lunedì 28 dicembre 2015

Grazie 2015

Grazie 2015: post di fine anno

Questo 2015 per me è stato un crescendo a livello di consapevolezza grazie ad alcune persone che più o meno consciamente hanno contribuito a ciò.

Oggi voglio ringraziarle pubblicamente.

Badate bene che me lo sono  chiesto in che modo  un post del genere potesse essere utile a voi che mi leggete.

La risposta che mi sono data è che condividendo io con voi i ‘luoghi’ dove ho trovato quello di cui avevo bisogno qualcuno potrebbe prendere spunto per se stesso perché le cose utili e belle accadono o per caso o per nostra sollecitudine (semi cit. del sottotitolo che ho dato al blog).

Ringrazio quindi:

La mia insegnante di Yoga, Silvia Cavicchioli, per i temi proposti nei ritiri di Yoga di quest’anno e i compiti a casa durante le lezioni. Per me sono stati come acqua, luce e terra per far germogliare il seme che c’era già dentro di me.

Alessandra Pagani, Una lettrice, per il suo desiderio contagioso di cose belle e perché un suo post mi ha fatto incontrare ciò di cui avevo bisogno per mettere a fuoco lo stile di vita che desidero: Il magico potere del riordino di Marie Kondo.

Stefano Carrai (Università di Siena) che con il suo entusiasmo per Dante ha fatto sì che realizzassi ciò che ogni tanto mi ripromettevo di fare: leggere la Divina Commedia. E’ stata la lettura più significativa di quest’anno per me, e dire che di libri impegnativi ne ho letti. Come mai? Qualcosa potete intuirla leggendo qui.

Simona - una delle pochissime persone che ancora non è registrata a nessun Social -  che segue sempre con grande attenzione il mio blog tanto che i post che scrivo sono diventati protagonisti delle nostre uscite conviviali arricchendo e rendendo più salda la nostra amicizia decennale.

Claudia Porta, La casa nella prateria, intercettata ‘per caso’ nella mia time line di Facebook, che con il suo Calendario dell’Avvento mi ha permesso di fare il punto della situazione su ciò che desidero per me. Ricevere i suoi mini video giornalieri con spunti di riflessione e poterne parlare in un gruppo Facebook da lei creato ad hoc è stato il regalo di Natale più bello. I ventiquattro video saranno visibili a tutti prossimamente. Per riceverli basterà iscriversi alla Newsletter del blog di Claudia.

Il gruppo di lettura "scratchmade", gestito da Maria di Biase di Scratchbook, che su Facebook ha proposto la lettura de I Fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij facendomi venir voglia di rileggerlo. Non è stata una passeggiata questa seconda lettura; ma il finale ne è valsa la fatica. Mi ha fatto pensare con tenerezza a tutti i bambini del mondo e a riprendere contatto con il mio bambino interiore.

Propositi per il 2016 ne abbiamo? Certo!

Conservo sempre l’elenco dell’anno precedente e valuto se quelli che non ho mantenuto è stato per impossibilità o perché evidentemente non mi premevano così tanto e poi ne aggiungo di nuovi.

Ci ‘vediamo’ l’anno prossimo su questi schermi con una ‘chicca’ su Siena.

Buon Anno a tutti voi e grazie della vostra presenza perché lo so che ci siete anche se non vi palesate :-)

lunedì 21 dicembre 2015

Il Purgatorio di Dante e Siena Civitas Virginis

Siena, Pinacoteca: Visitazione, Pietro di Francesco degli Orioli

Appena ho finito di leggere il Purgatorio della Divina Commedia di Dante, a cura di Emilio Alessandro Panaitescu per il Gruppo Editoriale Fabbri, ero talmente entusiasta per la moltitudine di connessioni che la mia mente ha cominciato a fare che ho pensato di volerlo condividere con voi al più presto soprattutto in questo periodo di fine anno in cui qualche domanda in più ce la poniamo.

In che modo farlo, mi sono chiesta? e la lampadina mi si è accesa subito: attraverso l'arte senese.

Ho pensato quindi di scegliere delle immagine presenti nei musei di Siena per illustrare quel 'qualcosa' del Purgatorio che mi aveva colpito.

Ho spremuto ancora un pochino le meningi per individuare il filo conduttore e l'ho trovato:  la Madonna; perché Siena Civitas Virginis è, giusto?

Prima dell'itinerario visivo però bisogna che vi rinfreschi un po' la memoria sulla struttura del Purgatorio. In realtà sono io che non voglio dimenticarla. Ad ogni modo, ci state? se la risposta è sì, venite con me!

***

Dopo aver attraversato i gironi e le bolge dell'Inferno Dante si ritrova nell'Antipurgatorio dove abbiamo già incontrato Pia de' Tolomei e dove ci sono le anime dei negligenti, coloro cioè che si pentirono solo in fin di vita dei loro peccati e che dovranno attendere un periodo abbastanza lungo prima di poter accedere al Purgatorio a meno che le preghiere dei vivi, soprattutto se virtuosi, non accorcino tale attesa.

Dante è un privilegiato, lo sappiamo, in quanto può da vivo attraversare questi tre regni: Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Una volta che gli è stato riconosciuto il permesso di entrare in Purgatorio comincia la salita delle sette cornici del monte delle Virtù, necessaria per espiare le proprie colpe.

Il lato positivo del Purgatorio è che le anime hanno la certezza di andare poi in Paradiso. Tra l'altro ogni volta che ciò accade si sente un gran frastuono nel Purgatorio come se ci fosse un terremoto in corso e tutte le anime, che conoscono il significato di tale baccano, si uniscono alla gioia di quell'anima che finalmente è ascesa in Paradiso.

Nelle cornici del Purgatorio Dante incontra le anime colpevoli dei sette peccati capitali quindi i superbi, gli invidiosi, gli iracondi, gli accidiosi, gli avari e prodighi, i golosi e i lussuriosi.

In ogni cornice le anime devono meditare intorno ad esempi della virtù contraria al vizio di cui scontano la pena ed esempi del vizio punito.

Come le anime ne vengono a conoscenza? In diversi modi, ad esempio nella balza della prima cornice attraverso dei bassorilievi, nelle altre attraverso voci, sussurri, visioni.

Per ciascun gruppo di esempi di virtù viene trattato un argomento mariano, un episodio della Bibbia e uno del mondo classico.

Tra gli esempi che aprono e chiudono ciascuna cornice Dante ha la possibilità di dialogare con qualche anima. E' qui ad esempio che troveremo due senesi: Provenzano Salvani (tra i superbi) e Sapìa (tra gli invidiosi).

Prima di accedere alla cornice successiva Dante incontra sempre un angelo che gli toglie una delle P che gli aveva impresso sulla fronte l'Angelo portinaio, in segno di avvenuta espiazione, e la citazione di una delle Beatitudini quasi come ulteriore strumento per contrastare il vizio.

***

A me questa architettura del Purgatorio è piaciuta moltissimo.

A questo punto riesco a ricollegarmi a quel 'filo conduttore' di cui vi ho parlato all'inizio, ricordate? Siena Civitas Virginis? e cioè: Siena è legata storicamente alla Madonna alla quale si è rivolta sempre in caso di necessità come ad esempio ricordano le scene di Vico Consorti rappresentate nelle formelle della Porta del Perdono (Porta della Riconoscenza) del Duomo e quindi ho deciso di scegliere un'opera d'arte senese per ciascuno dei sette esempi di virtù di argomento mariano.

Accanto ad ogni immagine insieme alla virtù cristiana troverete il corrispettivo della virtù pagana ricavata dagli esempi che Dante propone, una breve frase che allude a ciò che ha richiamato in me e la Beatitudine citata da Dante a conclusione del giro in ogni cornice. Vi piace? spero di sì.

Ecco allora l'itinerario illustrativo attraverso la Pinacoteca e il Museo dell'Opera del Duomo di Siena.

Siena, Pinacoteca: Annunciazione, Ambrogio Lorenzetti

I CORNICE: i Superbi

Umiltà - Giustizia o dell'assenza dell'ego attraverso la meditazione

Annunciazione: Ecce ancilla Dei
Ambrogio Lorenzetti
Siena, Pinacoteca

Beati i poveri in spirito.

Siena, Pinacoteca: Nozze di Cana, Pietro di Francesco degli Orioli

II CORNICE: gli Invidiosi

Carità - Amicizia o della gentilezza nel donare con gratitudine

Nozze di Cana: intervento di Cristo dopo l'amoroso e sollecito intervento della Madonna 'non hanno vino'
Pietro di Francesco degli Orioli
Siena, Pinacoteca

Beati i misericordiosi.

Siena, Museo dell'Opera: Gesù tra i dottori del tempio, Duccio di Buoninsegna

III CORNICE: gli Iracondi

Mansuetudine - Equanimitào dell'osservatore esterno che permette di 'scegliere' anziché 'reagire'

Ritrovamento di Gesù nel tempio mentre discute tra i dottori: accorato affetto di una madre per il figlio
Duccio di Buoninsegna
Siena, Museo dell'Opera

Beati i pacifici che sono privi dell'irragionevolezza.

Siena, Pinacoteca: Visitazione, Pietro di Francesco degli Orioli

IV CORNICE: gli Accidiosi

Sollecitudine o della consapevolezza che permette di essere nel qui e ora

Visitazione: Maria va a trovare la cugina Elisabetta appena ha saputo che è incinta
Pietro di Francesco degli Orioli
Siena, Pinacoteca

Beati quelli che piangono perché avranno le loro anime piene di consolazione.

Siena, Pinacoteca: Nascita di Gesù in una mangiatoia, Taddeo di Bartolo

V CORNICE: gli Avari e Prodighi

Temperanza -  Rettitudine o dell'equanimità dando uguale valore alle cose

Natività: accettazione della povertà. La Vergine partorì in una grotta e depose il figlio in una mangiatoia
Taddeo di Bartolo
Siena, Pinacoteca

Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati.

Siena, Museo dell'Opera: Nozze di Cana, Duccio di Buoninsegna

VI CORNICE: i Golosi

Sobrietà - Temperanza

Nozze di Cana: Maria pensava più a rendere decorose e complete le Nozze che alla sua bocca
Duccio di Buoninsegna
Siena, Museo dell'Opera

Beati quelli ai quali splende tanta grazia che il piacere della gola non eccita nel loro petto un desiderio eccessivo provando sempre fame soltanto di giustizia.

Siena, Pinacoteca: Annunciazione, scultore degli inizi del Trecento

VII CORNICE: i Lussuriosi

Castità

Annunciazione: Non conosco uomo
Scultore del Trecento
Siena, Pinacoteca

Beati i puri di cuore.

Ho ben chiaro che il Poema di Dante racconta il cammino spirituale di un cristiano e che i miei collegamenti possono apparire un tantino 'zen'; ma, vedete, Dante ha messo delle anime pagane anche nel Purgatorio e nel Paradiso primo perché solo Dio sa cosa c'è nel cuore di ogni uomo e la sua misura non è la nostra, secondo perché questi uomini vissuti prima della venuta di Cristo avevano vissuto secondo la ragione naturale improntata alle virtù morali della prudenza, giustizia, fortezza e temperanza sulle quali credo il consenso possa essere ampio.

Nell'Inferno di Dante il perseguimento della fama era una delle più nobili mete da raggiungere in contrapposizione all'ignavia di chi si abbandona ad una vita senza ideali; nel Purgatorio il 'tutto è vanità e inutile affanno difronte all'eterno' vuol dire che la gloria terrena è negata come valore assoluto ed eterno.

Per cui, come dire? C'è posto per tutti quindi anche per me. Certo, io non posso dire che la Rivelazione non mi abbia raggiunto ma ho scelto il libero arbitrio.

Come mai ho subito il fascino di questa 'ascensione', allora? perché mira al raggiungimento dell'obiettivo massimo per l'uomo: l'amore, che per il cristiano coincide con Dio ma...

"Ciascun confusamente un bene apprende
nel qual si queti l'animo, e disira,
per che di giugner lui ciascun contende"
(Purgatorio XVII, 127-129)

Ognuno di noi prima o poi lo scopre a cosa corrisponde quel 'bene' per se.

E poi perché gli ostacoli al raggiungimento di tale obiettivo, i vizi, se pur nel Purgatorio risolti in rapporto a Dio, sono gli ostacoli con i quali si trova a fare i conti anche il non cristiano in 'lotta interiore' tra un 'meglio un giorno da leone che cento da pecora' e un 'il troppo storpia'.

Un esempio? se mangio troppo sto male - anche se Dante nella cornice dei golosi oltre che all'abbondanza di cibo si riferisce anche alla sua 'soavità' quindi alla ricerca di cibi diremo noi oggi 'sofisticati al palato' - e la capacità di discernimento ne risente e di questa abbiamo bisogno. Forse succede anche se conduco una vita lussuriosa? forse anche la troppa virtù è sbagliata? dipende dal fine, credo; che ognuno di noi decide per il suo benessere.

La verità comunque sta nel mezzo; così dicono!

lunedì 14 dicembre 2015

Intervista informale ad un amico Sommelier

Dunque, dunque da quando agli inizi della mia carriera alberghiera chiesi candidamente al Direttore 'dov'è il Chianti bianco?' mentre controllavo che non mancasse nulla nella vetrina espositiva, ne è passata di acqua sotto ai ponti... 

Non fui licenziata, no; per fortuna! Mi servì per rendermi consapevole dell'urgenza di colmare la mia ignoranza in materia. 

Grazie alla mia amica Simona, anche lei desiderosa di colmare le sue lacune in materia per necessità, frequentai quindi un corso di degustazione di livello base organizzato dal presidio Slow Food di Siena. 

Ecco la prova provata!

Intervista informale ad un amico Sommelier

Fu molto divertente, imparai molto e scoprii quello che sarebbe diventato il mio vino rosso preferito, il Chianti Classico Riserva Lamole di Lamole (fu amore a 'primo gusto'). 

La mia amica Simona (quella col maglione chiaro nella foto) approfondì ulteriormente la sua conoscenza lavorando nella prestigiosa Cantina Ricasoli nel Chianti, dove tutt'ora lavora; io continuai a fare la segretaria d'albergo e a concedermi un bicchiere di vino ogni tanto, più che altro quando sono in compagnia.


Comunque, per rinfrescarmi un po' io la memoria, ho pensato di chiedere ad un Sommelier 'vero' qualche dritta per un primo 'approccio' con il vino semplicemente per capire cosa ci piace quando diciamo che un vino ci piace. Un po' come quando ci troviamo davanti ad un'opera d'arte; dopo il primo impatto qualcuno vuole approfondire di più e ha bisogno di essere guidato per sapere cosa guardare.


Non vuol essere una lezione 'seria' ma un approccio semplice e godereccio per gustare il vino e, provenendo da un 'Sommelier', ha quella credibilità che mi piace.


Pronti? inizia l'intervista al mio amico Sommelier! Prima però una breve presentazione.

Luca Principi, senese d'adozione, bancario, brucaiolo con tante passioni tra cui quella del vino al punto da essere diventato Sommelier.


Intervista informale ad un amico Sommelier
Foto credits: anna pulpo
ENOCURIOSI *
SIENA PHOTO LAB
by ASYLIA ALFA srl


Quando al palato il gusto di un vino ci piace, a cosa dobbiamo rivolgere la nostra attenzione per capire cosa contribuisce a quel piacere? Insomma, quali domande dobbiamo porci?

I criteri per valutare la bontà di un vino passano attraverso l’analisi visiva, quella olfattiva e, ovviamente, la degustazione che compendia e combina i tre elementi (visivo-olfattivo-gustativo) sino a portarci a dire se quel vino ci piace oppure no; l’equilibrio, l’armonia - vere e proprie categorie di giudizio di un vino - contribuiscono al piacere dello stesso.


Al di là di questo percorso classico e professionale, quello che concorre a rendere piacevole un  vino è anche un moto dell’animo, una particolare emozione suscitata in noi  al momento della degustazione,  legata alle nostre personali tradizioni culturali e alimentari ed esaltata dall’abbinamento giusto con pietanze e cibi.


Uno stato di torbidezza, un odore forte, possono influenzare la percezione di piacere su un vino, al pari di un bel paesaggio deturpato dalla presenza di bottiglie di plastica abbandonate.


Una persona non abituata a bere vino, riesce ad accorgersi lo stesso quando non è buono?

Rispondo con un’esperienza personale: una mia carissima amica non beveva quasi mai vino, se non nelle grandi occasioni o nelle ricorrenze; aveva però un suo personale modo di giudicare la bontà del vino, ovvero, se il giorno dopo aveva mal di testa allora il vino sicuramente non era buono. Può sembrare banale ma spesso è sicuramente un buon indicatore.


Evitiamo, viceversa, di attribuire peso ad elementi che sono poco importanti nel giudicare un determinato vino: una leggera torbidezza di un vin santo prodotto dal contadino, ad esempio, rende quel vino più genuino ma questa caratteristica potrebbe non essere apprezzata dal bevitore occasionale, che magari tende ad attribuire a quel particolare un significato improprio e diverso, fino a ritenerlo un prodotto di scarsa qualità.


La prossima domanda è d'obbligo: quali sono i fattori che ci indicano che un vino non è buono nel senso che il suo gusto non è come dovrebbe essere?

Non esiste una risposta valida per tutti i vini perché ogni vino è legato ai vitigni che imprimono a ciascuno una caratteristica, un timbro ed un aspetto particolari. Se però, quando bevo un Amarone, trovo nel bicchiere un vino senza struttura né forza né eleganza, oppure degustando un Chianti Colli Senesi avverto la decisa prevalenza di 'morbidezze', mi vien da dire che nessun dei due è come dovrebbe essere.


Il mio vino rosso preferito è il Chianti Classico Riserva, potresti indicarmi tutti i passaggi a cui viene sottoposta l'uva di questa tipologia di vino prima di essere messo in vendita?

I passaggi in realtà sono i medesimi previsti dal disciplinare del Chianti: dopo la raccolta dell’uva le fasi sono la vinificazione, la conservazione e l’ invecchiamento.  

Nel caso del Chianti Classico Riserva, l’invecchiamento è di 24 mesi con 3 mesi minimo di affinamento in bottiglia. Per quanto riguarda il vitigno,  nella misura minima dell’80% (ma talvolta fino al 100%) si tratta di Sangiovese.


Dalle mie reminiscenze del corso di degustazione ricordo che esiste un disciplinare che regola i tipi, quantità e territorio delle uve che definiscono determinati vini. Rimane una qualche libertà d'azione al produttore? Può cioè un produttore avere un 'segreto' come ad esempio i cuochi per le loro ricette?

Si, è possibile. Laddove la cantina è piccola, il vino di nicchia e la figura del produttore coincide con quella del viticoltore e dell’enologo; ma si sa, i segreti sono tali in quanto e fino a quando non si svelano, per cui … :-)


Cosa vuol dire una 'buona annata' e dove possiamo informarci?

Una buona annata significa che l’uva è cresciuta bene sulle viti, raggiungendo un bel colore, sapori pieni, giusto grado zuccherino, in una naturale maturazione, senza aver subito l’ingiuria di fenomeni esterni.  Quando qualità e quantità dell’uva trovano un tale elevato punto di unione, allora siamo di fronte ad una 'buona annata'. Dunque, non c’è  un registro ufficiale delle buone annate con una classifica che formalizzi la graduatoria delle stesse, vale il giudizio degli esperti, dei clienti, dei consumatori, degli appassionati.


Diverso è se interessa conoscere, nello specifico,  le graduatorie e/o i punteggi ricevuti dai vari vini di una determinata annata; ci sono diverse autorevoli classifiche stilate da organi di stampa specializzata, organizzazioni e associazione varie del settore, guide: chi premia con i grappoli, chi con i calici, chi semplicemente con il punteggio.

Certamente, se devo scegliere tra un Chianti Classico 2003 e un 2010, scelgo a prescindere il 2010!


Quando ci si ritrova a bere in compagnia di un amico sommelier, e si vuole prenderlo in giro, di solito dopo aver imitato in maniera scherzosamente enfatica il suo atteggiamento da intenditore il primo commento è 'sa di tannino!' Ci puoi ricordare cosa sono i tannini?

I tannini sono delle sostanze chimiche contenute nella buccia e nei vinaccioli (chiamati volgarmente semi) di un chicco dʼuva. Una loro funzione molto importante, a livello gustativo, è quella di dare il senso di astringenza, di secchezza in bocca, di asciugamento del palato che talvolta si prova bevendo un vino. È uno degli elementi di “durezza” del vino, è normale che sia presente nei vini rossi, normalmente viene più o meno equilibrato dalle componenti morbide quale, ad esempio, l’alcolicità. L’importante è che non risulti eccessivamente preponderante.


Io ti ho rivelato il mio vino rosso preferito, puoi dirci qual è il tuo e come mai?

L’Amarone della Valpolicella perché è un mirabile compendio di eleganza, morbidezza, gusto, potenza e struttura. È un vino che ha in sé l’idea della tentazione ammaliatrice, che è allo stesso tempo capace di accompagnarti in maniera eccellente lungo percorsi gastronomici anche particolarmente impegnativi, così come di cullarti nelle tue solitarie meditazioni.


Hai una massima da condividere con noi sul piacere del vino?
“Memento, multa pocula bibere!"* E se lo dicevano i nostri antichi padri latini …



Che dire? grazie Luca per il tocco personale, direi 'poetico', delle risposte!


(*) “Ricordati, bevi molti bicchieri di vino"

lunedì 7 dicembre 2015

Guido Bianconi a Siena: Tomba Raimondi


Oggi sono davvero felice ed emozionata nell'ospitare nel mio blog un testo di approfondimento relativo ad un'opera di Guido Bianconi, scultore Liberty senese.

Si tratta della Tomba di Gemma Raimondi di cui vi avevo accennato due settimane fa nel post sul Cimitero Monumentale di Siena.

Perché tanta emozione, vi starete forse domandando?

Perché è stato grazie a quel post, trovato per serendipità, che  Gianguido, nipote dello scultore, si è messo in contatto con me e mi ha fatto sapere che si era commosso leggendo quanto avevo scritto sul Cimitero Monumentale di Siena dove ci sono tante altre 'splendide' tombe realizzate 'dall'amatissimo nonno'  come quella Corradeschi, Giani, Gani e quella del fratello Bianconi che fu ‘economo del Comune e personaggio importante del Drago’. E poi anche il Monumento ai Caduti.

E’ iniziato un bel carteggio virtuale che sono sicura ci riserverà delle sorprese anche perché Gianguido ha curato una biografia-catalogo del nonno e si è offerto di condividere storie di altre opere del nonno, a Siena, con me e quindi con voi lettori, con particolare riguardo, consentitecelo, a quelli senesi.

Mi ha raccontato Gianguido che il nonno lasciò Siena il 14 settembre 1902. Aveva partecipato al concorso per la borsa istituita sul lascito Lazzeretti perché giovani artisti potessero andare a fare esperienza fuori dell’ambiente senese. Non vinse quell’anno (vinse poi nel 1904) ma gli venne comunque assegnata una gratificazione di ben 250 lire, e se ne partì per andare per qualche tempo a Torino. Nel retro della foto che apre il post, gentilmente concessami da Gianguido, è riportata la data 14.9.1902.

Ecco quindi allora di seguito il testo relativo alla Tomba di Gemma Raimondi che Guido Bianconi realizzò all’età di 33 anni e per la quale, mi ha detto Gianguido, va tutta la passione della sua famiglia.

Il testo fa parte di una memoria familiare che Gianguido mi ha gentilmente concesso di pubblicare.

A fine lettura converrete con me che sarebbe bellissimo poter accedere alla cappella dove si trova la Tomba per vedere e leggere tutto quanto c’è intorno.

Guido Bianconi: Tomba Raimondi

"La cappella (che si trova nel Piazzale Centrale del Cimitero, con il numero 6) ricorda la scomparsa della giovane Gemma Raimondi,  moglie da soli nove mesi di Palmiero Palmieri Nuti ed in attesa di un bambino, che venne uccisa la sera di venerdì 31 ottobre 1902 dal calcio del cavallo del  marito che ritornava da una galoppata  : era 'nel fiore dei suoi vent'anni'.

Il fatto avvenne nel cortile del Palazzo Venturi, a metà strada tra Asciano e l'abbazia di Monte Oliveto Maggiore dove la giovane signora si trovava in villeggiatura.

L'episodio ebbe larga risonanza e fu descritto in un articolo listato a lutto pubblicato il successivo 6 novembre dal periodico senese «Il Libero Cittadino»: la versione fornita dal giornale è diversa, e attribuisce l'incidente non al cavallo del marito, ma a quello dell'amico dott. Alessandro Giusti che l'accompagnava. L'animale, una cavalla, si sarebbe imbizzarrito perché al cancello un cane gli aveva abbaiato contro, ed inoltre sarebbe stato nervoso perché affidato alle cure di un allievo staffiere.

Nell'archivio di Guido Bianconi si trovano due fotografie del bozzetto, quasi identiche ed entrambe firmate da lui che mostrano la tomba nella impostazione originale, quando ancora nella parte superiore era indicato il nome della famiglia.

Guido Bianconi: Tomba Raimondi, bozzetto

Il poeta Giovanni Pascoli ebbe occasione di incontrare la madre della sposa defunta, e le promise un'epigrafe per la sua tomba.

Il 3 ottobre 1906 Leonardo Bistolfi gli scrisse da Camburzano (piccola località presso Biella) per ricordargli questo impegno . Pochi giorni dopo,  18 ottobre 1906, Giovanni Pascoli scrisse infatti a Guido Bianconi da Barga di Lucca inviandogli il testo, del quale l'artista conservò il manoscritto. Il poeta gli disse anche di aver trascritto i versi per la 'dolente madre' della giovane.

Guido Bianconi: Tomba Raimondi, versi di Giovanni Pascoli

Il monumento venne posto in opera pochi giorni prima del 17 gennaio 1907, e un articolo de «Il Libero Cittadino» ne diede notizia: il testo pascoliano venne iscritto nella parte superiore, dove nel progetto originale si trovava solo il nome della famiglia.

Guido Bianconi: Tomba Raimondi

Il monumento, che si trova nella cappella di famiglia, mostra Gemma Palmieri seduta, con in grembo, seminascosto dal panneggio, il bambino che morì con lei.

Sullo sfondo, ai  lati del gruppo centrale, si trovano due gruppi di figure in delicato bassorilievo.

La firma di Guido Bianconi compare nella parte sinistra del basamento.

Ai due lati dell'ingresso della cappella si trovano due grandi composizioni di fiori e foglie, in metallo, legate da nastri dedicati dai genitori della defunta e dall'amica principessa Belgioioso, non altrimenti identificabile, mentre sulla parete destra si trova un'epigrafe commemorativa.

Il testo dell'epigrafe di Giovanni Pascoli venne riportata su un cartoncino sul quale figurano la fotografia della tomba (con la firma di Guido Bianconi sul margine inferiore sinistro) ed il testo a stampa datato.

Alla tragica morte di Gemma Raimondi la scrittrice Maria Bianco Bufalini, sua amica d'infanzia, dedicò una poesia, scritta a matita sulla parete destra della cappella sotto l'epigrafe dei genitori e datata 'Napoli, gennaio 1914': con il titolo Fatalità questa poesia venne poi pubblicata nel 1915 .

Altre poesie a lei dedicate e scritte a matita sul marmo della cappella sono Lacrymæ di Bianca Fleury Nencini e Insieme di Ada Negri anch’essa pubblicata nel 1915 . La firma di Ada Negri è riportata nel piccolo riquadro in basso a destra dell'immagine. Sul marmo è presente anche un'altra poesia, scritta in francese e con una data poco leggibile, scritta in italiano, che potrebbe il 6 luglio 1915. Sulla poesia di Ada Negri qualcuno ha aggiunto un'annotazione in calce, con un rimando al testo, datata 'maggio 1964'.

Una fotografia della tomba nella versione definitiva, con l'epigrafe pascoliana,  venne donata, incorniciata, da Guido Bianconi al canonico Vittorio Lusini, insigne storico e cultore di cose senesi, con una sua dedica autografa, datata da Siena il 25 gennaio 1907

Guido Bianconi: Tomba Raimondi

Guido Bianconi: Tomba Raimondi

Il monumento funebre di Gemma Raimondi venne commentato con parole di commosso elogio da G. Battelli  in un articolo pubblicato da «Il Cimento» nel 1910."

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Le immagini del post (tranne la seconda) sono del nipote Gianguido.