Il recente appuntamento con le Passeggiate d'autore ha avuto un accompagnatore d'eccezione: il Dottor Alberto Cornice il quale ci ha insegnato a leggere l'Arte e la Storia attraverso l'iconografia dei Drappelloni del Palio di Siena; quello stendardo di seta di 80 cm di larghezza per m 2,50 di altezza che va in premio alla contrada vittoriosa.
Più volte Cornice ha ripetuto come sia possibile trovare segni della macro Storia nella micro storia. Di sicuro un bell'incentivo a tornare sui libri di scuola perché i simboli di per sé non dicono niente se non c'è la conoscenza; ma accorgersi del cambiamento e domandarsi 'come mai?', è già qualcosa.
Per mostrarci ciò abbiamo visitato il Museo di due Contrade: Onda e Torre; dove come in ogni contrada di Siena sono per l'appunto conservati i Drappelloni vinti.
Una premessa è dovuta. Il Drappellone più antico conservato in un Museo di Contrada è quello del Palio del 2 luglio 1719 vinto dall'Aquila (la foto l'ho scattata durante una visita guidata). Il Palio però ha origini più antiche solo che il premio consisteva in un drappellone di stoffa preziosa che veniva poi utilizzato per farne paliotti e arredi sacri.
Gli elementi iconografici rimasti invariati nei Drappelloni del '700 sono:
- Madonna (di Provenzano per il Palio di luglio; Assunta per quello di agosto, con Bambino per quello straordinario)
- stemmi nobiliari dei Deputati della Festa
- simboli di Siena: la balzana, il leone argento in campo rosso, lo stemma azzurro con il motto Libertas
- anno di riferimento
Il primo cambiamento a livello iconografico che Cornice ci ha fatto notare appartiene ai Drappelloni dei Palii corsi nel periodo di dominio francese (1808-1813). Al posto degli stemmi nobiliari infatti ci sono le iniziali intrecciate in linea con la teoria dell'egalitarismo del momento come ad esempio nel Drappellone del Palio del 2 luglio 1810 vinto dall'Onda.
In alcuni Drappelloni compare anche lo stemma napoleonico ad esempio in quello del Palio straordinario del 14 maggio 1809 vinto dalla Torre. Siena è stata sempre ossequiante nei confronti del Potere, ci confida Cornice.
Dopo la caduta di Napoleone a Siena ci sono i Lorena al governo. Questo passaggio è documentato anche nei Drappelloni di questo periodo; infatti per la prima volta troviamo i segni del Potere centrale come ad esempio nel Palio del 17 agosto del 1814 vinto dalla Torre.
Nel 1859 Siena è la prima città toscana a votare il plebiscito a favore dei Savoia. Di questo cambiamento troviamo traccia nel Drappellone del Palio straordinario del 27 aprile del 1860 corso in onore di Vittorio Emanuele II Re d'Italia e vinto dall'Onda
Altro segno del Potere centrale, questo forse più immediatamente riconoscibile da chi non è ferratissimo in araldica, è presente nei Drappelloni del Palii corsi durante il Fascismo. Nell'Onda ce ne sono due, uno del 1930 e uno del 1932 entrambi corsi il 3 luglio. A nessuno è venuto mai in mente di censurare tale simbolo perché fa parte della Storia.
Dal punto di vista artistico c'è stata una evoluzione che è ben visibile visitando un Museo di Contrada dove i Drappelloni sono esposti cronologicamente.
Per tutto il '700 '800 i Drappelloni sembrano fatti con lo stampino. Da fine 'Ottocento troviamo lo stile liberty ma continua ad essere standardizzato tanto da essere soprannominato stile panforte cioè come carta adatta ad avvolgere i panforti.
Ricordo che durante InContrada nell'Aquila la nostra guida Odoardo ci disse che il Drappellone vinto dall'Aquila nel Palio del 16 agosto del 1973 di Gianni Dova aveva rappresentato una svolta dal punto di vista pittorico.
Nella Torre abbiamo visto il Drappellone del Palio del 16 agosto 2005 di Manolo Valdez evidentemente diverso da quelli precedenti.
Nell'Onda ce ne sono diversi di Palli moderni.
Tale cambiamento è stato anche favorito dalla possibilità data ad artisti di fama internazionale di dipingere il Drappellone. Oggi infatti il Drappellone di luglio è affidato ad un artista nato o residente nella Provincia di Siena mentre quello di agosto ad un artista di fama internazionale.
Certo, non sempre è stato gradito ai contradaioli l'interpretazione data da questi artisti, per quanto di fama internazionale.
Ricordo che quando fu presentato il Drappellone realizzato da Francesco Clemente per il Palio del 16 agosto 2012 mi sentì mortificata io per l'artista... Come mai? perché ci fu solo qualche applauso di circostanza; non piacque per niente! e lui si limitò a dire giusto due parole formali di ringraziamento. Finita la presentazione, solo giovani stranieri si avvicinarono a lui per congratularsi e chiedergli un autografo. Io, essendomi documentata sull'artista e avendo l'anno precedente visto una mostra a Milano sui protagonisti della Transvanguardia italiana, non mi aspettavo niente di diverso.
A quale contrada andò? a quella di Valdimontone; almeno i colori erano stati di buon auspicio :-)
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