Grazie alla conferenza di Raffaele Argenziano tenuta ieri al Museo dell'OPA di Siena per il ciclo Il Saloncino, un tè all'Opera sulla ricostruzione di una tavola di Guido da Siena che pone le basi di un precedente alla Maestà di Duccio di Buoninsegna ho accresciuto la mia conoscenza iconografica sulla vita di Maria e Cristo.
La ricostruzione cui ho accennato di Argenziano verrà pubblicata su una rivista entro Gennaio 2018. Qui invece voglio condividere con voi le due cose nuove che ho appreso dal punto di vista iconografico.
Una diciamo che l’ho avuta sempre sotto agli occhi ma non l’ho mai approfondita. Si tratta della scena del Bagno di Cristo che - quando è presente - compare nella stessa scena della Natività come questa di Guido da Siena che fa parte dei quindici pezzi che formavano un unicum e che è stato oggetto della ricerca di Argenziano.
La scena della Natività è descritta in maniera molto sintetica nei Vangeli di Matteo e di Luca e forse per questo è stata arricchita di dettagli successivamente.
Dal Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte di James Hall per Longanesi & C., ddizione 1983:
Gli artisti bizantini rappresentavano una vera e propria scena di parto, con la Vergine distesa su di un letto e due levatrici che l’assistevano, una di esse intenta a lavare il Bambino. L’apocrifo Libro di Giacomo narra che una delle levatrici, Maria Salomè, non credette che Maria avesse potuto partorire pur rimanendo vergine e volle esaminarla di persona; non appena toccò Maria il suo braccio si inaridì e ritornò normale solo quand’ella prese in braccio il Bambino. Questo soggetto, trattato anche nell’iconografia occidentale, fu soppresso dopo la sua condanna da parte del Concilio di Trento, attorno alla metà del XVI secolo.
Ecco, questa storia delle levatrici non la conoscevo affatto.
L’altra cosa nuova l’ho vista per la prima volta ieri. Si tratta della Salita di Cristo sulla Croce. Altra scena di quindici della tavola di Guido da Siena oggetto di studio da parte di Raffaele Argenziano.
Anche, sulla modalità della Crocifissione di Gesù i Vangeli dicono poco e quindi ci hanno pensato altri ad arricchirlo di dettagli come i testi devozionali francescani composti durante il XIII secolo.
Pare che le rappresentazioni di questa scena della Salita sulla Croce siano molto rare.
In provincia di Siena però ne abbiamo una e sarà motivo di una prossima mia gita.
Dove? A San Gimignano.
Questa informazione l’ho trovata nella pubblicazione a cura del Monte dei Paschi di Siena Iconografia evangelica a Siena dalle origini al Concilio di Trento nel capitolo dedicato agli Eventi della Passione a cura di Alessandra Gianni.
Si tratta di una delle scenette della Croce dipinta di Coppo di Marcovaldo che si trova per l’appunto nel Museo Civico di San Gimignano.
Cliccate sopra l'immagine per ingrandirla e guardate la prima scena in basso a sinistra.
Alessandra Gianni fa inoltre notare il diverso atteggiamento del Cristo nella stessa scena della Salita sulla Croce rappresentata da Guido da Siena e da Coppo di Marcovaldo.
In quella di Coppo di Marcovaldo
Gesù, con la testa abbassata e le spalle ricurve, viene mostrato nella sua umana riluttanza a salire sulla croce, dove viene quasi spinto dalla folla.
Mentre in quella di Guido da Siena
Cristo sale con decisione sulla scala mostrando la volontà di sottoporsi al martirio per la redenzione degli uomini.
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