lunedì 27 aprile 2015

Santa Maria in Portico a Fontegiusta

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

Di chiese a Siena costruite per venerare una immagine sacra miracolosa ne conoscevo solo una: la Chiesa di Santa Maria in Provenzano.

Grazie alla visita guidata di Alessia, guida turistica autorizzata a Siena, ho scoperto che anche la Chiesa di Santa Maria in Portico a Fontegiusta è stata costruita per onorare una Madonna con bambino affrescata nel 1360 circa da Cristoforo di Bindoccio e Meo di Pero nel gabellino (la stanzina dove i gabellieri riscuotevano i dazi alle porte della città) dell'antica Porta a Pescaia (dalla vicina Fonte di Pescaia) aperta nel 1260 circa e murata nel 1368.

Come di consueto ecco quindi il mio reportage arricchito dalla lettura di una pubblicazione 'vintange' del 1908 di Alberto Marelli acquistata in loco a fine visita.

Tutte le porte della cinta muraria di Siena, che fino alla peste del 1348 erano 36, avevano affrescata un'immagine della Madonna a protezione di Siena, Civitas Virginis. Molte furono chiuse dopo la peste, che aveva decimato la popolazione, per limitare il rischio di accessi in città; ma non per tutte è stata poi costruita una Chiesa!

Quale evento concorse per l'affresco della Porta a Pescaia? non uno bensì tre eventi da quanto ho potuto apprendere da Alessia:

- un miracolo; infatti tra il 1430-1434 accadde che un certo Giovanni Gianfigliazzi, esule fiorentino, a seguito di una aggressione subita di notte in questa zona, chiedesse l'intercessione della Vergine rappresentata nell'affresco, a lui familiare poiché ogni tanto passava da quelle parti, e, ottenuta la grazia, cominciasse una sua personale devozione. La notizia si sparse per la città e subito la gente cominciò ad accorrere per venerare l'immagine;

- il trasferimento nel 1358 della Confraternita della Beata Vergine Maria in questa zona. Nella seconda metà del Trecento infatti a Siena era presente la Compagnia della Beata Vergine Maria della Santissima Trinità, in zona Contrada Valdimontone, fondata dal Beato Francesco Patrizi dell'Ordine dei Servi. Una parte dei confratelli prese il nome della Santissima Trinità accantonando quello di Beata  Vergine e rimase ai Servi; l'altra con il nome di Beata Vergine si trasferì in questa zona acquistando degli edifici di proprietà del Santa Maria della Scala. La zona era considerata all'epoca malfamata e da evitare in quanto frequentata da prostitute. Era infatti soprannominata Malborghetto e Malizia era il nome dato alla via, ancora oggi esistente, e ad una Fonte di cui però si sono perse le tracce nel tempo. Ebbene, la presenza di questa Compagnia fece sì che la zona venisse rivalutata. Da Fonte di Malizia cambiò il nome in  Fontegiusta verso la fine del 'Trecento e gli inizi del 'Quattrocento. La nuova Compagnia costruì qui un Oratorio.

Nel corso del 'Quattrocento, e qui ci ricolleghiamo alla grazia ricevuta dall'esule fiorentino, per la crescente fama e devozione verso la Mater Devotiones (così fu titolata l'immagine affrescata) si sentì la necessita di costruire una chiesa più grande e di fondare un ordine religioso. Nel 1478 quindi da piccola Confraternita diventa la Compagnia della Beata Vergine Maria in Fontegiusta con bolla del papa Sisto IV e un anno dopo viene presentata l'istanza al Comune per poter costruire la nuova Chiesa a ridosso delle mura cittadine in modo da incorporare in essa l'immagine sacra.

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- il motivo scatenante: la vittoria riportata dai senesi sui fiorentini il 7 settembre 1479 nella Battaglia di Poggio Imperiale a Poggibonsi. Il giorno prima infatti i senesi si erano affidati alla Madonna di Fontegiusta; il giorno dopo la vittoria portarono i trofei della battaglia in chiesa e da allora l'8 settembre si festeggia Santa Maria in Portico a Fontegiusta.

La costruzione della Chiesa avverrà in due tempi; la prima tra il 1479-1482. Essa fu costruita da Francesco di Cristoforo Fedeli da Como a ridosso delle mura sfruttando la possibilità di utilizzare il torrione come elemento della chiesa anche perché l'affresco verrà staccato solo nel 'Ottocento.

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

Nel 1482 i lavori si arrestano per la crisi del Monte dei Nove. Al momento erano state costruite tre piccole navate, di due volte ciascuna, comprese fra la parete dell'altar maggiore e le quattro colonne.  L'ingresso principale era dalla piccola porta in Via Malizia che oggi è diventata laterale.

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

Il nome Santa Maria in Portico a Fontegiusta viene attribuito dal cardinale Giovanni Batta. Cibo, mandato a Siena da papa Sisto IV sostenitore di Fontegiusta, per mettere pace tra i Nove e i Reggitori della città e che gli succederà con il nome di papa Innocenzo VIII. Come mai portico? Perché la Chiesa si trovava vicino al portico della Fonte di Malizia oppure come collegamento con la chiesa romana di Santa Maria in Portico a cui il papa era devoto.

I lavori riprenderanno nel 1484, come si vede dai dentelli sul muro laterale, con l'aggiunta di una terza campata che darà alla chiesa una forma quadrata rinascimentale unica tra le chiese di Siena del 'Quattrocento, del portale marmoreo di Giovanni di Stefano (1489) trasferito nell'attuale porta d'ingresso nel 'Ottocento, da una vetrata circolare di Matteo di Giovanni con la Madonna in trono con il Bambino tra San Bernardino e Santa Caterina da Siena, attualmente conservata nel Museo della Chiesa in quanto danneggiata dalla seconda guerra mondiale, e dagli altari laterali.

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta


Nel 1487 si stabilisce l'indulgenza plenaria e cioè il perdono dei peccati per chi fosse venuto qui. Ne fa riferimento l'incisione nel portale principale.

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

Il Comune stabilì che si potevano chiedere elemosine in città e in campagna solo per questa Chiesa. In realtà nel 1488 la chiesa era già completata ma queste elemosine dovevano servire per la decorazione.

Nel 1589 per facilitare l'accesso ai devoti vista la ristrettezza geografica in cui si trovava la Chiesa, la Confraternita compra le case limitrofi  e fa costruire una strada e in cima alla strada un arco con una scritta.

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

Mater inexhausto pietatis Fonte redundant
Iusta illi soboles hic nominem locat

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta


La facciata copre il 'cappellone' (oratorio) dove oggi ci sono uffici della confraternita.

Interno della Chiesa:

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- altare maggiore realizzato da Lorenzo di Mariano detto il 'Marrina' (1509-1517), 'così sopraffino che sembra essere fatto di cera' (cit. Ettore Romagnoli) intorno all'affresco della Mater Devotionis che nel 1805 venne staccato per paura che si sciupasse per via dell'umidità e messo su un piano di terracotta
- nella lunetta sovrastante l'altare maggiore affresco di Girolamo di Benvenuto del Guasta con l'Assunzione della Vergine (1515)
- affreschi laterali all'altar maggiore con storie della Vergine di Ventura Salimbeni 1600 circa)

Nella navata di sinistra:

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- tavola con la Madonna che libera Siena dalla peste e protegge la Chiesa di Fontegiusta attribuita a Bartolomeo Neroni detto Il Riccio. Curiosità: l'orientamento della Chiesa è falsato!

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- celebre affresco di Baldassarre Peruzzi raffigurante la Sibilla Tiburtina vaticina all'Imperatore Augusto la nascita del Messia (1532-1535). 'La figura che naturalmente primeggia sulle altre, è la Sibilla, imponente figura più alta del vero, mostra nella sua calma severa, dolce e maestosa insieme tutta la sicurezza severa di chi vede le cose future come le presenti.' (cit Alberto Marelli)

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- accanto alla porta laterale che anticamente era la principale è murata la copia dell'acquasantiera in bronzo realizzata da Giovanni delle Bombarde nel 1480 e custodita nel Museo della chiesa

Nella navata di destra:

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- La Visitazione, affresco del 1522 attribuito a Michelangelo Anselmi

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- Angeli e Santi in adorazione attribuito a Francesco Nasini

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- tavola di Bernardino Fungai con l'Incoronazione della Madonna

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- cantoria rinascimentale con organo del 1826 dei fratelli Agati

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- sopra la porta di sacrestia tela di Francesco Vanni con il Beato Ambrogio Sansedoni che invoca la protezione della Vergine sulla città (1590) proveniente dall'Oratorio dello stesso Beato Sansedoni presso San Domenico.

Grazie alla nostra guida Alessia abbiamo potuto visitare il Piccolo Museo della Chiesa di Santa Maria in Portico a Fontegiusta dove ho potuto ammirare:

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- le armi che secondo la leggenda Cristoforo Colombo, giovane studente a Siena, riportò dall'America come ex voto alla Madonna così come l 'osso di balena visibile nella controfacciata della Chiesa. Le armi in realtà sono di fattura in parte toscana in parte modenese e risalgono alla metà del 'Cinquecento.

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta


- la vetrata originale della facciata di Matteo di Govanni

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

-  la teca dorata dove la Mater Devotionis veniva portata in processione la Domenica in albis
- un cataletto per bambini (guarda caso nella Contrada di Valdimontone ne hanno anche uno)
- una serie di Angeli porta candelabro in legno, del XVIII secolo, imitanti quelli bronzei in Duomo del Beccafumi

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- una campana del 1255 nata per la vicina Chiesa di Santo Stefano alla Lizza. Poco tempo fa si era rotta quella di Fontegiusta e si provò a sostituirla con questa ma è risultata troppo grande  come dimensioni. È finita poi a far parte della collezione.

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- argenterie, reliquiari, antichi parati, codici miniati

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- due piccoli frammenti di affresco che accompagnavano la Mater Devotionis

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- una statua in legno policromo raffigurante San Sebastiano attribuita a Giovanni di Stefano
- un busto in terracotta policroma con San Bernardino attribuito a Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta

Siena: Santa Maria in Portico a Fontegiusta

- un Cristo in pietà in terracotta attribuito a Giacomo Cozzarelli
- un Ciborio a forma di tempietto cinquecentesco circolare con cupola attribuita al Vecchietta

E' sempre bello scoprire angoli nuovi di Siena e questo Museo della Chiesa di Fontegiusta è sicuramente un piccolo scrigno.

La Chiesa è aperta tutte le mattine dal lunedì al sabato.

lunedì 20 aprile 2015

Arte Contemporanea a Siena

Siena: InContemporanea, Mimmo Paladino: Testa, 1998

"Nella necessità di trovare una nuova modalità di approccio, mi sono istintivamente focalizzata sulla 'consapevolezza'. Liberando la mia mente da tutto il contorno e mettendo da parte ogni interpretazione, mi concentro sull'immagine, sulla fisicità di un oggetto e ascolto la mia reazione emotiva. La 'consapevolezza' è stato un modo utile per sentire le mie emozioni dialogare con gli oggetti in spazi museali affollati. Ho potuto individuare oggetti con i quali mi sentivo in connessione in mezzo a collezioni numericamente importanti."

Il brano, che ho tradotto, spero abbastanza bene, è tratto dal blog di Alli Burness (il post in lingua originale è Reacting to Objects: Mindfulness, Tech, Emotion che consiglio di leggere per intero).

Nel post Alli racconta di quando si è trovata  nei grandi e affollati musei europei senza avere a disposizione testi interpretativi, nella sua lingua, delle opere che guardava e di come sia riuscita comunque ad orientarsi per individuare le opere che avevano qualcosa da dirle, nel presente, rimandando ad un momento futuro quello della documentazione.

Il suo segreto? la consapevolezza. Mi ha colpito perché mi ha ricordato il passaggio di Osho che ho citato nel post Ricominciare da sé, quello in cui fa l'esempio del pozzo e del secchio.

Dal post mi è sembrato di capire che Alli si sia trovata comunque davanti ad opere di arte figurativa. Cosa c'entra allora il suo metodo con l'arte contemporanea dove spesso troviamo delle istallazioni apparentemente senza capo ne coda e dove se anche c'è la spiegazione non è detto che la comprendiamo fino in fondo o che ci convinca?

C'entra perché ci ho intravisto un nuovo modo, almeno per me, di superare la concettualità dell'opera d'arte contemporanea nel momento in cui mi trovo a guardarla nuda e cruda dal vivo e poterne comunque usufruire osservando le mie reazioni ed emozioni nei confronti della forma o non forma,  del materiale pregiato o povero, della dimensione, del titolo dato all'opera, dei colori vivaci, dimessi o assenti, di tutte queste cose messe insieme giusto per farvi un esempio di ciò che guarderei io.

Con questo input mi sono recata al Complesso Museale Santa Maria della Scala per visitare il nuovo percorso espositivo InContemporanea che vede la presenza di opere realizzate dalla fine del secolo scorso ad oggi di proprietà del Comune di Siena o ad esso affidate da artisti, collezionisti, Istituzioni etc e che fanno parte del Fondo Papesse che un tempo era esposto nel Centro Arte Contemporanea nel Palazzo delle Papesse di Siena.

Le opere sono dislocate qua e la dove meno te lo aspetti e, nelle intenzioni della curatrice Michela Eremita, in base ad una pertinenza o adeguatezza tematica (o contrasto) con l'ambiente del complesso museale.

Interessante scoprire le reazioni ed emozioni che ogni oggetto suscita nel momento in cui riusciamo a liberare la mente dalle interferenze esterne e da ogni interpretazione ufficiale dell'opera.

Un nome per tutti: Mimmo Paladino.

La sua Testa (scultura in pietra, 1998) con la collocazione datale da Michela Eremita è una delle più suggestive e non credo di essere l'unica a sostenerlo. Vorrei tanto dirvelo dove si trova ma non lo farò; non voglio togliervi il gusto dell'effetto WOW :-)

Le opere saranno sostituite nel tempo e quindi ci sarà occasione per poter ammirare tutte le opere del Fondo Papesse.

Quando andrete al Santa Maria della Scala non dimenticatevi di vedere anche:

lunedì 13 aprile 2015

Siena a tavola, cosa si mangia?

Siena a tavola: tagliatelle al tartufo

Per il progetto #insiders* è arrivato il momento di affrontare il tema cibo delle nostre città.

Non è un argomento semplice da trattare nel senso che anche parlare di cibo è un arte, secondo me, e devo dire che ho un certo timore reverenziale a farlo. Chiedo quindi già venia agli eventuali food blogger che leggeranno questo post.

Fatta la dovuta premessa, ho deciso di affrontare l'argomento ripensando alle domande che i clienti di solito mi fanno al lavoro riguardo ai piatti tipici di Siena e anche ai miei gusti personali. Ho quindi composto un menù completo per un primo approccio alla cucina senese. Vediamo cosa ne viene fuori!

ANTIPASTO
Finché non diventerò vegetariana (se ve lo state chiedendo, conosco almeno un ristorante a Siena che propone un menù anche vegetariano) il mio antipasto preferito saranno i crostini caldi con il lardo di Collonata. Ultimamente però, quando il menù lo consente, prendo volentieri anche gli sformatini di verdure di stagione

L'antipasto senese principe però è il crostino con i fegatini (fegatini di pollo o coniglio, aceto, olio d'oliva, sale, capperi, acciughe). 

La maggior parte delle osterie senesi propone anche salumi misti (prosciutto, salamino, finocchiona, gota e lardo di cinta senese), e pecorino di Pienza ma io solitamente preferisco passare direttamente al primo, dopo i crostini.

PRIMO PIATTO
Spesso e volentireri quando vado a mangiare fuori a Siena scelgo le tagliatelle al tartufo; qualcuno quasi mi fa trovare già pronto il piatto ;-)

Se siete a Siena però non potete non assaggiare i pici (spaghetti un po' più grossi degli spaghetti,  fatti con farina, olio e sale) all'aglione (sugo fatto con aglio, olio, salsa di pomodoro, peperoncino e conserva di pomodoro), cacio e pepe, alle briciole o in versione personalizzata dallo chef di turno.

Pensate che per l'anteprima Expo 2015 che si è tenuta a Siena durante l'ultimo fine settimana di marzo è stato lanciato il contest #tipidapici riservato a food blogger e a cuochi dilettanti. 

La sfida era la creazione di una ricetta a base di pici, con particolare attenzione alla storia e alla tradizione gastronomica toscana, con ingredienti esclusivamente toscani. Chi ha vinto? Valeria Fricano con i suoi pici carciofi e bottarga. Questo per farvi capire che i pici sono un must.

Siena a tavola: pici carciofi e bottarga di Valeria Fricano
Foto credits: Stefania Pianigiani di La finestra di Stefania

Altri primi piatti tipici sono le zuppe tra le quali l'acquacotta alla senese (funghi porcini, pomodori pelati, aglio, uova, parmigiano, olio, fette di pane arrostite, sale, pepe) e la pappa al pomodoro (pane raffermo, olio d'oliva, aglio, pomodori maturi, sale , pepe), i risotti con le verdure di stagione, i malfatti (polpette bollite fatte con spinaci, burro, ricotta, uova, noce moscata, parmigiano, farina) e piatti estivi, uno fra tutti, la panzanella (pane raffermo, pomodori da insalata, basilico, cipolla rossa, olio d'oliva, sale, pepe, aceto di vino rosso).

Siena a tavola: panzanella

SECONDO PIATTO
Se il ristorante dove mi trovo fa porzioni 'umane' -i piatti da camionisti mi tolgono la fame- ordino anche il secondo. In genere prendo l'agnello arrosto con patate (sempre finché non diventerò vegetariana); ma in qualsiasi ristorante andrete troverete l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda la cacciagione quindi cinghiale, lepre, cappone, coniglio e fagiano (sono in grado di consigliarvi una trattoria dove fanno una fagianella mondiale!). 

Per una bistecca invece la scelta è tra la chianina, una razza bovina della Val di Chiana un tempo utilizzata come forza motrice e ora allevata esclusivamente per la produzione di carne e la cinta senese, una razza suina che ha la caratteristica fascia bianca a cingergli il torace. 

Siena a tavola: hamburger di chianina

Giusto perché amo l'arte e i collegamenti mi vengono spesso spontanei, se siete stati a vedere gli affreschi del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti al Museo Civico avrete visto un esemplare riprodotto negli effetti del Buon Governo in campagna. 

Anche in un affresco del Sodoma nella Chiesa di Santo Spirito di Siena troviamo un Sant'Antonio Abate con il maialino di cinta senese. Ecco la prova!

Siena a tavola: cinta senese

DOLCE
A questo punto arriviamo al dessert. I dolci senesi sono da accompagnare preferibilmente con il Vin santo o comunque con un liquore in quanto possono saziare molto rapidamente. Mi riferisco ai cavallucci (a base di noci), cantucci (biscotti a base di mandorle), panpepato composto da 17 ingredienti tante quante le contrade di Siena tra cui mandorle, noci, nocciole e canditi (chiedetemi il migliore a Siena e vi dirò chi è, secondo me), panforte (altro dolce molto speziato a base di noci, madorle, canditi e fichi secchi) e ricciarelli (a base di mandorle) anche se io preferisco altro tipo di dolci quando si tratta di concludere un pasto e quindi di solito ordino un tortino al cioccolato ripieno appena sfornato oppure un tiramisù.

Se dopo aver assaggiato tutte queste bontà vorrete cimentarvi anche nella preparazione vi consiglio di prenotare una lezione di cucina alla Scuola di Cucina di Lella; una vera professionista e conoscitrice della cucina senese.

Nota: gli ingredienti riportati sono stati ripresi dalla pubblicazione Ricette Senesi. Viaggio alla scoperta della cucina tradizionale e dei vini in terra di Siena. Aska Edizioni - 2007

(* )questo post fa parte del Progetto Insiders. Pillole di Travelblogging lanciato da Trippando.com

lunedì 6 aprile 2015

Fonte di Pescaia a Siena

La prima data documentabile della Fonte di Pescaia risale al 1247 con le disposizioni del Comune di Siena per l'esecuzione di lavori di mantenimento come attesta l'iscrizione murata sulla facciata.

Siena: Fonte di Pescaia

Siena: Fonte di Pescaia

Questa fonte è importante perchè sorge in posizione strategica, vicino alla via Francigena, accessibile a tutti perchè situata fuori le mura quindi molto frequentata.

La fonte è formata da una vasca di acqua potabile per uso alimentare e igienico, dal guazzatoio per gli animali e dal lavatoio.

Guardando l'edificio si può notare che i primi due archi a destra, romanici, sono più stretti di quello a sinistra, medievale, che è più ampio. Inizialmente infatti era costuita solo dai primi due archi; successivamente nel 'Trecento è stata aggiunta la terza arcatura.

Siena: Fonte di Pescaia

Oltre alla bellezza della struttura e all'integrità del monumento sono da notare i muri e contrafforti che la circondano perché il problema di questa fonte come di altre, ad esempio la Fonte di Follonica, è il terreno, il fango; infatti sono stati fatti lavori di ripulitura.

Siena: Fonte di Pescaia

Come mai si chiama 'pescaia'?  perchè l'acqua che la alimenta e che deriva da un torrente che passava tra il colle di San Prospero e il colle di San Basilio, scendeva a valle e alimentava i 'tomboli', piccoli laghetti ubicati nei circostanti orti della vallata dove venivano messi i pesci da vendere (anguille, lasche e cavedani).

La fonte di Pescaia in qualche modo ci ricorda Fontebranda. E' una struttura merlata fortificata poichè si trovava fuori dalle mura e quindi era sensibile al rischio di attacchi per cui veniva presidiata da un drappello militare per garantire la sicurezza, salvaguardia e controllo dell'area.

Siena: Fontebranda

Come per le altre fonti di Siena, c'erano delle regole ben precise; bisognava ad esempio controllare che non si sporcasse l'acqua 'bona', quella cioè da bere e che non si prendesse più di un certo quantitativo di acqua.

L'edificio superiore risale al 'Cinquecento;  l'ultimo piano all'Ottocento. Esso non aveva una funzione precisa se non abitativa. La struttura è stata abitata l'ultima volta da alcuni sfollati di Salicotto alla fine della seconda guerra mondiale. Dal 2010 vi ha sede il Museo dell'Acqua.

Nonostante ai primi del 'Novecento a Siena sia arrivata l'acqua del Vivo, fino agli anni '30 e '50 del secolo scorso si continuava ad utilizzare il lavatoio di questa fonte come testimonia questa foto di Alinari.

Siena: Fonte di Pescaia - Foto Alinari
Foto credits: Alinari Archives

La fonte di Pescaia era affrescata come si può vedere da alcuni residui visibili e questo conferma l'importanza di questa fonte e testimonia la volontà di renderla monumentale e bella quasi a dimostrazione per chi vi giungesse che l'acqua a Siena c'era in abbondanza anche se non era così.

Siena: Fonte di Pescaia

Siena: Fonte di Pescaia

La portata dei bottini che alimentavano le fonti non era paragonabile a quella di un fiume. Veniva però usata in maniera scientifica. L'acqua che usciva dai lavatoi andava ad alimentare le strutture artigianali che si trovavano nella zona come ad esempio i mulini. Sfruttando la pendenza l'acqua veniva usata fino all'ultimo.

Fonte di Pescaia, a differenza delle altre fonti, è alimentata da più biù bottini. E' possibile vederli prenotando una visita tramite il Comune di Siena (0577 292615-14 o ticket@comune.siena.it). Un volontario dell'Associazione La Diana vi accompagnerà nella visita.

Siena: bottini di Fonte di Pescaia - Foto di Social Design
Foto credits: Social Design

Bello sarebbe comunque poterci fare un pic-nic davanti alla fonte. L'Associazione la Diana a volte organizza anche degli eventi durante l'estate.

Siena: Fonte di Pescaia