lunedì 25 aprile 2016

Guido Bianconi e Santa Caterina da Siena

Guido Bianconi e Santa Caterina da Siena

Torna l'appuntamento con lo scultore Guido Bianconi grazie al materiale che il nipote Gianguido sta mettendo a disposizione di My day worth e per il quale gli sono sempre più grata.

Questa volta si tratta di una vera chicca. Ho aspettato a pubblicarla, su suggerimento di Gianguido, proprio perché tra qualche giorno, il 29 aprile per l'esattezza, si celebra Santa Caterina da Siena e il materiale messomi a disposizione da Gianguido riguarda proprio la Santa.

Si tratta di una statua e di un bassorilievo eseguiti dal nonno scultore Guido Bianconi.

Vediamole nel dettaglio.

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Santa Caterina da Siena: statuetta

Nel 1938 Guido Bianconi realizzò una piccola statua di Santa Caterina da Siena, probabilmente in bronzo: di quest'opera rimangono solo alcune fotografie e non si sa per chi e per quale occasione venne realizzata.

Una fotografia reca la didascalia autografa ‘S. Caterina da Siena’ e la data ‘1938

Guido Bianconi e Santa Caterina da Siena

Un'altra, eguale, reca, sempre autografa ed evidentemente riflettente il clima politico dell'epoca, la didascalia ‘S. Caterina da Siena che 5 secoli fa diceva che solo Roma poteva dare la pace al mondo’ e una dedica ai cognati Gina e Torquato (fratello della moglie Amalia) con la data del 2 settembre 1938

Guido Bianconi e Santa Caterina da Siena

Santa Caterina da Siena: bassorilievo


Partendo dal disegno (vedi foto di apertura del post) di una testa di profilo di Santa Caterina (cm 16 x 19) Guido Bianconi realizzò un bassorilievo in legno all'incirca delle stesse misure e lo donò al signor Francesco Audisio di Saluzzo, con il quale aveva stretto amicizia frequentando, in quella città, il laboratorio di Amleto Bertoni, noto mobiliere antiquario che gli aveva messo a disposizione un banco da lavoro e sul quale il nipote Gianguido, di 6 anni, lo affiancava per 'aiutarlo'.

Guido Bianconi e Santa Caterina da Siena

Sul retro del disegno si trova la minuta di una dedica nella quale Guido Bianconi si definisce ‘profugo’.

Guido Bianconi e Santa Caterina da Siena

Nella dedica scritta poi sul retro della tavoletta del bassorilievo l'espressione è stata ammorbidita in ‘sfollato’. Da questa scritta si ricava anche la data di esecuzione del lavoro, dicembre 1943.

Guido Bianconi e Santa Caterina da Siena

Ho chiesto a Gianguido su quel 'profugo' e 'sfollato' e mi ha detto che dopo un grosso bombardamento i 'nonni' erano sfollati da Torino a Saluzzo, rimanendo poi lì fino a metà degli anni '50.

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Gli altri post dedicati alle opere di Guido Bianconi scultore a Siena li trovate qui

lunedì 18 aprile 2016

Alfredo Pirri al Caveau di Serena Fineschi

Alfredo Pirri al Caveau di Serena Fineschi
Foto credits: miglieruolo.wordpress.com

Quando ho letto il nome di Alfredo Pirri nell'elenco di persone che Serena Fineschi aveva coinvolto nella sua opera Caveau - Idee mai nate a Siena devo dire che le mie aspettative erano alte.

Ora vi confido come mai.

'Cosentino di nascita e romano d’adozione, Pirri è uno degli artisti italiani che maggiormente, negli ultimi trent’anni, ha saputo rinnovare il linguaggio del contemporaneo attraverso le sue opere installative e ambientali, riflettendo sulla relazione sensibile tra arte, spazio e architettura.'

Questo è quello che ho letto su Sienafree.it; ma la prima volta che ho sentito parlare di Alfredo Pirri è stato a proposito della sua opera Passi realizzata per la GNAM di Roma.

Un'opera composta da un pavimento di specchi crepati sul quale sostano delle statue. Un'opera in cui poterci entrare dentro; 'doverci' entrare dentro per poter visitare la Galleria. Un'opera molto suggestiva che, notizia recente, verrà smantellata per metterci una caffetteria... e su questo non aggiungo altro perché direi solo parolacce... (qui la notizia)

Alfredo Pirri al Caveau di Serena Fineschi

Alfredo Pirri è già presente a Siena con una lastra d'autore del progetto Tempo Zulu, quella collocata in Piazza Alessandro Manzoni e che riporta la parola 'PAX' in codice morse.

Non so per ora dargli un nome a questo feeling con Alfredo Pirri.

Insomma, avevo delle aspettative dicevo; per cui quando ho saputo che la seconda 'idea' esposta nella piccola galleria d'arte nel Vicolo del Coltellinaio a Siena sarebbe stata di Alfredo Pirri mi sono precipitata lì, il giorno 25 marzo e...

Be, la delusione è stata enorme; più che nei confronti di Pirri nei confronti di Serena Fineschi. Perché, cosa pensereste voi se vi trovaste davanti questo?

Siena: Alfredo Pirri al Caveau di Serena Fineschi

E' vero che spostandosi un po' si riesce a leggere qualcosa del contenuto; ma bisogna 'faticare'. Insomma, tutto il contrario dell'idea del mese precedente di Marina Dacci.

Ammetto di essere tornata a casa molto indispettita. Allo stesso tempo però dicevo tra me e me 'non può essere, non può essere che non ci sia niente su cui io possa riflettere, confrontarmi.'

E va bene che l'arte contemporanea spesso ha bisogno di un decodificatore; ma insomma sentivo che non era così in questo caso.

Mentre pensavo a queste cose sono andata a leggermi cosa Alfredo Pirri avesse detto di questa sua 'idea'.

Da Sienafree.it:

Con la scelta di non svelare l’intenzione che soggiace all’opera nemmeno alla curatrice del progetto, fino all’istante in cui l’idea stessa sarà esposta al pubblico, Pirri ci regala un tempo sospeso, un’attesa impalpabile ma urgente di cui l’idea stessa si nutre.

Una lettera che accompagna la busta chiusa diventa una lunga didascalia dell’opera che l’artista stesso definisce “un oggetto di cartoleria che svela uno spazio intimo e privato”.  “Ho aderito con entusiasmo al progetto di Serena Fineschi perché ho un legame antico e profondo con la città di Siena, segnato dalla collaborazione con le Papesse e dai tanti rapporti di amicizia che resistono al tempo che passa - spiega Alfredo Pirri - inoltre mi piace l’idea che l’arte tra queste mura non debba essere sempre e necessariamente monumentale ma possa nascere in una dimensione intima, segreta e privata come quella del Caveau di Serena, la stessa che in fondo caratterizza i rapporti veri tra la gente di Siena”.

Qualche giorno dopo sono tornata perché dovevo capire; non sapevo cosa ma dovevo capire e ho fatto proprio bene.

https://mydayworth.blogspot.com/2013/11/trekking-urbano-2013-siena-tempo-zulu.html

Infatti, leggendo per quanto reso possibile da Serena Fineschi o da Alfredo Pirri (non so di chi sia stata la scelta, magari lo chiederò a Serena) ho scoperto che si trattava di un testo di senso compiuto e non inventato. E' vero che il nome 'Gustav Mahler' si legge bene; ma vai a fidarti degli artisti se, come me in questo caso, non conosci la composizione musicale!

Ho avuto la riprova della corrispondenza al vero del contenuto cercando su internet. Infatti ho digitato 'Kindertotenlieder Gustav Mahler Friedrich Rückert' (è quello che si riesce a leggere in alto a sinistra) e Google prontamente mi ha fatto sapere che si tratta di 'Lieder', di Canti composti da Gustav Mahler per voce e orchestra. 'Kindertotenlieder' vuol dire 'Canti per bambini morti'.

Il testo è formato da cinque poesie di Friedrich Rückert. Alfredo Pirri ha riportato le prime due poesie. Eccole qua:

E oggi il sole vuole ancora sorgere così splendenteOra il sole osa sorgere e splendere ancora,
come se una sciagura nella notte non fosse avvenuta.
La sciagura è avvenuta: certo, a me solo è toccata,
e il sole splende ovunque e per tutti gli altri, là fuori.

Non devi in te la notte rinchiudere, e nasconderla,
ma lasciarla affondare e perdersi nella luce eterna.
Si è spenta nella mia tenda una piccola lucerna,
ma sia gloria alla luce cara e gioiosa del mondo!
Ora vedo bene perché fiamme così oscureOra so finalmente perché fiamme così oscure
mi lanciavate, occhi, in certi istanti!
Per raccogliere e stringere in un solo attimo
tutte le vostre forze, e farle piene e sicure.

Ma non presentivo, ovattato da nebbia e da caligine,
preso dentro la rete e accecato dal destino,
che il raggio già si piegava a riprendere il cammino,
verso quella dimora dove ogni raggio ha origine.

Voi volevate dirmi, col vostro luccicare:
Vicino a te sarebbe bello per noi restare,
ma questo, a noi, il destino l'ha voluto impedire.

Solo guardaci: noi saremo lontani, presto!
Quelli che per te sono soltanto occhi, in questo
giorno, saranno stelle nelle notti a venire
Furono scritti tra il 1901 e il 1904 ed eseguiti per la prima volta nel 1905.

'Se nella biografia di Rückert i “canti per i bambini morti” traevano origine da un’esperienza realmente vissuta dallo scrittore, Mahler li compose ben sei anni prima che lo colpisse la disgrazia della morte della figlia Maria di quattro anni, quasi “anticipando la sua vita” come scrisse nel diario una sconvolta Alma Schindler, la moglie di Mahler.

Il senso del ciclo è dato dal percorso emotivo che passa dallo sconcerto ad una apparente rassegnazione, attraversando le stazioni del dolore, del rimpianto, del presentimento, della paura.'

da miglieruolo.wordpress.com

Io ho cominciato a chiedermi 'cosa' mi ricordassi di Mahler; ma niente. Mi è tornato in mente solo che una sua Sinfonia aveva aperto una Settimana Musicale Senese della Fondazione Chigiana; infatti ho cercato ed è accaduto nel 2005 con la Sinfonia n.9.

Sono andata su Youtube per vedere se mi tornava in mente qualcosa; ma niente.

Ho chiesto ad amici e parenti. Qualcuno ricorda la sua Sinfonia n. 1, 'Titano'; qualcun'altro l'Adagietto della Sinfonia n. 5 utilizzata da Luchino Visconti nel film Morte a Venezia. Per me ancora buio totale.

Finita la mia ricerca su Mahler,  ho riletto il testo di Canti per bambini morti e la prima associazione che mi è venuta da fare è stata con Foglie di Beslan, pezzo per pianoforte e orchestra composto da Giovanni Allevi per commemorare la tragedia accaduta nel 2005 in una scuola di Beslan e che vide la morte di tante persone.

A questo punto è ovvio che mi piacerebbe sapere come mai Alfredo Pirri ha scelto questo testo e l'idea che gli era venuta e che poi non ha realizzato a livello artistico.

Bisognerà aspettare l'anno prossimo per saperlo, forse. Io intanto il 25 aprile torno nel Vicolo del Coltellinaio per scoprire cosa ci proporrà Serena Fineschi.

Qualcuno di voi che mi legge sta seguendo questa installazione di Serena Fineschi a Siena?

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Gli altri artisti che hanno esposto la loro idea nel singolare Caveau di Serena Fineschi a Siena li trovi nella categoria Caveau

lunedì 11 aprile 2016

Oratorio di San Bernardino a Siena


Oratorio di San Bernardino a Siena

Immaginatevi che la Produzione di Don Matteo decidesse di scegliere una nuova location.

Sì, avete capito bene, parlo proprio del Telefilm di Rai 1 che ha come protagonista un sacerdote con intuizioni da detective interpretato da Terence Hill.

Dopo Gubbio e Spoleto perché non trasferirsi in Toscana, magari a Siena? Piazza San Francesco sarebbe lo scenario ideale, secondo me, perché in un'unica Piazza si trovano l’imponente Basilica di San Francesco, il Convento dei frati francescani, la caserma dei Carabinieri e… lo splendido Oratorio di San Bernardino oggi incorporato nel Museo Diocesano di Arte Sacra.

Sarebbe perfetto!

Ecco, a parte gli scherzi, forse si riuscirebbe a fargli la pubblicità dovuta a questo gioiello della pittura senese del primo Cinquecento, tra l'altro ottimamente conservato.

Nell’Oratorio di San Bernardino sono presenti i maggiori pittori del 'Rinascimento maturo italiano' (Piero Torriti - Tutta Siena Contrata per Contrada) a Siena: Girolamo del Pacchia, meno conosciuto, Giovanni Bazzi detto il Sodoma e Domenico Beccafumi invece molto in voga.

E' talmente poco conosciuto questo Oratorio che ci sono anche molti senesi che non lo hanno ancora mai visitato quindi ho pensato nel mio piccolo di dare un contributo alla diffusione di questo gioiello raccontando la visita guidata organizzata dal Centro Guide di Siena alla quale ho partecipato una settimana fa, circa.

Quindi se siete pronti direi di iniziare.

L’Oratorio  esisteva già da molto prima del Cinquecento; infatti  la Compagnia laicale di San Bernardino,  che assunse questo nome dopo la morte del Santo avvenuta nel 1450, nel sec. XV si chiamava Compagnia della Madonna della Veste nera di San Francesco e prima ancora e fin dal 1273 Confraternita di Santa Maria e San Francesco. 

L’Oratorio è facilmente riconoscibile dall’esterno poiché sulla facciata c’è il monogramma di San Bernardino: il sole raggiato.

L’Oratorio si trova al secondo piano ed è infatti detto ‘superiore’ per distinguerlo da quello ‘inferiore’ che costituisce l’attuale ingresso.

L’Oratorio di San Bernardino è costituito da un’unica aula rettangolare con soffitto a cassettoni lignei, con un cherubino di cartapesta in ciascun riquadro, dorato su fondo azzurro.

Nelle pareti sono raffigurate scene della vita della Madonna,  in quanto l'Oratorio all'epoca era dedicato a Santa Maria degli Angeli, divisi da lesene a candelabra in legno e cartapesta, dorate e dipinte.

Da sinistra a destra, cominciando dall’affresco in faccia all’ingresso:

Nascita della Vergine di Girolamo del Pacchia

Siena, Oratorio di San Bernardino: Nascita della Vergine di Girolamo del Pacchia

Da notare: le figure classiche alla Raffaello, la caratterizzazione della fisionomia come ad esempio il sorriso beffardo delle fantesche. Sembrano echi Leonardeschi che il Pacchia avrà forse potuto prendere dal Sodoma che lavorava nella scena accanto. Di questi tre artisti infatti Sodoma e Beccafumi avevano già lavorato entrambi a Roma e avevano avuto modo di vedere le Stanze di Raffaello e gli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina.

Presentazione di Maria al Tempio del Sodoma

Siena, Oratorio di San Bernardino: Presentazione di Maria al Tempio del Sodoma

Da notare: citazioni dall’arte classica come ad esempio il personaggio sulla destra, una specie di Alessandro Magno, e il porticato Bramantesco.

Sposalizio della Vergine del Beccafumi

Siena, Oratorio di San Bernardino: Sposalizio della Vergine del Beccafumi

Questa rappresentazione è la mia preferita.


Novità: le figure si allungano, i colori sono acidi, innaturali; ma bellissimi. Uso della luce in modo particolare. Controluce. C’è un edificio colonnato a pianta rotonda, un tempio, e dietro al tempio un tramonto e degli alberi spezzati: artificioso ma di gran fascino. Le grottesche nella facciata del palazzo rinascimentale sono completamente nuove, estrosissime. Basta paragonarle a quelle dell’Angelo annunciante lì accanto. I bambini grassi del Beccafumi che corrono in tutte le direzione stravolgono gli schemi classici di simmetria di del Pacchia. Novità assoluta poi è l’episodio del bambino morso dal cane.


Siena, Oratorio di San Bernardino: Sposalizio della Vergine del Beccafumi

San Bernardino di Girolamo del Pacchia

Madonna con Bambino  fra i Santi Antonio, Pietro, Francesco, Bernardino, Ludovico e San Giovanni Battista del Beccafumi

Siena, Oratorio di San Bernardino: Madonna con Bambino fra i Santi Antonio, Pietro, Francesco, Bernardino, Ludovico e San Giovanni Battista del Beccafumi

Tempera su tavola. E’ praticamente l’ultima opera in ordine di tempo eseguita per l’Oratorio. E’ decisamente diverso dagli affreschi, un po’ spento; eppure Il Beccafumi scelse la tecnica a tempera proprio per avvicinarsi al risultato pittorico degli affreschi sulle pareti difficilmente raggiungibile con la tecnica ad olio

Vergine Annunciata di Girolamo del Pacchia

Sant’Antonio da Padova del Sodoma

Visitazione della Madonna a Elisabetta del Sodoma

Siena, Oratorio di San Bernardino: Visitazione della Madonna a Elisabetta del Sodoma

Da notare: modi Raffaelleschi, architettura classica sul fondo, figure solenni nelle pose e nelle espressioni. La mano del Sodoma però è stanca; niente a che vedere con gli affreschi della Cappella di Santa Caterina in San Domenico eseguiti nello stesso periodo. Secondo il Vasari, che non aveva per niente in simpatia il Sodoma forse per la sua eccentricità, il Sodoma ‘lavorava a capricci’ e ‘il suo pennello ballava secondo il suono dei denari’.

Morte della Vergine del Beccafumi

Siena, Oratorio di San Bernardino: Morte della Vergine del Beccafumi

Citazioni romane: vecchio barbuto a sinistra deriva dalle colossali statue dei fiumi del Campidoglio, San Giovanni Battista seduto ai piedi del catafalco e con le gambe accavallate deriva dalla Sibilla Eritrea della Cappella Sistina, lo scorcio del piede del vecchio barbuto e calvo a destra deriva dalla Scuola di Atene.

Novità: contrasti luminosi violenti, colori cangianti, invenzione dell’apparizione improvvisa e incredibile di Cristo che plana sulla Madonna, scorcio ardito del volto esangue di Maria, sembra una maschera.

Assunzione della Madonna del Sodoma

Siena, Oratorio di San Bernardino: Assunzione della Madonna del Sodoma

Da notare: la Madonna che spicca tra tutti per i toni chiari delle vesti, inusuale nell’iconografia di questo tema. Sul bordo della tomba c'è scritto 'Si cor non orat in vanum lingua laborat'.

San Francesco d’Assisi del Sodoma

Incoronazione della Madonna del Sodoma.


Da notare: le citazioni romane. San Giovanni Battista sembra un Apollo per la posa ‘nobile’, Adamo ha un corpo ben tornito, muscolare, come una statua, c'è un controluce strano nello sfondo.

E ora una visione d'insieme :-)

Oratorio di San Bernardino a Siena

Grazie Valda per la foto e a voi che mi leggete ripeto: non perdetevi di visitare questo scrigno a Siena!

lunedì 4 aprile 2016

Convento, Fonte e Chiesa delle Sperandie

Siena: Ex Convento delle Sperandie
Photo credits: Valda Bozzi

A Siena il Convento delle Monache di Clausura di Sant’Agnese, dove oggi ha la sua sede la Polizia di Stato, fu fondato nel 1273 da una suora benedettina di Gubbio, Beata Santuccia, e da una suora chiamata Sperandia.

Le monache hanno cambiato nome tre volte. Inizialmente si chiamavano Monache delle Sperandie (=spera in Dio) e da qui il nome alla via. Dalla metà del ‘Cinquecento si chiamarono Monache delle Trafisse nel nome di Maria in quanto vi si trasferirono le monache cistercensi di San Prospero il cui monastero venne distrutto dagli spagnoli. Nel ‘Settecento, dopo un periodo di abbandono del Convento cui seguirono dei restauri, presero il nome di Monache della Madonna.

Il Convento rimase tale fino alla metà dell’Ottocento. In seguito alle soppressioni napoleoniche il Convento diventò presidio militare e poi caserma della Polizia di Stato fino ai giorni nostri.

Durante una Giornata FAI di Primavera ho potuto vedere per la prima volta la Chiesa del Convento dedicata alla Visitazione - finanziata dalla Repubblica di Siena nel 1309 e  rinnovata internamente nel ‘Settecento dall’architetto Jacomo Franchini - e di rivedere la suggestiva Fonte delle Monache collegata con una lunga scalinata interna al Convento dove oggi si trova la Polizia di Stato.

FONTE DELLE MONACHE

Nel 1328 il Comune di Siena stanziò una somma per la costruzione di una fonte  per le monache di clausura del Convento di Sant’Agnese nella attuale Valle Berardi confinante con il Convento.

Siena: Fonte delle Monache

La Fonte delle Monache è alimentata da un proprio bottino scavato ad una profondità di venti metri sotto terra. Ha tre ingressi: uno riservato solo alle monache, uno in corrispondenza di una fonte esterna utilizzata in passato per lavare i panni e abbeverare gli animali (quella da dove si entra solitamente per la visita), e una a metà.

Un breve cunicolo rivestito di mattoni...

Siena: Fonte delle Monache

...porta ad una grande stanza scavata nell’arenaria con volte a vela...

Siena: Fonte delle Monache

...dove si trovano una grande vasca destinata a lavatoio, una piccola fonte di decantazione dove arriva la prima acqua del bottino detta ‘acqua bona’, il bottino lungo 25 metri e un fontino di raccolta.

Siena: Fonte delle Monache

Le monache raggiungevano la Fonte da una scalinata interna collegata con il Convento. In questo modo potevano continuare ad osservare la clausura non essendo viste da nessuno.

Siena: Fonte delle Monache

Impossibile non immaginarsele  che scendono e salgono questa scalinata. Chissà se dovevano stare in silenzio o se potevano scambiarsi qualche parola, in quali orari potevano andare nella Fonte e se erano felici della loro scelta così radicale.

La Fonte delle Monache è stata riportata alla luce nel 1994 da un gruppo di soci dell’Associazione La Diana. Nel 1998 si conclusero i lavori di recupero esterno ed interno grazie alla Scuola Edile del Comune.

Nel terreno che circonda la Fonte è presente anche una piccola cappella, forse una cappellina cimiteriale come attesta il ritrovamento di resti umani e la presenza di una croce dipinta sul vicino muro.

Per le visite alla Fonte delle Monache vi consiglio di chiedere informazioni aggiornate all'Associazione La Diana.

CHIESA DELLE MONACHE TRAFISSE DELLA VISITAZIONE

La Chiesa  è solitamente chiusa. Chi vuole può provare a farci un salto il 29 settembre per la messa di San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di Stato.

Siena: Chiesa delle Sperandie

Proprio perché è solitamente chiusa voglio qui condividere con voi le foto che ho scattato perché io non mi aspettavo tanto ‘splendore’ dietro a quel portone sempre chiuso che mi ha fatto sempre credere si trattasse di un luogo abbandonato.

Ecco quindi la carrellata di opere che i volontari del FAI ci hanno illustrato.

Cupola: affresco con Incoronazione della Vergine Assunta e Santi di Giuseppe Nicola Nasini e arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele e l’Angelo custode.

Siena: Chiesa delle Sperandie

Parte restante della copertura: Madonna dei  sette dolori e Fuga in Egitto di Giuseppe Nicola Nasini. Una scritta nell’arco della volta conferma la paternità degli affreschi.

Immaginate di entrare nella Chiesa e di guardare subito in alto. Ecco, quel ponte che stanno attraversando Maria col bambino, Giuseppe e l'asino sembra proprio che sia sopra di noi tanto è realistico l'effetto creato dal Nasini.

Siena: Chiesa delle Sperandie

Altar maggiore (vedi prima foto relativa alla Chesa):  tela raffigurante la Visitazione di Antonio Franchi (1675) circondata da affreschi eseguiti agli inizi del ‘Seicento da Sebastiano Folli e raffiguranti l’Annunciazione (a destra), la Visitazione (in alto), la Natività (a sinistra).

Negli affreschi di Sebastiano Folli ci sono delle 'aggiunte' volute dal Franchini. Infatti i due affreschi erano rettangolari. Il terzo di sopra e di sotto sono state aggiunte successivamente.

Nell'Annunciazione, le nuvole in alto e le scale con la nuvola ai piedi dell'Angelo nella parte inferiore.

Siena: Chiesa delle Sperandie

Nella Natività, la figura (pastore?) in primo piano in basso e l'angelo con il cartiglio in alto.

Siena: Chiesa delle Sperandie

Altare a sinistra: tela raffigurante l’Immacolata con i Santi Romualdo, Michele Arcangelo, Girolamo e Caterina da Siena di Sebastiano Folli (1605)

Siena: Chiesa delle Sperandie

Altare a destra: Consegna delle chiavi a San Pietro (1605) di Alessandro Casolani.

Siena: Chiesa delle Sperandie

Anche in queste tele ci sono state delle aggiunte molto evidenti nella centinatura, sempre per volere del Franchini, durante i lavori di rinnovamento dell’interno della Chiesa.

La chicca nella chicca è stata la ruota degli esposti che si trova dietro l'altare e che la nostra guida FAI ci ha portato a vedere.

Siena: Chiesa delle Sperandie

Nella stessa giornata grazie al FAI è stato possibile visitare anche il Complesso dell'Ex Convento Santa Marta.

Capite come mai subisco giornalmente il fascino si questa città? :-)