giovedì 5 luglio 2012

La strada che va in città e altri racconti

La strada che va in città diNatalia Ginzburg


di Natalia Ginzburg
Einaudi editore
Torino
2012

Davo un'occhiata alla bacheca di Einaudi Editore su Pinterest e, tra le uscite recenti, la mia attenzione è stata catturata da questo titolo e soprattutto dal commento entusiasta di @tazzinadi grazie alla quale tempo fa ho scoperto anche i Racconti di Salinger.

Si tratta di una ri-pubblicazione degli esordi di Natalia Ginzburg.


Dei suoi libri mi era capitato di sentir nominare solo Lessico famigliare. Questa è la prima volta che la leggo e mi ha subito conquistata per lo stile asciutto e volutamente distaccato e per il realismo delle storie raccontate che mi hanno portata indietro nel tempo, ai primi anni ’80, al paesino abruzzese dei miei genitori dove l’approccio a certe situazioni era ancora come quello raccontato dall’autrice la quale ha scritto questo racconto lungo o romanzo breve mentre si trovava a Pizzoli, un paese in provincia dell’Aquila.

La mia prima reazione rispetto alle storie raccontate è stata di disappunto, poi di sollievo pensando a come è cambiato il mondo, a come sono cambiata anch’io ma anche di sospetto che in qualche paese dell’entroterra abruzzese, e non solo abruzzese, la mentalità rigida descritta dalla Ginzburg sia rimasta ancora tale.

La strada che va in città, scritto nel 1941, è la storia di una gravidanza, seguita passo passo dai suoi antefatti alla sua conclusione, dice Cesare Garboli nell’Introduzione, e il finale, secondo me, libera la protagonista di quell’ultima scintilla di ribellione che le avrebbe dato la forza di cambiare il proprio destino. Ho scritto ‘libera’ perché non credo avrebbe avuto fino in fondo il coraggio di farlo, assuefatta com’era alla morale della società popolare borghese in cui le era capitato di vivere.

Il romanzo è accompagnato da Un'assenza, il primo racconto scritto dalla Ginzburg quando aveva appena 17 anni, Casa al mare del 1937, e Mio marito del 1941. Mirabile in quest’ultimo racconto, dal mio punto di vista, la tensione equilibrata dello svolgersi degli avvenimenti.

Sono racconti per adulti a detta dalla stessa autrice; niente a che vedere con i film per adulti, che sarebbero risultati sgradevoli per la morale corrente, afferma Domenico Scarpa.

Ad impreziosire questa raccolta vi è l’Appendice, curata da Domenico Scarpa, in cui vengono narrate in maniera cronologica le vicissitudini della pubblicazione di questi racconti inevitabilmente legati anche al periodo storico e alla condizione di ebrea della Ginzburg.

2 commenti:

  1. Interessante, grazie per la dritta. Io purtroppo prima di leggerti non conoscevo Natalia Ginzburg ma mi hai messo la "pulce nell'orecchio"e non tardero' nell'informarmi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi fa piacere averti messo la pulce nell'orecchio! Immagino che la parola 'strada' abbia un richiamo particolare per te che ami viaggiare.

      Elimina

Spazio per il tuo contributo