lunedì 26 settembre 2016

Parigi è un desiderio

Parigi è un desiderio

Intervista doppia a the Saba Sisters Readers sul romanzo Parigi è un desiderio di Andrea Inglese - Ponte Alle Grazie, marchio di Adriano Salani Editore.

Prima però un breve riassunto della trama dalla penna di Amina.

Romanzo di formazione di un ragazzo aspirante poeta in cerca della sua sede naturale che arriverà ad identificare con Parigi; galeotto anche, e direi inevitabilmente, Tropico del Cancro di Henry Miller. Lì proverà a trovare il successo in ambito accademico e anche in amore attraverso molteplici esperienze prevalentemente carnali e una storia di lunga durata destinata a finire come forse lo sono le storie che nascono quando ancora la coppia non è coppia in quanto ognuno dei componenti è in piena evoluzione formativa. Il ritorno in patria dopo la sconfitta amorosa e lavorativa è inevitabile; ma se la città sognata è proprio quella destinata ad essere il tuo ‘altrove’, la vita, il ‘presente’, farà di tutto perché ciò accada anche se con uno scarto di 15 chilometri. Tu devi solo rispondere senza analizzare troppo il passato né concentrarti esclusivamente a progettare il futuro.

1. La tua reazione all’incipit "Ho sempre vissuto in un posto dicendomi che quello non era il mio posto"
PAOLA
L’ho trovato promettente. D’altronde, un italiano che di cognome fa 'Inglese' che scrive di Parigi…


AMINA
L’ho trovato poetico e, per effetto contrario, mi ha fatto tornare in mente la mattonella del progetto Tempo Zulu con la quale inciampa - se attento ad osservare il proprio camminare - il visitatore del Complesso Museale Santa Maria della Scala di Siena. La suddetta mattonella riporta queste parole di Alberto Garutti “Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui ora”.


2. Dai un voto alla trama e spiegalo.

PAOLA

7/10 – buono.
Premesso che si tratta di un romanzo autobiografico, per cui la trama precede il romanzo stesso, è già scritta e non un’invenzione per cui non si può giudicare, diciamo i primi tre capitoli (in tutto sono sei) mi sono piaciuti molto; la facilità e l’ironia con cui descrive situazioni di precariato studentesco, amoroso e lavorativo, tipiche di chi negli anni ’80 – ‘90 inseguiva sogni e desideri spensieratamente, senza tentare di capire mai quando sarebbe stato opportuno risvegliarsi o riprendere la vita vera, seguite dalla gravità e la minuziosità con cui il protagonista tenta di spiegare la fine della sua più importante storia d’amore - durata un decennio - attraverso l’analisi di un dipinto di Piero di Cosimo, La liberazione di Andromeda, mi hanno colpita molto.


Quella che chiamerei la seconda parte, invece, e in particolare il capitolo intitolato “La Sorbona Novella”, mi è piaciuta meno (quel capitolo mi ha proprio annoiata), l’ho trovata piena di sarcasmo e di supponenza ideologica, fastidiose a mio avviso. Per fortuna, il nostro uomo alla fine si riprende, diventa un adulto e accetta di vivere il presente con la raggiunta consapevolezza di chi sa che il futuro non esiste ma solo perché dev'essere conquistato e costruito giorno per giorno.

AMINA
8/10
Credo che possa essere annoverato tra i romanzi di formazione. Il protagonista ha un comportamento ossessivo finché non trova pace. E dove troverà pace? Nell'esperienza più naturale del mondo poiché biologica ma che tanto spaventa chi pensa di avere tutto sotto controllo e vive la quotidianità analizzando il passato e progettando continuamente il futuro mentre il presente gli si realizza per autogestione, quasi.


3. Se la trama fosse un quadro, quale sarebbe?

PAOLA

Un ritratto di donna di Modigliani, come ad esempio, il Ritratto di Jeanne Hébuterbe.


AMINA
Composizione 11 di Mondrian


4. Lo stile è…

PAOLA

Fluido, accattivante, a tratti molto divertente, e (finalmente) con un uso ampio e pertinente della lingua italiana.


AMINA
Colto e chirurgico.


5. Frase da citare

PAOLA

“… esistono dei libri di cui è difficile dire qualsiasi cosa, perché finiscono nelle mani del lettore soltanto per sfuggirgli meglio” – p. 68


(Frase che mi riprometto di usare la prima volta che dovrò tergiversare su un libro, magari perché non mi è piaciuto!)

AMINA
“Un’analisi intimista può essere confusa con l’esegesi di un’installazione contemporanea”.


6. Il personaggio più amato e perché?

PAOLA

Più che amato, è quello che ho sentito più vicino: Hélene.


AMINA
Il pugile indiano perché è l'unico personaggio con il quale il protagonista interagisce realmente durante il quotidiano 'scambio linguistico senza pretese' che aveva adottato come 'tecnica di scansamento angosce' dopo la fine della storia d'amore durata quasi dieci anni. L'indiano ha catturato la mia attenzione dilungandosi sullo 'stile degli Dei ubriachi' nelle Arti Marziali basato sullo 'spostamento'.


7. Il personaggio meno amato e perché?

PAOLA

Nessuno di repellente, per fortuna


AMINA
Andromeda perché di lei sappiamo solo quello che pensa di aver capito Andy, il protagonista, e niente direttamente dall'interessata.


8. Il finale è…

PAOLA

...sereno, mi ha ricordato una frase di Prospero nell'ultima scena de La Tempesta:


“Ora i miei incanti sono tutti spezzati e quella forza che ho è mia soltanto e assai debole”.
AMINA
“Una scelta banale” che “emette futuro, a raggi ampi, d’intensità sempre maggiore”. Lo so, non si capisce niente. Comunque nel finale accade la cosa più naturale del mondo che suscita paura ma anche meraviglia.


9. Che ne pensi del titolo? E’ attinente?

PAOLA

Be’…direi di sì. Come dice la Ortese nella frase citata dall’autore all’inizio del libro, Parigi per l’autore sarà stata senz’altro “la somma di tutti i sogni”, dunque, un desiderio.


AMINA
Certamente. Aggiungerei che ognuno può sostituire il nome ‘Parigi’ con il proprio luogo del desiderio.


10. Hai trovato parole che non conoscevi?

PAOLA

Una: “inferenza”


AMINA
Sì, diverse tipo anodino, astenico, scalmana, carsico.


11. Ti ha ispirato un libro da leggere dopo questo?

PAOLA

Sarei curiosa di leggere le sue poesie, visto che Inglese è prima di tutto un poeta.


AMINA
I Diari di Tolstoj, citati nel romanzo.


12. A chi lo consiglieresti?

PAOLA

A chi apprezza i romanzi autobiografici e non disdegna la narrativa italiana contemporanea.


AMINA
A chi piacciono i personaggi ossessivi, cerebrali e quindi lucidi grazie alla penna e al vissuto dell’autore; fosse anche solo - il vissuto - grazie alla ‘coltelleria’.


13. C’è una morale secondo te?

PAOLA

Più che una morale, richiama una nota espressione: “Parigi val bene una messa”, dove la “conversione” - in questo caso - è il ritorno a Parigi del protagonista.


AMINA
Vivere consapevolmente il presente che non è, secondo me, appannaggio di ‘una decina di buddisti in tutto il mondo’ come ironicamente afferma il protagonista. Anche perché ci sto provando anch'io a vivere così :-)


14. Su quale supporto lo hai letto?

PAOLA

Cartaceo, lo preferisco


AMINA
eBook


15. Altro da aggiungere?

PAOLA

Si, le prime quattro pagine mi sono piaciute particolarmente, le ho rilette più volte.


AMINA
Ho trovato molto efficace la differenza tra 'libertino' e 'donnaiolo' e tra 'bevitore entusiasta' e 'alcolizzato'. Anche la descrizione dell’umanità molteplice mediamente disposta ad ascoltare - il giornalaio, il barista, il commesso, il fotografo cinese - sono tratteggiati con efficacia, secondo me. E poi ci sono citazioni a 360° dal Tropico del Cancro di Henry Miller, forse prevedibile, alla Madonna di Simone Martini.

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