b> (“quale
futuro auguro a me, ai miei? Il rimpianto per la scomparsa prematura o vedere
tutto il peggio, sino a scordarsi tutti i momenti buoni, tutto quello che c’è
stato, tutta la loro storia?”), la <b>malattia</b>, l’<b>instabilità economica</b> che ti porta a chiedere se in futuro potrai permetterti una badante per tua mamma o per te, il
<b>senso di precarietà</b> di chi nasce in un paese soggetto ai terremoti e ne vede
ancora i segni per strada, la <b>vecchiaia</b>, il <b>tempo</b>, il <b>lavoro delle badanti</b> che ti spiazza perché per te è incomprensibile che ci siano persone disposte a fare quel
lavoro che a te, figlia o nipote, non ti riesce proprio di fare.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Marta scrittrice è così precisa nella descrizione scientifica
di alcuni fenomeni come ad esempio “l’odore dei vecchi” e così credibile nella
descrizione del piccolo paese dove il tempo sembra essersi fermato agli anni ’90
e alla mentalità delle generazioni che l’hanno preceduta ma dove tutti sanno chi sei a differenza della città cosa che - ci fa
intuire Marta personaggio - le strappa un sorriso più che indignazione perché sono il punto
fermo della sua vita come le amiche d’infanzia che ritrova ogni volta che
ritorna e la riprova della positività di questo luogo che non cambia mai è che quando Marta torna lo fa per lunghi periodi e non per pochi giorni.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Marta ha reso perfettamente la mentalità e l’ambientazione
del paese il che mi ha fatto fare un tuffo nel passato, di quando nei primi
anni ’80 ho abitato per qualche anno nel paese dei miei genitori in Abruzzo e,
ironia della sorte, nel mezzo di tutta la mia sofferenza per un trasferimento
in Italia da me non voluto, sono stati gli anni più belli proprio perché c’era
quella ‘sicurezza’ del piccolo paese in grado di tenere buoni i genitori di
tutti noi adolescenti tanto da farci
stare fino a tardi fuori nella 'piazzetta' d’estate senza che ci fossero adulti a sorvegliarci.
Cosa ci sarebbe mai potuto succedere in un luogo dove tutti conoscevano tutti?<br /></span><span>Marta questa volta ha scritto un ‘romanzo educato’,
forse perché la Marta personaggio ha ritrovato una voglia di vivere più
consapevole che istintiva.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>E’ un romanzo adatto a tutti, e quando dico ‘tutti’ intendo
che questa volta lo farò leggere anche a mia mamma ottantenne! Una grande
lettrice che troverà ancora più di me punti di contatto con la sua vita passata.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Che altro dire?</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><br /></span><span>Fatevi un regalo, fatevi traghettare nel mese di settembre
dal romanzo di Marta: <b>Noi non abbiamo colpa.</b></span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><span><b><br /></b></span><span>A chi lo consiglio? A chi ama i ritmi dei romanzi di Kent Haruf.</span></span></p>
amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-58364404543154399012020-08-03T05:00:00.002+02:002020-12-19T21:43:33.184+01:00Siena in 7 giorni: indice e altri contributi<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-c7BrYEP1F7w/XwwZAMhxWfI/AAAAAAAAIdE/ecpDAvubTOk17GQJ4pWyhuQSPiYeo0uzACLcBGAsYHQ/s1600/sienainsettegiorni.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Schema riassuntivo dei percorsi di Siena in 7 giorni" border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-c7BrYEP1F7w/XwwZAMhxWfI/AAAAAAAAIdE/ecpDAvubTOk17GQJ4pWyhuQSPiYeo0uzACLcBGAsYHQ/s400/sienainsettegiorni.png" title="Siena in 7 giorni" width="400" /></a></div>
<br />
Mi sorge spontanea una domanda: come state? Come vi sentite dopo questi 7 giorni di full immersion a Siena?<br />
<br />
Che valore date alle guide online o cartacee?<br />
<br />
Mi farebbe davvero piacere saperlo! A me piacciono tantissimo perché rispecchiano qualcosa della personalità di chi le scrive e quindi non si può dire che siano tutte uguali.<br />
<br />
Forse è per questo che sono rimasta affascinata dalla mostra <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2018/02/le-guide-di-siena-della-biblioteca.html">Le Guide della città nelle raccolte della Biblioteca Comunale degli Intronati</a> di qualche anno fa e dove, rileggendo oggi il post, ho lasciato il primo indizio di questo percorso di <b>Siena in 7 Giorrni</b>.<br />
<br />
Tornando al contenuto di questo post conclusivo, vi troverete l'<b>indice sommario </b>del percorso<b> Siena in 7 giorni</b>, con i link di rimando a ciascun post, <b>e altri contributi tematici</b>, sparsi nel blog, sempre su Siena.<br />
<br />
<b>INDICE SIENA IN 7 GIORNI</b><br />
<br />
<b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-primo-giorno.html">Primo giorno</a></b><br />
Complesso del Duomo: Porta del Cielo, Duomo, Cripta, Battistero<br />
<br />
<b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-secondo-giorno.html">Secondo giorno</a></b><br />
Musei: Pinacoteca<br />
Terzo di Città: Contrade Tartuca, Chiocciola, Pantera e Aquila<br />
<br />
<b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-terzo-giorno.html">Terzo giorno</a></b><br />
Musei: Museo dell'Opera del Duomo, Museo di Storia Naturale, Orto Botanico, Cimitero Monumentale della Misericordia<br />
Terzo di Città: Contrada Onda<br />
<br />
<b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quarto-giorno.html">Quarto giorno</a></b><br />
Musei: Complesso Museale Santa Maria della Scala<br />
Terzo di Città: Contrada Selva<br />
Terzo di Camollia: Contrade Oca e Drago<br />
<br />
<b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quinto-giorno.html">Quinto giorno</a></b><br />
Musei: Museo Civico<br />
Piazza del Campo: Fonte Gaia, Cappella di Piazza, Palazzo Pubblico, Torre del Mangia<br />
Terzo di San Martino: Contrade Torre, Valdimontone e Nicchio<br />
<br />
<b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-sesto-giorno.html">Sesto giorno</a></b><br />
Musei: Museo delle tavolette di Biccherna<br />
Terzo di San Martino: Contrade Leocorno e Civetta<br />
Terzo di Camollia: Contrade Giraffa, Bruco, Lupa e Istrice<br />
<br />
<b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-settimo-giorno.html">Settimo giorno</a></b><br />
Bottini e Museo dell'Acqua<br />
Contrade e Palio<br />
Fortezza Medicea<br />
<br />
<b>ALTRI CONTRIBUTI TEMATICI</b><br />
<br />
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<b>Post scritti per il Progetto #insiders</b><br />
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/02/top-ten-di-siena.html">Top Ten di Siena</a>: le dieci principali cose da vedere e da fare a Siena, secondo me.</div>
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<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/03/perche-visitare-siena_2.html">Perché visitare Siena</a>: perché dedicare qualche giorno in più a Siena. Forse già allora covavo l'idea di Siena in 7 giorni? Chissà!</div>
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/04/siena-tavola-cosa-si-mangia.html">Siena a tavola</a>: non un elenco di ristoranti ma di piatti della cucina senese.<br />
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/05/shopping-siena.html">Shopping a Siena</a>: ho provato a fare la personal shopper ;-)<br />
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/11/i-colori-di-siena.html">I colori di Siena</a>: una conferma della tavolozza colorata del Buon Governo<br />
<br />
<b>Risposte a Domande frequenti</b><br />
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/08/cose-da-fare-gratis-siena.html">Cose da fare gratis a Siena</a>: in ogni città che si rispetti ci sono delle cose da fare gratis, basta cercare; nel post ve ne indico alcune da fare a Siena.<br />
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/02/pausa-merenda-siena-dove.html">Pausa merenda</a>: un elenco aggiornato dei miei posti preferiti per fare merenda a Siena.<br />
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/07/piscina-siena-con-vista.html">Piscina con vista</a>: d'estate è un continuo di turisti, ma anche di senesi, in cerca di piscine aperte al pubblico per affrontare la canicola. Questa che vi consiglio ha anche una bellissima vista sulla città.<br />
<br />
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<b>Siena candidata europea della cultura 2019</b><br />
Non abbiamo superato la fase finale (ha vinto Matera) ma conservo un bel ricordo di quel periodo di fermento a Siena.<br />
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/05/la-cultura-come-motore-della.html">La cultura come motore della sostenibilità</a>: è stato il primo evento al quale ho partecipato nel 2013 per capire il significato di questa candidatura.</div>
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<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/10/culturismo-2019si.html">#Culturismo #2019SI</a>: si tratta di un percorso per immagini Contrada per Contrada. L'ho realizzato per partecipare all'iniziativa di Lonely Planet Italia su Twitter nel 2014 per coinvolgere le città candidate a Capitale Europea della Cultura 2019.</div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>Visite guidate con guide autorizzate di Siena</b></span><br />
Ne approfitto anche qui, come ho già fatto il primo giorno, per suggerirvi caldamente di dare un'occhiata ai siti delle associazioni di guide turistiche di Siena (<a href="https://www.guidesiena.it/">Centro Guide Turistiche</a> e <a href="http://www.federagit.it/">Federagit</a>) per vedere se ci sono delle visite programmate durante il vostro soggiorno.<br />
<br />
Diversi miei reportage li avete già incontrati durante il percorso. Eccone altri. Si tratta di percorsi tematici fatti nella <b>Pinacoteca di Siena</b>:<br />
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2018/02/lo-splendore-dellarte-senese-ai-tempi.html">Lo splendore dell'arte senese ai tempi di Ambrogio Lorenzetti</a><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/01/la-moda-nellarte.html">La moda nell'arte</a><br />
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/11/turisti-per-casa-domenica-mattina-in.html">Polittico di Santa Petronilla di Ambrogio Lorenzetti</a></div>
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<b>Siena nella letteratura</b><br />
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/01/siena-luminosa-e-policroma.html">Siena in cuore, Il Casato</a> di Mario Luzi</div>
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<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/02/racconti-di-siena_23.html">Orsa Minore</a> di Sibilla Aleramo</div>
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<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2012/04/e-siena-trionfa-immortale.html">Città murata Città globale</a> di Gabriella Piccinni</div>
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<b>Eventi legati alla stagione</b><br />
<b>Natale</b>: <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/12/presepe-della-stazione-di-siena.html">Il Presepe della Stazione di Siena</a>, un must per adulti e bambini</div>
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<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<b>Capodanno</b>: memoria dell'evento <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/01/un-tram-che-si-chiama-desiderio.html">Un tram chiamato desiderio</a> </div>
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<b>San Valentino</b>: una proposta di <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/02/san-valentino-siena.html">trekking romantico</a> </div>
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<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<b>Estate</b>: abbiamo avuto anche noi i video mapping sui palazzi di Siena tipo quello della <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/07/divina-bellezza-siena.html">Divina Bellezza</a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<b>Mostre<br />Arte Contemporanea: </b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2018/01/charles-szymkowicz-in-mostra-siena.html">Charles Szymkowicsz</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/10/siena-contemporanea-verso.html">Verso</a><br />
<b>Arte Moderna: </b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/12/tra-arte-e-letteratura-il-900-di-mario.html">Il '900 di Mario Luzi e Alessandro Parronchi</a><br />
<b>Arte Medievale: </b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2018/01/mostra-ambrogio-lorenzetti-siena.html">Ambrogio Lorenzetti</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/06/siena-dal-200-al-400-la-collezione.html">Collezione Salini</a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<b>Fotografia: </b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/08/cristina-coral-room-stories.html">Cristina Coral</a>; <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/06/steve-mccurry-viaggio-intorno-alluomo.html">Steve McCurry</a><br />
<br />
E ora sì, è arrivato il momento dei saluti relativamente a questo progetto.<br />
<br />
Ringrazio la persona che ha avuto la pazienza di revisionare i miei testi e ringrazio voi che mi avete letto.<br />
<br />
La cosa che mi farà più piacere? Se mi ricorderete come la vostra Concierge di Siena ;-)<br />
<br />
A presto!<br />
Amina<br />
<br />
Scrivo anche di altre cose nel blog perché in realtà sono una 'multipotenziale'.<br />
<br />
A parte gli scherzi, spero che continuerete a passare da queste parti.<br />
<br />
E se proprio avete la tendenza a dimenticarvi le cose, iscrivetevi al blog <a href="https://mydayworth.blogspot.com/p/iscriviti.html">qui</a> e ogni volta che scriverò qualcosa lo verrete a sapere in tempo reale.<br />
<br />
---<br />
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<b>Siena in 7 giorni:</b> <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-primo-giorno.html">primo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-secondo-giorno.html">secondo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-terzo-giorno.html">terzo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quarto-giorno.html">quarto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quinto-giorno.html">quinto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-sesto-giorno.html">sesto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-settimo-giorno.html">settimo giorno</a>, indice e altri contributi</div>
</div>
amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-73435854425631813272020-07-27T05:00:00.001+02:002021-05-15T16:48:02.161+02:00Siena in 7 giorni: settimo giorno<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<img alt="Immagini dei luoghi visitati il settimo giorno di Siena in Sette giorni" border="0" data-original-height="312" data-original-width="820" height="242" src="https://1.bp.blogspot.com/-I7DAsL-2u6k/Xx1-jPJ9SqI/AAAAAAAAIeI/Zq4yjV4z4v0Kddt6EHtxUNGlP_2LPIEyQCLcBGAsYHQ/s640/siena_in_sette_giorni.png" title="Siena in sette giorni" width="640" /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Ed eccoci arrivati al settimo giorno di </span><b style="font-family: inherit;">Siena in 7 giorni</b><span style="font-family: inherit;">. </span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ho pensato di dedicare questa giornata alla visita di un Bottino e di un Museo e Oratorio di Contrada per concludere poi con una passeggiata nella Fortezza Medicea.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>VISITA AI BOTTINI</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Cosa sono i bottini? Eh, ho scritto un post molto dettagliato in proposito per cui vi rimando direttamente <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/03/i-bottini-di-siena-e-il-museo-dellacqua.html">qui</a>.</span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">Vi anticipo solo che si tratta di gallerie sotterranee scavate dal Medioevo per portare l’acqua nelle Fonti che in questi giorni avete avuto modo di vedere per Siena come Fonte delle Monache, Fonte Gaia, Fonte Serena, Fontebranda, Fontenuova e altre che trovate nel post.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Pensate che l'acqua diretta a Siena, nel centro storico, è arrivata 'solo' nel 1914.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ecco, è a questo che mi riferivo nell’introduzione del primo giorno quando ho scritto che io subisco il fascino della capacità di problem solving dei senesi dei tempi antichi.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">La visita ai bottini va prenotata in anticipo tramite il Comune di Siena. Una volta i tempi di attesa erano molto lunghi. Ora si può addirittura fare la prenotazione on-line.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ci sono dei periodi dell’anno in cui i bottini sono chiusi per cui, se ci tenete, valutate bene quando organizzare la visita. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>PAUSA PRANZO</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Dopo la visita ai bottini direi di fare la pausa pranzo e, dopo essere passati in albergo a cambiarvi le scarpe (nei bottini sono consigliati gli scarponcini poiché l’acqua potrebbe essere alta in alcuni punti) dirigetevi verso la Contrada dove avrete preventivamente prenotato la vostra visita.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<b>VISITA A UNA CONTRADA</b><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Sulle Contrade e il Palio durante i giorni scorsi vi ho dato qualche informazione qua e là.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Non è un qualcosa di semplice da spiegare per chi non è di Siena, nel senso che non si può vivere e trasmettere il sentire di un contradaiolo se non lo si è. </span><span style="font-family: inherit;">L’entusiasmo di un senese non potrà mai essere come l’entusiasmo di un non senese non appartenente a nessuna contrada, come me ad esempio, per quanto io ami questa festa.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Pensate che io vivo a Siena dalla metà degli anni ‘80 del secolo scorso e solo nel 2016 ho toccato con mano questa barriera che mi separa da un contradaiolo.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Una volta accettata questa cosa, e proprio per questo, voglio che ascoltiate direttamente da loro cosa il Palio e le Contrade rappresentino per i senesi perché saranno loro a guidarvi nella visita dell’Oratorio e del Museo di Contrada. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">A loro potrete fare tutte le domande sul Palio, sui cavalli, sull’organizzazione interna della Contrada e quindi sui diversi incarichi. Potrete fare anche domande 'spinose', sempre con rispetto.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
Io le ho visitate tutte le Contrade di Siena e anche più di una volta.<br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Dal mio punto di osservazione vi posso dire più o meno cosa potrete aspettarvi da una visita, così come l'ho vissuta io.</span><span style="font-family: inherit;"> </span><br />
<br />
<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/12/in-contrada-siena-la-citta-del-palio.html" style="font-family: inherit;">Qui</a><span style="font-family: inherit;"> ad esempio trovate il mio reportage della visita fatta qualche anno fa nella Contrada della Tartuca durante </span><i style="font-family: inherit;">InContrada. </i><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;"><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/08/rutilio-manetti-nel-cappellone-di-san.html">Qui</a> invece ho scritto di quando, grazie a una Giornata FAI, ho partecipato alla visita guidata del 'Cappellone' nella Contrada della Lupa. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Posso suggerirvi di guardare e soprattutto ascoltare con attenzione </span><span style="font-family: inherit;">gli aneddoti che vi racconteranno sui <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/01/larte-e-la-storia-nei-drappelloni-del.html">Drappelloni</a>.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ogni Contrada ha il proprio sito su internet e quindi potrete contattarle facilmente dopo aver scelto. </span><span style="font-family: inherit;">Certo, bisogna contattarle sempre in anticipo. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">E poi, be', posso anticiparvi che dal 1982 esiste un <b>Consorzio per la tutela del Palio di Siena</b> con lo scopo di proteggere l’immagine del Palio ed evitare, data la sua risonanza mondiale, che sia utilizzata in maniera non consona allo spirito del Palio.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Quello che a me preme sottolineare a voi che mi state leggendo e che magari avete visto il Palio solo in TV è che il Palio non riguarda solo i quattro giorni della Festa a luglio e ad agosto (e talvolta anche in altra data in caso di Palio straordinario). Il Palio rappresenta la punta dell’iceberg della vita di Contrada, scandita da momenti precisi durante l’anno. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Questo vuol dire anche, per voi, che potrete intuire qualcosa del Palio anche venendo in altri periodi dell'anno. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ad esempio, il 1 dicembre, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/11/chiesa-delle-carceri-di-sant.html">Festa di Sant’Ansano</a> patrono di Siena, secondo una consuetudine che risale al 1968, inizia l’anno contradaiolo regolato da un rituale preciso che, tra l'altro, prevede l'esposizione delle bandiere delle 17 Contrade in ordine alfabetico dalle finestre di alcuni palazzi specifici della città. Ecco, anche senza saperlo se capitate a Siena per caso e vedete le bandiere esposte vuol dire che c'è un motivo ben preciso.</span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">Il 17 gennaio, <b>Festa di Sant’Antonio</b> <b>Abate</b> protettore degli animali, i correttori di ciascuna Contrada benedicono le stalle che accoglieranno i cavalli andati in sorte durante il Palio. Certo, non potrete assistere come vi ho già detto durante il percorso, ma se passeggiando per Siena vedrete movimento intorno alla stalla saprete già di cosa si tratta.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Anche le parole sono importanti quando si parla di Contrade e di Palio. Date un'occhiata a questo <a href="https://www.ilpalio.org/terminologia_paliesca.htm">glossario paliesco</a> Ogni anno al lavoro io mi prodigo nel comunicare i fondamentali ai miei clienti perché so il fastidio che provano i senesi.</span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">Da aprile a settembre poi ci sono le <b>Feste Titolari di Contrada</b> per cui se organizzate la vostra visita durante questi mesi sarà facile per voi vedere tamburini e alfieri monturati che fanno il giro per le vie del centro storico seguiti dal popolo della Contrada.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Chi ha vinto il Palio l’anno precedente conclude il suo anno di festeggiamenti con la 'cena del piatto' a maggio perché poi, l’ultima domenica sempre di maggio, avverrà l’estrazione per il Palio di Luglio.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ecco, questo è un momento davvero significativo per un assaggio di cosa significa il Palio per i senesi e se vi assisterete ne rimarrete entusiasti! Lo so perché al lavoro i clienti mi hanno sempre ringraziato per averglielo suggerito.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Per il Palio di agosto l'estrazione avviene la domenica successiva al Palio di luglio.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ciò che accade nei giorni del Palio di luglio e agosto l’ho scritto <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2012/06/il-palio-di-siena.html">qui</a> con anche le mie raccomandazioni per i turisti. Se ci saranno dei cambiamenti, causa protrarsi del Covid, aggiornerò a tempo debito il post.</span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">Voglio anche darvi un assaggio </span><span style="font-family: inherit;">della differenza che può esserci tra il mio modo di raccontare un Palio e quello di un contradaiolo. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">L'unico mio racconto lo trovate </span><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/07/palio-di-siena-2-luglio-2016.html">qui</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/08/ferragosto-siena-giorno-di-vigilia.html">qui</a> e <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/08/palio-di-siena-16-agosto-2016.html">qui</a>. Vi consiglio di leggere i post proprio in quell'ordine perché si è trattato di un'annata straordinaria.<br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">A me vengono i brividi solo a rileggermi; ma so che non coincide assolutamente con quello che prova un </span><span style="font-family: inherit;">contradaiolo come potrete capire dalla parole di <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/07/palio-di-siena-intervista-nicla-muzzi.html">lei</a>, quando l'ho intervistata dopo che la sua Contrada aveva vinto.</span><br />
<br />
Qualche giorno prima delle prove di luglio e di agosto viene mostrato al pubblico il drappellone, il 'cencio', che andrà come premio alla Contrada vittoriosa, e il Masgalano, il premio che andrà alla comparsa che complessivamente tra i due Palii si sarà distinta per eleganza e abilità.<br />
<br />
La cerimonia di presentazione avviene nel Cortile del Podestà di palazzo Pubblico.<br />
<br />
Ne approfitto qui per farvi leggere <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/02/laura-brocchi-artista-del-metallo-siena.html">questa intervista</a> che ho fatto qualche anno fa ad un'artista senese che ha realizzato diversi masgalani e poi anche dipinto un Palio.<br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">Tra un Palio e l’altro poi, d’estate, ci sono le <b>manifestazioni gastronomiche</b>, aperte al pubblico, all'interno delle Feste Titolari. </span>Il Bao Bello nel Bruco apre le danze in questo senso. Ne ho scritto <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/07/bao-bello-chef-siena-nella-nobil.html">qui</a>.<br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">Per qualche settimana, dopo il Palio di agosto, spesso nei Magazzini del Sale con ingresso dal Museo Civico, viene allestita una mostra con opere dell’artista che ha realizzato il drappellone di luglio o di agosto. Ne ho scritto ad esempio <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/12/elisabetta-rogai-ai-magazzini-del-sale.html">qui</a>.</span><br />
<br />
L'8 settembre, in occasione della ricorrenza della Natività di Maria, ogni anno a Siena, dal 1954, si tiene il <b>Concorso per la festa dei Tabernacoli </b>delle 17 Contrade. In pratica i bambini delle Contrade, insieme agli adulti, addobbano un Tabernacolo presente nel proprio territorio.<br />
<br />
C'è una giuria, che la sera fa il giro del Tabernacoli per valutarle, e un premio che viene consegnato l'8 dicembre con cerimonia dedicata dove viene annunciata la Contrada che ha vinto.<br />
<br />
Se siete quindi a Siena la sera dell'8 settembre, magari dopo cena, fatevi un giro per vedere i Tabernacoli addobbati.<br />
<br />
A metà settembre circa in Piazza del Campo viene consegnato <b>il Masgalano </b>(vedi sopra) e a ottobre invece il <b>Minimasgalano</b> in tempo reale.<br />
<br />
Cosa vuol dire? Be', dal diminutivo avrete intuito che coinvolge i bambini. Si tratta infatti di una 'Manifestazione per giovani alfieri e tamburini' che vede confrontarsi per ogni Contrada una comparsa formata da giovani contradaioli. Anche qui c'è un vincitore, dichiarato a fine manifestazione.<br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">A fine settembre/inizio ottobre ci sono le Cene delle Vittorie nelle Contrade che hanno vinto. La mia prima volta l'ho raccontata <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/10/cena-delle-vittorie-vincesololalupa.html">qui</a>. Non è per niente scontata l'ammissione degli esterni!</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">A questo punto dell'anno si dice che è inverno per tutti tranne che per le Contrade che hanno vinto :-)</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>La vita di Contrada, come vi sarà più chiaro ora, non è limitata cronologicamente solo ai giorni della Festa Titolare e non è neanche scandita solo dalle tappe che la legano e la riportano esclusivamente a ciò che è Palio, ma anche da tanti altri momenti di socialità che vanno dalle varie cene e cenini che ci sono anche in inverno alle gite, da competizioni di vario tipo (dai sonetti alle gare di pesca o di cucina o ai cori), da momenti di trasmissione delle tradizioni (a partire da certi mestieri), da quelli di formazione per i giovani che poi si vestono per andare in piazza, da quelli di assistenza/aiuto reciproco in varie forme.<br />
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<span style="font-family: inherit;">Spero di avervi incuriosito e, siccome più volte ho sottolineato come il mio punto di osservazione non è quello di un contradaiolo, ho raccolto in </span><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/09/il-palio-di-siena-raccontato-dai-senesi.html" style="font-family: inherit;">questo post</a><span style="font-family: inherit;"> articoli scritti invece da contradaioli e nel mio profilo Instagram ho raccolto in <a href="https://www.instagram.com/stories/highlights/17850529850119053/">questa storia</a> in evidenza testimonianze di contradaioli che con fiducia ed entusiasmo hanno condiviso con me cosa per loro rappresenta la contrada. Per vedere le Storie bisogna che abbiate un profilo Instagram.</span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;"><b>La domanda che indovino avete in testa ora ha bisogno di una risposta:</b> per via del Coronavirus quest'anno a Siena sono state intanto annullate tutte le Feste Titolari di Contrada e anche i due Palii. Vi invito a leggere il post <i><a href="https://www.noiframmentidisiena.it/rubriche/a-veglia-con-duccio/227-contrada-e-un-abbraccio.html">Contrada è: un abbraccio</a></i> di Duccio Balestracci, apprezzatissimo docente dell'Università di Siena nonché contradaiolo del Nicchio, scritto prima della decisione definitiva da parte del Comune di Siena. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Da non senese ero già d'accordo per cui ho accolto con approvazione la decisione dell'annullamento.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
Tanti senesi a me più o meno conosciuti hanno dedicato parole e immagini toccanti su questo 'non Palio'. Ho scelto di condividere qui il video <a href="https://www.facebook.com/mariaceleste.bellotti.9/videos/737166570367634/?t=178">Tornerà la prima rondine su Piazza e ci verrá a dire “Svegliatevi, è primavera!”</a> di Maria Celeste Bellotti pubblicato su Facebook che secondo me riassume in maniera puntuale e poetica a cosa i senesi hanno rinunciato quest'anno con la certezza che si potrà tornare a vivere tutte le fasi di questa tradizione quando "tornerà la Primavera".<br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>FORTEZZA MEDICEA</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Oggi vi ho fatto camminare molto meno rispetto agli altri giorni, giusto? E allora, da dove vi trovate vi consiglio di raggiungere la Fortezza Medicea per una passeggiata sopra le mura. Da un lato c'è una bellissima vista sui monumenti iconici di Siena per cui, quale migliore arrivederci?</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
Se ci venite nei mesi di luglio e agosto potrete anche voi tra l'altro approfittare della programmazione del Cinema in Fortezza che viene allestito nell'anfiteatro.<br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;"><b>Siena in 7 giorni</b> non finisce qui, torna settimana prossima con un post supplementare con l'indice di questo percorso</span><span style="font-family: inherit;"> e qualche altra considerazione e link utile per organizzare la vostra visita a Siena.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
---<br />
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<b>Siena in 7 giorni:</b> <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-primo-giorno.html">primo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-secondo-giorno.html">secondo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-terzo-giorno.html">terzo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quarto-giorno.html">quarto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quinto-giorno.html">quinto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-sesto-giorno.html">sesto giorno</a>, settimo giorno, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/08/Siena-in-7-giorni-indice-e-altri-contributi.html">indice e altri contributi</a>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-88586990249198975302020-07-20T05:00:00.001+02:002021-05-15T16:37:41.162+02:00Siena in 7 giorni: sesto giorno<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<img alt="Immagini dei luoghi visitati il sesto giorno di Siena in Sette giorni" border="0" data-original-height="312" data-original-width="820" height="241" src="https://1.bp.blogspot.com/-OZGTUbbMxtE/XxBXCxeAeDI/AAAAAAAAIdQ/OhO8iATMzOYJWGZlwQwdEblbS8xuWD_dACLcBGAsYHQ/s640/siena_in_sette_giorni.png" title="Siena in sette giorni" width="640" /></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Il sesto giorno di <b>Siena in 7 giorni</b> inizia da dove eravamo rimasti ieri, nei pressi delle Logge del Papa, e, dopo aver visitato il Museo delle Tavolette di Biccherna, percorreremo i territori delle Contrade ancora da visitare: Leocorno, Civetta, Giraffa, Bruco, Lupa e Istrice. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
Il suggerimento di indossare scarpe comode è valido per tutti i giorni di questo percorso. Per oggi ancora di più perché faremo un pezzetto di strada sterrata.<br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>MUSEO DELLE TAVOLETTE DI BICCHERNA</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Nei pressi delle <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/08/le-pompe-sanesi-luoghi-e-personaggi-di.html">Logge del Papa</a> i vostri occhi saranno di sicuro colpiti da un bellissimo palazzo rinascimentale in pietra calcarea a bugnato liscio. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Si tratta di <b>Palazzo Piccolomini </b>fatto costruire come residenza familiare dai nipoti di papa Pio II, Giacomo e Andrea Piccolomini Todeschini, fratelli del cardinale Francesco (poi papa Pio III) del quale avete già sentito parlare il primo giorno durante la visita alla Libreria Piccolomini all'interno del Duomo.</span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">La costruzione del Palazzo iniziò nel 1469 e si protrasse fino al 1509. Dal 1681 al 1820 il Palazzo fu sede del Collegio Tolomei, trasferitosi nel 1820 nel Convento di Sant'Agostino (dove oggi si trovano il Liceo Classico e l'Istituto Musicale Rinaldo Franci, come vi ho fatto notare il terzo giorno), e dal 1824 passò al Demanio granducale, ospitando, dalla sua nascita nel 1858 ad oggi, l'Archivio di Stato.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">All'interno dell'Archivio di Stato è presente il <b>Museo delle Tavolette di Biccherna</b> di cui ho scritto qualcosa <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2012/05/1-maggio-2012-al-museo.html">qui</a></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Il Museo delle tavolette di Biccherna è visitabile tutti i giorni feriali di mattina e ad orari fissi. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>CONTRADA DEL LEOCORNO</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Finita la visita, una volta usciti dal Palazzo imboccate <b>Via Pantaneto</b>, la via a sinistra delle Logge del Papa, fino all’incrocio con <b>Via di Follonica</b>. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Oltrepassate il primo arco, superate il secondo arco con un cancello aperto, girate a sinistra ed aprite il cancello alla vostra sinistra (quello a destra è di proprietà privata quello a sinistra invece è della Contrada del Leocorno). </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Andate avanti tenendovi sulla destra. Ovviamente se c’è qualcuno chiedete se potete passare di lì per andare a vedere la <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/08/fonte-di-follonica-siena.html">Fonte di Follonica</a>. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Troverete una stradina sterrata. Percorretela tutta fino in fondo. Alla vostra destra vedrete la bellissima Fonte davanti alla quale è stato costruito un piccolo anfiteatro. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Pensate che questa antica Fonte è rimasta interrata quasi del tutto per moltissimo tempo finché nel 2003 non furono avviati i lavori di scavo.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Oggi la Fonte spicca di nuovo in mezzo alla vallate verde e con l'anfiteatro si presta benissimo per l'allestimento di eventi.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Qualche anno fa, grazie ai senesi che seguono la pagina Facebook <a href="https://www.facebook.com/mydayworth">My day worth</a> ho scoperto che in teoria ci si può arrivare in maniera più avventurosa alla Fonte di Follonica, praticamente 'entrando' da una piccola porta nelle mura. Ecco, voi non fatelo però leggete <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/09/mura-di-siena-passaggi-segreti.html">qui</a> come è andata a me.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Finita la visita tornate indietro nella <b>Piazzetta Grassi</b>.<b> </b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>Attenzione:</b> se </span>tornando indietro trovate il cancello automatico su Piazzetta Grassi chiuso (perché magari qualcuno passando ha tolto il fermo) niente panico: cercate il pulsante per aprirlo. Si trova sul muro sulla destra, risalendo, non proprio vicinissimo al cancello.<br />
<b><br /></b>
<span style="font-family: inherit;">La Chiesa che vedete è l’Oratorio della Contrada del Leocorno. Inoltre, se aguzzate la vista, troverete nella Piazzetta un</span>’altra lastra del <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/11/trekking-urbano-2013-siena-tempo-zulu.html">Tempo Zulu</a>.<br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>CONTRADA DELLA CIVETTA</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Dalla Piazzetta prendete a destra per <b>Via Sallustio Bandini</b> fino all'incrocio con <b>Via San Vigilio</b>. Imboccate questa via e, subito a destra, trovate l’ingresso al Castellare degli Ugurgieri dal <b>Vicolo del Castellare</b>. Siamo nel cuore della Contrada della Civetta, rivale della Contrada del Leocorno. Il nome della famiglia Ugurgieri è legato anche alla <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/09/i-luoghi-siena-della-battaglia-di.html">Battaglia di Montaperti</a>.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>Curiosità:</b> avrete già notato che da qui si accede al Museo della Contrada della Civetta. Ecco, avvicinatevi al portone. Noterete un 'quasi' quadrato perfetto formato da tanti 'pispoli' di cui uno in solitaria a rompere la simmetria. Sapete cosa sono? Leggete questo brano di 'prima' del 2014.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
"Nel Castellare degli Ugurgieri è possibile scovare un curioso particolare che è incontro di diverse componenti: l’amore per la contrada, l’architettura ed il tatto. Su una parte della lastra in pietra che compone il portale di ingresso del Museo di Contrada sono apposti dei piccoli elementi metallici cilindrici detti pispoli, disposti a file e colonne a formare, per adesso, un quadrato per un totale di 36 pispoli. Il portale è come un indice, una sintesi ed anticipazione di quanto contenuto nel museo, ogni pispolo infatti rappresenta una vittoria del Palio che la contrada ha conquistato sul Campo."<br />
<b>Tratto da ecomuseosiena.org</b><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<br />
Cosa è successo nel 2014, vi starete chiedendo? Be', che la Contrada della Civetta ha vinto il Palio del 16 agosto e quindi ecco spiegato come mai oggi sono 37, i pispoli!<br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ora possiamo uscire dal Castellare imboccando l'altro e unico vicolo di accesso/uscita dal Castellare per ritrovarci in <b>Via Cecco Angiolieri</b>. Prendete a destra e camminate fino ad arrivare in <b>Piazza Tolomei</b>.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Altro bellissimo palazzo in pietra calcarea, </span>caratteristica del senese e<span style="font-family: inherit;"> detta pietra da torre, che costituì un'eccezione nell'evoluzione della tipologia architettonica del 'palazzo' negli ultimi tre decenni del '300. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">'Tolomei' vi avrà fatto forse venire in mente qualcosa. Io lo so cosa. Andate sul fianco destro del Palazzo e leggete la lastra con la citazione dei versi della Divina Commedia dedicati a Pia dei Tolomei. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>Curiosità:</b> la vedete quella 'edicola' con vetro a vista ad altezza d'uomo in quel palazzo a sinistra di Palazzo Tolomei? Avvicinatevi. Qualche hanno fa è stata trasformata in un 'caveau' dall'artista senese <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/10/intervista-serena-fineschi-artista.html">Serena Fineschi</a>, cioè in una minuscola galleria d'arte in cui ogni mese per dodici mesi ha esposto <i>un'idea</i> rimasta nel cassetto donatagli da suoi colleghi artisti. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Se vi dico che ogni mese puntuale io sono andata lì a vedere l'idea esposta mi credete? Io dico di sì; ma nel dubbio trovate <a href="https://mydayworth.blogspot.com/search/label/Caveau">qui</a> tutti gli artisti che hanno partecipato a questo progetto. Tutte le idee poi sono state riproposte collettivamente in una <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/10/caveau-di-serena-fineschi-mostra-e.html">Mostra</a> al Santa Maria della Scala.</span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">Di fronte a Palazzo Tolomei si trova la <b>Chiesa di San Cristoforo</b>. È una chiesa importante a Siena, sia perché questo era uno dei luoghi dove si riunivano i governanti della città prima della costruzione di Palazzo Pubblico sia perché ad essa è legato un episodio della <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/09/i-luoghi-siena-della-battaglia-di.html">Battaglia di Montaperti</a>.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Ora imbocchiamo <b>Via del Moro</b> sul lato sinistro della Chiesa. Se il cancello che vedete nell'angolo della Via fosse aperto, entrate pure per vedere il piccolo chiostro della Chiesa di San Cristoforo.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>CONTRADA DELLA GIRAFFA </b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Proseguite poi fino ad intercettare <b>Via Sallustio Bandini</b>. Percorretela sul lato destro e poi a sinistra prendete per <b>Via Lucherini</b> per raggiungere <b>Piazza Provenzano</b> dove si trova la bianchissima <b>Chiesa di Santa Maria in Provenzano</b> costruita tra fine '500/primi anni del '600 dai Medici per ingraziarsi i senesi che veneravano nel quartiere un'immagine ritenuta miracolosa. Si tratta di un mezzo busto in terracotta del XV secolo esposto sull'altare e alla quale è dedicato il Palio del 2 luglio.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">In questa Chiesa infatti il 2 luglio, subito dopo il Palio, accorre la contrada vittoriosa per cantare il Maria Mater Graziae (e non il Te Deum come potreste sentir dire erroneamente, giusto per amore di precisione).</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Per una visione d'insieme 'tridimensionale', diciamo così, prima di avvicinarvi alla Chiesa prendete la stradina a destra, a metà di Via Lucherini. </span><span style="font-family: inherit;">Scendete a sinistra e ammirate il panorama non solo della Chiesa di Provenzano ma anche di quella di San Francesco dove andremo tra poco.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Non ci crederete mai ma all'inizio di questa stradina, sul lato sinistro, c'è un giardino fantastico! Ho avuto modo di visitarlo durante una '</span>Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane'. Date un'occhiata <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/12/siena-nascosta.html">qui</a>.<br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Ora, sì, possiamo andare nella Piazza a vedere la Chiesa da vicino sperando che non ci siano macchine parcheggiate davanti, almeno per le foto. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>Curiosità:</b> Via Lucherini nel 1611, anno in cui la Chiesa di Provenzano è stata consacrata, non esisteva. Fu ricavata infatti appositamente radendo al suolo i palazzi che ivi sorgevano per creare l'attuale accesso scenografico.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Scendiamo ora per la gradinata a destra della Chiesa. Qui siamo nel cuore della Contrada della Giraffa. Si vede la fontanina e l’ingresso alla Società di Contrada e all’Oratorio.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Prendiamo a destra per <b>Via delle Vergini</b> fino a <b>Via del Fosso</b> che percorriamo fino ad arrivare ad un piccolo portico. Godetevi la vista dallo spiazzo davanti anche se c'è scritto ‘proprietà privata’.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Risalite ora per <b>Via dei Baroncelli</b>. Ebbene sì, se ve lo state chiedendo, oggi vi faccio fare un trekking urbano più intenso degli altri giorni.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Al primo incrocio a sinistra prendete per il <b>Vicolo della Viola</b>. In fondo c’è un fontino che serviva questa zona. Scendete qualche metro a sinistra e poi a destra prendete il <b>Vicolo del Fontino</b>. Percorretelo tutto. Quando vi ritroverete nella corte interna, leggete la lapide contro i ‘rumori molesti’. Mi fa sempre sorridere quando lo leggo. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Questa palazzina vi sembrerà strana per la sua diversità rispetto alle altre intorno in mattoni. In realtà nel Trecento le facciate delle case di Siena erano tutte colorate come ben ha rappresentato Ambrogio Lorenzetti nell’allegoria del Buon Governo che avete già visto anche voi, quindi questo colore giallo rientra proprio nella paletta di colori autorizzata tutt'oggi per le facciate. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Se l'argomento vi interessa, ecco il mio suggerimento libresco: <i>I colori di Siena. Gli intonaci decorati del centro storico</i> di Elena Matteuzzi.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Proseguiamo fino a sbucare nel <b>Vicolo di Provenzano</b> e a destra fino alla parte alta di <b>Via dei Baroncelli</b>. Girate a sinistra e poi a destra per <b>Piazza San Francesco</b>. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>PAUSA PRANZO</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">A questo punto direi di fermarsi per la pausa pranzo. In <b>Via de Rossi</b>, quindi prima della Piazza, trovate diversi ristoranti, bar e alimentari, tante volte preferiste prendere qualcosa al volo da consumare seduti in una panchina della Piazza.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Qualunque sia la vostra scelta sappiate che poi ci ritroviamo a San Francesco.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">La Chiesa si presenta uniforme nella facciata grazie al rifacimento Ottocentesco. In realtà la costruzione della prima Chiesa francescana fu iniziata nel 1228 e terminata nel 1255. Nei secoli successivi poi è stata ampliata.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">La Chiesa custodisce le sacre particole. Si tratta di 351 ostie consacrate che furono rubate da ignoti ladri sacrileghi il 14 agosto 1730 e ritrovate, dopo tre giorni, in una cassetta delle elemosine nella Chiesa di Provenzano. Da allora, le sacre particole sono rimaste integre. Il numero è diminuito perché sono state utilizzate via via per fare delle ricognizioni di cui la più recente risale al 2014.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">All’interno della Basilica, tra le altre opere, ci sono affreschi di Ambrogio e Pietro Lorenzetti. Si trovano nella terza a seconda cappella a sinistra dell’altare. Nel 2017 in occasione della Mostra di Ambrogio Lorenzetti anche questi affreschi sono stati restaurati e quelli di Ambrogio Lorenzetti sono stati accessibili al pubblico. Ho raccontato in <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/02/dentro-il-restauro-aspettando-la-mostra.html">questo post</a> come è andato il mio incontro ravvicinato con Ambrogio!</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>Curiosità:</b> Piazza San Francesco era un luogo frequentato da Federigo Tozzi, scrittore senese del Novecento che abitava nei paraggi. Leggete <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/01/federigo-tozzi-siena-1883-roma-1920.html">qui</a> cosa ha scritto a proposito della Chiesa di San Francesco in uno dei suoi libri.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">In Piazza San Francesco si trova anche un gioiello della pittura senese del Cinquecento: l’<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/04/oratorio-di-san-bernardino-siena.html">Oratorio di San Bernardino</a> con affreschi di Sodoma, Beccafumi e altri. Se è aperto, vi consiglio di visitarlo. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Dall'Oratorio si accede anche al Museo Diocesano di Arte Sacra dove potrete ammirare, tra tante altre opere, la <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/12/madonna-del-latte-di-ambrogio-lorenzetti.html">Madonna del Latte</a> di Ambrogio Lorenzetti, il primo artista a rappresentare l’umanità di questo soggetto.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">A destra della Chiesa di San Francesco c’è l’ingresso alla Facoltà di Economia dell'Università di Siena. Appena varcata la soglia vi ritroverete in un chiostro. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>Curiosità:</b> le vedete quelle scale in fondo? Avvicinatevi. Aguzzate la vista. Li vedete quegli stemmi? Appartengono alla famiglia Tolomei e, secondo la tradizione, stanno ad indicare il luogo di sepoltura dei 18 Tolomei che, secondo la tradizione, furono uccisi a tradimento dai Salimbeni durante una merenda di pacificazione avvenuta in una Villa in zona sud di Siena che ancora oggi è chiamata di ‘Malamerenda'. Per maggiori dettagli vi invito a leggere <a href="http://www.sienanews.it/cultura/la-malamerenda-tra-tolomei-e-salimbeni/">questo articolo</a>. Come avrete intuito queste due potenti famiglie senesi erano rivali.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
Permettetemi di condividere con voi un personale flashback. Negli ultimi anni 'Ottanta del secolo scorso, in cui ho frequentato la Facoltà di Scienze Economiche Bancarie a Siena, ogni giorno mi recavo qui per seguire le lezioni o per andare a studiare in Cripta. Questo chiostro mi era quindi molto familiare all'epoca e questa memoria mi suscita gratitudine nel cuore ogni volta che ci torno, oggi, per esercitare il mio diritto di voto. Infatti il mio seggio viene allestito qui.<br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>CONTRADA DEL BRUCO</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Ora torniamo in Via dei Rossi e fermiamoci un attimo davanti ai 'ferri di San Francesco', così viene chiamata dai senesi quella ringhiera che vedete con le moto parcheggiate davanti.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>Curiosità:</b> la vedete quella donna nuda affacciata alla finestra? Si tratta di una scultura realizzata dall'artista senese Pier Luigi Olla per la Contrada del Bruco nel 1995. Davanti a lei pende un melograno con un bruco. Non conosco il significato dell'insieme e personalmente</span><span style="font-family: inherit;"> non mi aveva mai colpito in maniera particolare finché su Instagram una ragazza spagnola non ha accompagnato l’immagine con i versi di una canzone spagnola che dice:</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">"Mis ojos curiosos te buscan </span>(I miei occhi curiosi ti cercano)<br />
<span style="font-family: inherit;">y aunque no te encuentran, </span><span style="font-family: inherit;">(</span>e sebbene non ti trovino,)<br />
<span style="font-family: inherit;">me quedo en un lado </span><span style="font-family: inherit;">(rimango in disparte)</span><br />
<span style="font-family: inherit;">por verte pasar" </span><span style="font-family: inherit;">(per </span>vederti passare)<br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Gruppo Elefantes<br />Il titolo della canzone: Por verte pasar </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ecco, da allora non sono più indifferente quando la vedo.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Sotto ai ferri di San Francesco c'è la fontanina della Contrada del Bruco.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Noi ora imbocchiamo il vicolo del palazzo dove si trova la scultura di Olla. </span><span style="font-family: inherit;">Si tratta del <b>Vicolo degli Orbachi.</b> All’inizio si apre su un belvedere. Proseguite e girate ancora a sinistra per percorrere l'altro tratto del Vicolo che è cieco. </span><span style="font-family: inherit;">Bello, no? </span><span style="font-family: inherit;">Certo, bisogna stare attenti per non scivolare ma io lo trovo molto suggestivo.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Quando tornate indietro da quest'ultimo tratto del Vicolo, seguite la stradina che scende giù negli Orti. Di <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/01/orti-di-siena-per-betuscan-de-iltirreno.html">Orti a Siena</a> ce ne sono diversi anche se non più con le erbe aromatiche di un tempo. Sono diventati dei giardini. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Scendete giù fino a <b>Via degli Orti</b>. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>CONTRADA DELLA LUPA</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Da Via degli Orti scendete ancora fino a <b>Pian d’Ovile</b>.<b> </b>Cercate <b>Porta Ovile</b> come riferimento e poi <b>Via Vallerozzi</b>, une delle vie più ripide di Siena, cuore della Contrada della Lupa. Circa a metà infatti si trova l’Oratorio della Contrada. Prendete la strada a sinistra dell'Oratorio (date un'occhiata a destra: c'è la fontanina della Contrada) e seguite il vostro istinto verso <b>Fontenuova</b>. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Bellissima! Non trovate?</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Da Fontenuova, sempre seguendo l’istinto o chiedendo a qualche passante, prendete il <b>Vicolo Borgo Franco</b> fino in cima. Voltandovi vedrete il retro di Fontenuona. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>Curiosità:</b> sopra la Fonte ci sono dei locali dove è stato allestito un museo, il <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2018/01/luigi-presicce-al-museo-d-di-siena.html">Museo d’Inverno</a>. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Da <b>Via Stufa Secca</b> dove vi trovate ora seguite verso destra fino a <b>Via Garibaldi</b>.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>CONTRADA DELL'ISTRICE</b></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Girate a sinistra e poi a destra: Siete in <b>Via Camollia</b>. Percorretela fino ad arrivare in un piazzale sulla destra che si chiama <b>Costa Paparoni</b>.<b> </b> Singolare il nome, vero? Sembra che nel palazzo all’angolo, dove si vedono ancora gli archi bianchi in pietra, sia nato papa Alessandro III le cui gesta abbiamo visto ieri nella Sala di Balìa del Museo Civico.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">A me piace tantissimo questa ‘costa’ anche se c’è un parcheggio. L’unico giorno dell’anno in cui non ci sono le macchine è durante la festa titolare della Contrada dell’Istrice, nel cui territorio ci troviamo.</span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">La Contrada dell'Istrice è rivale della Contrada della Lupa. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">A sinistra invece c'è una stradina che porta alla <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/04/santa-maria-in-portico-fontegiusta.html">Chiesa di Fontegiusta</a>. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Proseguendo a diritto invece sarete sicuramente colpiti ad un certo punto da una Chiesa sulla sinistra dalla facciata in arenaria. Si tratta della <b>Chiesa di San Pietro alla Magione</b>. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">"Segnalata come ospedale dei templari ancora nel 1240 e poi dei gerosolimitani, costituisce, coi resti degli antichi locali annessi alla fondazione, uno dei complessi medievali più significativi del tessuto urbanistico di Siena. Il suo schema iconografico - una sola navatella con abside semicircolare - presenta un motivo di notevole interesse di studio. Nella facciata, rifatta col portale attuale forse nei primi anni del Trecento, si possono notare a fianco di quello i resti di due portali affiancati."<br />Tratto da Romanico Senese di Italo Moretti e Renato Stopani</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Girate intorno alla Chiesa sulla destra per ammirare il campanile e vedere la fontanina della Contrada dell’Istrice.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Torniamo in Via Camollia fino ad arrivare alla <b>Porta Camollia</b>, l’ingresso principale alla città per chi arriva da Firenze. </span><span style="font-family: inherit;">Immaginate che da qui arrivavano i Pellegrini che percorrevano la Via Francigena o Romea. </span><span style="font-family: inherit;">Mi corre l’obbligo di farvi uscire un attimo dalla Porta per farvi leggere la scritta sull'arco: ‘Cor magis tibi Sena pandit’ (Siena ti apre un cuore più grande di questa porta). </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">È una bella frase di benvenuto... ma non pensata per voi anche se è diventata simbolo dell'ospitalità senese. </span><span style="font-family: inherit;">Risale al tempo dei Medici e fu apposta in onore dell'entrata a Siena di Ferdinando I dei Medici. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ritornate dentro la Porta e aguzzate la vista per trovare ben due lastre del <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/11/trekking-urbano-2013-siena-tempo-zulu.html">Tempo Zulu</a>. Dopodiché imboccate <b>Via Campansi</b> e, ad un certo punto sulla destra, proseguite per </span><span style="font-family: inherit;"><b>Via del Pignattello</b> e percorretela fino in fondo. </span><span style="font-family: inherit;">Dovreste riconoscere l’incrocio.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Prendete <b>Via dei Montanini</b>. Sono certa che ad un certo punto la vostra attenzione sarà attratta da una Chiesa con facciata rinascimentale. Se fosse aperta, entrate per ammirare la tavola con la <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2012/04/settimana-della-cultura.html">Madonna delle Nevi</a> da cui prende il nome la Chiesa.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: inherit;">Proseguite poi per Via dei Montanini<b> </b>che diventa <b>Banchi di Sopra</b>,<b> </b>il 'corso' di Siena praticamente,<b> </b>e fermatevi in <b>Piazza Salimbeni</b>.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Qui finisce il nostro sesto giorno. Non vi sembra 'il cielo in una stanza'? È bellissima questa Piazza e questa volta forse sono contenta dell'intervento di Giuseppe Partini perché questa Piazza non è nata così. Date un'occhiata <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/10/faimarathon-13-ottobre-2013-revival.html">qui</a>. È la sede storica del Monte dei Paschi di Siena ed il Museo che si trova all'interno viene aperto al pubblico ogni tanto con visite guidate gratuite.</span><br />
<br />
<b>Curiosità:</b> questa notizia l'ho avuta quest'anno da un ragazzo di seconda media che ha avuto la fortuna (sono io ovviamente a sostenere che sia una fortuna) di avere un'insegnante di italiano che ha organizzato una caccia al tesoro per la città da fare per conto loro. Ebbene, posizionatevi davanti al palazzo a destra sulla Piazza. Alzate lo sguardo. Li vedete tutti quei busti? Ebbene, aguzzate la vista. Tra di loro c'è il Sommo Poeta!<br />
<br />
---<br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"></span></span><br />
<b>Siena in 7 giorni:</b> <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-primo-giorno.html">primo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-secondo-giorno.html">secondo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-terzo-giorno.html">terzo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quarto-giorno.html">quarto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quinto-giorno.html">quinto giorno</a>, sesto giorno, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-settimo-giorno.html">settimo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/08/Siena-in-7-giorni-indice-e-altri-contributi.html">indice e altri contributi</a>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-2726839765807993882020-07-13T05:00:00.004+02:002021-05-15T16:28:21.345+02:00Siena in 7 giorni: quinto giorno<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<img alt="Immagini dei luoghi visitati il quinto giorno di Siena in Sette giorni" border="0" data-original-height="312" data-original-width="820" height="241" src="https://1.bp.blogspot.com/-uFxG9BMr2ZM/XwczZB3IoII/AAAAAAAAIc8/3bDNPVgWKe0rbpKIw8NUbrnCdLvLr-5rwCLcBGAsYHQ/s640/sienainsettegiorni.png" title="Siena in Sette giorni" width="640" /></div>
<br />
In questo quinto giorno di <b>Siena in 7 giorni</b> andiamo direttamente in <b>Piazza del Campo</b> per visitare il <b>Museo Civico</b> e, per i più sportivi, salire sulla <b>Torre del Mangia</b> per godere dello spettacolo di Siena a 360°. Dopodiché percorreremo i territori delle Contrade Torre, Valdimontone e Nicchio.<br />
<br />
Nei giorni scorsi avete avuto già modo di dare una sbirciatina a Piazza del Campo e ci metterei quasi la mano sul fuoco che ne siete rimasti affascinati.<br />
<br />
Non avete avuto l’impressione di ‘entrare’ in una stanza, una bellissima stanza d’altri tempi?<br />
<br />
Ve lo chiedo perché può succedere questo, come può succedere che qualcuno noti che non ci sono ‘panchine’, che è ciò che caratterizza le piazze, no? È successo a me, ma ero piccola e sciocca; quindi mi giustifico da sola :-D<br />
<br />
<b>PIAZZA DEL CAMPO</b><br />
<br />
La Piazza è a forma di conchiglia per la forma del terreno.<br />
<br />
È nata come luogo per il mercato ed è divisa in nove spicchi in ricordo del Governo dei Nove, guelfo, che nei suoi 68 anni di governo, dal 1287 al 1355, portò Siena al suo massimo splendore urbanistico e artistico.<br />
<br />
È dal 2013 che ogni anno nel fine settimana più prossimo alla Festa dell'Immacolata (8 dicembre) viene riproposto il <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/12/mercato-nel-campo-di-siena-edizione-2013.html">Mercato nel Campo</a> rievocando quello medievale regolato dal Costituto senese del 1309-1310.<br />
<br />
Apprezzo in maniera particolare questa manifestazione perché trovo di ottima qualità i prodotti alimentari e di artigianato delle aziende e botteghe che vi prendono parte.<br />
<br />
La Piazza nel tempo è stata utilizzata sempre più spesso per eventi pubblici come concerti ma anche manifestazioni sportive. C'è da dire però che per i senesi il Campo vuol dire principalmente Palio, la carriera di cavalli che si corre ogni anno il 2 luglio e il 16 agosto, e non potrebbe essere altrimenti.<br />
<br />
Ne approfitto intanto per dirvi che Piazza del Campo è terreno neutro nel senso che non appartiene al territorio di nessuna Contrada.<br />
<br />
In <b>Piazza del Campo</b> vi invito a soffermarvi su:<br />
<br />
- i nove spicchi in mattoni con cui si presenta la Piazza, in ricordo del Governo dei Nove, ultimato nel 1346;<br />
- la <b>Fonte Gaia</b>, di Tito Sarrocchi (ieri avete visto gli originali di Jacopo della Quercia al Santa Maria della Scala di Siena, ricordate?);<br />
- la <b>Cappella di Piazza</b> alla base della Torre del Mangia fu costruita per ringraziare la Madonna per la fine della peste del 1348. Fu iniziata nel 1352 ma i lavori andavano talmente a rilento che videro la fine solo nel 1379 e la parte superiore fu addirittura poi ristrutturata negli anni ‘60 del ‘400.<br />
- <b>Palazzo Pubblico</b>, sede tutt’oggi degli organi di governo del Comune di Siena, costruito in diverse fasi e inglobando edifici preesistenti a partire dagli anni ‘90 del ‘200. Intorno al 1310 il corpo centrale del Palazzo doveva essere terminato senza le due ali del secondo piano che furono aggiunte nel Seicento. Nel 1348 dovevano essere ultimati i piani del lato in cui è stata inserita anche la Torre del Mangia, quindi le carceri e il salone per il gran Consiglio trasformato in teatro nel Cinquecento e, dopo avverse vicende, l'attuale Teatro dei Rinnovati. Bellissimo! Tornando al Palazzo, nell'Ottocento è stata restaurata la facciata. Anche nel Palazzo Pubblico troviamo un 'omaggio' al Governo dei Nove: la merlatura cadenzata da nove merli 'guelfi'. Vi ricordate, no, la differenza con quelli 'ghibellini'? Li abbiamo incontrati il secondo giorno.<br />
<br />
<b>Curiosità:</b> ci sarebbero tante cose da dire su Palazzo Pubblico, anche solo della facciata. Intanto sono sicura che vi avrà colpito quel 'sole' enorme con i raggi in ricordo di San Bernardino che in Piazza del Campo teneva le sue prediche come avete potuto vedere il terzo giorno nella tavola di Sano di Pietro al Museo dell'OPA. Questo sole rappresenta l'ennesima testimonianza della compresenza di sacro e profano nella storia di Siena; ma la curiosità di cui voglio parlarvi è il 'sorriso' dello street artist <b>Clet Abraham</b> installato nel 2015, per qualche settimana, sotto al sole di San Bernardino. Be', a me quell'intervento temporaneo piacque moltissimo mentre l'opinione pubblica di Siena fu molto divisa. In <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/10/clet-abraham-su-sorride-siena.html">questo post</a> ho testimoniato con foto quell'intervento di sicuro unico per Siena.<br />
<br />
- la <b>Torre del Mangia</b>, iniziata nel 1325 e ultimata nel 1348, indiscusso simbolo di Siena. È alta 102 metri fino al parafulmine. Ci sono circa 400 scaloni per salire in cima, non ci sono ascensori, lo spazio è ristretto ma l'accesso è consentito a piccoli gruppi per volta. La vista è spettacolare.<br />
<br />
Piazza del Campo si presenta oggi in tutta la sua simmetria ma sappiate che non è stato sempre così, come testimoniano i dipinti d’epoca come ad esempio la Caccia ai Tori in Piazza del Campo del 1546 (1585) di Vincenzo Rustici custodito nel Museo di Palazzo Salimbeni.<br />
<br />
Infatti Fonte Gaia all’inizio era messa in alto, a destra dell'attuale Fonte, nello spicchio in corrispondenza del Bar Manganelli. Una lapide 'anonima' ne ricorda la posizione.<br />
<br />
Poi cos'è successo? Che nell’Ottocento a Siena c’è stato un architetto, Giuseppe Partini, che oltre alla fissazione per il ritorno allo stile Gotico nelle facciate dei palazzi (ne ho scritto <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/10/faimarathon-13-ottobre-2013-revival.html">qui</a>) era fissato con la 'simmetria' e quindi propose lo spostamento della Fonte con la conseguente deviazione del bottino che alimenta Fonte Gaia.<br />
<br />
Dei bottini ve ne parlerò l’ultimo giorno. Pazientate ancora un po'.<br />
<br />
<b>MUSEO CIVICO E TORRE DEL MANGIA</b><br />
<br />
L’ingresso al Museo Civico e alla Torre del Mangia è a destra della Cappella di Piazza, dal Cortile del Podestà,‘entrone’ per i senesi. È da qui che i cavalli escono durante i giorni del Palio per le prove e per la Carriera.<br />
<br />
Immaginatevelo tutto ricoperto di tufo come anche tutto l’anello esterno della Piazza dove si corrono i tre giri di Palio.<br />
<br />
Al Museo Civico di Siena ci si va per vedere principalmente:<br />
<br />
- l’affresco con la <b>Maestà</b> (1315) di <b>Simone Martini</b> (ecco svelata la terza Maestà come vi ho accennato ieri) nella Sala del Mappamondo realizzato quattro anni dopo la Maestà di Duccio che avete visto al Museo dell’OPA. Non sembra anche a voi che siano passati molti più anni tra una raffigurazione e l’altra già solo per il diverso colore dello sfondo: oro in Duccio, azzurro in Simone?.<br />
<br />
Il poeta Mario Luzi, che ha scritto il poema 'Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini', sosteneva di essere rimasto folgorato dall'arte di Simone Martini perché gli appariva "un'arte reale e realistica e al tempo stesso assoluta, concreta e ascendente".<br />
<br />
Pensate che durante il recente restauro conservativo della Maestà di Simone Martini è stato possibile salire sull'impalcatura e ammirare da vicino i volti dei personaggi di questo che sembra un 'corteo' regale. È stata un'esperienza incredibile.<br />
<br />
- il <b>Guidoriccio da Fogliano </b>(1328), sempre di <b>Simone Martini,</b> nella parete opposta alla sua Maestà, con il caratteristico 'pattern' della gualdrappa; un cavaliere con "la sua cavalcata solitaria e desertica" (cit. Mario Luzi). Soffermatevi un attimo con lo sguardo sugli accampamenti per cogliere i particolari come ad esempio la 'catapulta', un'antica macchina da guerra.<br />
<br />
- gli affreschi del <b>Buon Governo e del Cattivo Governo e i loro effetti in città e in campagna</b> (1338-1340) di <b>Ambrogio Lorenzetti </b>nella<b> </b>Sala detta della Pace per l'allegoria della pace (la troverete senza che ve la indichi, ne sono sicura). Osservate i dettagli di questi affreschi, soprattutto nella parete con gli effetti del Buon Governo che sono meglio conservati rispetto a quelli con gli effetti del Cattivo Governo. Vi do qualche dritta: matrimonio in primo piano, scolaresca, muratori, ciabattino, cinta senese, forca, Talamone.<br />
<br />
Pensate che quando Ambrogio realizzò questi affreschi l’ingresso alla sala era nell’angolo tra l’allegoria del Buon Governo e quello del Cattivo governo. Qui si riuniva il Governo dei Nove e a tal proposito San Bernardino scrisse:<br />
<br />
«Voltandomi a la pace, vego le mercanzie andare atorno, vego balli, vego racconciare le case, vego lavorare vigne e terre, seminare, andare a’ bagni, a cavallo, vego andare le fanciulle a marito, vego le grege de pecore, etc. … E per queste cose, ognuno sta in santa pace e concordia.<br />
<br />
Guarda el suo opposito, a dire guerra! È una cosa ruvida tanto, che dà una rusticheza tanto grande, che fa inasprire la bocca. Voi l’avete dipènta di sopra nel vostro Palazo, che a vedere la Pace dipènta è una allegreza. E cosi è una scurità a vedere dipènta la Guerra dall’altro lato».<br />
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Una sosta la merita anche la <b>Cappella</b> per ammirare il <b>coro ligneo</b> di <b>Domenico di Niccolò</b> dei Cori con gli articoli del Credo. Non c'è bisogno a questo punto che vi ricordi che a Siena abbiamo tante rappresentazioni del Credo, giusto?</div>
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<br /></div>
Prima di venire via, fate un salto nella <b>Loggia dei Nove</b> per vedere il panorama della campagna dentro le mura.<br />
<br />
Se volete dedicare ancora del tempo alla visita del Museo Civico allora vi segnalo anche:<br />
<br />
- la <b>Sala del Concistoro</b> con gli affreschi Cinquecenteschi della volta di Domenico Beccafumi. L'artista vi ha rappresentato episodi virtuosi di eroi greci e romani con l'intento di ricordare ai governanti che gli atti rivolti al bene pubblico devono avere la priorità rispetto a quelli rivolti al bene privato.<b> Curiosità:</b> il Beccafumi ottenne questa importante commissione grazie agli affreschi realizzati nel 1519 a Palazzo Bindi Sergardi, oggi Casini Casucci, nella vicina Via dei Pellegrini in occasione di un matrimonio. Ho raccontato <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2018/09/domenico-beccafumi-affreschi-di-palazzo.html">qui</a> la mia visita.<br />
- la <b>Sala di Balìa</b> con gli affreschi, risalenti ai primi anni del '400, di Spinello Aretino con Storie della vita di papa Alessandro III, papa senese salito al soglio pontificio nel 1159 per rimanervi fino al 1181, che ritroveremo nella passeggiata di domani. Una delle scene più concitate è quella della Battaglia navale a Punta Salvatore tra veneziani e imperiali.<br />
- la <b>Sala del Risorgimento</b> con affreschi Ottocenteschi di stile purista che celebrano Vittorio Emanuele II, primo re dell'Italia unita, illustrando gli avvenimenti principali che avevano segnato la sua vita.<br />
<br />
Usciti dal Museo Civico preparatevi a fare circa 400 scalini per salire in cima alla Torre del Mangia.<div><br />
Lo spettacolo è assicurato.<br />
<br />
<b>PAUSA PRANZO</b><br />
<br />
Una volta scesi credo che un po’ di fame vi sarà venuta per cui il mio consiglio è di dirigervi verso l’Orto de’ Pecci (verificate prima se è aperto altrimenti dovrete tornare indietro) o in alternativa in Piazza del Mercato.<br />
<br />
La destinazione comune dopo aver fatto pranzo sarà la <b>Basilica dei Servi</b> nella Contrada di Valdimontone.<br />
<br />
L’<b>Orto de’ Pecci</b> è l'unico ristorante che citerò in questa guida, almeno in questa versione, e non perché non abbia le mie preferenze (magari chiedetemelo per e-mail, nel caso) ma perché L'Orto de' Pecci ha un bel progetto dietro. Si tratta infatti di una realtà gestita da una cooperativa onlus che ha come scopo l’integrazione nel lavoro di persone svantaggiate.<br />
<br />
E poi, si mangia bene!<br />
<br />
Cucina tipica toscana con alcuni piatti anche vegetariani e vi assicuro che riempie il cuore sapere che esiste una realtà come questa all’ombra della Torre del Mangia; infatti vi sembrerà di trovarvi in campagna mentre la Torre è lì a un tiro di schioppo a sorvegliare su tutto.<br />
<br />
Se poi siete fortunati potreste vedere la meraviglia e cioè il pavone dell'orto fare la ruota con la coda mostrandovi le sue piume dai colori sgargianti. Bellissimo.<br />
<br />
<b>Curiosità:</b> la vedete quella 'testa' che sembra essere atterrata dallo spazio in mezzo al prato? <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/10/siena-contemporanea-installazioni-urbane.html">Qui</a> ho raccontato della prima volta che l'ho vista.<br />
<br />
<b>CONTRADA DELLA TORRE</b><br />
<br />
Sia che vogliate provare la cucina dell’Orto de’ Pecci, sia che vogliate dirigervi direttamente verso la Basilica dei Servi, una volta scesi dalla Torre del Mangia, vi consiglio di imboccare <b>Via del Porrione</b>, la seconda via a destra praticamente, e scendere per il <b>Vicolo delle Scotte</b> che troverete a destra. Da qui sappiate che stiamo percorrendo il territorio della Contrada della Torre rivale della Contrada dell'Oca. A metà del vicolo delle Scotte incontrerete la <b>Sinagoga di Siena</b>, visitabile e molto interessante, e anche la stalla del cavallo della Contrada.<br />
<br />
Imboccate la via davanti alla Sinagoga, <b>Via degli Archi</b> che diventa <b>Vicolo della Fortuna</b>. Scendete per il <b>Vicolo del Vannello</b> quando lo incrociate sulla destra per arrivare in <b>Via di Salicotto</b>, il cuore della Contrada della Torre dove ci sono l'Oratorio, Il Museo e la fontanina per il battesimo contradaiolo.<br />
<br />
Da Via di Salicotto prendete <b>Via dei Malcontenti</b> a destra e vi troverete in <b>Piazza del Mercato</b>.<br />
<br />
Per andare all'Orto de' Pecci prendete <b>Via di Porta di Giustizia</b>, praticamente la strada in basso che si vede da Piazza del Mercato, e che da un certo punto in poi diventa sterrata: è la parte che vi porterà all'Orto.<br />
<br />
<b style="color: #cc0000;">Se quindi avrete deciso di fermarvi a mangiare all'Orto de’Pecci</b>, dopo pranzo continuate per la stradina sterrata in salita fino ad arrivare al cancello d’uscita. In pratica percorrerete gli spazi dell’<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/06/ex-manicomio-san-niccolo-di-siena.html">ex Ospedale Psichiatrico di Siena</a>.<br />
<br />
Quando sarete arrivati in cima, uscite dal cancello e prendete <b>Via Roma</b> a sinistra, ancora a sinistra <b>Via Valdimontone</b>, salite la scalinata sulla destra e arriverete alla <b>Basilica dei Servi.</b><br />
<br />
<b><span style="color: #cc0000;">Se invece vi fermate a mangiare in Piazza del Mercato</span></b>, dopo pranzo prendete <b>Via di Porta di Giustizia</b> che diventa <b>Via del Sole</b> poi <b>Via San Girolamo</b> e poi <b>Via dei Servi</b> fino alla <b>Basilica dei Servi.</b><br />
<br />
<b>CONTRADA DI VALDIMONTONE</b><br />
<br />
Qui ci troviamo nella Contrada di Valdimontone.<br />
<br />
La Basilica dei Servi conserva un opera molto significativa. Si tratta della <b>Madonna del Bordone</b> realizzata dal fiorentino <b>Coppo di Marcovaldo</b> nel 1261 per pagare il proprio riscatto.<br />
<br />
La tavola si trova entrando nel secondo altare a destra.<br />
<br />
<b>Curiosità:</b> l'iconografia di questa tavola è bizantina con delle novità sulle quali vi invito a soffermarvi come lo schienale a forma di lira, che era legato all'iconografia imperiale come anche le scarpe rosse; le lumeggiature, quei fili dorati nei panneggi, che creano un senso del volume del corpo al di sotto delle vesti; il panno sotto al Bambino che impedisce il contatto diretto con il corpo della Madonna, che forse allude alla Sindone, cioè il panno su cui è appoggiato il corpo di Cristo deposto dalla croce; i volti della Madonna e del Bambino non bizantini perché sono stati ridipinti nel Trecento per renderli uguali a quelli della Maestà di Duccio di Buoninsegna perché per i fedeli quello era 'il' volto della Madonna.<br />
<br />
Del panorama stupendo sui monumenti simbolo di Siena visibile dal sagrato della Basilica credo che ve ne sarete già accorti da soli.<br />
<br />
Nel piazzale davanti alla Chiesa c’è un’altra lastra del percorso <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/11/trekking-urbano-2013-siena-tempo-zulu.html">Tempo Zulu</a>. E’ una parola scritta in codice Morse. Provate a trovarla, scendendo verso Via dei Servi, sulla destra.<br />
<br />
Subito a sinistra invece prendete <b>Vicolo del Pulcetino</b>. Una stradina chiusa con lo stesso panorama che si vede dalla Chiesa, ovviamente.<br />
<br />
Riprendete Via dei Servi, Via San Girolamo, Via Pagliaresi.<br />
<br />
A metà di Via Pagliaresi, lato Contrada del Leocorno (e già, questa Via da un lato appartiene al territorio di Valdimontone e dall'altra al territorio del Leocorno che percorreremo meglio domani) c’è un vicolo stupendo secondo me, oserei dire 'esotico' per tutte le piante lungo la strada. È il <b>Vicolo degli Orefici</b>. Percorretelo tutto e poi tornate indietro e girate a sinistra fino a <b>Via Pantaneto</b>. Poi a destra fino all’<b>Arco di San Maurizio</b>.<br />
<br />
Oltrepassato l’arco ci troviamo nel Ponte di Romana, a destra c’è la Fonte di San Maurizio ma noi ci dirigiamo a sinistra verso <b>Via dell’Oliviera</b>.<br />
<br />
<b>CONTRADA DEL NICCHIO</b><br />
<br />
Stiamo andando nel territorio della Contrada del Nicchio, rivale del Valdimontone.<br />
<br />
Andate avanti fino ad incrociare <b>Via dei Pispini</b>. Nella biforcazione c’è l’Oratorio della Contrada del Nicchio. Andando ancora avanti c’è la bellissima <b>Fontana dei Pispini </b>del Cinquecento. In fondo invece si trova Porta Pispini e appena prima della Porta, sulla destra, c’è l’ingresso al <b>Giardino dei Profumi</b> con i lavatoi riportati recentemente al loro splendore. Sarà il caso di fare una breve sosta, che dite? E' accessibile tutti i giorni, tranne il lunedì, con orari diversi a seconda della stagione.<br />
<br />
Tornando indietro alla biforcazione prendete Via Pispini sulla destra fino alla <b>Chiesa di Santo Spirito</b>. Salite le scale sulla destra e poi ancora a destra (sì, avete letto bene; qui c’è il carcere di Siena!) e inoltratevi nel <b>Vicolo di Finimondo</b> senza sfondo, neanche a dirlo.<br />
<br />
<b>Curiosità:</b> sulla sinistra c’è un corridoio e in fondo il busto di Bernardino Perfetti. Chi era costui? La risposta la trovate in <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/09/scoperte-estate-2015-siena.html">questo post</a>.<br />
<br />
Ritornate in su per Via dei Pispini. Se trovate il portone del numero civico 1 aperto, entrate per vedere il campanile della Chiesa di San Giorgio legato alla battaglia di Montaperti. Cosa rappresenta? Ve l'ho scritto <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/09/i-luoghi-siena-della-battaglia-di.html">qui</a><br />
<br />
Ci ritroviamo in Via Pantaneto che percorriamo fino alle <b>Logge del Papa</b>. Da notare prima delle Logge, lungo il lato sinistro della strada, la fontanina della Contrada del Leocorno e sulla destra al n. civico 7, entrando, un bellissimo pozzo.<br />
<br />
Oggi abbiamo camminato parecchio.<br />
<br />
Si potrebbe essere fatta l’ora giusta per prendere un tè e allora tè a Siena vuol dire <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/02/tea-room-siena_23.html">Tea Room</a> in Piazza del Mercato, aperto in genere nei mesi più freddi. Negli altri mesi dell'anno direi che c'è l'imbarazzo della scelta di posti dove fermarsi.<br />
<br />
Consiglio di lettura di oggi: <i>La Summa Politica di Ambrogio Lorenzetti</i> di Alois Riklin per venire a conoscenza delle diverse letture che si possono fare degli affreschi del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti.<br />
<br />
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<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"></span></span><br />
<b>Siena in 7 giorni:</b> <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-primo-giorno.html">primo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-secondo-giorno.html">secondo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-terzo-giorno.html">terzo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quarto-giorno.html">quarto giorno</a>, quinto giorno, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-sesto-giorno.html">sesto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-settimo-giorno.html">settimo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/08/Siena-in-7-giorni-indice-e-altri-contributi.html">indice e altri contributi</a></div>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-15312217499105693222020-07-06T05:00:00.002+02:002021-10-11T19:24:32.877+02:00Siena in 7 giorni: quarto giorno<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<img alt="Immagini dei luoghi visitati il quarto giorno di Siena in Sette giorni" border="0" data-original-height="312" data-original-width="820" height="242" src="https://1.bp.blogspot.com/-cUv7Nj0cguU/XvYTxgbzXcI/AAAAAAAAIbk/8VwfsHIn6qgSgInYvbNqORqH6WPyd7MlACLcBGAsYHQ/s640/siena_in_sette_giorni.png" title="Siena in sette giorni" width="640" /></div>
<br />
In questo quarto giorno di <b>Siena in 7 giorni</b> iniziamo con la visita all’antico <b>Spedale Santa Maria della Scala</b>, oggi Museo, e proseguiremo attraversando le Contrade Selva, Oca e Drago.<br />
<br />
Questo complesso somiglia ad un labirinto, come avrete modo di verificare.<br />
<br />
Si sviluppa sopra e sotto il piano stradale e non è stato costruito in un'unica volta ma è il risultato di continui ampliamenti. Per avere un'idea dell'insieme date un'occhiata alla riproduzione in scala che si trova nei pressi del Museo Archeologico nei piani inferiori.<br />
<br />
Il Santa Maria della Scala nasce nel Medioevo come luogo di accoglienza dei pellegrini che attraversando la Via Francigena facevano sosta a Siena per poi proseguire verso Roma, verso la Terra Santa oppure verso Santiago di Compostela.<br />
<br />
«<b>Peregrini</b> si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori della sua patria; in modo stretto non s’intende peregrino se non chi va verso la casa di Sa’ Iacopo o riede. È però da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l’Altissimo: chiamasi <b>palmieri</b> in quanto vanno oltremare, la onde molte volte recano la palma; chiamansi <b>peregrini</b> in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepoltura di Sa’ Iacopo fue più lontana della sua patria che d’alcuno altro apostolo; chiamansi <b>romei</b> quanti vanno a Roma». (Dante, Vita Nova).<br />
<br />
Successivamente è diventato luogo di accoglienza, dei gettatelli (neonati abbandonati) e ospedale.<br />
<br />
Oggi è Museo.<br /><span style="color: #cc0000;"><br /></span>
<b>Santa Maria della Scala: quarto livello</b><br />
<br />
Tornando alle sue origini però, meglio delle mie parole saranno gli affreschi Quattrocenteschi della <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/12/il-pellegrinaio-del-santa-maria-della.html">Sala del Pellegrinaio</a> a raccontarvi le attività che si svolgevano al Santa Maria della Scala e che si trova al 'quarto livello' che corrisponde al piano stradale quello cioè da dove si entra nel Museo.<br />
<br />
Pensate che questa Sala del Pellegrinaio era una camerata di degenti fino alla chiusura dell’Ospedale avvenuta alla fine degli anni novanta del secolo scorso.<br />
<br />
Che fine hanno fatto i reparti? Sono stati tutti trasferiti al Policlinico Le Scotte fuori città.<br />
<br />
Proseguiamo la nostra visita all'interno del Santa Maria della Scala visitando la <b>Cappella del Manto</b> (ex Sagrestia Vecchia) che in origine si trovava - superata la Sala del Pellegrinaio - sulla destra.<br />
<br />
L'originale Cappella del Manto fu realizzata per custodire l’acquisto di un lotto di reliquie in Terra Santa fatte passare come 'atto di donazione'. Deve il suo nome all’affresco raffigurante la Madonna del Manto realizzata da Domenico di Bartolo nel 1444.<br />
<br />
In quella attuale solo recentemente sono state trasferite le reliquie in questione. Prima erano esposte nei sotterranei del Santa Maria della Scala all'interno del percorso Tesoro di Siena. Ne ho scritto <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/02/il-tesoro-del-santa-maria-della-scala.html">qui</a> quando le reliquie si trovavano ancora lì.<br />
<br />
Nella Cappella del Manto in più, da qualche anno, è stata riportata <b>l'Arliquiera</b> dipinta intorno al 1445 da Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta per racchiudere le numerose reliquie possedute dal Santa Maria della Scala. Fino a qualche anno fa l'Arliquiera era esposta in Pinacoteca. E' bellissima. Potete intanto vedere di che si tratta cercandola <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/05/pinacoteca-di-siena-itinerario.html">qui</a><br />
<br />
Molti pezzi facenti parte del tesoro sono oggetti di valore che i pellegrini lasciavano al Santa Maria della Scala in custodia per non rischiare di perderli in caso gli capitasse di essere derubati durante il cammino.<br />
<br />
Il ritorno dei pellegrini non era cosa certa per cui, nel caso, gli oggetti lasciati in custodia diventavano parte del patrimonio del Santa Maria della Scala.<br />
<br />
<b>Santa Maria della Scala: terzo livello</b><br />
<br />
Dal quarto livello scendiamo al terzo livello dove troviamo la Cappella di Santa Caterina della Notte, il luogo dove Santa Caterina veniva a pregare, e gli originali di <b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/01/fonte-gaia-siena.html">Fonte Gaia</a></b> di Jacopo della Quercia a confronto con i gessi dell’attuale fonte ottocentesca di Tito Sarrocchi.<br />
<br />
Cosa posso aggiungere? Per me, Jacopo tutta la vita! Senza nulla togliere a Tito Sarrocchi. Per voi?<br />
<br />
A parte gli scherzi, se il terzo giorno avete scelto di visitare il Cimitero Monumentale della Misericordia avrete avuto modo di apprezzare il talento di Tito Sarrocchi. Altrimenti siete ancora nel posto giusto. Infatti nel quarto livello del Santa Maria della Scala si trova la Gipsoteca di Tito Sarrocchi.<br />
<br />
<b>Santa Maria della Scala: primo e secondo livello</b><br />
<br />
Scendendo ancora attraversiamo quella che un tempo era una vera e propria 'strada' da dove entravano i carri che portavano le derrate alimentari al Santa Maria della Scala ed entriamo in un ambiente dove sono disponibili due percorsi, quello del <b>Museo Archeologico</b> di cui ho parlato <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/07/museo-archeologico-di-siena.html">qui</a> e quello sul <b>Racconto della città dalle origini al Medioevo</b>.<br />
<br />
Ad un certo punto vi ritroverete davanti al ‘carnaio’, il luogo cioè dove venivano gettati i corpi delle persone che morivano.<br />
<br />
Personalmente ogni volta che arrivo in questo punto del Santa Maria della Scala sento il bisogno di fermarmi e di rivolgere un pensiero a questi scheletri che un tempo sono stati abitati da anime.<br />
<br />
<b>Curiosità:</b> se percorrete per conto vostro la strada che divide la parte archeologica dalle scale che provengono dalla Cappella di Santa Caterina della Notte, cercate una lastra di metallo per terra con una scritta. Fa parte del percorso <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/11/trekking-urbano-2013-siena-tempo-zulu.html">Tempo Zulu</a>. È l’unica delle lastre posizionata in un ambiente al chiuso.<br />
<br />
Per uscire dal Museo bisogna ritornare al quarto livello. Prima di venire via date un'occhiata se tante volte ci fosse una mostra nella zona vicino ai tornelli. Di solito sono incluse nel biglietto.<br />
<br />
Io credo che dopo la visita al Santa Maria della Scala ci stia bene uno spuntino, magari al Bar del Santa Maria, se non un vero e proprio pranzo!<br />
<br />
Quando avete fatto, imboccate il <b>Vicolo San Girolamo </b>(guardando la facciata del Santa Maria della Scala, il vicolo all'estrema destra). Avvertenza: occhio ai piccioni!<br />
<br />
<b>Curiosità:</b> noterete in questo vicolo la presenza di un 'ostello'. È stato aperto da pochi anni, da quando ha iniziato a prendere piede tra gli amanti dei 'cammini' il percorso della <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/06/sienafrancigena-trekking-urbano.html">Via Francigena</a>. Per informazioni occorre rivolgersi al Santa Maria della Scala.<br />
<br />
<b>CONTRADA DELLA SELVA</b><br />
<br />
In fondo al Vicolo San Girolamo c’è la Piazzetta della Contrada della Selva con l’Oratorio e la fontanina sulla sinistra.<br />
<br />
Noi andiamo a destra e imbocchiamo <b>Via Vallepiatta</b> e poi <b>Via del Costone</b>, la prima a sinistra. Fate attenzione a non scivolare. Scendete tenendovi al corrimano e fermatevi all'angolo per ammirare il panorama che si apre davanti a voi.<br />
<br />
In basso c’è la splendida <b>Fontebranda</b>, la fonte di Santa Caterina figlia di tintori, in alto la <b>Basilica di San Domenico</b> dove un dipinto della Santa, realizzato quando Caterina era ancora in vita, indica il luogo dove si recava a pregare. Non andiamo giù perché ci arriveremo da un altra parte per vedere da vicino Fontebranda. Traquilli.<br />
<br />
Mentre siete qui credo che non vi sfuggirà un grande tabernacolo con affresco. Questa volta non è raffigurata la Madonna ma la prima visione di Santa Caterina, avuta in questo luogo, all'età di soli sei anni. Un'iscrizione nella parte inferiore ne svela il contenuto.<br />
<br />
Tornate indietro per riprendere Via Vallepiatta.<br />
<br />
Proseguite per Via Franciosa tenendo d’occhio il lato sinistro della strada e non appena lo intravedete imboccate il <b>Vicolo delle Carrozze</b> e percorretelo tutto.<br />
<br />
A metà vicolo vi sorprenderà la vista sui tetti di Siena. Ci troviamo nel cuore della Contrada della Selva dove si trova la stalla del cavallo.<br />
<br />
"Dalla fine del Seicento questo vicolo divenne una specie di 'parcheggio' per le carrozze dei signori che soggiornavano nell'albergo "La Scala", cosiddetto perché il suo ingresso era in Piazza San Giovanni proprio di fronte alla scalinata del battistero, la cui insegna, pur sbiadita dal tempo, è ancora visibile nel palazzo attiguo al Ponte di Diacceto"<br />
Tratto dal libro Strad(N)ario di Roberto Cresti e Maura Martellucci<br />
<br />
Una volta usciti dal Vicolo delle Carrozze infatti, portatevi a sinistra dove vi attende un altro angolo iconico di Siena: San Domenico visto dal <b>Ponte di Diacceto</b>, sperando che non ci sia nebbia. Può capitare, a me è capitato ;-)<br />
<br />
Nel palazzo sulla sinistra vedrete l'insegna dell'albergo di cui sopra.<br />
<br />
<b>NOBILE CONTRADA DELL'OCA</b><br />
<br />
Continuate avanti e sulla sinistra imboccate <span style="font-family: inherit;"><b>Via della Galluzza</b></span>,<b> </b>altro vicolo caratteristico di Siena per i suoi archi di rinforzo tra i palazzi.<br />
<br />
Scendiamo giù. Qui ci troviamo nel cuore della Contrada dell’Oca. La Contrada più vittoriosa di sempre. La contrada della cantante Gianna Nannini.<br />
<br />
Percorrete tutta Via della Galluzza fino ad individuare il <b>Santuario di Santa Caterina</b> dove potrete ammirare:<br />
<br />
- il <b>crocifisso ligneo</b> di fine Duecento, nella Chiesa del Crocifisso, da cui Caterina ricevette le stimmate a Pisa nel 1375. Subito dopo la morte della Santa infatti, i senesi si adoperarono per portare quel crocifisso a Siena.<br />
- i <b>dipinti Cinquecenteschi</b> sulla vita della Santa nell'Oratorio della Cucina<br />
- gli <b>affreschi Ottocenteschi</b> sulla vita della Santa di Alessandro Franchi nell'Oratorio della Camera nel piano inferiore.<br />
<br />
Tra la Chiesa del Crocifisso e l'Oratorio della Cucina c'è una balaustra. Sporgetevi un po’ per ammirare la cupola del Duomo, in alto a sinistra.<br />
<br />
Non sembra anche a voi che si percepisca un'energia particolare in questo luogo? Ve lo avevo già accennato il primo giorno. A me sembra proprio di sì.<br />
<br />
Usciti dal Santuario prendiamo il <b>Vicolo del Tiratoio</b> sulla destra, che incrocia il <b>Vicolo del Trapasso</b>, fino ad arrivare in fondo dove c'è la splendida <b>Fontebranda.</b><br />
<b><br /></b>
Sedetevi su una panchina e riposatevi un po' che ve lo meritate!<br />
<br />
Finita la sosta prendete le scale che si trovano dietro a Fontebranda, sul lato sinistro.<br />
<br />
<b>Curiosità:</b> sappiate che nel piazzale a sinistra della Fonte dalla fine degli anni settanta dell'Ottocento agli anni Sessanta del secolo scorso c’era una piscina comunale! Ci sono delle foto che lo testimoniano. Fatevi un giro su Google.<br />
<br />
<b>CONTRADA DEL DRAGO</b><br />
<br />
In cima alle scale sbucherete nel <b>Vicolo del Campaccio</b>.<br />
<br />
Dirigetevi a sinistra verso la <b>Basilica di San Domenico</b>. La Basilica merita per gli affreschi del Sodoma sulla vita di Santa Caterina e per la terza <i>Maestà</i> che abbiamo a Siena, quella di Guido da Siena, in una delle cappelle del transetto sinistro. Una delle tre Maestà, quella di Duccio di Buoninsegna, l'abbiamo vista il secondo giorno. La terza la vedremo domani.<br />
<br />
Se non siete troppo stanchi entrate pure ad ammirarli, altrimenti proseguite per <b>Via della Sapienza</b> dove noterete senz’altro la Biblioteca Comunale degli Intronati e, quando siete in cima, girate a sinistra per ammirare il <b>Vicolo della Palla a Corda</b>. Qui si trova la stalla del cavallo della Contrada del Drago.<br />
<br />
In fondo al vicolo, prima dell’ultimo arco a destra, ci sono le scale che sbucano nella Galleria Metropolitan da dove c’è una magnifica vista.<br />
<br />
<b>Curiosità:</b> negli anni Ottanta del secolo scorso questa ‘galleria’ era tutta chiusa e c’era un cinema molto grande, il cinema Metropolitan per l’appunto. Oggi il cinema c'è ancora; ma di dimensioni ridotte. In compenso ci sono dei negozi.<br />
<br />
Usciti dalla galleria ci troviamo in <b>Piazza Matteotti.</b> Alla vostra sinistra ci sono le scale che portano all’Oratorio della Contrada del Drago mentre sotto, oltre il cancello, si va al Museo della Contrada. Dal cancello potrete ammirare la fontanina della Contrada.<br />
<br />
Pensate che il livello di questa Piazza corrispondeva a quello dell’Oratorio! Infatti qui c'era un poggio di proprietà della famiglia Malavolti. Lo sbassamento della Piazza avvenne per gradi e fu ultimata nell'Ottocento.<br />
<br />
Finisce qui il nostro percorso di oggi. Se vi trovate a Siena d’inverno magari potrete prendervi un sacchetto di castagne dall’omino che scorgerete in <b>Via Pianigiani</b>.<br />
<br />
Per coloro che hanno ancora un po’ di energia segnalo due lastre da cercare in Piazza Matteotti, una appartiene al Tempo Zulu e si trova davanti alla profumeria Douglas. L’altro invece è un volto di Madonna dell’artista senese Mauro Lippi e si trova nella zona antistante il Palazzo delle Poste.<br />
<br />
<br />
Prima di continuare, ecco una lettura consigliata per immergervi nel Santa Maria della Scala ai tempi di Caterina: il romanzo <i>Caterina della notte </i>di Sabina Minardi. Ho avuto l'occasione di fare qualche domanda all'autrice. Trovate l'intervista completa <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/07/caterina-della-notte-di-sabina-minardi.html">qui</a><br />
<br />
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<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"></span></span><br />
<b>Siena in 7 giorni:</b> <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-primo-giorno.html">primo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-secondo-giorno.html">secondo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-terzo-giorno.html">terzo giorno</a>, quarto giorno, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quinto-giorno.html">quinto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-sesto-giorno.html">sesto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-settimo-giorno.html">settimo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/08/Siena-in-7-giorni-indice-e-altri-contributi.html">indice e altri contributi</a>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-62187238703854935192020-06-29T05:00:00.001+02:002021-05-15T15:50:47.038+02:00Siena in 7 giorni: terzo giorno<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<img alt="Immagini dei luoghi visitati il terzo giorno di Siena in Sette giorni" border="0" data-original-height="312" data-original-width="820" height="241" src="https://1.bp.blogspot.com/-pF1Vs5aeTN0/XvXu0kJUncI/AAAAAAAAIbY/QkPTVw5gUU4TwYt2Waw6kaqEjof2dfGUgCLcBGAsYHQ/s640/siena_in_sette_giorni.png" title="Siena in sette giorni" width="640" /></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Il terzo giorno lo iniziamo dal <b>Museo dell’Opera del Duomo</b> e dal <b>Facciatone</b><b> </b>e, dopo aver attraversato parte del territorio della Contrada Capitana dell'Onda, lo concluderemo a nostro piacimento con una visita a scelta tra tre opzioni + 1.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Rimarremo nel Terzo di Città.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Anche per oggi direi di indossare scarpe comode.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>MUSEO DELL'OPA E FACCIATONE</b></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Rechiamoci in </span><b style="font-family: inherit;">Piazza Jacopo della Quercia</b><span style="font-family: inherit;">.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Scommetto che la parola ‘</span><b>facciatone</b><span style="font-family: inherit;">’ vi ha già incuriosito. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;">‘Facciatone’ è il nome che i senesi hanno dato alla ‘finestra sul cielo’ che vedrete già dalla Piazza ed è ciò che rimane dei sogni di grandezza dei senesi di voler costruire un Duomo più grande di quello di Firenze, storica rivale di Siena. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Pensate che la navata attuale del Duomo doveva diventare il transetto del Duomo Nuovo mai portato a termine per via della peste del 1348 che decimò la popolazione e per via dell’instabilità delle strutture portanti già costruite. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">L'ho raccontato in maniera più estesa il primo giorno <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2019/02/il-duomo-di-siena-come-una-matrioska.html">qui</a></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Il ‘facciatone’ sarebbe stato l’ingresso principale del Duomo Nuovo.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">La cosa bella per noi oggi è che possiamo salire sul Facciatone e ammirare Siena dall’alto dopo aver superato circa 140 scaloni. L’ingresso è dal Museo dell’OPA.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Cosa vuol dire OPA? È l’abbreviazione archivistica del termine ‘opera’, dal latino opus-eris, significa cantiere. (cit. Giulia Tacchetti)</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Il Museo dell’OPA ospita capolavori dell’arte di Siena tra i quali imperdibile è la <b>Maestà di Duccio di Buoninsegna</b> eseguita dal 1308 al 1311.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">La <i>Maestà</i> di Duccio fu realizzata per l’altar maggiore del Duomo di Siena.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"> </span><br />
<span style="font-family: inherit;">Le cronache dell’epoca narrano la processione con la quale venne portata in Duomo il giorno 9 giugno 1311 dalla bottega dell’artista in Via Stalloreggi (ci siamo stati ieri, ricordate?). </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Fu un tripudio, una grande festa. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">La <i>Maestà</i> rimase sull’altare maggiore del Duomo fino al 1506 quando per via del nuovo gusto estetico venne sostituito dal ciborio del Vecchietta tutt’oggi visibile.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Nel Museo dell’OPA possiamo ammirare sia il <b>recto con la Madonna in Maestà</b> circondata da angeli, santi e santi patroni di Siena Ansano, Savino, Crescenzio e Vittore con la bellissima invocazione/dedica di Duccio riportata alla base del trono della Madonna ("Santa Madre di Dio, sii causa di pace per Siena, sii vita per Duccio, perché ti ha dipinto così") sia il <b>verso con le storie della vita privata e pubblica di Gesù</b> anche se separatamente. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Infatti la tavola di Duccio non fu risparmiata dallo sciacallaggio dei tempi quando per ricavare soldi da questi oggetti rivendendoli agli antiquari non ci si curava minimamente di sciuparli facendoli a pezzi per poterli trasportare meglio tanto che alcune scene narrative le troviamo in alcuni importanti musei del mondo. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Uno dei miei sogni nel cassetto sarebbe quello di poterle vedere tutte. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Per ora ho visto una tavoletta al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid con <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/03/duccio-di-buoninsegna-incontro-con-la.html">Gesù e la Samaritana</a> e tre alla National Gallery di Londra: <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/11/londra-musei-e-gallerie-darte.html">Annunciazione, Trasfigurazione, Guarigione del cieco dalla nascita</a></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Tornando alla <i>Maestà</i> che possiamo ammirare al Museo dell’OPA il mio consiglio anche qui, come ho già fatto ieri per le opere in Pinacoteca, è di soffermarvi sulle scene narrative per cogliere i dettagli.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Cosa intendo? Soffermatevi sulle strutture architettoniche e la loro prospettiva intuita più che reale, sulle espressioni dei volti, sugli abiti, sulle narrazioni in sequenza rappresentate in alcuni pannelli, sugli sfondi dorati e non.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Se non si fosse capito lo dico esplicitamente: io adoro la <i>Maestà</i> di Duccio.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">La <i>Maestà</i> si trova al primo piano del Museo dell'OPA.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;">Al secondo piano ci sono altre sale con arredi sacri e altre tavole tra cui vi segnalo:</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">- la <b>Madonna dagli occhi grossi</b>, una Madonna con Bambino attribuita al Maestro di Tressa. Questa Madonna, come vi ho accennato il primo giorno quando eravamo nella Cappella della Madonna del Voto in Duomo, è famosa perché a essa, quando stava nel Duomo, i senesi affidarono la città di Siena alla vigilia della battaglia di Montaperti (4 settembre 1260).</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">- le due tavole con le <b>Prediche di San Bernardino</b> in Piazza del Campo e Piazza San Francesco di Sano di Pietro, uno degli artisti senesi più prolifici del Quattrocento. Anche qui osservate i dettagli. Rappresentano uno spaccato di vita senese di quei tempi.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">- il <b>San Paolo in trono</b> di Domenico Beccafumi, il pittore della luce e delle forme come abbiamo apprezzato anche nei commessi marmorei per il Duomo di Siena attraverso effetti di chiaroscuro.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Inoltre vi segnalo la tavola Quattrocentesca con gli <b>articoli del Credo</b> di Benedetto di Bindo di cui vi ho accennato il primo giorno a proposito del Battistero quando vi ho fatto notare che il Credo non ha una diffusione così ampia come soggetto iconografico eppure a Siena ne abbiamo ben quattro: questo su tavola, quelli su affresco nel Battistero e nella Vecchia Sagrestia della Chiesa della Santissima Annunziata difronte al Duomo e quello a intarsio su legno a Palazzo Pubblico nella Cappella dei Nove.</span></span><br />
<div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Nell'ultimo piano c'è l'ingresso al <b>Facciatone</b>. </span></span>Gli ingressi sono scanditi da gruppi a numero limitato. Se c’è fila, non demordete perché ne vale la pena. Qualche anno fa c'è stata la possibilità di salire sul Facciatone per vedere l'alba. È stato indimenticabile. Da lì è nata l'idea di <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/05/siena-dall-al-tramonto.html">questo post</a> per chi ama vedere le città nelle prime ore del mattino o nelle ultime ore prima della sera.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
Al pian terreno, dove c'è l'uscita dal Museo, l'occhio è subito attratto dalla <b>vetrata circolare</b> che campeggia in fondo alla sala. Si tratta<span style="font-family: inherit;"> <b>del</b></span><b>l'originale </b><span style="font-family: inherit;">dell'Abside del Duomo, che avete visto il primo giorno, circondato dalle statue originali per la facciata del Duomo di Giovanni Pisano (1284/'96) tra le quali la mia preferita è quella di </span><b>Maria di Mosè </b>"una delle supreme creazioni della scultura gotica" (cit. Enzo Carli).</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Se come me invece preferite seguire percorsi lineari, iniziate 'dall'inizio' della sala e fermatevi ad ammirare il tondo in marmo con la <b>Madonna del Perdono</b> di <b>Donatello.</b></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Prima di uscire non dimenticatevi di dare un'occhiata al pavimento lungo i bordi della sala per scorgere gli originali delle <i>Sette età dell'Uomo</i> di cui vi ho parlato il primo giorno nel link di approfondimento sul <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2012/08/pavimento-del-duomo-di-siena.html">Pavimento del Duomo</a>!</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Una volta finita la visita al Museo dell’OPA e Facciatone vi propongo di proseguire la scoperta di Siena da Via Monna Agnese, <b>Via delle Campane</b> per scendere dal <b>Vicolo del Bargello</b> in Piazza del Campo. Non vi sfuggirà lo scorcio suggestivo della Torre del Mangia da questo Vicolo.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Quando arrivate in <b>Piazza del Campo</b>, imboccate il <b>Casato di Sotto</b> sulla vostra destra.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Intanto come prima cosa vi faccio notare che è da qui che il giorno del Palio fa il suo ingresso in Piazza del Campo il Corteo Storico. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Come seconda cosa vi invito ad affacciarvi al numero civico 7-9, se trovate il portone aperto, dove è visibile <b>il Carroccio</b> con il quale si conclude il corteo storico e che ricorda la vittoria riportata in campo dai senesi nella battaglia di Montaperti nel 1260 contro i fiorentini.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Approfitto per dire che il corteo storico di Siena è un racconto cronologicamente a ritroso che inizia dal 1555 quando i senesi si rifugiarono a Montalcino per resistere ai Fiorentini che di lì a poco si sarebbero sostituiti al potere della città con i Medici, per finire col momento di gloria più eccelso nella storia di Siena quella appunto della battaglia di Montaperti nel 1260.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><b>PAUSA PRANZO</b></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">A questo punto potrebbe esservi venuta fame quindi cercate un posticino in questa via per ristorarvi. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><b>CONTRADA DELL'ONDA</b></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Finito il pranzo, riprendete per il Casato di Sotto fino ad incrociare sulla sinistra il <b>Vicolo della Fonte</b>. Scendete le scale, guardate a destra et voilà! Vi presento <b>Fonte Serena</b> o Fonte del Casato. Una delle mie fonti preferite di Siena. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">La Fonte del Casato è del 1353 e fu costruita su richiesta degli abitanti della zona solo che cadde praticamente presto in disuso per via dell’accesso ripido. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Agli amici che mi vengono a trovare a Siena dico sempre che la considero la nostra Chichén Itzá formato mignon.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Dopo aver visto la Fonte, scendiamo giù fino ad arrivare in <b>Via Dupré.</b></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Sappiate che Via Dupré è l’ultimo accesso che rimane aperto il giorno del Palio per entrare in Piazza del Campo mentre il corteo sta sfilando. L’orario di chiusura può variare soprattutto a seguito delle nuove misure di sicurezza antiterrorismo introdotte per eventi di massa.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Percorriamo Via Dupré fino in cima. Quando avrete superato l’<b>Arco di Sant’Agata</b>, voltatevi per ammirare un altro degli scorci iconici di Siena.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Apro parentesi</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Se vi trovate a Siena il 19 marzo, giorno di San Giuseppe,
troverete Via Dupré piena di bancarelle di giocattoli, palloncini, frittelle e 'carretti' con i colori delle Contrade. È appunto la </span><b style="font-family: inherit;">Festa di San Giuseppe.</b><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Chiudo parentesi.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Siamo nel cuore della Contrada Capitana dell’Onda. Il titolo di ‘capitana’ è perché le sue milizie montavano la guardia al Palazzo del Comune.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">La Chiesa oltre l’Arco, dedicata a San Giuseppe, è l’Oratorio della Contrada. Nell’angolo, la fontana con il delfino è la fontanina della Contrada dove avviene il battesimo contradaiolo che sancisce l’appartenenza a questa contrada. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Affacciatevi dietro la fontanina: c’è un altro scorcio da immortalare!</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Se poi avete voglia di spingervi oltre percorrete <b>Via di Fontanella</b> in discesa fino ad arrivare ad un piccolo cancello. Affacciatevi dal muretto per vedere uno scorcio dell'antica <b>Fonte di Fontanella</b> detta anche 'fonte degli Eremiti' o 'fonte di Sant'Agostino' per la sua collocazione in corrispondenza della Basilica di Sant'Agostino.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Delle fonti di Siena questa mi manca da visitare. Chissà se un giorno qualche associazione organizzerà una visita. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Tornate indietro e prendete </span><b style="font-family: inherit;">Via Sant’Agata</b><span style="font-family: inherit;">. In cima a sinistra c’è il Prato di Sant’Agostino; è un ‘prato’ dove al posto dell’erba c’è il breccino. Qui non siamo più nel territorio della Contrada dell'Onda.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
Oltre alla mole della <b>Chiesa di Sant'Agostino</b>, che se fosse aperta merita una visita in generale ma nel particolare secondo me per la <i>Crocifissione</i> del <b>Perugino</b>, all'angolo noterete un porticato antistante un palazzo che ospita il Liceo Classico di Siena e l'</span>Istituto Superiore di Studi Musicali "Rinaldo Franci"<span style="font-family: inherit;">. Ve lo segnalo per dirvi che all'interno del palazzo ci sono delle sale cosiddette del "Rettore" che ho avuto modo di visitare qualche anno fa e che mi colpirono per la tematica esotica delle decorazioni. Ne ho scritto </span><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/03/giornata-fai-di-primavera-2013-siena.html">qui</a></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span><span style="font-family: inherit;">Imbocchiamo <b>Via Mattioli, </b>la strada che fiancheggia il Liceo. A questo punto a seconda dei vostri interessi e degli orari di apertura vi propongo tre opzioni: </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">- il Museo di Storia Naturale ad ingresso gratuito</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;">- l’Orto Botanico, a pagamento</span><br />
<span style="font-family: inherit;">- il Cimitero Monumentale della Misericordia che si trova oltre la porta medievale - Porta Tufi - in fondo a Via Mattioli.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>MUSEO DI STORIA NATURALE</b></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Il <b>Museo di Storia Naturale dell'Accademia dei Fisiocritici</b>, se siete appassionati al genere, credo che sia molto interessante da visitare.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Colpisce subito intanto appena si entra il grande scheletro esposto nel Chiostro del Museo. Si tratta di una balenottera arenatasi sulla spiaggia di Piombino il 23 novembre 1974.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Le collezioni relative alle quattro sezioni (Geologia , Zoologia, Anatomia, Botanica) in cui si articola il Museo sono esposte nelle vetrine lungo i due piani intorno al Chiostro. </span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Ci sono dei monitor interattivi per saperne di più sulle collezioni e su questi 'fisiocritici' o 'giudici della natura' (dal greco physis=natura e kriticoi=coloro che studiano). Si appellarono così i primi membri dell'Accademia di Scienza fondata a Siena nel 1691 da Pirro Maria Gabrielli, professore di Medicina teoretica e Botanica; Accademia che raggiunse grande prestigio nel XVIII secolo nei circoli culturali d'Europa.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Io sono più attratta dall'arte che dalla scienza e quindi subisco il fascino prima di tutto del luogo, un ex monastero camaldolese del XII secolo, e poi delle antiche vetrine che ospitano i pezzi delle collezioni lungo le pareti. Non fu comunque questa la prima sede del Museo.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">C'è una parte del Museo che mi affascina in maniera particolare ed è quella degli animali 'imbalsamati'. Forse perché mi è familiare nel senso che tra le amicizie frequentate dalla mia famiglia quando ero piccola c'era un cacciatore che in casa aveva diversi esemplari imbalsamati esposti sulle pareti al posto dei quadri. Chissà!</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">In realtà ho scoperto che non sono 'imbalsamati' o almeno non tutti.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Il termine corretto è 'tassidermia' o 'impagliamento'. </span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">In cosa consiste questa tecnica? Nel separare la pelle dell'animale dal corpo per applicarla ad una struttura artificiale creata in precedenza con la forma dell'animale - una sagoma per capirsi - nel caso ad esempio di un mammifero oppure attraverso imbottitura artificiale come nel caso degli uccelli. Quindi la 'pelle' è quella originale dell'animale, il 'corpo' no.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Devo dire che sono rimasta un po' perplessa quando ho saputo che, in pratica, questa tecnica consiste nello smontare e rimontare l'animale quindi la forma finale è quella che gli dà il tassidermista e la sua bravura è nel renderlo il più naturale possibile perché in pratica ricrea l'animale.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
Il Museo di Storia Naturale di Siena ha un suo proprio Laboratorio Tassidermico e la cosa interessante, e qui molti di voi si sentiranno maggiormente riavere lo so, è che diversamente da quanto accadeva in passato ora gli animali non si uccidono per studiarli e quindi impagliarli ma si studiano nel loro territorio e solo quando sono morti vengono portati in Laboratorio.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Altre cose che mi colpiscono di questo Museo e che quindi mi vado a rivedere quando ci capito sono:</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">- <b>le</b> <b>terre bolari</b> (deposti su piccoli laghi del Monte Amiata) colorate,</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><b>- l</b></span><span style="font-family: inherit;"><b>a macchina del vuoto</b> costruita nel 2003 a scopi didattici, </span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">- il '<b>meteorite di Siena</b>' facente parte dello sciame di meteoriti caduto nella campagna senese nel 1794, </span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><b>- le tavole anatomiche</b> a grandezza naturale di Paolo Mascagni per gli studenti di medicina</span><br />
<div>
<span style="font-family: inherit;">- </span><b style="font-family: inherit;">la linea meridiana</b><span style="font-family: inherit;"> </span>realizzata nel 1848 nel pavimento dell’Aula Magna per l’individuazione del mezzogiorno in qualsiasi giorno dell’anno e rimasta attiva fino al 1964.<br />
<br />
Fino a qualche anno fa nel Chiostro c'era una riproduzione in ferro realizzata nel 2006 della linea meridiana usata in precedenza, quella del 1703, andata distrutta dal terremoto del 1798. Era suggestivo. Peccato l'abbiano tolta.</div>
<div>
<br /></div>
<span style="font-family: inherit;">A proposito di quando la meridiana dei Fisiocritici dava l'ora precisa a tutta Siena vi riporto un estratto di Luigi Oliveto pubblicato su Toscanalibri.it per farvi fare un bel salto indietro nel tempo:</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
"Si era verso la metà dell’Ottocento e viene da immaginare che la scena avesse una concitata solennità. Dalle 11,30 alle 12,30 di ogni lunedì gli orologiai di Siena andavano a prendere l’ora esatta all’Accademia dei Fisiocritici. Nella grande aula, infatti, si trovava la meridiana a camera oscura. E sarebbe stato mezzogiorno preciso quando dal foro gnomonico posto sulla parete a sud il sole avesse raggiunto la retta tracciata sul pavimento, schiarito il marmo con su disegnati la linea del Tempo Medio a forma di otto, i mesi, i segni dello zodiaco. All’istante, con accigliata meticolosità, gli orologiai rimettevano le proprie lancette, mosse allora da meccaniche piuttosto approssimative. Ma non solo. Prima uno strillo, poi un rintocco sul tetto dell’Accademia, dava il segnale affinché le campane di torri e chiese avvisassero che era giunta l’ora mediana del giorno. Dunque, che orologi ed anime prendessero misura del tempo trascorso e di quanto loro ne restasse. Era così che quel raggio di sole appena insinuatosi in un pertugio di mondo dava a un’intera città la certezza d’essere dentro un tempo ‘vero’ e condiviso."</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><b>Un avvertimento</b> devo farlo nel caso ci andiate con i bambini, non potendo io conoscere il loro grado di sensibilità: ci sono dei 'pezzi' nella sala delle tavole anatomiche del Mascagni che potrebbero impressionarli, tipo i 'preparati disseccati di organi umani' o 'preparati pietrificati di organi di animali e umani' e ancora animali nati con malformazioni. Valutate voi quindi se è il caso di fermarsi a guardarli.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span><span style="font-family: inherit;">Quando avrete finito la vostra visita date un'occhiata al piazzale esterno al Museo. Anche se non c’entra con il Museo, aguzzate la vista: c'è una ‘lastra’ con un pentagramma. Fa parte del </span><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/11/trekking-urbano-2013-siena-tempo-zulu.html">Tempo Zulu</a></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<b><span style="font-family: inherit;">ORTO BOTANICO</span></b><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">L’<b>Orto Botanico</b> è un luogo unico dove regna il silenzio. Anche se Siena non è una metropoli non è comunque esente dai rumori della città e qui sembrano dissolti.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Il nucleo originario di piante semplici ed esotiche, un tempo in altra sede, furono trasferite qui nel 1856.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">E' un vero e proprio 'parco' l'Orto Botanico di Siena. Si estende per due ettari e mezzo di terreno con vialetti e scalinate per percorrerlo.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Se non siete appassionati di botanica </span></span><span style="font-family: inherit;">come me, forse perché non ho il pollice verde, vi assicuro che trascorrerete comunque un bel momento di relax. Se invece lo siete </span><span style="font-family: inherit;">ovviamente questo luogo avrà molte cose da dirvi. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Il percorso idealmente inizia a sinistra della scalinata d'accesso dove si incontrano le Gimnosperme (piante a seme sprovviste di fiori e frutti). </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Le piante provenienti dalla Toscane meridionale si trovano al centro dell'albereto e sono suddivise in base al loro habitat in natura quindi ci sono alberi che troviamo nella costa, in collina, in montagna e in pianura.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Ogni albero, arbusto, pianta è identificato con un cartellino. Il colore bianco indica che è autoctono, il colore giallo che è esotico. Quando è scritto come anno 1856 vuol dire che non si conosce l'anno perché come ho scritto prima fu proprio in quel periodo che l'Orto Botanico fu trasferito nell'attuale sede dalla precedente presso il Santa Maria della Scala.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Lungo il percorso incontreremo quattro serre dove vengono trasferite le piante tropicali d'inverno.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">La prima e più antica serra che incontriamo colpisce per la particolare struttura architettonica Ottocentesca dell'ingresso.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Dietro a questa serra ce n'è un'altra utilizzata per le ricerche dell'Università e nei pressi, in alto, una limonaia dove vengono trasferiti in inverno le piante di agrumi.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">C'è poi una serra molto più grande che incontriamo lungo il percorso verso la vallata con due ambienti, il primo ospita d'inverno le piante tropicali coltivate in vaso, il secondo ospita le 'succulente' a noi meglio conosciute come 'piante grasse'. </span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Ecco, questa serra mi affascina in maniera particolare. È divisa in due parti, da un lato ci sono piante di origini americane e dall'altra piante di origini africane inclusi i singolari 'sassi viventi', piante che si mimetizzano molto bene con i sassi che le circondano.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Ci sono dei cartelli esplicativi ma una cosa che ho trattenuto è che delle succulente ci sono alcune che fanno scorta di acqua nelle foglie altre nel tronco e queste ultime sono quelle che hanno trasformato le foglie in spine.</span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></span><span style="font-family: inherit;">L'Orto Botanico di Siena si conclude con il cosiddetto 'podere' dove si coltivano viti, olivi e alberi da frutto, una fonte medievale, un felceto e infine due stagni dove si coltiva la Nimphaea alba e qui il collegamento con le Ninfee di Monet è un attimo ve lo dico anche se non è semplice vederla fiorita. La prima volta per me è stata a luglio dell'anno scorso.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">C'è un passaggio 'segreto' nelle mura in fondo all'Orto Botanico. Ne ho scritto <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/09/mura-di-siena-passaggi-segreti.html">qui</a></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Un consiglio prima o dopo la visita di questo Orto, ma anche di qualsiasi altro orto, potrebbe essere la lettura del libro "<i>La simbologia delle piante. Magia, leggende, araldica e curiosità del mondo vegetale</i>" di Carlo Lapucci. Ho assistito ad una presentazione proprio nell'Orto Botanico di Siena ed è stata istruttiva e divertente. Quante cose curiose sull'utilizzo delle piante!</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><b>CIMITERO MONUMENTALE DELLA MISERICORDIA</b></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Infine il <b>Cimitero Monumentale della Misericordia</b> al quale sono molto affezionata non perché ci sia sepolto qualcuno di famiglia ma per le tombe monumentali dell’Ottocento/Novecento con sculture di importanti artisti senesi e anche perché scriverne nel blog mi ha messo in contatto con il nipote di uno di questi scultori che mi ha messo a disposizione diversa documentazione sulle opere dell’artista <a href="https://mydayworth.blogspot.com/search/label/Guido%20Bianconi">Guido Bianconi</a>. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Se farete una visita vi sarà molto utile il post che ho scritto al riguardo con la piantina del Piazzale con l’obelisco intorno al quale ci sono le cappelle gentilizie. Eccolo <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/11/cimitero-monumentale-di-siena.html">qui</a></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Il terzo giorno finisce qui. Se avete scelto il cimitero e siete un po’ stanchi prendete il pollicino n. 54 fino a Piazza Quattro Cantoni oppure fino al capolinea in Piazza Indipendenza, se volete fare un giro panoramico. </span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Se invece avete rimandato ad un'altra volta la visita ad una delle tre opzioni che vi ho proposto, imboccate l'ingresso verso gli <b><a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/01/orti-di-siena-per-betuscan-de-iltirreno.html">Orti dei Tolomei</a></b> che si trova davanti a quel palazzo circa a metà di Via Mattioli (si tratta della sede della Facoltà di Giurisprudenza) per ritornare all'Arco di Sant'Agata facendo una bella passeggiata nel verde e con un bel colpo d’occhio sui tetti di Siena.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span>
---<br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"></span></span><br />
<b>Siena in 7 giorni:</b> <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-primo-giorno.html">primo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-secondo-giorno.html">secondo giorno</a>, terzo giorno, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quarto-giorno.html">quarto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quinto-giorno.html">quinto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-sesto-giorno.html">sesto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-settimo-giorno.html">settimo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/08/Siena-in-7-giorni-indice-e-altri-contributi.html">indice e altri contributi</a><br />
<span style="font-family: inherit;"></span>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-63632545311508377352020-06-22T06:00:00.000+02:002020-08-06T12:56:07.446+02:00Siena in 7 giorni: secondo giorno<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<img alt="Immagini dei luoghi visitati il secondo giorno di Siena in Sette giorni" border="0" data-original-height="312" data-original-width="820" height="242" src="https://1.bp.blogspot.com/-xx0oyhdBDCk/XuvXATT5lpI/AAAAAAAAIao/G8WCpHI2op07GodBU7pwHYdYgE6VEWQxQCLcBGAsYHQ/s640/siena_in_sette_giorni.jpg" title="Siena in sette giorni" width="640" /></div>
<br />
Oggi visiteremo 'solo' un Museo che tradotto vuol dire che il resto della giornata andremo in giro a fare una passeggiata trekking per le strade di Siena. Vi consiglio quindi di indossare scarpe comode!<br />
<br />
Siena è divisa territorialmente in tre <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/08/le-scoperte-del-giovedi-siena.html">Terzi</a> che coincidono con i tre colli su cui poggia.<br />
<br />
Si chiamano rispettivamente Terzo di Camollia, Terzo di San Martino e Terzo di Città.<br />
<br />
Nel percorso di oggi andremo nel <b>territorio delle seguenti Contrade</b> (*) che si trovano nel <b>Terzo di Città</b>: Tartuca, Chiocciola, Pantera e Aquila.<br />
<br />
<b>PINACOTECA</b><br />
<br />
Iniziamo quindi da <b>Via San Pietro</b>, la via opposta a quella che ieri ci ha portato in Duomo.<br />
<br />
In Via San Pietro si trova uno dei gioielli di Siena, secondo me, e cioè la <b>Pinacoteca Nazionale.</b><br />
<br />
Esso ospita una collezione di tavole a fondo oro dei maestri primitivi senesi (1200-1300) e anche di artisti dei secoli successivi fino al 1600.<br />
<br />
Sono per lo più opere di soggetto religioso ma fate attenzione perché troverete anche qualche opera di soggetto profano. Ne ho scritto qualcosa <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/02/soggetti-profani-nella-pinacoteca-di.html">qui</a><br />
<br />
Ciò che vi invito ad osservare subito sono soprattutto le narrazioni e la capacità di questi artisti senesi di riprodurre la realtà attraverso la profusione di dettagli.<br />
<br />
Ci sono andata tante volte alla Pinacoteca di Siena e ogni volta scopro qualcosa di nuovo.<br />
<br />
Per un primo approccio, che comunque abbraccia tutte le sale, vi suggerisco di leggere <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/05/pinacoteca-di-siena-itinerario.html">questo post</a> dove ho riportato la visita che organizzai nel 2013 per la prima edizione delle <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/04/invasionidigitali-invadera-la.html">Invasioni Digitali</a> a Siena.<br />
<br />
Considerate di dedicare minimo un paio d’ore alla visita. Senza fretta, godetevi il privilegio di percorrere la storia secolare dell’arte senese semplicemente facendo una ‘passeggiata’ attraverso le sale della Pinacoteca.<br />
<br />
Finita la visita consiglierei di fermarvi a fare una seconda colazione in uno dei Bar di Via San Pietro per poi proseguire e fermarvi all’incrocio sulla destra, quasi appena svoltata la curva, con <b>Via di Castelvecchio</b>.<br />
<br />
<b>CONTRADA DELLA TARTUCA</b><br />
<br />
<b>Curiosità:</b> alzate un attimo lo sguardo in alto a destra. <b>La vedete quella lapide?</b> L’iscrizione riguarda il mal costume e se siete attenti vi capiterà di intercettarne altri durante questi sette giorni a Siena.<br />
<br />
“Nissuna meretrice ben che maritata descritta o no descritta puoi habitare in questa strada sotto pena di scudi dieci come più largamente nel bando de SS Esecutori di Gab. P.S.A.R. sotto il di XII Ag MDCCIV”<br />
<br />
Già dal Seicento infatti a Siena era fatto divieto alle meretrici, con tanto di bando, di abitare in specifiche vie della città. La richiesta veniva inoltrata dalle Contrade agli Esecutori di Gabella per tutelare la moralità del territorio. Se poi fosse rispettato o no questo divieto, chi lo sa!<br />
<br />
La <b>piccola terracotta</b> invece indica che ci troviamo nel territorio della <b>Contrada della Tartuca</b>.<br />
<br />
Individuare queste piccole terrecotte o mattonelle in ceramica con i simboli delle Contrade è un buon modo per scoprire in quale Contrada vi trovate.<br />
<br />
I territori delle Contrade infatti sono stati stabiliti con Decreto dalla Principessa Violante di Baviera nel 1730 e sono tutt’oggi gli stessi.<br />
<b><br /></b>
<b>Curiosità:</b> nel documento originale è riportato 1729 perché fino al 31/12/1749 a Siena l'anno cominciava il 25 marzo e per questo anche in alcuni testi è riportata erroneamente la data 1729.<br />
<br />
Vi capiterà anche di notare a volte che nella stessa via ci sono mattonelle di Contrade diverse a seconda del lato della strada. Non è un errore. Aguzzate quindi la vista!<br />
<br />
Percorriamo Via di Castelvecchio fino ad incrociare sulla destra <b>il Castellare</b>.<br />
<br />
Ci troviamo nella zona più antica di Siena dove ci furono i primi insediamenti romani sul colle.<br />
<br />
Nella parte più alta del Castellare ci sono un paio di scalinate che portano ad abitazioni private. Salite su quella a destra e scoprite cosa si vede da lì!<br />
<br />
Bello, vero? Fatelo con discrezione mi raccomando e se venite ‘sorpresi’ dagli inquilini potete complimentarvi con loro per la loro fortuna di godere di una simile vista. Personalmente non ho mai incontrato nessuno.<br />
<br />
Mentre camminate per Siena rivolgete lo sguardo anche ai palazzi. Ciò che ai profani apparirà come un sovrapporsi senza senso di elementi architettonici e tecniche di costruzione non è che la testimonianza dell’evoluzione urbana di Siena riconoscibile ad occhio nudo sicuramente dagli esperti.<br />
<br />
Torniamo indietro e continuiamo ancora per Via di Castelvecchio fino ad incrociare il <b>Vicolo di Castelvecchio</b> a sinistra e percorriamolo tutto fino a <b>Via Tommaso Pendola</b>.<br />
<br />
Tommaso Pendola fu un padre scolopio, nato a Genova e presente a Siena a partire dal 1821 dove svolse la sua attività di educatore a favore dei sordomuti fondando nel 1828 un Istituto proprio in questa via. L’Istituto divenne Convitto nel 1831 e diventò uno dei migliori Istituti d’Italia.<br />
<br />
Girate a sinistra e poi dopo a destra: scendete per il <b>Vicolo della Tartuca</b>.<br />
<br />
Ci troviamo nel cuore della Contrada della Tartuca.<br />
<br />
Percorrendolo a sinistra, all’inizio vedrete <b>la stalla</b> che ospita il cavallo andato in sorte alla Contrada durante i giorni del Palio. Subito dopo passerete davanti al retro dell’Oratorio e del Museo della Contrada per poi arrivare in fondo dove il Vicolo diventa cieco.<br />
<br />
Personalmente quello che mi piace di questo Vicolo è la presenza umana testimoniata dai panni tesi. Come dire? Fa più 'casa' e meno 'Disneyland'. Concedetemi questa piccola polemica. Io abito in centro a Siena e mi dà fastidio quando sento dire che è tutto finto, che ci sono solo negozi per i turisti.<br />
<br />
Torniamo indietro e proseguiamo diritto fino al <b>Vicolo del Saltarello</b> e infine, sulla sinistra, verso l’<b>Arco di Santa Lucia</b>.<br />
<br />
<b>CONTRADA DELLA CHIOCCIOLA</b><br />
<br />
Oltrepassato l’Arco, attraversiamo la strada e andiamo avanti per <b>Via delle Sperandie</b>. Qui ci troviamo nel territorio di un’altra Contrada, la <b>Contrada della Chiocciola</b>, rivale della Contrada della Tartuca.<br />
<br />
Le Contrade di Siena in totale sono 17 e tra di loro ci possono essere rapporti di alleanza o rivalità. Le motivazioni possono essere anche antichissime e possono essere determinanti durante i giorni del Palio.<br />
<br />
Come avrete già potuto notare, anche se ci troviamo solo al secondo giorno, riguardo al Palio e alle Contrade di Siena inserisco via via qualche informazione. L'ultimo giorno vi racconterò qualcosa in più.<br />
<br />
Tornando a Via delle Sperandie, vi ho portato qui perché voglio farvi vedere un luogo nascosto e molto suggestivo: la <b>Fonte delle Monache</b>.<br />
<br />
Per arrivarci, quando siete in fondo alla via, svoltate a sinistra. C’è un passaggio che sembra privato. In realtà ci sono uffici pubblici.<br />
<br />
Scendete per i terrazzamenti fino ad intravedere l’esterno della Fonte.<br />
<br />
La grata potrebbe essere coperta da un telo per ripararla dal vento e dalla pioggia, presumo.<br />
Se così fosse, non siate dispiaciuti. Sarete ripagati sicuramente dalla bellissima vista sulla Valle Berardi.<br />
<br />
Se poi siete pratici di foto scattate in condizioni 'estreme' con lo smartphone, alzate appena un pochino il telo e tenendo ben saldo il telefono in mano scattate la vostra foto e stupitevi.<br />
Attenzione a non farlo cadere giù, il telefono!<br />
<br />
Della Fonte delle Monache trovate notizie in un post che ho scritto <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/04/convento-fonte-e-chiesa-delle-sperandie.html">qui</a><br />
<br />
Dopo questa sosta, tornate indietro e proseguite fino a <b>Porta San Marco</b> osservando lo spettacolare panorama che si apre sulla vostra sinistra.<br />
<br />
Uscite un attimo dalla Porta e leggete la scritta sulla lapide che si trova a destra “… tirate dove volete, ma io vi proibisco di tirare al di là del XVIII secolo”. È quanto avrebbe detto il generale francese De Monsabert alla sua truppa entrando a Siena da questa porta il 3 luglio 1944 mentre i tedeschi uscivano verso Nord senza sparare un colpo.<br />
<br />
Ecco perché Siena è rimasta praticamente salva dai bombardamenti. Fu coinvolta solo la <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/12/basilica-dellosservanza-siena.html">Basilica dell'Osservanza</a> che si trova fuori dalle mura della città. Ad ogni modo furono comunque fatte delle operazioni di protezione ad alcune opere d’arte del Complesso del Duomo. Ne ho scritto <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/06/monuments-men-di-ieri-e-di-oggi-siena.html">qui</a><br />
<br />
Davanti a noi c'è <b>Piazzale Marcello Biringucci</b>, un ottimo luogo per vedere il sole tramontare.<br />
<br />
Rientriate da Porta San Marco e risalite per la Via omonima. Fermatevi al numero civico 90, entrate, salite le scale e oltrepassate il portone.<br />
<br />
Vi ritroverete nel <b>Chiostro di Santa Marta</b>.<br />
<br />
Questo complesso, che oggi ospita l'Archivio Storico del Comune, un tempo era un Convento.<br />
<br />
Potrete ammirare degli affreschi monocromi con scene di vita eremitica e un ciclo di San Girolamo. Ci sono dei brevi pannelli esplicativi sulle pareti. Io ho scritto un post dettagliato su questo Chiostro che trovate <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/03/ex-convento-di-santa-marta-siena.html">qui</a> così vi anticipate la visita.<br />
<br />
Ritornando su Via San Marco proseguite fino alla biforcazione segnalata da un Oratorio con la scritta ‘<b>casa del cavallo</b>’ e un pozzo antistante detto ‘<b>affogasanti</b>’. Come mai questo nome bizzarro?<br />
<br />
Be, è troppo carina la storia e ve la riporto per bene così capirete qualcosa in più sullo spirito dei Contradaioli e sull’importanza del Palio nella loro vita.<br />
<br />
“Nel 1888, in un momento di ira per la perdita del palio, i chiocciolini vi gettarono una maiolica raffigurante Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e quindi anche dei cavalli. Da quell’anno la Chiocciola rimase a lungo digiuna di vittorie, ma nel 1910 le donne della contrada, convinte che vi fosse una stretta relazione tra la sfortuna nel palio e il cattivo trattamento riservato al Santo, ripescarono dal pozzo l’immagine sacra. Forse per caso, forse per volontà divina, la Chiocciola riportò la vittoria nel palio immediatamente successivo (luglio 1911).”<br />
<b>Tratto dal libro Siena e l’acqua – Nuova immagine editrice</b>.<br />
<br />
Proseguiamo a sinistra per <b>Via della Diana</b>.<br />
<br />
“Diana” è il nome del fiume che i senesi erano convinti di sentir scorrere nei sotterranei di questa zona. Sì, avete capito bene. Ne parlerò nei prossimi giorni su quanto la scarsità d’acqua fosse un problema per Siena, una città lontana dal mare e non attraversata da alcun fiume. Sappiate solo per ora che è a questo che Dante si riferisce nel Purgatorio quando etichetta ‘gente vana’ i senesi. Tale terzina Dantesca non poteva non essere riportata in una lapide in questa via. L'avete vista, sì?<br />
<br />
Apro parentesi.<br />
<br />
Siena compare diverse volte nella Divina Commedia non vi stupisca perciò di intercettare delle lapidi qua e là che ricordano i versi del Sommo Poeta riferiti ad esempio a <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/11/siena-e-la-divina-commedia-pia-de.html">Pia de' Tolomei</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/03/siena-e-la-divina-commedia-sapia.html">Sapìa</a> e <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/01/siena-e-la-divina-commedia-provenzano.html">Provenzano Salvani</a>. Tali lapidi furono poste nel 1921, per il 6° centenario della morte di Dante.<br />
<br />
Chiudo parentesi.<br />
<br />
Da Via della Diana sbuchiamo in <b>Pian dei Mantellini</b> caratterizzato dall’imponente <b>Chiesa del Carmine</b>. Se fosse aperta, entrateci e ammirate la <i>Cacciata degli Angeli ribelli</i> di Domenico Beccafumi, soggetto rappresentato in maniera più pacata dall’artista rispetto alla prima versione che avete visto in Pinacoteca. Se fosse chiusa continuate avanti fino alle <b>Due Porte</b>.<br />
<br />
<b>Curiosità:</b> in corrispondenza del campanile della Chiesa del Carmine è stabilito il confine tra il territorio della Contrada della Chiocciola e quello della Contrada della Pantera.<br />
<br />
Apro altra parentesi.<br />
<br />
Se vi trovate a Siena il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, troverete Pian dei Mantellini piena di bancarelle di giocattoli, palloncini, dolciumi e campanine con i colori delle Contrade. È la Fiera di Santa Lucia, per l'appunto, e nella vicina Chiesa di Santa Lucia tutto il giorno vengono celebrate le funzioni religiose con la benedizione degli occhi e l'offerta dei panini benedetti.<br />
<br />
Chiudo parentesi.<br />
<br />
Cercate il numero civico 7 in Pian dei Mantellini e se il portone fosse aperto, entrate. Troverete un ingresso insolito. Di palazzi Settecenteschi ce ne sono altri a Siena. Ne ho citati altri <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2012/10/faimarathon-siena-21-ottobre-2012.html">qui</a><br />
<br />
A questo punto potrebbe esservi venuta un po’ di fame. Guardatevi intorno e fatevi guidare dal vostro sesto senso o dai profumi dei ristoranti.<br />
<br />
<b>PAUSA PRANZO</b><br />
<br />
Dopo pranzo potete riprendere il percorso oltrepassando l’arco le <b>Due Porte</b>.<br />
<br />
Prima di oltrepassarlo però una curiosità: il tabernacolo mariano posto a sinistra della porta murata è quello più antico di tutti quelli presenti per le vie di Siena. Una presenza massiccia direi. Di sicuro ve ne sarete accorti anche voi. D'altronde Siena è detta Civitas Virginis.<br />
<br />
<b>CONTRADA DELLA PANTERA</b><br />
<br />
Imboccate <b>Via Stalloreggi</b>. Una targa sulla destra ricorda la <b>bottega di Duccio di Buoninsegna</b>, autore della Maestà che vedrete domani nel Museo dell’Opera del Duomo.<br />
<br />
Al primo incrocio a destra è ben visibile il tabernacolo della <b>Madonna del Corvo</b>. L'affresco con la Pietà è del <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/12/turisti-per-casa-il-sodoma.html">Sodoma</a>.<br />
<br />
Qui avevo previsto di raccontarvi qualcosa del perché del nome di questo Tabernacolo ma le informazioni che ho sono state superate da una recente pubblicazione che non ho ancora avuto modo di leggere. Si tratta de <i>La Madonna del Corvo</i> di Alessandro Leoncini, nel caso incuriosisse anche voi.<br />
<br />
Proseguendo avanti sulla destra ammirate il bellissimo <b>Palazzo Bisdomini</b> dove è possibile rintracciare le caratteristiche delle case torri medievali e in più il tratto distintivo dei ‘palazzi’: la facciata.<br />
<br />
Sull’evoluzione dell’architettura civile a Siena ho scritto un post che trovate <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/07/architettura-civile-siena-xii-xv-secolo.html">qui</a><br />
<br />
Continuando, ancora sulla destra c’è <b>Piazza del Conte</b> dove si trova la <b>fontanina della Contrada della Pantera</b>.<br />
<br />
Ora, invece di proseguire, vi porto in un posto segreto: il <b>Vicolo del Contino</b>. Potete imboccarlo in alto a sinistra della Piazza. Sembra di essere stati catapultati in un'altra città, non sembra anche a voi?<br />
<br />
Ritornando su <b>Via Stalloreggi</b>, osservate la strada davanti al portone del numero civico 24. Notate niente di strano? Tipo un rilievo particolare? Si tratta di un’opera del percorso denominato <b>Tempo Zulu</b> e di cui è disseminata Siena. Ne ho scritto un post con tutte le opere <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/11/trekking-urbano-2013-siena-tempo-zulu.html">qui</a>.<br />
<br />
Se è vero che all’inizio vi ho detto di guardare sempre in alto quando percorrete le vie di Siena, ora vi suggerisco di non tralasciare nemmeno le lastre!<br />
<br />
<b>CONTRADA DELL'AQUILA</b><br />
<br />
Arriviamo in <b>Piazza Postierla</b> o Quattro Cantoni ad indicare l’incrocio delle quattro vie: Via di Città, Via del Capitano, Via Stalloreggi e Via San Pietro.<br />
<br />
Ci troviamo nel cuore della <b>Contrada dell’Aquila</b> rivale della Contrada della Pantera.<br />
<br />
Nell’angolo in alto a sinistra della Piazza c’è il caratteristico <b>Vicolo del Verchione </b>“una stradina senza sfondo che anticamente era collegata da un chiasso all’arco chiuso di una delle Due Porte di Stalloreggi”. <b>Tratto da Siena di Alberto Fiorini</b>.<br />
<br />
Per accedere a questo vicolo c’era una porta nelle mura che veniva inchiavardata.<br />
<br />
“La parola ‘verchione’ in italiano antico veniva utilizzata per indicare un ‘chiavistello’, con cui solitamente si chiudevano le porte facendo scorrere la robusta barra di ferro in un anello fissato sul battente. “ <b>Tratto da Strad(N)ario di Roberto Cresti e Maura Martellucci</b><br />
<br />
Continuiamo ora dritto per <b>Via di Città</b>. Intanto vi faccio notare nell’angolo a sinistra la <b>Torre Forteguerri</b>. Vedete tutte quelle ‘buche’ sui muri? Non sono per far fare il nido ai piccioni ma si tratta di ‘buche pontaie’, quelle che nel Medioevo servivano principalmente, in fase costruttiva, per i ponteggi mentre si saliva
nella realizzazione del muro e poi anche per potervi incastrare le travi dei ballatoi in legno.<br />
<br />
Se siete stati in Pinacoteca (spero proprio che non l'abbiate saltata!) vi sarete fatti sicuramente un’idea ammirando una delle scene narrative della Pala del Beato Agostino Novello di Simone Martini.<br />
<br />
Sulla destra scendiamo per la <b>Costa Larga</b> e subito a sinistra prediamo <b>Via dei Percennesi</b>.<br />
<br />
Qui siamo ancora nella Contrada dell’Aquila. All’inizio della Via sulla sinistra possiamo vedere la stalla del cavallo.<br />
<br />
<b>Curiosità</b>: più o meno in fondo al vicolo, guardate in alto. Vedrete dei merli ghibellini 'a coda di rondine' invece che guelfi 'squadrati' su quel lato di Palazzo Chigi Saracini.<br />
<br />
Sono i <b>merli ghibellini</b> di Palazzo Marescotti, oggi per l'appunto Palazzo Chigi Saracini.<br />
<br />
I merli ricordano i figli del Conte Marescotti morti nella Battaglia di Montaperti vinta dai senesi contro Firenze nel 1260. Sono rimasti salvi forse grazie alla loro posizione nascosta. Sulla facciata del Palazzo, visibile da Via di Città, ci sono invece i merli guelfi.<br />
<br />
Dei merli ghibellini ne ho parlato anche in un post sui luoghi a Siena della Battaglia di Montaperti. Lo trovate <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/09/i-luoghi-siena-della-battaglia-di.html">qui</a>.<br />
<br />
Proseguite seguendo la strada verso sinistra per <b>Vicolo di Tone</b>. Sbucherete in Via di Città, accanto all'ingresso di <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/01/palazzo-chigi-saracini.html">Palazzo Chigi Saracini</a> sede dell’Accademia Musicale Chigiana.<br />
<br />
A questo punto si sarà fatta l’ora di merenda per cui vi consiglio di fare una sosta nella caffetteria allestita nel Chiostro o nel Bar di Palazzo Chigi Saracini anche per fare il punto della situazione.<br />
<br />
Prendetevi libero il resto della giornata! Oppure fate un'incursione nella libreria che troverete nei paraggi.<br />
<br />
Come mai questo consiglio?<br />
<br />
Be, vedete, l’idea di questa guida <b>Siena in 7 giorni</b> è quella di ‘vedere’ durante il giorno e poi, nella pausa prima di cena oppure anche dopo cena, <b>'approfondire' quanto visto durante la giornata</b> (dai monumenti, alle opere d’arte ai nomi delle vie) oppure quando tornerete a casa. Nelle librerie di Siena avrete l’imbarazzo della scelta per la quantità di pubblicazioni.<br />
<br />
Io intanto <b>vi lascio alcuni titoli di libri</b> di quelli che ho letto. Sono certa che vi piaceranno:<br />
- per i monumenti e le opere d’arte in generale: <b>Tutta Siena. Contrada per Contrada</b> di Piero Torriti<br />
- per l’origine dei nomi delle strade: <b>Strad(N)ario. Storia, curiosità e stranezza nei toponimi di Siena</b> di Roberto Cresti e Maura Martellucci<br />
- per le fonti, fontane, pozzi e cisterne: <b>Siena e l’acqua</b> di M. Assunta Ceppari Ridolfi e Patrizia Turrini<br />
- per notizie sui Tabenacoli:<b> I Tabernacoli di Siena</b> di Alessandro Leoncini<br />
- per l’arredo urbano: <b>Fortificare con arte. Mura, porte e fortezze di Siena nella storia</b> a cura di Ettore Pellegrini<br />
- per approfondire le Contrade e il Palio: <b>La terra in Piazza. Un’interpretazione del Palio</b> di Alan Dundes e Alessandro Falassi e il recentissimo <b>Il Palio di Siena una Festa Italiana</b> di Duccio Balestracci<br />
<br />
Ci sono altri libri interessantissimi che si possono consultare in Biblioteca come ad esempio:<br />
- Siena. Immagini, testimonianze e miti nei toponimi della città di Alberto Fiorini (la mia Bibbia!)<br />
- La memoria sui muri: iscrizioni ed epigrafi sulle strade di Siena Volume I<br />
- La memoria sui muri: iscrizioni ed epigrafi nei cortili, negli entroni e negli atri dei palazzi pubblici di Siena Volume II<br />
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(*) Le 'contrade' sono i rioni in cui Siena è divisa e che forse fino a questo momento avete associato solo al Palio, la 'carriera' che si svolge due volte l'anno a Siena in Piazza del Campo, e invece sono tanto altro. Per approfondire vi consiglio di leggere il libro del Prof. Duccio Balestracci che ho citato in fondo al post.<br />
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<b>Siena in 7 giorni:</b> <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-primo-giorno.html">primo giorno</a>, secondo giorno, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-terzo-giorno.html">terzo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quarto-giorno.html">quarto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quinto-giorno.html">quinto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-sesto-giorno.html">sesto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-settimo-giorno.html">settimo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/08/Siena-in-7-giorni-indice-e-altri-contributi.html">indice e altri contributi</a>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-11724193686063051252020-06-15T09:30:00.003+02:002024-01-02T22:52:36.988+01:00Siena in 7 giorni: primo giorno<div class="MsoNormal">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<img alt="Immagini dei luoghi visitati il primo giorno di Siena in Sette giorni" border="0" data-original-height="312" data-original-width="820" height="241" src="https://1.bp.blogspot.com/-KgZmIwk_KMI/XsFi7I4LS8I/AAAAAAAAIX8/mGdjcmoU7kAvmmmccup0l7FzElyphRD_QCLcBGAsYHQ/s640/siena_in_sette_giorni.jpg" title="Siena in sette giorni" width="640" /></div>
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<b>INTRODUZIONE</b><br />
<br />
Benvenuti in questo percorso <b>Siena in 7 giorni</b> che inizia con questo primo post e che vi accompagnerà per altre sei puntate + una conclusiva con l’indice e altri contributi. Troverete tutti i link in sequenza in fondo a ciascun post.<br />
<br />
Siena in 7 giorni è un'idea che avevo iniziato a sviluppare due anni fa, vista la mole di post che ho dedicato a Siena in questo blog, e che ho affinato in vista del ritorno in punta di piedi nei nostri luoghi più cari quando è iniziata la Fase 2 del Covid-19.<br />
<br />
Il percorso l'ho pensato per i turisti (perché a Siena non c'è solo Piazza del Campo e Piazza Duomo #sapevatelo) e lo dedico ai senesi ai quali spero di fare compagnia e magari anche sorprendere con qualcosa che non conoscono, anche se la vedo dura! I senesi amano la loro città e sanno tutto, ma proprio tutto, di Siena e non per approssimazione.<br />
<br />
Provo una grande ammirazione per i senesi delle origini; per la loro capacità di problem solving e per il gusto estetico presente in ogni cosa che hanno fatto.<br />
<br />
Non sono una guida turistica. Le mie conoscenze su Siena derivano dalla partecipazione alle tantissime visite guidate organizzate da guide locali autorizzate e dai tanti libri letti sulla storia e l'arte di questa città.<br />
<br />
Ho fatto revisionare i post di questo progetto da una persona preparata e pignola quanto basta a rassicurarmi sull'esattezza delle notizie date. Se trovate degli errori, siate certi che sono di trascrizione. Segnalatemeli pure e provvederò a correggerli. Grazie.<br />
<br />
<b>Come immagino che userete questa guida? </b><br />
<b><br /></b>
- come primo approccio all'organizzazione di una eventuale visita a Siena. Io di solito faccio così quando visito una città che non conosco: cerco itinerari di altri, mi appunto le cose che mi hanno incuriosito di più e mi faccio un itinerario su misura per me.<br />
- come fonte per scegliere qualcosa ancora non vista di Siena e metterla in lista per la prossima volta;<br />
- come input da proporre alla guida turistica locale che contatterete se deciderete in tal senso. Per risparmiarvi tempo vi metto qui i link alle associazioni di guide turistiche autorizzate: <a href="https://www.guidesiena.it/">Centro Guide Turistiche di Siena e Provincia</a> e <a href="http://www.federagit.it/">Federagit</a>;<br />
- per ripercorrere Siena attraverso le mie parole una volta tornati a casa magari per sistemare le didascalie delle foto :-)<br />
<br />
Sono consapevole di aver messo tanta carne al fuoco in ogni giornata, per cui considerate anche la possibilità di dedicarvi solo alla visita di Musei e Chiese oppure solo alla parte dedicata al trekking oppure... di programmare un soggiorno più lungo a Siena o più soggiorni brevi, vedete voi!<br />
<br />
Scarpe comodissime saranno la prima cosa da mettere in valigia in ogni caso.<br />
<br />
Un caro saluto,<br />
Amina<br />
<br />
<b>P.S.</b> Se avete un profilo su Instagram, fate una ricerca con l'hashtag #sienainsettegiorni per vedere le foto che ho pubblicato nel feed. Per i video invece andate direttamente nelle storie in evidenza del mio profilo @ami_saba<br />
<br />
<b>INIZIO PERCORSO SIENA IN 7 GIORNI</b><br />
<br />
Il primo giorno lo dedichiamo alle ‘meraviglie’ di Siena presenti nel primo nucleo abitato della città e cioè al <b>Duomo, </b>al <b>Battistero </b>e alla cosiddetta<b> Cripta</b>.<br />
<br />
Direi di arrivarci da Via del Capitano per avere l'effetto Wow!<br />
<br />
Vi consiglio di includere anche il percorso chiamato <strong>Porta del cielo</strong> così da percorrere i sottotetti del Duomo e vedere dall’alto sia l’interno del Duomo, compreso il suo strepitoso pavimento a tarsie istoriate, sia l’esterno con panorami sulla Torre del Mangia, San Domenico e il Santa Maria della Scala.<br />
<br />
La mia prima volta alla Porta del Cielo l’ho raccontata <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/04/porta-del-cielo.html">qui</a><br />
<br />
Una volta scesi dai sottotetti del Duomo gustatevi l’interno nel suo mix di stile romanico e gotico.<br />
<br />
La <strong>costruzione del Duomo di Siena</strong> con i vari ampliamenti, quasi impercettibile dall’esterno per quanto omogeneo appare il suo paramento murario oggi, ha attraversato secoli.<br />
<br />
Ho scritto un post su questa affascinante vicenda che vi consiglio di leggere magari prima di entrare in Duomo, mentre lo ammirate dall’esterno (il post lo trovate <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2019/02/il-duomo-di-siena-come-una-matrioska.html">qui</a>).<br />
<br />
<b>DUOMO DI SIENA</b><br />
<br />
Per tradizione si ritiene che il Duomo di Siena sia stato consacrato in maniera solenne il 18 novembre 1179.<br />
<br />
I must da ammirare al suo interno sono, secondo me:<br />
<br />
- il <strong>Pavimento</strong>,<strong> </strong>“il più bello… grande e magnifico… che mai fusse stato fatto” (Giorgio Vasari), scoperto per intero e quindi visibile al pubblico in determinati periodi dell'anno. Il Pavimento del Duomo di Siena è composto da oltre 50 commessi marmorei colorati e a sgraffio eseguiti in un arco temporale che va dal 1373 al 1547, restauri Ottocenteschi esclusi. Ne ho scritto più nel dettaglio <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2012/08/pavimento-del-duomo-di-siena.html">qui</a><br />
<br />
- le statue di <strong>San Girolamo </strong>e<strong> di Maria Maddalena</strong> eseguite da <b>Gian Lorenzo</b> <strong>Bernini</strong> nella Cappella della Madonna del Voto voluta da papa Alessandro VII Chigi e la tavola con la <strong>Madonna con Bambino</strong> di <b>Dietisalve di Speme</b> sull’altare. Questa Madonna probabilmente dal 1267 circa sostituì la Madonna davanti alla quale i senesi fecero il voto alla vigilia della Battaglia di Montaperti (1260), detta <i>Madonna degli occhi grossi</i> e conservata nel vicino Museo dell’OPA, dove andremo il terzo giorno.<br />
<br />
Intanto, una rappresentazione della <i>Madonna degli occhi grossi</i> potete scorgerla, quando uscirete dal Duomo, in una delle scene della porta bronzea collocata sull’ingresso laterale.<br />
<br />
Questa porta, detta <strong>Porta della Riconoscenza</strong>, fu realizzata da <b>Vico Consorti</b> su commissione del Conte Guido Chigi Saracini, ultimo esponente di spicco della famiglia di papa Alessandro VII Chigi, quale riconoscenza per la salvezza di Siena dagli orrori della seconda guerra mondiale appena conclusa.<br />
<br />
La Porta della Riconoscenza fu inaugurata il 16 agosto del 1946.<br />
<br />
Nei quattro pannelli centrali sono ricordati quattro momenti drammatici della storia di Siena in cui la città chiese la grazia alla Madonna:<br />
<br />
- nel <b>1260</b> alla vigilia della Battaglia di Montaperti (è qui che si vede la Madonna degli occhi grossi)<br />
- nel <b>1486</b> per le ripetute pestilenze iniziate nel 1348<br />
- nel <b>1697</b> per i terremoti durati due anni<br />
- nel <b>1944</b> per i bombardamenti della seconda guerra mondiale<br />
<br />
Le ambientazioni rispecchiano l'epoca in cui si svolgono ed è per questo che anche la Cappella della Madonna del Voto così come ci appare oggi è negli ultimi due episodi.<br />
<br />
Sempre nella Cappella della Madonna del Voto c’è una statua moderna (1918) in bronzo di <b>Arturo Viligiardi</b>, che lavorerà per il conte Guido nella ristrutturazione del suo palazzo in via di Città, oggi sede dell’Accademia Musicale Chigiana, raffigurante <b>la Riconoscenza</b>. Anche questa scultura è presente nella Porta della Riconoscenza. Qualche informazione in più la trovate <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/12/la-riconoscenza-pubblica-e-privata-siena.html">qui</a><br />
<br />
- il <strong>tabernacolo dell’altare maggiore</strong> realizzato da <b>Lorenzo di Pietro</b> detto<b> </b>il Vecchietta fra il 1467 e il 1472 per la Chiesa dell'Annunziata nel dirimpettaio Santa Maria della Scala ma trasferito sull’altare del Duomo nel 1506 per volere di Pandolfo Petrucci, Signore della città, al posto della <i>Maestà</i> di Duccio non più corrispondente al gusto rinascimentale.<br />
<br />
- la <strong>vetrata circolare</strong> dell’abside con la Morte, Assunzione e Incoronazione della Vergine <b>copia di quella originale</b> conservata nel Museo dell’Opera eseguita su cartoni di <b>Duccio di Boninsegna</b> intorno al 1288 per la primitiva abside. Fu spostata qui nel 1365 e sostituita con la copia nei primi anni del Duemila.<br />
<br />
I cartoni per la copia li ha realizzati Francesco Mori, storico dell’arte e pittore di origine grossetana, ma che vive a Siena - dove ha studiato - da moltissimo tempo, che ha lavorato per esempio a Noto per Vittorio Sgarbi (sempre su vetrate) e ha realizzato il Drappellone per il Palio del 2 luglio 2015 vinto dalla Contrada della Torre oltre ad altre opere. L’esecuzione della copia è stata fatta dalla vetreria La Diana in località Badesse.<br />
<br />
Ve la segnalo, anche se si tratta della copia, per farvi fare mente locale sul fatto che la primitiva parte terminale del Duomo di Siena era due campate in meno di ora per cui l’altare si trovava sotto la cupola e il pulpito di Nicola Pisano sulla destra, più o meno davanti alla Cappella della Madonna del Voto, e in alto la vetrata di Duccio. L’impatto emotivo doveva essere molto forte, secondo me, a livello di fede ma anche di bellezza.<br />
<br />
- il <strong>pulpito di Nicola</strong> <strong>Pisano</strong> riportato al suo splendore nel 2018 dopo due anni di restauro. Come ho accennato poco fa il pulpito originariamente di Nicola Pisano non era collocato qui ma nello spazio antistante la Cappella del Voto. Ne abbiamo testimonianza visiva in una biccherna custodita nel Museo delle Biccherne all’interno dell’Archivio di Stato di Siena. Vi porterò anche lì, tranquilli. Ho scritto un post più dettagliato sul pulpito di Nicola Pisano. Lo trovate <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2019/01/il-pulpito-di-nicola-pisano-nel-duomo.html">qui</a><br />
<br />
- <strong>curiosità</strong>: sui due pilastri mediani che sorreggono la cupola del Duomo di Siena ci sono due lunghe antenne lignee che la tradizione vuole appartenessero al carroccio della Battaglia di Montaperti del 1260.<br />
<br />
- la statua in bronzo di <strong>San Giovani Battista </strong>di<strong> Donatello</strong> esposta nella Cappella di San Giovanni Battista costruita per custodire la reliquia del braccio del Santo donata a Siena da Pio II. Il <strong>pozzetto marmoreo</strong> per l’acqua santa che si trova al centro della Cappella è stato realizzato da Antonio Federighi. Scene sacre e mitologiche insieme sono un’idea del tutto Rinascimentale.<br />
<br />
- la <strong>Libreria Piccolomini</strong> e gli affreschi dai colori ancora così vivaci del <b>Pinturicchio</b> (con lo zampino anche di <b>Raffaello</b> per i disegni) tanto da sembrare contemporanei. Ovviamente sono stati restaurati nel tempo ma sono davvero una gioia per la vista. Al di là del soggetto, una ‘biografia dipinta’ di papa Pio II Piccolomini, ciò che colpisce tutti, conoscitori o meno della vita di questo papa umanista, sono i dettagli degli abiti da cerimonia civile e religiosa dei numerosi personaggi che animano le scene.<br />
<br />
La Libreria Picolomini fu voluta dall’arcivescovo di Siena, il cardinale Francesco Piccolomini Todeschini (poi divenuto papa Pio III), perché vi fosse custodito il prezioso patrimonio librario dello zio Pio II; patrimonio che però non venne mai esposto qui.<br />
<br />
Gli affreschi della Libreria Piccolomini sono stati realizzati tra il 1502 e il 1507.<br />
<br />
È singolare che un luogo laico come una libreria abbia l’ingresso monumentale dall’interno del Duomo. Tale singolarità di biblioteca annessa ad una chiesa cattedrale la ritroviamo soltanto ad Orvieto, nella Libreria Albèri e non è un caso poiché Antonio Albèri, arcidiacono di Orvieto nato nel 1423, frequentò la potente famiglia Piccolomini tanto da essere nominato da papa Pio II Piccolomini precettore del nipote, futuro papa Pio III, e quindi grazie a questa frequentazione Albèri ebbe modo di sapere della Libreria Piccolomini e su questo esempio decise di edificare ad Orvieto la propria Biblioteca. Per saperne di più sulla Libreria Albèri vi rimando a <a href="https://www.youtube.com/watch?v=LCHuymvUuXA">questo video</a><br />
<br />
Tornando alla Libreria Piccolomini, il racconto della vita di papa Pio II Piccolomini inizia dall’ultima scena sul fondo a destra della Libreria Piccolomini.<br />
<br />
In senso orario le scene rappresentano:<br />
<br />
<b>1</b>- Partenza per Basilea di Enea Silvio Piccolomini, ventisettenne;<br />
<b>2</b>- Orazione di Enea Silvio davanti a re Giacomo I di Scozia;<br />
<b>3</b>- Federico III incorona Enea Silvio Piccolomini poeta;<br />
<b>4</b>- Sottomissione di Enea Silvio al vero pontefice Eugenio IV;<br />
<b>5</b>- Incontro di Enea Silvio, vescovo senese, presso la Porta di Camollia di Siena, con i promessi sposi Federico III ed Eleonora di Portogallo;<br />
<b>6</b>- Enea Silvio eletto cardinale da papa Callisto III;<br />
<b>7</b>- Enea Silvio Piccolomini incoronato Papa Pio II, prende possesso della Basilica Lateranense;<br />
<b>8</b>- Pio II convoca a Mantova i principi cristiani per la crociata contro il turco;<br />
<b>9</b>- Dinanzi alle spoglie, Pio II canonizza Santa Caterina da Siena, il 29 giugno 1461;<br />
<b>10</b>- Arrivo di Pio II, già infermo, al Porto di Ancona in attesa della flotta veneziana per la crociata<br />
<br />
<b>Curiosità: </b>nella scena n. 5 la colonna/ricordo che si erge è ancora ben conservata al proprio posto fuori Porta Camollìa. Nella scena n. 9 è tradizione che il ragazzino a sinistra in primo piano, con la candela, sia il ritratto di Raffaello.<br />
<br />
- la <strong>statua di San Paolo</strong> nel frontespizio dell’Altare Piccolomini, subito dopo la Libreria Piccolomini, realizzata da un giovane <b>Michelangelo</b>.<br />
<br />
A questo punto vi lascio liberi di rifare un giro per conto vostro per ammirare il Duomo di Siena nel suo complesso.<br />
<br />
<b>PAUSA PRANZO</b><br />
<br />
Finita la visita scommetto che un certo languorino vi sarà venuto. Se volete rimanere in zona per poi proseguire con la visita della Cripta e del Battistero vi consiglio di oltrepassare la grande porta laterale del Duomo Nuovo, sotto le arcate d’ingresso del Museo dell’OPA, e di dirigervi a destra per Via di Monna Agnese.<br />
<br />
Una volta rifocillati, tornate indietro e dopo aver sceso la prima rampa di scale entrate nella Cripta.<br />
<br />
<b>SOTTO IL DUOMO DI SIENA: LA ‘CRIPTA’</b><br />
<br />
Viene chiamato Cripta impropriamente questo luogo. In realtà non si sa che funzione avesse ma, a parte questo, vi invito a fare un salto temporale nel passato. Immaginatevi di entrare qui prima del <strong>1999 </strong>e di trovare questi ambienti tutti ricoperti da detriti. Fate mente locale sul pavimento magnifico del Duomo di Siena che avete appena visto e che ora si trova sopra alla vostra testa. Questi detriti hanno fatto come da ‘sostegno’ al prezioso pavimento; ma non solo. Hanno conservato questa meraviglia di affreschi che si apre ai vostri occhi. Per approfondire, potete leggere un altro post che ho scritto e che trovate <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2014/01/sotto-il-duomo-di-siena-la-cripta.html">qui</a>.<br />
<br />
<b>BATTISTERO</b><br />
<br />
Finita la visita alla Cripta, uscendo scendete le scale per raggiungere il Battistero.<br />
<br />
All’interno del Battistero di Siena la cosa che vi colpirà subito forse è la sua forma rettangolare anziché circolare/ottagonale come il Battistero di Pisa o di Firenze. In effetti anche Siena ha avuto un suo Battistero ottagonale staccato dal Duomo, nel Piazzale davanti a sinistra.<br />
<br />
Tale Battistero fu abbattuto nel 1296 e quello attuale risale al 1355 nella sua forma definitiva ma ha avuto una vita lunga; infatti fu iniziato a costruire nel 1317.<br />
<br />
Se avete letto il post che vi ho linkato all’inizio con le fasi costruttive del Duomo di Siena conoscerete già un po’ di più sulle sue vicende costruttive altrimenti potete recuperare <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2019/02/il-duomo-di-siena-come-una-matrioska.html">qui</a><br />
<br />
Una volta varcata la soglia ciò che colpisce maggiormente è il <strong>Fonte Battesimale</strong> cui hanno contribuito <b>Lorenzo Ghiberti, Donatello</b> e<b> Jacopo della Quercia</b>, tra gli altri.<br />
<br />
<strong>Scene rappresentate </strong>nei pannelli bronzei del fonte battesimale del Battistero di Siena:<br />
<br />
- Annuncio a Zaccaria della nascita del Battista (Jacopo della Quercia)<br />
- Nascita del Battista (Turino di Sano e Giovanni di Turino)<br />
- Battesimo di Gesù (Lorenzo Ghiberti)<br />
- Il Battista davanti a Erode (Lorenzo Ghiberti)<br />
- La testa del Battista presentata a Erode (Donatello)<br />
<br />
Il consiglio è di soffermarvi un po’ di più davanti alla formella di Donatello per ammirare la prospettiva realizzata con la tecnica donatelliana del rilievo <i>stiacciato</i>.<br />
<br />
Un’altra particolarità del Battistero di Siena è il ciclo di <b>affreschi con gli articoli del Credo </b>realizzati dal<b> Vecchietta.</b><br />
<br />
Preparatevi a tenere la testa all'insù. Prima però leggete <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2019/03/battistero-di-siena.html">qui</a> per sapere come orientarvi.<br />
<br />
Una volta finita la visita del Battistero, per assimilare un po’ quanto avete visto, vi consiglio di sedervi sui gradini esterni.<br />
<br />
La sentite anche voi? Sì? Io avverto un’energia particolare in questo luogo. Ogni volta.<br />
<br />
C’è un altro luogo che mi fa lo stesso effetto ed è il Santuario di Santa Caterina da Siena. Non a caso quando l’ho detto la prima volta qualcuno mi ha fatto notare come si tratti di due luoghi dedicati a due santi significativi!<br />
<br />
Guardatevi però anche intorno. Forse scendendo le scale avrete notato sulla destra dei ciottoli sporgenti su un palazzo. Ebbene, sono i resti di quando a Siena c’era il mare, milioni di anni fa.<br />
<br />
Esatto, a Siena il mare si è ritirato diverse volte fino a scomparire definitivamente. Reperti come questi si trovano anche nei Bottini, i sotterranei di Siena che nel Medioevo hanno rifornito di acqua la città grazie alla raccolta delle acque piovane per precipitazione. A questo argomento dedicheremo il settimo giorno.<br />
<br />
Ora forse è arrivato il momento di un buon gelato o di una crepe oppure, se vi trovate a Siena da febbraio al 19 marzo, è il momento di gustare le frittelle Savelli in Piazza del Campo!<br />
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<b>Siena in 7 giorni:</b> primo giorno, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-secondo-giorno.html">secondo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/06/siena-in-7-giorni-terzo-giorno.html">terzo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quarto-giorno.html">quarto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-quinto-giorno.html">quinto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-sesto-giorno.html">sesto giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/07/siena-in-7-giorni-settimo-giorno.html">settimo giorno</a>, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/08/Siena-in-7-giorni-indice-e-altri-contributi.html">indice e altri contributi</a>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-60032733226559997022020-06-04T07:35:00.000+02:002020-06-08T19:33:47.053+02:00Le Terre di Siena: luoghi noti e meno noti<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<img alt="Le Terre di Siena: luoghi noti e meno noti" border="0" data-original-height="312" data-original-width="820" height="242" src="https://1.bp.blogspot.com/-m51XFdB1qJ8/Xt52L2QzGXI/AAAAAAAAIZs/gRcbNxj6T7YAsyis9UBYrDEN3cPNgK3NgCLcBGAsYHQ/s640/terre_di_siena.png" title="Le Terre di Siena: luoghi noti e meno noti" width="640" /></div>
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Domanda: avete già deciso dove fare la prima gita fuori porta oltre i confini della vostra Regione?<br />
<br />
Non crediate che non mi renda conto del fatto che forse avete altro a cui pensare ma, al di là delle effettive possibilità del momento, sono sicura che avete voglia quanto me di progettare in un posto bello il primo fine settimana di maggior libertà di movimento. In Italia abbiamo l’imbarazzo della scelta, no?
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In attesa allora di condividere il progetto <b>Siena in 7 giorni</b> che ho in serbo per voi, vi propongo oggi un tour nelle Terre di Siena attraverso luoghi più o meno noti di cui ho già scritto in questo blog.</div>
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Per ciascuna delle Terre di Siena vi indicherò i ‘must’ per le quali sono conosciute nel mondo intero, e che spero di approfondire con futuri post, in modo da orientarvi meglio nella scelta della zona se deciderete per la Toscana.</div>
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<b>CHIANTI SENESE</b></div>
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Iniziamo allora con la zona del <b>Chianti senese</b>, puntellata oltre che da tantissimi borghi medievali anche da altrettante aziende vinicole. In questo territorio infatti si produce il Vino Chianti Classico.</div>
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Ho un post che casca a pennello in questo caso. Si tratta dell’intervista informale ad un amico Sommelier che ho fatto tempo fa e che trovate <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/12/intervista-informale-ad-un-amico.html">qui</a>.</div>
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È divertente oltre che istruttivo fermarsi anche a fare delle degustazioni in Cantina quando si visitano le Terre d Siena quindi avere già un’idea non è male, secondo me.</div>
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I punti di riferimento per una visita nella zona del Chianti sono <b>Castellina in Chianti</b>, <b>Radda in Chianti </b>e <b>Gaiole in Chianti</b>. </div>
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Tra l’uno e l’altro avrete l’imbarazzo della scelta e vi verrà voglia di fermarvi ogni due per tre. </div>
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Io ci provo a darvi un paio di posti insoliti: si tratta di <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2016/10/badia-monastero-nel-chianti.html">Badia a Monastero</a> e del <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/05/parco-delle-sculture-del-chianti.html">Parco delle Sculture del Chianti</a>. </div>
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<b>CRETE SENESI</b></div>
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La zona delle <b>Crete senesi</b> è la mia preferita.<br />
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Il punto di riferimento qui è l’<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/02/monte-oliveto-maggiore_16.html">Abbazia di Monte Oliveto Maggiore</a> e il suo Chiostro con gli affreschi del Sodoma e del Signorelli. </div>
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Nei paraggi, prima o dopo l’Abbazia a seconda da dove arrivate, c’è <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/05/le-crete-senesi-di-leonina.html">Leonina</a> con il suo panorama mozzafiato sulle Crete.<br />
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<b>VAL D’ORCIA</b></div>
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La zona della <b>Val d’Orcia</b> è la zona della triade <b>Montalcino - Pienza - Montepulciano</b> e della produzione del Vino Brunello di Montalcino e del Vino Nobile di Montepulciano. </div>
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Io però vi do due dritte delle mie e cioè la <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2020/01/cappella-di-vitaleta-come-arrivarci.html">Cappella di Vitaleta</a> (ho adorato!) e la triade <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2013/06/un-pomeriggio-nella-val-dorcia.html">San Quirico d’Orcia - Bagno Vignoni - Rocca d’Orcia</a>.</div>
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<b>VAL DI MERSE</b></div>
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Nella zona della <b>Val di Merse</b> il punto di riferimento è l’<b>Abbazia di San Galgano</b>. </div>
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Io vi suggerisco di considerare anche un trekking nella <b>Riserva Naturale Merse</b>. </div>
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I sentieri che si possono percorrere sono diversi. </div>
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Io ad esempio ho percorso un tratto del sentiero da Brenna verso Castiglion che Dio Sol Sa nell'<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/05/passeggiata-nel-bosco-nella-montagnola.html">Alto Merse</a>, più vicino alla Montagnola senese. </div>
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È possibile fare anche il bagno nel fiume, norme di prevenzione contro il Coronavirus permettendo ovviamente. </div>
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<b>MONTAGNOLA SENESE</b></div>
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Anche nella <b>Montagnola Senese</b> ci sono dei percorsi di trekking da fare nel bosco. </div>
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A me piace molto il sentiero che dalla Villa di Cetinale porta alla Pieve di Pernina passando dal Romitorio per una sosta panoramica. </div>
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Punto di riferimento della Montagnola è <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2017/05/sovicille-delle-meraviglie-pievi.html">Sovicille</a>. </div>
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Nei paraggi c’è un borgo minuscolo, <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/05/chiostro-dellabbazia-di-torri.html">Torri</a>, conosciuto per lo splendido chiostro romanico dell’Abbazia di Santa Mustiola. </div>
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<br /></div>
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All’inizio della strada che da Siena porta verso la Montagnola si trova il <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2019/05/castello-di-belcaro-nei-dintorni-di.html">Castello di Belcaro</a>. È aperto il primo lunedì di ogni mese, di solito, per cui questo mese salta. Potete riprovarci il prossimo ;-)</div>
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<b>VAL D’ELSA</b></div>
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Nella zona della <b>Val d’Elsa</b> il punto di riferimento indiscusso è <b>San Gimignano</b> con le sue torri.</div>
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Il mio suggerimento è di programmare una visita alla <a href="https://mydayworth.blogspot.com/2015/05/chiesa-di-san-pietro-cedda.html">Chiesa di San Pietro a Cedda</a>. Una vera chicca per gli amanti del romanico senese. </div>
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Su richiesta posso mettervi in contatto con la persona che si occupa delle visite altrimenti, come ogni chiesa romanica senese, è bella da vedersi anche dall’esterno.</div>
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Bene, ora potreste consigliarmi voi qualche posto da visitare delle vostre zone così ci faccio un pensierino!</div>
amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-61353761106429981142020-04-07T17:49:00.000+02:002020-08-20T13:21:28.339+02:00Una vita come tante di Hanya Yanagihara<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-FXa-HEg9VJw/XoyO3kULh6I/AAAAAAAAE9k/SSVTy06CHbAtI69qndVSuoHUf9_fJbm1ACLcBGAsYHQ/s1600/1_una_vita_come_tante.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Una vita come tante di Hanya Yanagihara" border="0" data-original-height="585" data-original-width="585" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-FXa-HEg9VJw/XoyO3kULh6I/AAAAAAAAE9k/SSVTy06CHbAtI69qndVSuoHUf9_fJbm1ACLcBGAsYHQ/s400/1_una_vita_come_tante.jpg" title="Una vita come tante di Hanya Yanagihara" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Benvenuti o bentornati alla versione Blogger di My day
worth. <o:p></o:p></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Non è ancora tutto pronto da queste parti. Procederò stanza
per stanza post per post <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per sistemare
tutto ma intanto volevo invitarvi a prendere un caffè in piedi pur di
accogliervi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il post di saluto del precedente dominio è stato l’unico
post che non ho fatto migrare qui. Quando l’ho scritto avevo già esportato
tutti i post per cui l’ho ritenuto un segno.<o:p></o:p></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Mi ripeto ma mi fa strapiacere avervi qui.<o:p></o:p></div>
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<br /></div>
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Inauguro questo ritorno parlandovi di un romanzo che ho
iniziato a leggere prima che la pandemia si abbattesse sul mondo, che ho dovuto
interrompere a seguito del lockdown poiché per motivi di necessità mi trovavo
in un’altra casa dove tra l’altro ho approfittato per rileggere in lingua
originale Cent’anni di Solitudine (letto la prima volta quando ero ragazzina) e
ripreso e terminato quando sono ritornata a casa mia.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Per i posteri: mentre scrivo il lockdown è ancora in corso e
io mi trovo al ventottesimo giorno di isolamento. Posso uscire solo per motivi
di necessità o di salute.<o:p></o:p></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Si tratta di <b>Una vita come tante</b>, il secondo romanzo di
<b>Hanya Yanagihara</b>, scrittrice statunitense di origini hawaiane, pubblicato in
Italia da <b>Sellerio</b>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Una vita come tante</b> è una ferita che si rimargina di
continuo senza riuscire a guarire, è la ferita di un trauma che ci accompagna
per più di mille pagine.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Una vita come tante</b> è un romanzo intenso, bellissimo,
difficile da consigliare. A fine lettura si vorrebbe avere qualcuno con cui
parlarne, confrontarsi oppure la possibilità di porre domande all’autrice.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Letta l’ultima pagina ci si sente orfani.<o:p></o:p></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Una vita come tante</b> è un romanzo da leggere con cuore e
mente aperta.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
C’è dolore fisico, tanto dolore fisico in questo romanzo.
L’autrice scava a piene mani nel dolore fisico.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
C’è abuso, trauma, senso di inadeguatezza, vergogna,
autocommiserazione, rabbia, paura, senso della perdita; ma c’è anche amore,
tantissimo amore, vulnerabilità, gentilezza, premura, lucidità.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Alla base c’è Amicizia con la a maiuscola in <b>Una vita come
tante</b> e questo è ciò che voglio trattenere.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
È l’amicizia infatti il collante tra Jude, Willem, JK e
Malcolm. Quattro ragazzi conosciutisi al College, diventati uomini di successo
a New York e sempre presenti, ognuno a modo suo, per colui tra di loro sul
quale la vita si è accanita di più senza apparente possibilità di scampo: Jude,
il protagonista assoluto della storia da un certo punto in poi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Intorno a loro altri personaggi indimenticabili come Harold,
docente universitario, e Andy, medico chirurgo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Per chi lo ha letto: il mio personaggio preferito è Willem.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
C’è anche tanta sensibilità artistica in <b>Una vita come tante</b>
e una New York tangibile e meravigliosa come non mai.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
A tratti può sembrare anche una favola. Solo a tratti però.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
In apertura ho detto che <b>Una vita come tante</b> è un romanzo
difficile da consigliare e con questo intendo ad esempio che sono sicura che ci
sono persone che avrebbero potuto ritenerlo non adatto a me e quindi mai me lo
avrebbero consigliato e che ora accoglierebbero con stupore il mio
apprezzamento.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Io mi ci sono imbattuta grazie alla bookblogger Francesca
Crescentini (@tegamini) e soprattutto al commento al suo post di una persona
che ha scritto di aver apprezzato <b>Una vita come tante</b> quanto Viaggio al termine
della notte. Io amo quest’ultimo libro quindi...<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Prima del commento galeotto avvertivo una sensazione di
disagio che non riuscivo a spiegarmi. Forse quel parlarne senza spoilerare che
però fa trapelare fatti non digeribili potenzialmente da tutti i lettori.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Come avrei potuto capire allora se facevo parte di quella
categoria oppure no? Eh! Forse è l’Universo che risponde in questi casi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Voglio comunque azzardare e dire che mi sento di consigliare
<b>Una vita come tante</b> a chi ha apprezzato il film The Danish Girl.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
La sensazione di bellezza pur nella profonda sofferenza che
ho provato guardando questo film si avvicina molto a ciò che ho provato
leggendo <b>Una vita come tante</b>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
L’oggetto della tensione narrativa è diverso.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Una vicenda, sulla carta, non di immediata empatia per me
quella del film eppure capace di trasmettermi tanto amore.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Stessa cosa con questo romanzo ambientato in una New York
contemporanea dove i tabù di genere sembrano quasi azzerati; infatti non
costituisce il focus della storia.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Certo, The Danish Girl è tratto da una storia vera e questo
per quanto mi riguarda ha un suo peso specifico. Una vita come tante è frutto
d’invenzione.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Durante la lettura infatti ogni tanto mi è capitato di chiedermi
se fosse credibile quanto avevo appena letto, che si trattasse di fatti o di
reazione ai fatti. Entrambi sembravano così amplificati. Ed è proprio su questo
che viene voglia di confrontarsi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ogni lettore che viene raggiunto da <b>Una vita come tante</b>
secondo me può accogliere quanto scritto per metabolizzarlo secondo il proprio
vissuto - anche quando questo sembri agli antipodi dei personaggi - e
addirittura trovare illuminato un pezzetto della propria vita anche doloroso e reagire
con più fiducia di Jude rispetto a chi dice e ci dimostra di volerci bene.<o:p></o:p></div>
<br />amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-43348269786984569112020-03-02T07:00:00.000+01:002020-08-20T13:21:27.917+02:00Turbolenza di David Szalay<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-T-JEj4aCwRg/Xoxl0ldu1ZI/AAAAAAAAE6k/qOhuF4ZJ8BwZsvJJ5VPVt3udTZmzQ_SYwCLcBGAsYHQ/s1600/23_turbolenza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Turbolenza di David Szalay" border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-T-JEj4aCwRg/Xoxl0ldu1ZI/AAAAAAAAE6k/qOhuF4ZJ8BwZsvJJ5VPVt3udTZmzQ_SYwCLcBGAsYHQ/s400/23_turbolenza.jpg" title="Turbolenza di David Szalay" width="400" /></a></div>
<br />
<span style="color: #993300;"><strong>Turbolenza</strong></span> di <strong>David Szalay</strong> per <strong>Adelphi</strong><br />
<br />
Si tratta di dodici racconti che hanno come filo conduttore i trasferimenti aerei da una parte all’altra del mondo dei protagonisti (tanto che ogni racconto riporta come titolo la sigla dell’aeroporto di partenza e quello di arrivo della tratta percorsa dal protagonista) e l’alternarsi di personaggi che da secondari in una storia diventano protagonisti in quella successiva.<br />
<br />
In tutte le storie c’è l’amore (quello dei genitori verso i figli e viceversa, quello fraterno, quello di coppia) alle prese con gli imprevedibili eventi della vita (la malattia, la morte, l’invecchiamento, la diversità, il tradimento, i soldi, la violenza, l’inganno, la menomazione) che irrompono nelle vite dei personaggi come una turbolenza.<br />
<br />
Si legge in un paio d’ore, sufficienti per farsi conquistare dai personaggi che si fanno ricordare proprio grazie all’escamotage della staffetta.<br />
<br />
<strong>A chi lo consiglio?</strong><br />
A chi ama la forma breve del racconto, ovviamente, e a chi ha apprezzato Scene dalla vita di un villaggio di Amos Oz.<br />
<br />
A me è piaciuto molto.amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-3970455851759299712020-02-03T13:30:00.000+01:002020-04-27T21:16:57.118+02:00Sformato di patate: ricetta della mamma<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-API5xZn9REM/Xoxp6_fUWiI/AAAAAAAAE6w/RiWX_zqvcfMpRqLMlv85gCEACZ91u56OwCLcBGAsYHQ/s1600/sormato_di_patate.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Sformato di patate: ingredienti" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-API5xZn9REM/Xoxp6_fUWiI/AAAAAAAAE6w/RiWX_zqvcfMpRqLMlv85gCEACZ91u56OwCLcBGAsYHQ/s400/sormato_di_patate.JPG" title="Sformato di patate: ingredienti" width="400" /></a></div>
<br />
Dal mio personale ricettario condivido oggi con voi una ricetta semplicissima della mamma: lo <strong>sformato di patate</strong>.<br />
<br />
<strong>Ingredienti per 2/3 persone</strong>:<br />
<span style="font-size: 1rem;">- 1 chilo di patate</span><span style="font-size: 1rem;">- 50 grammi di burro</span>- 1/2 bicchiere di latte<br />
- 100 grammi di mortadella<br />
- 2 mozzarelle<br />
- 50 grammi di parmigiano<br />
- pan grattato<br />
- sale<br />
<br />
<strong>Procedimento:</strong><br />
- lessare le patate<br />
- schiacciare le patate con lo schiacciapatate o con la forchetta<br />
- unire alle patate la mortadella tagliata a listarelle, le mozzarelle tagliate a dadini, il parmigiano, il sale a gusto personale, le uova e il latte<br />
- versare il composto in una teglia precedentemente unta con il burro e cosparsa di pan grattato<br />
- prima di infornare aggiungere pezzetti di burro e altro pan grattato sulla superficie dello sformato<br />
- mettere in forno a 180 gradi per mezz'ora<br />
<br />
Et voilà, una bontà! Ve lo assicuro.<br />
<br />
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<a href="https://mydayworth.blogspot.com/2012/11/torta-al-cioccolato.html">Torta al cioccolato</a>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-20570550650453936962020-01-06T07:30:00.000+01:002020-06-03T17:49:28.568+02:00Cappella di Vitaleta: come arrivarci<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-owrfx2DcxQU/Xoxqo-BqQRI/AAAAAAAAE64/ED5LFLr1IjE5B4e-Z1yvwGwNG6yBFrNWgCLcBGAsYHQ/s400/1-1536x2048.jpg" title="Cappella di Vitaleta" width="300" /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
La Val d’Orcia in Toscana deve gran parte del suo successo alle dolci colline rimaste volutamente immutate nel tempo e punteggiate da isolate costruzioni di carattere civico e religioso in pietra e antichi centri abitati contenuti nelle dimensioni.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Io lo so bene grazie anche al mio lavoro di segretaria d’albergo che la maggior parte dei clienti sia stranieri che italiani sceglie Siena non tanto per visitare Siena, cosa che mi addolora moltissimo ogni volta come potrete immaginare anche se lo prendo come stimolo per illustrare con passione e coinvolgimento le meraviglie di Siena. Non a caso siamo stati scelti l'anno scorso da Alberto Angela e Rai 1 per una puntata del programma Meraviglie che mostra le 'meraviglie' d’Italia, per l'appunto. </div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Scusate la divagazione. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Dicevo che i turisti di solito scelgono Siena per visitare la sua provincia molto più radicata nell’immaginario collettivo e la cosa buffa per me è che è stato proprio grazie ad un cliente straniero che anni fa sono venuta a conoscenza della <strong>Cappella di Vitaleta </strong>nel<strong> Comune di San Quirico d'Orcia</strong>.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
È successo che una foto della Cappella di Vitaleta era sulla copertina di un magazine patinato che facevamo trovare ai clienti in camera. Per me era una bella foto, il classico fabbricato antico con il cipresso da una parte come tante altre nella Val d’Orcia e non qualcosa di particolare.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Un cliente mi chiese proprio come fare ad arrivarci dando per scontato che io lo sapessi tanto per lui era conosciuto quel luogo. Cercai su Google e credo di aver dato delle indicazioni molto generiche all’epoca.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Capii però che era qualcosa che fuori dall’Italia si conosceva benissimo, che rientrava sicuramente nelle to do list di cose da vedere e quindi mentalmente mi ripromisi di approfondire.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Dopo altri anni, dopo essermi registrata su Instagram e aver iniziato anch’io a postare e a interagire con altri Instagramers mi sono imbattuta nel profilo di Antonio Cinotti, un senese che successivamente ha chiamato Around Siena la sua attività di comunicazione e diffusione della conoscenza del territorio senese attraverso i Social Media (il nome scelto parla da sé!)</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Vitaleta è uno dei cavalli di battaglia di Antonio su Instagram insieme ai ‘cipressini ’ e quindi la Cappella di Vitaleta tornò a far parte dei miei interessi.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Passano altri anni e un giorno in gita con mia sorella nella Val d’Orcia notiamo delle persone, in un punto preciso della strada provinciale 146 che porta a Pienza, ferme lì con le macchine fotografiche rivolte verso un punto preciso. </div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Incuriosite ci fermiamo e... dopo aver messo a fuoco anche noi scorgiamo in lontananza proprio lei la Cappella di Vitaleta. Per me poteva finire lì. Era talmente meravigliosa così isolata e irraggiungibile che non vedendo a occhio nudo una strada asfaltata che ci arrivasse pensai che le foto che nel tempo mi era capitato di intercettare in giro fossero zoommate e che non ci si potesse arrivare proprio davanti.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Mi sbagliavo!</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: left;">
E si, perché proprio Antonio Cinotti due anni più tardi scrisse un post per il sito di Igers Italia con le indicazioni per arrivarci a piedi. Chissà quante volte aveva dovuto rispondere alla domanda: come ci si arriva a quella Cappella, si proprio quella con i cipressi ai lati?</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
A volte sono un po’ lenta me ne rendo conto (ad esempio il sogno di andare a New York era dal 1996 che lo coltivavo sul serio. Si è realizzato solo nel 2017) ma evidentemente non era ancora il tempo di giungere al cospetto della Cappella di Vitaleta finché non l’ho inserito nelle #100cosedafareprimadimorire e mia sorella, che con occhio vigile butta di tanto in tanto un occhio alla mia lista o mi chiede se c’è qualcosa di non molto impegnativo a livello di tempo da poter fare, mi aveva promesso che appena si fosse creata l’occasione mi ci avrebbe portato quindi un giorno festivo in cui entrambe fossimo state libere dal lavoro e con una bella giornata visto che le indicazioni di Antonio prevedevano una camminata di quaranta minuti da considerare anche al ritorno. Bisognava farlo magari non quando è troppo caldo.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Il giorno evidentemente scritto nella mia storia dal fato per vedere la Cappella di Vitaleta era il 26 dicembre 2019.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Giornata da segnare sul calendario, ovviamente. E dire che non era iniziata benissimo nel senso che pur essendoci avviate verso le dieci di mattina con il sole <strong>da Siena per la Cassia verso Sud in direzione Buonconvento</strong> dopo qualche chilometro è comparsa all’improvviso la nebbia! Mia sorella era già lì sul piede di guerra contro la Natura. A me fa troppo ridere quando fa così. Comunque, non poteva esserci la nebbia per tutto il giorno. Tutti i siti di previsione dicevano il contrario. Siamo state fiduciose e abbiamo proseguito. E infatti <strong>dopo la galleria che si trova poco prima dell'uscita per San Quirico d’Orcia</strong> è stato davvero come riveder le stelle: il cielo era terso e il sole tutto per noi. Quando al ritorno lo abbiamo raccontato a mia mamma lei ha tirato fuori dalla sua saggezza popolare il detto <em><strong><span style="font-size: 1rem;">Nebbia bassa bel tempo lascia. </span></strong></em><span style="font-size: 1rem;">Lo terrò a mente per la prossima volta</span> :-)</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<strong>Presa l’uscita per San Quirico d’Orcia</strong> abbiamo imboccato la <strong>strada provinciale 146 verso Pienza</strong> e dopo qualche chilometro sulla destra abbiamo individuato il cartello <strong>Agriturismo La Buca </strong>(è piccolo di quelli con scritta bianca su sfondo blu quindi andate piano altrimenti vi sfugge) come da indicazioni di Antonio. Al bivio abbiamo visto la <strong>segnaletica della Rete Escursionistica Toscana</strong> e subito dopo aver imboccato la strada, prima di cercare parcheggio per la macchina e avventurarci nella camminata di quaranta minuti, ci è cascato l’occhio su un altro cartello che proponeva di <strong>arrivare con la macchina in un punto più vicino alla Cappella di Vitaleta</strong> e poi a piedi in molto meno di quaranta minuti.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-PzUJJjegtRw/Xoxq2skCLXI/AAAAAAAAE68/GebWeVfwWeYlb5XMjQMgx6R6dxH6iZ59QCLcBGAsYHQ/s400/3-1536x2048.jpg" title="Cappella di Vitaleta" width="300" /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
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<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-bBD5PA_dbCQ/Xoxq-gvN4lI/AAAAAAAAE7E/BbMclyXkvwYqjdp9h-zCKHQWsliyRBY_QCLcBGAsYHQ/s400/5-1536x2048.jpg" title="Cappella di Vitaleta" width="300" /></div>
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Abbiamo quindi ripreso la strada provinciale 146 verso Pienza e dopo qualche chilometro abbiamo trovato <strong>l'incrocio con il cartello marrone con l’indicazione della Cappella di Vitaleta</strong>.</div>
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<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-kXSbiIUs5TM/XoxrEMGcvVI/AAAAAAAAE7I/tvFcyw6u7hInhv8Av3JyYpM0CeiU6STUgCLcBGAsYHQ/s400/6-1536x2048.jpg" title="Cappella di Vitaleta" width="300" /></div>
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La strada è sterrata. Abbiamo proseguito fiduciose finché non abbiamo incrociato dei maratoneti cosa che ci ha confermato che ci trovavamo nella direzione giusta. Arrivate ad un certo punto sulla sinistra c’era un cartello verde che indicava la Cappella di Vitaleta per chi arrivava in senso opposto al nostro, a destra qualche macchina parcheggiata alla meglio e davanti la strada sterrata che continuava. Mia sorella si è avventurata e ha trovato un cancello chiuso. Non c’era alcuna indicazione ma vedendo altri maratoneti anche dall’altra parte del cancello abbiamo deciso di andare anche noi passando lateralmente tra il cancello e lo sterrato.</div>
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<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-ZVn9kMfdDYM/XoxrPP-dWfI/AAAAAAAAE7Q/ovBfriPnP3wG_f5R1mxQVQVQPGs6Cf3rACLcBGAsYHQ/s400/7-1536x2048.jpg" title="Cappella di Vitaleta" width="300" /></div>
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<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-Xv4OyRD6qlY/XoxrYq1el8I/AAAAAAAAE7U/jFnZ3QbQSpEK7iQWp13Ltt6_6meaCL0mwCLcBGAsYHQ/s400/8-1536x2048.jpg" title="Cappella di Vitaleta" width="300" /></div>
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<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-oVoqRJTuMIk/Xoxre6YdF7I/AAAAAAAAE7Y/3PJu1-pqcx8XKTKjMDDKmmxeDaJoMcdPgCLcBGAsYHQ/s400/9-1536x2048.jpg" title="Cappella di Vitaleta" width="300" /></div>
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Be', l’ho riconosciuta subito da lontano. Man mano che avanzavamo ci si svelava il retro della Cappella di Vitaleta con la sua abside, il campanile a vela con due celle campanarie e i cipressi ai lati.</div>
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L’ora era perfetta. Pochissimi turisti ancora, un silenzio interrotto solo dal rumore del vento e dal breccino che scricchiolava al nostro passaggio.</div>
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Siamo arrivate quindi dal retro e con grande emozione l’abbiamo costeggiata e siamo giunte davanti alla facciata rinascimentale, riprogettato dall’architetto Giuseppe Partini nell’Ottocento.</div>
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Nel prato antistante c’è un pozzo e più in là una azienda agricola.</div>
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La Cappella di Vitaleta è chiusa e questo la rende ancora più affascinante. Come a dire: va bene, fin qui ci sei arrivato ma non posso mostrarti proprio tutto tutto.</div>
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<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="804" data-original-width="624" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-oDU5LNFoHYE/Xoxrm7QF_bI/AAAAAAAAE7g/vRIkIxLalWgGuifBbVJimz7OfJbQX0G4QCLcBGAsYHQ/s400/10-624x804.png" title="Cappella di Vitaleta" width="310" /></div>
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<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-lCY-vW2fTyM/XoxrsFNfXuI/AAAAAAAAE7o/29T4Ofe5mygbqbmIblyIVnNCLqlODXQJwCLcBGAsYHQ/s400/11-1536x2048.jpg" title="Cappella di Vitaleta" width="300" /></div>
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<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-HaxHK-cQQeo/XoxrxDhP-PI/AAAAAAAAE7w/JYwsVyWe-f0psG7ybOdeuuhUAXU1JweLwCLcBGAsYHQ/s400/12-1536x2048.jpg" title="Cappella di Vitaleta" width="300" /></div>
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<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-URyfdJzLDbA/Xoxr2o2IJOI/AAAAAAAAE74/0M4J8FBuuTsMk6bt5VhAJhLl-cEvAvH8gCLcBGAsYHQ/s400/13-1536x2048.jpg" title="Cappella di Vitaleta" width="300" /></div>
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La Cappella di Vitaleta custodiva un tempo una scultura di Madonna di Andrea della Robbia che ora si trova in una chiesa di San Quirico d’Orcia. Non so se su richiesta e a chi bisogna rivolgersi per visitarla all'interno ma non importa. Lateralmente c’è una panca in pietra. Ecco, siamo rimaste il tempo giusto prima che cominciassero ad arrivare frotte di turisti. Io ci sarei rimasta tutto il giorno a farmi riscaldare dal sole, a contemplare la bellezza morbida della natura a far volare i pensieri a patto di essere da sola o al massimo con mia sorella :-)</div>
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Un paradiso.</div>
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<img alt="Cappella di Vitaleta" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-ag82Q-qNdVo/Xoxr8S1WTRI/AAAAAAAAE8A/eyAFga6-a8Qwgqgu1kUnI1JEth8JaSabACLcBGAsYHQ/s400/14-1536x2048.jpg" title="Cappella di Vitaleta" width="300" /></div>
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La prossima volta vorrei arrivarci a piedi seguendo il sentiero che parte dall’Agriturismo La Buca come dalle indicazioni di Antonio e quindi arrivarci dalla facciata.</div>
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Questa volta l’abbiamo fatta comoda ed è andata bene così anche perché... c’era chi ci aspettava a casa per il pranzo!</div>
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Se può interessare, nel mio profilo Instagram (<a href="https://www.instagram.com/ami_saba/">ami_saba</a>) ho creato una storia in evidenza con i video che ho fatto durante la visita.</div>
amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-20043197824109357452019-11-14T14:18:00.000+01:002020-08-20T13:21:27.441+02:00La vita gioca con me di David Grossman<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-X-slbgqoCmY/XoxuKhk6EsI/AAAAAAAAE8U/XwahhXJ995sKRJ-5jaPvItoR8N85fcWsQCLcBGAsYHQ/s1600/20_la_vita_gioca_con_me.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="La vita gioca con me di David Grossman" border="0" data-original-height="640" data-original-width="640" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-X-slbgqoCmY/XoxuKhk6EsI/AAAAAAAAE8U/XwahhXJ995sKRJ-5jaPvItoR8N85fcWsQCLcBGAsYHQ/s400/20_la_vita_gioca_con_me.jpg" title="La vita gioca con me di David Grossman" width="400" /></a></div>
<br />
<span style="color: #993300;"><strong>La vita gioca con me</strong></span> di <strong>David Grossman</strong> per <strong>Mondadori</strong><br />
<br />
Quando esce un romanzo di David Grossman lo acquisto ad occhi chiusi, rigorosamente in versione cartacea e non leggo nemmeno la quarta di copertina tanta è la mia fiducia, stima e affetto per questo scrittore israeliano contemporaneo.<br />
<br />
Così è stato quindi anche per il suo ultimo romanzo appena uscito: <strong>La vita gioca con me.</strong><br />
<br />
La domanda che mi sono posta a fine lettura del romanzo di Grossman è se sia possibile una <strong>gerarchia tra le diverse forme d’amore</strong> a seconda del legame con il destinatario, se ci siano dei casi in cui un tipo di amore vada privilegiato rispetto ad un altro e se questo ordine invece sia variabile, soggettivo.<br />
<br />
E’ una <strong>scelta d’amore all’incontrario</strong> quella fatta dalla protagonista, per come mi sarei aspettata, e che per lei invece è l’unica possibile tanto da non aver avuto alcuna incertezza nel farla e nessun rimpianto nel rivelarla.<br />
<br />
Questa sua scelta ha determinato a cascata conseguenze drammatiche nella sua discendenza senza però che nessuno ne sapesse l’origine finché uno dei personaggi non chiede di conoscere nel dettaglio la propria storia dell'infanzia proponendo di fare un viaggio nei luoghi del passato; viaggio che diventerà un documentario da far vedere alla 'versione futura' del richiedente.<br />
<br />
Ca va sans dire che Grossman scava come un ‘coltello', anche qui, nell’animo umano rivelandoci i lati oscuri e luminosi di ciascun personaggio.<br />
<br />
Non vi racconto niente della trama di proposito. Se vi interessa, leggete la quarta di copertina o cercate su internet.<br />
<br />
Vi dico solo che Grossman ha preso spunto da una storia vera e che io <strong>lo consiglio a chi ha apprezzato</strong> Venuto al mondo di Margaret Mazzantini.<br />
<br />
Curiosità: il romanzo inizia e finisce con la pioggia che per Grossman è un mezzo di purificazione. Come non ricordare la pioggia finale purificatrice tanto attesa di Che tu sia per me il coltello?amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-58793777441481962562019-10-30T17:53:00.000+01:002020-08-20T13:21:28.198+02:00Una mamma lo sa di Elena Santarelli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Hy2IBQ_L-is/Xoxu0QIK-4I/AAAAAAAAE8c/MFDU6Wyp1JYZZoKyqi_6jnqOjNBffUG3wCLcBGAsYHQ/s1600/19_una_mamma_lo_sa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Una mamma lo sa di Elena Santarelli" border="0" data-original-height="445" data-original-width="290" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-Hy2IBQ_L-is/Xoxu0QIK-4I/AAAAAAAAE8c/MFDU6Wyp1JYZZoKyqi_6jnqOjNBffUG3wCLcBGAsYHQ/s400/19_una_mamma_lo_sa.jpg" title="Una mamma lo sa di Elena Santarelli" width="260" /></a></div>
<br />
<span style="color: #993300;"><strong>Una mamma lo sa</strong></span> di <strong>Elena Santarelli</strong> per <strong>Edizioni Piemme</strong> ripercorre quanto vissuto da ‘mamma’ Elena da quel 30 novembre 2017, in cui a suo figlio Giacomo è stato diagnosticato un tumore, fino al follow up, il responso positivo di qualche mese fa.<br />
<br />
Ho intercettato i post su Instagram di Elena in cui condivideva ciò che stava vivendo grazie alla funzione che non c’è più su Instagram, quella che permetteva di vedere le attività dei contatti seguiti (non era quindi quella di ‘spiare’ la funzione vera di questa opzione, secondo me)<br />
<br />
Per me Elena oltre che modella e personaggio televisivo era la bellissima donna che aveva sposato il ‘bellissimo’ Bernardo Corradi, per noi di Siena prima di tutto un contradaiolo del Bruco e poi un calciatore; ma non sapevo quale “interrogazione a sorpresa” stesse sostenendo.<br />
<br />
Dal suo profilo Instagram quindi ne sono venuta a conoscenza.<br />
<br />
L’ho trovata una donna estremamente realista, determinata, vera, gentile, forte, consapevole. (Ora anche divertente, con senso dell’umorismo ritrovato e generosa nel condividere i suoi segreti di bellezza :-) Tutto ciò mi ha colpito molto e ho iniziato a seguirla perché avevo soltanto da imparare.<br />
<br />
Nel suo libro Elena ha scritto che si tratta di “<strong>una storia di dolore, di fatica, di rabbia, ma anche di amicizia, di coraggio e solidarietà</strong>” che lei, posso dire io ora dopo averlo letto, racconta con lucida precisione e schiettezza.<br />
<br />
La storia di Giacomo ha un lieto fine anche se Elena, sempre coni piedi per terra, scrive:<br />
<br />
“Penso di aver smesso di dormire bene proprio da quel 29 novembre 2017. Negli ultimi tempi in effetti ho un sonno più tranquillo, però queste malattie vanno tenute sotto controllo per sempre, dunque so già che non dormirò mai più completamente serena”.<br />
<br />
<strong>A chi consiglio questo libro?</strong> A tutti, davvero, anche a chi ha un figlio o una persona cara affetta da tumore perché gli sarà di sostegno e perché al di là dell’esito che avranno le diverse storie, <strong><span style="color: #993300;">Una mamma lo sa</span></strong> trasmette il valore della solidarietà concreta e autentica.<br />
<br />
Non posso infatti non concludere il mio post segnalando che Elena in questa situazione “inizialmente devastante” ha intercettato il <strong>Progetto Heal</strong>, <strong>una onlus</strong> che opera all’interno dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma dove Giacomo è stato seguito e curato e <strong>alla quale andrà tutto il ricavato della vendita del libro</strong> per sostenere la ricerca e perché i mezzi siano accessibili sempre di più a tutti.amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-73879383031427603872019-10-20T22:04:00.000+02:002020-08-20T13:21:28.591+02:00La Giostra delle Anime<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-NOyr1yvJuTs/Xox2Ph5HqFI/AAAAAAAAE9A/3nzjgqDOfPgs-nQdo23pk_h6XmADmWzrwCLcBGAsYHQ/s1600/18_la_giostra_delle_anime.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="La giostra delle anime di Francesca Barra e Claudio Santamaria" border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-NOyr1yvJuTs/Xox2Ph5HqFI/AAAAAAAAE9A/3nzjgqDOfPgs-nQdo23pk_h6XmADmWzrwCLcBGAsYHQ/s400/18_la_giostra_delle_anime.jpg" title="La giostra delle anime di Francesca Barra e Claudio Santamaria" width="400" /></a></div>
<br />
<strong>La Giostra delle Anime</strong> di <strong>Francesca Barra </strong>e<strong> Claudio Santamaria</strong> per <strong>Mondadori</strong><br />
<br />
Voglio prima raccontarvi come sono arrivata a leggere questo romanzo.<br />
<br />
Seguo Francesca Barra, scrittrice e giornalista, da qualche tempo sui Social grazie a un ‘mi piace’ di un amico comune ad un suo post intercettato nel mio feed su Facebook .<br />
<br />
Dico ‘grazie’ perché ho potuto iniziare a conoscerla senza pregiudizi.<br />
<br />
Non sapevo infatti chi fosse non avendola mai seguita in TV, non sapendo ancora che il suo partner fosse Claudio Santamaria (bravissimo attore che invece avevo visto recitare sia a teatro che nei film) e che questo avesse scatenato le ire di molti sui Social, addirittura calunnie, per il fatto che lei avesse lasciato in maniera fulminea il marito, con il quale aveva avuto tre figli, per unirsi a Claudio in future nozze.<br />
<br />
Ho scoperto di certo una bella donna, di successo, fortunata in amore, brava ai fornelli, mamma felice in una bella casa con un campionario di scarpe da fare invidia a qualsiasi donna.<br />
<br />
Post dopo post però accanto alla sua esuberanza, al suo amore romantico per Claudio che a volte me la fa sembrare un tantino stucchevole anche se a chi le fa questa obiezione pubblicamente lei risponde che chi non apprezza è perché è invidioso (io preferisco ribattere con le parole di Pessoa “Tutte le lettere d’amore sono ridicole. Non sarebbero d’amore, se non fossero ridicole” perché ogni post di Francesca è una “lettera d’amore” per Claudio) ho visto anche la sua genuinità, la sua energia, la sua passione, il suo impegno, la sua forza anche quando ha dovuto affrontare un’esperienza dolorosa che avrebbe potuto rompere l’incantesimo della sua storia d’amore con Claudio: la perdita di un figlio desiderato, già follemente amato e perso prima di poterlo conoscere. E invece no, ne sono usciti più forti entrambi. Basta ascoltarli quando ne parlano nelle interviste.<br />
<br />
E’ stato il primo suo post al quale ho messo ‘mi piace’, quello in cui ha raccontato l’accaduto.<br />
<br />
Claudio Santamaria, attore di teatro e cinema, non lo seguo sui Social anche perché sono talmente in simbiosi lui è Francesca che è sufficiente seguire uno dei due.<br />
<br />
Ricordavo un Claudio sfuggente, introverso, riservato, di quella riservatezza che viene facilmente scambiata per presunzione, avaro di parole nelle interviste, come se tutto gli fosse dovuto perché era un attore apprezzato e tanto doveva bastare. Questo era quanto mi arrivava.<br />
<br />
Seguendo Francesca ho potuto fare la scoperta dell’acqua calda.<br />
<br />
Tutti parlavano della trasformazione di Claudio dopo l’incontro con lei. E infatti dando un'occhiata ai suoi profili ed interviste ho notato anch'io questa improvvisa esuberanza e presenzialismo mediatico e la cosa mi ha stupito. Tutti cambiano, si chiama crescita personale, ma lui lo ha fatto troppo rapidamente (lo so lo so, non c'è alcuna tempistica da rispettare) e per di più sembrava come se lui volesse che questa sua nuova versione venisse accettata altrettanto rapidamente. Non è così Claudio, non lo è mai stato nemmeno per le grandi conversioni! Insomma, sarei stata preparata per una trasformazione più soft, ma al cuor non si comanda, so anche questo :-D<br />
<br />
A parte gli scherzi, Claudio e Francesca insieme trasmettono tutta la positività e l'energia che il loro amore dona a entrambi. Ci fanno da specchio (se avete letto il mio post precedente sapete a cosa mi riferisco).<br />
<br />
Quando hanno annunciato sui Social che stavano scrivendo un libro insieme ho deciso subito che lo avrei letto pur non sapendo di cosa trattasse e pur non avendo letto gli altri romanzi e saggi scritti da Francesca.<br />
<br />
La proprietà di linguaggio di lei e la professionalità artistica di lui mi bastavano come rassicurazione. E poi, non sarebbe stata la prima volta per me leggere un libro di qualcuno seguito con interesse sui Social per capire qualcosa di più su di lui/lei.<br />
<br />
Uscito il libro, il titolo <strong>La Giostra delle Anime</strong> mi è piaciuto moltissimo e come tanti forse mi aspettavo una storia d’amore che in qualche modo riflettesse la storia di Francesca e Claudio. E invece no!<br />
<br />
<h2>
La Giostra delle Anime</h2>
<br />
La Giostra delle Anime è una storia “magica”. E’ la storia di Eva e Anna, due gemelle dai lunghi capelli rossi e dalla pelle lunare, nate e sopravvissute grazie all’intervento miracoloso della natura, cresciute in un orfanotrofio degli orrori dove scoprono di avere dei poteri, dei doni, che entrambe declineranno in maniera diversa, una per distruggere l’altra per guarire determinando così il proprio destino. Doni che andranno a confluire nella nipote Angelica che dovrà trovare un equilibrio. Il tutto ambientato in Basilicata, a Matera, la terra dei sassi in un periodo che va dalla fine degli anni ‘60 del secolo scorso (se non ho fatto male i calcoli) ai giorni nostri.<br />
<br />
Cosa c’entra il titolo con la trama? C’entra come c’entra una giostra nei migliori… thriller!<br />
<br />
Ognuno ha il suo vissuto. Il mio vissuto personale ha fatto subito le seguenti associazioni: potere distruttivo=Shiva, divinità indù distruttore del male, potere curativo=approccio olistico alla persona.<br />
<br />
Nonostante ciò però devo ammettere che la trama riportata nella quarta di copertina mi ha spiazzato nel senso che a tutto avrei pensato tranne che a una storia di stampo esoterico. Non sono mai stata attratta dalla magia dei santoni, diciamo così; ma mai dire mai perché come figlia di abruzzesi nel romanzo ho ritrovato ad esempio la tradizione del tracciamento delle croci sulla fronte contro il malocchio che ho visto fare nella mia famiglia quando qualcuno aveva il mal di testa e, sarà stata la suggestione, ma funzionava!<br />
<br />
Ciò che ha accelerato il mio ‘click’ su Amazon è stato il Prologo pubblicato da Francesca in una sua storia di Instagram.<br />
<br />
<em>Angelica, ottobre 2019</em><br />
<br />
<em>Gli esseri umani impiegano gran parte della loro esistenza sperando di vivere una qualsivoglia magia.</em><br />
<br />
<em>Di essere testimoni, se non addirittura protagonisti, di un miracolo: incontrare qualcuno che ci stravolga la vita. Vincere una competizione pur essendo già sconfitti in partenza. Fare un sogno che il giorno dopo si avvererà. Innamorarsi perdutamente. Opporsi a un destino ordinario.</em><br />
<br />
<em>Gli esseri umani vogliono in fondo una cosa molto semplice: vivere l’incanto, un attimo stupefacente che li distragga dalle paure di tutti i giorni.</em><br />
<br />
<em>Ma gli uomini non sanno cos’è la vera magia. È oscura, incontrollabile, enigmatica come la verità. Assomiglia a una madre possessiva, a un dio malvagio, alla sconfitta.</em><br />
<br />
<em>La magia conosce l’origine e decreta la fine di ogni cosa, è una scelta fra il bene e il male.<br />Non rende mai felici. Solo l’amore può farlo.</em><br />
<br />
<em>Per me la magia era molto più semplice di quanto immaginassi. </em><br />
<br />
<em>Era famiglia.</em><br />
<br />
In particolare le frasi finali mi hanno colpito forse perché ci ho visto, ci ho voluto vedere uno dei valori che appartiene sia a Francesca che a Claudio: la famiglia. Di Francesca lo scopro attraverso i suoi post, di Claudio lo so perché conosco una piccola parte della sua famiglia.<br />
<br />
Ho proseguito con la lettura in maniera più fiduciosa e, complici i ravvicinati giorni di riposo dal lavoro, l’ho praticamente divorato.<br />
<br />
La scrittura è molto ricca e mi è venuto spontaneo cercare di indovinare chi abbia scritto cosa: l’effervescente Francesca o il neo esuberante Claudio? :-)<br />
<br />
L’incipit de La Giostra delle Anime con la nascita delle gemelle ed il frastuono concitato della Festa della Bruna dove “bisogna seguire un ritmo di marcia ben preciso per non essere risucchiati dalla bolgia” (mi ha fatto venire in mente i giorni concitati del Palio a Siena) sono molto potenti e la trasposizione cinematografica del romanzo, che Francesca e Claudio hanno già previsto, vorrei dire a Claudio che sarà impegnativa ma di grande soddisfazione, secondo me. La Festa me la immagino con i fasti Zeffirelliani.<br />
<br />
I personaggi de La Giostra delle Anime sono in prevalenza femminili. Io però ho empatizzato con due personaggi maschili, il ‘masciaro’ (=guaritore) zio Michele e il sensibile maresciallo Vittorio, gli unici uomini non considerati “un declinazione del male” rispetto agli altri uomini incontrati dalle protagoniste, mi è sembrato di capire.<br />
<br />
Matera è protagonista della storia tanto quanto i personaggi.<br />
<br />
Ho iniziato a sentir parlare di Matera qualche anno fa quando insieme a Siena e ad altre città si contendeva il titolo di Capitale Europea della Cultura per il 2019 ed essendone Siena uscita perdente e Matera vincitrice diciamo che non è stato un inizio dei migliori.<br />
<br />
Leggendo La Giostra delle Anime beh mi è venuta una gran voglia di conoscerla perché Claudio e Francesca l’hanno descritta nei minimi dettagli e si capisce che la conoscono a menadito per cui immagino la felicità aggiuntiva dei materani che leggeranno questo romanzo.<br />
<br />
A chi consiglio la lettura de La Giostra delle Anime? A chi ha amato Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez e la Casa degli spiriti di Isabel Allende, a chi apprezza il realismo magico.<br />
<br />
(Io ho amato La casa degli spiriti. Cent'anni di solitudine voglio rileggerlo)amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-10383056799359681942019-10-09T20:01:00.000+02:002020-08-20T14:47:54.074+02:00Crescita personale (la mia): stato dell’arte<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-3xapLg5_PZM/Xox5ygrmQOI/AAAAAAAAE9M/St6ixxKYk9M_c7VKH_3asnRRdmIx_tnLACLcBGAsYHQ/s1600/17_crescita_personale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Crescita personale (la mia): stato dell'arte" border="0" data-original-height="419" data-original-width="420" height="397" src="https://1.bp.blogspot.com/-3xapLg5_PZM/Xox5ygrmQOI/AAAAAAAAE9M/St6ixxKYk9M_c7VKH_3asnRRdmIx_tnLACLcBGAsYHQ/s400/17_crescita_personale.jpg" title="Crescita personale (la mia): stato dell'arte" width="400" /></a></div>
<br />
Se mi guardo indietro ora e unisco i puntini, i famosi puntini di Steve Jobs, il disegno che ne viene fuori mi piace? Sono contenta di ciò che sono oggi, diversa da come da piccola speravo sarei diventata? <strong>Posso dire con onestà che rifarei tutto pur di ritrovarmi dove sono esattamente ora e così come sono?</strong><br />
<br />
Queste domande hanno accompagnato il mio settembre in concomitanza con un senso di nostalgia mista a tristezza nel cuore dopo un estate piena e creativa.<br />
<br />
Lì per lì ci ho ragionato sopra attraverso un vivace dialogo interiore come mio solito.<br />
<br />
Sono arrivata a convincere la mente che sì posso ritenermi soddisfatta in quanto ho sempre dato ascolto alle mie domande esistenziali cercando risposte. Non mi è arrivata altrettanta approvazione dal cuore.<br />
<br />
Ho condiviso questo momento con una persona conosciuta grazie al post sul Corso di Meditazione Vipassana la quale persona ha condiviso con me un link con meditazioni e lezioni tenute da Ajahn Mahapañño, un monaco buddista della tradizione Theravada, durante un recente ritiro sul Lago di Garda.<br />
<br />
E’ stato un dono e lo ringrazio infinitamente per questo.<br />
<br />
Ora vi racconto in che modo mi sono state di aiuto riportando o parafrasando le parole del monaco.<br />
<br />
<b>
APERTURA DEL CUORE</b><br />
<br />
<strong>Il mio dialogo interiore aveva iniziato la sua indagine ponendo queste domande al cuore:</strong> <strong>di cosa hai nostalgia? Per cosa provi questo senso di tristezza?</strong><br />
<br />
Rimugina che ti rimugina ho individuato il motivo nella trasformazione e anche perdita di significativi rapporti di amicizia (pensavo che solo i rapporti di coppia potessero finire) che ho avuto in passato e che hanno illuminato per anni la mia vita con pazienza e amore attraverso un intenso scambio dialettico talvolta energico ma sempre edificante.<br />
<br />
Domanda successiva: se questi rapporti sono cambiati per cosa esattamente provi ancora nostalgia, tristezza ?<br />
<br />
E’ qui che le parole del monaco buddista mi hanno permesso di re-imparare qualcosa che pensavo di aver già assimilato e che c’entra con l’equanimità, con l’osservazione della realtà nella sua impermanenza quindi anche la realtà di esperienze del passato.<br />
<br />
La mia tristezza era dovuta all’attaccamento alle belle emozioni, alle vibrazioni positive che quelle amicizie mi avevano procurato. Mi è tornato in mente che già Richard Romagnoli mi aveva illuminato su questo attraverso il suo libro <em>Ho imparato a ridere</em>; ma qui è stato come vivere una nuova Epifania.<br />
<br />
<strong>C’è un modo per liberarmi da questa tristezza?</strong> Sì, riconoscendo le emozioni come stati mentali che sorgono e cessano, che non superano le caratteristiche della felicità (essere soddisfacente, imparmanente e solo mio) e che per questo l’unica cosa da fare è lasciar andare l’attaccamento ad esse. Queste le parole del monaco.<br />
<br />
Come? Calmando la mente attraverso la meditazione (e questo continuo a farlo ogni giorno e ora con rinnovata fiducia) in modo da poter “osservare le cose belle che vedo intorno a me”, dice il monaco, “i bei comportamenti, la generosità che mi manca, l’energia che mi è carente, la saggezza che zoppica”, anche le qualità che ho visto in quelle amicizie passate aggiungo io ora “e portarle dentro di me senza aggrapparmici in modo da coltivarle insieme alle qualità che io ho già”.<br />
<br />
Questa attitudine mi farà sperimentare la stessa apertura di cuore che si sperimenta ad esempio davanti ad un tramonto dice il monaco e, ovviamente, sempre lui dice che non è che la soluzione è aggrapparci al tramonto, metterci ad inseguire ogni sera un tramonto per rinnovare l’esperienza di apertura del cuore perché comunque i tramonti sorgono e cessano e quindi di nuovo non superano il test delle caratteristiche della felicità.<br />
<br />
Le qualità del tramonto che fanno sì che io provi quel benessere, prosegue il monaco, devo poterle avere dentro di me per poter vivere in ogni istante quella sensazione di pace, di benessere. Ciò è possibile portando dentro di me le sue qualità e coltivandole insieme a quelle che io ho già, come detto sopra, perché non è che ciò che mi ha permesso di avere amicizie così significative e quindi l’apertura del cuore si è estinto con l’estinguersi delle amicizie no; quelle qualità ‘sono rientrate in me come potenziale’ dice <em>Erica Francesca Poli</em> nel suo ultimo libro <em>Le emozioni che curano</em> e posso quindi attingervi per espandere nuovamente il mio cuore.<br />
<br />
Che poi, detto per inciso, anche queste qualità da coltivare sono soggette all’impermanenza per cui arriverà il momento di lasciarle andare come dono… agli altri. Ho trovato bellissimo questo passaggio.<br />
<br />
<b>
EFFETTO SPECCHIO</b><br />
<br />
<strong>A sostenermi ulteriormente in questo passaggio di ‘qualità che ho dentro di me’ sono venute in mio aiuto le letture che ho fatto prima dell’estate e cioè <em>Gli specchi esseni</em> di <em>Giovanna Garbuio</em> e <em>Riflettersi nelle relazioni</em> di Chirstian Junod ed Evelyn Faniel.</strong><br />
<br />
Il Leitmotiv è che ognuno di noi possiede tutte le qualità e che queste qualità possono assumere connotati positivi o negativi. Queste qualità possiamo immaginarcele come se avessimo al posto della testa una strobosfera (la palla da discoteca, per intendersi) di cui possiamo vedere un solo lato di ciascuna tessera (qualità) mentre l’altro lato ci rimarrà sempre nascosto.<br />
<br />
Come fare a vedere il lato nascosto? Come quando un parrucchiere a fine acconciatura o taglio ci mette uno specchio dietro per farci vedere il risultato che altrimenti non potremmo vedere così gli altri ci fanno da specchio e ci fanno vedere i nostri lati nascosti sia quelli luminosi che quelli oscuri. Ciò ci permette di conoscere meglio noi stessi attraverso gli altri. Lo scopo di questa conoscenza di se stessi è di accogliere le parti percepite come negative, accettare con benevolenza ciò che di meno vorremmo essere e trasformarlo.<br />
<br />
Il campanello d’allarme, anche se non l’unico, che siamo in presenza di un effetto specchio è quando proviamo avversione. E’ lì quindi che dobbiamo fermarci un attimo prima di reagire pensando stoltamente che sia l’altro che ci irrita e non quello che l’altro ci fa vedere di noi e su cui possiamo lavorare.<br />
<br />
<b>
AMORE</b><br />
<br />
All’inizio ho detto che le amicizie significative che hanno fatto un pezzo di strada con me avevano illuminato la mia vita con pazienza e amore. Ecco quindi l’ultima, per ora, domanda oggetto del mio dialogo interiore. <strong>La domanda delle domande: come fare a sentirmi amata?</strong><br />
<br />
Qui mi sono venuti in aiuto due contributi trovati nel libro della Garbuio.<br />
<br />
Il primo è una storia legata a Maui, eroe archetipico della mitologia polinesiana, intitolata ‘Lo specchio appannato di Maui’ il cui insegnamento è di accettare se stessi invece di stravolgere la propria natura per compiacere gli altri nell’illusione di non sentirsi isolati e non amati.<br />
<br />
Il secondo è questa <strong>antica preghiera dei nativi americani</strong>:<br />
<br />
Ho chiesto FORZA<br />
e Dio mi ha dato difficoltà per rendermi forte.<br />
<span style="font-size: 1rem;">Ho chiesto saggezza</span>e Dio mi ha dato problemi da risolvere.<br />
Ho chiesto prosperità<br />
e Dio mi ha dato muscoli e cervello per lavorare.<br />
Ho chiesto coraggio<br />
e Dio mi ha dato pericoli da superare.<br />
Ho chiesto pazienza<br />
e Dio mi ha dato situazioni in cui ho dovuto aspettare.<br />
<strong>Ho chiesto amore<br />e Dio mi ha dato persone bisognose da aiutare.</strong><br />
Ho chiesto favori<br />
e Dio mi ha dato opportunità.<br />
Ho chiesto qualunque cosa così che potessi godermi la vita<br />
e Dio mi ha dato la vita così che potessi godermi qualunque cosa.<br />
Ho ricevuto niente di ciò che volevo,<br />
ma ho ricevuto tutto ciò di cui avevo bisogno.<br />
Tutte le mie preghiere sono state esaudite!<br />
<br />
Leggendo quel ‘persone bisognose da aiutare’ ho avuto un’intuizione e cioè ci ho visto tutte le persone che per motivi vari si rivolgono a me quotidianamente quindi amici, parenti, colleghi, sconosciuti e persino me stessa; quindi non esclusivamente persone indigenti che non hanno l’indispensabile per la sopravvivenza.<br />
<br />
Vedendo quindi una possibilità di sentirmi amata in questa nuova prospettiva si ridimensiona anche la mia ansia emotiva.<br />
<br />
Cosa c’entra con quello che ho scritto? C’entra nel senso che sono stata sempre frenata dall’aiutare gli altri per paura di essere sfruttata. Anche questo stato mentale ha origini lontane e bisogna che lo affronti alla luce dell’impermanenza, che lasci andare l’attaccamento. Questo atteggiamento comunque ha prodotto e produce ancora ansia emotiva che si cura, secondo il monaco buddista di cui sopra, lavorando sulla fiducia verso il mondo e verso di noi. (Amen!)<br />
<br />
<b>
AMICO SPIRITUALE</b><br />
<br />
Per finire e rimanendo nell’impostazione della preghiera dei nativi americani dico che:<br />
<br />
Ho chiesto un guru<br />
e Dio mi ha dato un amico spirituale, proprio in questo momento.<br />
<br />
<b>
RESPONSO FINALE</b><br />
<br />
Se sono riuscita a persuadere il mio cuore che sono soddisfatta di dove mi trovo ora? La risposta è sì, e ne sono grata.<br />
<br />
---<br />
<br />
<strong>Una cosa piccola ma buona (cit)</strong>: l’oggetto della fotografia di apertura del post mi è stato regalato giusto qualche giorno fa da una cliente abituale dell’albergo dove lavoro. Viene dalla California. Le parole che mi ha rivolto questa cliente mi hanno molto colpito. Mi ha detto che sperava di rivedermi alla Reception per regalarmi questo oggetto che aveva scelto per la sua luminosità proprio come il ricordo che di me lei aveva. Insomma, ecco una qualità da coltivare!amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-33640622268886160592019-06-27T08:00:00.000+02:002020-04-27T21:19:44.202+02:00Instagram stories per principianti: domande sparse<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-apfOwmiHzLM/Xox7KXH_85I/AAAAAAAAE9Y/VocuzpJHy9wKFhp50ibp5LTKJtc6heHJACLcBGAsYHQ/s1600/16_igstories.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Instagram stories per principianti" border="0" data-original-height="299" data-original-width="168" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-apfOwmiHzLM/Xox7KXH_85I/AAAAAAAAE9Y/VocuzpJHy9wKFhp50ibp5LTKJtc6heHJACLcBGAsYHQ/s400/16_igstories.jpg" title="Instagram stories per principianti" width="224" /></a></div>
<br />
Scrivo questo post perché nell’approcciarmi alle <strong>Instagram stories</strong> ho fatto un po’ fatica a trovare come fare alcune cose e quindi, in ordine di apparizione nel mio cervello, ecco le domande che mi sono posta sul <strong>come fare a fare quello che vedo nelle stories degli altri</strong> e le risposte che ho trovato grazie a Internet e alla mia intuizione.<br />
<br />
<h2>
Come pubblicare in una sola volta più stories consecutive?</h2>
<br />
Allora, la domanda mi è sorta dopo aver fatto delle prove.<br />
<br />
Ho registrato delle Instagram stories in modalità ‘normale’ e ‘senza tenere premuto’ pensando che poi cliccando sull’icona ‘salva’ avrei salvato tutti i mini video di 15 secondi nel mio rullino e che successivamente li avrei potuti pubblicare in un unica volta.<br />
<br />
Ebbene no, non è andata così. Ho provato anche a pubblicarle direttamente. Mi ha pubblicato solo la prima storia di 15 secondi.<br />
<br />
Forse c’è un trucco?<br />
<br />
Nel frattempo ho trovato che per aggirare l’ostacolo quando la storia da raccontare è più lunga di 15 secondi e l’auto stima non è al 100% - aggiungo io - tanto da pubblicarla subito con non chalance ma si aggira sul 60% insomma a braccetto con la prudenza, in nostro soccorso c’è una app gratuita: <strong>Limitless Stories</strong>.<br />
<br />
Come funziona Limitless Stories?<br />
<br />
In pratica, dopo che ho registrato un video dalla video camera del telefono, lo carico su Limitless Stories e imposto lo spezzettamento della sequenza in 15 secondi, la durata massima di una singola ig story.<br />
<br />
La app fa tutto e salva la storia spezzettata nel mio rullino.<br />
<br />
A questo punto vado su Instagram, seleziono tutti gli spezzoni in un unica volta e li pubblico.<br />
<br />
MA c’è un MA, sì; in questo modo non posso aggiungere emoji, tag, mention o altro. Per farlo dovrei caricare ogni singola story su Instagram, modificarla, salvarla e, dopo averlo fatto con tutte, caricare le stories tutte in una volta: un lavorone insomma.<br />
<br />
(Se c’è qualche smanettone di Instagram tra di voi che conosce la scorciatoia me la sveli, per cortesia. Gliene sarò per sempre grata. Forse c’è una app anche per questo?)<br />
<br />
<h2>
Come si eliminano gli inserimenti di tag, emoji, mention, testo mentre si sta lavorando su una ig story e abbiamo cambiato idea?</h2>
<br />
Lo so, è una domanda stupidissima ma a volte l’intuito non è immediatamente reattivo. Comunque, dopo aver fatto innumerevoli prove in vano tipo trascinare a destra e a manca in alto e in basso l’elemento che volevo eliminare sperando che uscisse fuori dai limiti dell’inquadratura della story, tipo come succede con Canva, mi si è accesa la lampadina.<br />
<br />
Ho tenuto pigiato per qualche secondo sull’elemento, l’ho trascinato un nano secondo verso il basso ed è comparsa l’icona del cestino. Eureka!<br />
<br />
<h2>
Come fare ad inserire un testo con sfondo di ‘forma geometrica’ su una ig story?</h2>
<br />
Ecco, qui ci ho messo parecchio e la mia autostima stava andando sotto il 50%. E sì perché dappertutto ho letto di cliccare sulle icone con i pennini in alto a destra dopo aver scritto il testo, di scegliere il colore di sfondo, la misura della punta e di passarci sopra alla scritta e va bene; ma non era l’effetto irregolare che volevo io ma quello ‘geometrico’.<br />
<br />
Prova di qua prova di là alla fine l’ho trovato.<br />
<br />
Si tratta di un sottofondo incorporato che si modifica in altezza e larghezza seguendo le dimensioni del carattere ed è proprio il carattere con l’icona, ‘A’ e le due stelline a destra che si trova in alto a sinistra in corrispondenza del carattere in ‘Grassetto’ e ‘Macchina da scrivere’ oppure l’icona con la ‘A’ in corrispondenza del carattere ‘Classico’, che devo usare per applicare lo sfondo.<br />
<br />
<h2>
Come rimpicciolire o allargare gli elementi inseriti?</h2>
<br />
Questa è intuitiva: zoomando con le dita sull’elemento; anche per inclinarlo funziona nello stesso modo.<br />
<br />
<h2>
Come inserire in una ig story il collegamento ad un post del nostro feed?</h2>
<br />
Può succedere di volerlo fare. O per avvertire chi ci segue solo sulle stories di un nostro nuovo post su Instagram o perché ci sono persone che accompagnano le loro foto con dei testi interessanti o di ispirazione che ci piace condividere con chi ci segue nelle stories e quindi in questo modo si può rimandare al post completo e non solo fare ‘repost’ della foto.<br />
<br />
Come si fa?<br />
Si clicca sull’icona dell’aeroplanino in corrispondenza della foto, poi su ‘Aggiungi post alla tua storia’, si sceglie se condividerla con tutti o con la lista di ‘Amici più stretti’. (Io ne ho creata una per l’occasione con una sola persona, mia sorella, per fare delle prove :-) )<br />
<br />
Questa cosa della lista degli amici più stretti l’ho scoperta per caso perché avevo visto la dicitura nelle stories di un mio contatto.<br />
<br />
<h2>
Come aggiungere una story ad una già esistente?</h2>
<br />
Vado sulla mia story già pubblicata, tengo premuto per qualche secondo sulla foto del profilo in alto a sinistra che mostra ora un circoletto celeste con un ‘+’; mi ricompare la schermata solita e posso quindi creare un’altra story e poi se la voglio condividere solo con i contatti della mia lista ristretta clicco sul pulsante ‘Amici più stretti’ altrimenti proseguo con ‘Invia a’ etc.<br />
<br />
<h2>
Come zoommare mentre si sta registrando una ig story?</h2>
<br />
Facendo tap sul pulsante al centro e scorrendo in alto. Questa cosa mi piace tantissimo soprattutto per far vedere i particolari di un monumento.<br />
<br />
Ecco, questo è quanto mi interessava sapere per ora. Magari tra di voi c’è un novellino di Instagram stories come me al quale queste informazioni saranno preziosissime. Io lo spero :-)amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-47487644521720207662019-05-30T08:00:00.001+02:002021-12-09T19:50:49.776+01:00Castello di Belcaro nei dintorni di Siena<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-3S2FHZ_9gN0/Xo3CqM8aHjI/AAAAAAAAE_A/v8_tXildx5E6gtP_4ZLIAnD5qeLE5tLEQCLcBGAsYHQ/s400/copertina.JPG" title="Castello di Belcaro" width="400" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Grazie alla Giornata Nazionale delle Dimore Storiche Italiane e alla visita guidata di Ilaria Bichi Ruspoli (guida autorizzata di Siena) sono riuscita finalmente a visitare <strong>il Castello di Belcaro</strong> a cui facevo la posta da anni.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Il fatto è che il Castello di Belcaro<strong> è aperto al pubblico</strong> solo il primo lunedì del mese, non festivo, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19 (da maggio a ottobre) e dalle 9 alle 12 e dalle 13 alle 17 (da novembre ad aprile) e diciamo che dovrei far prendere un giorno di ferie a qualcuno per accompagnarmi :-)</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">In compenso <strong>l’ingresso è gratuito</strong>.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">A parte gli scherzi comunque, l’attesa è stata ben ricompensata soprattutto per la <strong>possibilità di</strong> <strong>percorrere il camminamento</strong> del Castello di Belcaro da dove si può ammirare nel suo complesso le diverse parti del Castello e anche il panorama circostante. </span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: inherit;"><b>Castello di Belcaro: fondazione e passaggi di proprietà</b></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><strong>Il Castello di Belcaro</strong>, immerso in un folto parco di lecci, <strong>risale alla fine del XII secolo</strong>.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">La fondazione del Castello di Belcaro infatti si fa risalire alla <strong>famiglia Marescotti</strong>.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Successivamente il Castello passò alla <strong>famiglia Salimbeni</strong> e, dopo la rivolta dei senesi del 1374, alla <strong>famiglia Savini</strong> che lo donò a <strong>Caterina da Siena</strong>.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Caterina vi istituì nel 1376 il convento di Santa Maria degli Angeli.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: inherit;"><b>Castello di Belcaro: intervento Cinquecentesco di Baldassarre Peruzzi</b></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><strong>Nel 1525</strong> il Castello fu acquistato dalla <strong>famiglia Turamini</strong> e fu proprio in questo periodo che il Castello di Belcaro subì delle notevoli trasformazioni affidate al<strong>l’architetto senese Baldassarre Peruzzi </strong>che<strong> trasformò il Castello di Belcaro in una grande villa</strong> giacché della struttura originaria era rimasto ben poco per via dei saccheggi nel tempo.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">A questo periodo risalgono il palazzo, la loggia e la cappella.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-0eMPbvyDs9Y/Xo3DQ6UXkII/AAAAAAAAE_I/Y5StLeXJKugr5uP2k_9u9ldTvghs0ac5QCLcBGAsYHQ/s400/5.JPG" title="Castello di Belcaro" width="400" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: Loggia e Cappella" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-SlSqkfmSAnA/Xo3DsScPYTI/AAAAAAAAE_Q/EY3ndXdWbeoXQjWVadUrXk3v-GEHzay_ACLcBGAsYHQ/s400/loggia_e_cappella.JPG" title="Castello di Belcaro: Loggia e Cappella" width="400" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<b><span style="color: #cc0000;">Castello di Belcaro: intervento Ottocentesco di Giuseppe Partini</span></b></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><strong>Nel 1868</strong> quando la proprietà era già dal 1710 della <strong>famiglia Camajori </strong>(lo è ancora oggi) <strong>all’architetto Giuseppe Partini</strong>, famoso a Siena per gli interventi di Revival Gotico, <strong>furono affidati interventi importanti</strong> <strong>del Castello di Belcaro </strong>che riguardarono:</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">- il portone d'ingresso, i piombatoi e il cammino di ronda;</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: porta d'ingresso e piombatoio" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-SFPZFwc6a5g/Xo3EJg1mypI/AAAAAAAAE_c/vDpcsazGAzEIR4I5yr8XEo09xrWsgaIwgCLcBGAsYHQ/s400/2.JPG" title="Castello di Belcaro: porta d'ingresso e piombatoio" width="300" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-l1h0KKpPkl4/Xo3EbRVHtfI/AAAAAAAAE_k/dqsR8zEeXvAOIdobfnU0xjCty-inTBL_gCLcBGAsYHQ/s400/10.JPG" title="Castello di Belcaro" width="400" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro; torre cilindrica" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-XJtf85Una7g/Xo3E1NN44oI/AAAAAAAAE_s/WBDKKMYwjRQ417kUArUq0zzIQ7T4X4fiwCLcBGAsYHQ/s400/1.JPG" title="Castello di Belcaro: torre cilindrica" width="300" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-rBsflTDS7vs/Xo3FDk0BlgI/AAAAAAAAE_w/BhqRH3PobZU7eARjJ7oRZ0TX01KsHb3PwCLcBGAsYHQ/s400/8.JPG" title="Castello di Belcaro" width="400" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-mU5hxkqvG2w/Xo3FP2AjBsI/AAAAAAAAE_4/DhlCAHf6a5kFP7HmAM95t5pcWXIPhmpQQCLcBGAsYHQ/s400/9.JPG" title="Castello di Belcaro" width="300" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: camminamento" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-coFWg1W8lgw/Xo3FaLGgXwI/AAAAAAAAFAA/HorcXEsmDH8wMPqlRG74sxN-Lhw_V51EwCLcBGAsYHQ/s400/12.JPG" title="Castello di Belcaro: camminamento" width="400" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: torrino lungo ilcamminamento" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-UKBFwCyfS_w/Xo3FnF5kH1I/AAAAAAAAFAI/LNnRtnhiBywrznR9Y-yfrCj0nmcrCK0VACLcBGAsYHQ/s400/15.JPG" title="Castello di Belcaro: torrino lungo ilcamminamento" width="400" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-dd86kZ2au90/Xo3F-snyLcI/AAAAAAAAFAU/h5ZGgT-7Rm4dobBBS5ab29FoHvMx_hujQCLcBGAsYHQ/s400/16.JPG" title="Castello di Belcaro" width="400" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">- il <strong>primo cortile dallo stile medievale</strong> con il caratteristico colore giallo scuro dell’arenaria</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: cortile stile medievale" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-08lMxbAaKDw/Xo3GM0Ik3SI/AAAAAAAAFAY/_z9-pkWiMFYbhvY7sprnq69g_SzQI1suwCLcBGAsYHQ/s400/11.JPG" title="Castello di Belcaro: cortile stile medievale" width="300" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-3TL_dPEZAeo/Xo3GezMMvQI/AAAAAAAAFAk/QlyOd_mqKsYzwCEuhAe0Y_Qb4eV0VZSXACLcBGAsYHQ/s400/3.JPG" title="Castello di Belcaro" width="300" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">- il <strong>secondo cortile</strong>, più ampio del primo,<strong> in stile Rinascimento</strong> costruendo il fabbricato per uso agrario (l’edificio in mattoni a due piani sul lato destro del cortile) e chiudendo il lato corto del rettangolo dalla parte dell’ingresso con una parete speculare a quella in fondo al cortile con il pozzo al centro (del Peruzzi) che da l’accesso al giardino dove si trovano la cappella, la loggia e la limonaia circondate dal perimetro delle mura del Castello.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Forse solo un occhio attendo ed esperto nota la differenza tra le parti Cinquecentesche e quelle Ottocentesche ;-)</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-nNSYDslkr-I/Xo3Gs6CX4sI/AAAAAAAAFAo/0H1DdHBt6EENNZjCM78i9e28EpvN0PXrQCLcBGAsYHQ/s400/4.JPG" title="Castello di Belcaro" width="300" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: grande cortile stile Rinascimento" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-E5HSP8B4f3c/Xo3HEULcH_I/AAAAAAAAFA0/pNPg41GjRNEuWTpJdvikqrjIr_qII-svQCLcBGAsYHQ/s400/cortile_rinascimentale.JPG" title="Castello di Belcaro: grande cortile stile Rinascimento" width="300" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-og5v2kbwQsE/Xo3HceYgzJI/AAAAAAAAFA8/Hip4IAnvFL0k0qzmEMo3tG0DpkKAWKMJwCLcBGAsYHQ/s400/32.JPG" title="Castello di Belcaro" width="400" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: pozzo nel grande cortile" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-hm11GFGKXAg/Xo3IE21MNZI/AAAAAAAAFBI/j5yvzBK_PTYlCTZGTDyxHPXHP9jStMNPwCLcBGAsYHQ/s400/pozzo.JPG" title="Castello di Belcaro: pozzo nel grande cortile" width="300" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-XlguRaFUVsE/Xo3IWihYjFI/AAAAAAAAFBQ/RLjCuStRE_0QSN8WZeP4cgFk6PsfsSrLgCLcBGAsYHQ/s400/14.JPG" title="Castello di Belcaro" width="400" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: la Limonaia" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-d_MoKgso5pQ/Xo3Illb2LFI/AAAAAAAAFBU/HEkHT5o8o_ARpSKNcXBjgLFe1lVpi2NyQCLcBGAsYHQ/s400/13.JPG" title="Castello di Belcaro: la Limonaia" width="400" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: la Limonaia" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-ga5Au7Vzz1Y/Xo3IxxVPFYI/AAAAAAAAFBc/NBQlqNAiuzgJh4KnyLqk1xsPJd5L6VjqQCLcBGAsYHQ/s400/29.JPG" title="Castello di Belcaro: la Limonaia" width="400" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: la Limonaia" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-YEGLZbWXXpY/Xo3I9Ijnp9I/AAAAAAAAFBk/ykLvnlRUzcore6HvyA7lHIKHExIccLlfgCLcBGAsYHQ/s400/30.JPG" title="Castello di Belcaro: la Limonaia" width="400" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-JXswsNBNgVo/Xo3JZ0AfJuI/AAAAAAAAFB0/Y6ulAUUdN0YAVCypMAiE5tSYSxTo1K8JQCLcBGAsYHQ/s400/dalla_limonaia.JPG" title="Castello di Belcaro" width="300" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: inherit; font-size: medium;"><b>Castello di Belcaro: affreschi Cinquecenteschi di Giorgio di Giovanni</b></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">All’interno della <strong>Cappella</strong> e della <strong>Loggia</strong> ci sono degli <strong>affreschi di Giorgio di Giovanni</strong> contemporaneo di Domenico Beccafumi.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: cappella e loggia nel giardino" border="0" data-original-height="918" data-original-width="1600" height="227" src="https://1.bp.blogspot.com/-4Vo7rcBTpiM/Xo3JrNF5OBI/AAAAAAAAFB8/yqAkGCG7WtEkQHo7qTNT93N2NYN4lj3JACLcBGAsYHQ/s400/17.JPG" title="Castello di Belcaro: cappella e loggia nel giardino" width="400" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<strong><span style="font-family: inherit;">Nella cappella sono raffigurati:</span></strong></div>
<ul>
<li style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">nel mezzo della volta: I quattro evangelisti con i loro simboli e al centro lo stemma Turamini;</span></li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: affreschi di Giorgio di Giovanni nella cappella" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-w3hvES5ycvE/Xo3KAsJAK5I/AAAAAAAAFCE/1-YMGSudkJgO_4uVUU0KTSYCYaGCXUPqgCLcBGAsYHQ/s400/20.JPG" title="Castello di Belcaro: affreschi di Giorgio di Giovanni nella cappella" width="300" /></span></div>
<ul>
<li style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">nel centro della tribuna: Madonna in trono con bambino e i Santi Caterina da Siena, Giacomo, Cristoforo e Caterina d’Alessandria e ai due lati scene di vita e di martirio dei suddetti Santi;</span></li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-9smHF_IXx-4/Xo3KRAtTvuI/AAAAAAAAFCM/isocFaV7K4gKUBx3UMfLTOw90rjA0-KCACLcBGAsYHQ/s400/21.JPG" title="Castello di Belcaro" width="300" /></span></div>
<ul>
<li style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">in alto quindici quadretti con le Sibille, le Virtù, scene della passione di Gesù ed episodi della vita di San Giacomo e San Cristoforo</span></li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-MahLNxmZdv4/Xo3KbS4bVrI/AAAAAAAAFCQ/S6fg9o3jwmAFZ2TvkY01O2YEltGnl-vlACLcBGAsYHQ/s400/23.JPG" title="Castello di Belcaro" width="400" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Prima di continuare un suggerimento: fate zoom alle foto per apprezzare meglio le scene mitologiche rappresentate nella loggia perché secondo me meritano per i dettagli.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<strong><span style="font-family: inherit;">Nelle tre volte della Loggia sono raffigurate:</span></strong></div>
<ul>
<li style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">a destra entrando: nel centro del soffitto Diana che circondata dalle sue ninfe trasforma Atteone in cervo e lo fa sbranare dai suoi cani. Ai lati, Diana con il suo pastore Eudimione; Diana e Nettuno in un cocchio, tirato da un cavallo bianco e uno nero; Venere e Marte accalappiati da Vulcano con una rete per punirlo della loro colpevole relazione; i Titani che fanno l’assalto al cielo e vengono fulminati da Giove.</span></li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-DUt2flbsp94/Xo3KlzvHQkI/AAAAAAAAFCY/NKZ1DJ3dM4sIZofnkEmjZdrSOw6_RAHSACLcBGAsYHQ/s400/26.JPG" title="Castello di Belcaro" width="300" /></span></div>
<ul>
<li style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">nel soffitto centrale: le Tre Grazie (Eufrosina, Talia e Aglaia) circondate dalle Naiadi; Orfeo che incanta gli animali con la sua melodia; Euridice, moglie di Orfeo, che calpesta la serpe fuggendo da Aristeo re d’Arcadia. Ai lati: Perseo che libera Andromeda ed uccide il mostro; Apollo e Marsia. Tutte queste figure sono divise una dall’altra dalle quattro stagioni. Ai quattro angoli: Marte e Venere, Venere e Amore, Mercurio è Venere, Venere e Nettuno.</span></li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-3ysM0ABJoQM/Xo3KxK8XVkI/AAAAAAAAFCg/NbrYvZFTa94vqwvt3sBEGGd_KltsQiOAgCLcBGAsYHQ/s400/27.JPG" title="Castello di Belcaro" width="300" /></span></div>
<ul>
<li style="text-align: left;"><span style="font-family: inherit;">nel soffitto di sinistra; il ratto d’Europa.</span></li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-W_z1YI8wTkw/Xo3K9_UnWOI/AAAAAAAAFCo/sc6K5eXtVeoa2hd5ATigwA7kJ6eC2e0kwCLcBGAsYHQ/s400/28.JPG" title="Castello di Belcaro" width="300" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: affreschi di Giorgio di Giovanni nella loggia" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-H_9d1VCExfU/Xo3LRR8uE2I/AAAAAAAAFC0/jaucI7AKnXog3QDAOHK3nAWZg7CMZT9cACLcBGAsYHQ/s400/affreschi_loggia.JPG" title="Castello di Belcaro: affreschi di Giorgio di Giovanni nella loggia" width="300" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Stemma della famiglia Camajori tutt'ora proprietaria del Castello di Belcaro</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro: stemma della famiglia Camajore" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-g6KFkzwSb2g/Xo3LmybHvlI/AAAAAAAAFC8/p80B2CME9RwJ7bndKwPJsEiPK__wpBzdgCLcBGAsYHQ/s400/25.JPG" title="Castello di Belcaro: stemma della famiglia Camajore" width="400" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #cc0000; font-family: inherit; font-size: medium;"><b>Castello di Belcaro: curiosità</b></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">E infine un paio di curiosità che si apprendono visitando il Castello di Belcaro:</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-N-Q4_zEhW8I/Xo3L3RlcPEI/AAAAAAAAFDE/k5wRpi-IS3MWEgwkrwLKasBUoDPkM7B6QCLcBGAsYHQ/s400/7.JPG" title="Castello di Belcaro" width="300" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Nel 1554 il Castello di Belcaro fu saccheggiato dalle truppe di Carlo V, nemiche di Siena. Successivamente il Castello fu acquistato da Cosimo De Medici che lo restaurò e appose una targa commemorativa circondata dalle palle di cannone a ricordo dell’assedio di Carlo V.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Castello di Belcaro" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/--kUVp8mvqvw/Xo3MM8sglpI/AAAAAAAAFDM/j6o_LxoTmJI4KsY491XsE1J_NaRHURMbwCLcBGAsYHQ/s400/IMG_4493.JPG" title="Castello di Belcaro" width="400" /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Che dire? la visita mi è piaciuta moltissimo nonostante la pioggia. Ho rivissuto l'entusiasmo fanciullesco per i castelli.</span></div>
amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-55265850708083533782019-04-25T08:00:00.000+02:002020-08-20T13:09:15.890+02:00Maledetta felicità di Marianne Power<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-W0-vA9_NRs8/Xo3Pq4zXJkI/AAAAAAAAFDY/ncINoy9fHBAOrenM5X6tAeSI9UTIGjWeACLcBGAsYHQ/s1600/14_maledetta_felicit%25C3%25A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Maledetta felicità di Marianne Power" border="0" data-original-height="629" data-original-width="640" height="392" src="https://1.bp.blogspot.com/-W0-vA9_NRs8/Xo3Pq4zXJkI/AAAAAAAAFDY/ncINoy9fHBAOrenM5X6tAeSI9UTIGjWeACLcBGAsYHQ/s400/14_maledetta_felicit%25C3%25A0.jpg" title="Maledetta felicità di Marianne Power" width="400" /></a></div>
<br />
<b>Maledetta felicità</b>, libro d’esordio di <strong>Marianne Power</strong> pubblicato in Italia da <strong>Giunti Editore</strong>, racconta l’esperimento fatto nel 2014 dall’autrice, una trentaseienne giornalista irlandese, di dedicarsi ogni mese per un anno poco più alla lettura di un libro di auto aiuto e soprattutto di mettere in pratica gli esercizi che l’autore di turno suggeriva per superare il limite affrontato nel libro.<br />
<br />
<b>Il rischio in agguato</b> di solito quando si leggono libri di auto aiuto infatti, e Marianne lo sa benissimo perché non è che di punto in bianco ha iniziato a leggere libri di crescita personale ma ne era già una consumatrice compulsiva prima dell’esperimento, è sempre lo stesso: leggere, nutrire la nostra mente di concetti rivelatori e poi passare ad altro tralasciando gli esercizi.<br />
<br />
<b>L’esperimento</b> contenuto in Maledetta felicità nasce perché Marianne Power in un momento preciso della sua vita tocca il famoso fondo che tutti noi prima o poi tocchiamo e realizza di dover fare qualcosa.<br />
<br />
Con tutti i libri di auto aiuto che io ho letto non potevo non essere incuriosita da un tale esperimento anche per sapere il giudizio finale dell’autrice sull’utilità di questi manuali.<br />
<br />
<b>Il libro è</b> scorrevolissimo, divertente e razionale.<br />
<br />
Dei libri scelti per l’esperimento qualcuno l’ho letto anch’io (<em>The Secret</em> di Rhonda Byrne, <em>Il potere di adesso. Una guida all’illuminazione spirituale</em> di Eckhart Tolle, <em>Puoi guarire la tua vita</em> di Louise Hay).<br />
<br />
Altri non li ho letti ma ho avuto modo di intercettare i loro autori, uno su tutti: Tony Robbins.<br />
<br />
Altri ancora non li ho letti ma ho capito di averne letti altri dello stesso argomento.<br />
<br />
<b>Il pregio di Marianne</b>, secondo me, è che è riuscita in poche righe e qualche citazione a centrare il cuore di ciascun libro di auto aiuto, a fargli il pelo e contro pelo con lucidità dopo aver seguito per un mese gli insegnamenti in esso contenuti e a dire con schiettezza quando un libro rischia di essere uno specchio per le allodole.<br />
<br />
Marianne in Maledetta felicità condivide con noi le proprie resistenze e vulnerabilità ed è in queste resistenze e vulnerabilità che molte lettrici si potranno ritrovare, secondo me, perché sarà come ‘confrontarsi’ con qualcuno che ha fatto un percorso simile a quello che abbiamo intrapreso noi per superare i nostri limiti nella ricerca della felicità.<br />
<br />
<b>Quando ci dedichiamo a questo tipo di approfondimento</b> spesso capita di non essere capiti da chi ci sta intorno, di provare fastidio per la loro apparente superficialità o perfetto equilibrio.<br />
<br />
A me ad esempio a volte è capitato, mentre stavo leggendo un libro di auto aiuto, di vedere in atto in persone conosciute quell’atteggiamento che magari io mi stavo impegnando in quel momento a rendere mio per vivere meglio e mi sono ritrovata a chiedermi ‘come mai a lei viene naturale? oppure ‘starà leggendo anche lei un libro di auto aiuto senza avermelo detto?’ .<br />
<br />
<b>Infine la domanda che crea più ansia in assoluto è</b> ‘quelli che frequento ogni giorno si staranno accorgendo del mio cambiamento, altrimenti che senso ha?’.<br />
<br />
Sono domande che, seppur sbagliate perché lo scopo non è piacere agli altri ma a noi stesse in primis, ci facciamo come anche Marianne nel corso dell’esperimento per cui mi è stato facile empatizzare con lei.<br />
<br />
<b>Non ci sono solo libri in Maledetta felicità</b> ma anche personaggi che ruotano intorno a Marianne che sanno del suo esperimento e una psicologa che fa una breve comparsa ma che comunque c’è.<br />
<br />
Sono personaggi fantastici perché sono quelli che ti riportano con i piedi per terra altrimenti si finisce per vivere in un mondo parallelo lontano da quello reale.<br />
<br />
<b>Servono i libri di auto aiuto?</b> Secondo me sì così come credo che la traiettoria di alti e bassi che ha attraversato Marianne sia un passaggio obbligato per <i>uscire a riveder le stelle</i>.<br />
<br />
Inoltre credo che ne Marianne, ne io ne chiunque si dedica alla propria crescita personale smetterà di rileggere o leggere libri di auto aiuto perché la ripetizione aiuta molto, secondo me.<br />
<br />
<b>Il valore aggiunto di Maledetta felicità</b> è che non si tratta di un esperimento di qualcuno che ha voluto fare qualcosa di eccentrico ma di qualcuno che voleva non sentirsi più “difettosa”.<br />
<br />
<b>Se</b> <b>ho trovato qualche spunto</b> interessante per me? Be sì.<br />
<br />
Grazie alle citazioni di <i>Conosci le tue pure e vincile</i> di Susan Jeffers insieme a <i>Terapia del rifiuto</i> di Jason Comely ho capito finalmente il significato di quella pratica proposta sovente dai guru della crescita personale per superare le nostre paure quotidiane.<br />
<br />
<b>La pratica consiste</b> nel fare qualcosa che non faremmo mai per paura, per la sua assurdità come ad esempio entrare in un Bar, ordinare un caffè e chiedere lo sconto alla cassa.<br />
<br />
<strong>Lo scopo di questi esercizi è</strong> di farci uscire dalla famosa ‘comfort zone’ e assaporare la gioia di vivere per aver “attraversato un confine tra chi parla e chi fa” senza star lì ad “aspettare che ci venga il coraggio di fare quello che vogliamo fare”.<br />
<br />
Esercitandoci con cose piccole riscopriremo le nostre potenzialità e “il mondo ci apparirà pieno di possibilità.”<br />
<br />
Ecco, io ho sempre provato fastidio quando mi è stato proposto una cosa del genere così come fare atti di gentilezza a casaccio etc ma la motivazione della Jeffers devo dire che mi ha persuaso forse anche perché in questo momento sto approfondendo l’argomento ‘ego’.<br />
<br />
<strong>La vera paura secondo la Jeffers</strong> è quella della ‘mortificazione dell’ego, di apparire idioti, di non saper gestire la consapevolezza di non riuscire a fare ciò che intendiamo fare.’<br />
<br />
E qui il contributo di J. Comely ha chiarito maggiormente secondo me il concetto e cioè abbiamo paura di fare anche ciò che crediamo ci renderà felici per paura del ‘rifiuto’.<br />
<br />
<strong>Conely propone</strong> di esercitarsi con la terapia del rifiuto chiedendo ogni giorno a persone sconosciute cose che al novantanove percento sappiamo non ci verranno accordate per imparare ad incassare il colpo senza per questo farne una tragedia perché “un rifiuto fa male ma non uccide”.<br />
<br />
Lo scopo della terapia del rifiuto è “abituarsi a sentirsi a disagio con piccoli rifiuti per poi sentirsi più forte di fronte a quelli grandi”.<br />
<br />
“Privarsi della possibilità di provare è il vero fallimento” ha dedotto Marianne.<br />
<br />
Queste pratiche di Jeffers e Conely sono indicate per tutto anche per quando vogliamo approcciare gli sconosciuti.<br />
<br />
Sono molto divertenti le parti in cui Marianne racconta dei suoi tentativi per piacere agli uomini che piacciono a lei per invertire la tendenza a piacere a quelli che a lei non interessano. E qui tira in ballo un altro manuale che deve essere molto spassoso: <em>Tutti gli uomini vengono al pettine</em> di Matthew Hussey.<br />
<br />
<b>Quale insegnamento ha ricavato Marianne Power da questo esperimento?</b>Be, leggete il libro e lo scoprirete! Personalmente credo che ogni tanto mi ritroverò a rileggere gli ultimi due capitoli di Maledetta felicità per ricordare a me stessa cosa fa sì che un giorno e quando meno te lo aspetti qualcuno ti dice 'hai una luce diversa negli occhi' e non è perché stai frequentando un uomo.<br />
<br />
Succede a Marianne ed è successo anche a me.amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4797904491937132310.post-54429935506652103012019-03-28T07:00:00.000+01:002020-06-03T15:55:55.121+02:00Battistero di Siena<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena" border="0" data-original-height="640" data-original-width="640" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-uL-nS3DK-cU/Xo3UL7CuQBI/AAAAAAAAFFQ/ij0PquufuxgfSC_3LwDet88RuxexglFPQCLcBGAsYHQ/s400/15.JPG" title="Battistero di Siena" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">L’idea che ho in testa e alla quale mi sto dedicando nel tempo libero mi sta portando a rivedere Siena con gli occhi di un turista; un turista che mi somiglia e che quindi vuole sapere ‘dove guardare’ quando entra in uno dei luoghi iconici di questa splendida città.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Di alcuni luoghi ho già scritto dopo averli visti durante le visite guidate organizzate da guide turistiche autorizzate della città.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Di altri, che ho visitato tante volte per conto mio, mi sto documentando e quando trovo qualcosa che mi colpisce, mi piace condividerlo qui con voi.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Per il luogo di oggi ho attinto proprio da una pubblicazione dopo essermi chiesta cosa c’è da ammirare del Battistero di Siena al di là del capolavoro più conosciuto, il suo Fonte Battesimale con i pannelli bronzei con Scene della vita di San Giovanni Battista realizzate, tra gli altri, da <strong>Lorenzo Ghiberti, Donatello </strong>e<strong> Jacopo della Quercia.</strong></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">La risposta esatta è: il <strong>ciclo di affreschi con gli articoli del Credo</strong> realizzati da <strong>Lorenzo il Vecchietta!</strong></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Non è un soggetto particolarmente comune nella pittura religiosa quello del Credo eppure pensate che <strong>a Siena ne abbiamo ben quattro di cicli con articoli del Credo</strong>: questo nel Battistero, uno nell’ex Sagrestia nella Chiesa dell’Annunziata davanti al Duomo, uno su legno custodito nel Museo dell’OPA e uno intarsiato in legno nelle sedute del coro della Cappella dei Signori a Palazzo Pubblico.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Gli affreschi con la rappresentazione degli articolo del Credo nel Battistero di Siena si trovano nelle vele delle crociere contigue alla parete di fondo.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Le scene in totale sono dodici, quattro per ogni campata, si ispirano al Simbolo Apostolico, più breve rispetto a quello recitato durante la Messa detto Simbolo Niceno, e seguono un andamento antiorario.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ogni vela delle crociere è accompagnata nell’angolo in basso a destra da un Apostolo a cui è attribuito l’articolo e in quello a sinistra da un Profeta che aveva anticipato il contenuto dell’articolo messi in relazione, Apostolo e Profeta, da un sermone di uno Pseudo Sant’Agostino e da uno scrittore latino cristiano, Rufino di Aquileia.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Queste <strong>informazioni e le descrizioni</strong> che riporterò in corrispondenza di ciascun articolo le ho tratte dalla conferenza tenuta l’11 marzo 1997 a Siena da<strong> Marilena Caciorgna</strong> e inserita nella pubblicazione <span style="color: #990000;"><strong>Il Duomo come libro aperto</strong></span> a cura di Senio Bruschelli per la collana Quaderni dell’Opera.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Detto per inciso, questa pubblicazione è uno dei miei ‘must’ per conoscere il Duomo di Siena e ci sono particolarmente affezionata perché partecipai al ciclo di conferenze in essa riportate e organizzate da Museo dell’OPA; antesignane forse dei <em>Risvegli d’Arte</em> e dei <em>Te all’Opera</em> di oggi.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Se vi può interessare, forse riuscirete a recuperare una copia di questo ‘quaderno’ nel bookshop all’interno del Duomo di Siena.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">L’inizio degli articoli del Credo del Vecchietta partono dalla crociera in fondo a sinistra del Battistero, dalla vela più vicina alla parete sinistra.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<b><span style="font-family: inherit;">PRIMA CAMPATA</span></b><br />
<div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, prima campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-IP-Rec2bph0/Xo3QmeaAqKI/AAAAAAAAFDg/KkvVBVD-6HA9bXYpiTxK8CrnlnltrtkDwCLcBGAsYHQ/s400/IMG_3961.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, prima campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">1 <strong><em>Credo in un unico Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra</em></strong>: è molto rovinata ma immaginatevi l’immagine dell’Eterno con la mano destra alzata al cielo circondato da una sfera di luce formata da giri concentrici, a significare il mondo, appare dunque rappresentato in qualità di creatore delle cose celesti e di quelle terrestri. Alla sinistra di Dio padre è rappresentato un fedele che ritroveremo nelle altre sene anche se con sembianze diverse.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, prima campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-p1RO8eCcCHc/Xo3QyzVPwmI/AAAAAAAAFDk/HM1NxoBvb34d6J-dZ7he7ZTgUZXQOG9cACLcBGAsYHQ/s400/IMG_3967.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, prima campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">2 <strong><em>Credo in Gesù Cristo, suo unico figlio, nostro Signore</em></strong>: la figura di Gesù Cisto, resa in posizione frontale, avvolta in un manto che lascia intravedere la ferita sul costato.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, prima campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-4JaAo07yVMo/Xo3Q-G6NLZI/AAAAAAAAFDs/UMflrrH_op8PMjBTN5RLua9XQxcx0A-mgCLcBGAsYHQ/s400/IMG_3968.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, prima campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">3 <strong><em>che fu concepito dallo Spirito Santo, nato dalla Vergine Maria</em></strong>: rappresenta l’Annuncio dell’Incarnazione del Verbo fatto a Maria dall’Arcangelo Gabriele.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, prima campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-yeCzdlh4-aQ/Xo3RI3YDmkI/AAAAAAAAFD0/HHzHd181Ha8Qf4XoLXSDGdvK4ARQrnr2gCLcBGAsYHQ/s400/IMG_3969.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, prima campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">4 <strong><em>Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto</em></strong>: nella vela sono rappresentati i tre momenti. Domina la rappresentazione della Flagellazione: l’esile Cristo, con le mani legate alla colonna corinzia, posta al centro della costruzione, riceve i colpi di frusta violentemente inferti, mentre Pilato assiste all’abuso, seduto sul faldistorio, con la corona d’alloro, simbolo della sua autorità. In alto il Crocifisso, innestato sull’edicola architettonica, risalta contro il cielo stellato, mentre nell’angolo destro della vela è inserita sinteticamente la Sepoltura: Cristo è deposto nel sarcofago, il corpo avvolto in bende.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, prima campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-tHfxdLnaA0g/Xo3RWrNxBnI/AAAAAAAAFD8/lkvi6Zaq_Z4rUrf6iYIpkYj7McU7fJnFACLcBGAsYHQ/s400/IMG_3976.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, prima campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<b><span style="font-family: inherit;">SECONDA CAMPATA</span></b><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, seconda campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-hszJP6Cv2MU/Xo3RiED2vnI/AAAAAAAAFEE/1S15NlVZa5UsKxyVIr4mx9QvhZpWM1R3ACLcBGAsYHQ/s400/IMG_3963.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, seconda campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">5 <strong><em>discese agli Inferi; il terzo giorno risorse dai morti</em></strong>: questa scena è particolarmente articolata. In basso il Cristo porta il frutto della redenzione alle anime di quei giusti che sono nati al tempo in cui ancora non si poteva beneficiare dei sacramenti. Stipati in un antro cavernoso, questi morti si fanno innanzi e rivolgono lo sguardo pietoso al Salvatore; tra loro sono ad esempio riconoscibili i nostri progenitori: Adamo è rappresentato come un vecchio dalla lunga barba grigia che si protende con la mano verso il Cristo inchinandosi, laddove Eva con le braccia conserte è già inginocchiata. A destra invece compare Giovanni Battista, vestito di pelli animali e d’un manto violetto, mentre mostra, con la mano sinistra, un cartiglio ove si può leggere il motto “Ecce Agnus Dei”. A differenza delle altre anime nel limbo egli appare provvisto di aureola. A sinistra il demonio è appena uscito dalla porta degli Inferi. In alto è invece raffigurata la Resurrezione: il Cristo si trova in piedi sul suo sepolcro marmoreo, semiaperto, con in mano il vessillo rosso crociato.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, seconda campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-WmvtxAuzFfk/Xo3Ru8E8bbI/AAAAAAAAFEM/U6Yf6HPudlc7wJMwh6w6VPmXgNw-SRLugCLcBGAsYHQ/s400/IMG_3966.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, seconda campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">6 <strong><em>Ascese in cielo, siede alla destra del padre onnipotente</em></strong>: il Vecchietta qui rappresenta il Redentore in posizione ieratica, perfettamente frontale, seduto nell’alto dei cieli. Il cielo e la terra come da tradizione ma non sono presenti gli apostoli che sbalorditi guardano verso il cielo l’evento miracoloso, come ci si aspetterebbe. In alto campeggia il Cristo, mentre in basso la terra è suggerita da un paesaggio ameno e da un’atmosfera rarefatta, che si estende dalle città turrite ai monti, fino alla rappresentazione di una incantevole marina.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">7 <strong><em>Verrà a giudicare i vivi e i morti</em></strong>: riconosciamo la rappresentazione del Giudizio Universale. Al centro scorgiamo il Cristo, mentre mostra le stimmate, assiso in mezzo alla schiera degli apostoli. Ai lati del Cristo sono raffigurati anche la Madonna e San Giovanni Battista. In basso l’Arcangelo Michele è armato di spada ma non regge una bilancia per pesare le anime come di solito vuole l’iconografia. Alla sua destra vediamo i giusti che verranno guidato verso il Paradiso da una schiera angelica, mentre a sinistra sono rappresentati i dannati sospinti dal demonio verso le fauci del Leviatano, qui di colore verdaceo, il mostro marino citato nel Libro di Giobbe dalla cui bocca partono vampate, sprizzano scintille di fuoco.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, seconda campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-X_iOTKnyF1E/Xo3R7SouUYI/AAAAAAAAFEU/T1UPNg8lK-YZ9cKUF4MfMe75g9bFYKfuACLcBGAsYHQ/s400/IMG_3964.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, seconda campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">8 <strong><em>Credo nello Spirito Santo</em>:</strong> nella scena è raffigurata la bianca colomba, simbolo dello Spirito Santo, che discende immerso in un fascio di luce sull’ostia elevata nella pisside, posta sull’altare. Un elegante paliotto rosso, in stoffa operata, decorato con un motivo a melagrane, recante al centro l’immagine dell’agnello con lo stendardo della Resurrezione, figura del Cristo, ne ricopre la parte antistante. Di forte suggestione il pavimento a disegni geometrici e la transenna di gusto antiquario, con la rappresentazione di uomini illustri a mezzo busto intervallati da eleganti pilastrini.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, seconda campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-ze1VQtSKLCs/Xo3SUziBJaI/AAAAAAAAFEg/dW67tozynrg2lvMH60KtWzjbn8j8brgbgCLcBGAsYHQ/s400/IMG_3965.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, seconda campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<b><span style="font-family: inherit;">TERZA CAMPATA</span></b><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, terza campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-oKmbrTTIOw4/Xo3Sidu1vlI/AAAAAAAAFEk/WWaqkVOdY_kQhGI9qQ63phDdj01DoXkEACLcBGAsYHQ/s400/IMG_3974.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, terza campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">9 <strong><em>Credo la Chiesa Santa, Cattolica, e nella Comunione dei Santi</em>:</strong> la scena si presenta secondo un’iconografia piuttosto complessa. Al centro si vede la figura di un pontefice, che simboleggia la Chiesa, come poggiato su san Pietro, a terra, semidisteso. Il papa, con la mano sinistra, consegna a Pietro le chiavi, mentre con la destra somministra il battesimo ad un catecumeno immerso nell’acqua di un bacino marmoreo. Si fa riferimento alla figura di san Pietro come espressione del potere e autorità della Chiesa.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, terza campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-gMLdeK0gTEs/Xo3SvsosqNI/AAAAAAAAFEs/963wshrNPDs4SPqLJ2xq-V82tA-_N_wJQCLcBGAsYHQ/s400/IMG_3972.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, terza campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">10 <strong><em>Credo la remissione dei peccati</em></strong>: l’iconografia dell’affresco è costituita dalla rappresentazione della confessione che per la Chiesa Cattolica è il sacramento più necessario, subito dopo quello del Battesimo, per ottenere la remissione dei peccati. Nella scena un prete seduto su una panca impone la mano destra sulla testa del penitente inginocchiato di fronte a lui in atto di preghiera. Il momento raffigurato dall’artista è quello dell’assoluzione dei peccati ‘in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo’.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, terza campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-H17Lpu2NsVs/Xo3S7NTjzZI/AAAAAAAAFE0/xJFHz129HpMULAjKGRnx2OkKNBCxE5HOgCLcBGAsYHQ/s400/IMG_3973.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, terza campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">11 <strong><em>Credo nella resurrezione della carne</em>:</strong> quattro angeli in alto, suonano le trombe a radunare gli eletti. Al possente concento, i morti emergono dalle profonde fenditure del terreno, assumendo varie pose.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, terza campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-r0RhgiHCcwk/Xo3TEk2NMRI/AAAAAAAAFE8/bLN81QGUqXcseMIj0UMpuoeRbRz1ExCrACLcBGAsYHQ/s400/IMG_3970.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, terza campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">12 <strong><em>Credo la vita eterna, amen</em>:</strong> il ciclo si conclude dunque con la serena visione del Paradiso come giardino coperto di fiori. La composizione della scena è divisa in due parti: in alto sono raffigurati il Cristo e la Vergine sorretti da una nube di cherubini, mentre in basso compaiono angeli musicanti e una serie di santi tra i quali san Bernardino e i quattro patroni di Siena: Ansano, Crescenzio, Savino e Vittore.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><img alt="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, terza campata" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-2VrK6jIGrY4/Xo3TOn8SuCI/AAAAAAAAFFE/aNNgd5ABSCwKi6-OzfwiCMPFr36pXfW5gCLcBGAsYHQ/s400/IMG_3971.JPG" title="Battistero di Siena: affreschi del Credo di Lorenzo il Vecchietta, terza campata" width="400" /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Non è affascinante? Per me sì. Ci ho trascorso praticamente un pomeriggio ad ammirare questi affreschi soffermandomi sui dettagli segnalati da Caciorgna. Le foto che ho scattato con l'iPhone rendono minimamente ma spero abbastanza da farvi venire voglia di visitare il Battistero di Siena e soprattutto a non soffermarvi su quanto è più facilmente visibile.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><strong>Tip</strong>: per poter ammirare meglio gli articoli del Credo del Vecchietta cercate tra i banchi o gli altari laterali del Battistero uno specchio. Chiedete al personale per educazione; ma sappiate che è lì apposta.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><strong>Curiosità del Battistero di Siena</strong>: sotto la figura del Cristo in gloria, nel semi abside del Battistero, c’è una botola, una apertura Bene, sapete dove sbuca quella botola? Nel gradino davanti all’attuale altare del Duomo di Siena!</span>amisabahttp://www.blogger.com/profile/14955857221391335547noreply@blogger.com0