lunedì 30 dicembre 2013

Cosa resterà del 2013, del mio 2013

Intanto i nuovi INCONTRI

con Elena, Simona, Francesca...

#unterzociascuno

... Alessandro, Daniela, Monica e i rispettivi partners: i travel bloggers che hanno raccontato Siena con #unterzociascuno; un progetto al quale ho lavorato con entusiasmo forse anticipando quella presa di coscienza che è diventato il life motive del #BTO2013 di quest'anno, It's me, vale a dire sono io che devo agire per prima se voglio cambiare le cose;

#unterzociascuno

con Dominique, Anita, Stefania, Bruno, Michele, Francesca e Silvia che si sono aggiunti agli amici per le #invasionidigitali della Pinacoteca di Siena; altro progetto al quale ho aderito con entusiasmo;

#invasionidigitali

con Guillermo Solana, anche se solo offline, grazie a #Thyssen140; è stato affascinante avere un appuntamento con lui su Twitter ogni sera per 11 sere per seguire le sue lezioni di Storia dell'Arte in tweet attraverso le opere del Museo Thyssen di Madrid. Grazie a questa iniziativa, inoltre, ho conosciuto altre persone che condividono la mia stessa passione per l'arte una per tutte Nines!
con la guida turistica Martina che durante l'estate ci ha accompagnato per Siena negli itinerari Le scoperte del giovedì e d'inverno in Pinacoteca per Turisti per casa. Quando la professionalità e la semplicità s'incontrano il risultato non può che coinvolgere e poi, Siena ha ancora da raccontarci tanto!
Le scoperte del giovedì - Turisti per casa

con Silvia, finalmente!, e tutto il suo 'staff' di Trippando per #trippandoapisa compresa Martina, la guida che ci ha accompagnato durante tutta la giornata nonostante la pioggia torrenziale. Non è la stessa guida di Siena! mi accorgo solo ora che hanno lo stesso nome :-)

#trippandoapisa
Credits: Ernesto De Matteis

con Steve McCurry al Santa Maria della Scala per la sua mostra fotografica Viaggio intorno all'uomo: è stato un attimo e l'ho colto al volo; due battute ed ecco il risultato!

Steve McCurry

con gli igers di Siena per #instawalk01siena in occasione di #sienamercatonelcampo grazie al quale i nostri nickname hanno assunto un volto!

#instawalk01siena #sienamercatonelcampo

poi i LUOGHI e le OPERE D'ARTE  in Italia da me visti per la prima volta come
la Cappella del Convento SS Quattro Coronati a Roma detta la 'Cappella Sistina del Medioevo'

Convento SS Quattro Coronati di Roma

l'interno del Duomo di Siena visto dal ballatoio grazie al percorso La Porta del Cielo aperto per la prima volta quest'anno; ci sono stata due volte per vederlo anche con il Pavimento scoperto, che dire? non ho aggettivi. La bellezza a portata di mano...

Siena, la porta del cielo

il Parco delle Sculture del Chianti; da quant'è che ci volevo andare tanto che era nella mia lista di cose da fare nel 2013! Appena un chilometro di percorso ma sembra di trovarsi in un bosco incantato dove dietro ogni angolo c'è un'opera d'arte ad accoglierci;

Parco delle Sculture del Chianti

il Tempo Zulu, percorso proposto come #trekkingurbano di quest'anno: 14 'opere' incise nelle lastre di Siena mai notate prima di quella sera.... Un percorso molto suggestivo e intimo quasi;

Tempo Zulu #trekkingurbano

e poi ancora il LIBRO rivelazione di quest'anno per me: Stoner di John Williams, come mai? lo spiega molto bene Peter Cameron nella postfazione La verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. E' il caso che abbiamo davanti;

Stoner

e ancora il VIAGGIO ad Amsterdam in occasione del compleanno di mia sorella Paola perché, sempre nella mia lista del 2013, avevo scritto 'visitare una città nuova' come consiglia il Dalai Lama...

Amsterdam

il corso di HATA YOGA, un nuovo percorso intrapreso dopo aver messo insieme piccoli indizi ed intuizioni;

Shiva

l'EQUAZIONE di DIRAC di cui sono venuta a conoscenza durante lo speech di Mafe de Baggis al #BTO2013; mi è necessaria per iniziare con serenità il 2014

Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti.

Ancora una cosa... la mia vita quest'anno è cambiata da subito... a gennaio... quando ho deciso di...

ipadMini
Credits: Roberto Lucidi

regalarmi un ipadMini! è stato il primo desiderio della lista 2013 che ho esaudito e ne è valsa la pena :-)

BUON ANNO!

Basilica dell'Osservanza a Siena

La visita fatta durante l'iniziativa Alla scoperta di Siena organizzata dalla guide di Siena mi ha dato l'opportunità di visitare per la prima volta la Basilica dell'Osservanza dopo tanti anni che sono a Siena.

E' una Basilica che nella prima metà del 2000 mi ha fatto compagnia, in un certo senso; in quanto la sua mole si stagliava da lontano davanti a me non appena svoltavo l'angolo di Via Simone Martini per tornare a casa. Ricordo che, soprattutto di sera, sembrava parte di un presepe.

La guida che ci ha accompagnato nella visita si chiama Francesca Fumi Cambi Gado e, come mia abitudine, condivido qui quello che sono riuscita a trattenere dagli appunti che ho preso.

La Basilica dell'Osservanza di Siena nasce nel 1300 come piccolo romitorio dedicato a Sant'Onofrio e donato da un nobile senese, Stricoccio Marescotti, a questa zona chiamata Capraia.

Alla morte di Stricoccio si apprese dal suo testamento che aveva lasciato tutto al Santa Maria della Scala di Siena che faceva capo ai disciplinati di San Girolamo. 

Qualche anno dopo, quindi nel 1401-2, proprio San Bernardino, nato da una famiglia nobile di Massa Marittima, rimasto orfano viene a studiare a Siena dove scoprirà la fede e il desiderio di stabilirsi a Sant'Onofrio; ma il suo più grande desiderio era di costruirvi una Chiesa

Ottenuto il permesso i lavori iniziarono e durarono oltre la sua vita terrena e cioè oltre il 1444. 

La Chiesa venne dedicata pochi anni dopo come attesta la lastra originale con iscrizione in latino visibile nella facciata, nella parete a destra dell'ingresso. 

Basilica dell'Osservanza di Siena: iscrizione in latino della dedicazione della Chiesa

Dalla seconda meta del Quattrocento la Basilica diventa un luogo preferito di sepoltura delle famiglie benestanti poiché sarebbero stati vicini alle reliquie di San Bernardino. 

Grandi lasciti permisero di riedificare nuovamente la Chiesa e farla più grande con cappelle gentilizie collegate ai vari donatori. 

Il vicario Pier Paolo Ugurgeri nel 1474 si farà promotore di questi lavori. L'architetto sembra essere stato Francesco di Giorgio Martini insieme a Iacopo Cozzarelli. 

In una delle colonne del porticato è fissata una lastra tombale della famiglia Ugurgeri; si tratta di Agnese Ugurgeri, forse sorella di Pier Paolo. 

Basilica dell'Osservanza di Siena: lastra tombale di Agnese Ugurgeri

Dal 1487 in poi domineranno altri nobili come i Petrucci. La Basilica dell'Osservanza era un punto di riferimento di devozione e anche strategico perché si trovava fuori dalla città e poteva costituire una roccaforte. 

Per Pandolfo Petrucci la Basilica era una roccaforte e quindi fa erigere un loggiato dall'altro lato, che guarda la città, e questa la dice lunga di come lui volesse controllare da lontano la città. 

Della Valle racconta che la tradizione dice che ci fosse un passaggio dal Palazzo del Magnifico a Siena fino alla Basilica. 

Se fosse sotterraneo o una strada nascosta dagli alberi non si sa. 

Petrucci stabilisce di fare il suo sepolcro nella sagrestia relegata a tenere le reliquie di San Bernardino. 

Tutte le sepolture dei Petrucci sono nella cripta. Anche gli artisti che avevano lavorato per lui furono sepolti nella Cripta. Un sacrario importante per il signore senese.

Basilica dell'Osservanza di Siena: loggiato

Nella seconda metà del Seicento e primi del Settecento ci sarà la volontà di rifare la chiesa: verrà imbiancata e trasformata in stile barocco. La struttura rinascimentale verrà occultata. 

Alla fine del settecento ci sarà il terremoto che colpirà il campanile che verrà rifatto per la seconda volta. 

È difficile enucleare la parte rinascimentale e le varie aggiunte perché poi succede che nel 1810 in seguito alle leggi napoleoniche molti conventi vengono chiusi e le opere asportate. Quando poi verranno riaperti non tutte le opere torneranno alla loro originale posizione e per sopperire a queste mancanze altre opere prenderanno il loro posto. 

Ai primi del Novecento si decide di riportare la Basilica alla sua rinascimentalità e quindi che si fa? Si toglie tutto quello che era di stile barocco; ma si fa una gran confusione perché vengono tolti tutti gli stucchi originali. Quelli che ci sono ora sono riproduzioni. La cupola si pensa che un tempo fosse intera invece ora è sopra un tamburo. 

Nel 1944 successe l'inevitabile: il bombardamento e quindi la Basilica viene sventrata; anche la Cripta che doveva essere ricca di monumenti funerari. 
Sì, ha una storia molto complessa questa Basilica. 

Il loggiato della facciata è ricostruito. Esisteva una Capella al posto dell'arco sul fianco laterale sinistro del loggiato che porta sul retro da dove si ammira un panorama mozzafiato di Siena. In questa Cappella c'era un affresco che attualmente si trova nel Coro della Basilica. Era una Cappella importante dei Ballati, famiglia nobile che ci teneva ad essere vicina alle reliquie.

La suddivisione della Basilica è interessante. Si presenta divisa in tre ambienti: la navata, il coro e la parte centrale dell'altare maggiore senza transetto e con un rapporto di uno a due; c'è proprio l'intenzione di scandire in maniera numerica, secondo una proporzione, tutti gli ambienti cosa caratteristica del rinascimento.

Ci sono opere importanti di Andrea della Robbia. Ai lati dell'entrata ci sono due medaglioni in terracotta raffiguranti due santi francescani, San Bonaventura e San Ludovico di Tolosa. Prima dell'altare maggiore ci sono due sculture restaurate dopo il bombardamento, l'angelo annunciante e la Madonna; queste sculture un tempo erano collocate ai lati dell'altare.

CAPPELLE
Entrando nella Basilica, da sinistra:

Primo altare: Madonna con Bambino e angeli di Sano di Pietro. Le prime sue opere sono molto tarde. Lo conosciamo bene dalla metà del Quattrocento. Sano di Pietro guarda indietro alla tradizione senese dei fondi oro ma poi imposta prospetticamente la scena. Prevale il senso della grande decoratività della sua pittura. A quest'opera ci si rivolgeva per chiedere favori particolari;  infatti era chiamata la Madonna delle Grazie ed era circondata da un tabernacolo.

Basilica dell'Osservanza di Siena: Madonna con Bambini e angeli di Sano di Pietro

Secondo altare: committenza importante; infatti nell'opera sono presenti gli stemmi della famiglia Ugurgeri. Si tratta di un' Incoronazione della Madonna di Andrea della Robbia. I Santi presenti sono collegati a questo luogo. La devota inginocchiata è Agnese Ugurgeri e questo rende identificabile la Santa dietro di lei con la palma del martirio in mano, Sant'Agnese. Le vetrate sono degli anni cinquanta e riproducono lo stemma dei francescani.

Basilica dell'Osservanza di Siena: Incoronazione della Madonna di Andrea della Robbia.

Terzo altare: Crocifissione di Bartolomeo Neroni detto il Riccio. Originariamente quest'opera era nella Cappella Pieri. È un'opera tarda del Riccio.

Basilica dell'Osservanza di Siena: Crocifissione di Bartolomeo Neroni detto il Riccio

Quarto altare: Polittico con Santi, mancante della parte centrale, di Andrea di Bartolo figlio di Bartolo di Fredi autore dei bellissimi affreschi della Colleggiata di San Gimignano. Continua nel Quattrocento la tradizione senese goticheggiante. Questo polittico non ha niente a che vedere con l'Osservanza; proviene infatti dal Convento di Santa Petronilla. 

Basilica dell'Osservanza di Siena: Polittico con Santi, mancante della parte centrale, di Andrea di Bartolo

Continuando il percorso dalla parte opposta:

Primo altare: Trittico con Madonna con Bambino e Santi Ambrogio e Girolamo del Maestro dell'Osservanza poi identificato con Sano di Pietro. Nemmeno quest'opera era qui. È molto rinascimentale. Da notare il dettaglio della pelliccia che riveste il mantello di San Girolamo. Il nome del committente è ricordato nelle scritte. La tavola è centinata e quindi si evince l'intenzione di fare una struttura ad arco rinascimentale. È un'opera fondamentale appartenente al periodo giovanile di Sano di Pietro.

Basilica dell'Osservanza di Siena: Trittico con Madonna con Bambino e Santi Ambrogio e Girolamo del Maestro dell'Osservanza

Secondo altare: Trittico con Madonna con Bambino e Santi Girolamo e Bernardino

È un'opera raffinatissima però dal punto di vista stilistico c'è forse un calo di qualità. Qui c'è una delle più antiche rappresentazione di San Bernardino con la tavoletta iesus hominem salvator; ma intorno alla tavoletta c'è un'altra iscrizione forse proveniente da un vangelo non canonico che dice in nomine jesu omne genu flectatur celestium terrestium et infernorum. Sembra un esorcismo; forse la tavola aveva una funzione protettiva per tenersi lontano dai malefìci. 


Nella parete sinistra della Cappella c'è un San Bernardino di Pietro di Giovanni d'Ambrogio datato 1449 fino a che non è stata tolta l'incorniciatura che ha rivelato la data esatta e cioè il 1444; la tavola quindi è stata eseguita poco dopo la morte di Bernardino e prima che venisse fatto santo anche se l'aureola c'è già. Qualcuno dice che è stata dipinta dopo, altri invece sostengono che siccome la santità di Bernardino era evidente era tollerabile che fosse stata dipinta dall'autore. San Bernardino non ha però ancora la tavoletta. I dodici raggi alludono più alla spiritualità anche se hanno un significato preciso rintracciabile negli scritti dello stesso Santo.

Basilica dell'Osservanza di Siena: San Bernardino di Pietro di Giovanni d'Ambrogio, particolare

Nella parete di destra c'è un'altra Santa francescana. Il dipinto è del 1515 e rappresenta Santa Elisabetta di Ungheria eseguita da Girolamo di Giovanni. Interessante i dettagli nello studio dell oggettistica in se stessa. Davanti alla Santa c'è una pellegrina che la invoca; in grembo porta i fiori che sono il suo attributo classico insieme alla corona che allude alla sua regalità. Il vasetto trasparente con il pesce è invece un attributo inconsueto. Si riferisce ad un altro miracolo: un poverello aveva bisogno di mangiare qualcosa, la Santa attinse la mano in un fiumiciattolo gelido e nel suo secchiello entrò un pesciolino.

Basilica dell'Osservanza di Siena: Santa Elisabetta di Ungheria eseguita da Girolamo di Giovanni, particolare

Terzo altare: Pietà con cinque Santi tardo Quattrocento primo Cinquecento. Rappresentare scene che costituivano poi le stazioni della via crucis esprimeva la voglia di fare un pellegrinaggio senza poter andare a Gerusalemme.

Basilica dell'Osservanza di Siena: Pietà con cinque Santi tardo Quattrocento primo Cinquecento.

Quarto altare: Crocifisso e Santi, affresco staccato, del Riccio proveniente dalla Cappellina della Madonnina Rossa a Siena.

Basilica dell'Osservanza di Siena: Crocifisso e Santi, affresco staccato, del Riccio

ALTARE MAGGIORE

Il bombardamento del 1944 mandò in pezzi il Crocifisso di pregiata fattura che era sull'altare. Non si conosceva il suo autore finché non furono ritrovati all'interno della testa del Cristo ed in corrispondenza di un ginocchio due biglietti uno contenente la firma dell'artista, Lando di Pietro,  e l'altro una preghiera dell'artista per raccomandare la propria anima. La testa e i biglietti ritrovati sono ora nel Museo del Convento.

Basilica dell'Osservanza di Siena: testa del Crocifisso di Lando di Pietro

Dietro l'altare c'è il Coro dove si trova una teca contenente la reliquia del saio di San Bernardino. In una parete c'è un affresco staccato di Pietro di Francesco Orioli, proveniente dalla Cappella Ballati che si trovava all'esterno anche se viene qualche dubbio essendoci stemmi che non appartengono alla famiglia Ballati; forse sono stati ridipinti? Chissà! 

Ci sono elementi rinascimentale all'interno di una struttura architettonica semplice. Nella parete opposta c'è la sinopia dove sono evidenti i ripensamenti dell'autore. Richiama la struttura di come poteva essere la Cappella stessa alla quale era destinata, in linea di come doveva essere tutta la architettura voluta e disegnata da Francesco di Giorgio Martini e Iacopo Cozzarelli che a Siena erano interpreti della linea brunelleschiana molto puristica come l'utilizzo delle vibrazioni di colore leggerissima e i grandi spazi chiari e bianchi.

Basilica dell'Osservanza di Siena: affresco staccato di Pietro di Francesco Orioli

SAGRESTIA

Qui si trova il monumentale sepolcro di Pandolfo Petrucci con gruppo della Pietà in terracotta colorata attribuito a Iacopo Cozzarelli. Si tratta di una lamentazione. Forse il Cozzarelli non ha fatto tutte le statue e infatti ci sono delle differenze stilistiche. 

Personaggi: il corpo di Cristo abbandonato su una specie di lastra di pietra, forse un'allusione al sepolcro; la Madonna che lo piange, due delle Marie, Giovanni di Arimatea con le mani atteggiate in maniera singolare in realtà originariamente doveva reggere un vasetto degli unguenti e il coperchio, dietro Nicodemo e a sinistra San Giovanni Evangelista. E a destra come mai non c'è il pendant di San Giovanni? 

Il fregio, riccamente decorato in tutta la nicchia non lo è in corrispondenza del lato destro. Forse c'era un'altra statua? San Giovanni in realtà non era qui ma era nel Museo del Duomo; forse per via delle espoliazioni ottocentesche. 

Forse il San Bernardino in preghiera che è nel Museo è la statua mancante? Forse invece c'era una Maddalena? è probabile visto che Francesco di Giorgio Martini, che presumibilmente faceva da supervisore, aveva fatto una cosa simile con la presenza di una Maddalena. 

E poi Pandolfo era molto devoto alla Maddalena; infatti aveva fatto costruire un Convento vicino alla Basilica di Sant'Agostino di Siena perché il ritorno dei Noveschi era avvenuto il giorno di Santa Maria Maddalena e cioè il 22 luglio del 1487. Il Convento è stato distrutto e potrebbe essere che la statua della Santa fosse stata portata qui.

Basilica dell'Osservanza di Siena: sepolcro di Pandolfo Petrucci di Iacopo Cozzarelli

Il complesso della Pietà comunque è un capolavoro dal punto di vista della plastica, della scultura e del colore

Raffinatissime infatti sono le stoffe dei vestiti indossati dai personaggi, una specie di velluto broccato, gli scolli a imitazione di un ricamo. Le maniche aperte, di moda a fine Quattrocento erano staccabili e si potevano cambiare a seconda del capriccio del momento. 

Elegantissimo il mantello bianco di San Giovanni; quello di Nicodemo è lavorato come una seta. 

Dietro, nella nicchia, c'era un paesaggio dipinto come si vede in una foto dei primi del Novecento. 

È una Sacra rappresentazione, un'opera straordinaria. Collega la morte di Cristo con le sepolture che sono nella Cripta che doveva essere una zona piena di sacrari ma oggi ne è rimasto poco, solo qualche lastra tombale.

Basilica dell'Osservanza di Siena: sepolcro di Pandolfo Petrucci di Iacopo Cozzarelli, particolare della Pietà

MUSEO CONVENTUALE

- reliquiario di Francesco d'Antonio. Nella parte superiore c'è una aggiunta barocca con un ulteriore reliquia nella specie di tempietto che nella parte centrale contiene ceneri di San Bernardino e sopra un dente. Nella teca c'erano pezzi della cappa di San Bernardino;

Basilica dell'Osservanza di Siena: reliquiario di Francesco d'Antonio

- vetrine con codici miniati; nel Quattrocento si pensava che qui ci fosse uno scriptorum;

- affresco staccato con il Giorno del Giudizio di Giovanni di Girolamo che si trovava nella Cripta;

Basilica dell'Osservanza di Siena: codici miniati e affresco staccato con il Giorno del Giudizio di Giovanni di Girolamo

- battenti a forma di delfino di Iacopo Cozzarelli 

CRIPTA

- sepolcro di Celia Petrucci; nella parete di fronte è visibile la veste che indossava quando fu recuperato il corpo;

Basilica dell'Osservanza: sepolcro di Celia Petrucci

- lastra tombale attribuita a Giovanni di Stefano raffigurante il Vescovo Niccolò Piccolomini di Benevento;

Basilica dell'Osservanza di Siena: lastra tombale attribuita a Giovanni di Stefano raffigurante il Vescovo Niccolò Piccolomini di Benevento

- ciò che rimane delle sacre sepolture; alcune lastre raffigurano una araldica molto particolare. Spicca comunque tra i nomi anche quello di Iacopo Cozzarelli.

Basilica dell'Osservanza di Siena: lastra sepolcrale

Basilica dell'Osservanza di Siena: lastra sepolcrale

Basilica dell'Osservanza di Siena: lastra sepolcrale

Finita la visita sono andata a riguardarmi il panorama sul retro: uno spettacolo!

Basilica dell'Osservanza di Siena: panorama dal retro

lunedì 23 dicembre 2013

Turisti per casa: il Sodoma

L'appuntamento di ieri nella Pinacoteca di Siena per il ciclo Turisti per casa ci ha permesso di approfondire la conoscenza di Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma nato a Vercelli nel 1477 ed immigrato a Siena nei primi anni del 1500 su richiesta della famiglia Spannocchi. 

Sodoma: Deposizione dalla Croce

Studiando la storia dell'arte di Siena quando si arriva a questo periodo storico l'unica figura di rilievo che si trova è quella del Sodoma; ma questo riconoscimento non è stato immediato e per spiegarci questo ritardo la nostra guida Martina ci ha fornito documentazione scritta di come il Vasari, che magari un tantino autorevole era, scrivendo su di lui ne avesse ricavato un quadro per niente lusinghiero tanto da far pensare ai posteri che forse i due si fossero conosciuti e che ci fosse stato qualche diverbio altrimenti non si spiegherebbero quelle che sembrano illazioni da parte del Vasari in quanto smentibili.

Vasari nella sua biografia infatti non solo fa illazioni sulla vita e sui gusti sessuali del Sodoma e di conseguenza del soprannome ma anche sulla sua presunta indigenza.

In realtà il soprannome Sodoma non deriva da Sodomia ma forse da una cattiva interpretazione del dialetto piemontese di una locuzione che starebbe per su, sbrigati! e che l'artista usava con i suoi discepoli.

Una forzatura? chissà; sta di fatto però che il Sodoma si firmava proprio con questo nome anche nella corrispondenza con Papa Leone X dal quale aveva ricevuto la nomina di Cavaliere di Cristo. Sottigliezze?

Per quanto riguarda invece la situazione economica del Sodoma non era di certo disastrosa come attesta il testamento del 1549 dal quale si evince che fosse proprietario di una vigna e di un casale a Murlo.

Il Vasari insinua che la fama del Sodoma fosse dovuta solo al fatto che a Siena in quel periodo non ci fosse concorrenza poiché dal punto di vista artistico la città viveva un periodo stagnante.

Insiste inoltre sul fatto che il Sodoma non conducesse una vita come si conveniva ad un artista ma diciamo pure come 'secondo il Vasari' si conveniva ad un artista; che fosse quindi stravagante per il fatto di essersi sposato, aver fatto due figli e aver lasciato la moglie e anche per via dei tanti animali di cui si circondava, alcuni 'esotici' diremmo noi oggi come ad esempio un corvo al quale aveva insegnato anche a parlare.

E' vero, aveva passione per gli animali; possedeva anche dei cavalli con i quali aveva vinto dei Palii intesi come corse di cavalli e non come Palio di Siena.

Per quanto riguarda il corvo in realtà si trattava di una gracula, un animale che in effetti riesce a riprodurre bene la voce umana. Un rappresentazione della gracula la troviamo negli affreschi del Sodoma sulla vita di San Benedetto nel chiostro di Monte Oliveto Maggiore ad Asciano.

Il Sodoma, oltre alla formazione lombarda e quindi all'influenza di Leonardo, era stato a Roma dove aveva lavorato alla Farnesina a stretto contatto con Raffaello quindi anche se non aveva studiato, motivo per cui, otre alla vita sregolata, il Sodoma non poteva annoverarsi tra gli artisti secondo il Vasari, aveva comunque un buon bagaglio acquisito sul campo come possiamo rintracciare nelle sue opere delle quali in Pinacoteca troviamo:

- una Natività di Gesù con un Angelo e San Giovannino (1504-1505) proveniente dal convento di Lecceto di Siena che rivela influssi toscani già nella scelta del formato tondo e nella presenza del bue rosso tipico toscano fino al cinquecento mentre lo sfondo invece è tipicamente lombardo;

-  il Cristo alla colonna (fine anni trenta del 1500), facente parte di un affresco più grande proveniente dal chiostro della Basilica di San Francesco di Siena, è in realtà una Flagellazione anche se da solo ha comunque un senso. E' un'opera importante del Sodoma; ricorda i pittori lombardi legati a Leonardo, il Bramantino e Michelangelo. Il Vasari apprezzò quest'opera forse proprio perché evocava Michelangelo da lui tanto amato anche se non era comunque intenzione del Sodoma rifarsi a Michelangelo. Il nudo possente rimanda al Manierismo;

- Giuditta, tavola provenitene dall'Ospedale Santa Maria della Scala di Siena, è una delle poche opere presenti in Pinacoteca non di carattere religioso. Il personaggio certo è biblico ma l'opera era stata commissionata per adornare uno studiolo. Nel paesaggio in sottofondo ci sono echi di Leonardo;

- due affreschi provenienti dalla Chiesa della soppressa Compagnia di Santa Croce a Siena sotto la Chiesa di Sant'Agostino che raffigurano Cristo al Limbo e Orazione nell'orto. Si tratta di due episodi che vanno ad integrare la narrazione ma che non sono fondamentali. La forma a nicchia deriva dalla collocazione riservata nell'Oratorio. Il confronto con le vicine tele del Beccafumi è inevitabile. Il supporto è diverso, certo; ma la novità del Beccafumi è dirompente, una ventata d'aria fresca rispetto alla classicità del Sodoma;

- la Deposizione dalla Croce* (1510), commissionata dalla famiglia Cinuzzi per un altare di famiglia nella Basilica di San Francesco a Siena, conserva cornice originale e predella con gli stemmi del committente nonostante l'incendio del 1655 che interessò la Basilica. 

Quest'opera rappresenta la sintesi di tutto quanto il Sodoma aveva visto nella sua carriera artistica: da Raffaello derivano il moto dell'animo dei personaggi; una citazione dal Mantegna è la Madonna in primo piano che viene rappresentata dai piedi verso il volto; da Leonardo lo sfumato, anche se interpretato in maniera un po' superficiale dal Sodoma, delle donne che sorreggono il corpo della Madonna.

Un brano di natura morta è presente nell'elmo in basso a destra che riflette all'interno del metallo la scena rappresentata; è un virtuosismo che non aggiunge altro alla scena ma ricorrente nelle opere del Sodoma.

In questa Deposizione è presente anche un campionario di vesti moderne come quelle del personaggio in primo piano, di spalle, contemporaneo al Sodoma mentre altri personaggi sono vestiti all'antica.

*vedi foto all'inizio del post.

domenica 15 dicembre 2013

La Riconoscenza pubblica e privata a Siena

La Riconoscenza Pubblica e Privata, itinerario proposto dalle guide senesi in collaborazione con il Comune di Siena, offriva la possibilità di conoscere alcune delle Cappelle più significative della città tra le quali un paio che sarebbero state aperte al pubblico solo in questa occasione, quella di San Galgano e quella Sansedoni.

Non potevo farmi scappare questa possibilità e quindi ho già aderito a questa iniziativa e di seguito riporterò quello che ho trattenuto meglio di quanto ci ha raccontato la nostra guida Michele.

Alla mia domanda cosa volesse intendere quel 'pubblico e privato' presente nel titolo dell'itinerario se cioè fosse riferito ai committenti oppure ai destinatari la guida mi ha risposto che in realtà a tutti e due perché le due cose possono essere entrambe presenti. È sicuramente un titolo di effetto, complimenti a chi lo ha pensato!

La Riconoscenza invece è riferita alla scultura moderna (1918) che si trova all'interno della Cappella della Madonna del Voto in Duomo, la prima dell'itinerario. Si tratta di una scultura in bronzo che raffigura una ragazza in punta di piedi realizzata da Arturo Viligiardi su commissione del Conte Guido Saracini, fondatore dell'Accademia Chigiana, come ex voto

Il Conte, andato volontario alla prima guerra mondiale, si ammalò e nel 1917 fece un voto alla Madonna. Quando guarì le dedicò questa scultura. 

La ragazza che ha fatto da modella in realtà era una fanciulla senese che non aveva ancora 10 anni e che il Viligiardi aveva visto durante una Messa in Duomo. 

Dopo molta insistenza ottenne il permesso per farla posare. Si tratta di Dina Pecchi, nonna di Susanna Guarino, giornalista conosciuta bene dai senesi.

La Riconoscenza pubblica e privata a Siena

La Cappella della Madonna del Voto, eretta per volere di Papa Alessandro VII Chigi, custodisce opere pregiate come la Madonna con Bambino, sull'altare, di Dietisalve di Speme eseguita dopo il 1260 come ringraziamento alla Madonna per aver salvato i senesi durante la Battaglia di Montaperti e le due statue raffiguranti San Girolamo e Maria Maddalena eseguite da Gian Lorenzo Bernini.

La Riconoscenza pubblica e privata a Siena

La seconda sosta dell'itinerario è stata alla Cappella del Manto nell'antico Ospedale Santa Maria della Scala oggi adibito a Museo. Questa Cappella prende il nome da un affresco del 1444 di Domenico di Bartolo, oggi visibile nella Vecchia Sagrestia, che si trovava qui in corrispondenza della porta che fu aperta successivamente.

La Riconoscenza pubblica e privata a Siena

La Cappella nasce negli anni sessanta del Trecento per mostrare le reliquie ricevute 'in dono' (si fa per dire, in realtà erano state acquistate) da Costantino. Il Santa Maria della Scala custodisce infatti reliquie preziose come ad esempio il chiodo sinistro della croce di Gesù e un pezzo del manto della Madonna. 

Le reliquie venivano esposte in Piazza Duomo una volta all'anno per attirare il turismo sacro, per invogliare i pellegrini, e le loro donazioni, a fermarsi a Siena. 

Lo so, la cosa vi fa sorridere oppure arrabbiare; a me è tornata in mente la Novella di Frate Cipolla del Decamerone di Boccaccio.

Tornando alla Cappella, essa ha subito diverse modifiche. 

Tra i pochi affreschi rimasti, bellissimo è l'Incontro di Gioacchino e Anna alla Porta Aurea eseguito nel 1518 dal Beccafumi

Mi è familiare questo affresco perché finché il Santa Maria della Scala era ancora Ospedale, in questa stanza c'era il Pronto Soccorso e qualche volta mi è capitato di doverci venire. 

Rispetto alle opere precedenti, alcune visibile nella Pinacoteca di Siena, si vede in questo affresco che qualcosa è cambiato; infatti il Beccafumi era stato a Roma e aveva conosciuto Rosso Fiorentino e il Manierismo fiorentino altrimenti non si spiegherebbero quei colori improbabili e la trovata, ad esempio, dello Spirito Santo in controluce.

La Riconoscenza pubblica e privata a Siena

La terza sosta è stata presso la Cappella di San Galgano nel cortile di Palazzo Chigi Saracini, sede dell'Accademia Musicale Chigiana. Appena si entra c'è un Oratorio spoglio ma di grande effetto dedicato nel 1931 dal Conte Guido Saracini a Santa Cecilia, patrona della musica. Colpisce la terracotta della Santa scolpita dal Viligiardi nella posizione in cui fu ritrovato il corpo. Sul piccolo altare c'è un Crocifisso del XV secolo.

La Riconoscenza pubblica e privata a Siena

Dall'Oratorio si accede alla Cappella che può considerarsi un patchwork, così ci ha detto la guida, per la concentrazione di opere provenienti da altri luoghi come conseguenza della riforma ecclesiastica dei Lorena nel Settecento che aveva portato alla soppressione di Monasteri e alla chiusura dei luoghi di culto e quindi alla cessione dei manufatti.  

L'altare della Cappella è opera di Giuseppe Mazzuoli (1787) e proviene dall'Oratorio di San Giovanni Battista della Morte. Il Crocifisso, del Seicento, proveniente dalla Chiesa, non più esistente, della Contrada del Drago aveva uno sfondo decorato che ora si trova all'interno del Palazzo. Lo sfondo presente invece è un affresco staccato a masello realizzato dal Riccio

Curiosità: il Crocifisso è trasportabile e modificabile; infatti si può scomporre e usare come Cristo deposto oppure come Cristo crocifisso.

La Riconoscenza pubblica e privata a Siena

La quarta sosta è stata presso la Cappella Sansedoni di grande impatto scenografico già solo per lo scalone che conduce ad essa. Nella cupola in cima allo scalone c'è un affresco dei fratelli Giuseppe e Francesco Melani di Pisa realizzato nel 1727 con raffigurata la Madonna col figlio in gloria e il Beato Ambrogio Sansedoni che accoglie un pellegrino.

L'anticappella si presenta con effetti trompe l'oeil e un affresco con l'Allegoria delle Virtù realizzata nel 1691 dai fratelli Melani.

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Questa stanza custodisce sculture pregiate eseguite da artisti senesi tra le quali spicca una Madonna con Bambino di Giuseppe Mazzuoli, poggiata su una base di pietra paesina, detta così per l'aspetto di paesaggio che sembra emergere dalle sue venature.

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Nella Cappella Sansedoni spiccano pregiati marmi provenienti da più parti insieme al marmo giallo di Siena che occupa un posto di rilievo nell'altare.

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Nel soffitto della Cappella c'è un affresco del 1692 di Anton Domenico Gabbiani che rappresenta il Beato Ambrogio Sansedoni nella sua caratteristica iconografia e cioè nell'atto di affidare la città di Siena alla protezione della Madonna

Nel modellino della città sono riconoscibili la Basilica di San Domenico, il Duomo, la Torre del Mangia e due case torri delle quali la più alta era quella dei Sansedoni abbattuta nel 1760 su richiesta dei vicini Chigi Zondadari. 

La Cappella fu dedicata al Beato Ambrogio Sansedoni da Rutilio Sansedoni il quale si beccò la peste negli anni settanta del Seicento e fece un voto. Guarì e quindi nel 1691 creò questo ambiente. 

E' una cappella pubblica; in realtà è accessibile al pubblico solo una volta all'anno, il 20 marzo, quando in occasione della ricorrenza della morte del Beato viene celebrata una Messa. 

Il Beato Sansedoni, teologo e compagno di studi di Tommaso d'Aquino, con la sua abilità di oratore riuscì per ben due volte a far togliere la scomunica a Siena ed è questo il motivo per cui viene maggiormente ricordato.

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L'ultima tappa è presso la Cappella dei Signori che si trova nel Museo Civico all'interno di Palazzo Pubblico che andò a sostituirsi ad una cappella presente nei piani inferiori. La Cappella custodisce diverse opere d'arte come:
- il ciclo di affreschi con Storie della Vergine tratte dalla Leggenda Aurea eseguite da Taddeo di Bartolo nel 1405-1407,

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- il tabernacolo del Marrina,
- la Madonna con Bambino e San Leonardo del Sodoma
- il lampadario in legno e rame eseguito da Domenico di Niccolò dei Cori, lo stesso autore dell'opera che maggiormente colpisce in questa Cappella e cioè il Coro eseguito nel 1415 nei cui stalli sono rappresentati i versi del Creso niceno.

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