lunedì 8 maggio 2017

#maggiodeilibri – La lettura è benessere, confermo.

Isaac Lazarus Israëls (1865-1934): Ragazza che legge sul sofà

Per #maggiodeilibri, come avrete avuto modo di notare se siete registrati a questo blog, ho ospitato i post di mia sorella Paola (Quando maggio fa rima con viaggio, Un omaggio a Jane Austen) che ha aderito all’iniziativa lanciata dalla book blogger Simona Scravaglieri (Letture sconclusionate) di pubblicare un video/post al giorno per celebrare il Maggio dei Libri ma anche per tenere attiva l’attenzione fino a fine maggio sui libri in generale come strumenti culturali.

I filoni proposti quest’anno sono il #benessere, gli #anniversari di scrittori illustri, la #legalità e il #paesaggio.

Siccome la lettura fa parte di quelle esperienze che danno valore alle mie giornate, come recita il sottotitolo di questo blog, ho deciso di partecipare anch’io all’iniziativa con questo post per capire io stessa e condividere con voi in che senso la lettura per me è #benessere.

Un’intuizione recente mi fa credere che anche per trarre beneficio dalla lettura occorre determinazione.
Me lo ha confermato anche Angela Cannucciari nel primo video che ha realizzato per questa staffetta di #maggiodeilibri nel suo canale youtube in cui afferma che per lei ‘non’ leggere un tot di pagine al giorno è indice che qualcosa non va.

Non mi considero una lettrice compulsiva con tutti i ‘crismi’ forse perché in famiglia c’è già mia sorella che lo è (se ricordate, lei di me ha detto che sono la ‘social’ della famiglia ;-); ma sono convinta che proprio la passione per la lettura di mia sorella ha avviato il mio percorso di lettrice.
Non ricordo qual è stato il primo libro che ho letto o il primo libro da leggere che ho scelto io e un po’ mi dispiace.

Letture dell’Infanzia

All’età dell’infanzia risale sicuramente la lettura di Cenerentola dei Fratelli Grimm che - lo capisco ora - suscitava in me molta empatia. A seguire ci fu Piccole donne di Louisa May Alcott, il mio primo romanzo di formazione. In Piccole donne infatti ci sono già tutti i grandi temi della vita: l’amicizia, l’amore, la gelosia, la malattia, la morte e la vita affrontati con i diversi temperamenti delle protagoniste, le giovani sorelle March (Meg, Jo, Beth, e Amy), in un clima familiare accogliente nonostante le difficoltà economiche per via della guerra.

Del periodo dell’infanzia fa parte anche la lettura della saga de La Banda dei Cinque dell’inglese Enid Blyton. Non ho alcuna memoria di come siano arrivati in casa mia questi libri; ma ricordo benissimo quanto avrei desiderato vivere le loro stesse avventure.

Letture dell’adolescenza

Durante le superiori invece ho scoperto i romanzi gialli attraverso la penna di Agatha Christie. Irresistibile la perspicacia di Poirot e Miss Marple per scovare l’assassino di turno, anche quello che si sarebbe creduto il più scaltro.

Alla notte prima dell’esame di maturità risale invece il colpo di fulmine per Luigi Pirandello. Lessi infatti in una notte il dramma teatrale Sei personaggi in cerca d’autore e da quella lettura iniziai ad appassionarmi al tema dell’incomunicabilità tanto che -me ne rendo conto solo ora- non ha mai smesso di interessarmi. In età adulta infatti ho ‘ripreso l’argomento’ leggendo il manuale Le parole sono finestre (oppure muri) di Marshall B. Rosenberg e questa volta per affrontare di petto la mia di incomunicabilità.

Fino ai diciotto anni quindi mi rendo conto che le mie letture sono state davvero casuali.

Letture della giovinezza

Gli anni dell’Università sono stati per me quelli delle grandi domande esistenziali che detta così sembra essere stato un mero esercizio scolastico e invece li ho vissuti in maniera drammatica. Sono stati gli anni in cui ho scoperto i grandi autori, uno tra tutti Dostoevskij. Non esisteva ancora internet per cui i suggerimenti mi arrivavano dai nuovi amici.

Leggendo Il mestiere di vivere di Pavese capii cosa io cercavo nei libri. Dice infatti Pavese ‘Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra - che già viviamo - e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi.

Interrotta l’università e con l’inizio del lavoro le mie letture continuarono questo percorso. Ogni volta che un libro ‘diceva’ quello che io stavo vivendo mi sentivo davvero sollevata, compresa e quindi spronata ad essere fiduciosa anche nei momenti bui perché un modo per uscirne con successo l’avrei sempre trovato come dimostravano i protagonisti delle storie che leggevo.

Arrivò per fortuna la stabilità lavorativa e anche il lavoro che mi piaceva e che quindi volevo fare sempre meglio: la segretaria d’albergo. Mi dedicai quindi alla ricerca e alla lettura di manuali che riguardavano soprattutto il lato relazionale del mio lavoro; ma non solo.

Letture dell’età adulta

Il piacere della lettura dei romanzi tornò ‘per caso’ (me lo prestò mia sorella intuendo che mi sarebbe piaciuto) con David Grossman e il suo Che tu sia per me il coltello. E qui mi riallaccio al perché credo che il piacere della lettura richiede determinazione perché ogni volta che ho ripreso a leggere dopo un periodo di pausa mi sono sempre chiesta: ma perché privarsi di un tale benessere?

Con Grossman ho scoperto che ‘amo le storie d’amore ossessive in letteratura’; l’ho scritto tra virgolette perché fa parte della mia bio nei profili social.

Nel romanzo di Grossman, letto in un momento della mia vita che ricordo moto bene, io mi identificavo in entrambi i protagonisti , Yahir e Miriam, e ad ogni pagina dicevo ‘sì, è proprio così l’amore’ e quasi ringraziavo Grossman che ho avuto anche il piacere di ascoltare dal vivo durante un convegno a Siena in cui mi feci autografare il libro, non mio, che diventò di fatto mio.

Affascinata da uno dei temi del romanzo e cioè quello dell’unicità di ogni essere umano e quindi del suo valore iniziai a leggere tutti gli altri romanzi di David Grossman per scoprire che avevo trovato il mio scrittore preferito, sì. E’ bellissimo avere la risposta alla domanda ‘qual è il tuo scrittore preferito?’.

Da lì a qualche anno con l’avvento di Facebook, di Twitter e dei blog letterari mi si è aperto un mondo. Ho scoperto e amato autori come Roth, Pamuk, Miller, Saramago, McCarthy, Murakami, McEwan, DeLillo, Canetti, Javier Marías, Simenon, Singer, David Foster Wallace, Louis Ferdinand Céline e altri ancora e ho recuperato anche dei ‘must’ come il Diario di Anna Frank e Se questo è un uomo di Primo Levi. Le loro storie e il loro stile personale mi hanno reso una persona migliore.

Letture del presente

E ora, a che punto sono?

Nel punto in cui nei romanzi cerco un linguaggio che abbia carattere, che abbia su di me l’effetto di meraviglia e stupore come lo sono i fuochi d’artificio. So che non è semplice trovare questo nonostante o proprio perché oggi tutti scrivono. In tal senso comunque ho appena iniziato un romanzo, un ‘tomo’. Si tratta di O lost di Thomas Wolfe di cui sono venuta a conoscenza grazie al film biografico Genius e alle recensioni entusiaste di Maria Di Biase, altra book blogger (Scratchbook).

Nel punto in cui per contrasto mi piace molto leggere anche i romanzi d’esordio di persone che conosco di persona ma anche solo virtualmente e con le quali c’è una qualche interazione. Mi piace partecipare al loro sogno. In questo blog mi è già capitato di parlarne. Se volete dare un’occhiata cercate la sottocategoria ‘Esordienti’ sotto ‘#LIBRI’.

Conclusione
Dai miei esordi di lettrice a oggi confermo che la lettura porta benessere e sono certa che sarà così anche quando sarò nell’età della saggezza, così piace chiamarla alla mia insegnante di Yoga, quella età in cui volenti o nolenti siamo di fatto più vicini alla fine che all’inizio della vita.

Come mai sono così fiduciosa?
Perché mia mamma ha scoperto il piacere della lettura a settant'anni e da allora non c’è più Vita in diretta o Pomeriggio 5 che regga il confronto!

Nessun commento:

Posta un commento

Spazio per il tuo contributo