lunedì 28 settembre 2015

I fratelli Karamazov, trent'anni dopo

I fratelli Karamazov

La lettura de I fratelli Karamazov di Dostoevskij (scritto nel 1879) a vent'anni fu una folgorazione; impossibile rimanere uguali dopo averlo letto. Mai avevo sentito parlare delle sfaccettature dell'animo umano come in questo romanzo; virtù e vizi senza censurare niente. Subito dopo lessi Delitto e castigo.

Ora mi sto avvicinando ai cinquanta e, galeotta la proposta di lettura di gruppo di Maria di Biase autrice del blog Scratchbook, l'ho ripreso in mano.

Per ora posso dirvi che lo leggo con più distacco. Diciamo che un po' d'acqua sotto i ponti è passata ed ha plasmato la me di oggi; questo non mi impedisce però di riconoscergli tutta la sua potenza che oscura, a mio modestissimo parere, i romanzi scritti dallo stesso in precedenza alcuni dei quali ho letto recentemente come Memorie del sottosuolo, L'idiota, Il sosia. Sembrano quasi delle 'esercitazioni' non tanto a livello di scrittura quanto di conoscenza dell'animo umano in previsione, o a sua insaputa, del capolavoro della maturità.

Si va adagio nella lettura, circa ottanta pagine a settimana. La data prevista per il traguardo è il tredici dicembre; quindi c'è tutto il tempo per dedicarsi anche ad altre letture.

In questo post ospiterò le frasi che mi colpiscono 'ora'; che anche se estrapolate hanno comunque un senso compiuto universalmente comprensibile.

Citazioni
"Fuggite la menzogna, qualunque menzogna, in particolare verso voi stessa. Sorvegliate la vostra menzogna e scrutatela a ogni ora, a ogni momento. Fuggite anche la schifiltà verso gli altri e verso di voi: ciò che nel vostro intimo vi sembra cattivo, per il solo fatto che l'avete scoperto in voi, si purifica. Schivate pure la paura, benché la paura non sia che la conseguenza di ogni menzogna."
dal Libro secondo, capitolo IV: Una dama di poca fede.

"Sappiate dunque che non c'è nulla di più alto, e forte, e sano, e utile per la vostra vita avvenire, di qualche buon ricordo, specialmente se recato con voi fin dai primi anni, dalla casa dei genitori. Molto vi si parla della vostra educazione, ma uno di questi buoni e santi ricordi, custodito sin dall'infanzia, è forse la migliore delle educazioni. Se l'uomo può raccogliere molti di tali ricordi e portarli con sé nella vita, egli è salvo per sempre. E quand'anche un solo buon ricordo rimanesse con noi, nel nostro cuore, anche quello potrebbe un giorno servire alla nostra salvezza. Forse, anche noi più tardi diventeremo cattivi, non avremo la forza di astenerci dalle male azioni, rideremo delle lacrime umane; e di coloro che dicono, come Kòlja ha esclamato poc'anzi: "Voglio soffrire per tutti gli uomini", anche di questi ci befferemo forse malvagiamente. E tuttavia , per quanto possiamo diventar cattivi, dal che Dio ci preservi, quando ci ricorderemo come abbiamo seppellito Iljùsa, come l'abbiamo amato negli ultimi giorni, e come ora abbiamo parlato amichevolmente tutti insieme presso questa pietra, allora anche il più crudele e il più beffardo di noi, se tali diventeremo, non oserà, nel suo intimo, schernire i buoni sentimenti provati in questo momento! Più ancora, può darsi che appunto questo ricordo abbia a trattenerlo dal fare un gran male, egli tornerà su se stesso, e dirà: "Sì, allora ero buono, ardito e onesto". Sogghigni pure tra sé, non importa, spesso l'uomo deride ciò che è buono e bello: questo accade solo per leggerezza; ma vi giuro, amici miei, che appena avrà così sogghignato, subito si dirà nel suo cuore: "No, ho fatto male, perché di questo non si può ridere!".
dall'Epilogo, capitolo III: I funerali di Iljùsa. Il discorso presso la pietra.

lunedì 21 settembre 2015

Mura di Siena: passaggi segreti

Mura di Siena

Non è una frase fatta, credetemi, dire che Siena non smette mai di stupirmi.

Ogni volta che ho la possibilità di visitare qualcosa di nuovo di questa città, grazie ad una visita organizzata o 'per caso', sono davvero lieta.

Quest'anno tra le cose nuove viste ce ne sono state due che mi hanno fatto tornare bambina perché un po' avventurose.

La prima è stata durante la Festa dei Musei Scientifici del 16 maggio in cui l'Associazione la Diana ha proposto una passeggiata alla scoperta della Fonte dell'Orto Botanico e dei percorsi dell'acqua della valle.

Siena: Fonte Orto Botanico

Siena: Orto Botanico

A fine passeggiata c'è stata la 'chicca' che non ci aspettavamo; abbiamo cioè avuto la possibilità di attraversare un passaggio 'segreto' praticato in una parte delle mura di Siena che circonda una zona verde privata confinante con l'Orto Botanico.

Mura di Siena



Quando si arriva in fondo, il terreno sotto dista qualche metro quindi non si può scendere; però lo sguardo può spaziare nel panorama circostante a destra e a sinistra. Davanti c'è quello che doveva essere una vasca.

Mura di Siena


Mura di Siena

Mura di Siena


Esternamente, guardando in alto è visibile lo stemma dei Medici che ricorda il restauro di questo tratto di mura.

Mura di Siena

Non è incredibile? per me sì!

Qualche mese dopo, esattamente il 13 agosto, ho scoperto un passaggio simile davvero per caso.

Ora vi racconto come è andata.

Quando nella pagina Facebook My Day Worth ho condiviso il post Cose da fare gratis a Siena ho chiesto a chi segue la pagina, tanti senesi, di suggerirmi altre cose che gli venivano in mente.

Di tutti i contributi interessanti, uno mi ha colpito più di tutti e cioè quello di Ivan Camilletti che faceva riferimento ad un ingresso gratuito alle Fonti di Follonica attraverso un passaggio nelle mura tra Porta Ovile e Porta Pispini.

Che dire? abito anche da quelle parti io quindi ho incalzato di domande Ivan in modo da avere indicazioni precise per individuare questo passaggio e andarci di persona e tutto avveniva nei commenti a quel post che avevo pubblicato.

Non è stato semplice trovare il punto esatto; confesso di aver passato tutto il pomeriggio a fare avanti e indietro a piedi da Porta Ovile a Porta Pispini (da fare con moltissima attenzione perché è un pezzo pericoloso e senza marciapiede) aguzzando la vista per trovare questo passaggio ma niente.

Alla fine, quando erano già le sette di sera, Ivan mi ha proposto di accompagnarmi  il giorno dopo ma io ho fatto un ultimo tentativo inviandogli una foto di dove mi trovavo e da lì c'è stata la svolta. Ho visto il famoso 'ponticino' che Ivan mi aveva più volte nominato. Ero emozionatissima e gli ho inviato subito una foto per avere conferma. Eccola qui!

Mura di Siena

Si era però fatto tardi, c'era una scarpata da scendere e da sola non me la sentivo di avventurarmi; ho quindi rimandato al giorno dopo.

Ho precettato quindi mia sorella, ho portato con me i bastoncini di Nordic Walking e mi sono quindi avventurata mentre mia sorella mi faceva da 'palo'. Sono scesa dalla scarpata e praticamente davanti a quell'arco della foto di prima ho trovato il passaggio segreto.

Mura di Siena

Stesso cancello in ferro come quello del passaggio dall'Orto Botanico.

C'era un rigagnolo dove mi sono letteralmente inzuppata i piedi perché non avevo scarponcini ma scarpe da ginnastica di tela, ma chi se ne importa! Comunque, ho superato il cancello che era sbarrato con un ramo d'albero e mi sono ritrovata davanti ad un cunicolo. Ancora non mi ero orientata però.

Mura di Siena

Per fortuna non avevo una torcia e quindi non mi sono inoltrata; Ivan infatti mi ha detto poi che quel cunicolo porta alle fognature delle cucine e dei bagni della zona...

Rigirandomi verso dove ero arrivata ho visto le mura e poi finalmente ho realizzato che dovevo salire su un muretto per arrivare alle Fonti di Follonica.

Mura di Siena

Come ho fatto a scavalcare il muretto? mi son arrampicata su un tubo che veniva fuori dal muretto e poi mi sono data la spinta con i bastoncini di Nordic Walking.

Siena: Fonte di Follonica

Una bella soddisfazione! Ce l'avevo fatta e mi sentivo molto Indiana Jones.

Certo, non è una cosa da proporre a tutti anche se è gratis; meglio entrare dalla porta principale per raggiungere le Fonti di Follonica però ho immaginato e cercato di immedesimarmi nell'emozione provata da Ivan quando da ragazzino ha scoperto questo passaggio segreto, come mi ha raccontato su Facebook.

Le ricerche che ho fatto su internet per sapere se esistono altri passaggi del genere lungo le mura di Siena non hanno dato alcun risultato.

Ho letto il libro Fortificare con arte a cura di Ettore Pellegrini però neanche lì ho trovato riferimento o accenno a questi passaggi.

Continuerò a cercare perché magari prima o poi viene fuori qualcosa quando meno me lo aspetto. Nel frattempo se qualcuno di voi che mi legge avesse la risposta lo pregherei vivamente di condividerla qui. Sarebbe fantastico!

lunedì 14 settembre 2015

Scoperte Estate 2015 a Siena

Siena: le Scoperte del giovedì

Non c'è che dire, le Scoperte estive del giovedì a Siena, arrivate alla III^ edizione, è uno degli appuntamenti che danno senso alle serate estive a Siena.

Si tratta di passeggiate guidate in notturna alla scoperta di quegli angoli nascosti di Siena rivelatori di storie antiche e meno antiche di cui siamo tutti ghiotti, i senesi per primi i quali sono sempre numerosi. Ho notato che la cosa colpisce piacevolmente i turisti.

Le guide sono molto preparate ma secondo me si impegnano ancora di più in queste occasioni perché i senesi amano talmente la loro città che sanno tutto di lei, anche le date! per cui sono molto attenti a correggere eventuali inesattezze :-)

In questo post non vi racconterò per filo e per segno delle passeggiate alle quali ho partecipato; ma condividerò quelle che per me sono state le 'chicche'.

Iniziamo quindi e buona lettura!

Ho una confessione da fare: di Brandano, Pier Perttinaio, Barbicone, Passitea e ovviamente di Santa Caterina da Siena protagonisti del giovedì dedicato ai Pazzi e Profeti avevo già sentito parlare; ma del cavallo balzano invece no; quello cioè con le balze bianche sopra uno o più zoccoli.

È stato buffo per me perché il 17 agosto, durante il corteo storico (no, non ho sbagliato; quest'anno causa piopggia il Palio è stato rimandato al giorno dopo), sono rimasta colpita proprio da Mocambo, il cavallo andato in sorte alla Contrada della Lupa, per quel 'piede' diverso dagli altri tre tanto che gli ho fatto una foto.

Siena: cavallo balzano

Come mai si è parlato dei cavalli balzani durante le Scoperte? per il suo significato di 'strambo', 'stravagante' che forse potrebbe nascondersi anche dietro alla 'balzana', lo stemma bianco e nero di Siena; quindi in linea con il dantesco 'gente vana' e da qui anche il detto popolare che traccia il profilo psicologico di un cavallo a seconda di quante balze ha:
balzano da 0 cavallo sincero
balzano da 1 cavallo di nessuno
balzano da 2 cavallo da bue
balzano da 3 cavallo da re
balzano da 4 cavallo matto


La 'chicca' delle Scoperte dedicata alle Fonti, fontane e fontanine è stata quella su Fonte Gaia. Scoprire cioè:
- che esistono due frammenti del primo disegno realizzato da Jacopo della Quercia nel 1409 conservati uno al Victoria and Albert Museum di Londra, l'altro al Metropolitan Museum di New York


Siena: disegno del 1409 di Fonte Gaia di Jacopo della Quercia conservato al Victoria and Albert Museum di Londra (i

Siena: disegno del 1409 di Fonte Gaia di Jacopo della Quercia conservato al Metropolitan Museum di New York (i

- che questo primo disegno prevedeva la presenza di altre due statue negli angoli posteriori: una scimmia a sinistra, un cane a destra

- che la versione definitiva del 1415 non presenta la scimmia e il cane ma la Creazione di Adamo e la Cacciata dal Paradiso
- che Fonte Gaia non fu commissionata a Jacopo della Quercia per scopo solo decorativo ma per trasmettere ai cittadini lo stesso messaggio etico, politico e religioso che i governanti avevano davanti ai loro occhi negli affreschi del Buon Governo del Lorenzetti nel dirimpettaio Palazzo Pubblico.

La passeggiata dedicata a La ricca arte degli Speziali mi ha rivelato che Vittorio Alfieri, durante i suoi soggiorni senesi, frequentava "un crocchietto di sei o sette individui dotati di senno, giudizio, gusto e cultura da non credersi"; dove? nelle farmacie! che erano anche luoghi d'incontro dove si formava l'opinione pubblica. Si è parlato anche dei ricciarelli di cui non solo abbiamo avuto un assaggio a fine passeggiata ma la nostra guida Martina Dei è stata così gentile da pubblicare sulla pagina Facebook delle Scoperte la ricetta di Giovanni Righi Parenti che io ripubblico qui. What elese?

Siena: Farmacia del Campo

Ricciarelli: ricetta

Nell'ultima Scoperta estiva di questa edizione 2015 dedicata a Le rockstar del 'Settecento senese ho scoperto che Vittorio Alfieri non solo frequentava le 'farmacie' (vedi Scoperta precedente) ma anche i circoli letterari, altro luogo dove si formava l'opinione pubblica, animati da donne aristocratiche senesi, molto avanti per l'epoca, a cui partecipavano personaggi illustri.

E poi gli accademici antagonisti Girolamo Gigli, che conoscevo per il Diario sanese, uomo irriverente e polemico nei confronti della cultura obsoleta e Bernardino Perfetti, che non conoscevo, l'opposto del Gigli e incoronato poeta laureato in Campidoglio, onorificenza che prima di lui era toccata solo al Petrarca, rappresentato a Siena in un busto collocato in un posto singolare, una corte privata nel prolungamento del Vicolo di Finimondo; ma anche in Duomo, accanto alla Cappella della Madonna del Voto.

Siena: busto di Bernardino Perfetti

Altra chicca sapere che Agostino Agazzari, maestro della cappella di musica di Provenzano e del Duomo, inventò uno stile nuovo di fare musica, profano e religioso insieme, introducendo il basso continuo.

Insomma, a Siena nel 'Settecento cultura e divertimento andavano a braccetto forse per non pensare alla perduta libertà repubblicana :-)

Le 'chicche' delle edizioni passate delle Scoperte del giovedì le trovate qui, qui e qui

Ora attendo la versione invernale delle Scoperte e cioè Turisti per casa.

Ovviamente approfitto per ringraziare le guide che ci hanno accompagnato. Non è mica semplice concentrare in un'ora e mezzo tutto il loro sapere e raccontarlo in maniera semplice e coinvolgente, come se ne parlassero per la prima volta!

lunedì 7 settembre 2015

Museo delle Genti d'Abruzzo

Mentre ero in ferie al mare mi è capitato di imbattermi in un post che suggeriva le 50 cose da fare in Abruzzo (se vi interessa leggete qui). In particolare mi ha colpito la n. 31 'Trascorrere una giornata con un pescatore e con un pastore'. Come mai? perché ero appena stata a visitare il Museo delle Genti d'Abruzzo a Pescara dove è praticamente documentata la vita dell'uomo abruzzese comparso in queste terre 600.000 anni fa e quindi della sua principale attività di sostentamento, la pastorizia; ma non solo.

Ho trovato così interessante la visita al Museo che ho pensato: be, se non si ha la possibilità di trascorrere una giornata con un pastore si può venire qui e imparare moltissime cose.

Ecco quindi allora che voglio condividere con voi la visita che ho fatto alle tredici sale del Museo corredandola con le foto che ho scattato.

Buona lettura!

La prima parte, quella archeologica, è stata un po' faticosa per me che non sono ferratissima in materia; ma leggendo alcune didascalie ho intuito quanto fosse affascinante il tutto. La prossima volta credo che prenderò l'audioguida perché le didascalie sono tante e l'orario d'apertura non è sufficiente per leggere tutto.

Dalla terza sala in poi è stato tutto un crescendo di meraviglia. La cosa che mi ha commosso di più è stata scoprire gli oggetti intagliati in legno, di utilità o come regalo alle donne,  che i pastori realizzavano durante le pause nel pascolo.

E poi i procedimenti produttivi del grano, dell'olio, del vino con tanto di calendario con tutte le scadenze (utilissimo per chi come me non sa nemmeno quali sono le verdure di stagione!), i lavori al telaio e al tamburello. Tutte cose che ho sentito raccontare da mia madre, abruzzese, non prestandole forse la dovuta attenzione.

Mi sono ripromessa che voglio tornarci con lei sia perché secondo me le farebbe piacere e sia perché mi risparmierebbe dal leggere tutte le didascalie. Le basterebbe guardare gli arnesi per dirmi a cosa servivano.

ARCHEOLOGIA
Le vetrine di questa sala contengono reperti del Paleolitico (armi di legno e selce per la caccia), del Neolitico (attrezzi agricoli, vasi di terracotta per cuocere i vegetali), del Bronzo (armi di metallo; prima rame e poi bronzo), del Ferro che testimoniano l'evoluzione dell'uomo abruzzese da nomade verticale (pascolo di montagna d'estate e di pianura d'inverno) a nomade orizzontale  (le 'transumanze' stagionali)


Museo delle Genti d'Abruzzo

FORMAZIONE ETNICA E CONTINUITA' CULTURALE

- La sacralità delle grotte e la continuità dei luoghi di culto: in questa sala c'è la ricostruzione di una grotta con tanto di graffiti che si possono vedere ancora oggi.   
- Continuità dei riti sacri e della cultura materiale:  in questa sala dove sono descritte le feste popolari abruzzesi, la mia attenzione è stata  attratta dalla festa di San Domenico e le serpi, un rito che ogni primo giovedì del mese di maggio si rinnova a Cocullo, un piccolo paese in provincia de L'Aquila. Come mai? perché ho avuto modo di leggere il saggio Il male che cura di Barbara Collevecchio ispirato proprio a questo rito.


Museo delle Genti d'Abruzzo

LA PASTORIZIA
- Il pastore e il suo corredo

Museo delle Genti d'Abruzzo

Contenitore in legno per l'occorrente per farsi la barba

- La capanna in pietra a secco. Transumanza e produzione della lana.

Museo delle Genti d'Abruzzo

Forbici da tosa

- I ricoveri, gli stazzi e la produzione del formaggio.

Museo delle Genti d'Abruzzo

Ricostruzione capanna in pietra a secco per il pastore.

I CICLI PRODUTTIVI 

Museo delle Genti d'Abruzzo

I cicli produttivi agricoli dell'olivo, della vite e del grano.

- Il ciclo del grano: dal seme alla farina


Museo delle Genti d'Abruzzo

- Dall'oliveto all'olio. Produzione e raccolta di fieno.


Museo delle Genti d'Abruzzo

- La vite e il vino. Le attività complementari.


Museo delle Genti d'Abruzzo

VITA ED ECONOMIA DOMESTICA
- La casa: struttura, arredi, attività domestica.


Museo delle Genti d'Abruzzo

Oggetti per l'infanzia. Lo vedete il triciclo sulla destra? Fantastico!

- Il lino e la lana: produzione, filatura, tessitura.


Museo delle Genti d'Abruzzo

Telaio a mano.

L'ARTIGIANATO TRADIZIONALE
- Vesti e ornamenti dal quotidiano al cerimoniale.


Museo delle Genti d'Abruzzo

L'ARTIGIANATO ARTISTICO TRADIZIONALE  
- La maiolica


Museo delle Genti d'Abruzzo

E' stato un po' come recuperare parte della storia dei miei antenati.
Maggiori informazioni sul Museo le trovate qui
Chissà se nelle vostre città esiste un museo del genere. Mi piacerebbe saperlo.