lunedì 29 dicembre 2014

Amedeo Modigliani et ses amis

Pisa, Palazzo Blu
Fino al 15 febbraio 2015

Amedeo Modigliani

Ciò che cerco non è né il reale né l'irreale, 
ma l'inconscio, il mistero istintivo della razza.
Amedeo Modigliani

Sto cominciando a esigere da me stessa di chiarire cosa intendo quando di una cosa dico che è bella, aggettivo pigro, inutile (cit.) e per farlo ho bisogno delle parole di chi quella cosa la conosce, l'ha approfondita e ha dato un nome a ciò che ha provato e che provo io ora ad esempio quando mi trovo davanti a opere d'arte di un artista come Amedeo Modigliani.

Siamo non dico tutti, per non generalizzare; ma sicuramente in molti a collegare Modigliani con figure dal collo allungato, volto ovale perfetto, occhi estremamente ravvicinati spesso senza pupille, naso schematico a forma di triangolo, bocca a forma di cuore. Non tutti però sappiamo quale fosse la ricerca poetica di Modigliani. 

Ecco, io personalmente ho scoperto questo, in questa mostra grazie ai testi del suo curatore Jean Michel Bouhours, accreditato studioso di Modigliani e curatore del dipartimento delle collezioni moderne del Centre Pompidou.

Tutte le informazioni necessarie sono contenute nel sito Modigliani Pisa che sono poi le stesse che troviamo riportate nei pannelli di ogni stanza. In più, il biglietto include anche l'audioguida, molto ben fatta, per cui non starò qui a ripetere ciò che è scritto altrove ma fisserò le cose che mi hanno colpito di più ma per farlo dovrò per forza di cose attingere da quello che ho letto nei pannelli della mostra.

Giusto qualche cenno biografico: Amedeo Modigliani è nato a Livorno il 12 luglio del 1884 da una famiglia di piccoli commercianti; ebreo da parte materna. Svogliato a Scuola espresse subito alla mamma il desiderio di dipingere. Fece con lei una specie di Grand Tour in l'Italia, frequentò scuole di disegno e poi si trasferì a Parigi nel 1906, città scelta all'epoca da molti aspiranti artisti perché vantaggiosa dal punto di vista socio-economico. Soffriva di tubercolosi, era sensibile all'alcool e alle donne; ma il suo grande amore fu Jeanne Hébuterne che divenne anche sua moglie e con la quale ebbe una figlia, Jeanne. Ebbe una vita breve, morì a Parigi il 24 gennaio 1920. Dal dolore, la moglie Jeanne, incinta di otto mesi, morì suicida il giorno dopo gettandosi da una finestra al quinto piano.

Già la prima opera esposta è stata una sorpresa perché si tratta di un paesaggio che Modigliani dipinse a soli quattordici anni. Sfido io che anche voi non rimarreste sorpresi e per il soggetto e per la bravura in età così giovane.

Amedeo Modigliani
Stradina toscana - 1898
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

Nella saletta delle opere dei primi anni a Parigi lo stile direi espressionista mi ha ricordato il tedesco Ernst Ludwig Kirchner. Scusate, ma ognuno ha il suo bagaglio culturale al quale ora l'inconscio ora la ragione attinge per creare collegamenti e questo è il mio :-)

Amedeo Modigliani
Maurice Drourad -1909
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

La malinconia che caratterizzerà molte delle figure di Modigliani è già presente in questo dipinto struggente. La foto non rende, credetemi. Sono rimasta a lungo ad ammirare questo dipinto quasi ad aspettare che la ragazza mi parlasse della sua vita.

Amedeo Modigliani
La mendicante - 1909
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

Una sezione è dedicata a Modigliani scultore e a colui che fu il suo riferimento, il rumeno Costantin Brancusi. Ho scoperto che Modigliani non modellava ma intagliava la pietra. I modelli ai quali si ispirava erano i primitivi che aveva visto sia al Louvre che nella Sala Museo Etnologica del Trocadero. In particolare si ispirava all'eleganza delle sculture Khmer più che alla scultura primitiva africana che è più brutale. Chi mi ricorda questa testa di donna? Be, un po' il busto di Nefertiti.

Amedeo Modigliani
Testa di donna -1912
Foto Credits: Arte e Arti

Nella mostra di Palazzo Blu c'è anche una saletta dedicata ad alcuni rappresentanti del Cubismo, compreso un Picasso.

Picasso
Picasso: I Pani - 1909
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

Modigliani dal Cubismo prese solo la forma stereometrica del viso ed i chiaroscuri poiché era interessato al ritratto e alla sua dimensione metafisica e il Cubismo rifiutava ogni concezione psicologica. Da Cezanne prese invece la scomposizione delle figure nelle forme geometriche del cono, cilindro e sfera e l'utilizzo del colore puro.

Il quadro più radicale e diverso di Modigliani, almeno presente nella mostra, è questo. Sembra una maschera.

Amedeo Modigliani
Testa rossa - 1915
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

Accanto al dipinto precedente si trova quest'altro che è di una intensità disarmante per la sua purezza ed è proprio la dicitura purificazione della forma in Modigliana un'altra delle cose alle quali questa Mostra ha dato un nome per farmi capire cosa avvertivo io.

Amedeo Modigliani
Testa di donna - 1915
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

Nella sezione degli Amici di Modigliani troviamo, tra altri, Chagal, Dufy e Soutine; quest'ultimo, sempre trasandato (ricordo un ritratto fatto da Modigliani in cui Soutine indossava un cappotto sudicio! era in mostra l'anno scorso a Roma) era molto amico del sempre elegante e curato Modigliani.

Amedeo Modigliani
Soutine: Ritratto di Miestchaninoff (scultore)
Foto Credits: Contemplarti

Mi ha colpito questo dipinto di Soutine perché mi ha ricordato Francis Bacon per la desublimazione della figura, come riportato dalle scritte nella sala.

Una galleria fotografica delle modelle di Modigliani ci accompagna lungo la rampa di scale che porta al secondo piano della Mostra dove ci sono ritratti e disegni.

Qui l'espressionismo e simbolismo lasciano il posto ad una pianura e schematizzazione del motivo che diventa lo stile Modigliani. Lascio la parola alle riproduzioni dei quadri.

Amedeo Modigliani
Ritratto Dedie - 1918
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa
L'espressione malinconica è resa con la testa inclinata, l'abito nero e le mani congiunte. Lo stile è morbido.

Amedeo Modigliani
Donna col colletto bianco - 1917
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

Amedeo Modigliani
Gaston Modot - 1918
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

Amedeo Modigliani
Nudo sdraiato con le mani giunte -1917
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa
La gallerista che espose questo quadro dovette chiudere la galleria perché risultò scandalistico.

Amedeo Modigliani
Ragazzo dai capelli rossi - 1919
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

Amedeo Modigliani
Il giovane apprendista -1917/19
Foto Credits: Wikipedia

Nella sala dei disegni è possibile vedere su uno schermo uno degli album da disegno che Modigliani portava con se; a volte con un disegno pagava le sue bevute di vino al bar; ma non era l'unico!

Semplificare fino a raggiungere l'essenziale; invenzione e purificazione della forma queste le parole illuminanti sull'arte di Modigliani.

La Mostra è un crescendo e infatti gli ultimi ritratti suscitano spensieratezza, gaiezza (io ho letteralmente corrisposto al sorriso di Soutine nel senso che ho ricambiato il suo sorriso!), solidarietà a Modigliani per la caricatura del gallerista 'cattivo' Chéron, commozione davanti al ritratto di Jeanne.

Amedeo Modigliani
Lolotte - 1917
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

Amedeo Modigliani
Monsieur Chéron - 1915
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

Amedeo Modigliani
Jeanne Hebuterne -1918
Foto Credits: pagina Facebook Modigliani a Pisa

Che dire? se questo è lo stile delle mostre di Palazzo Blu, comincerò a tenerlo d'occhio!

martedì 23 dicembre 2014

Libri letti nel 2014

Accetto l'invito di Alessandra, Una lettrice, e vi propongo anch'io le mie letture del 2014 partendo dall'ultimo libro che ho letto. 

Come faccio a ricordarmelo? beh, semplice; perché ho una libreria su Anobii! E allora perché non rimandarvi direttamente alla pagina? perché mi è venuta un idea: svelarvi come mai ho scelto di leggere ognuno di questi titoli

E ora, rullo di tamburi!

Il Commesso di Bernard Malamud: se Simona, Solo superficialmente coerente, pubblica nel suo blog una recensione di un libro che ha letto è già un indizio chiaro del fatto che valga la pena leggerlo in quanto significa che più che urgente è stato in lei il desiderio di condividere qualcosa di bello. 

Se ci fate caso, ci sono pochissimi post nel suo blog nonostante lei sia una lettrice a pieno titolo. Se però non vi piace dare troppa fiducia a scatola chiusa, non rimane che leggerlo tutto il post come ho fatto io. Dopodiché sono andata in libreria ma non l'ho letto subito, no; ho fatto prima fare da cavia a mia mamma regalandoglielo per il compleanno e questo dimostra la fiducia che ho in Simona perché rarissimamente regalo libri che non ho letto!

Applausi a scena vuota di David Grossman: sceglierò sempre Grossman da qui all'eternità, qualsiasi cosa scriva!

L'idiota di Fedor I. Dostoevskij: questo libro l'ho ricevuto in dono l'anno scorso a Natale su mia specifica richiesta; ma ahimé, ho fatto molta fatica a finirlo ma Dosto è Dosto e non si abbandona (non ho avuto invece remore ad abbandonare un Tolstoij...) Forse che l'Ottocento russo non fa più per me?

Open di Andre Agassi: il passaparola che c'è stato su Twitter è stato efficace; ma l'input decisivo mi è arrivato dalla recensione di Patrizia, leultime 20.it. È stato bello poi andare a rivedermi l'intervista fatta da Fazio a Che tempo che fa.

Una storia per l'essere tempo di Ruth L. Ozeki: avete mai sentito parlare di @continuiamoaleggere? non è una pagina Facebook, ne un profilo Twitter ne di Anobii ma di Instagram! L'ho scoperto grazie ad un post del blog ufficiale degli instagramers italiani che raccoglieva alcuni profili che parlavano di libri. Mi sono trovata molto in sintonia con i titoli instagrammati e la breve recensione di questo libro l'ho trovata accattivante quindi... sono andata in libreria a comprarlo!

Se stasera siamo qui di Catherine Dune: anche questo libro l'ho ricevuto in regalo l'anno scorso a Natale ma non su mia richiesta. Di questa autrice avevo letto La metà di niente e mi era piaciuto anche se mi era sembrato che avesse affrontato in maniera favoleggiante l'argomento. Questo mi è piaciuto molto di più anche se il finale è stato un po' buttato lì, secondo me; troppo da telenovela americana, nemmeno sudamericana!

Domani nella battaglia pensa a me, Un cuore così bianco, Gli innamoramenti; tutti di Javier Marias: il primo che ho letto è stato Gli innamoramenti, tra l'altro in lingua originale, grazie all'irresistibile recensione sulla rubrica mensile #2VociX1Libro di Giuditta, libri.tempoxme.it, e Patrizia, leultime20.it. Se poi ne ho letti altri due a ruota forse mi è piaciuto tanto questo scrittore, voi cosa ne pensate? :-)

Javier Marias

Mai stati meglio di Lia Celi e Andrea Santangelo: questo ebook mi ha incuriosito quando è cominciato a comparire nella mia time line di Twitter; ma il colpo di grazia è arrivato con il consenso che ha ricevuto da due lettrici doc: Simona, Letture sconclusionate, ed Elena, ExLibris.

Le scelte che non hai fatto di Maria Perosino: avevo già letto di lei Io viaggio da sola e mi era piaciuto moltissimo. Il post che ne ho scritto su questo blog rimane ancora quello che ha ricevuto più commenti. Quest'anno Maria è morta. Mi è dispiaciuto come se l'avessi conosciuta di persona. Questo libro è uscito il giorno dopo la sua morte e l'ho letto quasi come per renderle omaggio.

Siena, la città delle stelle di Mario Tassoni: la locandina di presentazione del libro mi ha incuriosito ed amando io molto questa città non mi è sembrato il vero di poterla percorrere in una nuova ottica come quella proposta dall'autore.

Siena, la città delle stelle di Mario Tassoni

La rivoluzione comincia da noi di Jiddu Krisnamiurti: eh, ormai lo sapete tutti che sto facendo Yoga non solo come esercizio fisico. Questo titolo mi ha affascinato subito quando è comparso nella mia time line di Facebook nella pagina Meditazione e Chakra. Non è semplicissimo. L'ho letto più volte e qui ne ho citato un brano.

Yoshe Kalb di Israel Joshua Singer: ho deciso di leggerlo quando su Twitter il profilo della casa editrice Adelphi ha cominciato a proporlo. Fratello meno famoso di Isaac, la scrittura di Israel mi aveva già conquistato con La famiglia Karnowski e quindi, detto fatto!

Lettere appassionate di Frida Kahlo: nel post Cose belle del 2014 ho scritto che le mostre di Frida Kahlo e Giuseppe Penone sono state come un'Epifania per me; infatti se di Penone gli Scritti 1969-2008 mi avevano dato l'input per saperne di più sulla persona, con Frida è stato il contrario. Dopo aver visto la mostra a Roma ho sentito il bisogno di saperne di più di questa donna dalla forza di volontà inconsueta e cosa c'è di più intimo per conoscere una persona come la sua corrispondenza?

Fiaba d'amore di Antonio Moresco: ho smesso di guardare assiduamente Che tempo che fa perché da un certo punto in poi mi è sembrato che invitassero sempre le solite persone; in una delle pochissime volte che l'ho fatto però ho sentito la presentazione di questo libro che mi ha incuriosito molto. Se mi è piaciuto? Sì, molto.

Bestie di Federigo Tozzi: l'input mi è arrivato dalla Passeggiata d'autore alla quale ho partecipato a gennaio. Una scrittura viscerale che si è imposta come nuova per me, oggi; chissà come deve essere stata accolta all'epoca!

Vita nello Yoga di Iyengar B.K.S.: è stato il primo libro che ho letto nel 2014. Avevo iniziato da pochi mesi a praticare Yoga e ho sentito subito il bisogno di saperne di più. Ho chiesto allora alla mia insegnante un consiglio di lettura e lei mi ha indicato la 'bibbia' dei principianti (grazie Silvia!). L'autore è stato colui che per primo ha portato la pratica Yoga in occidente. Molto esigente con se stesso e con gli altri, questo libro però è bellissimo perché Iyengar lo ha scritto 'nell'età della saggezza', come direbbe Silvia; quando si possono mettere insieme i puntini del proprio passato e trovarne il senso. Iyengar è morto quest'estate.

Un grazie di cuore a chi legge #libribelli e lo condivide pubblicamente. 

Quali libri leggerò prossimamente? Al momento ho iniziato la prima parte di Dharma Sutra di Sri Tathata; ma come romanzo il primo che leggerò sarà Oblomov di Ivan Goncarov

Come mai? 

Beh, non ho ancora avuto modo di dirvi della passione per la lettura che improvvisamente ha colto mia mamma un paio di anni fa, dopo un operazione all'anca. 

Mia mamma era di quelle persone che 'è scritto troppo piccolo e non ci vedo'. Balle! Una volta potrei scrivere un post con i suoi libri letti (io li pubblico su Anobii, lei li scrive sulla sua moleskine!); sono sicura che rimarreste più che sorpresi. E poi, non è che li legge e basta; ma vuole condividere le sue impressioni :-)

Questa cosa ha riempito di gioia me e mia sorella anche perché per una volta 'lettura 1- tv 0 ' soprattutto quella dei programmi pomeridiani tipo La vita in diretta. 

E per dirla proprio tutta, quest'anno è stata operata alla spalla e il nostro primo pensiero è stato di procurarci un leggio anche se poi non è stato necessario perché il periodo di immobilità assoluta del braccio è stato molto breve.

Insomma, di tutti i libri che per ora mia mamma ha letto questo è stato uno degli ultimi e le è piaciuto moltissimo. Cioè, mia mamma che mi consiglia con entusiasmo un libro, non ha prezzo! Quindi, ecco perché l'ho scelto.

Poi ho richiesto a babbo Natale un libro di Modiano perché dopo aver letto il discorso che ha tenuto durante la cerimonia per la consegna del Premio Nobel, non ho avuto scelta! 

E ancora... Ho già ricevuto per questo Natale una 'carta Feltrinelli' da spendere (grazie Gaia!), what else? 

Quindi, se vi va, suggeritemi pure dei titoli da prendere in considerazione; ma solo se si tratta di #libribelli e che avete letto :-)

lunedì 22 dicembre 2014

Tra Arte e Letteratura. Il '900 di Mario Luzi e Alessandro Parronchi

Siena, Complesso Museale Santa Maria della Scala
Fino al 6 gennaio 2015

Tra Arte e Letteratura. Il '900 di Mario Luzi e Alessandro Parronchi

Non avevo messo in programma di visitare questa Mostra perché mi ero fatta l’idea che avrei trovato solo materiale di archivio.

Niente di più sbagliato!

Fortunatamente sono stata invitata da Michela Eremita, una delle curatrici della Mostra, ad un workshop tenuto da Pierluigi Vaccaneo per sperimentare il metodo della TwLetteratura (riscrittura sintetica su Twitter di testi letterali) su testi attinenti a queta Mostra.

Mi si è aperto un mondo. 

Prima di tutto perché, ahimè, non avevo mai sentito parlare di Parronchi (ognuno ha le sue mancanze); ma nemmeno degli artisti toscani del ‘Novecento, pittori e scultori, le cui opere, facenti parte della Collezione ‘domestica e privata’ di questo personaggio, sono esposte nella Mostra. 

Mi era noto solo Ottone Rosai. Ebbene, è stato un crescendo di sensazioni positive vissute man mano che i mie occhi passavano da un quadro all’altro diverso per stile, fattura, genere -ci sono ritratti, autoritratti, nature morte, marine, figure, paesaggi- e per l'intensità di sentimenti che sprigionano.

Ottone Rosai. Ritratto di Alessandro Parronchi (1947)
Ottone Rosai. Ritratto di Alessandro Parronchi (1947)

Arrigo del Rigo. Ballo (1932)
Arrigo del Rigo. Ballo (1932)

Alberto Magri. Ragazza con Maiale
Alberto Magri. Ragazza con Maiale

Nudo di donna. Umberto Mannini
Nudo di donna. Umberto Mannini

Guido Borgianni. Paesaggio con nuvole
Guido Borgianni. Paesaggio con nuvole

Mario Marcucci. Natura morta con bossolo e rosa.
Mario Marcucci. Natura morta con bossolo e rosa.

Giulio Pierucci, Testa maschile
Giulio Pierucci, Testa maschile

Questa Mostra, organizzata in occasione del centenario della nascita di questi due intellettuali toscani, ha riunito al Santa Maria della Scala due Mostre che erano già state presentate in passato, 'Mario Luzi Le campagne, la parola e la luce' a Pienza e 'Ricordando Parronchi Artisti del Novecento in Toscana' a Firenze.

Luzi e Parronchi si conoscevano e, come si evince dalla Mostra, avevano in comune la frequentazione con alcuni artisti.

Gli autori dei quadri della Collezione del Parronchi erano suoi amici, ancora non affermati nel loro campo, con i quali aveva stabilito delle collaborazioni.

Parronchi aveva mille interessi: era poeta, storico dell’arte, traduttore, collaboratore di testate storiche e amico di molti protagonisti del Novecento come Ungaretti, Pratolini, Morandi e Rosai. 

Corrispondenza Alessandro Parronchi e Giorgio Morandi

Corrispondenza Alessandro Parronchi e Ungaretti

Tutto questo gli permise di intuire il talento di questi artisti toscani, di approfondirli, riconoscerne il valore e farli conoscere. Infatti in Mostra ci sono pubblicazioni di Parronchi su questi artisti, sue poesie a loro dedicate e carteggi non solo con loro ma anche ad esempio con Roberto Longhi al quale sottopose dei Marcucci che trovarono il suo gradimento.

Alessandro Parronchi, Episodio del 1947 su Rosai, 9 Giugno 1943

Alessandro Parronchi sullo stile di Venturino Venturi

Pubblicazioni varie di Alessandro Parronchi

Lettera di Parronchi a Marcucci, 12 febbraio 1948 con busta acquerellata

Erano gli anni di acceso conflitto tra figurativi e astrattisti, scrive Carlo Sisi nel catalogo, e Parronchi aggregava gli artisti maggiormente affini al suo laboratorio lirico.

In questo post ho messo maggiormente l'attenzione su Parronchi perché Luzi, beh, di lui sì che avevo sentito parlare, delle sue poesie ermetiche, del suo poema Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini.

Insomma, ci sono ancora pochi giorni per visitare questa Mostra ma non fate come me; andateci subito, se siete in zona per le feste!

Il testo di Alessandro Parronchi utilizzato per la TwLetteratura è stato questo:
Il paesaggio dipinto
Il paesaggio dipinto
e’ così bello, che rimani intenta
a seguirne i contorni
variati e – Come, dici,
mi piacerebbe percorrerlo, perdermi
con te per quelle strade!…

– No, non vorrei. Non volli mai percorrere
un paesaggio dipinto.
Si molti veri, visti al finestrino
d’un treno che fuggiva, da una barca
che prese il largo per non piu’ tornare.
E altri, presenti più che agli occhi all’anima,
mossi di luce dietro il vetro
venato della piccola finestra
nell’aperta campagna in cui non era
tratto da me non conosciuto, o solo
brevi dirupi, coste solitarie
a cui non tornero’.
Si muore, anche da vivi, a tante cose.
Ed ora quando s’apre in mezzo al verde
sentiero ignoto, o a una curva compare
paese che respira nel silenzio
vivo intorno alle case,
non mi vien desiderio d’inoltrarmici.
E un brivido mi prende se mai il piede
tenta l’erba fluttuante d’una viottola.

[1957]

Alessandro Parronchi, Le poesie, Firenze, Edizioni Polistampa, 2000, vol. I, p. 272.

mercoledì 17 dicembre 2014

Cose belle del 2014

Provando a guardarmi dall'esterno, sì perché qualche volta ci provo, mi sono accorta che qualcosa è cambiato in me quest'anno: ho usato meno le parole, soprattutto quelle scritte. 

Non nego che la pratica dello yoga e la meditazione mi abbiano indirizzato in questo senso. 

Nell'accettare l'invito che viene rinnovato ad ogni lezione di lasciar andare i pensieri e di attendere la soluzione intuitiva quando siamo di fronte ad una situazione poco chiara, ho trattenuto la voglia di scrivere lunghe mail come avrei fatto fino all'anno scorso per chiarire, spiegare o chiedere chiarimenti o spiegazioni. 

Mi è tornata in mente la frase da me ascoltata per la prima volta in una fiction televisiva, che poi ho visto citata altre volte ma non so a chi appartenga (se magari qualcuno di voi che sta leggendo lo sa, si faccia avanti e me lo dica, please!), che dice Se ami una persona lasciala andare. Se torna da te è tua per sempre ma se non torna non è mai stata tua.

Ecco, mi sono chiesta se sono stata io a lasciar andare alcune persone quest'anno per lasciarle libere di tornare o meno o se sono state loro ad aver lasciato andare me per lasciarmi libera di tornare o meno. E non per una questione di possesso ma di voler esserci per l'altro.

La domanda è sempre aperta.

Detto questo, che magari può sembrare una cosa non bella e invece secondo me lo è, veniamo alle altre cose belle che mi hanno aperto il cuore in questo 2014.

Aver creato la pagina Facebook di My Day Worth per condividere in maniera più immediata, attraverso immagini, le cose che danno valore alle mie giornate. Il contenuto della maggior parte dei post alla fine è stata un immagine di Siena, la città dove vivo, pubblicata al 99% in tempo reale. Questo tema ha portato mi piace da persone che amano questa città quanto o più di me o perché ci abitano o perché ci hanno trascorso parte della loro vita per studio o per lavoro. La cosa bella è che mi sono arrivati anche messaggi privati di apprezzamento e di richiesta di dritte sugli eventi a Siena, che pubblico (pubblicavo) settimanalmente, ma anche su post di altro tema che pubblico nel mio blog ad esempio quello su Cosa fare (ho fatto) ad Amsterdam.

Praticare Yoga mi sta portando ad avere una maggiore consapevolezza delle cose. Quest'anno ho partecipato a due stage, uno a Scansano e l'altro a Capalbio, che mi hanno permesso anche di conoscere meglio alcune persone con le quali frequento il corso a Siena. 

Stage di Yoga a Scansano

Stage di Yoga a Capalbio

Accettare l'invito da parte della mia insegnante di Yoga ad andare a Roma insieme ad altre persone ad ascoltare un illuminato indiano, Sri Tathata, che si presenta come un profeta è stata un'esperienza particolare e positiva. Non ho aderito al suo invito di iniziazione ma di sicuro sono più consapevole del senso della pratica dello yoga, pranayama e meditazione. 

Incontro con Sri Tathata a Roma

L'incontro off line a Siena con Guillermo Solana, direttore artistico del Museo Thyssen Bornemisza di Madrid, che l'anno scorso avevo intercettato on line su Twitter grazie alle sue lezioni serali #Thyssen140 è stato piacevolissimo!

Diciamo che mi sono congratulata con me stessa perché ho saputo cogliere l'opportunità al volo avendo cura di agire con tatto per non essere scambiata per una stalker. Credo di esserci riuscita :-)

Incontro con Guillermo Solana a Siena

L'incontro on line con l'architetto Miquel del Pozo che ogni domenica sera condivide con noi la sua passione per le arti a suon di tweet con l'hasthag #MA140. Il suo amore per l'Italia è viscerale. Tornare al Pantheon di Roma dopo la sua lezione è stato come vederlo per la prima volta. Spero in futuro di incontrare Miquel off line.

Pantheon di Roma (esterno)

Pantheon di Roma (interno)

L'incontro con le opere di Frida Kahlo a Roma e Giuseppe Penone a Firenze sono stati per me come un'Epifania.


Giuseppe Penone

La visita guidata al Museo Archeologico di Siena mi ha aperto un mondo a me sconosciuto e che mi era apparso ostico tutte le volte che avevo provato ad affrontarlo da sola con le schede descrittive presenti nel Museo. Questo mi ha convinto ancora di più della convenienza di una guida meglio se locale.

Museo Archeologico di Siena

L'incontro con la scrittura di Federigo Tozzi e quella di Javier Marías: altra gioia nel cuore. Tozzi grazie alle passeggiate d'autore e Javier Marias grazie alla recensione doppia pubblicata nella rubrica #2VociX1Libro da Giuditta, aka @tempoxme_libri, e Patrizia, aka @patrizialadaga.

Javier Marías

L'incontro off line con Alessandra Pagani del blog Una lettrice; persona deliziosa che su Internet mostra solo una parte di sé e quindi dal vivo ci si guadagna!

Incontro con Alessandra Pagani a Siena

Per caso, sì lo so che il caso non esiste, comunque volevo dire che grazie a @insopportabile che ha condiviso un post di una sua amica nel momento in cui io ero online, mi sono imbattuta nel blog di Letizia Aresu Perchè Complicarsi la Vita? quando spiegava a Insopportabile Yoga, perché?. E già qui mi era piaciuta. 

Nei giorni immediatamente successivi Letizia è partita per l'India per prendere una specie di Master o specializzazione come insegnante di Ashtanga Yoga ed è stato bellissimo leggere i suoi aggiornamenti direttamente dal blog e anche stabilire un contatto con lei nel commentare i suoi post.

Complice il Ponte dell'Immacolata, c'è stata una vera e propria Reunión con le mie coinquiline dei tempi dell'Università!


Destini diversi: Valeria si è sposata, insegna Storia dell'Arte ed ha quattro splendidi figli; Roberta e Carla, sorelle gemelle, dopo la laurea hanno abbracciato la vita monastica. Della loro scelta e dell'effetto che suscitò in me ho avuto occasione di raccontare un paio di anni fa partecipando ad un gioco del blog letterario libri.tempoxme.it. Ecco cosa scrissi:

Racconto
Racconto

Ecco, porterò con me tutto questo nel 2015 insieme ad un elenco di cose che mi piacerebbe fare.

E voi lettori di My Day Worth, cosa porterete con voi?
Io intanto vi auguro una buona fine e un buon inizio anno!.

lunedì 15 dicembre 2014

Il Pellegrinaio del Santa Maria della Scala di Siena

Il Santa Maria della Scala è un vero e proprio labirinto rimasto attivo come ospedale fino a ieri, praticamente, in quanto gli ultimi reparti sono stati trasferiti nel 1998 nell'attuale Ospedale Le Scotte che si trova fuori dal centro storico di Siena.

Il Pellegrinaio era la sala adibita ad accogliere i viandanti bisognosi di ricovero e di assistenza e gli affreschi nelle pareti, eseguiti nella prima metà del 'Quattrocento e da guardarsi da sinistra a destra, raffigurano la nascita leggendaria e storica dell'Istituzione e le sue funzioni: accogliere i pellegrini, aiutare i poveri, assistere -e successivamente anche curare- i malati, accogliere e curare i gettatelli (fanciulli abbandonati dai genitori).

I colori degli affreschi colpiscono per la loro vivacità. Inoltre il realismo, sempre caro agli artisti senesi, qui è stato ottenuto anche nel disegno grazie alla prospettiva.

Siete pronti? iniziamo allora questo tour visivo e mi raccomando, aguzzate la vista perché i dettagli sono strepitosi!

Pellegrinaio, Siena: spazio assistenziale
Pellegrinaio: spazio assistenziale

Pellegrinaio, Siena: Il sogno della madre di Sorore (Lorenzo Vecchietta, 1441 circa)
Il sogno della madre di Sorore (Lorenzo Vecchietta, 1441 circa)

Secondo la tradizione la madre del Beato Sorore, subito prima di partorire, ebbe un sogno premonitore in cui vide una scala che da terra si innalzava verso il cielo e, su di essa, alcuni bambini che si arrampicavano per essere accolti dalla Madonna. Era l'annuncio del destino caritativo di suo figlio. (Fonte: Gettatelli Pellegrini di Alessandro Orlandini)

Pellegrinaio, Siena: L'elemosina del vescovo (Domenico di Bartolo 1441-1448)
L'elemosina del vescovo (Domenico di Bartolo 1441-1448)

Dopo la fondazione, l'Ospedale poté ampliare i suoi locali grazie al decisivo contributo finanziario della Chiesa. (Fonte: Gettatelli Pellegrini di Alessandro Orlandini). Da notare l'operaio che sale sulla scala portando il secchiello con i mattoni presi dal mucchio. Orlandini nella sua guida fa notare l'impalcatura da terra che sostituisce quella aerea delle buche pontaie.

Pellegrinaio, Siena: Il dono dell'abito al rettore (Priamo della Quercia, 1442).
Il dono dell'abito al rettore (Priamo della Quercia, 1442).

Di famiglia senese, anche se nato in Sicilia intorno alla metà del XIII sec., Agostino Novello, tornato nella sua città, condusse una vita di penitenza e di eremitaggio acquistando fama di santità. Entrato a far parte dei frati del Santa Maria della Scala, dette loro una più precisa disciplina e anche un nuovi abiti che consisteva in una cuffia bianca, in un berretti di panni nero e in una mantellina, sulla cui spalla sinistra era ricamata una scaletta di seta gialla. (Fonte: Gettatelli Pellegrini di Alessandro Orlandini)

Pellegrinaio, Siena: L'autonomia dell'ospedale (Domenico di Bartolo, 1442-1444).
L'autonomia dell'ospedale (Domenico di Bartolo, 1442-1444). 

La parte storico leggendaria del ciclo non poteva essere chiusa in modo migliore che dall'illustrazione dell'atto con cui il papa Celestino III, in un giorno del lontano 1193, aveva concesso l'autonomia all'Ospedale. (Fonte: Gettatelli Pellegrini di Alessandro Orlandini)

Pellegrinaio, Siena: La cura e il governo degli infermi (Domenico di Bartolo, 1440-1441)
La cura e il governo degli infermi (Domenico di Bartolo, 1440-1441)

Nella rappresentazione di questa scena c'è l'apoteosi dei dettagli. Ogni volta che torno al Santa Maria mi fermo qui davanti quasi a voler controllare che ci sia ancora tutto. A sinistra notiamo un malato sopra una barella mentre due medici stanno controllando le urina; un ferito viene lavato e coperto da due inservienti mentre il medico con gli arnesi del chirurgo sta forse relazionando al rettore sul da farsi. A sinistra un frate sta confessando un moribondo e due barellieri entrano in scena. Da notare gli abiti, i copricapi ma anche le calzature!

Pellegrinaio, Siena: La distribuzione delle elemosine (Domenico di Bartolo, 1441)
La distribuzione delle elemosine (Domenico di Bartolo, 1441)

Da notare il cucchiaio che porta sopra la testa di un mendicante raffigurato nella parte destra della scena, quella dove avviene la distribuzione del pane.

Pellegrinaio, Siena: L'accoglienza e il matrimonio (Domenico di Bartolo, 1441-1442)
L'accoglienza e il matrimonio (Domenico di Bartolo, 1441-1442)

Qui la narrazione inizia dal centro dove il rettore consegna un gettatello alla balia che lo nutrirà insieme alle altre balie come si vede nella stanza in fondo a sinistra. Nel programma, diremo noi oggi, era prevista anche l'istruzione. A destra infine vediamo il matrimonio.

Pellegrinaio, Siena: Il banchetto dei poveri (Domenico di Bartolo (1443-1444)
Il banchetto dei poveri (Domenico di Bartolo (1443-1444)

Questo è solo uno dei percorsi che si possono fare al Santa Maria della Scala.
In questo blog ho già parlato del Museo Archeologico di Siena. Gli altri sono:
- Sagrestia Vecchia dove è custodito l'affresco con la Madonna del Manto
- Jacopo della Quercia. La Fonte Gaia (me-ra-vi-glio-sa) esposta nell'antico Fienile
- Il tesoro. Le reliquie e gli ori. Quando vengo qui mi sento catapultata nel Medioevo. L'allestimento è molto suggestivo.
- Oratorio di Santa Caterina della Notte dove Santa Caterina da Siena assisteva i malati
- Siena. Racconto della città. Dalle origini al Medioevo.
- Le bandiere delle Contrade. Dal Museo Stibbert.
- I percorsi dell'acqua con visita guidata.

Qualcuno di voi è mai stato al Santa Maria della Scala di Siena? se sì: ricordi, impressioni? se no: sapevate della sua esistenza?