La scarpa sul tetto
di Vincent Delacroix
Excelsior 1881 Editore
Milano
2008
In un modesto quartiere popolare di Parigi, che affaccia sui binari di Gare du Nord, nove condomini raccontano le loro storie intrise di tristezza e di solitudine: una bambina, che ha spesso gli incubi, è triste perché vede dalla finestra della sua cameretta un uomo dall’aria triste che si trova in cima al tetto del palazzo difronte con le braccia levate tanto che a lei sembra si tratti di un angelo; un ex marito vendicativo, ma senza ferocia, soffre il senso di abbandono; una ragazza nera disperata per lo strappo forzato dal suo fidanzato nero espulso dalla Francia per mancanza di documenti; un critico letterario e conduttore televisivo colpito da una fulminea chiamata alla conversione scopre la solitudine del filosofo; un giovane rapinatore di banche prova compassione per l’esistenza miserabile e coraggiosa di un suo simile; uno scrittore, affetto dalla sindrome della fiaba, va in cerca della donna della sua vita ma questa sindrome 'è come il morbillo, se la prendi da piccolo è innocua, se la prendi da grande è molto più grave e può investire gli altri'; l’autore di un racconto tragico diventa malinconico tanta è l’ immedesimazione con il senso di abbandono di uno dei personaggi del suo racconto; una signora vedova ottantenne che vive da sola accoglie la solitudine di un giovane pompiere omosessuale dalla vita sentimentale nulla; un artista di successo si trova a fare i conti con la solitudine che deriva dal pericolo, già preannunciato dai grandi filosofi, della morte dell’arte.
In tutti i racconti c’è una presenza costante: una scarpa abbandonata sul tetto; finita lì volutamente, perché qualcuno ce l'ha lasciata, oppure per caso. Della scarpa si sa che è una scarpa di lusso rovinata dall’intemperie; ma non tutti guardano la stessa scarpa. La sua presenza sul tetto ha un senso che verrà svelato dal protagonista dell’ultimo racconto.
Nei dieci racconti in cui si articola il romanzo di Delacroix i protagonisti di ciascun racconto li ritroviamo poi di passaggio, accennati qua e là, negli altri racconti. Questa struttura mi ha ricordato il libro di Amos Oz "Scene della vita di un villaggio".
I registri narrativi cambiano continuamente. Si va dal saggio filosofico alla digressione sull’arte, al racconto zoomorfo, all’introspezione intima ed i colpi di scena non mancano.
Ci sono molti spunti di riflessione anche se le citazioni erudite di cui l’autore del libro fa sfoggio, e le può ben fare visto che è docente di Filosofia, possono risultare eccessive per chi non ha gli strumenti per comprenderle. Noioso diventa infatti dover andare a cercare informazioni su internet soprattutto perché ci si perde in tutto quel materiale presente in rete. Non si può spiegare con un aforisma il pensiero di un filosofo e avere la presunzione di essere esauriente anche se l’autore mette le mani avanti anticipando questa probabile obiezione tramite uno dei personaggi, il critico letterario che diventa filosofo.
Mi sono piaciuti in maniera particolare i racconti "L’elemento tragico" e "L’elemento estetico" e, visto il mio interesse per la storia dell’arte, quest’ultimo mi ha portato a volerne sapere di più su "Le scarpe" di Van Gogh e su Heidegger.
Il libro evidenzia, secondo me, il valore dell’empatia come modalità di condivisione della solitudine propria e altrui fino a volerla assumere su di sé non per liberarne gli uomini, perché ciò non è possibile, ma almeno per distrarli.
Ringrazio @GiudittaCasale, fondatrice del Salotto letterario nel suo blog Tempoxme; per avermi invitato alla lettura condivisa di questo romanzo.
E' una lettura breve, scorrevole, significativa e coinvolgente.
Impossibile non scoprirsi affezionati a tutti i condomini a fine lettura :-)
Consiglio per chi vorrà leggerlo: non leggetelo tutto d’un fiato perché potreste ritrovarvi ad andare avanti e indietro nelle pagine per recuperare i personaggi!
Amiiiii!!! Sei un vulcano di idee :))
RispondiElimina(Simona F.)
ahahaha Simo! volevo dirterlo ma in questi giorni non mi sembrava il caso.... Tu sai tutto... anche quello che altri non sospettano nemmeno :-)
RispondiEliminaSssshhhhhh ;-)
RispondiEliminaSo, so!!!!