In Contrada è un evento inedito che ha avuto luogo nei mesi a cavallo degli anni 2014 e 2015 e che consisteva nella visita guidata della durata di tre ore del Museo del Costume e del Territorio di una Contrada e quindi del suo Oratorio, Museo e Fontanina.
Credetemi se vi dico che si è trattato di un'occasione unica per conoscere tutto il dietro le quinte del Palio direttamente da chi la contrada la frequenta e per capire come mai questa festa dura ancora oggi nella forma di Palio alla tonda dopo alcuni secoli dalla sua prima edizione nelle prime decadi del 'Seicento.
Una seguace della pagina Facebook di questo blog, commentando le foto che ho pubblicato, ha scritto: le chiarine, sento musica di Palio.
Per i senesi sono certa che è stato questo l'effetto. Guardare da vicino le monture dei figuranti del Comune, identificarli ed immaginare il trambusto in questi locali il giorno del Palio durante la vestizione sarà stata gioia pura.
Io in questo post mi limiterò a pubblicare le cose che mi hanno colpito maggiormente perché le ho viste per la prima volta.
Sono senese d'adozione, come ho già raccontato qui a proposito del Palio; ma non appartengo a nessuna contrada. So quindi che dovrò rimanere sempre un passo indietro per rispetto a questa festa; ma amo questa tradizione e questa città e quindi diciamo che ho voluto nel tempo visitare ognuna delle 17 Contrade e appassionarmi alla loro storia per cui tante cose ascoltate durante la visita sono state un ripasso per me, un piacevole ripasso e non voglio togliere a voi la sorpresa.
Tornando a In Contrada, la prima ora della visita è stata dedicata al Museo del Costume con ingresso dai Magazzini del Sale. In questo Museo sono custodite le monture, gli abiti e i costumi dei rappresentanti del Comune nella passeggiata storica che precede il Palio di Siena.
Considerate che in tutto, tra rappresentanti del Comune e delle Contrade, i figuranti sono 600. Questo numero è stato fissato dalla riforma del corteo storico avvenuta nel 1981, anno in cui vennero rinnovate le monture e venne introdotto il Carroccio a chiusura del corteo.
Non si tratta di fac simile da far vedere ai turisti ma delle monture che vengono effettivamente indossate.
Questo luogo infatti è un Museo vivo in quanto è il luogo dove si vestono i figuranti. Immaginate i costumi di ciascuna comparsa sistemati per benino, dagli addetti del Comune, uno accanto all'altro insieme agli accessori. La stessa cosa accade in ciascuna contrada per la vestizione della propria comparsa.
Spero che i senesi mi passino il paragone ma è come visitare una cantina fuori stagione: bisogna immaginarsela mentre ci sono tutti gli operai al lavoro per produrre il miglior vino possibile solo che, così come non è possibile visitare una cantina quando è in piena attività, sarebbe impensabile visitare questo Museo il giorno del Palio.
Ecco allora l'emozione nel vedere Elena Ceccanti, la nostra guida abilitata nonché tartuchina, aprire gli sportelli di un armadio per mostrarci la camicia che i figuranti indossano come intimo sotto la montura piuttosto che i copricapi o i tamburi.
Oppure il metro che serve a misurare l'altezza di coloro che si propongono come comparsa. Questa misurazione è necessaria perché i costumi sono per persone di altezza minima 1,70.
E ancora i bozzetti delle monture di ciascun figurante con tutte le descrizioni allegate.
La seconda ora dell'itinerario è stata dedicata al raggiungimento a piedi del territorio della contrada in programma, nel mio caso quello della Tartuca, durante il quale è stata raccontata un po' di storia di Siena e della contrada.
Una cosa da sapere è che i confini di ciascuna contrada sono stati definiti da Violante di Baviera nel 1729, quindi non si sgarra, e sono evidenziati da piccole mattonelle con il simbolo della contrada poste agli angoli delle vie confinanti. Nella foto di sotto ci trovavamo all'incrocio tra Via San Pietro, Aquila, e Via di Castelvecchio, Tartuca.
Il territorio della Contrada della Tartuca sorge nel colle dal quale si dice risalga il nucleo originario di Siena il cui cuore si identifica con la Piazzetta di Castelvecchio chiamata da molti Castello di Senio.
Da Castello di Senio deriva il nome Castelsenio dato alla Società di mutuo soccorso della Contrada della Tartuca fondata nel 1885. La società è un luogo fisico, aperto e vissuto tutto l'anno dai contradaioli ed è presente in ogni contrada anche se non in tutte come società di mutuo soccorso. È il luogo dove si organizzano cene, cenini e attività ricreative e dove si va a scambiare due chiacchiere con gli amici. Insomma, è il luogo dove si socializza.
Oltre alla Società di Contrada, ogni contrada ha la sua fontanina dove, durante la festa titolare della contrada, avviene il battesimo contradaiolo; un battesimo laico, destinato ai bambini nati in quell'anno, che sancisce l'appartenenza alla contrada. Appartenenza che sarà per tutta la vita. Ovviamente qui ci sono state diverse domande su come viene deciso la contrada cui appartenere soprattutto quando i genitori provengono da due diverse contrade.
La terza ora è stata dedicata alla visita dell'Oratorio e del Museo della Contrada.
Ogni contrada ha infatti un proprio oratorio intitolato al Santo Protettore che nella Tartuca è Sant'Antonio da Padova. La Tartuca è una delle poche contrade che ha provveduto da sola alla costruzione del suo oratorio. Infatti, vedendosi rifiutata la possibilità di usufruire della Chiesa di Sant'Ansano, all'epoca nel proprio territorio mentre dal 1729 nel territorio della contrada rivale (la Chiocciola), acquistò una casa dai monaci di Sant'Agostino e ci costruì il proprio oratorio grazie all'autofinanziamento e alle proprie maestranze. In questa casa vi aveva abitato Caterina Vannini, donna di dubbi costumi che successivamente però divenne beata forse per la sua amicizia con il cardinale Federico Borromeo.
Nell'oratorio di contrada avviene la benedizione del cavallo prima del Palio. Sì, avete capito bene, il cavallo entra in chiesa ma ovviamente vengono tolte tute le panche e il pavimento viene ricoperto da moquette e tappeti. Qui il correttore (sacerdote) della contrada pronuncia la famosa frase Va e torna vincitore.
Durante la visita potrebbe capitarvi, come è capitato a noi, che la massima carica della contrada, il Priore, venga a farvi un saluto :-)
La visita poi è proseguita all'interno del Museo dove sono conservati i costumi, gli arredi sacri, le bandiere, zucchini, spennacchiere, masgalani e ovviamente i Palii vinti, drappelloni di seta dipinti da artisti locali o internazionali e qui nella Tartuca ce ne sono davvero di belli!
La sorpresa di questa visita per me è stata però vedere le sarte della contrada all'opera mentre cucivano una bandiera. Il tempo stimato, ci hanno detto, per confezionarne una è di un mese. Le stoffe dei diversi colori vengono cucite con il punto bandiera e le figure vengono dipinte dopo che sono state applicate le porzioni di stoffa. Una meraviglia. Guardate qua.
Altra ciliegina sulla torta vedere le ceste personalizzate dove vengono messe provvisoriamente le monture dei figuranti della contrada che partecipano alla passeggiata storica. Infatti appena hanno finito il giro, i figuranti hanno il privilegio di sedere nei palchi del Comune davanti a Palazzo Pubblico; ma se rimanessero con le monture morirebbero dal caldo così se le levano e rimangono in camicia, quella bianca che abbiamo visto all'inizio, con sopra una montura smanicata con i colori della contrada e la calzamaglia.
Possono le donne partecipare alla passeggiata storica? come mai alcune contrade sono rivali? quanto costano le monture? ogni quanto tempo vengono cambiate? se il cavallo andato in sorte alla contrada non può partecipare alla passeggiata storica cosa succede? Durante In Contrada è stato possibile porre tutte queste domande. Potrete farlo anche voi se deciderete di visitare una Contrada. Trovate tutti i riferimenti su internet perché ogni contrada ha il suo proprio sito.
Cos'altro dire? Ringrazio la cortesia della Contrada della Tartuca per l'omaggio e per l'aperitivo e la nostra guida Elena perché meglio di così non ci poteva andare!
Che bel reportage! Quando facevo il corso d'italiano in Via Tommaso Pendola mi piaceva sempre girare per le stradine della Contrada della Tartuca.
RispondiEliminaGrazie Mawi, mi fa piacere che ti sia piaciuto il reportage e che tu me lo abbia fatto sapere. Credo che sia davvero bello leggere di posti che abbiamo frequentato per un po'. Io ricordo la prima volta che ho 'scoperto' il vicolo della Tartuca, nonostante avessi lavorato per diversi anni in zona limitrofe. Un bellissimo angolo nascosto come ce ne sono in ogni contrada.
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