Sebbene io abbia trascorso a Pescara il tempo delle scuole superiori, non avevo mai visitato il Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio.
Non abito più a Pescara da molto tempo ma ogni anno ci ritorno per le vacanze al mare e due anni fa è successo che, impossibilitata a recarmi al mare, ho visitato i musei della città tra i quali questo che scelsi tra l'altro per la Notte Bianca su Twitter promossa da @insopportabile e @InvasioniDigita.
All'epoca non ho pensato a farci uno storify; in queste ultime settimane però, avendo cominciato io a fare il conto alla rovescia per le vacanze estive a Pescara, ho pensato fosse l'occasione giusta per non perdere il ricordo di quella visita.
Ecco quindi raggruppati i testi di tutti i tweet comprensivi di foto.
Buona lettura a voi mentre io sono finalmente già al mare :-)
Museo Casa Natale Gabriele D’Annunzio a Pescara
Il Museo Casa Natale Gabriele D'Annunzio a Pescara è una tipica casa borghese ottocentesca con affreschi nei soffitti e arredi e mobili d'epoca.
Ogni ambiente è presentato da una didascalia tratta dai ricordi contenuti nel Notturno di Gabriele d'Annunzio.
Nel Notturno scritto nel 1916 mentre d'Annunzio era in convalescenza e temporaneamente cieco il poeta rievoca pensieri e riflessioni che la vista della sua casa natale suscitarono in lui durante la visita fatta nel 1915 alla madre malata.
Nel cortile interno della Casa di d'Annunzio troviamo il pozzo di cui il poeta dice:
Nello stesso piano del cortile troviamo la stalla del cavallo, animale molto caro al poeta sin dall'infanzia.
Ad uno dei suoi cavalli, d'Annunzio dedicò questi versi:
Dal cortile una scalinata porta al piano superiore dove si trovano le stanze.
Nel corridoio un dipinto del 1880 del pittore verista F. Michetti, I Morticelli.
È il corteo funebre di due bambini la cui condizione è resa vera dall'incarnato.
“Quei morticelli li ho qui nella mente e non mi escono più, quell'ebbrezza sovrumana di azzurro che fa pensare!” Gabriele D’Annunzio
Dopo il corridoio si entra nel Salotto.
Del Salotto nel Notturno Gabriele d'Annunzio dice:
Soffro la mia casa fino al tetto, fino al colmigno, come se le avessi fatto le travature con le mie ossa; come se l'avessi scialbata col mio pallone. La prima stanza è deserta, la felicità d'una volta non vi lasciò se non coltelli affilati per dilaniarmi.
Nella seconda sala, lo Studio, affresco con la fuga di Enea, Anchise e Ascanio.
Dello Studio nel Notturno Gabriele d'Annunzio dice:
La seconda stanza è deserta. Ci sono i libri della mia puerizia e della mia adolescenza. C'è i leggìo musicale del mio fratello emigrato. C'è il ritratto di mio padre fanciullo col cardellino posato sull'indice teso.
Nel terzo ambiente c'è la camera di d'Annunzio e del fratello.
Della camera di d'Annunzio ed il fratello nel Notturno il poeta dice:
Nella terza stanza c'è il mio letto bianco, c'è il vecchio armadio dipinto, con i suoi specchi appannati e maculati, c'è l'inginocchiatoio di noce dove mi sedevo in corruccio e rimanevo ammutolito, con una ostinazione selvaggia, per non confessare che mi sentivo male.
Altra foto della camera di Gabriele d'Annunzio e del fratello.
A seguire la camera della zia Maria.
Della camera della zia Maria nel Notturno Gabriele d'Annunzio dice:
Nella quarta stanza c'è il piccolo Gesù di cera dentro la sua custodia di cristallo, c'è la Madonna dalle sette spade, ci sono le immagini dei santi e l reliquie raccolte dalla sorella di mio padre santamente morta, e ci sono le mie prime preghiere, quelle del mattino così dolci, quelle della sera ancòra più dolci, che per rientrare nel mio cuore mi sfondano il petto come se fossero divenute le armi dell'angelo implacabile.
E infine la 'quinta stanza', la camera dei genitori di d'Annunzio.
Della stanza dei genitori nel Notturno Gabriele d'Annunzio dice:
Tre gradini salgono alla quinta stanza, come tre gradini d'altare. E' piena d'ombra sotto, sotto la volta arcuata. Rimbomba, il cuore batte le mura con l'urto cieco del deserto. Il vasto tetto la occupa, dove fui concepito e generato. Credo di udire dentro di me le grida di mia madre che, quando nacqui, non penetrarono le mie orecchie sigillate.
Particolare stanza dei genitori di d'Annunzio: braciere.
Particolare stanza dei genitori di d'Annunzio: ritratto della mamma di D'Annunzio.
Nelle sale successive ci sono abiti e uniformi di d'Annunzio e fotografie.
Lettere scritte da d'Annunzio tra le quali molto commoventi quelle alla mamma.
L'intimità di un uomo, quello che si scopre nella casa museo di d'Annunzio grazie alle parole del poeta stesso.
Nessun commento:
Posta un commento
Spazio per il tuo contributo