mercoledì 30 ottobre 2013

Cosa fare (ho fatto) ad Amsterdam in due giorni

Uno dei motivi delle mie uscite fuori porta in Italia o all'estero è l'interesse per l'arte; la priorità quindi va alla visita dei Musei più significativi (questa volta c'era anche un'occasione da festeggiare ma lo scoprirete andando avanti con la lettura del post). Avendo scelto Amsterdam come meta per un week end, ho fissato per tempo la visita al Museo Van Gogh e al Rijksmuseum ben consapevole che ogni visita mi avrebbe tenuto impegnata orientativamente per mezza giornata. 

Per evitare la folla delle ore centrali ho acquistato il biglietto online per l'ingresso a orario di apertura, quindi alle nove, per il Museo Van Gogh; per il Rijksmuseum il biglietto online non è legato ad un giorno e a un orario preciso, si può utilizzare in un giorno dell'anno a piacere a qualsiasi ora. 

Al Museo Van Gogh ho preso l'audioguida che ho trovato ben fatta senza appesantire la visita anche se il consiglio spassionato che mi sento di dare è di leggere le Lettere di Van Gogh a Teo (il fratello) per capire l'uomo e l'artista Van Gogh e perché in esse Van Gogh parla al fratello di diverse tele ospitate nel Museo.

L'ho scritto da per tutto: dirò una cosa scontata; ma  la visita al Museo Van Gogh è stata un'esperienza magnifica! 

Ho fatto molte foto per non dimenticare quanto ho visto ma La casa gialla del 1888 e Mandorli in fiore del 1890 mi hanno colpito in maniera particolare, direi quasi da un punto di vista affettivo.

La casa gialla è la casa di Arles dove Van Gogh ospitò e litigò con Gauguin e dove si tagliò il lobo dell'orecchio. 

La casa è quella all'angolo con le imposte verdi: nel pian terreno si trovava lo studio di Van Gogh e sopra a sinistra la camera. 

Le macchie marroni che attraversano la strada sono i cumuli di sabbia che coprivano i tubi del gas; nell'angolo a sinistra, dove si trova l'albero sul retro, c'era il ristorante dove potevano andare a mangiare gli scapoli come era uso nel diciannovesimo secolo.

Van Gogh, La casa gialla

Teo e la moglie decisero di chiamare il loro primo figlio Vincent e Van Gogh dipinse Mandorli in fiore commosso da questo gesto come si evince da una lettera scritta alla mamma “Ho iniziato subito una tela per il figlio di Theo, da appendere nella loro camera da letto, una tela azzurro cielo... sulla quale si stagliano grandi rami di fiori di mandorlo bianchi” (Lettera 627- St. Rémy, 20 febbraio 1890).

Van Gogh, Mandorli in fiore

Se la visita al Museo Van Gogh è stata magnifica quella al Rijksmuseum ha superato le mie aspettative! 

Il Museo è enorme; non saprei dire se è più grande, uguale o leggermente più piccolo del Museo del Prado ma di sicuro per vederlo tutto bisognerebbe diluire le visite per piano in più giorni. Io mi ero data mezza giornata di tempo per cui... ho visto tutto lo stesso.... si fa per dire. Ci ho provato. 

Non è intuitivo lo spostamento da un ala all'altra del Museo in quanto sono collegate solo al secondo piano ma ci sono anche un piano 0 e un piano 1 quindi? quindi bisogna salire al secondo piano e poi da lì attraversare la Galleria d'Onore e scendere le scale ma prima di rendermi conto di questo ci ho messo un po' di tempo. 

Questa volta non ho preso l'audioguida ma solo la piantina disponibile all'ingresso dove sono messe in evidenza le opere principali di ogni sala. 

Sono partita dal piano 0 per seguire un percorso cronologico ma via via che attraversavo le sale mi sono resa conto che la cosa migliore da fare è di iniziare dalla Galleria d'onore che si trova al secondo piano dove sono esposti Rembrandt, Vermeer e altri e poi proseguire per tutto il piano per vedere gli altri artisti olandesi del 1600 e soprattutto godere dei quadri di piccole dimensioni con scene di vita quotidiana dell'epoca come ad esempio un corteggiamento piuttosto che una ragazza che si sfila le calze, una ragazza nubile riconoscibile dall'abbigliamento, una mamma mentre toglie i pidocchi dalla testa del suo bambino, etc 

E poi man mano fare gli altri piani. 

L'ultimo, quello relativo al 1900, mi è sembrato alquanto misero soprattutto considerando che accanto c'è il Stedelijk Museum, il museo di arte moderna. 

In ogni sala del Museo ci sono delle schede dei quadri più significativi sia in olandese che in inglese. Sono molto utili per cogliere la novità introdotta dall'artista rispetto a quanto era già stato fatto fino a quel momento.
Rijksmuseum

La sposa ebrea di Rembrandt; il primo esempio di opera glitterata. Anche qui dirò una cosa banale ma se La Ronda, al centro della sala, mi ha colpito soprattutto dopo aver letto la scheda informativa; la Sposa ebrea mi ha lasciato senza parole per l'intimità che Rembrandt ha saputo riportare sulla tela.

Rembrandt, La sposa ebrea

Finchè quella donna al Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.
Vermeer di W. Szymborska

Vermeer, Lattaia

Quali strade e canali privilegiare per una passeggiata ad Amsterdam? 

Be, io vi ricordo solo che più siamo vicini alla parte interna dei cerchi che compongono Amsterdam, quindi la parte più vecchia, più avremo possibilità di vedere le case storiche, le caratteristiche abitazioni costruite in mattone o arenaria dalle facciate di dimensioni uniformi e con grandi finestre come stabilito dalla legge urbanistica del XV secolo per via delle ridotte dimensioni dei lotti e l'instabilità del suolo. L'unico modo che i proprietari avevano per differenziare la propria casa dalle altre erano il cornicione o il frontone, il portone e le finestre. 

Ciò che salta subito all'occhio quando si guardano queste case è l'inclinazione in avanti delle facciate e la trave visibile in cima che serviva a caricare le merci da immagazzinare in soffitta. Personalmente ho percorso in lungo e in largo la Prinsengracht dove si trovano anche la Casa di Anna Frank, la Westerkerk, le Nine Streets, cioè la zona dello shopping un po' ricercato, e l'albergo dove ho dormito e di cui ho parlato nel post Dove dormire (ho dormito) ad Amsterdam: Hotel Wiechmann; la Reguliersgracht dove si trovano i Sette Ponti, il Singel dove si trova il mercato dei fiori, la Kloveniersburgwal e la Oudezijds Voorburgwal appena fuori del quartiere a luci rosse.

Amsterdam, casa lungo i canali

Amsterdam, casa lungo i canali

Amsterdam, casa lungo i canali

Amsterdam, Magere Brug

Amsterdam, mercato dei fiori

Amsterdam, casa lungo i canali

Amsterdam, casa lungo i canali

Amsterdam, casa lungo i canali

Amsterdam, casa lungo i canali

Amsterdam, casa lungo i canali

Amsterdam, casa lungo i canali

Ovviamente non ci siamo (il motivo del viaggio era il compleanno di mia sorella, un compleanno speciale: 50 anni!; quindi non ero da sola) fatte mancare niente, neanche la gita in battello. 

In realtà abbiamo preso il hop on hop off che è un mezzo di trasporto pubblico, come può esserlo un autobus, con quattro linee a disposizione. 

Qualche notizia viene comunque data in inglese sui palazzi degni di nota. 

Si può prendere da qualsiasi fermata e fare il biglietto di 24 ore o di più. 

Il terminal è alla stazione centrale che vedete alle nostre spalle nella foto sotto. 

A proposito di mezzi pubblici, l'autobus è decisamente caro (euro 2,80 per un biglietto valido per un ora); quindi se si predilige questo mezzo di trasporto è meglio informarsi anche in albergo sulle possibilità di risparmio. I residenti so per certo che pagano molto meno. Ho trovato singolare la gestione: un gabbiotto all'interno dell'autobus dove un impiegato vende i biglietti e il fatto di dover vidimare il biglietto sia quando si sale che quando si scende. Paese che vai usanza che trovi!

Amsterdam, stazione centrale

In una zona nascosta, nonostante il brulicare di persone e locali intorno, si trova il Begijnhof, un complesso residenziale costruito negli anni quaranta del 1300 intorno ad un cortile e destinato alle 'beghine', una confraternita cattolica di sorelle che vivevano come monache sebbene non avessero preso i voti  monastici. 

Delle abitazioni originali non rimane niente ma è visibile la casa più antica di Amsterdam al numero civico 34. 

Tra le case c'è ed è visitabile una chiesa clandestina; infatti visitando Amsterdam non dobbiamo dimenticarci della sua età dell'intolleranza durante la rivolta del 1578 quando i calvinisti cacciarono i cattolici dalla città. Un'altra chiesa clandestina si trova all'interno del Museo Ons' Lieve Heer op Solder nella zona del quartiere a luci rosse. 

Era nel mio programma ma non ce l'ho fatta a visitarlo anche perché i Musei ad Amsterdam chiudono esageratamente presto, secondo me, e cioè tra le 16 e le 17 compreso il Museo Van Gogh e il Rijksmuseum.

Amsterdam, Begijnhof

Amsterdam, Begijnhof

Oggi però Amsterdam è considerata da tutti la città della tolleranza e quindi c'è posto anche per la chiesa cattolica come ad esempio la Chiesa di San Nicola, protettore dei pescatori, che si trova nei pressi della Stazione centrale.

Amsterdam, Chiesa di San Nicola

Visitare la Casa di Anna Frank è un'esperienza che non può non scuotere la coscienza e anche la propria affettività perché secondo me Anna è la figlia, la sorella, la nipote, l'amica di ognuno di noi perché... chi non ha letto il suo Diario? Anzi, il consiglio che mi sento di dare anche qui in maniera spassionata e di leggerlo o rileggerlo, il Diario, prima della visita perché ciò ci permette di 'vedere' tutti gli abitanti del nascondiglio segreto nella loro quotidianità e di provare tenerezza anche per la moglie del Sig. Van Daan che ad Anna faceva tanto indispettire.

Amsterdam, Casa di Anna Frank

Vicino alla casa di Anna Frank si trova la Westerkerk la cui campana è citata nel Diario. "Da una settimana siamo alquanto disorientati nel tempo, perché la nostra cara campana della Westertor è stata portata via, a quanto sembra, per scopi bellici, e noi né di giorno né di notte sappiamo più con precisione che ora è. Ho ancora la speranza che trovino qualcosa che per questo quartiere tenga vece della campana, per esempio un qualche aggeggio di stagno, di rame o che so io."

Amsterdam, Westerkerk

Una visita al quartiere a luci rosse è quasi d'obbligo per capire di cosa si tratta se come me non vi è mai capitato nemmeno di vederlo in qualche programma di viaggi. E' 'attivo' tutto il giorno ma la sera forse gli si addice di più. In verità pensavo che si trattasse di vetrine come quelle dei negozi e che fossero più distanti rispetto al livello della strada e invece mi sono ritrovata una porta dietro l'altra lungo i marciapiedi con le signorine in biancheria intima che si vedevano a tutto tondo dall'altra parte del vetro.

Amsterdam, quartiere a luci rosse

La Oude Kerk (chiesa vecchia) costruita su un cimitero, è la più vecchia chiesa cattolica di Amsterdam, consacrata nei primi anni del 1300. Ironia della sorte, con lo sviluppo della città, la chiesa si è ritrovata nel cuore del quartiere a luci rosse. I suoi dipinti e le sue statue furono distrutte durante la rivolta calvinista tranne i dipinti nelle volte e le vetrate dedicate alla Madonna. La sua destinazione ovviamente fu trasformata. Mentre visitavo questa chiesa ho visto un gatto che se ne andava tranquillo da una parte all'altra e ho avuto un flash nel senso che mi è sembrato di essere in un dipinto olandese del 1600, di quelli dove si vedono animali randagi all'interno di chiese protestanti. 

Amsterdam, Oude Kerk facciata

Amsterdam, Oude Kerk interno

Amsterdasm, Oude Kerk interno coro

Molto curiose e originali le allegorie chiamate 'misericordie' presenti nei banchi del coro della Oude Kerk descritte nella scheda, disponibile anche in lingua italiana, che viene consegnata all'ingresso. Il proverbio a cui fa riferimento la 'misericordia' riportata nella foto in basso è: sbadigliare con la bocca spalancata come quella di un forno. L'allegoria ci ricorda che non dobbiamo tentare imprese impossibili (così come è impossibile aprire la bocca tanto da eguagliare la bocca di un forno)

Amsterdam, Oude Kerk interno misericordie

La foto successiva è a conferma di quanto mi ha riferito una 'local' speciale, la mia compagna di banco del Liceo che vive ad Amsterdam dal 1989, e cioè che gli olandesi sono attrezzati per consumare i pasti davanti casa appena esce un raggio di sole.

Amsterdam, casa lungo i canali

Le biciclette sono state un po' un incubo per me! Ho capito che i ciclisti sono i veri padroni della città e non è che vadano solo lungo le piste ciclabili o che non esistano i marciapiedi; fatto sta che ho rischiato più volte di essere investita anche perché io camminavo con il naso all'insù :-)

Amsterdam, casa lungo i canali

La foto qui sotto invece l'ho pubblicata perché mi sembrava interessante documentare la ristrutturazione di una casa olandese.

Amsterdam, casa in ristrutturazione

Finito il racconto faccio qualche ringraziamento: Chris di Blog di Viaggi perché grazie al suo post Capitali europee da visitare nel 2013 sono venuta a conoscenza della riapertura del Rijksmuseum dopo 10 anni di chiusura e mi è venuta voglia di approfittare dell'occasione per visitare Amsterdam, Barbara che mi ha sollecitata a visitare il quartiere a luci rosse senza farmi venire gli scrupoli (in effetti la zona è frequentata non solo dai potenziali interessati ma anche da turisti e persone del posto) e per la dritta sulla Chiesa Vecchia, il Begijnhof e un posticino dove andare a fare merenda che citerò in un prossimo post dal titolo Dove mangiare (ho mangiato) ad Amsterdam, Simona per la bellissima poesia a commento del quadro di Vermeer ed Elisa, del blog Valigia a due piazze, per la dritta sui Sette Ponti.

martedì 29 ottobre 2013

Dove dormire (ho dormito) ad Amsterdam: Hotel Wiechmann

Amsterdam: Hotel Wiechemann
Hotel a conduzione familiare sulla Prinsengracht, in una zona piacevole e tranquilla rispetto al caos di Piazza Dam e dintorni.

Ci vogliono 5 minuti a piedi fino alla Casa di Anna Frank e alle Nine Streets, la zona dello shopping  ricercato; 15 minuti fino Piazza Dam e il quartiere a luci rosse dove si trova anche la Oude Kerk (Chiesa Vecchia) e 20 minuti fino al Museo Van Gogh e il Rijkmuseum

Da tener presente comunque che la fermata del battello si trova vicino alla casa di Anna Frank per cui l'albergo è comunque ben collegato con il resto della città.

Si tratta di una tipica palazzina olandese, comprese le scale spacca gambe quindi niente ascensore, arredata in stile classico, forse alcuni mobili sono anche d'antiquariato, con tutti i comfort di base come telefono e tv in camera, cassaforte, kit di cortesia e adattatore di corrente a parete in bagno, wifi gratuito e funzionante in tutta la struttura, colazione a buffet molto dignitosa con dolci e salati servita in una saletta con vista sul canale

Il personale è cordiale ed efficiente già in fase di prenotazione e cerca per quanto possibile di soddisfare le richieste del cliente senza creare false aspettative.

Il valore aggiunto di questo albergo sono le camere che affacciano sul canale. Svegliarsi la mattina, scostare la tenda dalla finestra e trovarsi davanti le caratteristiche architetture e 'pendenze' delle facciate delle abitazioni olandesi disposte lungo il canale è un' esperienza che non potrà non trovare un suo posticino nella mia memoria tra i ricordi degni di nota.

In albergo c'è anche una mascotte, un cane che se ne sta sornione sdraiato all'ingresso. L'ho saputo dopo che avevo prenotato ed ero un po' perplessa perché il mio rapporto con cani e gatti non è proprio idilliaco e invece ho trovato rassicurante vederlo lì quasi a prendersi cura anche lui di noi ospiti. 

Un particolare che può sembrare esagerato riguarda la gestione delle chiavi che vengono consegnate al check-in, tre in totale una per la porta d'ingresso, una per la porta della camera e una per la cassaforte. Appena arrivati bisogna lasciare una cauzione di 20 euro che viene restituita alla partenza quando si riconsegnano le chiavi MA se sfortunatamente dovesse capitarvi di perdere le chiavi oppure di essere derubati vi toccherà sborsare 85 euro di penale. Di certo è un buon deterrente.

Hotel Wiechemann
Prinsengracht 332 - 1016 HX Amsterdam

Ringraziamenti: ho trovato questo albergo grazie ad un post nel blog Valigia a due piazza. Chi lo ha scritto, Elisa, aveva fatto una ricerca accurata prima di scegliere l'Hotel Wiechmann per il suo soggiorno ad Amsterdam quindi ho ritenuto inutile fare lo stesso percorso io visto che lei lo aveva già fatto. Le ho dato fiducia anche perché mi era piaciuto tutto il post. E ho fatto bene!

lunedì 21 ottobre 2013

FAImarathon 13 ottobre 2013: Revival Gotico

Quest'anno il FAImarathon a Siena ha avuto come life motive il Revival Gotico e cioè un percorso che ha richiamato la nostra attenzione sul restyling di cui sono stati oggetto le facciate di molti dei palazzi più importanti della città, soprattutto a fine 1800, a cura dell'architetto Giuseppe Partini, a quanto pare molto quotato all'epoca.

Gotico in quanto il Partini non ha stravolto lo stile pre-esistente ma l'ha conservato, mimetizzandolo oppure rifacendolo di sana pianta, riportando un equilibrio grazie anche alla distribuzione simmetrica dei vuoti e dei pieni.

Come nella precedente edizione, e comunque come in ogni iniziativa del FAI, preziose sono state le informazioni fornite dai Giovani FAI di Siena che si sono fatti aiutare da disegni per facilitare la nostra visualizzazione del 'prima'.

Il 'prima' e 'dopo' che mi hanno più colpito sono stati quelli di Palazzo Salimbeni e di Piazza Duomo e scoprirete come mai tra poco.

Ecco le tappe del percorso:

1 Palazzo Salimbeni, sede storica del Monte dei Paschi di Siena.

 Siena: Revival Gotico

Nella foto di sopra come è attualmente dal 1877; nella foto di sotto come era prima...

Siena: Revival Gotico

2 Basilica di San Francesco, il cui rifacimento è stato necessario a seguito anche di un incendio, conserva della vecchia facciata soltanto il rosone.

Siena: Revival Gotico

3 Rocca Salimbeni

Siena: Revival Gotico

Nella foto di sopra la Rocca, praticamente il retro di Palazzo Salimbeni; nella foto di sotto la Rocchetta creata ex novo dal Partini.

Siena: Revival Gotico

4 Piazza del Campo dove il restyling ha interessato sia la facciata di Palazzo Pubblico sia l'inserimento dei colonnini lungo il perimetro della Piazza

Siena: Revival Gotico

5 Rione di Salicotto, territorio della Contrada della Torre, subì un risanamento negli anni '30 del secolo scorso che significò l'abbattimento e la ricostruzione di molti fabbricati. Il richiamo allo stile gotico fu più soft.

Siena: Revival Gotico

Nell'Archivio della Contrada della Torre, aperto al pubblico eccezionalmente per la giornata FAImarathon, è presente un plastico del vecchio quartiere di Salicotto prima del risanamento dal quale sono ben visibili le differenze.

Siena: Revival Gotico

Non tutti i palazzi però sono stati abbattuti durante il risanamento come ad esempio Palazzo Vestri al numero civico 108 di Via di Salicotto.

Siena: Revival Gotico

6 Piazza del Mercato, per tanto tempo sede del Mercato coperto, ha una struttura che i senesi chiamano il Tartarugone. Attualmente vi si tiene il Mercato del piccolo collezionismo ogni terza domenica del mese ma anche altri eventi.

Siena: Revival Gotico

7 Piazza Indipendenza dove è tutto finto nel senso che è stato tutto raso al suolo e rifatto di sana pianta nel 1883: Logge della Sapienza e Palazzo Gallerani.

Siena: Revival Gotico

8 Piazza Duomo: nel disegno conservato in Vaticano possiamo vedere come era prima del 1661 (disegno parte inferiore del foglio) e come è attualmente (disegno parte superiore del foglio). In pratica il Palazzo Arcivescovile, che oggi si trova nel lato sinistro del Duomo, era collocato tra il lato destro del Duomo e il Palazzo della Provincia, davanti alla Loggia antistante il Museo dell'OPA. 

Siena: Revival Gotico

Siena: Revival Gotico

Nel 1852 fu rifatta anche la facciata di Palazzo del Capitano (sopra) in Via del Capitano.

9 Palazzo Marsili: restauro mimetico nel lato sinistro e costruzione ex novo nel lato destro 1872-1873.

Siena: Revival Gotico

10 Palazzo Chigi Saracini sede dell'attuale Accademia Chigiana

Siena: Revival Gotico

martedì 1 ottobre 2013

A Pisa con Trippando

A Pisa con Trippando
L’evento #trippandoapisa, pensato e organizzato da Silvia Ceriegi come momento d’incontro tra i co-blogger di Trippando.it (il blog di viaggi più influente d’Italia, nel mese di settembre, secondo Ebuzzing) e per estensione ai suoi lettori, mi ha dato l’opportunità di rivedere Pisa in un modo nuovo.


Cosa intendo? diverse cose.

Intanto che la compagnia era talmente ben disposta che non si è fatta minimamente scoraggiare dalla pioggia torrenziale presente durante tutta la giornata, nemmeno le famiglie con bambini.

L’itinerario in cui ci ha guidato Martina di Tuscany at Heart è stato pensato apposta per noi che ci occupiamo di viaggi a titolo diverso: facendoli, scrivendone, commentandoli oppure ospitando viaggiatori; infatti abbiamo percorso i luoghi maggiormente citati nei racconti dei viaggiatori del 1700, quelli del Grand Tour, tra i quali i poeti Shelley e Bayron. 

Attraverso questi racconti sappiamo ad esempio che i viaggiatori del Grand Tour che si recavano a Pisa, in Piazza dei Miracoli, rimanevano colpiti non tanto dalla Torre pendente quanto dal Camposanto e dal fatto che la città fosse spopolata e con l’erba che cresceva per le strade. 

Sappiamo anche che la famiglia Shelley preferiva il tramonto sul lungarno dal Ponte di Mezzo, al quale Shelley dedicò anche dei versi, a differenza di Byron che preferiva quelli a Venezia. 

Le Logge dei Banchi che si trovano prima del Ponte di Mezzo sono spesso citati in questi racconti e l'albergo dove alloggiavano i Shelley si chiamava Tre Donzelle, oggi non più esistente.

A Pisa con Trippando
L’itinerario ci ha permesso di venire a conoscenza dell’origine etrusca di Pisa e dell’usanza di riutilizzare oggetti antichi come a voler fondare una nuova Roma, come ad esempio i capitelli romani presenti lungo via Ulisse Dini, nei pressi di Piazza dei Cavalieri, la seconda Piazza più importante di Pisa dove si trova la prestigiosa Scuola Normale di Pisa e il cui assetto attuale risale alla ristrutturazione affidata al Vasari come testimonia ad esempio la Torre dell’Orologio ricavata dall’unione di due case torri ivi presenti.

L’itinerario si è concluso nella Piazza dei Miracoli

Potrei rivedere questa Piazza altre mille volte e sono sicura che mille volte subirei il suo fascino. Impossibile sottrarsene. 

La disposizione della Torre, Cattedrale, Battistero e Camposanto non è casuale ma riproduce la forma della costellazione dell’Ariete

Come mai proprio questa costellazione? Perché il primo giorno del calendario pisano coincideva con il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione ma anche dell’Ariete, oroscopo docet! 

Guardando la Torre dalle scale posteriori della Cattedrale si può cogliere l’escamotage illusionistico ideato da Giovanni di Simone nel 1272. Fino a quel tempo infatti la costruzione della Torre si era arrestata al terzo ordine delle logge proprio perché si temeva che crollasse. 

Ebbene, Giovanni di Simone pensò di ovviare al problema mettendo delle colonne più sottili e lunghe a sud e più corte e pesanti a nord in modo da bilanciare il peso. Il risultato direi che è soddisfacente…

E comunque sembra sia vero che la Torre pendente non sia storta per errori dei costruttori ma per via del terreno in quanto a Pisa ci sono altre torri storte.

A Pisa con Trippando
Il Battistero, il più grande d’Europa, ha una peculiarità acustica data dalla forma della cupola: l’eco

Non fatevi venire voglia di mettervi a cantare o a urlare per averne riscontro perché non si può! In compenso ogni mezz’ora un addetto lo farà per voi. 

Un bellissimo pulpito realizzato da Nicola Pisano è presente nel Battistero. 

La guida ci ha fatto notare come per alcune figure, ad esempio la Madonna nella Natività, Nicola si sia ispirato ai coperchi dei sarcofagi romani. In effetti sono molto ieratici, secondo me; molto diversi da quelli dell’ambone del Duomo di Siena che realizzò cinque anni più tardi e dove le figure sono molto più plastiche.

Non siamo potuti entrare all’interno della Cattedrale dove è custodito il famoso Pendolo di Galileo Galilei né nel Camposanto per via dell’orario ma sarà motivo per una prossima visita. 

La nostra guida Martina ci ha intanto detto che la Cattedrale all’interno presenta richiami alla Mezquita di Cordoba, che ho avuto la fortuna di vedere, quindi influenze arabe il che testimonia come gli artisti del tempo viaggiassero e raccogliessero influenze da altri paesi.

A Pisa con Trippando
Curiosità lungo il percorso:
- scoprire svoltato un angolo il Murales Tuttomondo di Keith Haring contro il razzismo

- venire a conoscenza del fatto che Ponte di Mezzo nel 1500 era circondato da botteghe come Ponte Vecchio a Firenze

- sapere della Chiesa di San Michele in Borgo che nella facciata oltre alle loggette ispirate a quelle della Cattedrale ci sono delle scritte che non sono recenti atti di vandalismo ma propaganda per le elezioni universitarie. Qui ho pensato agli scavi di Pompei.

Altro motivo che mi ha permesso di vedere Pisa in maniera nuova sono stati i momenti gastronomici: una degustazione di gelato a km 0 nella Gelateria De’ Coltelli e il pranzo alla Spaghetteria Ir Tegame. Silvia Ceriegi è pisana come altri co blogger per cui non ci avrebbero di certo proposto dei locali turistici nell’accezione dispregiativa del termine.

Vi assicuro che non avrei mai pensato di rimanere così entusiasta di una degustazione di gelati. Solitamente sono monotona nei gusti: cioccolato, crema e kiwi; cioccolato e limone; caffè. Ecco fin dove arriva la mia temerarietà; e invece questa volta mi sono lasciata andare e ho assaggiato tutto.

A Pisa con Trippando
Dei gelati alla frutta: uva di zibibbo (sembrava di bere un bicchiere di vino), lime e zenzero (accoppiata vincente), ananas (un piacere per il palato), fico verde e fico nero, susina. 

Assaggiando i gelati alla frutta la sensazione era di mangiare il frutto direttamente e Gianfrancesco ci ha spiegato come mai; perché tra gli ingredienti non è presente il latte mentre troviamo zucchero, frutta fresca e farina di carruba.

Dei gelati alla crema: gli ingredienti principali sono il latte e le uova tranne che nel gusto al cioccolato dove lo troviamo anche nella versione con l’acqua che insieme alla panna è il massimo del piacere, secondo me. 

Il gusto alla vaniglia: varrebbe la pena di venire qui solo per assaggiare questo gusto. Avete presente il sapore di quello che siete abituati a mangiare di solito? Ecco, dimenticatelo perché non si può chiamare gelato alla vaniglia. Quello della Gelateria De’ Coltelli è fatto con il baccello della vaniglia e non con la vanillina e si sente che è tutta un'altra cosa. 

Il gusto alla nocciola come mangiare un torrone e poi quello allo yogurt di pecora, miele e noci , molto ‘greco’; quello alla crema di un colore giallo canarino, quello alla liquirizia e infine quello al cioccolato nella sua doppia versione perché non si sarebbe potuta chiamare degustazione di gelato senza il gusto al cioccolato, o no?

Quali gusti mi sono piaciuti di più? tutti! ma per quelli alla frutta: susina; per quelli cremosi: vaniglia; l'outsider: liquirizia.
A Pisa con Trippando

La Spaghetteria Ir Tegame ci ha offerto un mix di assaggi di primi dei quali più di tutti mi sono piaciuti i ravioli. 

L’ambiente è molto singolare, soprattutto se guardate il soffitto! E’ stato il momento in cui abbiamo potuto conoscerci un po’ meglio. 

Alcune persone le ho trovate uguali alla versione online; altre le immaginavo diverse, con qualcuno mi è sembrato di conoscerci da sempre. 

Che strani scherzi che combina a volte la realtà online e offline!

Ci siamo lasciati pensando al prossimo raduno. Io ho proposto #trippandoatorino; perché una delle blogger è di quelle parti e perché a Torino non ci sono mai stata. Chissà che la signora Trippando non realizzi il mio desiderio!