Tempo fa nel post Cose da fare gratis a Siena avevo inserito la visita all'Ottocentesco Cimitero Monumentalale di Siena, ovviamente ad ingresso gratuito.
Come mai? perché è anche come entrare in un Museo all'aperto.
In esso infatti si possono ammirare sculture e affreschi eseguiti da artisti senesi dal Purismo al Liberty come Tito Sarrocchi, Giovanni Duprè, Alessandro Franchi, Guido Bianconi, Ezio Trapassi e altri; quindi troveremo lo stile ispirato a temi religiosi, al bello classico e al romanticismo, con punte di verismo come ad esempio Dupré, e lo stile floreale e simbolico di primo 'Novecento.
Una volta deciso che volevo scrivere questo post sul Cimitero Monumentale di Siena, sono tornata al Cimitero in compagnia del volume 'Tutta Siena, Contrada per Contrada' di Piero Torriti che mi ha fatto da guida per trovare la collocazione di ogni opera per questo itinerario.
C'è stato un finale commovente a sorpresa non incluso nella guida di cui vi renderò partecipi.
Il Cimitero Monumentale di Siena è un vero labirinto dislocato su più livelli. Ci si può orientare con i nomi delle sezioni in cui è diviso, solo che non c'è una piantina. Io qui comunque vi proporrò un itinerario 'lineare' con le sculture che si lasciano ammirare anche quando le porte a vetro sono chiuse. Per gli affreschi è un tantino diverso; difficilissimo poterle apprezzare. Poi vi dirò di altre opere, non inserite nella guida di Torriti, che potete trovare se avete voglia di fare una caccia al tesoro 'composta', però, mi raccomando :-)
La foto di sopra è un collage di due immagine della planimetria del Cimitero Monumentale di Siena tratta da una brochure.
A commento di alcune opere riporterò citazioni tratte dal volume Siena tra Purismo e Liberty, catalogo di una mostra a Siena del 1988, che mi sono state utili per meglio comprendere l'iconografia delle opere d'arte.
Una volta entrati nel Cimitero seguite il percorso a sinistra della grande statua con il Cristo Risorto di Vico Consorti fino ad arrivare al corpo più antico del cimitero: un quadrilatero con al centro un obelisco. Non ci arriverete dal centro delle due ali aperte ma da un lato.
Lungo il quadrilatero si aprono una serie di cappelle gentilizie che sono quelle che ci interessano per questa visita.
Partendo da destra:
- la terza cappella presenta un gruppo marmoreo raffigurante la madre morta con il figlio in grembo dello scultore Guido Bianconi (1902) - uno dei primi scultori senesi ad abbracciare il simbolismo floreale proprio del Liberty - dedicato a Gemma Raimondi, moglie di Palmiero Palmieri Nuti, morta mentre era incinta di alcuni mesi.
Pur ignorando la vicenda, appena ci si trova davanti a questo monumento si rimane un po' spiazzati per la leggerezza della rappresentazione; quando si capisce il motivo della morte l'interesse per l'arte cede un attimo il posto alla necessità di omaggiare la defunta con il nostro raccoglimento. Almeno è quanto è accaduto a me.
'Bianconi svolse il tema delle due morti collocando al centro della composizione, seduta sul sepolcro, simbolo della soglia tra il mondo reale e quello ultraterreno, la bellissima figura della madre con il bambino seminascosto fra le pieghe del manto e il mazzo di rose sbocciato sul grembo. Mentre sulla parete di fondo, sotto i versi di Pascoli: "Anima col tuo bocciuolo/La morte non è un'aurora?/Non c'è una cuna per l'amor tuo?/La tomba non è una cuna?", una schiera di angeli musicanti resi con un rilievo bassissimo, quasi appena accennati, commentano l'evento.' Il Liberty a Siena di Marta Batazzi
- la sesta cappella della famiglia De Mez presenta l'Angelo della Resurrezione dello scultore Tito Sarrocchi (1894); colui al quale fu affidata la copia della Fonte Gaia di Jacopo della Quercia (che, ahimè, non regge il confronto). Questo angelo è la sua ultima opera.
Sarà che mi sento condizionata dalla rilettura della Divina Commedia che sto facendo in questo periodo ma è proprio così che mi immagino l'angelo portinaio all'ingresso del monte del Purgatorio (per ora sono arrivata qui): autorevole, limpido e sapiente anche se gli manca la spada. Il gesso di questa scultura si trova nella gipsoteca di Tito Sarrocchi nel Complesso Museale Santa Maria della Scala.
- la nona cappella della famiglia Bandini-Piccolomini presenta la Riconoscenza di Tito Sarrocchi e l'affresco con le Marie al sepolcro di Alessandro Franchi. Questa scultura è di una delicatezza unica. La piega della veste all'altezza del seno sembra reale; viene voglia quasi di raddrizzarla. Il bordo del velo denuncia una pazienza certosina dello scultore. Straordinaria.
- la tredicesima cappella della famiglia Venturi-Gallerani presenta il Genio della morte, prima opera di Tito Sarrocchi (1860).
Più classico di così!
"Il Genio con la sua fiaccola capovolta e spenta, a significare la fine della vita terrena, e incoronato dal sempreverde cipresso, è un ineccepibile prodotto accademico, di irenica bellezza e di elegante compostezza formale, chiaramente meditato su modelli antichi e su sculture come il 'David' bronzeo di Donatello." Tito Sarrocchi di Raffaella Marcucci.
- la quattordicesima cappella della famiglia Chigi-Saracini presenta l'angelo musicante di Vico Consorti. Beh, tutta la cappella direi che si fa ammirare. Sembra di essere all'Accademia Chigiana :-)
- la ventunesima cappella della famiglia Ponticelli-Pallini presenta la figura giacente di una defunta di Tito Sarrocchi.
Lo so, è girata. Come si fa a vederla? Allora, non ne sono sicura al cento per cento però nella gipsoteca di Tito Sarrocchi del Complesso Museale Santa Maria della Scala c'è questo modello in gesso che secondo me se non è di questa scultura un po' gli somiglia quindi magari un'idea comunque possiamo farcela. Forse c'è qualche discrepanza con il ricamo del cuscino.
- la ventiduesima cappella della famiglia Tadini-Buoninsegni presenta un monumento marmoreo raffigurante la Fede, la Speranza e la Carità di Tito Sarrocchi (1868). Molto austero direi nell'insieme.
Cambia l'impressione quando ad esempio ammiriamo da vicino la copia in gesso della Carità conservata nella gipsoteca di Tito Sarrocchi al Complesso Museale Santa Maria della Scala.
Sotto il loggiato:- tomba Cambi di Tito Sarrocchi raffigurante Tre fanciulli (1865).
Sul lato sinistro seguono altre cappelle:
- la venticinquesima della famiglia Bichi-Ruspoli-Forteguerri presenta una Pietà di Giovanni Duprè (1866) commissionatagli dal marchese Bichi Ruspoli. Rappresenta l'opera più nota di questo scultore senese, premiata con primo premio e medaglia d'oro all'esposizione internazionale di Parigi del 1827. Stupenda, davvero. Parla da sola questa scultura.
"che dolore santo in quella tua Madonna che (...) aprendo su lui le materne braccia e sul capo chinandogli il 'l volto, pare che dagli occhi e dalla bocca spiri l'anima com'in atto di volergli ridare vita." A. Conti, 1865
E Dupré stesso in risposta ad una lettera del Marchese scrisse "Tu dici che la testa della Madonna ti muoveva in lacrime! Mi è grato sentir dir questo, ma non mi sorprende; io ci ho lacrimato nel farla (...) Ti confesso che mi costa molta e intensa passione quel lavoro."
- la ventiseiesima cappella della famiglia Nardi presenta un altorilievo raffigurante l'Eternità che ricongiunge le anime che la morte ha diviso di Guido Bianconi (1908). Come già nella madre morta con il figlio in grembo anche qui lo scultore si serve di "apparizioni irreali tendenti a sottolineare l'eternità della vita per dare della morte un'immagine meno terribile" (Il LIberty a Siena di Marta Batazzi).
- la prima cappella della famiglia Placidi presenta una gigantesca statua di Ezechiele che resuscita i morti di Tito Sarrocchi (1879). I riflessi della luce nel vetro impediscono di fare foto ma è da vedere, assolutamente.
- esternamente, dopo la prima cappella, si trova la Tomba di Clementina Cresti Partini con il busto scolpito da Tito Sarrocchi. Quanta compostezza 'nefertiniana' mi è venuto da pensare. Non passa inosservata, credetemi.
- esternamente, dopo la seconda cappella, si trova la Tomba di Luciano Banchi con un Cristo in pietà affrescato da Alessandro Franchi;
- la quinta cappella della famiglia D'Elci-Pannocchieschi presenta Tobia che seppellisce i morti, capolavoro marmoreo di Tito Sarrocchi (1873), primo premio all'esposizione internazionale di Vienna del 1873.
"Qui lo scultore compone in maniera più mossa e 'ardita' il tema cristiano della carità, l'intento ideale, con una resa attenta del dato reale, grazie anche ad un modo di modellare forte, e allo stesso tempo accurato." Tito Sarrocchi di Raffaella Marcucci
Mi affascina molto questo gruppo scultoreo forse anche per la semplicità della cappella che, priva di altre opere, ne amplifica il valore.
E però, forse ha ragione Pier Luigi Olla, scultore senese, che durante la Passeggiata d'autore dedicata a "Tre scultori dell'Ottocento" (Duprè, Sarrocchi e Fracassi) ha detto che gli è più facile distinguere un Tino di Camaino da un Giovanni Pisano che un Tito Sarrocchi da un Giovanni Dupré.
In effetti, ora che ci penso, il volto del defunto del Sarrocchi nel gruppo con Tobia mi ha ricordato il volto di Abele, la prima scultura realizzata da Giovanni Duprè, il cui gesso è visibile nella gipsoteca dello scultore presso il Museo della Contrada dell'Onda. Se non lo sapessi, avrei potuto scambiare la paternità delle opere.
- la sesta cappella della famiglia Raffo, di forma ottagonale su disegno di Giuseppe Partini, presenta affreschi di Alessandro Franchi, Gaetano Marinelli e Giorgio Bandini (1889) che si riescono a vedere un pochino meglio;
Nel braccio destro:
- appena all'inizio, sulla parete a sinistra, Giovinezza recisa (1903) di Guido Bianconi per la tomba Gianni "raffigurante un angelo intento a consolare una fanciulla dall'aria languida e trasognata". Il Liberty a Siena di Marta Batazza.
- appena all'inizio, sulla parete a sinistra, Giovinezza recisa (1903) di Guido Bianconi per la tomba Gianni "raffigurante un angelo intento a consolare una fanciulla dall'aria languida e trasognata". Il Liberty a Siena di Marta Batazza.
"La sua scultura potrebbe definirsi l'arte del sentimento più che l'arte della forma, o meglio, una pittura di rilievo perché perfino le pieghe dei manti hanno una tinta speciale che si accentua nella tristezza stanca." Eugenio Ercoli
- nella parete di fronte si trova la Tomba di Giuseppe Bratto (1901) di Patrizio Fracassi.
- la sesta cappella, quella delle suore dei poveri di Santa Caterina, presenta affreschi di Luisa Franchi Mussini qui sepolta insieme al marito Alessandro Franchi.
Anche qui mi sono fermata un attimo in più e non per ammirare gli affreschi ma perché non avevo mai visto una cappella di suore defunte sepolte tutte insieme. Mi ha fatto tenerezza; forse perché ho ripensato alle mie amiche monache di Lecceto, ancora vive però!
Ecco, di questo scultore ci sono altre opere nel Cimitero Monumentale di Siena ma mi è difficile darvi le dritte per raggiungerle perché anch'io sono riuscita a trovarne solo altre due e per pura fortuna, credetemi; infatti non saprei ritrovare la strada. Io intanto però vi dico la collocazione e così voi magari potete divertirvi a trovarle che mica vi posso dire tutto io, no?
Ecco allora l'elenco:
- Le guarigioni sulla montagna, opera in bronzo del 1915 per la Tomba Cellesi. Si trova nella sezione San Buonaventura (questa l'ho trovata);
- Tomba di Letizia Morandi, opera in marmo realizzata dopo il 1918. Si trova nella sezione San Primo Martire (questa l'ho trovata);
- Tomba di Rino Daus, opera in bronzo realizzata tra il 1921 e il 1929. Si trova nella sezione San Cristoforo;
- Tomba di Remo Ciocchetti, opera in bronzo realizzata nel 1925. Si trova nella sezione Santa Lucia;
- Autoritratto (1954) e Cristo morente (1957), bronzo per la Tomba di Ezio Trapassi. Si trova nella sezione San Giordano.
Solo un po' impressione mi hanno fatto quegli adesivi su alcune tombe con scritto 'Concessione/Locazione di sepoltura scaduta'...
E ora vi svelo ciò che mi ha commosso,
Prima di uscire, mi sono ritrovata all'inizio del corridoio a destra della Chiesa del cimitero con ingresso da uno dei lati del quadrilatero. Mi sembrava una tomba importante perché c'era un imponente Angelo del giudizio.
Abbassando lo sguardo poi mi ha colpito moltissimo un altorilievo con il volto di una donna e del suo bimbo.
Per qualcuno la scultura del Sarrocchi sarà anche gelida; qui sicuramente no, secondo me. Mi sembrava quasi di sentire il respiro del bimbo.
C'era una scritta che non riuscivo a leggere per intero perché coperta dai fiori finti (orribili! posso dirlo?). Ho scostato i fiori e ho letto questo:
Alla cara e lacrimata memoria
di
ERNESTA GANI
pia affettuosa saggia modesta
per XXV anni delizia e cura
di Vincenzo e di Teresa genitori amatissimi
il dì VIII settembre MDCCCLXII
inattesamente da morte rapita
insieme col primo frutto del comune amore
TITO SARROCCHI
marito felice soli XVI mesi e in un attimo non più marito né padre
con mesto desiderio dedicò questo monumento di sua mano scolpita
Si tratta della prima moglie di Tito Sarrocchi.
Tante altre dediche commoventi si trovano nelle tombe che vogliono una sosta.
Infine, c'è stato un altro monumento che mi ha colpito da lontano per la sua dinamicità, diciamo così. Mi sono avvicinata e ho letto che si tratta del monumento 'a perenne memoria dei Contradaioli defunti'.
L'autore è Plinio Tammaro. Non lo sapevo e ho chiesto a Martina Dei, guida autorizzata di Siena.
Al di là delle opere d'arte, un Cimitero non può che interrogarci su cosa ci sia dopo la morte. Io non lo so, ma mi piace concludere questo post con i versi tratti da I Sepolcri di Ugo Foscolo incisi nel cimitero di paese dove si trova la tomba della mia famiglia.
Ah! sugli estinti/non sorge fiore ove non sia d'umane/lodi onorato e di amoroso pianto
Ahi! Sui morti non sorge [nessun] fiore, quando (ove) non sia onorato da lodi umane e da pianto affettuoso.
Adoro i cimiteri.
RispondiEliminaSono stata tante volte a Siena ma mai in questo luogo. Devo visitarlo assolutamente la prossima volta che ci tornerò!
Cosa dire Valentina? Il tuo commento mi gratifica molto :-)
RispondiEliminaInteressante e intrigante il suo lavoro. Sono convinto che i nostri cimiteri siano dei musei di arte plastica da scoprire, valorizzare e...tutelare. tra gli autori che ha potuto vedere c'erano anche opere di Giulio Passaglia? grazie ancora per quello che ha pubblicato. Gianfranco Piemontese
RispondiEliminaGrazie per l’apprezzamento, Gianfranco. Riguardo a Giulio Passaglia mi trova impreparata. Visto però il suo interesse mi fa piacere suggerirle di visualizzare nel blog gli altri post della categoria ‘cimiteri’ dove troverà foto di particolari delle opere e anche la categoria ‘Guido Bianconi’ con approfondimenti sulle sue opere grazie al prezioso contributo di un suo nipote con il quale sono in contatto proprio grazie a questo post.
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