Siena, Complesso Museale Santa Maria della Scala
Fino al 3 novembre 2013 - Prorogata fino al 6 gennaio 2014
Gran parte del mestiere del fotografo consiste nell’attesa e nell’anticipazione con in mente un’immagine preconcetta, previsualizzata del tipo di foto che si spera o si prevede di fare.
La mostra si articola in cinque tappe:
- SCOPERTA, dove troviamo gli intensissimi ritratti di McCurry compreso quella della ragazza afgana, scattato nel 1982 e divenuto famoso in tutto il modo grazie alla copertina dedicatagli dal National Geografic, insieme a ritratti di persone note come Robert de Niro e Aung San Suu Kyi. In fondo a questo primo percorso troviamo una serie di coppie di fotografie scattate in Italia, a Cinecittà, luogo prediletto da McCurry, e in India con resti della cultura umana prevalentemente statue e busti.
- VERTIGINE, dove troviamo le foto scattate durante i disastri naturali (terremoto e tsunami in Giappone) e non (caduta delle torri gemelle, guerra del golfo). McCurry ci ricorda che è il suo mestiere quello di fotografo documentaristi e che questo gli ha permesso di non sottrarsi nemmeno alla tragedia dell’11 settembre nonostante sentisse il cervello esplodergli davanti al crollo prima di una e poi di entrambe le torri.
- POESIA, dove troviamo scatti ‘quasi’ imprevisti; infatti raramente McCurry fa degli scatti improvvisi perché per lui la chiave di una buona fotografia è la costanza il che vuol dire che lui è tornato più volte in alcuni luoghi con la situazione da fotografare già in mente. I soggetti di queste foto sono momenti di vita quotidiana distanti dalla nostra oppure simile, quasi dei Vermeer in fotografia. Bellissima l’immagine delle donne disposte in cerchio per proteggersi da un monzone in Rajasthan, oppure quella della vedova di Vrindavan oppure ancora quella del pescatore a Inle Lake.
- STUPORE, qui troviamo delle foto insolite come quella dell'uomo ricoperto di acqua fino al collo che attraversa la strada caricando sulla spalla l'unico oggetto che è riuscito a salvare dalla sua bottega, la macchina da cucire; oppure la città azzurra o i pescatori equilibristi dello Sri Lanka.
- VIDEO, search for the afghan girl, che racconta la storia della ricerca e del ritrovamento della ragazza afghana dopo 17 anni dallo scatto di McCurry.
Io credo che questa sia la caratteristica di una buona fotografia: è un immagine che ti accompagna, da cui impari qualcosa, che in qualche modo ti cambia e che ricordi per sempre.
Ho trovato la mostra molto interessante grazie all’allestimento, ai pannelli descrittivi, all’audioguida, compresa nel prezzo, che descrive come sono nati molti degli scatti presenti nella mostra e alla location, l’antico fienile del Santa Maria della Scala, molto suggestiva e insolita.
Consiglio il catalogo della mostra. In un dialogo con Biba Giacchetti, McCurry racconta la storia degli scatti diventati icone che è poi la parte interessante, almeno per me.
Per informazioni pratiche: visitare il sito della mostra
Io la mostra l'ho visitata quando era a Genova! Mi ha colpito al cuore.
RispondiEliminaQuante emozioni possono generare delle semplici immagini...
Proprio così, quante emozioni; penso che di McCurry io conoscessi solo la foto della ragazza afgana. È stata una bellissima scoperta con la ciliegina sulla torta dell'incontro ravvicinato e casuale con lui.
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