giovedì 28 giugno 2012

Il Palio di Siena

Il Palio di Siena

Sono una senese d'adozione e questa festa mi ha ormai contagiato.

Assistere alla vittoria di Contrade che non vincevano da più di 40 anni, il Bruco nel 1996 e la Torre nel 2005, è stato per me un privilegio come anche assistere alla Cena della vittoria della Contrada della Civetta che ha ottenuto il permesso da parte del Comune di realizzarla in una location quanto mai suggestiva, la Piazza del Campo stessa, in quanto essendo il territorio della propria Contrada molto limitato e trovandosi nel cuore della zona commerciale di Siena non sarebbe stato opportuno chiudere le strade per diversi giorni per consentire i preparativi. E' commovente questa cosa perché è segno anche dell'evoluzione che c'è stata in 30 anni nella città di Siena. Infatti quando la Civetta vinse nel 1979 questo problema non si pose.

Non appartengo a nessuna Contrada ma ho rispetto e ammirazione per questa festa piena di storia antica e recente e poi, ho due nipoti ciascuno di una contrada diversa e abito nel cuore di una delle Contrade più numerose, quella del Bruco, e quindi non posso non sentirmi coinvolta dall'entusiasmo palpabile di chi mi circonda soprattutto in questi giorni.

Il Palio non è solo la corsa del 2 luglio e del 16 agosto. E' molto di più per i senesi. 

Ne ha fatto un racconto puntuale e coinvolgente Alan Dundes nel libro La terra in piazza. Un'interpretazione del Palio.

In questa sede mi piace quindi tirare un po' le fila di ciò che nei tanti anni di lavoro nel turismo mi è stato chiesto da parte delle persone che come me hanno subito il fascino di questa festa e sono interessate a saperne di più.

Le Contrade di Siena sono 17 ma solo dieci partecipano alla 'carriera' del 2 luglio e dieci a quella del 16 agosto.

Come avviene la scelta tra le 17 Contrade?
Le 7 Contrade che non hanno partecipato alla corsa di luglio/agosto dell'anno precedente si dice che partecipano 'di diritto' mentre le altre 3 vengono sorteggiate tra le 10 rimanenti.

Come avviene il sorteggio?
In gran segreto a Palazzo Pubblico dove i capitani delle 17 Contrade si incontrano e con l'aiuto di uno strumento apposito ed un rituale complesso riescono a garantire al 100% l'imparzialità della scelta. 

Una volta che le Contrade sono state estratte - ciò accade verso le 19.00 - i 'popoli' di tutte le Contrade attendono in Piazza che un messo comunale esponga dalle trifore del Palazzo, accompagnato dal suono delle 'chiarine', le bandiere delle 3 Contrade estratte. 

Ogni esposizione è accompagnata dalle urla di gioia dei contradaioli la cui Contrada è stata estratta o dal silenzio di tomba degli stessi in caso di mancata estrazione o di estrazione della Contrada rivale. 

Quando avviene l'estrazione?
L'ultima domenica di maggio per il Palio di luglio e la domenica successiva al 2 luglio per il Palio di agosto. 

Ho accennato alle Contrade 'rivali'. Volete sapere il motivo di tale rivalità? Non lo ricorda più nessuno... tanto è remota...

Svolgimento del Palio:
Il Palio di luglio inizia il 29 giugno, quello di agosto il 13: intorno alle 13 in Piazza del Campo viene assegnato il cavallo a ciascuna Contrada. Questo momento è chiamato 'tratta' ed è molto importante perché anche se i cavalli sono scelti in modo che nessuno risulti superiore ad un altro durante le così dette 'batterie' che si svolgono durante la notte due giorni prima della tratta,  tuttavia può accadere che tra i cavalli scelti ci sia chi ha già partecipato ad altre carriere e addirittura abbia anche vinto oppure che non abbia mai partecipato ad un Palio prima d'ora.

Il cavallo, detto 'barbero', è il protagonista unico del Palio. Infatti la Contrada vince anche se il cavallo arriva alla fine dei 3 giri da solo, senza il fantino. Ciò significa che il cavallo non può essere sostituito, nemmeno se per qualche fatalità dovesse morire durante quei giorni. Il cavallo è affidato al 'barbaresco' che lo conduce alla stalla della propria Contrada e vi rimane con lui 24 ore al giorno fino all'ultima corsa per prendersi cura di lui e vigilare che nessuno gli fornisca a tradimento delle bevande alterate.

Dalla sera del 29 giugno/13 agosto alla mattina del 2 luglio/16 agosto vengono svolte 6 'prove' in Piazza del Campo per testare i cavalli. La prova più attesa è la prima perché è la prima volta che i fantini montano i cavalli e hanno la possibilità di conoscerli e di capire il loro potenziale.

La sera del 1 luglio/15 agosto si svolgono le 'cene della prova generale' lungo le strade del territorio di ciascuna Contrada che corre. La cena è aperta anche ai turisti. Naturalmente, cari turisti, non abbiate troppe aspettative circa l'accoglienza ed il menù. Il Palio non è una festa per i turisti quindi, occorre essere rispettosi e non invadenti. Dopo cena, le autorità di ogni Contrada si dileguano e si adoperano per i 'partiti';  accordi segreti con altre Contrade che potrebbero contribuire a far vincere il Palio. Tutti ne sono a conoscenza; ma nessuno lo confermerà apertamente.

Anche i 'fantini' sono importanti, naturalmente. 

Fino alla penultima prova la Contrada può anche cambiare il fantino oppure il fantino può decidere di non correre più per quella Contrada. Il fantino che vedremo montare il cavallo durante l'ultima prova, la 'provaccia', sarà quello che correrà il Palio per quella Contrada. A questo punto, il fantino non può più essere cambiato. 

Negli ultimi anni, un fantino molto quotato è di origini senesi. Il suo nome è Luigi Bruschelli e il suo soprannome è Trecciolino. Al suo attivo ha 12 Palii vinti; due in meno di Andrea DeGortes, detto Aceto, il 'fantino' per eccellenza di Siena. 

Il fantino può correre per qualsiasi Contrada ma naturalmente una Contrada che ha vinto il Palio con un certo fantino farà di tutto perché il fantino rifiuti di correre l'anno dopo per la sua rivale.

Programma del Palio di luglio:
29 Giugno:
ore 13.00: “tratta” (consegna a sorte dei cavalli)
ore 19.45: prima corsa di prova

30 Giugno:
ore 09.00: seconda corsa di prova
ore 19.45: terza corsa di prova

1 Luglio:
ore 09.00: quarta corsa di prova
ore 19.45: prova generale preceduta dall’esibizione di un drappello di Carabinieri a cavallo

2 Luglio:
ore 7.45: Messa del Fantino, celebrata dall’Arcivescovo di Siena nella Cappella di Piazza
ore 9.00: sesta prova (provaccia)
ore 10.00: segnatura dei fantini in Palazzo Comunale
ore 14.30: vestizione della comparsa in ciascuna delle diciassette Contrade
ore 15.30: benedizione del cavallo (nelle dieci Contrade che prenderanno parte alla corsa) e successiva partenza delle Comparse per recarsi, dopo il percorso per le vie del centro per rendere omaggio ad alcune importanti istituzioni senesi, nel cortile del Palazzo del Governo, in Piazza del Duomo
ore 16.30: partenza del Corteo Storico dal Palazzo del Governo verso via del Casato di Sotto per l’ingresso in Piazza.
ore 17.20: ingresso del Corteo Storico nella Piazza del Campo preceduto dall’esibizione di un drappello di Carabinieri a cavallo
ore 19.30: i cavalli escono dall’entrone, allo scoppio del “mortaretto”, per la corsa

Dopo la corsa, la Contrada vittoriosa si reca esultante nella Basilica di Provenzano e successivamente i festeggiamenti proseguono per tutta la notte nel rione e per le vie del Centro

Programma del Palio di agosto:
13 Agosto:
ore 13.00: “tratta” (consegna a sorte dei cavalli)
ore 19.15: prima corsa di prova

14 Agosto:
ore 09.00: seconda corsa di prova
Nel pomeriggio del 14 agosto, prima della prova, si svolge la Processione di Ceri, nel corso della quale il Palio viene portato in Duomo. La Processione parte alle 16.30 dalla Chiesa di san Giorgio.
ore 19.15: terza corsa di prova

15 Agosto:
ore 09.00.: quarta corsa di prova
ore 19.15: prova generale preceduta dall’esibizione di un drappello di Carabinieri a cavallo

16 Agosto:
ore 7.45: Messa del Fantino, celebrata dall’Arcivescovo di Siena nella Cappella di Piazza
ore 9.00: sesta prova (provaccia)
ore 10.00: segnatura dei fantini in Palazzo Comunale
ore 14.00: vestizione della comparsa in ciascuna delle diciassette Contrade
ore 15.00: benedizione del cavallo (nelle dieci Contrade che prenderanno parte alla corsa) e successiva partenza delle Comparse per recarsi, dopo il percorso per le vie del centro per rendere omaggio ad alcune importanti istituzioni senesi, nel cortile del Palazzo del Governo, in Piazza del Duomo
ore 15.50: partenza del Corteo Storico dal Palazzo del Governo verso via del Casato di Sotto per l’ingresso in Piazza
ore 16.50: ingresso del Corteo Storico nella Piazza del Campo preceduto dall’esibizione di un drappello di Carabinieri a cavallo
ore 19.00: i cavalli escono dall’entrone, allo scoppio del “mortaretto”, per la corsa.

Dopo la corsa, la Contrada vittoriosa si reca esultante in Duomo e successivamente i festeggiamenti proseguono per tutta la notte nel rione e per le vie del Centro

Alcuni suggerimenti per vedere il Palio:
- se siete giovani e forti psicologicamente potete andare a vedere il Palio da Piazza del Campo. Grazie alla sua forma la Piazza offre una visibilità abbastanza buona da qualsiasi punto. L'unica cosa da tener presente è che una volta 'dentro' non si può più uscire. Certo, se vi sentite male verranno subito chiamati i soccorsi ma se dovete semplicemente andare in bagno dovrete fare in modo di trattenerla!. Di fame e di sete non si muore in quanto all'interno della Piazza ci sono i banchi che vendono snacks a bevande fresche. Una raccomandazione ai 'gentiluomini': non caricate sulle spalle amici, amiche o bambini per permettere loro di vedere meglio perché tutte le persone intorno a voi, per la maggior parte contradaioli, cominceranno a fischiarvi;

 - se siete giovani, ma avete anche dei bambini al seguito, è meglio andare in anticipo in Duomo e sedersi sui gradini esterni per vedere il 'corteo storico' che parte dal palazzo della Provincia. Quando il corteo storico è finito entrate in un qualsiasi bar per vedere la corsa in TV. Non appena la corsa si conclude dirigetevi verso la Basilica di Provenzano (a luglio) o in Duomo (in agosto) per vedere la Contrada vincitrice entrare in Chiesa insieme al fantino per ringraziare la Madonna cantando il Mariae Mater Graziae. Sì, perché il Palio è un mix di sacro e profano;

- se non siete così giovani e volete godervi il Palio in tranquillità allora vi consiglio di acquistare i biglietti per vedere tutto il corteo storico e poi la carriera comodamente seduti nei palchi o in una terrazza che affaccia sulla Piazza. Evitate i posti in piedi; i posti migliori sono quelli vicino alla 'mossa', la partenza. I biglietti sono molto costosi, ma ne vale la pena, credetemi! Io l'ho fatto un unica volta e mi piacerebbe tanto rifarlo. Un contatto per i biglietti è Jacopo della Torre 

Anche le prove si possono vedere dai palchi e costano molto meno ma non danno la stessa emozione in quanto durante le prove i cavalli non vengono lanciati nella corsa per evitare danni ma soltanto 'provati' il che a volte è sinonimo di andatura 'al trotto'.

Alcune raccomandazioni:
- durante i giorni del Palio evitate di indispettire il popolo della Contrada con domande sul perché, per come, etc o di mostrare 'sorpresa' oppure 'orrore' nei confronti di alcuni loro atteggiamenti. Ad esempio, se siete nel bel mezzo di una rissa per strada potrebbe essere che si è in presenza di uno scontro tra due Contrade rivali. Nessuno coinvolgerà voi; ma evitate di stare in mezzo o di cercare di separare i contendenti. Credetemi, appena il Palio è finito, tutto torna alla normalità nelle strade di Siena;

- ovunque decidiate di vedere la corsa, in Piazza, in terrazza o in un bar, evitate di fare commenti subito dopo la fine della corsa.  Evitate di 'sorridere' se vedete persone piangere disperatamente perché la loro Contrada non ha vinto o è arrivata seconda (c'è solo un vincitore nel Palio; non c'è podio per i secondi e i terzi) o perché, peggio ancora, ha vinto la loro Contrada rivale.

La sera, dopo cena, tutti sono i benvenuti nei locali della Contrada vittoriosa dove verrà offerto un bicchiere di vino per condividere la vittoria.

Personalmente mi piace cenare in Piazza del Campo la sera del Palio perché poi i contradaioli con i loro 'alfieri' e 'tamburini' vengono continuamente in Piazza a sfilare mostrando con fierezza il 'cencio', il drappellone dipinto ricevuto in premio e che verrà conservato per sempre nel proprio museo.

AGGIORNAMENTO DEL 2 LUGLIO 2012
Oggi Trecciolino ha corso e vinto il suo tredicesimo Palio per la contrada dell'Onda con il cavallo Ivanov.

venerdì 22 giugno 2012

Io viaggio da sola

Io viaggio da sola di Maria Perosino



di Maria Perosino
Einaudi Editore
Torino
2012

L'espressione io viaggio da sola non è sinonimo di viaggio solitario. La solitudine non è uno stato d'animo da cercare o da fuggire, è, banalmente, uno stato di famiglia, magari temporaneao, ma intanto quello è.


Appena sono arrivata a pagina 13 e ho letto queste righe ho capito che l'approccio di  @mariaperosino al viaggiare da sola mi corrispondeva. Poco prima l'autrice aveva già svelato l'evento che ha determinato l'inizio del suo viaggiare da sola; un evento di dolore che ispirerà le pagine conclusive del libro.

Non era previsto tra le mie letture immediate; è stato grazie ad una contigenza che è capitato e cioè sono su Twitter quando il BOT di @Einaudieditore pubblica questo tweet:

Io viaggio da sola di Maria Perosino

Clicco sul link, leggo la presentazione del libro, decido che mi interessa perché anch'io viaggio da sola, vado in libreria, lo compro e lo leggo in due giorni accantonando per un attimo il libro importante che sto leggendo, L'età forte di Simone de Beauvoir, che scoprirò, a lettura ultimata, essere il mio ennesimo punto in comune con @mariaperosino.

Ho iniziato da pochi anni a viaggiare da sola ed è stato un momento importante per me quando sono riuscita a persuadere me stessa che avrei trovato comunque gusto nel fare le cose che mi piacciono anche facendole da sola. Mi stavo perdendo molte cose, troppe.

Ho iniziato con Roma, città che amo, dove cerco di ritagliarmi qualche giorno di vacanza almeno due volte l'anno, e della quale potrei dire come @mariaperosino Ogni volta che torno in una città che conosco, ho la sensazione di poter iniziare a perdermi senza perdermi di vista.

Vengono affrontati con leggerezza e ironia sia gli aspetti logistici del viaggiare da sole che quelli psicologici.

Il trolley ad esempio, è un acquisto da fare con cura ed il cui contenuto va organizzato mentalmente, o nero su bianco, una volta per tutte per tutti i viaggi. Condivido con l'autrice quando dice Sappiate che nessuno è più solo di una donna sola carica di bagagli che deve salire su un treno e io aggiungo che la cosa che mi preoccupa di più in assoluto è 'dove' sistemare poi il bagaglio. E' stata proprio questa preoccupazione ad indurmi a scegliere di viaggiare sempre in prima classe, a costo di dover ridurre le notti di soggiorno causa budget, e non perché io abbia bisogno di spazio fisico, sono abastanza minuta di costituzione, ma perché la mia strategia è quella di infilare il trolley tra le spalliere di due sedili!

Altra cosa affrontata nel libro è il momento dei pasti. Confesso che mi ci è voluto un po' di tempo per superare questo imbarazzo; sì perché mi sembrava triste, agli occhi di chi si trovava nello stesso ristorante in cui mi trovavo io, mangiare da sola. Mi sono detta che gli altri non sanno che viaggio da sola perché è il mio stato di famiglia e non perché sono triste o depressa e allora ho cercato di immaginarmi di essere una persona che si trova in un altra città per lavoro -qualcosa che assomiglia all'escamotage messo in atto da @mariaperosino- per cui diventa comprensibile trovarla da sola a consumare i pasti. Per il pranzo ha funzionato; per la cena mi ci è voluto ancora un altro po' di coraggio finché non ho individuato i 'miei' ristoranti dove non mi sento per niente una mosca bianca.

Altra cosa importante affrontata nel libro è la scelta dell'albergo. Come precisa @mariaperosino è un problema che non si pone se si è titolari di carta di credito oro, platino o altro ma io, come lei, non rientro in questa categoria. Mi piace comunque sceglierlo in maniera accurata a cominciare dalla posizione, assolutamente nel centro storico e, dei servizi che cerco, quello della prima colazione, a differenza di @mariaperosino, per me è fondamentale nel senso che cerco un bel buffet non per fare rifornimento per il brunch, ma per il piacere di sedermi a fare colazione e mangiare quelle cose che a casa non mangerei mai per mancanza di tempo e che fa parte di quel sentirmi in vacanza in un altra città, altrimenti andrei in residence. C'è da dire poi che lavoro nel turismo e mi ha divertito molto leggere come @mariaperosino percepisce i servizi ed il rapporto con gli alberghi. Sarebbe divertente confrontarsi su questo argomento e già da ora invito @mariaperosino a contattarmi, se lo vorrà, la prossima volta che le capiterà di venire a Siena. L'Hotel dove lavoro, Borgo Grondaie, non si trova nel centro di Siena ma chiamare il radiotaxi, potete concedervelo, in fondo siete donne che viaggiate da sole. Dico bene? :-)

A questi suggerimenti di tipo pratico @mariaperosino affianca alcune azioni di primo soccorso perché la malinconia, come la tristezza, l'ansia e tutte quelle robe lì, ha la cattiva abitudine di farti delle improvvisate.

Infine, prima delle pagine conclusive in cui, seriamente ma senza diventare seriosa, @mariaperosino si domanda se ne valeva la pena, di cosa lo scoprirete leggendo il libro, ho sorriso da sola appena ho letto il titolo di uno degli ultimi capitoli Le vacanze intelligenti perché il film omonimo con Alberto Sordi, di cui sono venuta a conoscenza solo da poco grazie a degli amici che mi hanno proposto i video presenti su youtube, non poteva non essere stato di spunto per l'autrice per poter scrivere di quelle poche regole che secondo la sua esperienza rendono una vacanza intelligente e le quali mi trovano pienamente d'accordo.

Ci sono anche gli 'altri' in questo libro, il collega, l'amico, l'amante, le persone conosciute per caso, che possono diventare il motivo per visitare una città, perché quando s'incontra  una persona nuova, le possibilità che quella persona ci faccia del bene o ci faccia del male sono equamente divise al cinqunata per cento. Tanto vale scommettere sulla prima opzione, perché altrimenti magari ci si protegge, ma ci si priva di un'infinita serie di possibilità. 

In alcune cose mi ci sono ritrovata, per le altre mi sto allenando.

Ringrazio @mariaperosino per questa testimonianza.

giovedì 21 giugno 2012

#Paradise, il nuovo contest di @Electa Editore

Abbiamo il dovere di mostrare al mondo ciò che siamo stati capaci di fare nella vita.
Joseph Beuys

In cosa consiste il contest?

Nel raccontare il nostro #Paradise, attraverso quelle che siamo soliti chiamare opere di genio. Arte, letteratura, musica. Vale tutto.

In regalo #Paradise, un volume molto poetico.

E qui la mia testolina ha cominciato a spaziare… ma bisogna poi che arrivi al dunque, mi sono detta, perché il termine massimo per partecipare è domani pomeriggio e ci sarà tempo poi per continuare con le divagazione che un tale spunto ti ha dato.

Prima di fare il mio elenco, mi piace riportare qui la parte dello Zibaldone in cui Leopardi definisce il valore delle ‘opere di genio’.
Carta 259,1 Ott.1820

Hanno questo di proprio le opere di genio, che quando anche rappresentino al vivo la nullità delle cose, quando anche dimostrino evidentemente e facciano sentire l'inevitabile infelicità della vita, quando anche esprimano le più terribili disperazioni, tuttavia, ad un animo grande che si trovi anche in uno stato di estremo abbattimento, servono sempre di consolazione.

A questo punto mi piace mettermi non dalla parte di chi è autore delle opere di genio, per ovvi limiti, ma di chi trova consolazione nelle opere del genio. Facendo questa operazione mi accorgo che ciò che mi serve da consolazione oggi è diverso da ciò che mi è servito di consolazione solo qualche anno fa.

La mia sensibilità si è evoluta, continua ad evolversi; quindi, per non farla troppo lunga, dopo aver passato in rassegna i tempi più recenti della mia vita, ho scoperto che ci sono una musica, un romanzo, una poesia, un opera d’arte capaci, oggi, di ridurre in me lo scarto tra la coscienza della caducità della vita ed il desiderio dell'esperienza di consolazione attraverso il bello. Insomma, il mio personale #Paradise.

- Ravel, Trio per pianoforte, violino e violoncello
- Louis Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte
- Quasimodo,
                       Ognuno sta solo sul cuor della terra
                       trafitto da un raggio di sole:
                       ed è subito sera

- Burri, Sacco B 1953

Nell'attesa del responso, mi domando se ho interpretato bene il contest, chissà!
Nel frattempo, io continuo a pensarci su :-)

mercoledì 20 giugno 2012

Colui che ritorna

Colui che ritorna di Sed C. De Luca




di Sed C. De Luca
Edizioni Melody Records
Roma
2011


Due storie parallele, quella di Matteo e Claudia e quella di Tommaso e Clotilde, vissute in epoche diverse, molto distanti tra loro (una infatti si svolge dagli anni '70 in poi e l'altra dalla seconda metà del '400) la cui eco, passata o futura, si insinua nei personaggi grazie all'esperienza dei viaggi astrali dell'inconscio, come tenterà di spiegare la figlia a Claudia. Insomma, come se si trattasse di un déjà vu. 

Sono tutti e quattro giovanissimi, appena quattordicenni, quando si conoscono, si scambiano il primo bacio e quasi si amano.

La vita in entrambi i casi li separerà, darà loro da vivere le proprie esperienze, di fare il proprio pellegrinaggio; ma si farà custode, con la loro complicità più o meno cosciente, del desiderio di incontrare di nuovo quel primo amore.

Accadrà in entrambi i casi dopo molti anni, in maniera voluta per Matteo e Claudia; quasi per una sorta di serendipità per Tommaso e Clotilde.

Il libro racconta quello che avviene nel mezzo, tra il primo bacio e l'incontro, il culmine di entrambe le storie a cui l'autrice ci accompagna con la giusta dose di tensione e curiosità.

Lo stile del linguaggio viene adattato volta per volta al periodo storico in cui si svolge il racconto ed il risultato è particolarmente felice nella narrazione ambientata nell'epoca più antica. Sembra quasi di essere lì con Tommaso e Clotilde, al mercato di Noceto o all'ospitale di Borgo San Donnino, oggi Fidenza, che mi ha permesso di immaginare come doveva essere l'Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena a quei tempi; di assistere alla caduta dell'Impero romano o della scoperta dell'America; di incontrare Leonardo da Vinci bambino o l'autore dell'Orlando innamorato, due camei sapientemente inseriti all'interno della storia da parte dell'autrice.

I riferimenti geografici e storici corrispondono alla realtà e questo mi ha fatto pensare che Colui che ritorna avrebbe delle potenzialità come e-book. Ad esempio, ho scoperto che ci sono ben due Capodimonte in Italia... io avevo in mente quello in provincia di Napoli ma non mi tornava con il tracciato della via Francigena! Ho cercato su una guida Michelin e ho scoperto l'altra Capodimonte in provinia di Viterbo. E' un dettaglio; però mi ha fatto piacere trovare conferma delle mie conoscenze e colmare delle lacune che un e-book avrebbe la potenzialità di approfondire.

Con questa sua opera prim l'autrice, @SedCetta su twitter, ha vinto anche il Premio Europeo Via Francigena.

Mi piace la sua scrittura e spero continui su questa strada.

Brava Cetta! :-)

martedì 19 giugno 2012

Esame di maturità

1985

Ricordo...

- la traccia che scelgo per il tema d'italiano Figure femminili nella letteratura italiana dell'età romantica e la collaborazione dell'insegnante che fortunatamente è membro interno della commissione...

- la paura fino all'ultimo che mi cambino la materia...

- la mia compagna di banco, Francesca, che la sera prima della prova orale rimane a casa mia fino alle due del mattino per aiutarmi a ripetere tutto il programma di italiano... faccio altrettanto io con lei per farle ripetere il programma di Fisica...

- il senso di leggerezza appena finita l'interrogazione di Fisica... sì... anch'io come Francesca ho scelto Fisica come seconda materia...

- la gioia per quel voto minimo ma dal valore inesprimibile per me...

- la mia famiglia che per festeggiare mi porta a cena fuori, a mangiare gli arrosticini, e mi fa anche un regalo... un anello... mi sembra troppo rispetto al mio 36... ma loro sanno bene la fatica intellettuale e psicologica che ho fatto negli ultimi cinque anni...

Domani tocca a mio nipote... è per questo che ripenso al mio di esame.

In bocca al lupo Ermi!

sabato 16 giugno 2012

Zagreb

Zagreb di Arturo Robertazzi


di Arturo Robertazzi
Aìsara Editore
Cesano Boscono (MI)
2011

Quel mattino era un bel mattino. Facemmo fuori quattro persone.
Eravamo appostati in quella fabbrica in rovina, la Base la chiamavamo. Ci avevano costruito le auto italiane, ma ora gli uffici al piano inferiore venivano usati come celle per i prigionieri, la mensa per le esecuzioni e le cucine come deposito di cibo ormai in esaurimento.

Dall'incipit si capisce immediatamente il tema del libro, la Guerra, qualsiasi guerra, e lo stile con il quale verrà raccontato, uno stile asciutto, senza fronzoli, senza sentimentalismi.

Nell'arco di tempo di una settimana assistiamo alle giornaliere fucilazioni di loro, i nemici,  da parte di noi, quelli della Base che solo per una casualità eravamo più forti. Sì, perché loro e noi prima della guerra erano amici, conoscenti, vicini di casa.

A raccontare la quotidianità di violenza assurda che si vive all'interno della Base, e che ricorda i lager ma anche l'ex manicomio del romanzo Cecità di Saramago, è un io narrante che cede all'odio l'unico sentimento che era giusto per come la guerra era entrata in maniera devastante nell'intimità delle mura domestiche; odio che viene scalfito solo quando alla Base arriva come  prigioniero l'amico Drazen e successivamente anche Danka, la cameriera di cui si era invaghito senza mai riuscire a dichiararsi.

La narrazione in prima persona è intervallata da brevi flashback e da sogni/incubi del protagonista.

E' un opera prima di Arturo Robertazzi di cui sono venuta a conoscenza tramite twitter.

Esiste anche una versione digitale di Zagreb con approfondimenti alle guerre della ex Jugoslavia perché se è vero che la guerra che fa da sfondo al romanzo potrebbe essere qualsiasi guerra è vero anche che Robertazzi inserisce pochi ma inconfutabili riferimenti alle guerre Jugoslave.

martedì 12 giugno 2012

Il male che cura

Il male che cura di Barbara Collevecchio


di Barbara Collevecchio
Persiani Editore
Bologna
2011


Si tratta di un saggio di psicoanalisi antropologica che rivisita in chiave junghiana, quindi come se si trattasse di un sognoSan Domenico e le serpi, un rito che ogni primo giovedì del mese di maggio si rinnova a Cocullo, un piccolo paese in provincia de L’Aquila.

Durante la processione rituale della statua di San Domenico avvolta da serpenti  vivi il mito  e la religione si esprimono in simbolismi numinosi e affascinanti, che si coagulano attorno al racconto archetipico dell'eroe che, nel suo processo d'individuazione, deve necessariamente incontrare  l'ombra, il suo negativo, per emergere dalla matrice regressiva matriarcale, reintegrarsi con le sue parti scisse e rinascere a nuova vita.

E' quanto si afferma nell'introduzione e che mi si è chiarito meglio quando l'ho ripreso a lettura ultimata perché il libro è una vera full immersion nei riti, miti e simboli ricorrenti in molteplici culture e che travolgono il lettore digiuno in materia come me, o lo esaltano, ne sono convinta, nel caso in cui abbia familiarità con questi temi.

L’autrice, da me conosciuta su twitter come @colvieux, ha così sintetizzato la tesi del suo libro in quella stessa sede:


Pur essendo io di origini abruzzesi non ho familiarità con questo tipo di riti e confesso che l'immagine della statua del santo avvolta dalle serpi mi è parsa subito inquietante ma è stata la stessa @colvieux a tranquillizzarmi scrivendo che la funzione del rito di San Domenico ha il compito di liberare dalle ansie derivanti dall'avvinghiamento dell'Ombra attorno alla psiche e di mettere in scena la morte e la resurrezione psichica, attraverso la rappresentazione ritualizzata della chenosi del santo. Questo rituale ci parla, dunque, del processo di individuazione reso possibile dal confronto con l'ombra.

A fine lettura, ancora un po' stravolta dalla carrellata di immagini con i loro simboli, ho sentito il bisogno di fissare alcuni concetti contenuti nel libro con il desiderio che mi facciano compagnia nella ripresa di quello che ora so chiamarsi il mio 'percorso d'individuazione':

Il processo d'individuazione è un percorso psicologico nel profondo in cui la coscienza dell'uomo s'incontra con il suo inconscio e da cui nasce il Sé. Implica la scelta di essere davvero se stessi e può quindi creare sofferenza per la rottura con equilibri precari che ci sostenevano.

Il tema dell'avvinghiamento rappresenta il contatto dell'eroe con il suo demone interiore, con le parti inconscie rifiutate della propria personalità.

Il serpente è animale che proviene dal profondo ma anche apportatore di pioggia e di fecondità.

Il male (la paura dell'Ombra, dell'inconscio, delle nostre attitudini negative) è emerso dal profondo giungendo alla coscienza e, affrontandolo, l'uomo è rinato a nuova vita, modificato nella sua coscienza, rigenerato perché ha riconosciuto l'Ombra e l'ha elaborata.

La rigenereazione basata sui cicli lunari è incarnata dal serpente che, con la sua muta, compie un annuale rinnovamento ed è, in questo senso, simbolo d'immortalità, di legame tra morti e vivi, tra conscio e inconcio.

Circa la psicologia della religione in Jung, bisogna sottolineare che il bisogno di Sacro nell'uomo è strettamente legato alla sua tendenza alla totalità e il suo compito peculiare è di approdare ad un fine particolare che, per le dottrine filosofiche, è la Saggezza, che Jung definisce propria di un individuo cosciente della sua peculiare natura.

A metà circa di questo post ho affermato che mi era sembrata subito inquietante l'immagine della statua del santo coperta da serpenti vivi ma questo l'ho scoperto solo quando mi è arrivato il libro a casa. In realtà però non ho acquistato un libro a scatola chiusa come potrebbe sembrare. Con  @colvieux condivido l'appuntamento con il Salotto letterario di Giuditta nel blog Tempoxme ed è stato proprio lì che sono rimasta colpita dall'immediatezza con cui riesce a cogliere e definire i tratti psicologici dei personaggi. Ho scoperto poi che è una psicologa che ha scritto questo saggio il cui titolo 'Il male che cura' e soprattutto il sottotitolo 'Dalla paura alla trasformazione' non poteva non incuriosirmi perché è un tema, quello della paura, che è stato molto presente nella mia vita.

Su twitter @colvieux appare come un fiume in piena, una persona molto schietta ed esuberante; nella scrittura questo mix mi è sembrato ben calibrato.

Insomma, brava @colvieux! :-)

mercoledì 6 giugno 2012

Parola chiave: tavolo d'erba

E già, è curioso leggere cosa stavano cercando le persone che arrivano nel mio blog e come mai Google suggerisce loro il contenuto di un mio post.

In questi giorni qualcuno cercava 'tavolo d'erba'.

Facendo una ricerca all'interno del mio blog ho scoperto il risultato che Google ha restituito e cioè il post in cui parlo delle istallazioni di Doris Salcedo, in particolare quella intitolata Plegaria muda e che ho avuto modo di vedere al MAXXI di Roma. Le parole 'tavola' e 'erba' in effetti centrano con quel post ma non credo fosse quello ciò che cercava il mio visitatore.

Allora ho fatto io una ricerca su Google e ho trovato...

Tavolo d'erba
Immagine presa da qui


un tavolo da picnic, in alluminio e fili d'erba, da usare in città e realizzato dall'architetto Haiko Cornelissen!

Con l'aiuto di Google ho tradotto la descrizione che di questo oggetto è pubblicata nel sito dell'architetto:

Il nostro tavolo con piano in erba picNYC porta il picnic rurale nella residenza urbana.
L'agricoltura urbana è un fenomeno in rapida crescita e consiste nel portare in città la pratica tipicamente rurale dell'agricoltura. Il tavolo picNYC fa un passo avanti e porta l'esperienza rurale di pic-nic, non solo in città, ma nel vostro appartamento.
Il leggero piano pieghevole del tavolo e le gambe, tutto in alluminio, costituiscono la base rettangolare su cui vengono messi l'erba, la terra e i sassi, (necessari per il drenaggio). 
Il tavolo picNYC crea un'esperienza surreale della natura in città trasformando letteralmente il concetto del desinare.
Improvvisamente l'acqua versata diventa una necessità e non un problema e i bicchieri di vino hanno bisogno dei sottobicchieri non per evitare le macchie sul tavolo ma per rimanere in piedi.
Questa nuova esperienza rurale include anche il mantenimento dell'erba. Non esiste ancora un tosaerbe per tavoli per cui l'erba dovrà essere tagliata con le mani.
In base al numero di tagli, alla manutenzione, all'utilizzo, alla luce solare e alle stagioni, il tavolo picNYC assumerà una varietà di colori che dipenderanno dalle condizioni stabilite dal proprietario.
Tuttavia, il colore può sempre essere ripristinato al verde brillante in quanto le zolle fresche sono disponibili tutto l'anno.
Basato sul concetto di trasporre le esperienze naturali in appartamento, sono possibili infinite variazioni con fiori, erbe o anche verdure.
A seconda delle esigenze e del pollice verde del proprietario, il tavolo picNYC offre diversi gradi di esperienza rurale in una residenza urbana.
Di conseguenza, il tavolo picNYC trasforma il momento del desinare in una festa ed in una nuova intersezione della natura con la città.

Interessante,no? :-)

martedì 5 giugno 2012

Il tempo è un bastardo

Il tempo è un bastardo di Jennifer Egan


di Jennifer Egan
Maximum Fax Editore
Roma
2011

Quando si parla di anni ’70-’80 e anche ‘90 ho sempre un tuffo al cuore perché si tratta degli anni della mia infanzia e adolescenza e quindi mi sento emotivamente coinvolta.

Ne Il tempo è bastardo la Egan racconta la storia di Bennie e Sasha, discografico l’uno e sua segretaria l’altra, attraverso le loro vicissitudini personali, non prive di dramma e e anche tragicità, condivise con i loro amici e le proprie famiglie. Sasha in particolare toccherà il fondo da dove poi riuscirà a risalire.

Le vicende non sono narrate in maniera lineare ma quasi in forma di albero genealogico dagli anni 70 fino ai giorni nostri e oltre.

Ad indicare il tempo esatto in ogni racconto non c’è una data ma ci sono degli indizi che ci permettono di risalire all’anno/anni in cui gli eventi raccontati accadono per cui ad esempio in un capitolo verrà fatto riferimento ad un tot di anni dall'11 settembre, in un altro all'insediamento alla Presidenza degli Stati Uniti d'America di Bill Clinton, etc

La musica nel suo ambito discografico quindi le canzoni (io però ascoltavo altro genere tipo i Bee Gees, Elton John, Donna Summer, etc e quindi mi sono sentita molto ignorante in proposito) ma anche la necessità delle ‘pause’ per la loro potenza evocativa a seconda della loro lunghezza all’interno di una canzone (e qui mi aspettavo di trovare qualche accenno a John Cage e alla sua composizione 4'33''; ma così non è stato); le esperienze allucinogene degli anni spensierati della giovinezza; il tempo che è bastardo perché ‘in vent’anni non diventi più bello, specie se nel frattempo ti hanno tolto metà dell’intestino’ e quindi ti sfida e ti sollecita a sua volta a sfidarlo, e la tecnologia che più diventa sofisticata è più tende all’azzeramento di ogni etica e morale (qui la recente visione del film e la lettura di Cosmopolis mi sono tornati subito in mente), sono i veri protagonisti del romanzo.

Il finale mi è sembrato un po’ forzato nel senso da sogno-americano-che-si-realizza-a-tutti-i-costi ma forse la Egan ha voluto mostrarci in esso la possibilità della rivincita sul tempo che è bastardo.

A voi il giudizio se lo leggerete :-)

Ringrazio Simona e la recensione da lei fatta sul libro nel suo blog trust1870 invogliandomi a leggerlo.

domenica 3 giugno 2012

Cosmopolis

Cosmopolis film


GENERE: Drammatico
REGIA: David Cronenberg
SCENEGGIATURA: David Cronenberg
ATTORI:
Robert Pattinson, Paul Giamatti, Jay Baruchel, Kevin Durand, Juliette Binoche, Emily Hampshire, Mathieu Amalric, Sarah Gadon, Jadyn Wong, Samantha Morton

Cosmopolis, film tratto dall'omonimo romanzo scritto dall'americano Donald Richard DeLillo nel 2003, racconta la storia di un giovane manager multimiliardario, Eric Packer (Robert Pattinson, l'attore protagonista della saga Twilight), che attraversa New York nella sua limousine, deciso ad andare dal suo barbiere di fiducia, quello di famiglia, per 'aggiustare il taglio'.

Il tragitto dura tutta una giornata in quanto New York quel giorno è blindata per via della visita del Presidente degli Stati Uniti ed il traffico rallentato anche per i funerali di un famoso cantante rapper; quindi le macchine si muovono a passo d'uomo.

Nella sua auto superaccessoriata e computerizzata in costante contatto coi mercati azionari per seguire l'andamento dello yen, che rischia di mandare a monte il suo impero finanziario, Eric si incontra con i suoi collaboratori, con la moglie, con l'amante, con la 'consulente di teoria'; si sottopone, come ogni giorno, ad una visita medica che gli rivelerà di avere una prostata 'asimmetrica', il tutto continuamente sorvegliato da guardie del corpo che sanno che uno stalker potrebbe ucciderlo.

Nelle battute finali tra Eric e Benno, un suo ex dipendente, nell'abitazione di quest'ultimo quindi finalmente fuori dalla limousine che 'di notte viene parcheggiata in un garage', viene affrontata per esteso la denuncia di DeLillo/Cronenberg degli effetti del capitalismo, nonostante Eric dica che 'non ha voglia di ragionare'.

Da una parte Eric, un giovane di 28 anni che 'vuole essere sempre al corrente di tutto' e che ha costruito la sua fortuna manipolando con scaltrezza e a proprio vantaggio economico il continuo flusso di informazioni e questo grazie alla tecnologia sempre più sofisticata. La ricchezza accumulata con la quale può appagare sempre o 'quasi' sempre il suo desiderio di possesso (la cappella Rothko non ha prezzo di vendita nemmeno per il miglior offerente) non gli basta però; ha bisogno di continuo di esperienze adrenaliniche anche senza senso, come spararsi ad una mano.

Dall'altra parte Benno, di 41 anni, che non è riuscito a sostenere il ritmo dell'analisi tempestivo delle informazioni, è rimasto indietro ed è quindi stato fatto fuori perché non più produttivo.

Dei dialoghi incalzanti che fanno il film sono riuscita a trattenere solo alcune parole oggetto di queste riflessioni: flusso d'informazione, idea, tempo, morte, odore, asimmetria come anomalia, Satie (la musica di sottofondo in uno dei due ascensori che Eric ha in casa), Rothko (Eric vuole aquistare la cappella Rothko, mura comprese) e un unica battuta: Morire è uno scandalo ma succede a tutti.

Mi ci vorrebbe una seconda visione per fissare le argomentazioni su ogni parola. Magari deciderò di leggere il romanzo; infatti, non ho letto il libro e in giro avevo sentito pareri discordanti sulla trasposizione cinematografica, soprattutto da parte di chi il romanzo lo ha letto. Fortunatamente mi sono imbattuta nella recensione che @avadesordre ne ha fatto sul suo blog Desordre e quindi sono andata a vederlo e non me ne pento.

Dal punto di vista estetico il film è impeccabile e la fissità espressiva e i toni monocordi dei personaggi sicuramente funzionali.

I titoli di coda poi... sono bellissimi! come ha notato @ElectaEditore.
Perché? andate a vederlo e lo scoprirete :-)

AGGIORNAMENTO del 4 giugno 2012
Ho letto il libro, l'ho divorato in due giorni, e dico che capisco la delusione di chi ha visto il film dopo aver letto il libro. Per me è stato meglio non averlo letto e non saperne niente di niente. Il film riporta pedissequamente i dialoghi del libro ma senza quel tono piatto delle voci che Cronenberg ha ritenuto necessario. Nel libro ci sono le riflessioni di Eric che lo rendono 'umano'.
Da leggere, per 'diventare consapevoli di ciò che ci sta intorno'.

sabato 2 giugno 2012

A Zacinto

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

Ugo Foscolo

Da quando sono stata portata via dalla terra che mi ha dato i natali ho deciso di considermi una turista nel mondo. Ho deciso così per risolvere quello che non ero agli occhi degli altri: non ero venezuelana per i venezuelani perché nata da genitori italiani; non ero italiana per gli italiani perché la mia infanzia l'avevo vissuta altrove.

Quando ho letto questi versi di Foscolo per la prima volta in quinta superiore, per un attimo mi sono sentita venezuelana, avevo la stessa nostalgia per la mia terra natale. Un sentimento riconosciuto soltanto da me e sicuramente condizionato dai ricordi dell'infanzia, solo quelli belli.

Sono passati molti altri anni finché, a differenza di Foscolo, ho avuto la possibilità di ritornare alle 'sacre sponde'. Ho come chiuso un cerchio della mia vita.

Oggi, 2 giugno, festa della Repubblica in Italia; provo rispetto per questa data significativa per chi, in prima persona, ne ha vissuto la portata di cambiamento nel 1946.

Io continuo a sentirmi una turista nel mondo :-)