lunedì 30 marzo 2015

I Bottini di Siena e il Museo dell'Acqua

I bottini di Siena costituiscono un sistema di gallerie sotterranee che tutt'oggi alimenta le fonti di Siena e anche alcune utenze private.

Siena: ingresso bottino Fonte Gaia da Fontegiusta.

È da tanto che voglio scrivere un post sui bottini perché ne ho visitati diversi e li considero a pari livello di interesse della Maestà di Duccio di Buoninsegna e degli affreschi del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti per capire Siena e quindi qualcosa da incoraggiare a visitare.

L'input recente mi è arrivato dalla visita del Museo dell'Acqua, sempre a Siena, che sono finalmente riuscita a fare e che ho apprezzato moltissimo. Mi sarebbe solo piaciuto poterlo visitare anche in autonomia per soffermarmi su alcune cose.

Non ho foto né dei bottini né del Museo dell'Acqua perché nei bottini è buio nel senso che non c'è alcun impianto elettrico; infatti all'epoca il Comune forniva candele di sego o lanterne agli operai e noi oggi per la visita dobbiamo portarci una torcia da casa oltre che munirci di scarponcini per via dell’acqua e magari anche un kway col cappuccio perché l’acqua può arrivare anche da sopra (vedi Fontenuova).

Il Museo multimediale ha lo scopo di ricreare l’atmosfera del bottino e quindi è buio anche lì.

Questo per dire che dovrete fare uno sforzo d’immaginazione e poi inoltrare la richiesta di prenotazione al Comune di Siena (0577 292615-14 o inviare una mail a ticket@comune.siena.it) perché: vedere per credere! Saranno poi i volontari dell'Associazione La Diana ad accompagnarvi nella visita.

Ora mettetevi comodi che vi racconto un po' come sono fatti i bottini.

Come ho ottenuto queste informazioni? Direttamente dai docenti del Corso di formazione per accompagnatori volontari dei luoghi storici dell’acqua che ho frequentato qualche anno fa.

Intanto mi piace sempre far notare a chi viene a Siena che le numerose fonti, fontane, fontanini e cisterne presenti dentro e fuori le mura potrebbero far pensare che la città sia tutt’oggi attraversata da un fiume, magari sotterraneo. Vi dice niente il nome Diana e i versi del sommo poeta sulla gente vana riferito ai senesi? no? meglio così. Scherzo! comunque nulla di fatto, nessun fiume sotterraneo.

Ciò che invece è vero è che milioni di anni fa Siena è stata sommersa dal mare come attestano i resti in superficie visibili in Piazza San Giovanni. 

Siena: Piazza San Giovanni

L’avanzare e il ritirarsi del mare ha favorito la formazione di un terreno composto da due strati, uno permeabile, arenaria, e uno impermeabile, argilla.

I senesi sfruttarono queste caratteristiche per scavare delle gallerie, i bottini, tese ad intercettare piccole vene d'acqua e l'acqua per stillicidio cioè l'acqua piovana che goccia per goccia andava a finire nell'arenaria e quindi nel gorello, una canaletta costruita apposta per impedire che l’acqua venisse sporcata dal calpestio. Dal gorello, per caduta, l'acqua andava a finire nelle fonti.

In realtà questo fu possibile farlo alla lettera solo con il bottino più antico (1080) quello che alimenta Fontebranda, l'unico dove per l'appunto l'arenaria e l'argilla si incontrano. Siccome però questa fonte si trovava in basso rispetto al centro abitato e siccome Siena fino alla peste del 1348 visse un notevole incremento demografico bisognava trovare il modo di far arrivare l'acqua in città.

Siena: Fontebranda

La quantità di acqua di cui Siena aveva bisogno per uso domestico, per abbeverare gli animali, per lavare i panni, per le attività artigianali e non ultimo per spegnere gli incendi era sempre maggiore.

Fu così che nel 1334 iniziarono gli scavi del bottino di Fonte Gaia. I lavori finirono nel 1343 quando il bottino aveva raggiunto una lunghezza di quasi 16 km. Si scavò verso nord per raggiungere la campagna ed intercettare l'acqua per stillicidio in quanto in città le strade erano lastricate e quindi l'acqua non filtrava. Inoltre, poiché si scavava sopra al livello del terreno argilloso, si costruì con i mattoni lo strato impermeabile.

Siena: Fonte Gaia

Riepilogando quindi, caratteristica principale dei bottini è che per funzionare devono avere un bacino di implementazione costante. L'acqua non si deve disperdere sotto. Ci deve essere una zona arenaria filtrante e sotto una zona impermeabile che può essere naturale come nel caso di Fontebranda oppure in mattoni come nel caso di Fonte Gaia.

Altro elemento significativo dei bottini è la pendenza che deve essere minima (1x1000) per ridurre la velocità dell'acqua e permettere la sedimentazione del calcare. L'acqua di Siena infatti è piena di calcare e chi, come me, in casa non ha l’addolcitore ne sa qualcosa. Il calcare è più leggero dell'acqua per cui rimane in superficie mentre l'acqua che scorre sotto, pulita, va ad alimentare la fonte. Quando l'accumulo di calcare forma una coltre pesante si spezza e va a finire nel fondo dove rimane attaccata diventando durissima. Avrete modo di fare esperienza diretta di questo fenomeno anche nel Museo dell’Acqua.

Come veniva misurata la pendenza del bottino? con l'archipendolo; uno strumento di legno a forma di A con un filo a piombo. Quando la pendenza era più alta si facevano delle curve per rallentare lo scorrimento dell'acqua perché altrimenti se l'acqua traboccava dal gorello si portava dietro anche il calcare e di conseguenza l'acqua si sporcava.

Quando si visita un bottino ogni tanto guardando all’insù ci si ritrova sotto a una galleria scavata verso l’alto che culmina in uno smiraglio, un'apertura detta anche occhio. Oggi sono chiuse queste aperture ma venivano scavate per verificare dall'esterno se la direzione verso la quale si stava andando era giusta ma anche per portare all'esterno, con le funi, il materiale di scavo e non ultimo per areare l’ambiente che non doveva essere proprio salubre. Sugli strumenti e le condizioni di lavoro dei guerchi c’è una sezione apposita nel Museo dell’Acqua.

Fuori Siena ci sono degli occhi ben visibili dall'esterno; uno ad esempio si trova nel piazzale del distributore di benzina in Via Giovanni Paolo II. Si riconoscono perché sono delle costruzioni di mattoni rotondi o quadrati di un metro quadrato circa.

Fino ad un certo punto quindi i bottini alimentavano le fonti che erano pubbliche quindi accessibili a tutti gratuitamente.

Nel 'Quattrocento fu concessa la possibilità, a chi aveva la propria abitazione nei pressi del bottino maestro di Fonte Gaia, di poter scavare un pozzo privato nel proprio cortile per allacciarsi al bottino scavando un cunicolo a proprie spese. L'acqua prelevata in questo modo era a pagamento. Delle targhe segnaletiche che risalgono all'800, tuttora visibili nel bottino, indentificavano l’utente di ciascuna galleria.

Se l’acqua era a pagamento, come si misurava il consumo? attraverso il dado, un forellino al centro di una piastra che sbarrava il canaletto. Un dado corrispondeva 400 litri d'acqua al giorno. L’utente pagava in base ai dadi che aveva richiesto. C’erano anche gli esenti, eh! E’ tutto scritto lì sotto; ma anche i furbi quelli cioè che costruivano le gallerie abusive visibili ancora oggi. 

I bottini complessivamente raggiungono i 25 km. Una città sotto la città. Ogni fonte è alimentata da un suo proprio bottino e attualmente è possibile visitare anche i piccoli bottini della Fonte delle Monache e della Fonte di Pescaia.

Siena: Fonte delle Monache

Siena: Fonte di Pescaia

Il bottino di Fontenuova del 1298 è breve ma molto profondo. A differenza di quello di Fonte Gaia che sembra un salotto quello di Fontenuova è primitivo, sembra davvero di trovarsi al centro della terra.

Siena Fontenuova

Ovviamente se soffrite di claustrofobia la visita non è per voi ma a questo punto una alternativa c’è e anche valida: visitare il Museo dell’Acqua contattando sempre il Comune di Siena. Qui avrete la possibilità di vedere la ricostruzione di un bottino con tutte le caratteristiche e di visitarlo anche grazie ad un filmato in 3D. Vi sembrerà davvero di essere nelle viscere di Siena comodamente seduti.

Ecco un anteprima delle altre cose che vedrete nel Museo dell’Acqua.


A questo punto forse la domanda sorge spontanea: fino a quando si è usata l’acqua dei bottini a pieno ritmo? fino agli anni '50 del secolo scorso perché nel 1914 l'acquedotto del Vivo arrivò sì a Siena ma fino a Porta San Marco e non nelle case. Interessante è anche la storia della costruzione dell'acquedotto ma magari sarà per un altra volta. Nel Museo dell'Acqua però c'è una sezione dedicata alle testimonianze di chi ha vissuto il passaggio dai bottini all'acquedotto. Stupenda!

Arrivata in fondo al post devo svelarvi un segreto per onor del vero e cioè che il concetto di costruzione del bottino è di provenienza iraniana. Così ci dissero al corso di formazione.


Io non sono ancora mai stata in Iran, e voi? se sì, potete darmi conferma di ciò?

lunedì 23 marzo 2015

Tutto ciò che affiora è nella nostra interiorità

Ricominciare da sé di Osho
tratto da
Ricominciare da sé
di Osho
Oscar Mondadori Editore

Qual è dunque il primo passo del viaggio di un ricercatore della verità?

Il corpo.

Un giovane principe ricevette l’iniziazione dal Buddha. Nella sua vita aveva provato ogni genere di piacere, aveva vissuto solo per il piacere. Poi aveva deciso di diventare un bhikshu, un monaco. Tutti gli altri bhikshu ne furono sorpresi e dicevano: Questo giovane vuole diventare un monaco? Non è mai uscito dal suo palazzo, non si è mai spostato se non sulla sua carrozza. Le strade che era solito percorrere erano coperte da tappetti vellutati. E ora vuole diventare un mendicante! Che pazzia pensa di fare?

Il Buddha diceva che la mente umana si muove sempre tra due estremi, passa da un estremo all’altro. La mente umana non si ferma mai nel mezzo. Proprio come il pendolo di un orologio si muove da un lato all’altro e non si ferma mai nel mezzo, allo stesso modo la mente umana si muove sempre da un estremo all’altro.

Fino a quel momento il principe aveva vissuto a un estremo, quello di coloro che indulgono nei piaceri del corpo; da quel momento in poi voleva vivere all’estremo opposto, quello di coloro che rinunciano al corpo.

E così fu. Mente tutti i bhikshu camminavano sulla strada maestra, il principe, che non aveva mai percorso strade che non fossero coperte da preziosi tappeti, diventato monaco camminava sui sentieri meno battuti, coperti di rovi. Quando tutti i bhikshu si sedevano all’ombra di un albero, egli stava in piedi sotto il solleone. Mente tutti i bhikshu si cibavano una volta al giorno, egli un giorno digiunava e un giorno si nutriva. Nell’arco di sei mesi era diventato uno scheletro. Il suo bellissimo corpo era bruciato dal Sole e si suoi piedi erano coperti di piaghe.

Dopo sei mesi il Buddha andò da lui e gli disse: Shrona, questo era il suo nome, voglio chiederti una cosa. Ho sentito dire che quando eri un principe, eri un ottimo suonatore di vina. E’ così?

Shrona gli rispose: Sì. La gente diceva che nessun altro era capace di suonare la vina bene come me.

Il Buddha continuò: Ebbene, sono venuto a farti una domanda, forse tu puoi darmi la risposta. Dimmi: se le corde della vina sono troppo allentate, la musica riesce a scaturire dallo strumento oppure no?

Shrona scoppiò in una risata. Esclamò: Che domanda mi fai? Anche un bambino sa che, se le corde della vina sono troppo allentate la musica non può uscirne, poiché le corde allentate non possono creare suoni, è impossibile pizzicarle; dunque nessuna musica può nascere da corde allentate.

Il Buddha chiese ancora: E se le corde sono troppo tese?

Shrona rispose: Anche da corde troppo terse la musica non può sgorgare, perché le corde troppo tese si rompono non appena il suonatore le tocca.

Quindi il Buddha chiese: Quando la musica riesce a scaturire dallo strumento?

Shorna rispose: La musica può nascere solo quando le corde si trovano in uno stato in cui possiamo dire che sono né troppo tese né troppo allentate. Esiste uno stato in cui le corde non sono né troppo tese né troppo allentate. Esiste un punto mediano, il giusto mezzo: la musica affiora solo quando le corde si trovano in quello stato intermedio. Un musicista esperto allenta e tira le corde fino a portarle in quel punto, prima di cominciare a suonare.

Il Buddha concluse: Non dire altro! Ho ricevuto la risposta. Sono venuto a dirti la stessa cosa. Proprio come tu sei stato un esperto suonatore di vina, allo stesso modo io sono diventato un Maestro esperto nel suonare la vina della vita. E la stessa legge che si applica alla vina, vale anche per la vina della vita. Se le corde della vina sono troppo allentate, la musica non può scaturire, ma anche se sono troppo tese, la musica non può nascere. Colui che vuole creare la musica della vita prima deve controllare che le sue corde non siano né troppo tese, né troppo allentate.

Dov’è questa vina della vita? 

La vina della vita non è altro che il corpo umano, e nel corpo umano esistono corde che non devono essere troppo tese né troppo allentate. Solo nell’equilibrio di queste corde l’uomo entra nella musica della vita.

Dove si trovano le corde della vina del corpo umano? 

Innanzitutto, nella mente esistono molte corde che sono troppo tese. Sono così tese che la musica della vita non riesce a scaturirne. Se qualcuno le sollecita, possono generare solo pazzia. E voi tutti state vivendo con le corde della vostra mente molto tese; le tenete in tensione ogni giorno per ventiquattr’ore, dal mattino alla sera. E se qualcuno pensa che quelle corde possano rilassarsi durante la notte, si sbaglia; anche durante la notte le corde della mente sono tese e stressate.

Le corde del cuore sono molto allentate. Voi siete in collera per ventiquattr’ore ogni giorno! A volte la rabbia è maggiore e, a volte, è minore; comunque voi siete in collera per ventiquattr’ore ogni giorno. E’ sufficiente una piccola opportunità perché quella rabbia affiori: è alla ricerca dell’occasione per esplodere. In voi la rabbia è pronta: è solo alla ricerca di un’opportunità esterna che vi dia il pretesto di esplodere. 

Se andaste in collera senza ragione, la gente penserebbe che siete impazziti; se però non ne trovate una, esplodete anche senza motivo. Forse non ne siete consapevoli.

Per esempio, si può chiudere a chiave un uomo in una stanza, provvisto di tutto il necessario, e chiedergli di annotare qualsiasi cambiamento avvenga nella sua mente. Prendendo nota di questi cambiamenti, scoprirà che a volte, senza alcun motivo, si sente benissimo in quella stanza chiusa e altre volte, senza motivo, si sente male; a volte è triste, altre è felice; a volte e senza alcun motivo, si sente in collera, altre volte la collera scompare. 

Non riceve sollecitazioni dall’esterno –la situazione nella stanza è costantemente la stessa- che cosa accade in lui, dunque? 

E’ questo il motivo per cui l’essere umano ha tanta paura della solitudine: in solitudine non riceve pretesti dall’esterno, deve rendersi conto che tutto ciò che affiora proviene dalla sua interiorità.

Qualsiasi persona, costretta in isolamento, non riesce a rimanere mentalmente sana per più di sei mesi, impazzirà inevitabilmente. Ciascuno di voi impazzirebbe. Gli altri ti offrono delle opportunità di sfogo, per questo non impazzisci.

Pozzo di Palazzo Placidi a Siena
Un pozzo è pieno d’acqua: se vi immergi un secchio e poi lo tiri su, quell’acqua uscirà dal pozzo. Se nel pozzo non c’è acqua, puoi immergere il secchio quanto vuoi, sarà sempre vuoto. Il secchio in sé non ha il potere di far sgorgare l’acqua; come prima cosa è necessario che nel pozzo ci sia l’acqua. Se è pieno d’acqua, il secchio può prelevarla; ma se nel pozzo non c’è acqua, il secchio non potrà mai prelevarla.

Se in te non c’è collera, se in te non c’è odio, non esiste potere al mondo che possa estrarre da te collera oppure odio. Nei lassi di tempo in cui nessuno immerge un secchio nel tuo pozzo, puoi avere l’illusione che non ci sia acqua. Quando qualcuno vi immerge un secchio, lo preleva traboccante d’acqua… solo quando il pozzo rimane inutilizzato, puoi pensare erroneamente che in esso non ci sia più acqua; allo stesso modo, se nessuno ce ne dà l’opportunità, da noi non possono sgorgare né la collera, né l’odio, né l’invidia. Non per questo, però, dovete pensare che nel vostro pozzo non ci sia acqua! L’acqua c’è: è in attesa di qualcuno che venga a prelevarla con il suo secchio. 

Se le corde della tua mente sono troppo tese, in te può scaturire solo la pazzia; mentre se le corde del tuo cuore sono troppo allentate, in te può scaturire solo collera, inimicizia, invidia e odio. 

Le corde del tuo cuore dovrebbero essere un po’ più tese, in modo che in te possa scaturire l’amore; e le corde della tua mente dovrebbero essere un po’ più allentate, in modo che in te possa scaturire un’intelligenza vigile e non la pazzia

Se queste corde del tuo essere fossero entrambe equilibrate, in te potrebbe nascere la musica della vita.

Il metodo per fare tutto questo è ciò che io chiamo meditazione.

lunedì 16 marzo 2015

Coscienza da testimone (udāsīnātā)

Dharma Sūtra di Śrī Tathāta

tratto da
Dharma Sūtra
di Śrī Tathāta
Tathata Edizioni


Udāsīnātā è un non-attaccamento che non va confuso con la pigrizia. 

La pigrizia è da iscriversi fra le caratteristiche della natura oscura, del tamas, mente il non-attaccamento è la qualità che contraddistingue una mente capace del giusto distacco dalle cose; una mente che sa osservarle da lontano, in modo spassionato. 

Questo atteggiamento interiore si può definire “stato di coscienza del testimone”. 

In linea di massima, vi sono tre diversi tipi di approccio ad una tematica come, per esempio, quella del denaro

C’è una categoria di persone che è ossessionata dal denaro e fa in modo di accumularne una grande quantità. 

La tipologia diametralmente opposta ha un’avversione per la ricchezza e se ne tiene alla larga; queste persone sono convinte che i soldi e l’abbondanza portino solo guai. 

La terza categoria è quella delle persone semplicemente pigre; non fanno caso ai soldi, li lasciano andare e venire come capita, ma questo non significa affatto che abbiano superato il desiderio di denaro. Il loro modo di fare è solo frutto della loro incapacità di prendere posizione rispetto ad esso – a tanto arriva la loro pigrizia! 

Il non-attaccamento è ben altra cosa. 

Coloro che l’hanno raggiunto non provano né attrazione né repulsione per il denaro; vivono accogliendolo tranquillamente quando c’è, e quando non c’è sanno accettare l’assenza e vivere bene anche facendone a meno. 

Il non-attaccamento è la capacità di accettare entrambe le situazioni con equanimità*. Questo è l’atteggiamento che si dovrebbe mantenere nei confronti di tutto ciò che la vita può portarci incontro.


* dare uguale valore ad ogni cosa

lunedì 9 marzo 2015

Duccio di Buoninsegna: Incontro con la Samaritana

Quel che resta della Maestà (1308-1311) di Duccio di Buoninsegna, scelleratamente smembrata nel 1771, è ottimamente conservato nel Museo dell'OPA di Siena

In questo post però voglio svelarvi la sorte di una delle 26 formelle con Storie della Passione e Resurrezione di Cristo che formavano il verso della Tavola e cioè quella dell'Incontro di Gesù e la Samaritana che oggi si trova al Museo Thyssen Bornemisza di Madrid.

Duccio di Buoninsegna, Gesù incontra la Samaritana nel pozzo. Museo Thyssen Bornemisza. Madrid

Come mai proprio questa formella? perché l'ho vista dal vivo quando sono stata a Madrid la prima volta nel 2012. Un tuffo al cuore per me!

Approfittando dell'iniziativa #Thyssen365 lanciata dal Direttore del Museo, Guillermo Solana, (se siete habitué di questo blog saprete già come ho conosciuto Guillermo prima su Twitter e poi di persona a Siena) che invitava noi followers a scegliere uno o più quadri del Museo Thyssen che lui poi avrebbe commentato, io gli proposi proprio questa formella.

Ne ho approfittato per chiedergli se sapeva dirmi come questa formella fosse giunta fino al Thyssen.

Lui è stato così gentile da mettermi in contatto con una persona addetta alla conservazione dei dipinti antichi del Museo e nel giro di un paio di giorni, con mia grande sorpresa e immensa gratitudine, ho ricevuto una e-mail da parte di Maria Eugenia Alonso Asensio con la cronologia dettagliata.

Cosa potevo volere di più? e quanto ho imparato da questa gentilezza? Tantissimo!

Quindi, tornando a noi, ho scoperto che:

- dal 1308 al 1771 la Maestà di Duccio è stata esposta tutta intera nel Duomo di Siena
- nel 1771 fu spostata nella Chiesa di Sant'Ansano in Castelvecchio  sempre a Siena
- nel 1879, dopo lo smembramento, le formelle varie finirono nelle mani di mercanti d'arte. Questa dell'Incontro con la Samaritana ad esempio finì a Colle Val d'Elsa nella Collezione di Giuseppe e Marziale Dini. 

Dopo di che:

- fra il 1886 e il 1927 fu acquistata da Robert H. e Evelyn Benson e portata a Londra
- fra il 1927 e il 1929 fu venduta ai fratelli Duveen, mercanti d'arte, e portato a New York
- nel 1929 fu acquistata da John D. Rockefeller II e tenuta a New York
- nel 1971 fu acquistata da Heini Thyssen e portata a Lugano
- nel 1992 andò in deposito al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid
- nel 1993 fu acquistata dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid

Ho anche chiesto a Guillermo se la tavoletta fosse mai stata prestata. La mia curiosità nasceva dal fatto che questa tavoletta non era presente nella  bellissima Mostra su Duccio che si era tenuta a Siena nel 2002 in occasione della scoperta dei dipinti sotto il Duomo di Siena

Sono venuta a sapere che era stata prestata una volta nel 2006 per la Mostra Kult Bild. Das Altar- und Andachtsbild von Duccio bis Perugino nello Städel Museum di Francoforte.

I have a dream, sì; costruirmi un itinerario per andare a vedere le tavolette della Maestà di Duccio sparse per il mondo (Londra: Annunciazione, Guarigione del cieco, Trasfigurazione, Washington: Natività, Washington D.C.: Vocazione di Pietro e Andrea, b>Budapest: Incoronazione della Vergine, New York: Tentazione sul monte, Fort Worth Texas: Resurrezione di Lazzaro).

Entro l'anno ci sono buone possibilità che io inizi con quelle che si trovano nella National Gallery di Londra. Incrociamo le dita :-)

E voi? avete avuto modo intanto di vedere il grosso della Maestà di Duccio che si trova al Museo dell'OPA a Siena oppure qualche tavoletta di quelle che si trovano in giro per il mondo?

lunedì 2 marzo 2015

Perchè visitare Siena

Dopo la Top Ten di Siena in cui vi ho elencato le dieci principali cose da vedere e da fare a Siena, questa volta vi dirò perché dedicarle qualche giorno in più, sempre in qualità di insider(*)

Non c'è alcun dubbio che la prima cosa che colpisce di Siena è  il bello che essa ha saputo esprimere ai massimi livelli soprattutto durante il Medioevo

Siena: vista dal Facciatone

Basta salire sulla Torre del Mangia o sul Facciatone per avere una visione d'insieme di questa bellezza "che allarga il cuore e illumina il viso", per usare le parole che Giuseppe Pallini ha inserito in una sua poesia dedicata a Piazza del Campo.

Questa tensione al bello però non è presente solo nei monumenti più in vista ma anche lì dove non te lo aspetti e che possono sfuggire ad una prima visita della città in cui magari si ha la preoccupazione di vedere i must.

Bene, è proprio lì che voglio soffermarmi questa volta.

Ci sono ad esempio alcuni elementi dell'impianto urbanistico di Siena che hanno una destinazione d'uso evidentemente pratica prima che decorativa come le mura, per la difesa della città, le porte, per il controllo degli ingressi, le fonti, per l'approvvigionamento idrico della popolazione ma anche per spegnere gli incendi.

Ecco, dategli un'occhiata quando verrete a Siena e poi mi direte se non danno l'impressione di essere stati realizzati principalmente per abbellire la città!

Siena: Fontenuova

C'è una suggestiva città invisibile da visitare a Siena ed è quella formata dai sotterranei detti 'bottini'.

Ebbene, vi ho già accennato alla loro importanza soprattutto per una città come Siena non attraversata da un fiume nè lambita dal mare ma... c'è un ma... questo è vero oggi; ma milioni di anni fa esattamente nel Pliocene inferiore (parola del perfetto bottiniere) Siena era lambita dal mare anche se poco profondo.

Testimonianza di ciò è visibile in Piazza San Giovanni, dove si trova il Battistero. Andate e vedete!

Siena: Piazza San Giovanni

In ambito figurativo Siena è conosciuta per i suoi fondi oro di cui la Pinacoteca di Siena è custode per gran parte; ma pochi sanno delle Biccherne, le copertine dei registri contabili del Comune di Siena, e di altri enti, dipinte anche da grandi maestri senesi e che costituiscono delle vere e proprie opere d'arte oltre che documentazione importante della vita degli uffici comunali e della storia della città.

Siena: Biccherna del 1258

Oggi sarebbe l'ultima cosa credo che ci si preoccuperebbe di rendere belli!

Pochissimi poi sanno che le Biccherne presenti a Siena sono raccolte nel Museo delle Biccherne all'interno dell'Archivio di Stato e che sono visibili al pubblico gratuitamente. Altre sono sparse nei Musei per il mondo. La più antica conservata a Siena è del 1258.

Idealmente la lettura della Storia di Siena protrebbe continuare con i Drappelloni conservati nei Musei delle Contrade.

Il drappellone più antico conservato è del 2 luglio del 1719 nella Contrada dell'Aquila. Quindi da lì in poi è documentata la piccola storia locale insieme alla grande storia mondiale.

Ho scritto qualcosa sull'argomento qui

Dal punto di vista archeologico Siena è affascinante per la sua stratificazione di cui il Duomo è l'esempio principe, credo. Appena del 1999 infatti è l'ultima scoperta: un ciclo di affreschi del 'Duecento nel luogo oggi chiamato Cripta per la corrispondenza con la posizione che solitamente questo luogo ha rispetto alle chiese; ma in realtà era altro.

Siena: affresco Cripta

Ebbene, questi affreschi sembrano essere stati eseguiti ora, ve lo assicuro, tale è la vivacità dei colori e questo grazie ai detriti che li hanno ricoperti per secoli la cui funzione era quella di sostenere il prezioso pavimento del Duomo di Siena. Sì, avete capito bene...

Questo da una parte mi fa pensare che i senesi erano davvero gente vana perché come si fa? dico io, ad oscurare simili capolavori? dall'altra il mio spirito nascosto di Indiana Jones mi fa gioire come una bambina.

Ho assistito al racconto della scoperta degli affreschi della Cripta direttamente dall'architetto che ha seguito i lavori e credetemi è stato da brividi.

Chissà quante altre cose si scopriranno ancora di questa città.

Rimanendo in argomento figurativo gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti sul Buono e Cattivo Governo e loro conseguenze in città e in campagna sono un must da vedere a Siena e infatti l'ho inserita nella Top Ten; ma altrettanto interessante è vedere l'evoluzione dal punto di vista iconografico di questo programma ideologico e insieme di ammonimento politico che negli affreschi del Lorenzetti erano espressi in maniera allegorica.

A cosa mi riferisco? agli affreschi del 'Quattrocento di Taddeo di Bartolo e del 'Cinquecento del Beccafumi entrambi a Palazzo Pubblico.

I primi sono nell'Anticappella e rappresentano uomini illustri dell'antica Roma in corrispondenza della virtù che li ha contraddistinti nell'esercizio del loro potere. 

Siena: Uomini Illustri di Taddeo di Bartolo a Palazzo Pubblico

Siena: Uomini Illustri di Taddeo di Bartolo a Palazzo Pubblico

In quelli del Beccafumi nella Sala del Concistoro l'accento invece è posto sulla priorità che devono avere gli atti rivolti al bene pubblico rispetto a quelli rivolti al bene privato attraverso episodi virtuosi di eroi greci e romani. 

Siena: Episodi di eroi greci e romani del Beccafumi a Palazzo Pubblico

Siena: Episodi di eroi greci e romani del Beccafumi a Palazzo Pubblico

Il filo rosso che lega queste tre rappresentazioni sono le virtù.

Anche gli affreschi della Sala del Pellegrinaio del Santa Maria della Scala ho inserito nella Top Ten di Siena e per una prima visita sono imprescindibili; ma per approfondire la conoscenza di questa istituzione secolare occorre addentrarsi nei sotterranei del Santa Maria e visitare il suo Tesoro.

Si tratta di un insieme di reliquiari, alcuni ancora contenenti la propria reliquia, il cui nucleo originario provenente da Costantinopoli è giunto a Siena per donazione acquisto. A questo lotto si sono poi aggiunti reliquiari realizzati da botteghe locali.

Siena: il Tesoro del Santa Maria della Scala

Di recente ho partecipato ad una visita guidata al Tesoro del Santa Maria ed è stato illuminante per capire il rapporto tra la Chiesa e il Comune nella sua gestione, valorizzazione e diremmo oggi commercializzazione. Il mio reportage è qui.

A questo punto vi faccio fare un salto ai giorni nostri per una caccia al tesoro per le strade di Siena; l'invito è ad andare con il naso all'ingiù invece che all'insù per scovare le undici lastre, di cui solo una al coperto, sparse per Siena realizzate da artisti contemporanei per il progetto Tempo Zulu. Alcune si stanno consumando; ma sono state concepite ben consapevoli di ciò per cui affrettatevi a venirle a vedere!

Siena: Tempo Zulu

L'elenco completo lo trovate qui

Ecco, in questo post ho voluto raccogliere degli spunti per far capire che i motivi per visitare Siena sono molteplici e chissà quanti devono ancora vedere la luce.

Ci sono poi motivi contingenti per cui visitare Siena; eventi particolari come ad esempio il Mercato nel Campo nei giorni dell'Immacolata, Sport Siena Week a Marzo, Siena and Stars d'estate, Mostre varie, visite guidate a tema durante l'anno e ovviamente il Palio a luglio e ad agosto. Per comprendere però meglio il senso del Palio per i senesi, oltre a visitare una Contrada, vi suggerirei di visitare Siena durante la settimana della Festa titolare di una Contrada (da fine aprile a settembre; se cercate su google trovate di sicuro le date). Oltre al 'giro' in città e in campagna della comparsa della Contrada avrete modo di assistere anche al Battesimo (laico) contradaiolo.

Chi avrà sicuramente modo di visitare Siena in maniera più approfondita sarà chi ci verrà per frequentare l'Università di Siena (e che poi magari deciderà di rimanerci, come è capitato a me), l'Università per Stranieri o i Corsi di Perfezionamento all'Accademia Chigiana.

A chi invece vorrebbe trascorrere a Siena del tempo per immergersi nella cultura del luogo e vivere un periodo as a local nostrano sappiate che abbiamo l'Università Popolare che propone corsi monografici anche brevi; ma non troppo.

Costoro avranno anche tutto il tempo per godere degli spazi verdi a Siena pur rimanendo in città recandosi ad esempio all'Orto de' Pecci per un momento di relax all'ombra della Torre del Mangia.

Siena: Orto de' Pecci

La mia lista di motivi per visitare Siena non è finita ma bisogna che concluda il post. Tanto in questo blog ho scritto e scriverò ancora tanto su Siena, per chi fosse interessato. 



Ora tocca a voi. Visitare Siena perché? scatenatevi nei commenti!

(* )questo post fa parte del Progetto Insiders. Pillole di Travelblogging lanciato da Trippando.com