lunedì 30 novembre 2015

Siena e la Divina Commedia: Pia de' Tolomei

Siena: Divina Commedia, targa Pia de' Tolomei

Era da tanto che mi ripromettevo di rileggere leggere la Divina Commedia.

Ho una raccolta di fascicoli rilegati, pubblicati dal Gruppo Editoriale Fabbri nel 1982, del cui acquisto mi sono sempre congratulata con me stessa poiché l'Opera è davvero completa e rende la Divina Commedia comprensibile a tutti, più che negli anni del Liceo, in quanto ogni Canto presenta un riassunto e un'introduzione critica e, cosa che fa una  notevole differenza, è parafrasato dalla prima all'ultima parola e commentato in maniera più che esauriente, il tutto a cura di Emilio Alessandro Panaitescu. Per non parlare delle illustrazioni. Insomma, un vero piacere. Se vi interessa questa edizione, ho visto che su Ebay qualcuno la vende. Io no di certo ;-)

La spinta recente ad intraprendere quest'impresa, comunque, me l'ha data Stefano Carrai dell'Università di Siena che durante la Conferenza omaggio a Dante nel 750° anno dalla nascita organizzata dall'Accademia dei Rozzi di Siena ha fatto un intervento su Dante e Orfeo di quelli che entusiasmano le platee tanto che, appunto, qualche giorno dopo, esattamente il 9 novembre, ho iniziato il mio viaggio nella Commedia di Dante.

Ho fissato una scaletta per visualizzare il traguardo. Non voglio metterci più di un mese e secondo questa tabella di marcia entro il 10 dicembre dovrei essere in Paradiso.

Ho appena finito di percorrere il Purgatorio. E' stato davvero esaltante a prescindere dal fatto che il cammino proposto sia quello di un cristiano. Ci sono valori condivisibili da molti, credo, e quindi ognuno può trarne beneficio secondo la propria sensibilità. Che poi quelli che non ci corrispondono possiamo lasciarli andare; ma comunque ci inducono ad una riflessione.

Proprio nel Purgatorio ho trovato i personaggi senesi i cui versi di riferimento sono ricordati per le strade di Siena con delle targhe che risalgono al 1921 quando si volle in questo modo celebrare i seicento anni dalla morte del Sommo Poeta.

Durante la Conferenza di cui sopra, tra l'altro, Mario Ascheri, senior professor dell'Università di Roma Tre, ha sottolineato come Siena sia la città maggiormente citata nella Commedia.

Quindi, mi faceva piacere condividere con voi queste citazioni.

Non sono la prima che lo fa quindi niente di originale ma quello che vorrei trasmettervi è che leggere quei versi non estrapolati ma arrivandoci dall'inizio della Selva Oscura è tutta un 'altra cosa. Una vera e propria esperienza.

I versi riportati nella foto che apre il post

Ricorditi di me, che son la Pia; 
Siena mi fé, disfecemi Maremma(Purgatorio V, 130-136)

visibili nel lato di Palazzo Tolomei che forma il Vicolo della Torre, si riferiscono a Pia de Tolomei, senese sposa di Nello d'Inghiramo dei Pannocchieschi, signore del castello della Pietra in Maremma, uccisa da questi perché voleva convolare a seconde nozze o forse per infedeltà o presunta infedeltà di Pia.

Siena: Piazza Tolomei

C'è da dire che durante una delle Passeggiate d'autore del 2014 il Prof. Massimo Seriacopi, docente di Lettere, dottore di ricerca in Filologia dantesca presso l’Università degli Studi di Firenze, ci rivelò che la Pia della Commedia è Malavolti e non Tolomei, giusto per complicare un po' di più la storia.

Comunque sia, Pia de' Tolomei la troviamo nel V canto del Purgatorio nella schiera dei morti violentemente, coloro cioè che furono uccisi con la violenza e che si pentirono solo all'ultimo istante di vita.

Mentre le anime precedenti, quelle di Jacopo del Cassero e Bonconte da Montefeltro, hanno dato molti dettagli della loro vita, morte e momento di conversione; Pia invece ci dice pochissimo di se il tutto in due terzine e un verso*. Mi verrebbe da dire che il less is more ha una validità universale.

Molta curiosità suscita nel lettore questa figura così regale e discreta.

Non sappiamo di quale vita peccaminosa ella si sia macchiata o forse al tempo di Dante lo sapevano tutti e quindi per questo non ha ritenuto necessario farla parlare di se. Eppure tutto ciò qui non importa. Importa la conversione in fin di vita, l'accettazione del dono della Grazia che in punto di morte l'ha resa consapevole dei suoi peccati.

Come ciò sia possibile? come cioè basti un solo atto di penitenza fatto in fin di vita a salvare un anima? È possibile perché per il cristiano, quindi per Dante, il giudizio di Dio è indipendente dall'opinione umana. Insomma, ricordate il 'Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare'? Ecco, a Dio tutto è possibile.

Nelle parole di Pia ci sono due versi, 'salsi colui che 'n anellata prima/di sposando m'avea con la sua gemma' che alludono al suo fidanzamento e che mi hanno ricordato la passeggiata guidata sulle Pompe Sanesi in cui la guida ci illustrò i due diversi momenti del fidanzamento e matrimonio nel Medioevo.

Pia si trova nell'Antipurgatorio dove si trovano i negligenti. Per poter salire sulla montagna delle virtù, quindi il vero e proprio Purgatorio dove poter espiare le colpe e quindi accedere in Paradiso che per queste anime è comunque cosa certa, dovrà attendere per un numero di anni pari a quelli che ha vissuto.

Le preghiere da parte dei vivi virtuosi potrebbero accorciare l'attesa, affrettare la sua purificazione ed è per questo che ne fa richiesta a Dante per quando egli tornerà nel mondo dei vivi non prima però di essersi riposato ('Deh, quando tu sarai tornato al mondo, / e riposato de la lunga via')

Come vi accennavo all'inizio del post, per me è stata un'altra cosa essere arrivata a Pia dopo aver percorso l'Inferno di Dante. Leggere i versi estrapolati dalla Commedia non restituisce affatto il fascino dell'idea di Dante.

Altrettanto mi è capitato dopo aver letto di Sapia e di Provenzano Salvani ai quali dedicherò un post ciascuno. L'idea, forse i lettori senesi l'hanno intuita, è quella di scrivere poi un post dove far confluire i singoli di cui questo è il primo e proporre un itinerario nei luoghi della Commedia a Siena e magari, perché no?, far venire voglia anche a voi di riprendere in mano la Divina Commedia.

(*)« "Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
e riposato de la lunga via",
seguitò 'l terzo spirito al secondo,

"Ricorditi di me, che son la Pia;
Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che 'nnanellata pria

disposando m'avea con la sua gemma". »
(Purgatorio V, 130-136)

lunedì 23 novembre 2015

Cimitero Monumentale di Siena

Siena: Cimitero Monumentale

Tempo fa nel post Cose da fare gratis a Siena avevo inserito la visita all'Ottocentesco Cimitero Monumentalale di Siena, ovviamente ad ingresso gratuito.

Come mai? perché è anche come entrare in un Museo all'aperto.

In esso infatti si possono ammirare sculture e affreschi eseguiti da artisti senesi dal Purismo al Liberty come Tito Sarrocchi, Giovanni Duprè, Alessandro Franchi, Guido Bianconi, Ezio Trapassi e altri; quindi troveremo lo stile ispirato a temi religiosi, al bello classico e al romanticismo, con punte di verismo come ad esempio Dupré, e lo stile  floreale e simbolico di primo 'Novecento.

Una volta deciso che volevo scrivere questo post sul Cimitero Monumentale di Siena, sono tornata al Cimitero in compagnia del volume 'Tutta Siena, Contrada per Contrada' di Piero Torriti che mi ha fatto da guida per trovare la collocazione di ogni opera per questo itinerario.

C'è stato un finale commovente a sorpresa non incluso nella guida di cui vi renderò partecipi.

Il Cimitero Monumentale di Siena è un vero labirinto dislocato su più livelli. Ci si può orientare con i nomi delle sezioni in cui è diviso, solo che non c'è una piantina. Io qui comunque vi proporrò un itinerario 'lineare' con le sculture che si lasciano ammirare anche quando le porte  a vetro sono chiuse. Per gli affreschi è un tantino diverso; difficilissimo poterle apprezzare. Poi vi dirò di altre opere, non inserite nella guida di Torriti, che potete trovare se avete voglia di fare una caccia al tesoro 'composta', però, mi raccomando :-)

Siena: Cimitero Monumentale

La foto di sopra è un collage di due immagine della planimetria del Cimitero Monumentale di Siena tratta da una brochure.

A commento di alcune opere riporterò citazioni tratte dal volume Siena tra Purismo e Liberty, catalogo di una mostra a Siena del 1988, che mi sono state utili per meglio comprendere l'iconografia delle opere d'arte.

Una volta entrati nel Cimitero seguite il percorso a sinistra della grande statua con il Cristo Risorto di Vico Consorti fino ad arrivare al corpo più antico del cimitero: un quadrilatero con al centro un obelisco. Non ci arriverete dal centro delle due ali aperte ma da un lato.

Lungo il quadrilatero si aprono una serie di cappelle gentilizie che sono quelle che ci interessano per questa visita.

Siena: Cimitero Monumentale

Partendo da destra:
- la terza cappella presenta un gruppo marmoreo raffigurante la madre morta con il figlio in grembo dello scultore Guido Bianconi (1902) - uno dei primi scultori senesi ad abbracciare il simbolismo floreale proprio del Liberty - dedicato a Gemma Raimondi, moglie di Palmiero Palmieri Nuti, morta mentre era incinta di alcuni mesi.

Siena: Cimitero Monumentale

Pur ignorando la vicenda, appena ci si trova davanti a questo monumento si rimane un po' spiazzati per la leggerezza della rappresentazione; quando si capisce il motivo della morte l'interesse per l'arte cede un attimo il posto alla necessità di omaggiare la defunta con il nostro raccoglimento. Almeno è quanto è accaduto a me.

'Bianconi svolse il tema delle due morti collocando al centro della composizione, seduta sul sepolcro, simbolo della soglia tra il mondo reale e quello ultraterreno, la bellissima figura della madre con il bambino seminascosto fra le pieghe del manto e il mazzo di rose sbocciato sul grembo. Mentre sulla parete di fondo, sotto i versi di Pascoli: "Anima col tuo bocciuolo/La morte non è un'aurora?/Non c'è una cuna per l'amor tuo?/La tomba non è una cuna?", una schiera di angeli musicanti resi con un rilievo bassissimo, quasi appena accennati, commentano l'evento.' Il Liberty a Siena di Marta Batazzi

- la sesta cappella della famiglia De Mez presenta l'Angelo della Resurrezione dello scultore Tito Sarrocchi (1894); colui al quale fu affidata la copia della Fonte Gaia di Jacopo della Quercia (che, ahimè, non regge il confronto). Questo angelo è la sua ultima opera.

Siena: Cimitero Monumentale

Sarà che mi sento condizionata dalla rilettura della Divina Commedia che sto facendo in questo periodo ma è proprio così che mi immagino l'angelo portinaio all'ingresso del monte del Purgatorio (per ora sono arrivata qui): autorevole, limpido e sapiente anche se gli manca la spada. Il gesso di questa scultura si trova nella gipsoteca di Tito Sarrocchi nel Complesso Museale Santa Maria della Scala.

- la nona cappella della famiglia Bandini-Piccolomini presenta la Riconoscenza di Tito Sarrocchi e l'affresco con le Marie al sepolcro di Alessandro Franchi. Questa scultura è di una delicatezza unica. La piega della veste all'altezza del seno sembra reale; viene voglia quasi di raddrizzarla. Il bordo del velo denuncia una pazienza certosina dello scultore. Straordinaria.

Siena: Cimitero Monumentale

- la tredicesima cappella della famiglia Venturi-Gallerani presenta il Genio della morte, prima opera di Tito Sarrocchi (1860).

Siena: Cimitero Monumentale

Più classico di così!

"Il Genio con la sua fiaccola capovolta e spenta, a significare la fine della vita terrena, e incoronato dal sempreverde cipresso, è un ineccepibile prodotto accademico, di irenica bellezza e di elegante compostezza formale, chiaramente meditato su modelli antichi e su sculture come il 'David' bronzeo di Donatello." Tito Sarrocchi di Raffaella Marcucci.

- la quattordicesima cappella della famiglia Chigi-Saracini presenta l'angelo musicante di Vico Consorti. Beh, tutta la cappella direi che si fa ammirare. Sembra di essere all'Accademia Chigiana :-)

Siena: Cimitero Monumentale

- la ventunesima cappella della famiglia Ponticelli-Pallini presenta la figura giacente di una defunta di Tito Sarrocchi.

Siena: Cimitero Monumentale

Lo so, è girata. Come si fa a vederla? Allora, non ne sono sicura al cento per cento però nella gipsoteca di Tito Sarrocchi del Complesso Museale Santa Maria della Scala c'è questo modello in gesso che secondo me se non è di questa scultura un po' gli somiglia quindi magari un'idea comunque possiamo farcela. Forse c'è qualche discrepanza con il ricamo del cuscino.

Siena: Complesso Museale Santa Maria della Scala

- la ventiduesima cappella della famiglia Tadini-Buoninsegni presenta un monumento marmoreo raffigurante la Fede, la Speranza e la Carità di Tito Sarrocchi (1868). Molto austero direi nell'insieme.


Siena: Cimitero Monumentale

Cambia l'impressione quando ad esempio ammiriamo da vicino la copia in gesso della Carità conservata nella gipsoteca di Tito Sarrocchi al Complesso Museale Santa Maria della Scala.



Siena: Complesso Museale Santa Maria della Scala

Sotto il loggiato:- tomba Cambi di Tito Sarrocchi raffigurante Tre fanciulli (1865).


Siena: Cimitero Monumentale

Sul lato sinistro seguono altre cappelle:


- la venticinquesima della famiglia Bichi-Ruspoli-Forteguerri presenta una Pietà di Giovanni Duprè (1866) commissionatagli dal marchese Bichi Ruspoli. Rappresenta l'opera più nota di questo scultore senese, premiata con primo premio e medaglia d'oro all'esposizione internazionale di Parigi del 1827. Stupenda, davvero. Parla da sola questa scultura.

Siena: Cimitero Monumentale

"che dolore santo in quella tua Madonna che (...) aprendo su lui le materne braccia e sul capo chinandogli il 'l volto, pare che dagli occhi e dalla bocca spiri l'anima com'in atto di volergli ridare vita." A. Conti, 1865

E Dupré stesso in risposta ad una lettera del Marchese scrisse "Tu dici che la testa della Madonna ti muoveva in lacrime! Mi è grato sentir dir questo, ma non mi sorprende; io ci ho lacrimato nel farla (...) Ti confesso che mi costa molta e intensa passione quel lavoro."

- la ventiseiesima cappella della famiglia Nardi presenta un altorilievo raffigurante l'Eternità che ricongiunge le anime che la morte ha diviso  di Guido Bianconi (1908). Come già nella madre morta con il figlio in grembo anche qui lo scultore si serve di "apparizioni irreali tendenti a sottolineare l'eternità della vita per dare della morte un'immagine meno terribile" (Il LIberty a Siena di Marta Batazzi).

Siena: Cimitero Monumentale

A destra del quadrilatero si apre un loggiato a due bracci con altre cappelle, fra le quali, partendo dal braccio sinistro:
-  la prima cappella della famiglia Placidi presenta una gigantesca statua di Ezechiele che resuscita i morti di Tito Sarrocchi (1879). I riflessi della luce nel vetro impediscono di fare foto ma è da vedere, assolutamente.
- esternamente, dopo la prima cappella, si trova la Tomba di Clementina Cresti Partini con il busto scolpito da Tito Sarrocchi. Quanta compostezza 'nefertiniana' mi è venuto da pensare. Non passa inosservata, credetemi.

Siena: Cimitero Monumentale

- esternamente, dopo la seconda cappella, si trova la Tomba di Luciano Banchi con un Cristo in pietà affrescato da Alessandro Franchi;

Siena: Cimitero Monumentale

- la quinta cappella della famiglia D'Elci-Pannocchieschi presenta Tobia che seppellisce i morti, capolavoro marmoreo di Tito Sarrocchi (1873), primo premio all'esposizione internazionale di Vienna del 1873.

Siena: Cimitero Monumentale

"Qui lo scultore compone in maniera più mossa e 'ardita' il tema cristiano della carità, l'intento ideale, con una resa attenta del dato reale, grazie anche ad un modo di modellare forte, e allo stesso tempo accurato." Tito Sarrocchi di Raffaella Marcucci

Mi affascina molto questo gruppo scultoreo forse anche per la semplicità della cappella che, priva di altre opere, ne amplifica il valore.

E però, forse ha ragione Pier Luigi Olla, scultore senese, che durante la Passeggiata d'autore dedicata a "Tre scultori dell'Ottocento" (Duprè, Sarrocchi e Fracassi) ha detto che gli è più facile distinguere un Tino di Camaino da un Giovanni Pisano che un Tito Sarrocchi da un Giovanni Dupré.

In effetti, ora che ci penso, il volto del defunto del Sarrocchi nel gruppo con Tobia mi ha ricordato il volto di Abele, la prima scultura realizzata da Giovanni Duprè, il cui gesso è visibile nella gipsoteca dello scultore presso il Museo della Contrada dell'Onda. Se non lo sapessi, avrei potuto scambiare la paternità delle opere.

Siena: Museo della Contrada dell'Onda

- la sesta cappella della famiglia Raffo, di forma ottagonale su disegno di Giuseppe Partini, presenta affreschi di Alessandro Franchi, Gaetano Marinelli e Giorgio Bandini (1889) che si riescono a vedere un pochino meglio;

Siena: Cimitero Monumentale

Nel braccio destro:
- appena all'inizio, sulla parete a sinistra, Giovinezza recisa (1903) di Guido Bianconi per la tomba Gianni "raffigurante un angelo intento a consolare una fanciulla dall'aria languida e trasognata". Il Liberty a Siena di Marta Batazza.

Siena: Cimitero Monumentale

"La sua scultura potrebbe definirsi l'arte del sentimento più che l'arte della forma, o meglio, una pittura di rilievo perché perfino le pieghe dei manti hanno una tinta speciale che si accentua nella tristezza stanca." Eugenio Ercoli

- nella parete di fronte si trova la Tomba di Giuseppe Bratto (1901) di Patrizio Fracassi.

Siena: Cimitero Monumentale

- la sesta cappella, quella delle suore dei poveri di Santa Caterina, presenta affreschi di Luisa Franchi Mussini qui sepolta insieme al marito Alessandro Franchi.

Siena: Cimitero Monumentale

Anche qui mi sono fermata un attimo in più e non per ammirare gli affreschi ma perché non avevo mai visto una cappella di suore defunte sepolte tutte insieme. Mi ha fatto tenerezza; forse perché ho ripensato alle mie amiche monache di Lecceto, ancora vive però!

- la cappella ottava della famiglia Papi-Mattii presenta bassorilievi di Ezio Trapassi.

Siena: Cimitero Monumentale

Ecco, di questo scultore ci sono altre opere nel Cimitero Monumentale di Siena ma mi è difficile darvi le dritte per raggiungerle perché anch'io sono riuscita a trovarne solo altre due e per pura fortuna, credetemi; infatti non saprei ritrovare la strada. Io intanto però vi dico la collocazione e così voi magari potete divertirvi a trovarle che mica vi posso dire tutto io, no?

Ecco allora l'elenco:

- Le guarigioni sulla montagna, opera in bronzo del 1915 per la Tomba Cellesi. Si trova nella sezione San Buonaventura (questa l'ho trovata);

- Tomba di Letizia Morandi, opera in marmo realizzata dopo il 1918. Si trova nella sezione San Primo Martire (questa l'ho trovata);

- Tomba di Rino Daus, opera in bronzo realizzata tra il 1921 e il 1929. Si trova nella sezione San Cristoforo;

- Tomba di Remo Ciocchetti, opera in bronzo realizzata  nel 1925. Si trova nella sezione Santa Lucia;

- Autoritratto (1954) e Cristo morente (1957), bronzo per la  Tomba di Ezio Trapassi. Si trova nella sezione San Giordano.

I sotterranei del Cimitero Monumentale di Siena sono molto suggestivi.

Siena: Cimitero Monumentale

Solo un po' impressione mi hanno fatto quegli adesivi su alcune tombe con scritto 'Concessione/Locazione di sepoltura scaduta'...

E ora vi svelo ciò che mi ha commosso,

Prima di uscire, mi sono ritrovata all'inizio del corridoio a destra della Chiesa del cimitero con ingresso da uno dei lati del quadrilatero. Mi sembrava una tomba importante perché c'era un imponente Angelo del giudizio.

Siena: Cimitero Monumentale

Abbassando lo sguardo poi mi ha colpito moltissimo un altorilievo con il volto di una donna e del suo bimbo.

Siena: Cimitero Monumentale

Per qualcuno la scultura del Sarrocchi sarà anche gelida; qui sicuramente no, secondo me. Mi sembrava quasi di sentire il respiro del bimbo.

C'era una scritta che non riuscivo a leggere per intero perché coperta dai fiori finti (orribili! posso dirlo?). Ho scostato i fiori e ho letto questo:

Alla cara e lacrimata memoria
di
ERNESTA GANI
pia affettuosa saggia modesta
per XXV anni delizia e cura
di Vincenzo e di Teresa genitori amatissimi
il dì VIII settembre MDCCCLXII
inattesamente da morte rapita
insieme col primo frutto del comune amore
TITO SARROCCHI
marito felice soli XVI mesi e in un attimo non più marito né padre
con mesto desiderio dedicò questo monumento di sua mano scolpita

Si tratta della prima moglie di Tito Sarrocchi.

Tante altre dediche commoventi si trovano nelle tombe che vogliono una sosta.

Infine, c'è stato un altro monumento che mi ha colpito da lontano per la sua dinamicità, diciamo così. Mi sono avvicinata e ho letto che si tratta del monumento 'a perenne memoria dei Contradaioli defunti'.

Siena: Cimitero Monumentale

L'autore è Plinio Tammaro. Non lo sapevo e ho chiesto a Martina Dei, guida autorizzata di Siena.

Al di là delle opere d'arte, un Cimitero non può che interrogarci su cosa ci sia dopo la morte. Io non lo so, ma mi piace concludere questo post con i versi tratti da I Sepolcri di Ugo Foscolo incisi nel cimitero di paese dove si trova la tomba della mia famiglia.

Ah! sugli estinti/non sorge fiore ove non sia d'umane/lodi onorato e di amoroso pianto

Ahi! Sui morti non sorge [nessun] fiore, quando (ove) non sia onorato da lodi umane e da pianto affettuoso.

lunedì 16 novembre 2015

Compiti a casa

#100happydaysitalia

Questa lavagnetta l'ho acquistata da poco per scriverci sopra i compiti a casa che ci assegna a lezione la mia insegnante di Yoga, Silvia Cavicchioli.

Cosa sono i compiti a casa?

Nell'intervista* che le ho fatto qualche mese fa a questa domanda Silvia mi rispose così: "I compiti a casa servono a capire che la meditazione e la crescita non sono riservati solo al tempo in cui lavoriamo insieme; ma possono, dovrebbero, estendersi a tutti gli aspetti della vita così da poter cambiare qualcosa, così da poter soffrire meno. Essere sempre in parte consapevoli di noi e non solo proiettati all’esterno ci può dare l’opportunità di fare scelte più oculate, più giuste per noi. Grandi maestri come Gurdjieff o più recenti Tich Nhat Han hanno sempre dato e danno compiti di consapevolezza per stimolare il cambiamento, la presa di coscienza, per non essere in preda ai capricci della mente. Ho preso esempio da loro. "

Ecco, al momento nella mia lavagnetta c'è quel compito che potete vedere nella foto e cioè Osservo le cose belle della mia giornata e, osservandole, le nutro. Le cose brutte provo a guardarle in altro modo. Questo è un compito a vita.

Potrà sembrare una banalità ma è una abitudine che sto coltivando e che mi piace e che si sta completando in questi giorni con la sfida lanciata da Alessandra Pagani, del blog Una lettrice, su Facebook: il challenge #100happydaysitalia.

In cosa consiste? Nello scattare ogni giorno una foto di cosa ci ha reso felici in quella giornata e condividerla sui Social.

Può essere qualsiasi cosa, 'da un incontro con alcuni amici a una deliziosa fetta di torta nel bar più vicino, dalla sensazione di essere a casa dopo una dura giornata di lavoro a un favore che hai fatto a uno sconosciuto.' (cit. dal sito ufficiale del challenge)

Ci avevo già provato una volta e avevo smesso quasi subito. Cosa mi ha fatto accettare di nuovo la sfida? intanto il fatto che fosse in linea con il compito a casa di cui vi ho parlato sopra e che stava già dando i suoi risultati e poi le indicazioni utili di Alessandra per affrontare meglio la sfida e che trovate qui. La più utile è stata la prima e cioè 'Abbiate a cura la vostra privacy'; perché proprio questo mi aveva bloccato la prima volta.

Cosa accadrà a fine sfida? Intanto che avrò acquisito una buona abitudine e poi... be; potrei continuare con il Vaso della Felicità di Elizabeth Gilbert. Di cosa si tratta? leggete qui. Io ho già adocchiato un vaso in casa scampato al festival del riordino ;-)

La sfida è sempre valida e aperta a tutti quindi potete farla anche voi iniziando in qualsiasi momento. 

*L'intera intervista la trovate qui

lunedì 9 novembre 2015

I colori di Siena

I colori di Siena

Per il progetto #insiders* questo mese ci è stato proposto di parlare dei colori delle nostre città quindi io vi parlerò dei colori di Siena.

Nanni Moretti in Palombella Rossa diceva '... perché le parole sono i portanti...' Ecco, io dico che a Siena 'i colori sono importanti' e come se lo sono!

Intanto esiste un colore terra di Siena, una gradazione del marrone. Pensate che c'è chi ha deciso di visitare Siena proprio per questo motivo. Non ci credete? Leggete questo post scritto da una pittrice amatoriale pubblicato nel blog Viajar cueste lo que cueste. È scritto in spagnolo ma credo che si capisca.

Poi, a seguire, abbiamo:

I colori bianco e nero della Balzana, lo stemma di Siena, che richiamano l'origine  prestigiosa della città: Roma. Infatti la leggenda, o una delle leggende, dice che i colori bianco e nero derivano dai cavalli di Aschio e Senio, fuggiti da Roma per scampare alle ire dello zio Romolo, i quali fermatisi nel colle che diventerà Castelvecchio fondarono Siena. I cavalli erano uno bianco e uno nero, neanche a dirlo.

I colori dei palazzi civili di Siena: il bianco della pietra da torre e del travertino, il rosso del laterizio e del cotto e il nero della serpentina. Un approfondimento al riguardo lo trovate in questo post ispirato dal libro Siena Medievale. L’architettura civile di Fabio Gabbrielli.

I coloridi Siena

I marmi bianco, rosso e verde/nero del Duomo di Siena.

I colori di Siena

L' oro di Duccio Buoninsegna, il turchino di Simone Martini e i pastelli di Ambrogio Lorenzetti.

I colori di Siena

Il verde delle valli come quella di Follonica.

I colori di Siena


Il colore dell'arenaria dei Bottini e del tufo nell'anello di Piazza del Campo nei giorni del Palio.


I colori di Siena


Infine i colori delle Contrade mostrate in tutto il loro splendore nelle monture indossate dalle comparse di ogni Contrada  durante la Passeggiate Storica che precede il Palio e nel 'giro' per le vie della città durante le Feste Titolari in onore dei Santi Protettori. Feste che  hanno inizio ad aprile con la Contrada di Valdimontone per finire a settembre con la contrada dell'Aquila.


I colori di Siena


Ogni Contrada ha i suoi propri colori identificativi e guai a dire 'rosso rubino' al posto di 'rosso corallo', per esempio.


In tutti gli inni di Contrada sono citati, o comunque si fa riferimento, ai propri colori tranne in quello dell'Oca (me ne sono accorta mentre preparavo questo post; per completezza d'informazione sono: bianco, verde e rosso). Eccoli qui:

Valdimontone È il bianco rosso e giallo spiegato al primo sole, che del Palio di Siena è lo splendor.

Curiosità: per meglio distinguersi dai fantini di altre Contrade, quello di Valdimontone veste giubbetto e pantaloni rosa dal 1835.

I colori di Siena

Drago Il rosso il giallo il verde son magici color, che danno ai nostri cuori la gioia e la passione!

Giraffa Bianco e rosso nei cieli più alti, bianco e rosso del nostro rione, quando Siena alle pugna giocava già di te si sentiva parlar.

Civetta Il Castellare è tutto in festa: quanta Letizia c'è nei nostri cuor! Inneggiamo alla Civetta, inneggiamo ai suoi color.

Tartuca L'azzurro splendente del cielo con l'oro brillante del sole abbracciano di un serio velo il nostro Tartucon.

Leocorno Il bianco è la fede, l'arancio è la storia l'azzurro è la gloria dei nostri color.

Onda Via l'Onda del cielo e del mare

Chiocciola Rosso, giallo e celeste, i colori del vessillo a te dedicato son, per sempre, segnati nei cuori di coloro che il cuore t'han dato

Bruco Gialla e verde bandiera festante ed il blu che ci die' Barbicon son colori di gloria, di festa i color del nostro BRUCON

Torre Sei del cielo di Siena la stella, scintillante di luce vermiglia

Nicchio Contrada azzurro come il nostro cielo dal mare cullata conchiglia di corallo coronata

Selva O Selva, Selvina va! il Palio si vincerà con l'arancio e il bianco e il verde ogni cuore sarà in festa nella città.

Istrice Istrice nostro dai quattro color l'anima sei di tutta Camollia nei tuoi vessilli vibran mille cuori.

Lupa Di Roma lo stemma di Siena i colori

Pantera Rosso, ardente colore di fiamma ed azzurro di ciel: la più cara, la più amata la nostra bandiera, ci fa figli di una stessa mamma.

L'aquila Anche se il Palio è spesso lottato, con un cavallo alato: che puoi far?.. È l'Aquilon celeste, giallo e nero che spesso primo tu vedrai arrivar...

Questi sono I colori di Siena. Ne ho dimenticato qualcuno?

Ci hanno provato con la Candidatura di Siena Capitale Europea della Cultura 2019 a proporre un nuovo colore in cui si riconoscessero tutti i popoli delle Contrade: il rosso magenta, il colore della verbena che nasceva in Piazza del Campo; ma a quanto ho potuto leggere all'epoca, non ci sono riusciti. Forse è stata una forzatura :-)

(*)questo post fa parte del Progetto Insiders. Pillole di Travelblogging lanciato da Trippando.com

domenica 8 novembre 2015

Londra: Griffin House Hotel

Londra: hotel

Con questo post concludo il racconto della mia prima volta a Londra.

Siamo partiti con il mio itinerario a Londra in cinque giorni che ho approfondito nei giorni seguenti parlandovi di  Musei e gallerie d’arte, di Luoghi di culto, di luoghi del Divertimento e di Relax e infine di Piatti tipici.

In quest'ultimo post vi parlerò dell'Hotel dove ho soggiornato, il Griffin House Hotel.

Come l'ho scelto? Attraverso una blogger che a suo tempo si era trovata benissimo.

Posizione ottima, tranquilla, vicino a Hyde Park e alla fermata della metropolitana Marble Arch; circondata da locali e ristoranti per lo più arabi, e non, ma è per dirvi che volendo uno potrebbe anche fare cena in zona.

La camera doppia di dimensione contenuta che ci hanno assegnato era mansardata quindi  all’ultimo piano, senza ascensore (ma questo lo sapevo) con il pavimento non proprio a filo di piombo.

Corridoi e pianerottoli tinti di bianco e grigio chiaro con simpatiche stampe a tema britannico.

Camera con vista Dickensiana (vedi foto ad apertura del post), arredamento stile Ikea, letti comodi, temperatura confortevole.


Moquette, e questa non mi piace mai.

Due specchi grandi in camera, tv a schermo piatto che non abbiamo avuto il tempo nemmeno di accendere per vedere se funzionava, wifi gratis e funzionante, armadio/non armadio nel senso un appendiabiti a vista, una cassettiera, un comodino con una lampada da notte un po’ sgarrupata che non siamo riuscite ad accendere nonostante il foglietto delle istruzioni incollato al cappello della lampada, adattatore in dotazione, asciugacapelli.

Personale della Reception presente h 24, colazione con diversi troppi prodotti confezionati tra cui pancakes e crepes al cioccolato :-(, uova su richiesta (io le ho sempre prese strapazzate con il pane tostato), caffellatte, succhi di frutta, cereali, yogurt, frutta fresca, affettati, pane.

Fin qui tutto bene. Veniamo a quello che è andato meno bene.

La pulizia lasciava un po’ a desiderare nel senso che nei cassetti dei mobili in camera non avrei mai messo i miei vestiti. Anche in bagno, oltre alla seggetta del wc visivamente allentata, la pulizia non era il massimo sia del piatto doccia ma soprattutto in quel miscelatore dell’acqua che c’era nel muro all’interno della doccia. Per non parlare del nappo doccia che implorava un anticalcare e l'aspiratore che, oltre ad essere ciondoloni, dalla lanetta presumo non vedesse un'aspirapolvere da parecchio tempo. I teli ce li hanno cambiati quando li abbiamo lasciati per terra, il bagnoschiuma (un flaconcino per due persone per quattro notti) invece no, nonostante quello vuoto lo avessi lasciato insieme agli asciugamani; anzi l'ho ritrovato sul porta sapone!. Meno male avevo portato il mio bagnoschiuma 'che-non-si-sa-mai'.

Il personale educato ma senza sdarsi, ecco. Della serie che, ad esempio, c'erano delle mappe della città gratuite presso la Reception che non si vedevano se uno non sostava a lungo davanti al bancone e nessuno che ci avesse chiesto se ne avevamo bisogno. E' una sciocchezza però anche quello fa parte dell'accoglienza. Ricordate che è il mio lavoro.

Imparo molto da queste esperienze per fare meglio nel senso che ad esempio ora capisco quando a volte i clienti stranieri ci scrivono che non vedono l’ora di visitare l’Italia. Mi sembrava esagerato prima e invece non è così perché anch’io avevo l’entusiasmo di chi visita una città nuova, l'avevo manifestato nelle mie e-mail, ed è come se avessi desiderato che il personale empatizzasse con questo mio desiderio, lo facesse suo insomma e fosse contento di contribuire a renderla indimenticabile.

Forse esagero, però questa cosa mi ha fatto riflettere.

E comunque rapporto qualità/prezzo non soddisfacente.

Se ci tornerei? Forse sì; ho scritto all'Hotel quanto ho riportato qui e avvertendoli di ciò visto che il giorno dopo la mia partenza mi hanno mandato una mail chiedendomi di scrivere una recensione su Tripadvisor se mi ero trovata bene altrimenti di far sapere loro cosa non era andato bene. In caso di un futuro soggiorno, quindi, immagino che si ricorderebbero di me e cercherebbero di fare meglio, almeno spero. O magari, voglio essere positivissima, faranno tesoro di queste mie segnalazioni per i futuri ospiti.

La pulizia secondo me non dipende dalla categoria dell’albergo, deve esserci a prescindere e non c'entra niente con l'ottimizzazione della vendita delle camere nel senso che una camera minuscola assegnatami all'ultimo momento nonostante avessi prenotato a marzo non lo contesto, non posso chiedere di abbattere un muro e viceversa mi sarebbe potuto capitare anche un upgrade se all'Hotel faceva comodo per riempire dei buchi nel planning; ma una pulizia approssimativa, no e hanno avuto cinque giorni per dimostrarmi che non era stata una svista :-)

Magari prima di tornare qui proverei a cercare un altro albergo sempre vicino ad un parco e a una fermata della metropolitana perché credo che se uno il giorno della partenza ha un volo ad un orario comodo, circondarsi della Natura può risultare un ottimo espediente per rientrare sereni e carichi di energia alla vita quotidiana.

Bene, mi sembra di avervi raccontato tutto. E' stato un piacere perché così ho ripercorso e approfondito alcune cose che non avevo capito mentre mi trovavo a Londra.

Se avete delle domande, fatele pure. Se invece volete arricchire i miei post scrivendo le vostre esperienze a Londra non potrà che farmi piacere.

sabato 7 novembre 2015

Londra: piatti tipici

Ci stiamo avvicinando alla fine. Dopo il post del mio itinerario a Londra in cinque giorni vi ho raccontato di Musei e gallerie d’arte, di Luoghi di culto, di luoghi del Divertimento e di Relax.

Ora è arrivato il momento mangereccio con i piatti tipici, importante quando si visita una città anche per farsi un'idea più completa della sua cultura.

Ecco allora i cibi caratteristici di Londra che ho provato. Ho mancato l'English breakfast ma perché facevo colazione in albergo dove purtroppo    pancakes e crêpes erano confezionati :-(

Ora però vi racconto dei cibi buoni.

FISH & CHIPS

Il primo giorno, dopo quattro ore di visita alla National Gallery, all'improvviso ci siamo accorte di essere affamate. Infatti dalla colazione del mattino in aeroporto avevamo poi spezzato un po’ con una crepe alla nutella presa in una bancarella a Oxford Sreet e basta. Quindi  non vedevamo l'ora di andare a cena.

Londra: Fish and Chips

Abbiamo deciso di provare subito il Fish and Chips, piatto tipico.

Per la scelta del ristorante ho attinto dai suggerimenti di Francesca Turchi nel suo blog Travel's Tales e quindi siamo andate a Rock & Sole Plaice nella zona di Covent Garden.

Abbiamo scelto il merluzzo impanato e fritto con le patate e una birra. Piatto abbondante e gustoso che abbiamo letteralmente spolverato tanta era la fame. Cos'ha di particolare, vi starete domandando? la pastella dell'impanatura che è molto densa e che ho letto in giro è il vero segreto del piatto.

SUNDAY ROAST

Sempre grazie al blog di Francesca sapevo già prima di partire che il piatto della domenica degli inglesi è il Sunday roast e quindi volevo provarlo.

Ci trovavamo nei pressi di Princess road la domenica verso ora di pranzo quando ho quasi inciampato con una lavagnetta con scritto Sunday roast davanti all'ingresso di un pub ristorante.

Londra: Sunday roast

Abbiamo dato un'occhiata e ci è piaciuto molto quindi siamo entrate. Si chiama The Engineer.

Londra: Sunday roast

Che cos'è il Sunday roast? Un piatto unico con carne cotta al forno (noi abbiamo preso la carne di manzo) verdure lesse, patate e una specie di cestino croccante fatto di pastella che ho scoperto ora chiamarsi Yorkshire pudding e che si dovrebbe inzuppare con la salsa della carne servita in una ciotolina a parte. Io la salsa l'ho versata sulla carne e il pudding l'ho mangiato come se fosse pane :-) In più noi abbiamo preso una porzione di cavolfiore con una salsina. Da bere: birra.

Il locale ci è piaciuto molto anche perché era frequentato da persone del posto. Come in altri ristoranti anche qui abbiamo trovato un cameriere italiano. Londra è piena di ragazzi ventenni impiegati soprattutto nella ristorazione.

STREET FOOD
Non l'ho provato ma a Camden c'è la zona dello street food per cui a chi piace e fa la passeggiata Little Venice, Primrose hill, Camden consiglio di arrivare direttamente a destinazione per mangiare.

Londra: street food

AFTERNOON TEA

Per me un'esperienza indimenticabile tanto che mi sono domandata 'Abbiamo importato Halloween, non era meglio importare il rito dell'afternoon tea? Mah! Comunque, andiamo con ordine.

Avevo letto dell'afternoon tea che non è il solito tea con un pasticcino, no. Solo che avevo provato in un Bar ma ero arrivata tardi (le diciotto) e mi hanno detto che l'afternoon tea non era più disponibile e quindi ho immagazzinato anche questo dato.

Il giorno dopo allora abbiamo fatto di tutto per arrivare in orario e cioè prima delle diciassette.

Ci siamo dirette prima a Piccadilly Street perché lì c'era sia Fortnum & Mason che l'antica libreria Hartchard's che a mia sorella sarebbe piaciuto visitare.

Quando siamo entrate però l'impressione che abbiamo avuto è stata quella di un centro commerciale. Infatti al pian terreno c'era di tutto di più tra tea, tisane, cioccolate, cioccolatini etc. Poi altri piani e al quarto servivano l'afternoon tea. Ci siamo affacciate ma l'atmosfera non ci ha convinto soprattutto perché io avevo un'altra opzione presa dal blog Ma che davvero? di Chiara e cioè Sketch a Conduit Street. Una volta appurato che si trovava vicino a dove eravamo, non ci abbiamo ripensato su e ci siamo incamminate.

Londra: afternoon tea

Che dire? Non ringrazierò mai abbastanza Chiara perché è stata un'esperienza incredibile!

Anche qui sarebbe meglio prenotare; ma i nostri orari erano un po’ variabili e quindi non era il caso di impegnarsi. Per fortuna comunque abbiamo trovato posto.

Londra: afternoon tea

Immaginate una sala tutta color cipria, dalle pareti alle poltroncine, con una receptionist che vi accoglie con un abitino e pettinatura anni ‘Sessanta e tutti che si preoccupano di farvi trascorrere un momento piacevole. Stupendo.

Ma la cosa importante è che eravamo in perfetto orario per l’afternoon tea.

Che poi il tea sembra la cosa più marginale (poi infatti ho capito come mai ci avevano chiesto se volevamo dell’acqua o dello champagne…) perché, vi starete domandando se non lo sapete già, in cosa consiste l’afternoon tea? In una alzata di tre piani con stuzzichini salati e dolci di vario tipo che dire squisiti è dire niente!

Londra: afternoon tea

Una gioia per il palato, davvero. Non economico, ve lo dico subito. Ma con la scusa che era il compleanno di mia sorella non abbiamo badato a spese.

Londra: afternoon tea

Anche qui abbiamo trovato diversi giovanissimi camerieri italiani e devo dire che è sempre un piacere perché si crea subito un feeling positivo. Una di loro tra l’altro, visto il mio entusiasmo per l’arredamento, mi ha accompagnato nella zona dei bagni che secondo lei non dovevo perdermi. E infatti… ahahah Andare per vedere! A mia sorella ha ricordato il film Arancia meccanica :-). Vi do un accenno, va; non resisto :-)

Londra: afternoon tea

Di fame comunque non si muore a Londra perché ci sono tantissimi ristoranti di cucina internazionale. Anche nei 'ristoranti' dei musei si mangia bene; ad esempio al Tate Modern abbiamo preso un risotto ottimo al ribes con un cuore di formaggio cremoso. La vista poi spettacolare.  Fate attenzione però che ho detto 'ristorante' e non 'bar' dove si trovano panini imbustati per niente invoglianti o 'self service' quest'ultimo provato al Tate Britain la cui gestione ci ha lasciato davvero perplesse.

Nel prossimo e ultimo post vi parlerò dell'Hotel dove ho soggiornato. See you soon!

venerdì 6 novembre 2015

Londra: i luoghi del Relax

Londra: Primrose hill

Dopo il post del mio itinerario a Londra in cinque giorni, quello sui Musei e gallerie d'arte, sui Luoghi di culto e quelli del Divertimento ora è arrivato il momento di un po' di Relax.

Il Tamigi da SOUTHBANK



Una cosa rilassante e anche, con la compagnia giusta, romantica è fare una passeggiata di notte lungo il Tamigi dalla parte di Southbank. E' molto suggestivo perché tutti i palazzi sono illuminati di diversi colori e poi ci sono le panchine dove godersi il panorama.

Passeggiata da LITTLE VENICE a CAMDEN passando per PRIMROSE HILL

Questo itinerario l’ho preso in prestito dalla guida Mondadori. Abbiamo preso la metropolitana fino alla fermata di Warwick Avenue e da lì a piedi fino a Blomfield Road per scendere nel bacino dove si trovano le coloratissime barche ormeggiate che ricordano Venezia.

Londra: Little Venice

E’ possibile costeggiare il canale fino ad un certo punto dopo di che bisogna risalire sulla strada per poi ridiscendere e proseguire costeggiando il Regent’s Canal dove affacciano delle bellissime ville con giardino che ricordano quelle Palladiane. Il consiglio è di seguire sempre l'acqua. Faccio questa precisazione perché le indicazioni della guida erano molto dettagliate, troppo, tanto che quando ha saltato 'un ponte' prima di quello che ci interessava per andare verso Primrose hill,  mi sono persa e ho fatto diverse volte avanti e indietro :-D

Londra: Regent's Canal

Di Primrose hill ne avevo sentito parlare molto da Chiara, una romana vissuta a Londra autrice del blog Ma che davvero?, e mi aveva invogliato a vederlo. In effetti, merita davvero.

Londra: Primrose hill

Nel punto più alto di Primrose hill si può ammirare lo skyline moderno di Londra; ma una frase di William Blake riportata in un muretto ci fa fare per magia un passo indietro nel tempo ‘I have conversed with the spiritual sun. I saw him on Primrose hill.’ Certo, lui tutti questi palazzi moderni non li ha visti di sicuro.

Da Primrose hill abbiamo proseguito sempre a piedi per Camden passando in mezzo alle strade dove abbiamo visto anche una scuola elementare di epoca Vittoriana in Princess Road.

London: Princess Road

Da qui e dopo aver fatto il pranzo domenicale all'inglese, cioè il Sunday roast, siamo arrivate al Camden Market dove abbiamo scoperto tantissime bancarelle di street food di nazionalità diverse e un mercato artigianale al coperto molto caratteristico. Qui quasi quasi cercavo 'Lara', la protagonista del romanzo Da qualche parte nel mondo di Chiara Cecilia Santamaria letto volutamente prima di partire.


Londra: Camden

Londra: Camden

HYDE PARK

Uno dei parchi più famosi anche grazie ai film, uno per tutti Notthing Hill. Ci siamo andate la mattina della partenza perché si trova molto vicino al Griffin House Hotel dove abbiamo alloggiato.

Londra: Hyde Park

Per chi ama correre credo che sia una manna dal cielo; ma è ideale anche per leggere, meditare, camminare, fare un picnic, andare in bicicletta.

Un pezzetto d'Italia si trova anche qui, nella zona dei Giardini all'Italiana, dove tra l'altro le panchine riportano i nomi dei donatori.

Domani vi parlerò dei piatti tipici che ho assaggiato.