Prosegue l'itinerario alla scoperta delle opere di Guido Bianconi, scultore senese dell'Ottocento, a Siena.
Questa volta il nipote Gianguido condivide con noi le memorie di famiglia sulla Tomba di Ida Gianni nel Cimitero Monumentale della Misericordia a Siena. Anche in questo caso, come nella Tomba Corradeschi, si tratta di una giovane vita spezzata.
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"Il bassorilievo posto sulla tomba di Ida Gianni, deceduta nel 1903 all'età di 21 anni, rappresenta, su un fondo floreale, una giovane figura di donna che si abbandona all'abbraccio di un angelo.
Per via della figura dell'angelo che si china sul capo della giovane, rivolto verso l'alto come per prepararla ad abbandonare il mondo terreno, quest'opera è stata definita da critici come L'anima rapita: il giudizio che ne viene espresso è sempre lusinghiero
L'opera è citata anche da Alessandro Leoncini, che rileva il richiamo alle impostazioni bistolfiane nella posizione delle teste e la mette in relazione anche con la medaglia L'umanità nel campo del dolore che Guido Bianconi realizzò per l'Arciconfraternita della Misericordia.
Il concetto del 'rapimento' dell'anima è ripreso nell'epigrafe che compare nell'angolo inferiore destro del monumento: "Ida Gianni - perchè - terreno alito men puro - non offendesse l'anima di lei - gli angioli gelosi - involarono alla terra".
Nell'angolo opposto figura, in piccoli caratteri, la semplice dedica "I genitori – Q.M.P.": questa memoria posero.
La tomba (che si trova nella sezione Madonna di Provenzano, pavimento numero 1) reca molto evidente la firma di Guido Bianconi: non vi è indicazione della data.
In origine l'opera era stata commissionata a Patrizio Fracassi, condiscepolo all'Istituto per le Belle Arti e in qualche modo "rivale" di Guido Bianconi (che era di un anno più anziano): l'artista ne aveva realizzato un bozzetto, ma il lavoro venne interrotto dal suo suicidio, il 15 settembre 1903. La Vedetta Senese, in un necrologio, giudicò "riuscitissima" quest'ultima fatica del Fracassi.
La realizzazione dell'opera fu allora affidata a Guido Bianconi, che seguì una propria impostazione, senza riprendere quella dell'amico scomparso.
Nel marzo del 1904 Guido Bianconi aveva vinto il concorso Lazzeretti, e proprio sul retro di una cartolina che rappresenta un dettaglio del bassorilievo Il Trasporto di Gesù al sepolcro che gli aveva dato la vittoria, compare un abbozzo a lapis di quella che sarebbe stata la tomba Gianni. Le figure che compaiono sulla cartolina già sembrano adombrare l'impostazione che l'artista pensava di dare all'opera che si accingeva a realizzare.
Il 29 settembre 1904 il periodico senese Il Libero Cittadino pubblicò un articolo che, oltre ad esprimere un lusinghiero commento sul monumento, indicava che Guido Bianconi aveva, a quel momento, quasi condotto a termine il suo lavoro.
Questo "incastro" di date consente di dare una datazione precisa all'opera, che è certamente la prima di grande impegno realizzata da Guido Bianconi, quando ancora non aveva compiuto i trent'anni. Pochi mesi dopo egli si trasferì a Torino ed iniziò a lavorare nello studio di Leonardo Bistolfi.
In uno dei suoi taccuini Guido Bianconi registrò quanto aveva speso per sei sedute della modella che aveva posato per la figura della giovane defunta: si tratta di quaranta lire e cinquanta centesimi."
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Siccome da cosa nasce cosa, dopo aver letto del collegamento dell'altorilievo della Tomba di Ida Gianni con la medaglia realizzata per l'Arciconfraternita della Misericordia di Siena ho chiesto a Gianguido se secondo lui questa medaglia fosse ancora nei locali dell'Arciconfraternita in Via del Porrione.
Lui mi ha risposto che si ricordava ci fossero i gessi ma non la medaglia anche perché forse venivano date come riconoscimento a persone meritevoli. Al limite avrei potuto trovare il calco.
Ho dato allora un'occhiata al sito della Misericordia perché mi è venuto in mente che qualcosa poteva essere esposto nel piccolo Museo e infatti nella Gallery ho intravisto due tondi bianchi che potevano corrispondere al fronte retro in gesso della medaglia.
Mi sono rivolta allora alla portineria della Misericordia con la foto inviatami da Gianguido e loro mi hanno messo in contatto con Giovanni Battista Guasconi, il referente per il Patrimonio storico artistico della Misericordia, il quale è stato così gentile da ricevermi dopo due giorni e aprirmi il piccolo Museo dove ho trovato quello che cercavo e anche di più!
E sapete cosa? il signor Guasconi mi ha detto che quelle medaglie erano esposte lì in maniera provvisoria perché in quella vetrina lui ci voleva mettere delle pubblicazioni. Ma, siccome il caso non esiste, sono sicura che quelle medaglie erano lì che aspettavano me :-)
Nota aggiuntiva: è possibile visitare il Museo su appuntamento telefonando al numero 0577210270.
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Foto credits: le immagini 3, 5, 6 e 7 sono state gentilmente concesse da Gianguido.
Bel pezzo!
RispondiEliminaGrazie Sister!
RispondiEliminaIl pezzo ha suscitato interesse anche da parte di addetti ai lavori e la cosa mi fa stra-piacere :-)