E' stata una tappa non prevista nel mini tour che ho fatto i giorni scorsi e che ha toccato la Repubblica di San Marino, Rimini e Sant'Arcangelo di Romagna.
La scoperta di questo sito archeologico risale al 1989 quando durante i lavori di ristrutturazione di piazza Ferrari nel centro storico di Rimini venne alla luce la prima porzione della domus (abitazione signorile di età romana) del chirurgo.
Gli scavi sono stati ultimati nel 2006 e comprendono un area di 700 mq.
I resti rinvenuti rendono bene l'idea di quello che doveva essere questa domus grazie all'ottima conservazione dei mosaici pavimentali; mi sento quindi di consigliarne caldamente la visita.
La domus del chirurgo venne costruita nella seconda metà II sec. d.C. su una costruzione già esistente. Essa venne abitata dal chirurgo solo nel secolo successivo come dimostrano i ritrovamenti di utensili attinenti alla sua professione. Venne poi distrutta da un incendio intorno alla metà del III secolo d.C.
Struttura della domus, della parte che è arrivata fino a noi e cioè il pian terreno perché la casa era dotata anche di un altro piano.
Dall'angolo in basso a destra in senso antiorario:
- ingresso
- prolungamento dell'ingresso. Mosaico pavimentale bianco e nero con precisa decorazione geometrica
- giardino-cortile
- corridoio
I silos visibili nella foto risalgono al XVIII secolo e sono di pertinenza di un monastero non più esistente.
Il triclinium, ambiente riservato ai pasti il cui nome si rifersice ai tre letti disposti intorno alla mensa centrale sui quali si adagiavano gli ospiti. La conferma di tale destinazione è data dall'oggetto riprodotto nel mosaico, il kantharis (recipiente usato per versare il vino) e dalla fascia bianca priva di mosaici che circonda la decorazione centrale in quanto doveva essere occupata dai letti.
Il cubiculum, stanza destinata al ricovero dei pazienti come è stato ipotizzato a seguito del ritrovamento di un graffito sull'intonaco di una parete della stanza in cui è riportata una dedica da parte di un paziente al medico Eutyches in segno di ringraziamento.
La stanza di Orfeo. E' una delle stanze più rappresentative della domus per il bellissimo mosaico policromo arrivato fino a noi in maniera intatta. Qui sono stati ritrovati la maggior parte degli utensili del chirugo per cui se ne deduce che fosse il suo laboratorio. Il tema di Orfeo era molto caro ai mosaicisti antichi. Orfeo è un leggendario poeta e musicista, abilissimo nel suonare la lira fino ad incantare con la sua musica gli animali sia selvatici che domestici. Sposò Euridice e alla morte di lei scese nel mondo sotterraneo per riportarla sulla terra, ma non poté raggiungere lo scopo. Di lui ne racconta Ovidio nelle Metamorfosi.
Mosaico a sinistra: stanza di soggiorno o d'accoglienza.
In alto il calidarium, ambiente termale riscaldato.
In basso l'andito, piccola stanza dove si trova il praefurnium, focolare nel sottosuolo per riscaldare il calidarium.
La latrina dotata di un mosaico grossolano.
Dopo la sua distruzione, la domus non fu ricostruita e le sue rovine scomparvero sotto terra.
Nella zona attigua alla domus è stata rinvenuta una abitazione palaziale (così l'hanno chiamata gli archeologi) risalente al V secolo d.C., periodo in cui la capitale dell'Impero era stata trasferita nella vicina Ravenna e quindi molti funzionari di stato sceglievano la propria dimora a Rimini.
Struttura dell'abitazione palaziale:
Grande stanzone quadrangolare che doveva costituire forse il fulcro della abitazione.
Corridoio a L (a sinistra)
Stanza a croce greca. La stanza era dotata di un praefurnium. Attraverso un sistema di cuniculi sotto ai mosaici l'aria calda si espandeva in tutte le stanze e non soltanto in una, come nella domus del chirugo.
L'area venne utilizzata successivamente come cimitero di culto cristiano come testimoniano alcune tombe che purtroppo intaccarano i resti della residenza palaziale.
Tomba a cassa.
Pavimento in cocciopesto decorato di età republicana uguale a quello della tomba di cui sopra a testimonianza della stratificazione di costruzioni nel tempo.
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