Minimum fax
2013
Dopo aver portato a termine, con fatica, la lettura de L'idiota di Dostoevsky ed essermi ripresa con Applausi a scena vuota di David Grossman, in questi ultimi giorni mi sono dedicata a Il Commesso di Malamud e quando a pagina 139 ho letto questo dialogo, mi sono sentita... compresa! Leggete qui e capirete:
Frank le chiese che libro stesse leggendo.
L’idiota. Lo conosce?
No. Che roba è?
È un romanzo
Preferisco leggere la verità.
È la verità, disse Helen.
Ma quasi a ribaltare questa posizione, poco prima della fine del romanzo...
Quei libri (Madame Bovary, Anna Karenina, Delitto e Castigo) che una volta mi hai dato da leggere, disse Frank, sei sicura di averli capiti, tu?
Ebbene sì, mi sono quasi fatta un esame di coscienza.
Ma torniamo al romanzo.
Il Commesso ci racconta le vicende di un piccolo nucleo ebraico in mezzo a una comunità di gentili nell'America degli anni '50.
Immaginatevi un quartiere o meglio una strada dove si affacciano diverse botteghe e dove artigiani e commercianti ebrei cercano di sbarcare il lunario per poter garantire anche un futuro dignitoso ai propri figli. Qualcuno è fortunato qualcuno no per via della crisi ma anche della concorrenza.
Una sera accade un fatto spiacevole e dopo qualche giorno un personaggio di nome Frank compare all'improvviso in questa comunità offrendosi come commesso a titolo gratuito nella bottega di Morris, prossima al fallimento.
Sembra una manna caduta dal cielo, inizialmente; tuttavia Morris dovrà fare i conti con questo goy(=non ebreo), Frank, soprattutto per l'atteggiamento prevenuto e ostile di sua moglie Ida e di sua figlia Helen nei confronti di questi.
Ebrei e gentili sembrano incompatibili eppure Morris è quello più libero in tal senso; ma non per ingenuità o superficialità ma perché era onesto per natura e non credeva che per gli altri essere disonesti fosse una cosa altrettanto naturale e anche per la sua dolcezza e comprensione.
Helen e Frank riusciranno con maggiore fatica e sofferenza ad avere uno sguardo riparatore l'uno verso l'altro poiché l'amore si farà strada tra le loro diversità e cercherà in tutti i modi di avvicinarli anche quando tutto sembrerà dire il contrario aiutandoli a mettere a fuoco le motivazioni reali dei loro comportamenti violenti, snob, dogmatici, scaltri.
È un romanzo che mette a nudo le virtù e le debolezze dell'essere umano; la capacità di riconsiderare i propri giudizi e di dare e ricevere perdono.
Malamud in questo romanzo accenna appena a cosa voglia dire essere ebrei quasi abbia voluto limitarsi ad offrire uno spunto di riflessione al lettore anziché spiegargli tutto.
Il finale l'ho interpretato come un gesto d'amore che nella forma mi ha sorpreso molto.
A chi lo consiglio? a chi ha apprezzato Pastorale Americana di Philip Roth oppure la Famiglia Moskat di I. B. Singer.
Con questo romanzo Malamud vinse il Nationa Book Award. Nella prefazione all'edizione di Minimum fax, Marco Missiroli riferisce che appena saputo del premio Malamud si mise in strada e passeggiò a lungo. Chissà se avrà desiderato di ritrovarsi nel quartiere da egli descritto in modo da ringraziare ciascuno dei suoi personaggi :-)
P.S. mi piace citare qui la persona che mi ha invogliata a leggere questo romanzo, Simona aka @trust1870, grazie alla recensione che ho letto nel suo blog.
Ah, che bello, ero proprio curiosa di leggere le tue impressioni di lettura! Grazie per la citazione, Amina! :)
RispondiEliminaPrego Simona! è ancora più bello leggere le impressioni degli altri dopo che si è letto il libro, secondo me :-)
EliminaTi trovo molto ispirata in questo commento. Riportalo a casa mia così lo leggo anch'io.
RispondiEliminaPaola
Paola :-))) Te lo riporto oggi così poi possiamo commentare senza paura di fare spoiler!
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