lunedì 29 aprile 2013

Pinacoteca di Siena: Invasione Compiuta!

#invasionidigitali 2013 #vivasiena

Le #invasionidigitali hanno avuto luogo a livello nazionale dal 20 al 28 aprile 2013 e hanno avuto l'obiettivo di diffondere la cultura dell'utilizzo di internet e dei social media per la promozione del nostro patrimonio culturale.

Io e la mia collega di lavoro Gaia siamo presenti sui social e crediamo nella potenzialità di questo mezzo come veicolo di informazioni e di cultura per cui, saputo dell'iniziativa, ci siamo trovate subito d'accordo nel proporla anche nella nostra città, Siena.

Abbiamo scelto di invadere la Pinacoteca Nazionale perché secondo noi la Pinacoteca è un po' bistrattata dall'offerta turistica che si fa normalmente della nostra città mentre invece noi crediamo che essa conceda un privilegio unico quello cioè di attraversare secoli di storia dell'arte di una scuola di pittura locale, quella senese, a noi uomini e donne del ventunesimo secolo semplicemente spostandoci da una sala all'altra

Un viaggio nel tempo della storia contemporanea di Siena dal XII al XVI secolo e oltre; ma non solo perché poi essa ospita anche una quadreria della Collezione Spannocchi dove ci sono opere che non ci aspetteremmo minimamente di trovare come un Dürer, un Lorenzo Lotto, un Cavaliere d'Arpino piuttosto che ritratti di pittori fiamminghi.

Per la visita, che ha avuto luogo il 27 aprile alle ore 16, non avendo avuto la possibilità della presenza di una guida autorizzata del Centro Guide nonostante l'entusiasmo dimostrato per l'iniziativa da parte di Stella Soldani, che approfitto per ringraziare, con la quale è scattato un passaparola (erano tutte impegnate con visite programmate già da tempo visto che eravamo in pieno Ponte) ho spulciato tutti i libri che ho in casa e gli appunti presi anni fa durante le lezioni di Iconografia e Iconologia dell'indimenticabile Professor Fabio Bisogni e ho buttato giù un minimo di cronologia di riferimento degli artisti e dello stile di ogni epoca che ho fatto avere prima della visita ad ogni 'invasore'; questo perché, non conoscendoli tutti di persona e non sapendo quindi la loro familiarità con questo periodo della storia dell'arte, ci tenevo a che tutti noi avessimo un itinerario di base che ci permettesse sì di fare la visita autonomamente ma senza rischiare di perderci i capisaldi. Ho inserito in questo itinerario anche qualche data importante che ci permettesse di immaginarci come doveva essere Siena in quei secoli.

Essendo le opere della Pinacoteca prevalentemente di soggetto religioso, provenienti per la maggior parte dalla Bibbia quindi a noi più o meno familiari per tradizione o per sentito dire, il suggerimento che ho dato all'inizio della visita, dopo il benvenuto, è stato quello di avere un approccio iconografico nei confronti delle opere d'arte, specificando che l'iconografia è quel ramo della storia dell'arte che indaga il significato delle immagini attraverso l'identificazione delle opere d'arte e delle loro fonti. In che modo? Osservando con molta attenzione le figure e le scene rapresentate. 

Una Natività, ad esempio, è pacificamente riconoscibile ma una Santa Anatolia forse no per cui lì dove non riuscissimo ad indovinare il soggetto rappresentato ci sarebbe venuto incontro il titolo dell'opera e per saperne di più, internet sul momento oppure una volta tornati a casa sarebbe stata l'occasione per approfondire avendo davanti le foto scattate. 

Su questo punto è intervenuta anche Gaia dicendo che lo scopo di tutto questo era anche quello di tornare in Pinacoteca con i nostri amici per condividere con loro questo viaggio visivo straordinario magari con qualche conoscenza specifica in più. 

Ho suggerito inoltre di aguzzare la vista per cogliere l'evoluzione della rappresentazione figurativa dal punto di vista del disegno, del colore, delle proporzione, della prospettiva, del paesaggio anche se Siena ha vissuto molto in senso lato le scoperte del Rinascimento, rimanendo orgogliosamente legata alla sua tradizione trecentesca caratterizzata dall'accordo di linea e colore e di devoto intimismo religioso (cit.).

Concluso il discorso di benvenuto abbiamo quindi iniziato il nostro viaggio durato quasi tre ore partendo dal secondo piano della Pinacoteca con la più antica opera databile del 1215, il Dossale del Maestro di Tressa con il Redentore Benedicente:

#invasionidigitali 2013 #vivasiena

#invasionidigitali 2013 #vivasiena: foto di Paola Sabatini

#invasionidigitali 2013 #vivasiena

#invasionidigitali 2013 #vivasiena

#invasionidigitali 2013 #vivasiena: foto di Stefania Pianigiani

#invasionidigitali 2013 #vivasiena

#invasionidigitali 2013 #vivasiena

#invasionidigitali 2013 #vivasiena: foto di Bruno Lambiase

#invasionidigitali 2013 #vivasiena

per finire con San Michele che scaccia gli Angeli ribelli del 1524 di Domenico Beccafumi:


#invasionidigitali 2013 #vivasiena

Ci sarà tempo per le statistiche e sicuramente non me ne occuperò io; quello che intanto posso già dire però è che, facendo dei calcoli a mano:

l'opera più condivisa è stata la Pala del Beato Agostino Novelli di Simone Martini, in particolare le scenette laterali

#invasionidigitali 2013 #vivasiena

- di foto ne sono state condivise circa 150 sul momento su circa 60 opere diverse.

Mi piace anche riportare qualche commento proveniente da chi:
ci ha seguito sui social:

TWITTER
FACEBOOK

Carla Panariello che bella invasione! grazie d'avermi fatto visitare la Pinacoteca comodamente seduta .... in fondo, grazie a te, ho invaso anch'io!!!





Antonella Scotto Emozionante anche in digitale!! Ma alla prossima invasione fate un fischio che vi raggiungo anche io!!!

- ha partecipato come invasore:

FACEBOOK

Stefania Pianigiani E' stata una bellissima invasione

Francesca Micolea Volpi Ciao Gaia, grazie a te e ad Amina, è stato un pomeriggio bellissimo!

Dominique Papi Cipriani grazie!!!!è stata una bella esperienza!!!!A breve vi manderò delle foto!

Personalmente ho vissuto un'esperienza bellissima; ho conosciuto dal vivo persone che conoscevo solo online, persone amiche di Gaia e persone che hanno aderito all'evento leggendo il comunicato stampa su sienafree.it. Alla fine ci siamo salutati con la voglia di ritrovarci per fare di nuovo qualcosa insieme vista la passione per l'arte che ci accomuna.

Ci ho tenuto in maniera particolare a condividere su Instagram (@ami_saba) e Twitter (@amisaba) le opere che guardavo perché era questo lo scopo principale per me: rendere partecipe chi non  era con me in quel momento della bellezza che avevo davanti ai miei occhi.

L'hashtag che abbiamo affiancato a quello ufficiale, #invasionidigitali, è #vivasiena quindi trovate le nostre foto in giro per i social facendo una ricerca con questa parola.

Infine non posso non ringraziere il Direttore della Pinacoteca di Siena per la disponibilità alla condivisione online del materiale fotografico perché in questa occasione ho scoperto che è sempre possibile fare fotografie in Pinacoteca pagando la tariffa simbolica di 1 euro ma ciò che è stato possibile questa volta è stato quello di poterle condividere sui social e su internet.

Mi sarebbe piaciuto riportare lo scambio di e-mail avuto con il Direttore ma ovviamente per motivi di privacy non lo farò.

giovedì 18 aprile 2013

Io confesso

Io confesso di Jaume Cabrédi Jaume Cabré
Rizzoli
II edizione 2012
pp 769; disponibile anche in ebook su Amazon (averlo saputo prima...)

Premessa: siccome ho deciso di leggere questo romanzo incuriosita dalle risposte date da Giuditta (@tempoxme_libri) e Patrizia (@patrizialadaga) nella loro rubrica mensile 2 Voci x 1 Libro di cui sono fan dichiarata; ho deciso di inserirmi in questa modalità per esprimere, in maniera del tutto eccezionale, la terza voce sperando di fare loro cosa gradita.

Quindi... procedo!




Copertina: uno scorcio  della Creazione del Mondo. Lo so, solo chi lo ha letto può capire a cosa mi riferisco ;-)


Incipit: Tolstojiano

Trama: avvincente, complessa (di grande aiuto il Dramatis personae in fondo al libro per i momenti di distrazione del lettore) e piacevolmente erudita.

Stile: originale

La frase più bella: Si può trasmettere solo attraverso l’arte; attraverso l’artificio letterario, che è il più vicino all’esperienza vissuta. Sì. La poesia è più che mai necessaria dopo Auschwitz.

La frase più brutta:  Perché in veste di Oberlagerführer considero mie tutte le lacune del sistema. Per esempio, dell’ultimo carico di taniche di gas Zyklon, ne rimangono in quantità sufficiente solo per due o al massimo tre prestazioni e l’intendente non ha pensato né di avvisarmi né di ordinarne delle altre. Quindi, chiedi favori, fai arrivare camion che probabilmente dovrebbero stare da un’altra parte, e trattieniti dal riprendere l’intendente, perché tutti viviamo al limite delle nostre forze a Oświęcim. Pardon: a Auschwitz.

Il personaggio più riuscito: Adrià Ardèvol, credibile in tutte le cose che fa perché umano a 360° nel bene e nel male; ma anche Isaiah Berlin che mi ha commosso pur nella breve durata della sua apparizione nel romanzo.

Il personaggio meno azzeccato?: concordo con Patrizia, Tito Carbonell Amato che soprattutto nel colloquio finale con Bernat mi è sembrato un personaggio ‘macchietta’.

La fine è: concordo con Giuditta, surreale; tra l'altro mi ha ricordato il personaggio della 'nonna' nel romanzo La scopa del sistema di David Foster Wallace. Ho apprezzato moltissimo che l’autore non abbia ceduto alla tentazione del finale scontato del tipo che un attimo prima di morire Adrià riconoscesse il suo amico.

A chi lo consiglieresti? A chi apprezza i romanzi con sbalzi temporali perché qui troverebbe tale stile portato alla perfezione.
Se durante la lettura cresce sempre di più il desiderio di visitare il Monastero di Santa Maria de Gerri e quello di Sant Pere de Burgal; finito il libro viene voglia di sapere subito qualcosa di più sul suo autore. Ebbene io sono stata fortunata perché ci ha pensato Patrizia, a suo tempo, a fargli un'intervista che io ripropongo con piacere qui Jaume cabré: Ogni volta che termino un romanzo, svengo

Una domanda abbastanza sciocca che farei a Cabré è se l'idea della 'testa decollata' gli è venuta da  La casa degli spiriti di Isabel Allende.

giovedì 11 aprile 2013

#invasionidigitali invaderà la Pinacoteca di Siena

#invasionidigitali 2013 Pinacoteca di Siena

#invasionidigitali è una rete di eventi nazionali, che si svolgerà dal 20 al 28 aprile 2013 in tutta Italia, rivolta alla diffusione e valorizzazione del nostro patrimonio artistico-culturale, attraverso l’utilizzo di internet e dei social media.

L'idea è di Fabrizio Todisco in collaborazione con la Rete di travel blogger italiani di #iofacciorete, Officina turistica, Instagramers italia e l’Associazione nazionale piccoli musei.

Il progetto ha un obbiettivo chiaro: diffondere la cultura dell’utilizzo di internet e dei social media per la promozione, diffusione e fruizione del nostro patrimonio culturale.

Si rivolge a blogger, instagramer, appasionati di fotografia e a qualsiasi persona attiva sui social media.

Tantissime sono già le invasioni digitali programmate, disponibili nel sito ufficiale delle Invasioni Digitali.

Io e Gaia Mini, mia collega di lavoro, il 27 aprile 2013 alle ore 16 invaderemo la Pinacoteca di Siena, custode delle origini della pittura senese. Invitiamo tutti i senesi che lo vorranno a partecipare!

La registrazione all'evento è gratuita e si fa qui*; ma per partecipare all'invasione è necessario acquistare in loco il biglietto di 5 euro comprensivo di autorizzazione ad eseguire foto con telefono cellulare e macchina fotografica digitale senza flash o cavalletto.

Quindi pronti? partenza, via! vi aspettiamo con i vostri smartphone e fotocamere e tanta voglia di condividere sui social l'esperienza che vivremo insieme.

Ricordatevi di registrarvi all'evento :-)

*Avevamo creato un evento su eventbrite per l'occasione

lunedì 8 aprile 2013

Porta del Cielo

Duomo di Siena
Porta del Cielo: percorso accessibile in precisi periodi dell'anno.

Per informazioni pratiche: Museo dell'OPA

Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo.
E' il verso utilizzato dalla liturgia nella messa della dedicazione delle cattedrali. Non lo sapevo; l'ho scoperto in questa occasione.

Alla vigilia della visita di questi locali, che si trovano nella sommità del Duomo di Siena, proprio il primo giorno della loro apertura al pubblico il 6 aprile, ero molto emozionata al solo pensiero che avrei calpestato lo stesso suolo che durante la costruzione del Duomo avevano calpestato gli addetti ai lavori per trasportare i materiali e non certo per fare un giro turistico come noi oggi. 

Avevo molte aspettative; da subito l'immagine che mi sono fatta è che avrei toccato il cielo con un dito ed è stato quasi così, in un preciso istante del percorso.

Questo...

Duomo di Siena, Porta del Cielo

Ho fatto molte foto, alcune le ho twittate in contemporanea, altre le ho pubblicate su Instagram e poi raccolte in questa board su Pinterest: Duomo di Siena, Porta del Cielo

Qui voglio raccontarvi l'itinerario che, finita la visita, ho ricostruito a mente fresca con l'aiuto anche di altre foto del Duomo perché la mia 'mancanza' di senso dell'orientamento è abbastanza proverbiale. 

In più oggi ho visualizzato il percorso dall'esterno andando sul Facciatone e alla Basilica di San Domenico e posso assicurarvi che ora ho le idee molto chiare.

Duomo di Siena, facciata

Superato il varco d'ingresso del portone che si trova alla destra di quello principale della facciata del Duomo, la guida ci ha condotto per una scala a chiocciola costruita all'interno della torre laterale a destra e dopo 79 scalini siamo arrivati nel sottotetto della navata di destra, a 16 metri di altezza. 

Da notare in questa prima parte una mensola nella controfacciata che forse corrispondeva all'altezza del Duomo precedente e le canaline per la raccolta dell'acqua piovana, rifatte con materiali di oggi ma con lo stesso sistema di allora, per far confluire l'acqua in tre pozzi, di cui uno ancora utilizzato, quello esterno nell'angolo tra il Duomo e il Palazzo della Curia.

Pozzo tra il Duomo di Siena e il Palazzo della Curia

Abbiamo percorso tutta la navata destra fino ad arrivare all'altezza della cupola, nel transetto, da dove si ha il primo forte impatto visivo; infatti due coppie di finestre si affacciano all'interno del Duomo ed il nostro sguardo incontra per primo quello della statua di San Bernardino facente parte del gruppo di statue poste in corrispondenza dei pennacchi della cupola.

Da qui una breve scalinata ci ha portato all'esterno, nel loggiato inferiore della cupola (da Piazza Duomo si vede solo il loggiato superiore. Grazie ad una foto che ho, scattata dalla Torre del Mangia, ho ritrovato il punto esatto dove eravamo), da dove ci si è aperto davanti un panorama stupendo carico di storia: la Torre del Mangia sulla sinistra, il Facciatone di fronte a noi impressionante nel rendere esattamente l'idea di come i senesi avevano intenzione di costruire il Duomo Nuovo, il Campanile a distanza ravvicinata e l'angolo di Piazza Duomo dove Palazzo Squarcialupi e l'antico ospedale Santa Maria della Scala si incontrano.

Duomo di Siena visto dalla Torre del Mangia

Da qui siamo rientrati dentro, rimanendo nello stesso piano, e ci siamo ritrovati nel ballatoio rivolto verso l'abside e, girandoci dall'altra parte, davanti alla finestra che affaccia sulla cupola stellata.

Proseguendo siamo usciti nuovamente, questa volta dalla parte sinistra del Duomo, e ci siamo ritrovati davanti lo spettacolo dell'imponente Basilica di San Domenico.

Rientrati, siamo ridiscesi per affacciarci da altre due coppie di finestre poste all'altezza della cupola, abbiamo proseguito per il sottotetto della navata sinistra passando per uno scorcio da dove abbiamo visto ancora la Basilica di San Domenico e in più la cupoletta in corrispondenza della Cappella dedicata a San Giovanni Battista all'interno del Duomo.

Duomo di Siena visto dalla Basilica di San Domenico

Arrivati in fondo alla navata sinistra, ci siamo diretti verso il ballatoio della contro facciata, passando davanti a un terrazzino con vista sull'antico ospedale Santa Maria della Scala. Dal ballatoio lo spettacolo d'insieme dell'interno del Duomo è stato 'quasi' totale; dico 'quasi' perché non oso immaginare come sarà quando il Pavimento del Duomo sarà visibile per intero. Non c'è bisogno che immagini niente perché a settembre sarò di nuovo lì di sicuro!

L'appuntamento con il Pavimento del Duomo di Siena per me è diventato fisso ogni anno per cui figuriamoci se perdo questa occasione :-)

Dopo il ballattoio, passando davanti al terrazzino speculare al precedente, siamo ridiscesi all'interno del Duomo dalla scala a chiocciola da dove avevamo iniziato il percorso.

La visita guidata è continuata all'interno.

Tempo totale: un'ora e mezza, circa.

La bellezza salverà il mondo dice uno dei personaggi di Dostoevskij. Come dargli torto?

Più approfondisco la conoscenza della storia di questa città e più cresce la mia ammirazione per quegli uomini che a Siena nel Medioevo sono stati in grado di pensare e costruire tanta bellezza ma anche di trovare soluzioni ingegnose ed ingegneristiche a problemi concreti e qui il mio pensiero non può che andare a quel sistema di gallerie sotterranee, i Bottini, che i senesi si sono inventati per far arrivare l'acqua in città, costruendo poi delle Fonti così imponenti per la raccolta dell'acqua da far dimenticare che a Siena sorgenti naturali di acqua non ce ne sono.

Note: la prenotazione per il percorso Porta del Cielo è obbligatoria. 
Secondo me il percorso non presenta difficoltà; 79 scalini sono 'niente' per chi ha fatto i 400 della Torre del Mangia o i 130 del Facciatone. C'è da dire che ci si muove in fila indiana per cui all'inizio se qualcuno ha un attimo di perplessità consiglierei di chiudere la fila. C'è solo un tratto esterno in cui per permettere a tutti di vedere il panorama per intero ci si ritrova stretti come nei posti in terrazza durante il Palio dove si sta in doppia fila  tra chi ha il posto a sedere e chi in piedi quindi di sicuro evitare borse ingombranti!

Aggiornamento del 14 settembre 2013

Ebbene sì, sono ritornata alla Porta del Cielo con il Pavimento del Duomo scoperto e in notturna. Ecco le prove!

Vista di Piazza del Campo dalla Porta del Cielo

Pavimento Duomo di Siena visto dalla Porta del Cielo

sabato 6 aprile 2013

Cubisti e Cubismo

Roma, Complesso del Vittoriano
Fino al 23 giugno 2013

Il Cubismo è un linguaggio che sintetizzi spazio, tempo e durata.

La novità di questa Mostra, almeno per me, è stata la sezione relativa all'applicazione dell'idea del Cubismo in altri settori come l'architettura, il design, il teatro, il cinema e anche la moda nei tessuti simultanei di Sonia Delanuay.

Questa Mostra evidenzia come il Cubismo ebbe rappresentanti non solo in Spagna (Picasso) e in Francia (Braque) ma anche negli Stati Uniti, in Messico, in Russia, in Italia e in Inghilterra.

Il quadro che mi è piaciuto di più?
Patco a Carrières Saint Denis di Braque, 1909 Madrid.

La pittura deve accordarsi con la mia capacità dice Braque. E' evidente in questo quadro l'influenza di Cezanne e la ricerca verso l'acquisizione di una nuova prospettiva.

Patco a Carrières Saint Denis di Braque, 1909 Madrid.

Ma anche Il violinista, sempre di Braque,1912 Zurigo. Solo qualche anno dopo rispetto al quadro precedente e già la ricerca è andata oltre, si è spostata verso lo spazio tattile e dinamico. Dice ancora Braque gli strumenti musicali si animano quando qualcuno li tocca e confesso che mi è sembrato di aver capito qualcosa in più del Cubismo, di quei quadri come questo dove faccio fatica a ricostruire la figura evocata dal titolo.

Il violinista, Braque,1912 Zurigo

L'audioguida è utile come anche i pannelli lungo il percorso come questo introduttivo:

Cubisti Cubismo racconta la nascita di un linguaggio internazionale rivoluzionario, colto in una varietà di momenti, media e stili individuali e nazionali.

A partire dalla sua creazione in Francia nel 1908 ad opera di Pablo Picasso e Georges Braque, si vuole fornire una visione caleidoscopia del cubismo che si afferma fin dagli esordi come movimento sovranazionale e si propaga rapidamente ad altri paesi e culture, sia per il tramite degli artisti presenti nella capitale francese, sia grazie alla circolazione oltre confine di opere, mostre, libri e riviste che favoriscono il febbrile diffondersi dei suoi precetti. Nell'arco di pochi anni si diffonde in Inghilterra, Boemia, Russia, Messico, Italia e Stati Uniti.

A oltre cent'anni dalla sua nascita il cubismo resta il movimento seminale del Novecento, e le sue forme mantengono il dinamismo e la vitalità di un tempo. Le opere esposte in mostra annunciano i temi chiave di una moderna visione della vita, trasformata da rivoluzionari cambiamenti nel campo della cultura, delle arti, della scienza e della tecnica.

In tutte le sue manifestazioni, il cubismo evoca un'idea di movimento, dinamismo e simultaneità; offre l'immagine sfaccettata di un mondo moderno e della sua complessità.

Appare ancora particolarmente evidente la sua rilevanza in quanto alfiere, sul piano internazionale, di un nuovo modo di vedere il mondo.

La mostra ha un doppio passo: Cubisti, che, attraverso un nucleo importante di dipinti, illustra l'innovazione degli strumenti figurativi della pittura, dal cubismo analitico a quello sintetico fino ad arrivare alle avanguardie internazionali, e Cubismo, che offre l'ampio estendersi del nuovo linguaggio nelle arti e nuovi media.

Per informazioni pratiche: visitare il sito della mostra.

Oltre la mostra: è stata una coincidenza fortuita per me aver ricevuto in dono, dopo aver visto questa Mostra, il romanzo Il sarto di Picasso di Luca Masia, Silvana Editoriale. 

Il sarto di Picasso di Luca Masia

I protagonisti della storia dell'arte dagli anni '50 agli '80 del secolo scorso raccontati dal 'sarto degli artisti', Michele Sapone, e dal genero Antonio Sapone, gallerista.

Un libro che è anche un ripasso della storia dell'arte con un finale commovente.

Il personaggio Picasso viene fuori in tutta la sua umanità e, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, leggendo questo libro vi conquisterà.

Sarà perché la mia famiglia era una famiglia di sarti da parte di mamma e perché l'arte mi piace; ma questo libro mi è piaciuto moltissimo! 

E non finisce qui, almeno in teoria; perché il libro fa venire una gran voglia di visitare la Galleria Sapone di Nizza.