Oggi sono davvero felice ed emozionata nell'ospitare nel mio blog un testo di approfondimento relativo ad un'opera di Guido Bianconi, scultore Liberty senese.
Si tratta della Tomba di Gemma Raimondi di cui vi avevo accennato due settimane fa nel post sul Cimitero Monumentale di Siena.
Perché tanta emozione, vi starete forse domandando?
Perché è stato grazie a quel post, trovato per serendipità, che Gianguido, nipote dello scultore, si è messo in contatto con me e mi ha fatto sapere che si era commosso leggendo quanto avevo scritto sul Cimitero Monumentale di Siena dove ci sono tante altre 'splendide' tombe realizzate 'dall'amatissimo nonno' come quella Corradeschi, Giani, Gani e quella del fratello Bianconi che fu ‘economo del Comune e personaggio importante del Drago’. E poi anche il Monumento ai Caduti.
E’ iniziato un bel carteggio virtuale che sono sicura ci riserverà delle sorprese anche perché Gianguido ha curato una biografia-catalogo del nonno e si è offerto di condividere storie di altre opere del nonno, a Siena, con me e quindi con voi lettori, con particolare riguardo, consentitecelo, a quelli senesi.
Mi ha raccontato Gianguido che il nonno lasciò Siena il 14 settembre 1902. Aveva partecipato al concorso per la borsa istituita sul lascito Lazzeretti perché giovani artisti potessero andare a fare esperienza fuori dell’ambiente senese. Non vinse quell’anno (vinse poi nel 1904) ma gli venne comunque assegnata una gratificazione di ben 250 lire, e se ne partì per andare per qualche tempo a Torino. Nel retro della foto che apre il post, gentilmente concessami da Gianguido, è riportata la data 14.9.1902.
Ecco quindi allora di seguito il testo relativo alla Tomba di Gemma Raimondi che Guido Bianconi realizzò all’età di 33 anni e per la quale, mi ha detto Gianguido, va tutta la passione della sua famiglia.
Il testo fa parte di una memoria familiare che Gianguido mi ha gentilmente concesso di pubblicare.
A fine lettura converrete con me che sarebbe bellissimo poter accedere alla cappella dove si trova la Tomba per vedere e leggere tutto quanto c’è intorno.
"La cappella (che si trova nel Piazzale Centrale del Cimitero, con il numero 6) ricorda la scomparsa della giovane Gemma Raimondi, moglie da soli nove mesi di Palmiero Palmieri Nuti ed in attesa di un bambino, che venne uccisa la sera di venerdì 31 ottobre 1902 dal calcio del cavallo del marito che ritornava da una galoppata : era 'nel fiore dei suoi vent'anni'.
Il fatto avvenne nel cortile del Palazzo Venturi, a metà strada tra Asciano e l'abbazia di Monte Oliveto Maggiore dove la giovane signora si trovava in villeggiatura.
L'episodio ebbe larga risonanza e fu descritto in un articolo listato a lutto pubblicato il successivo 6 novembre dal periodico senese «Il Libero Cittadino»: la versione fornita dal giornale è diversa, e attribuisce l'incidente non al cavallo del marito, ma a quello dell'amico dott. Alessandro Giusti che l'accompagnava. L'animale, una cavalla, si sarebbe imbizzarrito perché al cancello un cane gli aveva abbaiato contro, ed inoltre sarebbe stato nervoso perché affidato alle cure di un allievo staffiere.
Nell'archivio di Guido Bianconi si trovano due fotografie del bozzetto, quasi identiche ed entrambe firmate da lui che mostrano la tomba nella impostazione originale, quando ancora nella parte superiore era indicato il nome della famiglia.
Il poeta Giovanni Pascoli ebbe occasione di incontrare la madre della sposa defunta, e le promise un'epigrafe per la sua tomba.
Il 3 ottobre 1906 Leonardo Bistolfi gli scrisse da Camburzano (piccola località presso Biella) per ricordargli questo impegno . Pochi giorni dopo, 18 ottobre 1906, Giovanni Pascoli scrisse infatti a Guido Bianconi da Barga di Lucca inviandogli il testo, del quale l'artista conservò il manoscritto. Il poeta gli disse anche di aver trascritto i versi per la 'dolente madre' della giovane.
Il monumento venne posto in opera pochi giorni prima del 17 gennaio 1907, e un articolo de «Il Libero Cittadino» ne diede notizia: il testo pascoliano venne iscritto nella parte superiore, dove nel progetto originale si trovava solo il nome della famiglia.
Il monumento, che si trova nella cappella di famiglia, mostra Gemma Palmieri seduta, con in grembo, seminascosto dal panneggio, il bambino che morì con lei.
Sullo sfondo, ai lati del gruppo centrale, si trovano due gruppi di figure in delicato bassorilievo.
La firma di Guido Bianconi compare nella parte sinistra del basamento.
Ai due lati dell'ingresso della cappella si trovano due grandi composizioni di fiori e foglie, in metallo, legate da nastri dedicati dai genitori della defunta e dall'amica principessa Belgioioso, non altrimenti identificabile, mentre sulla parete destra si trova un'epigrafe commemorativa.
Il testo dell'epigrafe di Giovanni Pascoli venne riportata su un cartoncino sul quale figurano la fotografia della tomba (con la firma di Guido Bianconi sul margine inferiore sinistro) ed il testo a stampa datato.
Alla tragica morte di Gemma Raimondi la scrittrice Maria Bianco Bufalini, sua amica d'infanzia, dedicò una poesia, scritta a matita sulla parete destra della cappella sotto l'epigrafe dei genitori e datata 'Napoli, gennaio 1914': con il titolo Fatalità questa poesia venne poi pubblicata nel 1915 .
Altre poesie a lei dedicate e scritte a matita sul marmo della cappella sono Lacrymæ di Bianca Fleury Nencini e Insieme di Ada Negri anch’essa pubblicata nel 1915 . La firma di Ada Negri è riportata nel piccolo riquadro in basso a destra dell'immagine. Sul marmo è presente anche un'altra poesia, scritta in francese e con una data poco leggibile, scritta in italiano, che potrebbe il 6 luglio 1915. Sulla poesia di Ada Negri qualcuno ha aggiunto un'annotazione in calce, con un rimando al testo, datata 'maggio 1964'.
Una fotografia della tomba nella versione definitiva, con l'epigrafe pascoliana, venne donata, incorniciata, da Guido Bianconi al canonico Vittorio Lusini, insigne storico e cultore di cose senesi, con una sua dedica autografa, datata da Siena il 25 gennaio 1907
Il monumento funebre di Gemma Raimondi venne commentato con parole di commosso elogio da G. Battelli in un articolo pubblicato da «Il Cimento» nel 1910."
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Le immagini del post (tranne la seconda) sono del nipote Gianguido.
Bellissimo!!!! Grande Amina!
RispondiEliminaGrazie Martina! Ne ero convinta che avresti apprezzato. Appena avremo materiale sufficiente bisognerà organizzare una visita approfondita del Cimitero di Siena ;-)
RispondiEliminaMi prenoto di già per l'evento :)
RispondiEliminaVa bene Paola; ti terremo aggiornata ;-)
RispondiEliminaMeraviglioso articolo. Permette di far conoscere i lavori di Guido Bianconi in Canada
RispondiEliminaGrazie Romano! Non ti nascondo che mi farebbe piacere sapere in che modo e in che sede c’è interesse per le opere di Guido Bianconi in Canada.
EliminaArticolo bello ed interessante!
RispondiEliminaGrazie!
EliminaGent.ma Sig.ra Amina,
RispondiEliminaSono affiliata alla Pontificia Università di San Paolo in Brasile, dove svolgo una ricerca su Leonardo Bistolfi e gli scultori che ha influenzato.
Ho avuto la fortuna di trovare un articolo del 1912, pubblicato dalla rivista Vita d'Arte, su Guido Bianconi. Ammirata dall'estrema qualità del suo lavoro, ho deciso d'iniziare a catalogare le fonti su di lui per scrivere un articolo che introducesse le sue opere alla comunità accademica.
Attraverso il suo blog, ho saputo che ha avuto modo di contattare la famiglia di Guido.
Potrebbe gentilmente informarli della mia intenzione e metterci in contatto?
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti,
Eva P. Catelli
Buongiorno Eva e grazie per la richiesta. Le ho mandato il contatto per email. Buon lavoro con la sua ricerca! Amina
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