Qual è dunque il primo passo del viaggio di un ricercatore della verità?
Il corpo.
Un giovane principe ricevette l’iniziazione dal Buddha. Nella sua vita aveva provato ogni genere di piacere, aveva vissuto solo per il piacere. Poi aveva deciso di diventare un bhikshu, un monaco. Tutti gli altri bhikshu ne furono sorpresi e dicevano: Questo giovane vuole diventare un monaco? Non è mai uscito dal suo palazzo, non si è mai spostato se non sulla sua carrozza. Le strade che era solito percorrere erano coperte da tappetti vellutati. E ora vuole diventare un mendicante! Che pazzia pensa di fare?
Il Buddha diceva che la mente umana si muove sempre tra due estremi, passa da un estremo all’altro. La mente umana non si ferma mai nel mezzo. Proprio come il pendolo di un orologio si muove da un lato all’altro e non si ferma mai nel mezzo, allo stesso modo la mente umana si muove sempre da un estremo all’altro.
Fino a quel momento il principe aveva vissuto a un estremo, quello di coloro che indulgono nei piaceri del corpo; da quel momento in poi voleva vivere all’estremo opposto, quello di coloro che rinunciano al corpo.
E così fu. Mente tutti i bhikshu camminavano sulla strada maestra, il principe, che non aveva mai percorso strade che non fossero coperte da preziosi tappeti, diventato monaco camminava sui sentieri meno battuti, coperti di rovi. Quando tutti i bhikshu si sedevano all’ombra di un albero, egli stava in piedi sotto il solleone. Mente tutti i bhikshu si cibavano una volta al giorno, egli un giorno digiunava e un giorno si nutriva. Nell’arco di sei mesi era diventato uno scheletro. Il suo bellissimo corpo era bruciato dal Sole e si suoi piedi erano coperti di piaghe.
Dopo sei mesi il Buddha andò da lui e gli disse: Shrona, questo era il suo nome, voglio chiederti una cosa. Ho sentito dire che quando eri un principe, eri un ottimo suonatore di vina. E’ così?
Shrona gli rispose: Sì. La gente diceva che nessun altro era capace di suonare la vina bene come me.
Il Buddha continuò: Ebbene, sono venuto a farti una domanda, forse tu puoi darmi la risposta. Dimmi: se le corde della vina sono troppo allentate, la musica riesce a scaturire dallo strumento oppure no?
Shrona scoppiò in una risata. Esclamò: Che domanda mi fai? Anche un bambino sa che, se le corde della vina sono troppo allentate la musica non può uscirne, poiché le corde allentate non possono creare suoni, è impossibile pizzicarle; dunque nessuna musica può nascere da corde allentate.
Il Buddha chiese ancora: E se le corde sono troppo tese?
Shrona rispose: Anche da corde troppo terse la musica non può sgorgare, perché le corde troppo tese si rompono non appena il suonatore le tocca.
Quindi il Buddha chiese: Quando la musica riesce a scaturire dallo strumento?
Shorna rispose: La musica può nascere solo quando le corde si trovano in uno stato in cui possiamo dire che sono né troppo tese né troppo allentate. Esiste uno stato in cui le corde non sono né troppo tese né troppo allentate. Esiste un punto mediano, il giusto mezzo: la musica affiora solo quando le corde si trovano in quello stato intermedio. Un musicista esperto allenta e tira le corde fino a portarle in quel punto, prima di cominciare a suonare.
Il Buddha concluse: Non dire altro! Ho ricevuto la risposta. Sono venuto a dirti la stessa cosa. Proprio come tu sei stato un esperto suonatore di vina, allo stesso modo io sono diventato un Maestro esperto nel suonare la vina della vita. E la stessa legge che si applica alla vina, vale anche per la vina della vita. Se le corde della vina sono troppo allentate, la musica non può scaturire, ma anche se sono troppo tese, la musica non può nascere. Colui che vuole creare la musica della vita prima deve controllare che le sue corde non siano né troppo tese, né troppo allentate.
Dov’è questa vina della vita?
La vina della vita non è altro che il corpo umano, e nel corpo umano esistono corde che non devono essere troppo tese né troppo allentate. Solo nell’equilibrio di queste corde l’uomo entra nella musica della vita.
Dove si trovano le corde della vina del corpo umano?
Innanzitutto, nella mente esistono molte corde che sono troppo tese. Sono così tese che la musica della vita non riesce a scaturirne. Se qualcuno le sollecita, possono generare solo pazzia. E voi tutti state vivendo con le corde della vostra mente molto tese; le tenete in tensione ogni giorno per ventiquattr’ore, dal mattino alla sera. E se qualcuno pensa che quelle corde possano rilassarsi durante la notte, si sbaglia; anche durante la notte le corde della mente sono tese e stressate.
Le corde del cuore sono molto allentate. Voi siete in collera per ventiquattr’ore ogni giorno! A volte la rabbia è maggiore e, a volte, è minore; comunque voi siete in collera per ventiquattr’ore ogni giorno. E’ sufficiente una piccola opportunità perché quella rabbia affiori: è alla ricerca dell’occasione per esplodere. In voi la rabbia è pronta: è solo alla ricerca di un’opportunità esterna che vi dia il pretesto di esplodere.
Se andaste in collera senza ragione, la gente penserebbe che siete impazziti; se però non ne trovate una, esplodete anche senza motivo. Forse non ne siete consapevoli.
Per esempio, si può chiudere a chiave un uomo in una stanza, provvisto di tutto il necessario, e chiedergli di annotare qualsiasi cambiamento avvenga nella sua mente. Prendendo nota di questi cambiamenti, scoprirà che a volte, senza alcun motivo, si sente benissimo in quella stanza chiusa e altre volte, senza motivo, si sente male; a volte è triste, altre è felice; a volte e senza alcun motivo, si sente in collera, altre volte la collera scompare.
Non riceve sollecitazioni dall’esterno –la situazione nella stanza è costantemente la stessa- che cosa accade in lui, dunque?
E’ questo il motivo per cui l’essere umano ha tanta paura della solitudine: in solitudine non riceve pretesti dall’esterno, deve rendersi conto che tutto ciò che affiora proviene dalla sua interiorità.
Qualsiasi persona, costretta in isolamento, non riesce a rimanere mentalmente sana per più di sei mesi, impazzirà inevitabilmente. Ciascuno di voi impazzirebbe. Gli altri ti offrono delle opportunità di sfogo, per questo non impazzisci.
Un pozzo è pieno d’acqua: se vi immergi un secchio e poi lo tiri su, quell’acqua uscirà dal pozzo. Se nel pozzo non c’è acqua, puoi immergere il secchio quanto vuoi, sarà sempre vuoto. Il secchio in sé non ha il potere di far sgorgare l’acqua; come prima cosa è necessario che nel pozzo ci sia l’acqua. Se è pieno d’acqua, il secchio può prelevarla; ma se nel pozzo non c’è acqua, il secchio non potrà mai prelevarla.
Se in te non c’è collera, se in te non c’è odio, non esiste potere al mondo che possa estrarre da te collera oppure odio. Nei lassi di tempo in cui nessuno immerge un secchio nel tuo pozzo, puoi avere l’illusione che non ci sia acqua. Quando qualcuno vi immerge un secchio, lo preleva traboccante d’acqua… solo quando il pozzo rimane inutilizzato, puoi pensare erroneamente che in esso non ci sia più acqua; allo stesso modo, se nessuno ce ne dà l’opportunità, da noi non possono sgorgare né la collera, né l’odio, né l’invidia. Non per questo, però, dovete pensare che nel vostro pozzo non ci sia acqua! L’acqua c’è: è in attesa di qualcuno che venga a prelevarla con il suo secchio.
Se le corde della tua mente sono troppo tese, in te può scaturire solo la pazzia; mentre se le corde del tuo cuore sono troppo allentate, in te può scaturire solo collera, inimicizia, invidia e odio.
Le corde del tuo cuore dovrebbero essere un po’ più tese, in modo che in te possa scaturire l’amore; e le corde della tua mente dovrebbero essere un po’ più allentate, in modo che in te possa scaturire un’intelligenza vigile e non la pazzia.
Se queste corde del tuo essere fossero entrambe equilibrate, in te potrebbe nascere la musica della vita.
Il metodo per fare tutto questo è ciò che io chiamo meditazione.
Nessun commento:
Posta un commento
Spazio per il tuo contributo