Grazie alle Giornate FAI di primavera di quest'anno oltre a poter vedere per la prima volta la Farmacia dell'Ex Manicomio di Siena ho potuto ammirare da vicino le sculture che si trovano all'interno di diverse cappelle gentilizie del Cimitero Monumentale della Misericordia di Siena.
Chi frequenta questo blog sa della mia curiosità per le opere del Cimitero Monumentale di Siena. La prima volta ne ho scritto qui; ma la curiosità è aumentata grazie alla conoscenza virtuale del nipote dello scultore Guido Bianconi.
Quando ho letto il post del FAI confesso che ho accarezzato per un attimo l'idea di poter vedere da vicino le opere di Guido Bianconi presenti nel Cimitero Monumentale di Siena, soprattutto il bassorilievo della Tomba Raimondi; ma forse hanno scelto solo autori dell'Ottocento.
Detto questo, siccome ho approfittato per fare tantissime foto ai particolari delle sculture, ho deciso di pubblicare dei post che saranno per lo più dei reportage fotografici per condividere con voi quello che ho potuto vedere e che dal cancello delle cappelle non mi sarebbe mai stato possibile.
Inizio con il gruppo scultoreo che mi piace più di tutti e cioè quello di Tobia seppellisce un morto di Tito Sarrocchi per la Cappella D'Elci Pannocchieschi, antica e nobile famiglia i cui membri si insediarono già dal XII secolo tra Siena e Volterra.
Ho potuto letteralmente girargli intorno.
Come mai mi piace così tanto? la prima volta che la vidi, anche se da lontano, mi colpì il soggetto scelto. 'Seppellire i morti' so essere una delle sette opere di misericordia corporali, l'ultima per l'esattezza. E' un atto d'amore, secondo me. Ricordo la prima volta che vidi il 'carnaio' del Santa Maria della Scala e a come provai sincero dispiacere per quelle ossa indistinte che non avevano avuto una degna sepoltura. Quindi, forse è per questo che il soggetto mi colpì in maniera particolare.
Nella Bibbia, nel Libro di Tobia, si racconta come Tobi, il padre di Tobia e lo stesso Tobia, per seppellire i molti ebrei della Tribù di Neftali deportati in esilio, rischiavano la vita poiché il re di Ninive aveva proibito questa pratica. Afferma Tobi: "donavo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo. Seppellii anche quelli che aveva uccisi Sennàcherib, quando tornò fuggendo dalla Giudea, al tempo del castigo mandato dal re del cielo sui bestemmiatori. Nella sua collera egli ne uccise molti; io sottraevo i loro corpi per la sepoltura e Sennàcherib invano li cercava. Ma un cittadino di Ninive andò ad informare il re che io li seppellivo di nascosto. Quando seppi che il re conosceva il fatto e che mi cercava per essere messo a morte, colto da paura, mi diedi alla fuga" (Tb. 1, 17-19).
Oltre al soggetto scelto mi colpì la semplicità della Cappella priva di altre opere che per l'appunto mette in risalto il marmo di Tito Sarrocchi.
La distanza ravvicinata mi ha permesso di scoprire la fossa. E' stata una vera sorpresa. Quando la guardavo da lontano, immaginavo che ci fosse del terriccio rappresentato e invece c'è una buca.
Altra cosa che non si può vedere da lontano sono le scritte in latino sul basamento e che riguardano Tobia.
Quella frontale recita: Viam veritatis non deseruit (Non disertò la via della verità)
Quella nel lato sinistro: Mortuis sepulturam solicitus exhibebat (E' stato attento a seppellire i morti)
Quella nel lato destro: Nudis vestimenta praebebat (Ha donato vestiti agli ignudi)
Tito Sarrocchi realizzò quest'opera nel 1878 come testimonia la firma apposta.
Lascio ora a voi giudicare l'eccellenza del suo scalpello.
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