venerdì 23 novembre 2012

Torta al cioccolato

Direttamente dal forum del Salotto letterario del blog libri.tempoxme sul libro lasciamisenzafiato di Elvio Calderoni, Miraggi Edizioni ecco la ricetta di questa fantastica torta al cioccolato che io personalmente abbinerò ad un Vinsanto speciale: quello del 1997  della cantina Rietine a Gaiole in Chianti in provincia di Siena:

Torta al cioccolato

Ed ecco il mio risultato:

Torta al cioccolato

L'ho assaggiata ed è venuta veramente buona!

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lunedì 12 novembre 2012

Francis Bacon (1909, Irlanda - 1992, Spagna)

e la condizione esistenziale nell'arte contemporanea
5 ottobre 2012 - 27 gennaio 2013
CCC Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze

"Bacon supera la dimensione narrativa alla ricerca di una rappresentazione dell'essenza dell'esistenza umana in tutta la sua caducità o, usando le sue stesse parole, la vita allo stato bruto."

Consiglio la visita guidata che tra l'altro non ha un costo aggiuntivo a quello del biglietto.

Untitled (Marching Figures) c 1951

 Francis Bacon


* "E' una tela precoce e insolita nella produzione di Bacon, la cui interpretazione risulta tutt'oggi non totalmente chiara. Fonte certa di ispirazione è un incisione di Amédéé Ozenfant raffigurante la marcia dell'Armata Sovietica sulla Piazza Rossa di Mosca. A questa si aggiunge come riferimento la figura del Modulor di Le Corbusier , rielaborato secondo una cifra stilistica che riecheggia The Walking Man di Alberto Giacometti. Il tutto è decontestualizzato e riambientato in uno spazio su cui si erge una figura che possiamo identificare con un orso bianco, immagine allegorica frequente nella letteratura irlandese ed anglosassone come espressione di forza, comando e aggressività. L'opera fa emergere la poliedricità e la stratificazione delle fonti a cui Bacon attingeva, spesso in modo arbitrario e mai totalmente univoco."

Seated Woman (Portrait of Muriel Belcher) 1961

Francis Bacon

* "Ha per oggetto un'amica dell'artista, Muriel Belcher, proprietaria del 'Colony Room', club di Londra assiduamente frequentato dall'artista. La figura è posta al centro di uno spazio in cui l'elemento del divano sembra da una parte contribuire a un'atmosfera intima e privata, dall'altra servire anche come elemento straniante tramite la sua posizione obliqua e instabile. La tela evidenzia come Bacon fosse solito realizzare le proprie opere pensando il corpo non solo come delineazione di un contorno fisico, ma come espediente con cui far emergere l'interiorità del soggetto."

Seated Figure 1974 

Francis Bacon

* "Protagonista è George Dyer, compagno dell'artista nella seconda metà degli anni Sessanta, la cui immagine fu ossessivamenbte utilizzata da Bacon anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1971 in una stanza d'albergo a Parigi, due giorni prima dell'inaugurazione della retrospettiva al Grand Palais. La figura è inserita all'interno di una stanza in cui l'intersecarsi delle linee delle pareti sembrano isolarla in una posa rigida ma che riesce, come Bacon stesso disse, a improgionarne l'energia. Dalla finestra si stalla una figura alata, identificabile con una delle Erinni, figure mitologiche simbolo della vendetta e del tormento, che nella tragedia di Eschilo perseguitavano Oreste. L'apice della tensione  è raggiunta nell'informità del volto, raffigurato di profilo e incorniciato all'interno di un'apertura rettangolare, accentuando un isolamento non solo fisico ma anche esistenziale."

Turning figure 1962


Francis Bacon

* "Testimonia l'interesse di Bacon per la cronofotografia di Eadweard Muybridge e allo stesso tempo per la scultura di Michelangelo. Una figura è posta al centro di un podio, il cui color sabbia risulta accentuato dal nero dello sfondo. Su questo si stagliano tre linee bianche appenna accennate che disegnano un rettangolo. Se da una parte esso incornicia ed esalta il soggetto centrale, dall'altra nega l'esattezza dello scorcio prospettico, enfatizzando una percezione asimmetrica ed alterata dell'insieme. Il corpo nudo sembra compiere un moto spiraliforme, una torsione plastica che rinuncia alla correttezza anatomica a vantaggio di una riflessione sull'idea in sé del movimento che nasce dal confronto di Bacon con media diversi, dalla fotografia alla scultura."

Untitled (Three figures) c. 1981

Francis Bacon

* "Il dialogo tra pittura e scultura costituisce un elemento importante anche per Untitled (Three figures). La linea semicircolare che domina l'opera non solo distanzia come su un podio i tre soggetti ritratti, ma sembra scandire il percorso visivo da seguire all'interno della tela. Le figure a sinistra e al centro sono due ritratti dell'amico e compagno John Edwards, erede del lascito dell'artista. Sulla destra vi è una terza figura, dalle sembianze femminili: con ogni probabilità si tratta di una sfinge, elemento iconografico che torna con insistenza nel corpus artistico di Bacon, che nel 1951 aveva compiuto un viaggio in Medio Oriente e Nord Africa rimanendo colpito in particolare da sculture e monumenti egiziani."

Untitled (Seated Figure on Dappled Carpet) 1971

Francis Bacon

* "Come l'opera precedente, è una tela incompiuta esposta qui per la prima volta fuori dalla Dublin City Gallery The Huge Lane. La tela ha per soggetto George Dyer, il cui corpo appare come mutilato, scomposto e poi riassemblato nel modo in cui Bacon tipicamente agiva sulle figure umane. La tela, rimasta incompiuta, ci permette di capire il processo con cui l'artista dipingeva terminando dapprima il soggetto, per poi passare alla stesura del colore sullo sfondo, funzionale a conferire maggiore monumentalità e plasticità alla figura. Sia il tappeto che lo sfondo rettangolare esaltano la centralità della figura, che si ritrova isolata in uno spazio connotato da Bacon come interno borghese."

Portrait of Henrietta Moraes 1969

Francis Bacon

Untitled (Self portrait) 1992

Francis Bacon

* "Ritrovato su un cavalletto nel suo studio, questa è l'ultima opera a cui Bacon ha lavorato prima di morire. Questa tela incompiuta è con ogni probabilità un autoritratto, ma la somiglianza del volto con il profilo di George Dyer potrebbe suggerire anche un ritorno di Bacon, alla fine della vita, all'immagine e al ricordo del suo 'grande amore' già morto da anni. 
Il volto è compiuto mentre il corpo è solo tracciato da pochi riferimenti che si stagliano sulla tela grezza. Quello che sembra interessare l'artista è fissare nel tempo, lasciare traccia di un volto mentre la fisicità e la materia perdono ogni significato. Bacon supera la dimensione narrativa alla ricerca di una rappresentazione dell'essenza dell'esistenza umana in tutta la sua caducità.
Suggestiva è l'interpretazione dell'autoritratto come una sorte di fusione fra le fattezze dell'artista e quelle di Dyer come suggerisce anche l'accostamento delle fotografie a colori dei profili delle due figure ritrovate nello studio dell'artista. Questo era il luogo intimo, quella dimensione conchiusa in cui Bacon pensava, lavorava, rifletteva ed era solo con se stesso, affrontando la sfida di come rappresentare l'essenza della vita, o, usando le sue stesse parole, la vita allo stato bruto."

Fotografie dello Studio di Bacon

Francis Bacon
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Alcune indicazioni date dalla guida mentre ci spiegava le opere sia di Bacon che degli altri artisti presenti nella Mostra sono andati ad arricchire il percorso di alfabetizzazione visiva da me appena iniziato.

Qualche concetto flash da fissare nero su bianco (o meglio su 'verde'):
- la pittura di Bacon è figurativa ma non narrativa (le figure sono sempre isolate);

- la linea di Bacon è espressiva; assistiamo alla mutazione progressiva della figura; ciò che interessa a lui è la carne. I corpi sono deformati; sembrano essere stati bombardati da forze esterne;

- un opera d'arte è fatta di materia (colori, sabbia; gomene, travi di legno; filo di lana, rete da calcio) e di oggetto (quadro, generatore di ansia, porte), e viene espressa con il linguaggio proprio dell'artista (pittura, performance meccanica, installazione)

Non conosco Bacon; devo studiare. Per ora mi sono limitata a guardare queste sue opere e altre in passato. Non capisco ancora se l'angoscia umana che vuole rappresentare sia la sua personale, quella dei soggetti rappresentati (tutte persone da lui realmente conosciute) oppure quella dell'Uomo. Lo scoprirò e in questo mi sarà di aiuto il testo che ci ha suggerito la guida e che ho già ordinato: Francis Bacon. Logica della sensazione di Gilles Deleuze

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*Il testo proviene dai pannelli presenti in ciascuna Sala della Mostra.

mercoledì 7 novembre 2012

Corso di alfabetizzazione visiva: Pittura

tenuto da Daniele Marotta
presso Libreria La Zona di Siena
Appunti, non rivisti dal docente, della 1° settimana



PRIMA PARTE


Logiche della rappresentazione e figurazione per trovare un modo di decodificare le immagini.

Il rapporto con l'opera è biunivoco ma nell'opera c'è l'artista e poi noi.

Un opera più è verosimigliante più è un bluff.

L'opera è uno specchio per l'artista e anche per noi.

L'artista racconta di sé quello che vuole quindi non possiamo decodificare quello che c'è dietro l'opera  dal punto di vista personale.

Aspetti importanti per costruire una visione:
- mettere l'opera in relazione con noi stessi per poter dire 'mi piace',  'non mi piace';
- essere allenati alla complessità; mettere in relazione il realismo e l'estetismo con la verità.

L'esercizio tecnico domina.

Il profano vuole essere stupito dalla difficoltà di una tecnica che non conosce.

Verità slegata dalla realtà.

Fino al Rinascimento i pittori erano considerati degli artigiani.

Attraverso la rappresentazione religiosa gli artisti potenziavano il soggetto con delle verità.

Bramantino, Vir dolorum, Madrid, collezione Thyssen
Immagine presa da Wikipedia


- volto: assoluto, tentativo di creare una tensione;
- anatomia: molto corretta, realista
- panneggio: fortemente realistico. Si evince la voglia estetica.
- paesaggio sulla sinistra: luogo metafisico, set teatrale, sogno come ad esempio Piazza San Francesco a Siena

Siena: Piazza San Francesco

ARTE FIGURATIVA: rappresentazione di figure dall'arte primitiva fino a Basquiat

Santa Cruz, Cueva Manos
Immagine preda da Wikipedia

Basquiat, Autoritratto
Immagine presa da an.mag.com

ARTE NON FIGURATIVA: astratta.


La figura presuppone una riflessione sullo spazio.

L'arte espressiva è contro il realismo. Il nostro cervello compensa quello che non vede. Si tratta di sintesi espressiva: poche cose per dare l'informazione giusta. La nostra formazione completa l'esperienza.

Più la pittura è completa più è distante da noi; non c'è coinvolgimento. Meno è definita, più è assoluta e più ci riguarda. L'arte espressiva è verità: ci parla di qualcosa che abbiamo dentro e ci coinvolge a completarla. E' suggestione mentre la fotografia è illusione.

Fare qualcosa di vero e di realistico è un impresa.

Duccio Buoninsegna, Maestà, 1308-1311
Immagina presa da Wikipedia.org

Ad uno sguardo superficiale, la Maestà di Duccio  può ricordare la foto di una squadra di calcio.

ELEMENTI BASE DELL'ARTE FIGURATIVA:
- la figura;
- la linea.

LA LINEA:
- dà una dimensione

Mondrian, Paesaggio presso Amsterdan, 1902
Immagine presa da aseriesofsmallthings.com
- è espressiva

Matisse, Schizzo in nero
Immagine presa da allposters.it

- crea movimento

Immagine presa da artpedia

- crea ordine
- crea geometria, desiderio di emanciparsi dalla realtà. L'irrapresentabilità per Mondrian sta nella cifra stilistica della 'linea'. Aveva bisogno di liberare la geometria dalla duna.

Mondrian, Dune, 1910-11
Immagine presa da artpedia

Mondrian, Composizione in ovale con piani di colore, 1914
Immagine presa da helloticket

All'epoca di Mondrian l'espressionismo non è più avanguardia. La città quadrata è il tentativo di emanciparsi dal contingente. E' importante il contesto storico.
- è un oggetto grafico; l'unicità del gesto diventa vita: i fumetti

Bill Waterson, striscia Calvin e Hobbes
Immagine presa da queenscolumns

La realtà perde sulla rappresentazione perché possiamo completare con l'immaginazione.
L'arte cerca di rappresentare l'irrapresentabile.
Con l'avvento della fotografia, il realismo diventa inutile.
- è filigranata

Doré, Inferno di Dante Alighieri
Immagine presa da Wikipedia.org

- è decorativa

Ornamento decorativo
Immagine presa da 123rf

C'è differenza tra figurazione e decorazione (obiettivo modesto, non racconta)
- è codice calligrafico, potenza simbolica immediata

Magritte, Questa non è una pipa
Immagine presa da ilimoni.blogspot

COSA SONO L' ESTETICA E LA BELLEZZA:
- armonia: ritmo, ripetizione, texture, ordine della divisione dello spazio
- contrasto: figure scure su sfondi chiari e viceversa
- equilibrio: l'opera deve essere centrata e simmetrica

OPPOSTI: caos e omogeneità

La Metafisica (De Chirico) crea una scena prevalentemente vuota in cui noi proiettiamo la nostra interiorità.

De Chirico
Immagine presa da slugesart

Il Surrealismo (Magritte) gioca nel sovvertimento della realtà; gioca sull'alterazione, la bizzarria.

Magritte, Golconde, 1953
Immagine presa da akkuaria

La metafisica fa vedere il luogo dell'interiorità già pronto.

Lo sbilanciamento ci fa capire dove dobbiamo guardare.

Mosaico: Creazione degli astri
Immagine presa da storia-dell-arte

Nella creazione è il gesto della creazione quello a cui dobbiamo guardare e lo capiamo perché è messo al centro rispetto a Dio e agli altri astri.

Jacques-Louis David, La morte di Marat, 1793
Immagine presa da mlt

In quest'opera quello che dobbiamo vedere è il foglio che il soggetto tiene in mano.

Matisse, La Danza

La ripetizione diventa animazione.
I pittori del Rinascimento avevano solo l'esperienza visiva e non il bagaglio culturale.

Van Gogh, Notte stellata
Immagine presa da Wikipedia.org

Interiorità che aggredisce la realtà: Van Gogh

Ventrone
Immagine presa da Google

Iperrealismo: tecnicismo, pornografia dell'oggetto.

Verità: realtà come mezzo per creare tensione.

Pornografia: quando la realtà è il fine, il culto dell'oggetto.

Vi è Arte quando vi è uso sufficiente della realtà perché sia verosimile.

Arte: oggetto, scrittura, ironia, seduzione.

Magritte, La sala di ascolto
Immagine presa da wahooart

Sospensione, asimmetria, alterazione della dimensione naturale, oppressione.

Magritte, Il palazzo dei vei 3, 1928-1929
Immagine presa da petalocosmico.blogspot

Contrasto di senso.
Elemento sovversivo.

Il visual concept artist prende il testimone dell'arte figurativa.

Iperrealismo: impatto emotivo di esistenza di qualcosa di verosimile che nella realtà non trovo.

Velasquez, Las Meninas, 1656
Immagine presa da Wikipedia

Il quadro Las Meninas di Velasquez è avveniristico perché l'allestimento scenografico è ambiguo, crea un doppio quadro, quello reale e quello rappresentato, e lo spettatore è coinvolto. Ironia.

Picasso, Las Meninas,1957
Immagine presa da Wikipedia
La Meninas di Picasso: sintesi.

sonofchinglu.deviantart, Las Meninas, Simpsons
Immagine presa da sonofchinglu.deviantart

La Meninas per l'edizione dei Simpsons è banalizzazione.

La traduzione di un'opera d'arte in chiave comica non è sbagliata ma deve essere ben fatta; deve essere una 'traduzione' con un senso e non una banalizzazione, decorazione.

SECONDA PARTE

Al Rinascimento segue il Manierismo; non più solo apoteosi della forma (v. Cappella Sistina) dove l'uomo vitruviano diventa il centro del cosmo. Nel Manierismo siamo dopo la perfezione della figura e della forma. Si ritorna a rappresentare l'irrapresentabile.

Bronzino, Allegoria del Trionfo di Venere, 1540-45
Immagine presa da Wikipedia

L'Allegoria del trionfo di Venere del Bronzino, 1540-1545 è l'emblema del Manierismo.
C'è un simbolismo presciso che se non condividi non capisci.
C'è una chiave unica di lettura che presuppone la conoscenza di quel codice.
La scena è artificiosa, innaturale quindi già questo ci dice che c'è  qualcosa da raccontare.
Se la scena non è realistica o naturale vuol dire che gli elementi non sono messi a caso.
La citazione di un'opera d'arte in un'altra opera d'arte non è mai casuale.

Seguiamo lo sguardo dei soggetti ed i particolari di ogni figura rappresentata.
C'è un vecchio alato in alto a destra che dirige il suo sguardo verso la donna in alto a sinistra. Entrambi sostengono un panno azzurro.
C'è un giovane che bacia in maniera lasciva una bellissima donna.
Una vecchia urlante alle spalle del giovane, un putto con una cavigliera che spargere petali di rose.
La donna è inginocchiata su un lenzuolo, tiene un pomo in una mano e con l'altra sfila una freccia dalla faretra del giovane. Le ginocchia del giovane poggiano su un cuscino.
Ai piedi del giovane ci sono due colombe che tubano; ai piedi della donna due maschere.
Dietro al putto c'è un personaggio dal volto inquietante e con la coda di rettile: chi è?



Già dal titolo dell'opera 'Allegoria' si capisce che l'opera non rappresenta una scena naturale ma che vuole comunicare qualcosa di preciso.

Il Simbolo è qualcosa di universale. A questo punto abbiamo bisogno di un 'codice' per decifrare l'Allegoria e ci viene incontro uno dei massimi studiosi di Iconologia e Iconografia: Erwin Panofsky.


Panofsky nel suo libro Studi di Iconologia, I temi umanistici nell'Arte del Rinascimento, Einaudi Editore analizza quest'opera svelandoci il significato di ciascuna figura dopo aver messo come premessa ciò che di essa scrisse il Vasari: "Fece un quadro di singolare bellezza, che fu mandato in Francia al re Francesco, dentro il quale era una Venere ignuda con Cupido che la baciava, ed il Piacere da un lato e il Giuoco con altri Amori, e dall’altro la Fraude, la Gelosia et altre passioni d’amore" . In realtà il quadro era già in Francia quando ne scrive il Vasari quindi lui descrive quello che ricorda.

Il gruppo lascivo al centro della scena rappresenta Venere ed Eros (Venere è la madre di Eros).
Il vecchio alato in alto a destra rappresenta il Tempo. Lo riconosciamo dalla clessidra che si intravede dietro la spalla.
La figura il alto a sinistra è la Verità che aiuta il Tempo ad alzare la tenda.
Il putto che sparge petali di rose e ha una cavigliera rappresenta il Piacere.
La vecchia urlante dietro a Eros rappresenta la Gelosia.
Le maschere ai piedi di Venere simboleggiano la mondanità, l’insincerità e la falsità.
Le colombe tubanti ai piedi di Eros simboleggiando tenera sollecitudine.
Il cuscino sotto le ginocchia di Eros è simbolo di lascivia e di mollezza.
Le foglie di mirto che s'intravedono dietro a Eros sono simbolo classico dell'amore.

Notiamo che gli elementi sono contrapposti a due a due.

La fanciulla dietro al Putto rappresenta l'Inganno. Da notare il corpo squamoso e le mani (una offre un favo di miele, l'altra nasconde un animaletto). Cosa c'è di strano? che sono scambiate: al posto della destra c'è la sinistra e al posto della sinistra c'è la destra ed è proprio la 'duplicità' la caratteristica dell'inganno.

Il messaggio di quest'opera? con il Tempo e la Verità si svelano gli inganni dell'amore lussurioso.

venerdì 2 novembre 2012

Gioca alla lettera! il contest di @tempoxme_libri

Il Salotto letterario di @tempoxme_libri a cui prendo parte regolarmente ogni mese, anche quando non riesco a leggere il libro proposto, quest'anno ha reso più stimolante la partecipazione lanciando volta per volta dei contest creativi che, rimanendo nell'ambito del gioco, coinvolgono i partecipanti ad esprimersi con la 'penna', l'immaginazione e/o la realtà.

Ecco il primo contest pensato in abbinamento alla lettura di gruppo avvenuta nel mese di ottobre del romanzo Tutti tranne Giulia di Michela Tilli, Fernandel Editore (i contest traggono comunque ispirazione dal libro in lettura e nel romanzo della Tilli, a pagina 55, c'è una lettera bellissima da cui il contest ha preso ispirazione):


Lo stile epistolare mi appartiene nel senso che nel tempo ho scritto tante lettere indirizzate a persone reali alle quali ho puntualmente recapitato i miei scritti; non ne ho conservato alcuna copia però alcune me le ricordo molto bene. 

Per la maggior parte delle volte si è trattato di lettere molto drammatiche, scritte in momenti non propriamente sereni; quindi quando ho letto il testo del contest lì per lì mi sono detta: ma ora che mi sento serena, riuscirò a scrivere una lettera? E poi, riuscirei a scriverla ad un personaggio di fantasia?.

Alla seconda domanda ho risposto subito un 'no' convinto; preferisco infatti lasciare l'invenzione letteraria agli scrittori di professione. 

Alla prima domanda invece ho risposto con un bel 'sì'; a quel punto avevo solo bisogno di trovare la persona alla quale non avevo e forse non avrò mai la possibilità di fargli sapere di persona quanto significativa essa sia stata e continui ad essere per la mia vita. 

A distanza di qualche secondo la lampadina mi si è subito accesa: David Grossman ed ecco la lettera che gli ho scritto per l'occasione (i fatti narrati sono tutti realmente accaduti!):


Allo scadere del termine massimo, quando i giochi erano ormai fatti, mi è arrivata questa mention su Twitter da parte di @tempoxme_libri:


E' stata per me una vera sorpresa molto gradita sia perché la concorrenza era agguerritissima e sia perché, appena dopo aver pubblicato la mia lettera, mi era venuto il dubbio che potevo essere stata indelicata nell'indirizzarla ad uno scrittore visto che una scrittrice avrebbe dovuto giudicarla e invece...

Ancor di più mi ha entusiasmato leggere la motivazione data da Michela Tilli per cui ha scelto la mia lettera come vincitrice del contest:


Quale libro ho scelto come premio?
Almanacco dei giorni migliori di Fabio Rizzoli