L’idea che ho in testa e alla quale mi sto dedicando nel tempo libero mi sta portando a rivedere Siena con gli occhi di un turista; un turista che mi somiglia e che quindi vuole sapere ‘dove guardare’ quando entra in uno dei luoghi iconici di questa splendida città.
Di alcuni luoghi ho già scritto dopo averli visti durante le visite guidate organizzate da guide turistiche autorizzate della città.
Di altri, che ho visitato tante volte per conto mio, mi sto documentando e quando trovo qualcosa che mi colpisce, mi piace condividerlo qui con voi.
Per il luogo di oggi ho attinto proprio da una pubblicazione dopo essermi chiesta cosa c’è da ammirare del Battistero di Siena al di là del capolavoro più conosciuto, il suo Fonte Battesimale con i pannelli bronzei con Scene della vita di San Giovanni Battista realizzate, tra gli altri, da Lorenzo Ghiberti, Donatello e Jacopo della Quercia.
La risposta esatta è: il ciclo di affreschi con gli articoli del Credo realizzati da Lorenzo il Vecchietta!
Non è un soggetto particolarmente comune nella pittura religiosa quello del Credo eppure pensate che a Siena ne abbiamo ben quattro di cicli con articoli del Credo: questo nel Battistero, uno nell’ex Sagrestia nella Chiesa dell’Annunziata davanti al Duomo, uno su legno custodito nel Museo dell’OPA e uno intarsiato in legno nelle sedute del coro della Cappella dei Signori a Palazzo Pubblico.
Gli affreschi con la rappresentazione degli articolo del Credo nel Battistero di Siena si trovano nelle vele delle crociere contigue alla parete di fondo.
Le scene in totale sono dodici, quattro per ogni campata, si ispirano al Simbolo Apostolico, più breve rispetto a quello recitato durante la Messa detto Simbolo Niceno, e seguono un andamento antiorario.
Ogni vela delle crociere è accompagnata nell’angolo in basso a destra da un Apostolo a cui è attribuito l’articolo e in quello a sinistra da un Profeta che aveva anticipato il contenuto dell’articolo messi in relazione, Apostolo e Profeta, da un sermone di uno Pseudo Sant’Agostino e da uno scrittore latino cristiano, Rufino di Aquileia.
Queste informazioni e le descrizioni che riporterò in corrispondenza di ciascun articolo le ho tratte dalla conferenza tenuta l’11 marzo 1997 a Siena da Marilena Caciorgna e inserita nella pubblicazione Il Duomo come libro aperto a cura di Senio Bruschelli per la collana Quaderni dell’Opera.
Detto per inciso, questa pubblicazione è uno dei miei ‘must’ per conoscere il Duomo di Siena e ci sono particolarmente affezionata perché partecipai al ciclo di conferenze in essa riportate e organizzate da Museo dell’OPA; antesignane forse dei Risvegli d’Arte e dei Te all’Opera di oggi.
Se vi può interessare, forse riuscirete a recuperare una copia di questo ‘quaderno’ nel bookshop all’interno del Duomo di Siena.
L’inizio degli articoli del Credo del Vecchietta partono dalla crociera in fondo a sinistra del Battistero, dalla vela più vicina alla parete sinistra.
PRIMA CAMPATA
1 Credo in un unico Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra: è molto rovinata ma immaginatevi l’immagine dell’Eterno con la mano destra alzata al cielo circondato da una sfera di luce formata da giri concentrici, a significare il mondo, appare dunque rappresentato in qualità di creatore delle cose celesti e di quelle terrestri. Alla sinistra di Dio padre è rappresentato un fedele che ritroveremo nelle altre sene anche se con sembianze diverse.
2 Credo in Gesù Cristo, suo unico figlio, nostro Signore: la figura di Gesù Cisto, resa in posizione frontale, avvolta in un manto che lascia intravedere la ferita sul costato.
3 che fu concepito dallo Spirito Santo, nato dalla Vergine Maria: rappresenta l’Annuncio dell’Incarnazione del Verbo fatto a Maria dall’Arcangelo Gabriele.
4 Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto: nella vela sono rappresentati i tre momenti. Domina la rappresentazione della Flagellazione: l’esile Cristo, con le mani legate alla colonna corinzia, posta al centro della costruzione, riceve i colpi di frusta violentemente inferti, mentre Pilato assiste all’abuso, seduto sul faldistorio, con la corona d’alloro, simbolo della sua autorità. In alto il Crocifisso, innestato sull’edicola architettonica, risalta contro il cielo stellato, mentre nell’angolo destro della vela è inserita sinteticamente la Sepoltura: Cristo è deposto nel sarcofago, il corpo avvolto in bende.
SECONDA CAMPATA
5 discese agli Inferi; il terzo giorno risorse dai morti: questa scena è particolarmente articolata. In basso il Cristo porta il frutto della redenzione alle anime di quei giusti che sono nati al tempo in cui ancora non si poteva beneficiare dei sacramenti. Stipati in un antro cavernoso, questi morti si fanno innanzi e rivolgono lo sguardo pietoso al Salvatore; tra loro sono ad esempio riconoscibili i nostri progenitori: Adamo è rappresentato come un vecchio dalla lunga barba grigia che si protende con la mano verso il Cristo inchinandosi, laddove Eva con le braccia conserte è già inginocchiata. A destra invece compare Giovanni Battista, vestito di pelli animali e d’un manto violetto, mentre mostra, con la mano sinistra, un cartiglio ove si può leggere il motto “Ecce Agnus Dei”. A differenza delle altre anime nel limbo egli appare provvisto di aureola. A sinistra il demonio è appena uscito dalla porta degli Inferi. In alto è invece raffigurata la Resurrezione: il Cristo si trova in piedi sul suo sepolcro marmoreo, semiaperto, con in mano il vessillo rosso crociato.
6 Ascese in cielo, siede alla destra del padre onnipotente: il Vecchietta qui rappresenta il Redentore in posizione ieratica, perfettamente frontale, seduto nell’alto dei cieli. Il cielo e la terra come da tradizione ma non sono presenti gli apostoli che sbalorditi guardano verso il cielo l’evento miracoloso, come ci si aspetterebbe. In alto campeggia il Cristo, mentre in basso la terra è suggerita da un paesaggio ameno e da un’atmosfera rarefatta, che si estende dalle città turrite ai monti, fino alla rappresentazione di una incantevole marina.
7 Verrà a giudicare i vivi e i morti: riconosciamo la rappresentazione del Giudizio Universale. Al centro scorgiamo il Cristo, mentre mostra le stimmate, assiso in mezzo alla schiera degli apostoli. Ai lati del Cristo sono raffigurati anche la Madonna e San Giovanni Battista. In basso l’Arcangelo Michele è armato di spada ma non regge una bilancia per pesare le anime come di solito vuole l’iconografia. Alla sua destra vediamo i giusti che verranno guidato verso il Paradiso da una schiera angelica, mentre a sinistra sono rappresentati i dannati sospinti dal demonio verso le fauci del Leviatano, qui di colore verdaceo, il mostro marino citato nel Libro di Giobbe dalla cui bocca partono vampate, sprizzano scintille di fuoco.
8 Credo nello Spirito Santo: nella scena è raffigurata la bianca colomba, simbolo dello Spirito Santo, che discende immerso in un fascio di luce sull’ostia elevata nella pisside, posta sull’altare. Un elegante paliotto rosso, in stoffa operata, decorato con un motivo a melagrane, recante al centro l’immagine dell’agnello con lo stendardo della Resurrezione, figura del Cristo, ne ricopre la parte antistante. Di forte suggestione il pavimento a disegni geometrici e la transenna di gusto antiquario, con la rappresentazione di uomini illustri a mezzo busto intervallati da eleganti pilastrini.
TERZA CAMPATA
9 Credo la Chiesa Santa, Cattolica, e nella Comunione dei Santi: la scena si presenta secondo un’iconografia piuttosto complessa. Al centro si vede la figura di un pontefice, che simboleggia la Chiesa, come poggiato su san Pietro, a terra, semidisteso. Il papa, con la mano sinistra, consegna a Pietro le chiavi, mentre con la destra somministra il battesimo ad un catecumeno immerso nell’acqua di un bacino marmoreo. Si fa riferimento alla figura di san Pietro come espressione del potere e autorità della Chiesa.
10 Credo la remissione dei peccati: l’iconografia dell’affresco è costituita dalla rappresentazione della confessione che per la Chiesa Cattolica è il sacramento più necessario, subito dopo quello del Battesimo, per ottenere la remissione dei peccati. Nella scena un prete seduto su una panca impone la mano destra sulla testa del penitente inginocchiato di fronte a lui in atto di preghiera. Il momento raffigurato dall’artista è quello dell’assoluzione dei peccati ‘in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo’.
11 Credo nella resurrezione della carne: quattro angeli in alto, suonano le trombe a radunare gli eletti. Al possente concento, i morti emergono dalle profonde fenditure del terreno, assumendo varie pose.
12 Credo la vita eterna, amen: il ciclo si conclude dunque con la serena visione del Paradiso come giardino coperto di fiori. La composizione della scena è divisa in due parti: in alto sono raffigurati il Cristo e la Vergine sorretti da una nube di cherubini, mentre in basso compaiono angeli musicanti e una serie di santi tra i quali san Bernardino e i quattro patroni di Siena: Ansano, Crescenzio, Savino e Vittore.
Non è affascinante? Per me sì. Ci ho trascorso praticamente un pomeriggio ad ammirare questi affreschi soffermandomi sui dettagli segnalati da Caciorgna. Le foto che ho scattato con l'iPhone rendono minimamente ma spero abbastanza da farvi venire voglia di visitare il Battistero di Siena e soprattutto a non soffermarvi su quanto è più facilmente visibile.
Tip: per poter ammirare meglio gli articoli del Credo del Vecchietta cercate tra i banchi o gli altari laterali del Battistero uno specchio. Chiedete al personale per educazione; ma sappiate che è lì apposta.
Curiosità del Battistero di Siena: sotto la figura del Cristo in gloria, nel semi abside del Battistero, c’è una botola, una apertura Bene, sapete dove sbuca quella botola? Nel gradino davanti all’attuale altare del Duomo di Siena!
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