sabato 2 giugno 2012

A Zacinto

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

Ugo Foscolo

Da quando sono stata portata via dalla terra che mi ha dato i natali ho deciso di considermi una turista nel mondo. Ho deciso così per risolvere quello che non ero agli occhi degli altri: non ero venezuelana per i venezuelani perché nata da genitori italiani; non ero italiana per gli italiani perché la mia infanzia l'avevo vissuta altrove.

Quando ho letto questi versi di Foscolo per la prima volta in quinta superiore, per un attimo mi sono sentita venezuelana, avevo la stessa nostalgia per la mia terra natale. Un sentimento riconosciuto soltanto da me e sicuramente condizionato dai ricordi dell'infanzia, solo quelli belli.

Sono passati molti altri anni finché, a differenza di Foscolo, ho avuto la possibilità di ritornare alle 'sacre sponde'. Ho come chiuso un cerchio della mia vita.

Oggi, 2 giugno, festa della Repubblica in Italia; provo rispetto per questa data significativa per chi, in prima persona, ne ha vissuto la portata di cambiamento nel 1946.

Io continuo a sentirmi una turista nel mondo :-)

2 commenti:

  1. Il mio commento è l'inizio di un inno nazionale...giusto per non dimenticare: "Gloria al bravo pueblo...."

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    1. ahahahaha Paola, ricordati di firmarti altrimenti non so chi sei. Qui sarebbe stato difficile non riconoscerti :-)

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