lunedì 27 luglio 2015

Piscina a Siena con vista

Cosa fare nelle giornate torride in estate a Siena?

La domanda si impone da sola non tanto per la mattina, ci si riesce comunque a barcamenare tra Musei e spazi verdi in città, né la sera, un certo benessere si riesce a trovare nei giardini o comunque negli spazi all'aperto delle Contrade durante le Fiere Gastronomiche tipo il Bao Bello nel Bruco, il Mangia e Bevi nella Torre e La Pania nel Nicchio oppure in Piazza del Campo dove i vicoli fanno un po' di riscontro all'aria, quanto il pomeriggio, il vero dramma, perché la temperatura arriva ai 34-36 gradi.

Io ne ho provate diverse in passato: l'Orto Botanico, l'Orto de' Pecci, l'Orto del Bruco, il Chiostro di San Francesco; ma niente! Seduta in una panchina, anche se all'ombra, i vestiti mi si appiccicavano addosso lo stesso e mi sentivo mancare l'aria.

E quindi, cosa è successo? È successo che mi si è accesa una lampadina che forse volutamente, e stoltamente aggiungo ora, avevo tenuta spenta perché 'mica si viene a Siena per stare in piscina?!' lo stesso per chi ci abita, semmai si va al mare, e invece perché no? se la piscina affaccia su un panorama mozzafiato come questo!

Siena: piscina pubblica Il Giardino


A Siena ci sono degli alberghi con piscina; ma non sono aperti al pubblico tranne quella dell'Hotel Il Giardino, presso Porta Pispini quindi vicina al centro storico, dotata di parcheggio, vicina alla fermata dell'autobus urbano n. 5, linea che a Siena collega bene la periferia nord e sud al centro città, e comunque raggiungibile anche a piedi dal centro.

Non c'ero mai stata e allora ho mandato una mail chiedendo alcune informazioni logistiche tipo:
- orario apertura: dalla 9.30 alle 18.30
- ingresso: a pagamento
- incluso nel prezzo: sdraio o lettino, ombrellone, doccia con acqua calda, armadietti di sicurezza con chiave, asciugacapelli (sì, avete capito bene! per cui usciti dalla piscina la serata può anche proseguire senza dover passare da casa :-))
- ristorazione: Bar e ristorante.

Avute le informazioni richieste, ho introdotto una nuova abitudine: andare in piscina nei miei giorni di riposo dal lavoro.

Siena: piscina pubblica Il Giardino

Risultato? è piacevolissimo trascorrere delle giornate prendendo il sole nelle ore giuste, rinfrescandosi in piscina quando la canicola lo richiede, leggendo un bel libro sotto l'ombrellone e recandosi al Bar o al Ristorante nella pausa pranzo per soddisfare il palato.

Insomma, a me sembra quasi di essere in vacanza in un luogo insolito, a casa mia: in piscina ma in una città d'arte splendida come Siena. What else?

Per ultimo ma non da ultimo (io ad esempio non so nuotare!) durante tutto l'orario in cui la piscina è aperta è presente un bagnino al quale faccio i miei complimenti per la tenuta della piscina (pulitissima) e della zona circostante.

Per informazioni aggiuntive e per verificare se la piscina è sempre aperta agli esterni potete telefonare direttamente all'Hotel Il Giardino: 0577-285290.

domenica 26 luglio 2015

Divina Bellezza Siena

Divina Bellezza Siena

Foto credits: Artribune

Sono stata a vedere Divina Bellezza Siena, il video mapping in 3D sulla storia di Siena e della
mancata
costruzione del Duomo Nuovo  che sarà proiettato ogni sera alle 21.15 e alle 22.15 fino al 30 settembre (tranne nei giorni del Palio) sul Facciatone in Piazza Jacopo della Quercia.

L'evento è proposto da Opera Metropolitana di Siena e Opera Gruppo Civita.

Per la sua realizzazione è stato coinvolto Charles Darby, art director della saga Harry Potter e matt painting per film come Titanic e Matrix.

Detto questo, le mie aspettative erano altissime; ma, come spesso accade in questi casi, esse non sono state attese al cento per cento.

Come riferimento avevo il Capodanno Lumiére in Piazza del Campo di qualche anno fa: bellissimo e coinvolgente, secondo me. La sensazione era di far parte fisicamente della celluloide.

Cosa non mi ha convinto: la mancata manipolazione grafica delle opere d'arte proposte. La proiezione in così larga scala su uno 'schermo' così insolito come il Facciatone da solo non è  bastato a produrre l'effetto wow, almeno in me che avendo la fortuna di abitare a Siena spesso vado a rivedermi queste opere quindi le conosco a menadito.

Divina Bellezza Siena: Facciatone

Cosa mi ha convinto: l'elaborazione grafica del progetto di costruzione del Duomo Nuovo. Mi sono sentita anch'io per un attimo 'invincibile' come dovevano sentirsi i nostri antenati. Consiglio vivamente dopo la visione dello spettacolo, se non è stato fatto prima, di fare il percorso la Porta del Cielo all'interno dell'attuale Duomo.

La morale, almeno così mi è sembrato di capire, è che l'idea di bellezza che Siena ha saputo creare nel Medioevo non è stata mai abbandonata nemmeno dopo la peste del 1348 come dimostrano i capolavori successivi.

A questo punto non ho potuto fare a meno di chiedermi dove posso io trovare oggi i 'successori' di tale idea di bellezza visonaria.

Da qui a settembre vorrei tornarci per guardarlo da un'altra postazione. Questa volta mi sono messa al centro della Piazza per ritrovare quell'effetto coinvolgente del Capodanno Lumiére; ma come vi ho già detto non è stato proprio così. Allora vorrei provare a guardalo da un po' più lontano, magari dai gradini laterali del Duomo, per vederlo come se fosse un video.

Dal punto di vista logistico, ottimale sarebbe poter assistere allo spettacolo stando sdraiati per terra perché il Facciatone è alto e quindi bisogna stare con la testa all'insù e il collo dopo un po' ne risente. O sono io che sto invecchiando? :-)

Mi piacerebbe molto confrontarmi con chi l'ha visto, senesi e non, per cui se mi state leggendo, fatevi sentire nei commenti!

Mi sono immaginata che per un turista deve essere bello rivedere la sera, sul grande schermo, le cose che, spero, ha visto dal vivo durante la sua giornata a Siena.

Per la cronaca, non è possibile fare fotografie nè filmati...

venerdì 17 luglio 2015

Palio di Siena: intervista a Nicla Muzzi

Palio di Siena: intervista ad una contradaiola vittoriosa

Sono felice di inaugurare questa nuova categoria del blog, interviste, con l'intervista a Nicla Muzzi, una contradaiola della Torre fresca di vittoria. Il 2 luglio 2015 infatti, dopo dieci anni dall'ultima vittoria, la Contrada della Torre ha vinto il Palio di Siena con il cavallo Morosita Prima e il fantino Andrea Mari detto Brio.

Questa intervista vuol essere il mio contributo a comunicare l'eccezionalità che il Palio di Siena esprime oltre la corsa come ha giustamente spronato a fare Giulia Maestrini qui

Ringrazio Nicla per aver accolto con entusiasmo la mia idea e per aver risposto senza riserve alle mie domande.

Buona lettura!

Breve presentazione: Nicla Muzzi, 35 anni, torraiola, moglie, mamma e da pochi mesi commessa in un negozio in Piazza del Campo. L’ho conosciuta per motivi di lavoro perché per un periodo è stata mia collega.

La prima domanda sorge spontanea: da dove e con chi hai visto il Palio appena vinto e come hai vissuto la mossa infinita e quei tre giri di corsa che hanno portato alla vittoria della Contrada della Torre?
Il Palio l'ho visto in Salicotto*  con le amiche di una vita e grazie a mia figlia, piccola peste vittoriosa di tre anni, non ho sofferto molto per la lunga ed estenuante mossa. Dovevo distrarre e tenere buona lei e nel frattempo mi tenevo la mente libera da troppi pensieri e preoccupazioni.

*Via Salicotto è il cuore del territorio della Contrada della Torre dove hanno sede l'Oratorio, il Museo e la Società della contrada.

Come mai appartieni a questa contrada e non a un'altra?
Non è stata una mia scelta essere della Torre. Mio babbo lo era e tutta la sua famiglia, da generazioni e generazioni, era della Torre. Nonostante io abbia sofferto molto per i Palii persi e le purghe* subite non vorrei essere di altra Contrada. Siamo un grande popolo unito!

* Si usa questo termine per la contrada che non vince quando favorita o quando vince la contrada nemica. Anche l'esser arrivati secondi fa scattare la purga (dal Glossario del Palio di Siena di Claudio Angotti)

La sorte vi ha assegnato un cavallo con delle ottime potenzialità, Morosita Prima. È bastato questo per vincere, secondo te, oppure altro?
Morosita Prima era il miglior cavallo della Piazza e quando è arrivato Andrea Mari nella Torre eravamo certi di avere una marcia in più. Non davamo per certa la vittoria anzi... avere Oca e Onda*  in Piazza procurava parecchie preoccupazioni.

* Oca e Onda sono le rivali storiche della Torre. 

Cosa hai pensato quando hai saputo della scelta del fantino Andrea Mari, detto Brio, già vincitore di quattro Palii e ora, con questo, di cinque?
Andrea è il miglior fantino in circolazione pertanto non potevamo che essere felici. Lui stesso sapeva di aver già perso un grosso Palio con il giubbetto della Torre* e sapeva di non poter sbagliare ancora.

* 16 agosto 2008 con il cavallo Già del Menhir

Hai colto dei messaggi subliminali che preannunciavano la vittoria? Ti piace far caso a queste ‘coincidenze’?
Quando ho visto il cencio* ho notato subito due cose: l'immenso sole al centro che proteggeva le Sacre Particole e poi un solo raggio del sole toccare qualcosa di terreno... la Torre del Mangia.

* Altro nome del drappellone che va alla contrada vittoriosa e che viene presentato nel Cortile del Podestà qualche giorno prima del Palio.

Palio di Siena: drappellone di Francesco Mori per la carriera del 2 luglio 2015

Foto credits: sito del Comune di Siena

Se non sono segni questi!!!* Poi pur di iniziare a sperare e sognare una vittoria si vede e si pensa di tutto!!! 

* Per capire cosa intende Nicla, cliccate qui per vedere lo stemma della Contrada della Torre. 

Sei andata in Provenzano dopo la corsa?
Ho smesso di guardare la corsa al secondo San Martino... troppa emozione e paura allo stesso tempo!!! Ho cercato mia madre ed in tre secondi le ho consegnato la cittina* mentre lei mi urlava 'abbiamo vinto abbiamo vinto vai in Piazza io tengo la bambina qua!!!' Poi l'apoteosi... mille urla di gioia, un popolo che ha troppo sofferto per la paura di aspettare ancora troppi anni prima di gioire ancora...** ed invece la gioia arriva e la corsa verso Piazza e poi Provenzano è stata una liberazione e tante lacrime scendevano nelle guance.


* Sta per 'bambina'.

** La vittoria precedente a quella del 16 agosto del 2005 risaliva al 16 agosto del 1961 e prima ancora al 16 agosto del 1947. Insomma, è una contrada che fa un po' fatica a vincere, diciamo così.

Lo sai cantare il Maria Mater Gratiae di ringraziamento? Chi te lo ha insegnato?
Il Maria Mater Gratiae è qualcosa che vive in noi. Credo che nessuno lo insegna; si impara crescendo in contrada e sentendolo molte volte.

Avverti il legame con il sacro in quel momento oppure non ci pensi?
Non sono molto religiosa; credo che qualcosa esiste e nel mondo del Palio è un bel mix di sacro e profano... in quale altro posto del mondo si porta un cavallo in Chiesa???

Agli animalisti che obiettano che il Palio di Siena bisognerebbe abolirlo perché i cavalli vengono costretti a fare qualcosa da cui può derivare il ferimento o la morte cosa rispondi?
Come disse Oriana Fallaci* "se rinasco voglio essere una cavalla del Palio di Siena, e non ho detto cavallo perché l'unica cattiveria che fanno al cavallo è castrarlo".

* In realtà pare che lo abbia detto la sorella di Oriana, la giornalista Paola; me lo ha fatto notare qualcuno nella pagina Facebook di My Day Worth. 

Se dico ‘cappotto’ (si dice quando una contrada vince il Palio di luglio e di agosto dello stesso anno) qual è la prima parola che ti viene in mente?
Cappotto???... mi viene in mente solo... AGOSTO come 119 anni fa!!!*

* Se vi capiterà di visitare il Museo della Contrada della Torre vi colpiranno due coppie di Palii esposti vicini nella Sala delle Vittorie: due vinti a luglio e ad agosto del 1787 e due vinti a luglio e ad agosto del 1896. Se è vero che non c'è due senza tre...

Che altro aggiungere? vi è piaciuta l'intervista? a me tantissimo!

E ora, visto che proprio oggi inizia la 40^ edizione del Mangia e Bevi l'appuntamento per tutti è in Salicotto! Di cosa si tratta? leggete qui

lunedì 13 luglio 2015

"AIUTO STO SCOMPARENDO"

pensieri erranti
Foto presa da qui


"Diciassette anni fa ho letto su un muro: "AIUTO STO SCOMPARENDO"
chi avrà scritto una simile angoscia che coinvolge ogni essere?
Comparire e scomparire, tra questi due stati c'è la realtà dell'esistenza,
la motivazione del lavoro e la cura per la sua durata, la necessità della sua
elaborazione tecnica e la certezza della sua dissolvenza.
E' fantastico pensare che ogni attimo di istinto vitale denunci in modo totale
la sua scomparsa,
"AIUTO STO SCOMPARENDO" è un attimo di istinto vitale.
"AIUTO STO SCOMPARENDO" è una richiesta inutile, una scritta che
nessuno vorrebbe leggere e conoscere ma che tutti sono costretti a condividere.
"AIUTO STO SCOMPARENDO" è la  motivazione di ogni azione dell'uomo,
anche dell'opera d'arte."

2003

Tratto da Giuseppe Penone. Scritti 1968-2008
Mambo Ikon

lunedì 6 luglio 2015

Architettura civile a Siena: XII - XV secolo

Siena: vista dall'Osservatorio metereologico-astronomico dell'Università di Siena.

Come vi avevo accennato qualche post fa dopo aver partecipato al trekking urbano #SienaFrancigena mi è venuta la curiosità di sapere cosa vedevano i viandanti della Via Francigena giunti a Siena in epoche diverse.

Questa curiosità mi ha condotto al volume Siena Medievale. L’architettura civile di Fabio Gabbrielli che mi ha aperto un mondo fornendomi le coordinate per orientarmi (e dire che tempo fa avevo partecipato ad una visita guidata su questo tema ma non ero riuscita a 'visulizzare' certi elementi architettonici).

Ho anche ripreso in mano un manuale di elementi di architettura che avevo in casa per ripassare le diverse parti dell'arco (imposte, cuneo di volta, cunei, intradosso, estradosso, timpano, imposte, arco a sesto acuto, a tutto sesto, ribassato, senese, falcato, etc)

Alla fine ho scoperto che...

Dalla metà del XII secolo alla metà del XIII secolo a Siena erano presenti le seguenti strutture architettoniche:

TORRE: struttura in ‘pietra da torre’ (pietra calcarea) con funzione difensiva caratterizzata da muri portanti di notevole spessore e scarse aperture con arco a tutto sesto.

E' abbastanza semplice riconoscere le 'torri' di Siena. Un esempio? le Torri dei Montanini, all’inizio dell’omonima via.

Siena: Torri dei Montanini

Altre torri a Siena sono Torre Rocchetta in via San Quirico, Torre Forteguerri in via del Capitano, Torre Roccabruna alla Croce del Travaglio, Torre dell'Orsa visibile da Piazza Indipendenza, Torre Cauli visibile da via San Martino 13.

L’altezza delle torri di Siena è stata livellata anche per motivi di estetica urbana quindi quasi sicuramente erano molto più alte come, mi sono ricordata, dimostra ad esempio il dipinto Caccia ai tori in Piazza del Campo eseguito nel 1546 da Vincenzo Rustici e conservata nel Museo di Palazzo Salimbeni.

Caccia ai tori in Piazza del Campo eseguita nel 1546 da Vincenzo Rustici

CASATORRE: struttura simile alla torre ma con funzione residenziale con monofore o porte finestre su tutti i piani con arco a sesto acuto, mensole in pietra e fori per il sostegno di tettoie e ballatoi, cornici gocciolatoio. Nessun elemento architettonico è sporgente o rientrante rispetto al paramento murario.

E qui fondamentale è stato il contributo grafico di Fabio Gabbrielli che ha disegnato la Casatorre dei Rinuccini come effettivamente doveva apparire ai contemporanei.

Guardate la mia foto…

Siena: Casatorre Rinuccini

E poi guardate il disegno….

Siena: Casatorre Rinuccini, disegno tratto da Siena Medievale. L’architettura civile a Siena di Fabio Gabbrielli

Non è fantastico? Ho capito che la mensola in pietra a forma di L serviva per incastrare la trave dove appoggiava la tettoia (per me 'mensola' era il ripiano per metterci i libri...), che il foro quadrato sopra una mensola in pietra di forma rettangolare serviva per infilarci la trave dove appoggiava la parte spiovente della tettoia oppure il ballatoio, che se tale foro aveva una apertura diversa era perché la trave era in posizione obliqua (vedi nella foto le travi della tettoia dei portali)

Altre casetorri a Siena sono la Casatorre Serravalle all'incrocio tra Banchi di Sotto e via delle Donzelle, la Casatorre Cauli visibile dal vicolo degli Orefici, la Casatorre Sapia in via Montanini 36.

PALAZZO: struttura ancora con ballatoi e tettoie come nelle ‘casetorri’ nella quale però fa la sua comparsa il concetto di ‘facciata’, di un fronte prospiciente la strada principale distinto dagli altri per materiali, coerenza compositiva, motivi decorativi, numero e dimensione delle aperture. Si afferma l’impiego del laterizio da solo o con la pietra. La pietra riveste comunque il prospetto principale mentre gli altri lati sono rivestiti in laterizio. Appaiono i primi ‘ferri’ alle facciate dalle campanelle per animali ai ganci per il sostegno di tende ai portali e alle finestre.

Un esempio per tutti di questa nuova tipologia è Palazzo Rinuccini in Via Cecco Angiolieri.

Siena: Palazzo Rinuccini

Altri ari esempi sono Palazzo Bisdomini in via Stalloreggi 39-45 e il Palazzo in via del Porrione 61-63.

Continua a Siena dal 1270 al 1300 l'evoluzione della tipologia architettonica del ‘palazzo’ passando però da un’eccezione data dall’elegante e raffinato Palazzo Tolomei che presenta:

Siena: Palazzo Tolomei

- una struttura in 'pietra da torre' su tutti i lati (unico esempio a Siena) con doppie cornici orizzontali che corrono parallele in corrispondenza dei davanzali e delle imposte degli archi (prima volta che queste cornici compaiono a Siena);

Siena: Palazzo Tolomei

- trilobi circolari aperti nelle bifore, dentelli e rosette nei timpani delle aperture, arpioni da tende alle imposte del primo piano con anello e braccio verticale a testa di bue, ganci in ferro per le tettoie invece delle mensole in pietra a forma di L e l’arco falcato (l’arco cioè che aumenta di spessore dalle imposte verso la chiave)

Svelata l’eccezione, torniamo alla regola: Palazzo Lombardi in via di Città, davanti alla Costarella, che presenta:

Siena: Palazzo Lombardi

- cortina in ‘pietra da torre’ alla base e laterizio nella parte terminale
- portali ad arco senese compiuto con l’arco ribassato impostato alla stessa quota di quello acuto e riprodotti in serie, senza gerarchie
- portali e finestre posizionati sullo stesso piano del paramento murario e doppie cornici orizzontali in corrispondenza dei davanzali (in pietra) e delle imposte degli archi (in cotto) alle finestre

Siena: Palazzo Lombardi

- coronamento in laterizi a beccatelli troncopiramidali con unghie leonine alla base, doppi archetti a tutto sesto, parapetto a fasce di mattoni disposti a zig-zag (visibile lateralmente da Via Fontebranda) e merli a terminazione piana
- elementi angolari in pietra
- ferri: campanelle senza braccio al pianoterra e ganci da tenda con testina zoomorfa appuntita ai lati dei portali e delle trifore, con o senza anello
- mensole in pietra a forma di L e una cornice gocciolatoio in pietra, elementi indicativi di una tettoia lignea
- trifora a sesto acuto decorata visibile lateralmente in via Fontebranda.

Prima di arrivare a Palazzo Pubblico, di cui Palazzo Lombardi è l’antesignano, soffermiamoci un attimo su Palazzo del Rettore in Piazza Duomo per notare le cornici orizzontali anche alle imposte degli archi dei portali e le campanelle per animali con braccio a terminazione piramidale.

Siena: Palazzo del Rettore

L’ultimo edificio con uso della pietra come rivestimento della sola facciata lo troviamo nel Palazzo in via Montanini 15-19. Qui troviamo anche l'articolazione tridimensionale  del muro di facciata consistente in archi e stipiti arretrati rispetto al piano del paramento murario e cornici orizzontali in aggetto.

Siena: Palazzo in Via Montanini

A questo punto fa il suo ingresso a Siena nel 'Trecento Palazzo Pubblico, un palazzo che cambierà lo skyline della città rappresentando il culmine dell’architettura civile tanto da divenire modello di riferimento.

Siena: Palazzo Pubblico

Palazzo Pubblico presenta quasi tutte le componenti morfologiche già presenti nell’architettura senese dell’ultimo ‘Duecento - da me evidenziate in grassetto rosso - più qualche motivo inedito:
- archetti ogivali trilobi a sesto a acuto

Siena: Palazzo Pubblico

- ferri per il sostegno di torce e stanghe lignee a forma di collo d’oca e con un braccio obliquo superiore di rinforzo
- cornici in serpentina negli archi dei portali del pianoterra
- morfologia dei portali con il timpano, l’arco ribassato e quello acuto disposti su tre diversi piani progressivamente arretrati rispetto alla cortina muraria
- facciata estesa per dodici assi di aperture
- marmo per gli stemmi, le cornici e le colonnine.

Come esempio di palazzi senesi del ‘Trecento che si ispirarono a Palazzo Pubblico segnalo: Palazzo Vincenti in Banchi di Sotto 29-35, Palazzo Sansedoni in Banchi di Sotto e prospiciente Piazza del Campo - il palazzo più rappresentativo dell’architettura privata del Trecento - e Palazzo Monaldi in via di Città 2-8

Siena: Palazzo Monaldi

Fermo restando che le caratteristiche morfologiche dei palazzi del ‘Trecento li ritroveremo anche nella prima metà del ‘Quattrocento, fatta eccezione per la Loggia della Mercanzia che sembra più un’opera scultorea, nella seconda metà del ‘Quattrocento a Siena assistiamo alla ricostruzione di un elevato numero di case e palazzi secondo tre fondamentali linee di riferimento stilistico, dice Gabbrielli: la facciata rinascimentale di tipo fiorentino, introdotta per iniziativa di Pio II, la facciata all’antica e quella d’ispirazione gotica.

Come esempio di palazzo d’ispirazione gotica segnalo Palazzo Bardi nel Casato di sopra 33 con una novità nei ferri: essi cioè si presentano attorcigliati, con testa di animali (arpioni da tende, campanelle per cavalli e arpioni da parati) diventando di uso comune nella seconda metà del 'Quattrocento.

Siena: Palazzo Bardi

Siena: Palazzo Bardi

Come esempio di palazzo d’ispirazione fiorentina cito Palazzo Piccolomini in Banchi di Sotto, sede dell’Archivio di Stato e del Museo delle Biccherne, realizzato su disegno dell’architetto Bernardo Rossellino con bugnato rustico alla base e bifore in alto dalla croce guelfa. Credo che ci sareste arrivati da soli alla datazione! Altri esempi sono il Palazzo delle Papesse in via di Città, dello stesso architetto e il Palazzo San Galgano in via Roma con una particolarità molto evidente e cioè l’uso della pietra arenaria.

Siena: Palazzo Piccolomini

Come esempio d’ispirazione all’antica per l'uso della pietra serena al posto del marmo e del travertino nelle colonnine e cornici vi segnalo Palazzo Binducci in Via Pantaneto 127-129 con trifore e il Palazzo in Via Sallustio 5-9 con monofore. 

Siena: Palazzo Binducci

Il percorso si ferma qui!

Troppo brutale?

Allora, quando  vi troverete per Siena e cercherete come me di indovinare il periodo di costruzione di un palazzo, tenete presente quest’ altro elemento di valutazione, anzi due:
- le decorazioni in cotto degli archi di portali e finestre: dai più arcaici formati da semplici fughe di forme geometriche sul lato stretto del laterizio e senza bordino a quelli più complessi per l’introduzione di motivi vegetali, lavorati nel lato maggiore del laterizio e con la presenza di un bordino di contorno. Gli archi della foto sotto li trovate in via Cecco Angiolieri, via Montanini, via dei Termini, vi Camollia, via dei Rossi, Casato di Sopra, Vicolo dei Magalotti.

Siena: decorazioni in cotto

- la graffiatura dei cunei degli archi e dei mattoni della cortina muraria che può essere con righe oblique, a spina di pesce o arrotati (levigati) e che non troveremo oltre il XIV secolo. La graffiatura a spina di pesce della foto sotto è dell'arco del portale della Casa dei gettatelli in Piazza Duomo.

Siena: particolare arco

Come si evolve l'architettura civile a Siena dal ‘Cinquecento in poi? Lo vedremo in una futura puntata.

Intanto io dalla lettura del volume di Gabbrielli e dall'osservazione dal vivo ho imparato che per orientarmi nella datazione delle strutture architettoniche di Siena dal XII secolo al XV secolo devo guardare il paramento murario (materiali e profilo aggettante o meno), la quantità e forma delle finestre e portali, gli elementi di sostegno per ballatoi e tettoie (dalle mensole in pietra ai ganci di ferro ai fori), i ferri per animali,  tendaggi e torce (da decorazione liscia a decorazione attorcigliata), le decorazioni in cotto e la graffiatura.

Certo, per la conferma della datazione avrò comunque sempre bisogno di testi come quello di Fabio Gabbrielli perché il gotico senese rimarrà ancora fonte d'ispirazione nel secoli successivi oppure perché elementi arcaici potrebbero trovarsi in palazzi contemporanei.

Se siete arrivati fin qui ci terrei molto che lasciaste un segno del vostro passaggio nei commenti e condivideste con me come vi è sembrato questo post.