Neanche a farlo apposta la tabellina dell’hygge challenge suggerito da Vitoria Basile tempo fa (trovi il link qui) prevedeva per il mese di settembre ‘programma un week end per te’ e così ho fatto.
L’occasione mi è stata data dal ritrovato entusiasmo con alcuni compagni di classe delle superiori con i quali da quasi un anno abbiamo ripreso a frequentarci virtualmente ma anche fisicamente organizzando quando possibile di vederci una volta al mese.
Qualcuno di noi non abita più a Pescara, dove appunto ci siamo conosciuti al Liceo, e quindi a maggior ragione ci piace l’idea di approfittare di ciò per ritrovarci ogni volta in una città diversa.
Questo mese è toccato a Bologna dove abita una nostra amica, colei che in italiano ‘spaccava’ letteralmente talmente era brava. Una proprietà di linguaggio e una capacità di mettere in connessione i concetti secondo me sopra la media per la nostra età.
Il climax è stato davvero sereno e divertente, da gita scolastica delle superiori ma senza l’irrequietezza della giovinezza.
Bolognina
Il primo giorno io sono stata la prima ad arrivare grazie all’ottimo collegamento da Siena a Bologna con Flixbus. In due ore sono arrivata all’Autostazione di Bologna.
Appena arrivata la mia amica mi ha portato in perlustrazione del quartiere Bolognina, nei pressi dell’Hotel Bologna Fiera della catena Una Hotels in Piazza della Costituzione dove ho prenotato. Detto per inciso l’ho trovata un'ottima soluzione per quando non è indispensabile soggiornare in centro, come di solito piace fare a me, nel qual caso invece conservo un bel ricordo dell’Art Hotel Novecento in Piazza Galileo.
Il quartiere Bolognina risale alla fine dell’ Ottocento. Colpiscono le costruzioni dell’epoca, ex fabbriche con il caratteristico tetto a zig zag oggi diventate abitazioni private, centri sociali e anche Museo.
La Bolognina è la parte più multiculturale di Bologna e me ne sono accorta subito quando siamo andate a fare colazione in un Bar gestito da cinesi; ma non ci sono solo cinesi come ho avuto poi modo di notare.
Rimanendo a la Bolognina, nel Parco della Zucca, angolo con il palazzo con l’insegna Tramvie di Bologna, ho avuto quasi un sussulto al cuore quando mi sono ritrovata davanti alla porta d’ingresso del Museo per la memoria di Ustica dove è custodito il relitto della tragedia di Ustica trasformato in una Installazione permanente dall’artista Christian Boltanski.
Il motivo del mio sussulto è che anni fa ho trascritto la registrazione del monologo I Tigi dell’attore e autore Marco Paolini. Commovente e struggente al tempo stesso. E quel monologo lo conosco quasi a memoria.
Il Museo però era chiuso e quindi abbiamo proseguito la nostra passeggiata fino a Piazza dell’Unità, caratteristica per avere al centro della piazza un campo di pallacanestro invece di una ‘fontana’ come ci si aspetterebbe solitamente, e alla Galleria Mercato Francesco Albani con le caratteristiche serrande ridisegnate da artisti.
Nel frattempo si era fatta ora di pranzo, il resto della compagnia era arrivata e quindi siamo andati al Ristorante Le Golosità di Nonna Aurora dove aveva prenotato la nostra amica e dove abbiamo gustato i piatti della tradizione iniziando dalle crescentine (le adoro!) accompagnate da ottimi affettati e ai tortelloni di ricotta e spinaci conditi con burro e salvia il tutto accompagnato da un Lambrusco, Arte e Concerto Reggiano, dei vigneti Medici Ermete, davvero ottimo e personalmente non amo il Lambrusco ma solo perché non amo i vini frizzanti.
La mia preferenza va al Chianti Classico Riserva ma ovviamente ci sono tantissimi vini che ancora non ho mai degustato. E poi c’è che ho scoperto che alcuni ex compagni del Liceo sono diventati degli intenditori di vino per cui mi sono fidata della loro scelta.
Bologna: passeggiata per il centro storico
Dopo pranzo abbiamo trascorso il pomeriggio passeggiando per il centro storico di Bologna con il piacere di spostarci da una via all’altra senza dover controllare il percorso in una mappa o App perché accompagnati da una local, per l’appunto la nostra amica.
Diretti verso Piazza Maggiore abbiamo attraversato vie con i caratteristici portici di Bologna fino a ritrovarci, con nostra grande sorpresa, sopra un canale.
L’impressione per un'attimo è stata davvero di trovarci a Venezia.
Qualcuno ha pensato bene di creare uno sportello in Via Piella (da Google ho saputo viene chiamato ‘finestrella’ ) aprendo il quale si ha la vista sorpresa sul canale. Dalla parte opposta invece la vista è aperta.
Forse se ci fossi passata da sola senza saperlo non lo avrei nemmeno notato lo sportello e comunque solitamente non sono una che apre senza chiedere permesso, almeno in casa d’altri cioè in una città che non sia Siena ;-)
Da lì quindi siamo arrivati in Piazza Grande dove si trova la Chiesa di San Petronio, che non è il Duomo di Bologna intitolato invece a San Pietro e che abbiamo avuto modo di vedere dall’autobus, ma sicuramente più conosciuta del Duomo.
La facciata bicolore della Chiesa di San Petronio mi colpisce sempre. Molto caratteristica. Non ho però ancora avuto mai modo di visitare la Chiesa all’interno.
Da Piazza Maggiore ci siamo diretti verso la Basilica di Santo Stefano in Piazza Santo Stefano dopo aver fatto merenda con un gelato in Via degli Orefici ed essere passati sotto alle due Torri della Garisenda e degli Asinelli una delle quali pendente come quella di Pisa ma non ne conosco il motivo.
La Basilica di Santo Stefano è una meraviglia dal punto di vista architettonico. E’ costituita da sette chiese comunicanti appartenenti ad epoche diverse a partire dal IV secolo quasi come una matrioska in orizzontale. Delle sette chiese colpisce la Basilica circolare del Santo Sepolcro che riproduce il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Giusto vent’anni fa sono stata in terra Santa e ricordo benissimo il mio sentire reverenziale nei confronti di quel luogo sacro.
A corredo delle altre chiese ci sono anche dei chiostri e la mia passione per i chiostri mi ha portato a soffermarmi con particolare attenzione al Chiostro Medievale con un pozzo al centro. Ho notato infatti che solo in un lato le colonnine degli archi dell’ordine superiore hanno in cima delle sculture figurative. Sicuramente c’è un motivo.
Dopo aver quasi fatto un viaggio indietro nel tempo nella Basilica di Santo Stefano siamo andati alla ricerca di un locale per prendere un aperitivo. Abbiamo scelto una Birreria in Piazza della Mercanzia.
C’era un via vai incredibile di persone vuoi perché il fine settimana il centro storico di Bologna è chiuso al traffico, vuoi per gli eventi all’aperto come La strada del Jazz in Via Rizzoli vuoi perché la temperatura era decisamente estiva sembrava di essere in periodo di Palio a Siena.
A cena siamo andati alla Libreria Ambasciatori, nato da un progetto di Librerie.coop e Eat Italy. E’ una libreria molto grande che si sviluppa su più piani con Bar, Taverna e Osteria. Sorge dove un tempo c’era un mercato e prima ancora una strada frequentata da donnine di mestiere, così ci ha detto la nostra amica. La particolarità di questo ambiente è che da un lato sono visibili i resti architettonici di una antica chiesa. Pensate al contrasto di quando c’erano le donnine, da ‘diavolo e acqua santa’.
Dopo cena passeggiata in notturna per ascoltare anche noi un po’ di musica jazz. Siamo arrivati giusto in tempo per assistere all’esibizione di Tullio de Piscopo e il suo Andamento Lento. Dopo di ché ritornando verso Piazza Maggiore siamo andati a verificare il particolare fenomeno acustico che permette alle persone di comunicare bisbigliando sui lati opposti del Portico del Podestà sotto la Torre dell’Arengo.
Questo fenomeno c’è anche nella Whispering Gallery del Grand Central Terminal di Manhattan ma lì ero andata sulla fiducia; qui l’ho provato anch’io ed è vero! Sembravamo dei ragazzini ovviamente, dalla meraviglia.
Su mia richiesta abbiamo proseguito verso i portici della zona universitaria nei pressi del Teatro Comunale motivo della mia prima visita a Bologna per un concerto del violoncellista Mario Brunello.
Abbiamo percorso poi la zona del Ghetto Ebraico a tutti tristemente conosciuto per l’uccisione di Marco Biagi fino a ritrovarci al Guasto Village in Via Del Guasto e Largo Respighi.
Qui mi è sembrato di essere lungo la riviera di Pescara, davvero.
L’allestimento estivo di questo spazio, ci ha detto la nostra amica, era quella che abbiamo visto noi: container lungo il perimetro che ospitano punti ristoro e nel mezzo tavolini, sedie, puff e lucine a rendere gioiosa l’atmosfera. Tanta gioventù universitaria ma sono sicura che noi non abbiamo sfigurato. Ci siamo tenuti tutti abbastanza bene nonostante gli anni trascorsi ;-)
La sera, prima di andare in albergo, abbiamo attraversato il Giardino pensile della Unipol. Davvero suggestivo a quell’ora di notte, tutto illuminato.
FICO: Fabbrica Italiana Contadina
La mattina del giorno dopo l’abbiamo dedicata alla visita di FICO (Fabbrica Italiana Contadina) il Parco Alimentare e centro commerciale voluto da Oscar Farinetti di Eat Italy e Coop e che ha aperto i battenti poco meno di un anno fa.
Prima di entrare c’è una sorpresa per chi ama farsi i selfie.
L’idea del Parco, per quanto ho capito io, è quella di mostrare il processo che subiscono le materie prime che troviamo in natura, dagli animali e dalle piante, fino a diventare il piatto che mangiamo a tavola.
In un fabbricato costruito a forma di L quindi c’è una parte esterna chiamata ‘fabbrica didattica’ dove è possibile osservare le attività agricole di coltivazione e allevamento a livello dimostrativo. All’interno, in corrispondenza di ciascuna specie, si trova un laboratorio dove viene processata la materia prima e successivamente il ristorante dove vengono preparati piatti con quell’alimento base.
Immaginatelo come un enorme centro commerciali ad un unico piano. Ci sono anche le biciclette per percorrerlo.
L’ingresso è gratuito. A pagamento sono le proposte di degustazione e ovviamente tutti i ristoranti. C’è una parte adibita anche alla vendita di prodotti alimentari e anche di arredamento e altro. Mi ha molto colpito la parte dedicata ai biscotti. Avrei davvero fatto man bassa! C’è anche la parte dedicata ai vini di tutta Italia. Ho controllato: c’erano anche i vini toscani.
Ci sono anche degli angoli ludici come ad esempio un campo di calcetto, dei biliardini e una stanza per attività dedicate ai bambini, una libreria e un anfiteatro per gli eventi. Questi quelli che sono riuscita a vedere io. Magari ci sono anche altre cose. Lo scoprirete solo andandoci.
Mi sono fatta l’idea che qui uno ci vada per starci una giornata intera per far gioire il palato tra le delizie gastronomiche che propongono i bar, chioschi e ristoranti a cominciare dagli arancini per esempio ai menù di cucina varia. Noi abbiamo optato per uno che proponeva cucina mediterranea vegetale.
Il momento di sciogliere la compagnia è arrivato all’improvviso ma c’era chi doveva riprendere un autobus, tipo io, e chi degli affetti a cui tornare.
Ci saranno altre occasioni per cui eravamo sereni. Felici di aver trascorso un fine settimana insieme, grati ai partner che ci hanno concesso la compagnia dei nostri compagni di scuola, cosa che poteva non essere scontata, e più che grati alla nostra amica che è stata una padrone di casa eccezionale.
Prima o poi toccherà incontrarci anche a Siena. Sarà un piacere per me far conoscere questa splendida città ai miei ex compagni di scuola.
Grazie Amina, sempre bello leggerti!
RispondiEliminaChe meraviglia potersi ritrovare con le persone che hanno fatto un tratto del tuo percorso di vita! Ovunque! E potere scrivere nuovi capitoli insieme! E questo presuppone il supporto e la collaborazione di altri compagni di vita, come lo scrivi tu, cosa assolutamente non scontata! Grazie!
Proprio così, Silvia.
RispondiEliminaSono persone con le quali ho vissuto un periodo che chi è venuto dopo non conosce ed è stato proprio questo a far si che quando ci siamo ritrovati la familiarità è stata la stessa per tutti e con tanta voglia di condividere ciò che ci era capitato da dopo il Liceo.